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MessaggioInviato: 06/08/2012, 11:09 
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Atlanticus81 ha scritto:

Ops... me l'ero perso! Me lo leggo con calma a mente fresca e vi faccio sapere!

[:)]


Tranquillo... quando puoi.... [:)] [;)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 06/08/2012, 19:45 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Ne usciremo quando i giovanotti in giacca e cravatta la smetteranno di fare gli isterici per salvaguardare i capitali dei loro clienti e quando la smetteremo di dare retta a certe agenzie inutili.


Un mio amico mi ha girato una mail che sta girando in rete...... [8)]

FESSI AL MERCATO

Uff. Avevo appena finito di scrivere che i fessi sui mercati si erano fatti fregare ventuno volte , tanti sono stati i summit, quando è arrivato il raccolto della ventiduesima volta che si sono fatti spennare per bene. Vediamo di ricapitolare.

Qualche giorno fa Draghi se ne è uscito dicendo "faremo di tutto per salvare l'euro". Forte di queste dichiarazioni, il mercato è esploso . A quel punto si sono unite la Merkel, Hollande, Monti, Rahoy e via: spread in discesa, CDS in discesa, mercati in crescita.

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FAREMO DI TUTTTOOOOOOOOOOO!!!!!! (Quello a destra è della Bundesbank).

Ovviamente, se la sera prima qualcuno era andato a cena con Draghi (e con chi volete che vada a cena Draghi? Con altri banchieri e finanzieri) , poteva sapere in anticipo come muoversi.



Dopodiché passa il tempo, i mercati garrono ei CDS sono depressi, e tutto quanto, quando improvvisamente (ma davvero Draghi non lo sapeva 15 giorni fa?) guardate che succede? Che non dice nulla.



Sapete quanto hanno guadagnato i commensali di Draghi, se per caso Draghi si è lasciato sfuggire questa cosa? Qualcosa come 190 miliardi di euro. No, non è una cifra strana , se considerate che solo Milano ne ha persi 88.



Ma davvero questo gioco è rilevante? Eccome. Per le banche europee, andare ad Agosto con 190 miliardi in tasca è comodo, tanto comodo.



Chi ci rimette? E specialmente, come è possibile che ci siano cascato 22 volte e ancora vadano avanti? Beh, possiamo andare a cercare in giro, e lo vediamo subito. Guardate qui:

http://www.bloomberg.com/news/2012-08-0 ... llion.html


Mica male, eh? E per che cosa? Moltissimo (se non tutto) del trading viene fatto da macchine. Nessun umano può reggere quei ritmi. Per cui, in generale le reazioni di quei software sono prevedibilissime.


Basta capire che bastano una o due dichiarazioni per mandare su un mercato, e che ne bastino una o due per mandarli giù, ed il gioco FUNZIONERA' ALL' INFINITO.


Finché sarà possibile fare misure statistiche sulle reazioni dei mercati alle parole di vari protagonisti, e a reagire saranno sempre e solo dei software, che hanno al massimo una indicazione tendenziale dall' operatore umano, sarà COMUNQUE possibile manipolare i mercati manipolando delle dichiarazioni.


È la ventiduesima volta dall'inizio della crisi che questi signori, semplicemente PARLANDO, provocano un rialzo e poi un tuffo dei mercati, o viceversa. E ogni volta si tratta di dichiarazioni ATTESE DA GIORNI, ovvero roba che viene preparata in anticipo.


In un certo senso gli anglosassoni se la sono cercata. Voglio dire, loro manipolano la stampa e le agenzie di rating (che ormai sono un'arma spuntata), allo scopo di creare manipolazioni psicologiche dei mercati. Il loro wishful thinking riguardo alla caduta dell'euro ci è noto da mesi, direi.


Quello che avviene dal lato europeo è che non ci si limita a continui articoli di giornale che buttano ********** e fanno calare o salire i mercati: sono scesi in campo i pezzi grossi.

Se un articolo sull' Economist può seminare pessimismo o speranze e far alzare di qualche decimo di punto degli indici, e alla lunga produrre sconforto e ribasso, in confronto le dichiarazioni di BCE/BUBA e le varie Merkel, i Monti, Hollande&Co sono armi nucleari.

