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MessaggioInviato: 25/07/2014, 21:54 
Propaganda becera, degna del peggior Min.Cul.Pop. dell'epoca fascista... o della Pravda dell'URSS scegliete voi cosa preferite...

Cita:
Spot RAI sul TTIP

Immagine

La RAI sta trasmettendo da qualche settimana uno spot di un minuto e mezzo di immagini molto belle di sponsorizzazione del TTIP (conosciuto anche come TAFTA), l’Accordo commerciale di libero scambio con gli Stati Uniti che trasformerà il Mercato Unico Europeo nel Mercato Unico Transatlantico.

Un progetto di egemonia USA (la «NATO economica») che mette radici formali nell’immediato dopoguerra.

Nello spot, firmato (ci pare ironicamente) “Rai, per informare, non influenzare”, si enfatizza l’impatto suppostamente positivo di un mercato come l’Unione Europea più che quello nazionale, e lo si fa in termini di computo dei consumatori. Si dice quindi che l’Accordo è una cosa buona e va firmato.

Ora, detto Accordo in corso di negoziazione è secretato: i testi in discussione non sono accessibili ai più. I Parlamenti ed i Governi degli Stati membri non sono messi (e tenuti ad essere) a conoscenza dell’andamento delle trattative. Conducono le negoziazioni delle commissioni tecniche e, per il versante politico, l’amministrazione USA e la Commissione Europea. Al termine del processo negoziale il Parlamento europeo potrà solo prendere o lasciare, senza poter apportare modifiche.

Si sa che l’obiettivo è l’eliminazione di tariffe, strumenti di controllo e protezione, regolamenti, ecc., in una vasta gamma di settori economici, semplificando acquisto e vendita di beni e servizi tra UE e USA. Washington non gradisce quel che di restrittivo in termini di tutela ambientale, sanitaria e sociale ancora rimane sul continente europeo. Si prevede un organo giuridico sovraordinato chiamato a garantire le grandi multinazionali nelle loro controversie con gli Stati. Come ieri per la UE, così oggi per il TTIP/TAFTA si favoleggia di vantaggi per i cittadini “europei” per prodotti e servizi più economici.

Washington mira a conseguire ulteriori vantaggi strategici, non solo commerciali, per le guerre economico/militari con formazioni sociali e grandi economie già affermate ed in via di affermazione su scala globale (principalmente Cina, Russia, India, Brasile e Sud Africa) imbrigliando e coinvolgendo in via ancor più subalterna gli Stati “europei”. Per gli Stati Uniti una straordinaria spinta in avanti per la riaffermazione della propria potenza geopolitica, produttiva, tecnologica, commerciale.

Ebbene, non ricordiamo uno spot della RAI che mirasse a creare un generico e disinformato consenso in questo caso attorno al negoziato TTIP, auspicando un esito del quale nulla si dice, nulla viene spiegato, ma che dev’essere percepito come “buono comunque”. Questo spot della RAI è l’ennesimo esempio del servaggio cui hanno condotto questo Paese, con una televisione presuntivamente pubblica che servilmente mira ad imbonire il televedente/teleudente sulla bontà della stipula di un accordo internazionale di cui nulla si sa di definitivo e le cui premesse generali si preannunciano davvero inquietanti e devastanti anche per la nostra società.

http://www.olivierobeha.it/articoli/201 ... i-sul-ttip


Ecco lo spot...

Cita:
Rai Europa - L'Europa e i trattati commerciali internazionali

Gli accordi di libero scambio sono essenziali per un paese esportatore come l’Italia, ma li negoziamo attraverso l’Unione Europea, perché tutti insieme possiamo trattare da una posizione di maggior forza.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 5c1b1.html



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MessaggioInviato: 25/07/2014, 22:17 
Cita:
“Rai, per informare, non influenzare”


excusatio non petita, accusatio manifesta

( «scusa non richiesta, accusa manifesta».)



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MessaggioInviato: 27/07/2014, 19:28 
Insieme a una mia amica abbiamo effettuato un esperimento sulla pagina facebook di un noto partito italiano di cui non faro' il nome...

Giungendo alla conclusione che questa abbia soltanto lo scopo, attraverso la strumentalizzazione dei commenti, di collezionare insulti per potere poi giustificare la condanna nei confronti dell'elettorato avversario.

