quando la realta'supera la piu fervida delle fantasie,certo che i politici legiferano in base al loro cervello
Due sedute pubbliche molto animate, progetti esclusi e riammessi dopo misurazioni accuratissime, polemiche, accuse e sospetti
BAGNARA: PRIGIONIERI DELLA BUROCRAZIA
Nessuna busta è regolare, si rifà il bando
Slitta l’ampliamento della scuola media per una vicenda che ha del surreale
di Maurizio Andreoli
BAGNARA. Scene di (ordinaria?) burocrazia. Momenti così esilaranti e surreali nella loro involontaria comicità che avrebbero fatto la gioia di un Kafka o di un Gogol. È successo nel piccolo comune di Bagnara di Romagna. Fa un po’ meno sorridere se si pensa che a farne le spese siamo, ancora una volta e come sempre, tutti noi. Intesi come cittadini.
I plichi e le buste. Visualizzate mentalmente questa immagine: alcune persone febbrilmente impegnate a misurare e rimisurare 18 buste (o meglio 18 plichi) mentre una platea interessata e sospettosa assiste all’operazione. Con tanto di metro, da ogni lato, confrontandosi, dissertando, perfino polemizzando sul significato di plico o di busta, ragionando su fogli A3 che devono essere contenuti in buste A3 a loro volta infilate dentro plichi A3: mica facile, basta pensarci sopra un attimo. È andata avanti così per un’intera mattinata, giovedì 4 agosto, finché è arrivata la decisione: concorso annullato, si ricomincia da capo.
Il bando. Bisogna innanzitutto spiegare di cosa si trattava. Era il concorso pubblico di progettazione architettonica bandito dal Comune di Bagnara per l’ampliamento del plesso scolastico di via Matteotti. Almeno due aule, un’aula insegnanti, i servizi igienici, laboratori e depositi. Importo complessivo non superiore a 546.500 euro. Previsto un premio di 3mila euro al primo classificato; mille euro a testa al secondo e al terzo. Niente di trascendentale, ma la crisi si fa sentire anche per gli studi tecnici, se è vero che a partecipare sono stati in 18. E poi c’è sempre la possibilità che al vincitore sia affidato il progetto definitivo.
La prima seduta. Come previsto dal bando, il 4 luglio si riunisce in seduta pubblica per la prima volta la commissione. Ha il compito di verificare la corretta presentazione dei plichi che, per assicurare la massima regolarità e trasparenza, devono apparire assolutamente anonimi e rispettare le prescrizioni. Ed ecco le prime esclusioni: sette plichi «non erano conformi per formato e/o colore». Così si procede ad aprire solo la busta (A4) di quei plichi, contenente la documentazione amministrativa, per poter informare gli studi interessati della loro esclusione.
La seconda seduta. L’appuntamento successivo è per il 14 luglio. In quella occasione la commissione, in una riunione non aperta al pubblico, apre le 11 buste superstiti e procede a una prima valutazione dei progetti presentati.
La terza seduta. E siamo alla seduta decisiva, che si svolge davanti a una folta platea di persone interessate al concorso. Solo che qualche altra cosa nel frattempo è successa. Sono arrivate alcune «lettere di sollecitazione», tradotto proteste e magari anche minacce di ricorsi, per cui tutto è ritornato in discussione. Dunque tutti i plichi sono di nuovo in gioco. E spunta il metro. Dalle 9 a mezzogiorno si va avanti tra misurazioni, discussioni, polemiche. Vola anche qualche parola grossa. Pare che praticamente nessuna busta, pardon plico, sia conforme al bando. Del resto provateci voi, se siete capaci, a mettere dei fogli dentro a una busta a sua volta inserita in un plico, tutti esattamente delle stesse dimensioni. Alla fine la commissione decide che «l’unica soluzione in grado di garantire la par condicio dei concorrenti risulta quella di procedere in via di autotutela ad escludere tutti i plichi difformi ovvero tutti quelli presentati che risultano difformi dalle prescrizioni del bando».
Tutto da rifare. Dunque concorso annullato, si ricomincia da zero. Toccherà all’amministrazione comunale aprire «in tempi brevi» una nuova procedura. E chissà che stavolta le misure dei plichi e delle buste non siano meglio specificate. Qualcuno fa notare che nel frattempo la commissione è a conoscenza di sette nominativi (e non dei loro progetti) e di undici progetti (e non dei rispettivi nominativi). Qualcun altro avanza anche maliziose ipotesi su progetti che sarebbero stati particolarmente “attesi” e chissà se facevano o meno parte dei sette subito esclusi. Accuse vigorosamente smentite. Del resto è «nel nome dell’interesse pubblico» che la procedura per l’ampliamento della scuola è stata rinviata a data da destinarsi. Magari qualche perplessità, su cosa si intenda in questo caso per «interesse pubblico» è lecito averla.
http://www.corriereromagna.it/lugo/2011 ... f-il-bandotutto cio' mentre chi veramente viene sacrificato e' il cittadino che vede sperperato il suo denaro.
![Arrabbiato [:(!]](./images/smilies/UF/icon_smile_angry.gif)