A giudicare da fuori, sembra che esistano due club. Il primo è "Gli amici della Merkel", i quali cantano una musica precisa, sistematica, che manipola i mercati che è una bellezza.

Poi ci sono quelli "fuori dal club", come la Spagna -che sino a quando non accetterà ispettori europei non entrerà nel club- o la Grecia o l' Olanda, che sono, a destini alterni, fuori dal club, e non partecipano al gioco.

I membri di questo club, (Merkel &banche tedesche, Hollande e banche francesi , Monti e banche italiane, BCE e BUBA) hanno scritto uno spartito di dichiarazioni che manipolano i mercati anche più di quanto non facciano le agenzie di rating. Se paragonate l'effetto del declassamento dell'Italia a quello della dichiarazione di Draghi di oggi, (che pure di contenuti ne aveva, perché ha disegnato il processo per arrivare ad uno strumento di difesa), vediamo subito che in confronto Draghi ha avuto una magnitudo quasi 1000 volte maggiore rispetto a Moody's.


Prima o poi qualche genio tra gli angli se ne accorgerà ed inizierà a notare che qualcuno ci azzecca sempre e qualcun altro ci rimette sempre, e si metterà a strillare che i politici europei e la BCE stanno bellamente manipolando i mercati a furia di dichiarazioni.


LA domanda è: quando i mercati smetteranno di agire in maniera isterica? MAI. Sono software. Bisognerà cambiarli tutti prima che si liberino dall'effetto valanga, ma poiché sono progettati tutti per seguire un principio preciso, questo difetto originale RIMARRA' SEMPRE.


Qual è il difetto? Il difetto è quello di seguire un principio che potrei tradurre in questo modo:

se un titolo ha un comportamento molto differente dal resto del mercato e/o dai titoli considerati "sicuri" sul mercato, allora è il titolo più RISCHIOSO.

In Italiano significa che il software è programmato così: fai quello che fa la massa.

Se traduciamo principi come il CAPM (Capital Asset Pricing Model http://it.wikipedia.org/wiki/Capital_as ... model) o qualsiasi altro metodo per la misura dei rischi, infatti, quello che otteniamo è sempre qualcosa di simile: " se ci sono movimenti fai quel che fanno tutti".


Questo produce, come molti fisici avranno immaginato, un numero di Barkhausen (http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Barkhausen) enormemente superiore ad 1: il sistema è pazzescamente instabile, e basta che inizi un'onda di vendite per produrre uno tsunami di vendite.


Se quindi arriva Draghi e se ne esce con la sua dichiarazione, e contemporaneamente alcune banche europee dicono "vendi", l'effetto dominante sarà che i software diranno tutti "vendi" e l'operatore umano, che ascolta Draghi e non trova conforto, non ha ragione di contraddirli.


Siccome i software sono automatici e si basano tutti sul principio del Lemming "segui la massa" e chi li supervisiona è un umano che si basa sugli eventi del momento, è sufficiente una concomitanza di:

Una piccola "botta" di vendite in borsa o di domanda di CDS.
Una dichiarazione sconfortante.
per produrre un crollo di borsa e una crescita generalizzata dei CDS. Ideale per comprare in borsa e per guadagnare sui CDS (se si erano comprati quando costavano poco).


Al contrario, per produrre un rialzo basta che:

Una piccola botta di acquisti in borsa o di offerta sui CDS
Una dichiarazione positiva dei politici.
ed improvvisamente ecco un boom in alto.


Adesso mi direte: ma i mercati non imparano? No, i software che vengono usati di solito non hanno più di 30-40 giorni di memoria, serve a non renderli troppo lenti nel cambiare strategia. Quindi, in realtà il trucco funzionerà a patto di ripeterlo ogni 30/40 giorni.


Voi vi farete due domande: ma non è possibile cambiare questi software?

È possibile ed occorrono anni, solo per le questioni tecniche di sviluppo, testing, e poi di adeguamento ai contratti esistenti.
Occorre che qualcuno scriva le nuove teorie economiche: attualmente, TUTTE le scuole insegnano che andare controcorrente sia la cosa più rischiosa. Occorreranno anni per le teorie e per gli algoritmi.
Allora avrete un'altra domanda: ma i supervisori umani di questi software non possono fermarli? Spesso potrebbero, MA: ma è stato loro insegnato che andare contro la massa sia RISCHIOSO. E in questo periodo i mercati sono allergici al rischio.