E non è escluso che gli stessi insulti siano frutto di troll facenti capo a questo gioco contorto.

vi invito pertanto a studiare questi punti facenti parte della propaganda di goebbels per potere riconoscere e distinguere chi vuole fare informazione e confronto e chi invece solo provocazione e propaganda strumentale e becera, non esclusivamente sulle pagine del 'democratico' partito...

Cita:
I PRINCIPI DELLA PROPAGANDA DI GOEBBELS DA NON SEGUIRE

Joseph Paul Goebbels fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, Ministro della Propaganda nel Terzo Reich dal 1933 al 1945.

I suoi Principi (circa venti) per la propaganda sono quando di peggio possa offrire la comunicazione, in quanto non differenziano, non progettano, non ascoltano, ma semplicemente “assalgono”. I principi (Goebbels’ Principles of Propaganda by Leonard W. Doob, pubblicati in Public Opinion and Propaganda; A Book of Readings edited for The Society for the Psychological Study of Social Issues) che vi riporto sono una trasposizione italiana ridotta del più ampio manifesto di propaganda prodotto da Goebbels, ma che ben esprime il senso: comunicazione unilaterale, martellante e con i paraocchi.
A leggerli si pensa alla dittatura mediatica, eppur sono tutt’ora usati da molti, purtroppo non solo in politica, ma anche nella comunicazione del brand.

1. Principio della semplificazione e del nemico unico.
E’ necessario adottare una sola idea, un unico simbolo. E, soprattutto, identificare l’avversario in un nemico, nell’unico responsabile di tutti i mali.

2. Principio del metodo del contagio.
Riunire diversi avversari in una sola categoria o in un solo individuo.

3. Principio della trasposizione.
Caricare sull’avversario i propri errori e difetti, rispondendo all’attacco con l’attacco. Se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre.

4. Principio dell’esagerazione e del travisamento.
Trasformare qualunque aneddoto, per piccolo che sia, in minaccia grave.

5. Principio della volgarizzazione.
Tutta la propaganda deve essere popolare, adattando il suo livello al meno intelligente degli individui ai quali va diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.

6. Principio di orchestrazione.
La propaganda deve limitarsi a un piccolo numero di idee e ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze. Da qui proviene anche la frase: “Una menzogna ripetuta all’infinito diventa la verità”.

7. Principio del continuo rinnovamento.
Occorre emettere costantemente informazioni e argomenti nuovi (anche non strettamente pertinenti) a un tale ritmo che, quando l’avversario risponda, il pubblico sia già interessato ad altre cose. Le risposte dell’avversario non devono mai avere la possibilità di fermare il livello crescente delle accuse.

8. Principio della verosimiglianza.
Costruire argomenti fittizi a partire da fonti diverse, attraverso i cosiddetti palloni sonda, o attraverso informazioni frammentarie.

9. Principio del silenziamento.
Passare sotto silenzio le domande sulle quali non ci sono argomenti e dissimulare le notizie che favoriscono l’avversario.

10. Principio della trasfusione.
Come regola generale, la propaganda opera sempre a partire da un substrato precedente, si tratti di una mitologia nazionale o un complesso di odi e pregiudizi tradizionali.
Si tratta di diffondere argomenti che possano mettere le radici in atteggiamenti primitivi.

11. Principio dell’unanimità.
Portare la gente a credere che le opinioni espresse siano condivise da tutti, creando una falsa impressione di unanimità.

http://www.salsamentarius.it/gli-undici ... n-seguire/


Visitando la pagina facebook di quel noto partito potrete osservare come questi
punti vengano sistematicamente applicati dai suoi sedicenti sostenitori....


Ultima modifica di Atlanticus81 il 27/07/2014, 19:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 27/07/2014, 19:56 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Visitando la pagina facebook di quel noto partito potrete osservare come questi
punti vengano sistematicamente applicati dai suoi sedicenti sostenitori....

Caspita..... direi Premier compreso.... mentre leggevo,
non ho potuto che intravedere la sua sagoma davanti a me...... [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 29/07/2014, 10:12 
Vedi te come siamo messi...

