Su questo non è che vadano proprio daccordo.

Identificazione ed espulsione immediata dei profughi irregolari è la ricetta del Movimento 5 stelle del Veneto per combattere il fenomeno dell’immigrazione irregolare. Secondo il movimento, non servirebbe a nulla "parcheggiare" i profughi nei centri di identificazione, ma servirebbe un sistema efficiente in grado di scovare, nel giro di pochi giorni, gli irregolari, con la garanzia poi di espellerli in tempi utili

http://www.rovigooggi.it/articolo/2017- ... JWxj-kixjo

Grillo e i Migranti: "Via gli irregolari, NO! all'apertura di nuovi CIE"
È necessario identificare chi arriva in Italia, scovare i falsi profughi, espellere rapidamente gli immigrati irregolari nel giro di qualche giorno, senza parcheggiarli in inutili CIE spesso gestiti dalle mafie, accogliere chi ha diritto d’asilo ed integrare seriamente gli immigrati regolari.
http://www.ilcomizio.it/politica/28-pol ... -nuovi-cie

Adesso tutti i BOVINI ai quali si era eccitato il gene bovino possono tornare nelle stalle. Alla prossimaMUuuuuuuuuuuuuuuuuUUuu.

Ah, toglietevi l'anello dal naso, altrimenti rischiate di impigliarvi in qualche BUFALA.

Quoto³.

Già, cosa potranno fare ancora per far cadere la Raggi? Farsi da parte! Perché tanto la Raggi ne uscirà sempre pulita e quel fango si riverserà contro di loro come un boomerang alle prossime elezioni.

Raggi: rivoluzioneda commedia italiana

di Paolo Pillitteri





Diciamoci la verità: in questa vicenda romana - da Virginia Raggi a Salvatore Romeo a Raffaele Marra - manca soltanto Alberto Sordi. Sì, il più grande degli emblemi della commedia all’italiana e certamente il più indicato a rappresentare il film che va in onda nella Capitale da quando ha vinto la leggendaria rivoluzione di Beppe Grillo. Qualcuno (Mattia Feltri) l’ha definita come quella “rivoluzione dell’onestà tra cassonetti e assessori in fuga... simile a un disastro di caratura puramente umoristica”. Laddove l’aggettivazione rimanda, più o meno metaforicamente, all’unica rivoluzione che il cinema italiano è stato capace di realizzare, ovverosia la commedia all’italiana. Ma, attenzione, la nostrana commedia cinematografica sussume qualsiasi empito rivoluzionario apparso nel Neorealismo, lo oltrepassa metabolizzandolo e raggiungendo, a modo suo, risultati politici, sociali, sociologici e storici che nessuna rivoluzione, almeno da noi, sarebbe stata in grado di conquistare.

Sordi e Roma, nel caso della storytelling avviata dalla Raggi e giunta a questa puntata che s’iscrive d’autorità nel contesto di quella metabolizzazione che il nostro cinema e i suoi registi, attori e sceneggiatori sono stati capaci di mettere in scena ponendo al centro non tanto o soltanto la Capitale ma il suo simbolo più riuscito e, ovviamente, gradito per l’eccezionale levatura artistica (Sordi rimarrà per sempre un’icona insuperabile) ma, soprattutto, per l’incarnazione che in tale icona si raggruma, si espande e si coniuga infine con l’intera nazione. La nostra storica incapacità a compiere rivoluzioni si è così trasposta nel suo opposto, in un terreno quasi improprio, in quello della commedia che arricchendosi via via di apporti fondamentali come Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi e Nino Manfredi ha costituito un unicum nel panorama della critica politica.

In un certo senso siamo dalle parti dell’immortale “ridendo castigat mores”, ma ciò che più rende ghiotta la sceneggiata raggiana è la similitudine, la comparazione, le impressionanti analogie fra il significato più profondo di quel cinema e il senso degli accadimenti di oggi. Che conferma, dunque, come e qualmente la stessa rivoluzione “ab imis” posta sulle insegne vincitrici di un movimento incarnato da Grillo in Italia e dalla Raggi in Campidoglio, si è tradotta in meno di otto nel suo rovescio. Non tanto o soltanto nell’immobilismo di una giunta che avrebbe dovuto - e anche potuto - cambiare un senso di marcia, non solo nelle appendici giudiziarie che non ci interessano più di tanto, ma - soprattutto - nella carnevalata di protagonisti grandi e piccini parodianti quel capolavoro monicelliano che si chiama “L’armata Brancaleone”. Per non dire de “I mostri” con Gassman e Tognazzi in cui l’articolazione degli episodi sembra come ispirare quelli nuovi oggi in scena, senza ovviamente tralasciare i tratti ineguagliabili del Sordi in “Un americano a Roma” col suo immortale Nando Mericoni la cui battuta davanti a un piatto di pastasciutta: “Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo!” è entrata per sempre nella memoria popolare.

Chissà se la Raggi recupererà. È giovane, come si dice. Un fatto è certo: questi suoi quasi otto mesi di governo cittadino possono ben ricondurci alla memoria il bellissimo “Polvere di stelle”, con lui, sempre lui, l’Alberto Sordi di sempre.

http://www.opinione.it/editoriali/2017/ ... 04-02.aspx

Ma recuperare cosa ?

Le OLimpiadi ?

Quell' idiota totale che scrive dobrebbe guardare come nei social

la fiducia dei Romani alla Raggi non solo non è mai calata ,

ma è addirittura in crescita .



zio ot

Eccolo!
Ma siccome tu non sei romano (ed evidentemente non conosci romani) non sai quanti si stanno mordendo le mani ... (Certo, TTE, no)

Ma questo Paolo Pillitteri?

Ma sì! Perché in Italia non c'è un condannato? Raggi è stata solo ... sfiorata ma prima o poi ...
Lo stesso Di Pietro di "mani pulite" (e de ché?) fu indagato e s'è schiaffato in tasca qualcosina ...
I "grillini" perché ancora sono inesperti ma piano piano impareranno anche loro .....