Finché, quindi:

Tutti i software sono progettati secondo lo stesso paradigma "segui la massa".
Tutti gli operatori umani credono che non seguire la massa sia rischioso.
Tutti gli enti di mercato sono allergici al rischio.
sarà possibile, per i politici europei, produrre ogni 30/40 giorni una bella altalena.

Ora, che cosa succede tra circa 30/40 giorni?


Ovviamente la decisione della corte costituzionale tedesca. Si sono stupiti tutti della data così lontana della decisione.

Io no.


Scommetto che dopo circa 30/40 giorni dal 12 settembre (data di elezioni e di corte costituzionale) ci sarà un altro summit per decidere, al termine del quale ci sarà un altro su&giù, nel quale i meglio informati guadagneranno un sacco di soldi.


E continuerà così. Finché le banche del "club dei benparlanti" si saranno ricapitalizzate, finche gli investitori anglosassoni non avranno capito che il calvario durerà sinché dura l'attacco, e non si saranno stufati di contare le perdite.

Voi vi chiederete: ma quanto possono tirare avanti questo balletto? Non si stancheranno di vedere sempre gli stessi attori dire le stesse cose? Basta considerare quanti attori ancora non hanno fatto la loro cantatina sul palco:

Bankitalia ancora non ha detto "no". Può sempre entrare in campo in futuro.
La banca di Francia se ne sta zitta , ma può entrare in campo in futuro.
Corti costituzionali di Italia e Francia.
Partiti politici e risultati elettorali.
Il resto dell'eurozona: dopo la Finlandia, quanti cacapistolini possono spuntare fuori ancora?

Questa altalena di manipolazioni del mercato può andare avanti ancora MOLTO più di quanto gli speculatori si possano permettere.


Ed è quello che succederà

Non vi illudete in una fine rapida.

E' sostenibile una tempistica simile? Si, lo e': l' Italia, sinora, ha piazzato il63% del suo debito del 2012 (la tranche più grossa ) ad un tasso medio che si aggira attorno al 3%. Sostenibilissimo.

Allora, ricapitoliamo: che cosa occorre per manipolare il mercato del debito europeo?

Ingredienti:

3-4 capi di stato che agiscano di concerto.
almeno DUE banchieri influenti che facciano sbirro buono/sbirro cattivo.
una decina di banche locali che subito dopo la dichiarazione tirino un "colpettino di vendite" o un "colpettino di acquisti"
il resto delle banche del club che ha lo spartito del concerto in anticipo.
Software di analisi con al massimo 30/40 giorni di memoria.
Software programmati con l'idea che seguire la massa sia buono.
Supervisori umani dei software che sono allergici al rischio.
Supervisori umani dei software che pensano che seguire la massa sia meno rischioso.

Teorie finanziarie basate sull'assioma per cui il titolo che si comporta in maniera difforme da alcune medie o alcuni titoli a rischio zero siano i piu' rischiosi. ed il risultato è assicurato.

Per cui rassegnatevi: ogni 30/40 giorni, ci sarà un altro su. Adesso che a Francoforte hanno scoperto che il trucco funziona sempre, la guerra andrà avanti così ancora per anni.



Che dire, un meccanismo perfettamente concepito dove tutti gli attori giocano la loro parte in modo più o meno inconsapevole.

Certo è inquietante che le decisioni di trading sul mercato vengano governate e gestite da software orientati al breve periodo e quindi destinati esclusivamente a finalità speculative.

Altrettanto inquietante è il fatto che chi conosce (e probabilmente ha definito) le regole che controllano i software ha in mano di fatto la finanza mondiale. Ci vorrebbe un bel virus! [}:)]

Il virus sarebbe andare controcorrente, ovvero comprare in massa quando tutti i software direbbero di vendere e vendere in massa quando tutti dicono di comprare, mandando in tilt il software. Ma questo è ciò che già fanno gli speculatori, ma non il 90% del mercato che viene invece "pilotato" di fatto dagli stessi speculatori.