Cita:
IL PRIMO CITTADINO PENTASTELLATO E IL POST SU FACEBOOK
«Nogarin arrestato per corruzione» Ma è bufala web, scatta la denuncia
L’ignoto autore della falsa notizia è riuscito a taroccare i titoli di un giornale nazionale. Il sindaco 5 Stelle di Livorno su Facebook: «Peccato per gli invidiosi che sia falsa!»

http://www.corriere.it/politica/14_lugl ... 63b1.shtml


[xx(]

Se le inventano tutte ormai pur di screditare i 5Stelle...

[:(!]



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MessaggioInviato: 02/08/2014, 22:09 
La disfatta dei fatti

Molti si chiedono e ci chiedono per quali motivi gli ideatori delle varie operazioni false flag siano così sciatti e superficiali: qui un errore, là un buco nella sceneggiatura, qui un’incongruenza, là un’esagerazione... Sono tutti svarioni che rendono inverosimili gli eventi, improbabili certi particolari.

Immagine

Si considerino, a guisa di esempio, i “fatti” inerenti all’aereo della Malaysia airlines precipitato, ma che non è precipitato, in Ucraina. Gli artefici del misfatto hanno commesso tanti e tali sbagli nella costruzione dell’accadimento che, a volte, anche un fruitore sprovveduto ha l'impressione che qualcosa non quadri. Il particolare che non dovrebbe sfuggire neppure ad una persona animata da cieca fiducia negli organi di regime è quello dei passaporti: sono documenti intatti, senza una sola traccia di bruciatura, persino con la fodera di plastica integra. Tralasciati altri aspetti che solo osservatori attenti e smaliziati notano, perché tanto pressappochismo?

Le risposte possono essere le seguenti. In primis, i registi di queste pellicole ai “confini della realtà” sanno che il cittadino medio, ridotto a suddito votante, è di una stupidità assoluta. Crede in tutto quello che propina la televisione. Di fronte a qualche incoerenza, la sua mente piccola piccola all’inizio ha uno sbandamento, ma poi riorganizza il quadro generale del mondo affinché coincida con quello disegnato dal piccolo schermo. Costui è simile al bigotto che, non essendo in grado di rilevare alcune gigantesche illogicità dei Vangeli, basa la sua fede sulla catechesi per cui il Messia può essere nato contemporaneamente in due anni differenti, senza che ciò scalfisca i suo convincimenti.

Mai sopravvalutare l’opinione pubblica il cui tratto saliente è il non avere alcuna opinione. La gente non si pone domande e, anche se è sfiorata da un dubbio, la perplessità è subito eliminata in una concezione normalizzante che garantisca il quieto vivere a base di partita, birra e rutto libero.

Vedrei anche nelle sviste che punteggiano gli avvenimenti orchestrati dalla feccia mondialista delle provocazioni, quasi si volesse sfidare il manipolo di investigatori veri a scovare gli indizi di una macchinazione. Tanto sono i farabutti ad avere il coltello dalla parte del manico. Non è vero ciò che è vero, ma quanto essi affermano essere tale, contro ogni evidenza. Vedi alla voce geoingegneria clandestina e bis-pensiero orwelliano.

Qualcuno ritiene che, essendo la storia umana un gioco, ancorché crudele e con regole truccate, la disseminazione di tracce sia uno sprone affinché una minoranza dell’umanità possa evolvere attraverso una sempre maggiore presa di coscienza. E’ necessario lacerare i veli degli inganni e delle illusioni per acquisire una Weltanschauung più scaltrita e persino disincantata. E’ una spiegazione che ci pare plausibile, anche se abbisognerebbe di qualche rettifica su cui in questa sede non indugiamo.

Ciò esposto, crediamo che per comprendere le cause dell’incuria che dimostrano i registi degli eventi globali si debba focalizzare l’attenzione sulla natura assunta dal mondo attuale. La realtà di oggi è mediatica non solo perché è trasmessa dai media, ma soprattutto in quanto è mediata, filtrata, costruita dai media. Essi creano delle narrazioni, delle storie in cui sono più importanti la suspense e l’intreccio accattivante della verosimiglianza. Così i passeggeri degli aerei che si schiantano o spariscono sono morti, ma sono vivi. Il velivolo è un Boeing, ma hai i motori di un Piper. E’ caduto in due luoghi diversi. Ha seguito più corridoi. E’ stato abbattuto dai Russi, dagli Ucraini, dalle tartarughe Ninja, dai frombolieri di Corinto, da uno sciame di calabroni...

