Grilli parlanti senza vergogna
Venerdì, 25 gennaio 2013 - 09:34:00
di Sergio Luciano
Ma il Grilli che scarica il barile dei controlli da ubriachi al Monte dei Paschi sulla Banca d'Italia è lo stesso che cercava il placet del Pd, tramite i bancari della Cgil, che avrebbero dovuto essere persuasi dal suo amico banchiere Massimo Ponzellini per andare lui alla Banca d'Italia al posto di Draghi in partenza per la Bce? E se fosse riuscito nell'intento, Grilli poi sarebbe stato severo, come controllore, nei confronti di chi lo aveva raccomandato? Ed è lo stesso Grilli che ha seguito fedelmente Giulio Tremonti nella sua trattativa con le Fondazioni bancarie che in cambio dell'investimento nella Cassa depositi e prestiti ottennero una congrua proroga della loro sostanziale autoreferenzialità, di cui a Siena hanno così tanto (e autolesionisticamente) abusato?
Sì, è lo stesso Grilli. Che quando Monti decise di tenerselo al governo stava per andare a fare il suo mestiere, quello che sa far meglio (e per carità, non e' facile): il banchiere d'affari internazionale, in una delle grandi corporation della finanza creativa, Morgan Stanlejy, Jp Morgan, Goldman Sachs, insomma una di questa fabbriche che hanno sfornato le "armi finanziarie di distruzione di massa", i derivati finanziari, dei quali s'è ammalato il Montepaschi. Del resto, da dove, se non dalla Goldman Sachs, proveniva Monti? Ed è in fondo un'eloquente nemesi che le ultime settimane di vita del suo governo siano segnate da una crisi bancaria figlia della finanza creativa così cara ai colleghi di Monti, soci del Club Bilderberg.
Il bello di questa storiaccia di Siena è che da qualunque parte la si guardi racconta le inefficienze dell'intero sistema e, a valutarla onestamente, chiarisce che poi è alla fine solo il mercato a far giustizia, pur lasciando sul mercato morti e feriti. Degli inestetismi dell'atteggiamento di Grilli, e quindi del Tesoro, s'è detto; la Banca d'Italia ha giustamente sanzionato le menzogne di Mussari e Vigni, ma oggi finge di non sapere quel che la Gabanelli e il suo Report hanno rivelato, che cioè già dal 2010 i suoi ispettori avevano descritto con toni allarmatissimi la situazione dei derivati finanziari nella pancia del Monte. Il Pd prende le distanze dalle scelte degli ex vertici dell'istituto ma mille volte in passato le aveva avallate per interessi di sottopotere e di collegio elettorale. Berlusconi, alla fine il più sincero nella sua infinita capacità di mentire, ha candidamente detto che "vuole bene al Montepaschi", perché la banca senese è da sempre la più attiva al fianco delle società del Cavaliere.
I politicanti locali si sono confermati per essere quelli che si sapeva, divisi per bande, attenti ai loro interessi di corrente, inaffidabili sia come pubblici amministratori che come consiglieri di banche. Una sola luce in tanto buio. Questo caos e' stato, incredibilmente, capace di generare i propri anticorpi. Giuseppe Mussari - profondamente inseritosi nel sistema al punto da aver fatto finanziare con ben 13 milioni di euro e al 100% delle sue esigenze bancarie la moglie! - aveva però capito che il troppo era troppo ed ha promosso egli stesso, d'accordo con l'ex sindaco Ceccuzzi (trombato dal partito per questo!) la sostituzione di Vigni, il direttore generale nell'occhio del ciclone, con l'attuale, Fabrizio Viola, e di se stesso con Alessandro Profumo. Va sottolineato: non un'autorità superiore, non gli organi di controllo interno hanno imposto a Mussari e Ceccuzzi questa scelta, sia pur tardiva, di risanamento, ma una decisione propria, suggerita forse almeno in Mussari dalla consapevolezza di averle fatte troppo grosse e di doversi fare da parte.
Un'implicazione importante riguarda il futuro: è chiaro che al Monte nulla sarà più come prima, ma la banca oggi è ormai - come ha ben detto ieri il consiglio d'amministrazione - "sotto controllo", non è a rischio-crac, e le magagne nei suoi conti, pur gravissime, sono ben bilanciate dai bond governativi. Sia detto a scanso di speculazioni: finanziarie, agitate da chi vuol fare soldi in Borsa; politiche, da chi vuole accaparrarsi i vantaggi della censura del caso-Siena; e industriali, dai concorrenti avvoltoi che volteggiano sui cieli di Siena sperando di ereditare qualche pezzo scelto del valore patrimoniale e commerciale dei 550 anni di storia della banca.
http://affaritaliani.libero.it/fattieco ... 50113.htmlil solito balletto all'italiana dello scaribarili,x non sentirsi in colpa.mentre tutti tacevano,gran parte dell'imu veniva sacrificata x chiudere questo ennesimo scandalo italico....................................
![Arrabbiato [:(!]](./images/smilies/UF/icon_smile_angry.gif)