E a questo punto, conoscendo le regole del gioco, lo speculatore non rischia mai, perchè sa già dove andrà il mercato. E' come giocare a poker conoscendo le carte dell'avversario.

Un bel gioco non c'è che dire.. peccato che di mezzo ci sia la gente comune reale con il suo portafoglio e i suoi diritti di cui a questi software non gliene frega niente.

Altra soluzione sarebbe quella di togliere nutrimento a questo subdolo e orrendo gioco... ovvero i fondi coi quali gli speculatori giocano. Ma quelli glieli forniamo noi, in buona fede (mutui, finanziamenti, investimenti) e in malafede (fondo salvastati, debito pubblico su emissione moneta).

Inquietante... mi viene in mente un film: wargames, dove un software malfunzionante rischiava di fare scoppiare la terza guerra mondiale nucleare. L'hanno fermato facendolo giocare a tris e facendogli capire che non vinceva mai nessuno.

Ma stavolta qualcuno vince sempre.. ed è il NWO. Le regole se le sono scritte loro. A questo punto saltano tutti i paradigmi e i modelli-economici pareto-ottimali e la regola dei giochi di John Nash.

E più sento queste cose più mi convinco che l'unica soluzione sia un reset totale del Sistema... ma come arrivare a questo? [8]

Dovremmo forse ritirare tutti i soldi dal sistema bancario mondiale togliendo ossigeno agli speculatori? Il mondo finanziario si è premurato di rendere impossibile anche questo...

E' come stare nelle sabbie mobili... più ti muovi più affondi.

..o forse no?!



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MessaggioInviato: 06/08/2012, 20:01 
Trattasi di un articolo estremamente tecnico, non del tutto comprensibile, ma abbastanza inquietante.

High frequency trading - La nuova era della manipolazione delle Borse

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I "sistemi di trading automatico ad alta frequenza" (high-frequency trading) consentono l'esecuzione, automatizzata ed in microsecondi, di milioni di ordini di compravendita (mediante algoritmi matematici) in contemporanea sui diversi mercati finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, materie prime).

Le società che operano "scambi in alta frequenza" possono raccogliere informazioni "privilegiate" sulle strategie degli investitori, causare aumenti ingiustificati dei prezzi dei titoli scambiati, influenzare la volatilità dei mercati, inviare segnali alterati all'economia. Lo strumento apre ad un'era di "insider trading automatico" con ordini di acquisto generati automaticamente dal software di high-frequency trading e cancellati simultaneamente (c.d. "ordini flash"), utili a confondere gli investitori istituzionali, nonché qualsiasi programma che osservi i movimenti dei principali attori del mercato (tipo quelli delle Autorità di vigilanza).

Oltre agli aspetti di incremento della volatilità e di potenziale manipolazione dei mercati borsistici, l'effetto pro-ciclico dell'high-frequency trading tende ad amplificare ogni eccesso (di domanda o di offerta) del ciclo economico.

In particolare, in una logica ribassista delle Borse, una caduta causata da oscillazioni prodotte dal trading automatico potrebbe suscitare conseguenze avverse sul ciclo economico-finanziario sia del Paese la cui Borsa è stata colpita dai ribassi (amplificati dall'high-frequency trading), sia di tutti i Paesi stranieri dove risiedono le società quotate nella Borsa colpita, le cui capitalizzazioni sono state deteriorate.

Il caso di Sergey Aleynikov

Il 3 luglio scorso le principali agenzie di stampa internazionale hanno diffuso la notizia dell’arresto di un immigrato di origini russe, Sergey Aleynikov, di ritorno da Chicago, da parte dell’FBI statunitense all’aereoporto di Newark (New Jersey), con l’accusa di aver rubato 32MegaByte di codici sorgenti del sistema di trading automatico della banca d’affari statunitense Goldman Sachs.

L’anomalia della vicenda ha causato un aumento considerevole del livello di attenzione delle Autorità di controllo delle Borse dei principali Paesi (Stati Uniti, in particolare), nonché dell’opinione pubblica internazionale, specializzata e non.