Le liste dei viaggiatori cambiano di continuo, come il numero dei deceduti (possibilmente è un numero simbolico). I defunti resuscitano; i sopravvissuti non si riescono a rintracciare. Oggi su quel volo viaggiava uno scienziato nucleare, ieri si era imbarcato un gigolò di Tortona, domani salirà a bordo un ragioniere di Caniccattì. La madre di un ebreo ortodosso non conosce una parola di ebraico, ma parla con accento californiano ed è talmente disperata per il rapimento del figlio che se la ride. Che importa? Lo scopo di questi romanzi d’appendicite è scatenare un conflitto planetario. Molti giurano e spergiurano che ci riusciranno. Non importa come! Tanto il pubblico-spugna assorbe tutto, come fosse (e, in parte, lo è) un teleromanzo in cui la trama tanto più è avvincente, quanto più è imbrogliata e surreale. Le differenze tra realtà e finzione sono sempre più labili: la finzione spesso è più realistica ed esercita maggiore attrattiva su una massa anestetizzata e stupida. Si prova dolore non per gli innocenti che muoiono, ma per un contrattempo che ci impedisce di vedere una puntata di “Cento vetrine”.

Per parafrasare Walter Benjamin, ormai l’opera d’arte vive nell’epoca della sua falsificabilità tecnica. La televisione e la Rete permettono di falsificare, ritoccare i dettagli, cambiare il plot (ed il complotto) a posteriori, correggere gli errori di sceneggiatura, montare nuove sequenze, il tutto ad uso e consumo di spettatori scemi ma avidi di effimere emozioni: il 9 11 fu una tragedia... televisiva.

Invano oltre e dietro molte sequenze narrative cercheremo i fatti ed i nessi logici. I fatti, se mai sono esistiti, oggi non esistono più. Non esistono i fatti, ma solo le televisioni.

http://zret.blogspot.it/2014/08/la-disf ... 91DnHxyzMI


Ultima modifica di Atlanticus81 il 02/08/2014, 22:10, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/08/2014, 22:19 
venerdì 1 agosto 2014

Nel frattempo in Ucraina...

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Le guerre moderne si combattono sui civili e quasi esclusivamente su di essi. Non credete a quei fottuti bugiardi, portavoce governativi o loro tirapiedi mediatici che dicono "oh, scusate se ci sono andati di mezzo dei civili, non volevamo". Il soldato morto non ottiene lo stesso effetto shock di una mamma ammazzata in un parco con ancora in braccio la sua bimba, di una manciata di bambini morti in una scuola o di un povero disabile massacrato sulla sua carrozzella.

Due guerre atroci si stanno combattendo sui civili in queste ore. Una è la liquidazione a puntate di Gaza. L'altra è l'attacco alla Russia per interposta Ucraina. Come tutte le ultime, anche queste sono guerre per le risorse, naturalmente. Per il controllo dei flussi energetici. Se controlli l'energia puoi anche imporre ai popoli da sottomettere, assieme all'austerità, inverni gelidi ed estati roventi.

Questi poveri morti sono alcuni dei residenti di una casa di cura per anziani con malattie mentali a Lugansk, uccisi dall'esercito di quel governo filo-occidentale nato dal solito coito contro natura tra ultracapitalismo e reazione e i cui crimini vengono regolarmente occultati, tanto hanno la scusa che le immagini "potrebbero impressionarvi", e finiscono triturati assieme ai "200 bambini morti a Gaza, SOPRATTUTTO a causa dei bombardamenti israeliani" dei telegiornali piddini.

Scegliete voi se volete il cavolotto in faccia o no. Se volete sapere, tra una minchiata e l'altra di 'sto governo piduino, cosa sta succedendo alla grande porta di Kiev, trovate per favore il tempo di guardare le foto che sta pubblicando Nicolai Lilinsul suo profilo Facebook. Sono crude, sconvolgenti, ma documentano uno scempio assoluto, un massacro di civili con la benedizione dell'Europa, del ragazzo immagine del complesso militare-industriale, della Fuhrerin e di tutti i killemmuorti collaborazionisti di questo mondaccio schifoso intrappolato nella maledizione dell'economia dei disastri.

E, quando piangete per quel fogliaccio defunto, ricordate che scelse di appoggiare questi assassini.

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[align=right]Source: L'Orizzonte degli Eventi: Nel frattempo in Ucraina... [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 02/08/2014, 22:21, modificato 1 volta in totale.


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"A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità."

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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

"A volte la gente non vuole ascoltare la verità perché non vuole vedere le proprie illusioni distrutte. Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità."

Friedrich Wilhelm Nietzsche


Quoto e aggiungo:

"Sono consapevole che la maggior parte degli uomini...raramente
accetta anche la più semplice ed ovvia verità, se ciò dovesse
obbligarla ad ammettere la falsità dei concetti che ha
deliziosamente appreso dai propri simili, che essa stessa ha
orgogliosamente insegnato ad altri, e con cui ha ricamato
le tele della propria vita." (L.Tolstoj)



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Scusate l'intromissione: un mio collega, anche se stavamo pranzando, se sentiva parlare di UFO, si alzava e .. se ne andava!
Non mi ha mai voluto spiegare il motivo, mi disse solo che NON voleva sentir parlare di certe Cose ...[8)]



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Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Scusate l'intromissione: un mio collega, anche se stavamo pranzando, se sentiva parlare di UFO, si alzava e .. se ne andava!
Non mi ha mai voluto spiegare il motivo, mi disse solo che NON voleva sentir parlare di certe Cose ... [8)]



Magari ha avuto "strani" incontri e si è spaventato, o peggio, forse lo ha raccontato ai suoi superiori e lo hanno obbligato a tacere...
Non penso che non ne voglia parlare perché teme gli extraterrestri( non è un lattante), forse teme qualche umano che sta un gradino sopra di lui..chi può dirlo? [8]



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Lo conosco da 40 anni! Non ha mai visto nulla, per non parlare dei ... superiori: non gliene frega niente; a meno che sia un Ente preposto, te l'assicuro.[;)]
Mostravano interesse per quello che esponevo (mi conoscevano tutti) ma niente di più.[^]



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A proposito di "Qualità dell'Informazione" ....[;)]


L'uomo che chiuse in un cassetto gli Anni di piombo

Salvatore Conoscente, caporedattore del Corriere, invece di pubblicare la famigerata foto di Giuseppe Memeo, la mise in un cassetto


Immagine:
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34,99 KB

Ieri, tra le necrologie del Corriere della Sera , scorgo un nome familiare: Salvatore Conoscente. Sotto, una sola riga: «Ciao Cono... la tua amata figlia».

Mi vengono i brividi. Quel «Cono», scritto dalla sua unica erede con affetto, mi dà la certezza: non può che essere lui, il vecchio capocronista del giornalone di via Solferino, a suo tempo personaggio noto per aver commesso un tragico errore, una leggerezza, qualcosa che segnò in negativo la sua pur buona reputazione professionale.

Nel 1977 gli erano capitate tra le mani le foto (che poi sarebbero divenute il simbolo dei cosiddetti anni di piombo) di vari terroristi armati, fra cui Giuseppe Memeo, il quale in via De Amicis a Milano, durante una delle ricorrenti manifestazioni, impugnava a due mani una pistola, la famigerata P38, le braccia tese nell'atto di prendere la mira e di premere il grilletto. Fu freddato il vicebrigadiere di polizia Antonio Custra (per il cui omicidio dieci anni dopo venne condannato un secondo autonomo, Mario Ferrandi).

Conoscente guardò quelle immagini, forse distrattamente, forse no, e anziché fare un salto sulla poltrona e ordinarne la pubblicazione in prima pagina, come chiunque avrebbe fatto, le infilò in un cassetto della scrivania. Il sospetto che volesse nasconderle, farle passare in cavalleria, fu avvalorato dal fatto che il capocronista era dichiaratamente, ufficialmente, un compagno (iscritto al Pci, reduce dalla lotta partigiana).