Aleynikov, 39 anni, doppia nazionalità russa e statunitense, infatti, è un ex programmatore di Goldman Sachs, dimessosi dalla quale era stato assunto dalla Teza Technologies LLC, con sede a Springfield (Illinois). I codici segreti, trovati in suo possesso, consentivano l’accesso alla piattaforma utilizzata da Goldman Sachs per operazioni di negoziazione (trading) su mercati azionari e delle materie prime. Aleynikov, peraltro, prima di essere arrestato, era riuscito a caricarli su un server tedesco.

Ma chi è Sergey Aleynikov? Un suo profilo presente sul sito internet LinkedIn è inquietante. In Goldman Sachs, infatti, Sergey (o Serge) Aleynikov ricopriva l’incarico di Vice Presidente per il settore equity strategy con responsabilità in termini di sviluppo di:
- piattaforme di scambi ad alta frequenza (high frequency trading, ossia scambi in microsecondi) effettuati su mercati telematici statunitensi (quali il NASDAQ (4) , il NYSE e il CME -Chicago Mercantile Exchange-);
- soluzioni informatiche per il monitoraggio in tempo reale di decisioni di trading mediante combinazioni di tecnologie (SNMP, Erlang/OTP, Boost, ACE, TibcoRV, RDRD -Real-time Distributed Replicated Database-).

Competenze non facilmente comprensibili, ma estremamente sofisticate e di grande rilievo nel mercato mondiale delle negoziazioni borsistiche.

Il caso di spionaggio finanziario-informatico ha visto il suo culmine allorquando, all’indomani del furto del codice, e del conseguente arresto, Goldman Sachs è stata costretta -per giustificare la gravità della denuncia contro Aleynikov- a dichiarare la pericolosità dei codici sottratti. In questa direzione, un’inchiesta di Bloomberg ha riportato le dichiarazioni del Procuratore Generale Joseph Facciponti (“…la banca ha avanzato la possibilità che ci sia il pericolo che qualcuno che conosceva questo programma abbia potuto usarlo per manipolare i mercati…”). In sostanza, Goldman Sachs ha considerato pubblicamente il codice per operazioni di high frequency trading, una pericolosa arma “se usata dalle mani sbagliate”.

Ma chi dice che le “mani” dei trader della banca d’affari in questione (o, comunque, dell’intera comunità dei trader finanziari) siano le “mani” giuste per il bene della trasparenza e del libero e regolare mercato?

Goldman Sachs (così come le principali società operanti nel trading elettronico, quali Renaissance Technolo-gies, Citadel Investment Group, Jane Street Capital, Hudson River Trading, Wolverine Trading, Jump Trading e Getco) ha sempre rifiutato l’interpretazione che l’utilizzo di questi software si possa tradurre in un comportamento sleale nei confronti del mercato. La stessa banca statunitense non ha potuto, però, rinnegare l’impatto significativo delle operazioni di high frequency trading sui propri conti.

I dati, infatti, sono inequivocabili.

A fine luglio scorso, uno dei maggiori indici azionari statunitensi, lo S&P500, ha registrato una crescita del 44% rispetto ai minimi toccati nel marzo precedente. L’incremento, estremamente rilevante, ha beneficiato di utili record (rispetto a quelli annunciati per il secondo trimestre 2009) di Goldman Sachs e JP Morgan, due fra le più importanti istituzioni finanziarie statunitensi. I risultati operativi, che hanno ampiamente battuto le attese degli analisti, sono stati determinati da un aumento dei ricavi, rispettivamente, del 65% e del 39%, rispetto allo stesso trimestre del 2008, generati per la maggior parte dall’attività di investment banking, piuttosto che dall’aumento degli impieghi (prestiti alle imprese, mutui al settore familiare).

La singolarità del volume di crescita dei conti economici delle due banche statunitensi, generata perlopiù dal comparto relativo alla compravendita di strumenti finanziari, ha sollevato interrogativi circa la matrice di tali guadagni, ottenuti nel momento immediatamente successivo al punto più basso della crisi finanziaria mondiale che ha investito proprio il settore dell’investment banking. In tal senso, ha preso corpo l’ipotesi che l’espansione dei ricavi delle banche potesse essere dovuta più a sistemi di tecnologia informatica applicata alla finanza, che ad un reale stato di salute determinato da solidi fondamentali di bilancio delle stesse banche.