Probabilmente nella circostanza prevalse in lui la fede politica sull'esigenza giornalistica di fornire ai lettori la documentazione visiva di una notizia importantissima. Cosicché occultò le istantanee che un reporter gli aveva offerto su un piatto d'argento. Sperava di farla franca? Credeva che la propria omissione non fosse grave? Non è mai stato verificato. In realtà scoppiò una specie di scandalo che ebbe ripercussioni oltre il palazzo storico del quotidiano. E la direzione fu costretta a rimuovere dall'incarico Conoscente e a trasferirlo all'ufficio centrale dei redattori capo. Promoveatur ut amoveatur (sia promosso affinché sia rimosso). Non c'era altra soluzione. All'epoca i comunisti contavano parecchio in redazione. Il direttore, sollecitato dai sindacati interni ed esterni, ne assumeva a frotte per garantirsi la pace «sociale» e prevenire scioperi, agitazioni, grane.

Il Corriere in breve si trasformò da organo tradizionale della borghesia in una succursale di lusso dell' Unità , da cui provenivano vari giornalisti. Non a caso Indro Montanelli e la sua orchestra di anticomunisti abbandonarono il transatlantico di Piero Ottone per varare un battellino, Il Giornale . Per rimpiazzare i trasfughi, i responsabili del primo quotidiano italiano fecero incetta di compagni, brava gente, per carità, ma politicamente connotata e propensa - immagino - a tutelare prima gli interessi di partito anziché quelli editoriali.

A dire il vero alcuni redattori furono prelevati anche dal cattolicissimo Avvenire ; costoro però, non appena messo piede in via Solferino, provvidero ad adeguarsi, richiedendo con prontezza la tessera del Pci. A parte l'episodio narrato (e relativi contorni), Salvatore - origini napoletane - era persona elegante e simpatica che, se proprio doveva nuotare, lo faceva sott'acqua. Lavoravamo insieme e non l'ho mai sentito alzare la voce. Come tutti, a un dato momento se ne andò in pensione. I vecchi infastidiscono i giovani che brigano per liberarsene e rubare loro il posto, salvo accorgersi subito che non basta il seggiolone per salire in alto. Una volta si diceva che se uno muore e il suo nome non finisce tra le necrologie del Corriere è come se non fosse morto perché nessuno lo viene a sapere. Non è più così. Cambiata anche questa regola. Conoscente ci è finito, tra le necrologie, ma neanche nello stesso Corriere se ne sono accorti. Tant'è che i colleghi non hanno vergato neppure una breve per segnalarne la dipartita. Che malinconia, caro Cono. A 91 anni ti tocca sopportare anche quest'onta: che sia un anticonformista come me a renderti l'onore delle armi.


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 42605.html


Ognuno esegue le direttive del proprio Editore ....[;)]
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MessaggioInviato: 03/08/2014, 16:32 
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Ufologo 555 ha scritto:

A proposito di "Qualità dell'Informazione" ....[;)]


L'uomo che chiuse in un cassetto gli Anni di piombo

Salvatore Conoscente, caporedattore del Corriere, invece di pubblicare la famigerata foto di Giuseppe Memeo, la mise in un cassetto


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Ieri, tra le necrologie del Corriere della Sera , scorgo un nome familiare: Salvatore Conoscente. Sotto, una sola riga: «Ciao Cono... la tua amata figlia».

Mi vengono i brividi. Quel «Cono», scritto dalla sua unica erede con affetto, mi dà la certezza: non può che essere lui, il vecchio capocronista del giornalone di via Solferino, a suo tempo personaggio noto per aver commesso un tragico errore, una leggerezza, qualcosa che segnò in negativo la sua pur buona reputazione professionale.

Nel 1977 gli erano capitate tra le mani le foto (che poi sarebbero divenute il simbolo dei cosiddetti anni di piombo) di vari terroristi armati, fra cui Giuseppe Memeo, il quale in via De Amicis a Milano, durante una delle ricorrenti manifestazioni, impugnava a due mani una pistola, la famigerata P38, le braccia tese nell'atto di prendere la mira e di premere il grilletto. Fu freddato il vicebrigadiere di polizia Antonio Custra (per il cui omicidio dieci anni dopo venne condannato un secondo autonomo, Mario Ferrandi).

Conoscente guardò quelle immagini, forse distrattamente, forse no, e anziché fare un salto sulla poltrona e ordinarne la pubblicazione in prima pagina, come chiunque avrebbe fatto, le infilò in un cassetto della scrivania. Il sospetto che volesse nasconderle, farle passare in cavalleria, fu avvalorato dal fatto che il capocronista era dichiaratamente, ufficialmente, un compagno (iscritto al Pci, reduce dalla lotta partigiana).

Probabilmente nella circostanza prevalse in lui la fede politica sull'esigenza giornalistica di fornire ai lettori la documentazione visiva di una notizia importantissima. Cosicché occultò le istantanee che un reporter gli aveva offerto su un piatto d'argento. Sperava di farla franca? Credeva che la propria omissione non fosse grave? Non è mai stato verificato. In realtà scoppiò una specie di scandalo che ebbe ripercussioni oltre il palazzo storico del quotidiano. E la direzione fu costretta a rimuovere dall'incarico Conoscente e a trasferirlo all'ufficio centrale dei redattori capo. Promoveatur ut amoveatur (sia promosso affinché sia rimosso). Non c'era altra soluzione. All'epoca i comunisti contavano parecchio in redazione. Il direttore, sollecitato dai sindacati interni ed esterni, ne assumeva a frotte per garantirsi la pace «sociale» e prevenire scioperi, agitazioni, grane.

Il Corriere in breve si trasformò da organo tradizionale della borghesia in una succursale di lusso dell' Unità , da cui provenivano vari giornalisti. Non a caso Indro Montanelli e la sua orchestra di anticomunisti abbandonarono il transatlantico di Piero Ottone per varare un battellino, Il Giornale . Per rimpiazzare i trasfughi, i responsabili del primo quotidiano italiano fecero incetta di compagni, brava gente, per carità, ma politicamente connotata e propensa - immagino - a tutelare prima gli interessi di partito anziché quelli editoriali.

A dire il vero alcuni redattori furono prelevati anche dal cattolicissimo Avvenire ; costoro però, non appena messo piede in via Solferino, provvidero ad adeguarsi, richiedendo con prontezza la tessera del Pci. A parte l'episodio narrato (e relativi contorni), Salvatore - origini napoletane - era persona elegante e simpatica che, se proprio doveva nuotare, lo faceva sott'acqua. Lavoravamo insieme e non l'ho mai sentito alzare la voce. Come tutti, a un dato momento se ne andò in pensione. I vecchi infastidiscono i giovani che brigano per liberarsene e rubare loro il posto, salvo accorgersi subito che non basta il seggiolone per salire in alto. Una volta si diceva che se uno muore e il suo nome non finisce tra le necrologie del Corriere è come se non fosse morto perché nessuno lo viene a sapere. Non è più così. Cambiata anche questa regola. Conoscente ci è finito, tra le necrologie, ma neanche nello stesso Corriere se ne sono accorti. Tant'è che i colleghi non hanno vergato neppure una breve per segnalarne la dipartita. Che malinconia, caro Cono. A 91 anni ti tocca sopportare anche quest'onta: che sia un anticonformista come me a renderti l'onore delle armi.


http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 42605.html


Ognuno esegue le direttive del proprio Editore ....[;)]
E la gente seguita a comprare i quotidiani (sovvenzionati pure dallo Stato: noi)!


Infatti questo articolo è l'esempio lampante di propaganda "contro".
Le brigate rosse o l'autonomo che tiene in mano la p38, se non erro, hanno moolto dato fastidio al partito comunista di allora ( sapendo che le persone fanno di tutta l'erba un fascio, lo avrebbero messo in cattiva luce), quindi dire che l'editore del Corriere della Sera, abbia volontariamente nascosto la foto dell'autonomo con p38, perché essendo tesserato PCI gli sarebbe convenuto così, mi sembra più un depistaggio che vera informazione.[8]
Vai a capire perché quella foto NON DOVEVA saltare fuori...[8]


Ultima modifica di shighella il 03/08/2014, 16:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/08/2014, 16:37 
Oh! La mia "no global"! [:D]
Certo! Sarebbe stato uno sputtanamento per i compagni ... Dietro c'erano LORO! [8D]



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