Scambi in alta frequenza high frequency trading: manipolazione del mercato o evoluzione dell’operatività?

Alla luce della vicenda, diventa importante capire quanto questa metodologia di scambio (trading) debba considerarsi prevalente rispetto ad altre modalità, “più umane”, e dove la stessa potrà condurre in futuro coloro che ne posseggano la tecnologia e la conoscenza. In pratica, è necessario comprendere il “vantaggio competitivo” che l’high frequency trading sta consentendo, e potrà consentire, ai suoi utilizzatori.
La metodologia operativa basata sui c.d. “sistemi di trading automatico ad alta frequenza” (high-frequency trading) consente l’esecuzione -automatizzata ed istantanea- di milioni di ordini di compravendita, in contemporanea sui diversi mercati finanziari (azioni, obbligazioni, derivati, materie prime). Gli algoritmi utilizzati consentono ai software di “insinuarsi” (prima di altri operatori muniti di sistemi informatici di portata inferiore) nei book di offerta e acquisto di Borsa, di raccogliere informazioni ricercando occasioni di profitto e di generare scambi in modo automatico. Queste “infiltrazioni” avvengono nel giro di frazioni di secondo (c.d. in “alta frequenza” o in “bassa latenza”) rendendosi -di fatto- quasi invisibili alla maggior parte degli operatori.

L’high-frequency trading venne introdotto nel 1998 quando la SEC (Securities and Exchange Commission), l’Autorità di controllo statunitense autorizzò l’introduzione degli scambi elettronici, con l’obiettivo di aprire i mercati al trading on-line e garantire così maggiore liquidità agli scambi. Grazie ai progressi della tecnologia, la numerosità delle transazioni realizzabile al secondo è aumentata fino a milioni di operazioni, rendendo possibile, attraverso software sempre più specializzati, “intercettare” tendenze di scambio (acquisto o vendita) prima di altri e cambiare strategie molto più velocemente che in passato.

La scannerizzazione simultanea di più mercati (market skimming) consente, infatti, l’identificazione di comportamenti molto prima di quanto sia possibile ai “normali” investitori. Tale informazione “privilegiata” offre l’opportunità all’operatore automatizzato di cambiare (se necessario) le proprie strategie di scambio in microsecondi, sulla base di come i “normali” (e più lenti) investitori stanno conducendo i loro scambi. Questo gioco “predatorio” è realizzato, perlopiù, a danno di operatori che utilizzano software di trading più comuni (e meno reattivi), e può determinare aumenti ingiustificati sia dei prezzi dei titoli scambiati sia della volatilità dei mercati, fornendo segnali alterati all’economia.
La finanza in “alta frequenza”, dunque, sfrutta le “zone grigie” delle regole, realizzando comportamenti intenzionalmente fasulli e impossibili da rintracciare e determinando le condizioni per alterare le condizioni “normali” di mercato.

Il numero degli scambi generati in automatico da questi programmi è elevatissimo. La loro espansione è la conseguenza di tre tendenze nel trading borsistico:
1) l’introduzione di piattaforme di scambio completamente elettroniche (come NASDAQ-OMX e NYSE-Euronext);
2) la crescita delle reti telematiche di negoziazione, gestite da fornitori di accesso (provider) come Direct Edge e BATS;
3) l’incremento di piazze “anonime” di negoziazione (dark pool), contraddistinte da scambi al di fuori del mercato regolamentato.

Gli scambi elettronici hanno, da un lato, ridotto i costi di transazione per le operazioni in titoli, ma, dall’altro, hanno consentito ai trading desk delle principali banche di investimento, proprietari di tecnologie di scambio evolute, di diventare market maker, ossia principali fornitori di liquidità per l’intero mercato dei capitali statunitense, sostituendo soggetti tradizionali (in gran parte le banche).

In generale, il market maker è un soggetto autorizzato che si propone -sui mercati regolamentati e sui sistemi multilaterali di negoziazione- come disponibile, su base continua, a negoziare (acquistando e vendendo) strumenti finanziari ai prezzi da lui definiti. Il market maker è, dunque, un intermediario finanziario che garantisce la “negoziabilità” dei titoli scambiati nel mercato, funzione che assolve esponendo continuamente (in base all’andamento del mercato) proposte di acquisto e di vendita. Il suo guadagno si realizza lucrando sul differenziale (spread) fra prezzo-denaro (prezzo al quale è disposto a comprare) e prezzo-lettera (prezzo al quale è disposto a vendere). Il market maker, per la sua funzione istituzionale, è obbligato a garantire la possibilità di scambiare determinate quantità (anche minime) del titolo (o dei titoli) sui quali si è impegnato, senza interruzioni.

L’esistenza di sistemi di high frequency trading consente ad un market maker “automatizzato” di poter sfruttare la posizione istituzionale di presidio dei prezzi ai danni di altri investitori. Il market maker, infatti, analizzando gli ordini di acquisto o di vendita, può risalire alla strategia di scambio dell’investitore “appropriandosi” di “informazioni nascoste” relative alle sue intenzioni d’acquisto.

La dimensione di mercato della finanza ad alta frequenza

Secondo i dati forniti dalla Borsa di New York, la New York Stock Exchange (NYSE), il volume medio giornaliero dell’high-frequency trading è cresciuto dal 2005 del 164%.

Degli ordini eseguiti al NYSE, solo il 25% vengono gestiti dalla società che regola tale mercato. Una società di consulenza in materia, il Tabb Group, ha recentemente stimato, infatti, che i trader ad alta frequenza negoziano attualmente circa il 75% del volume di scambi azionari quotidiani negli Stati Uniti (rispetto al 30% del 2005), pur rappresentando solo il 2% delle circa 20mila società di trading operative nei mercati statunitensi.

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La maggiore porzione degli scambi avviene attraverso sistemi di trading elettronico alternativi alla Borsa, come ad esempio le dark pool. Questa crescita negli Stati Uniti ha potuto beneficiare di due aspetti di rilievo: la presenza fisica presso la Borsa di New York, il New York Stock Exchange (NYSE) di almeno uno dei computer collegati sulla piattaforma di scambio in “alta frequenza” (c.d. caratteristica di “co-localizzazione”, o co-hosting, richiesta dai software di high frequency trading) i privilegi offerti ai trader operativi in alta frequenza sui mercati completamente elettronici, come il NASDAQ, dove possono vedere, per 30 millisecondi (0,03 secondi), le transazioni prima di altri. Nel grafico sottostante è possibile fare un esempio pratico di come opera il c.d. “vantaggio di 30 millisecondi”.

Supponiamo che alle 9:31 di una mattina un fondo comune di investimento (definito trader umano A) abbia sottoposto un ordine di acquisto “al meglio” (18) di 10.000 azioni della società X (titoli X). Sul mercato, in quel momento, il prezzo del titolo X sia pari a 21 dollari.
Il software di trading in alta frequenza, nello spazio di 30 millisecondi, intercetta l’ordine di A e lo analizza prima che sia reso pubblico.

Acquisita l’informazione:
1. compra tutti i lotti disponibili sul mercato di titoli X al prezzo di 21 dollari. In tal modo, rimuove la possibilità per l’investitore di trovare titoli al prezzo che aveva precedentemente osservato come quotato;
2. ricerca un venditore B che abbia emesso un ordine di acquisto per gli stessi titoli X ma ad un prezzo superiore a 21 dollari;
3. vende i titoli X a 21,01, realizzando un profitto dell’1%.

Intanto, l’inondazione di ordini automatici iniziale ha influenzato il meccanismo di formazione del prezzo di X facendolo salire a 21,02. Ciò obbliga l’investitore A a pagare le azioni X a 21,02 con un sovrapprezzo di 0,02 (2%).

Dunque, a fronte dell’ordine di compravendita emesso dal trader “umano” A, il software-trader si inserisce subito dopo che l’ordine è partito, piazza una propria “autonoma” transazione, completandola prima che all’umano giunga la risposta, ottenendo un guadagno. Il profitto sopraindicato moltiplicato per milioni di dollari, equivale a miliardi di utili ottenuti da centinaia di miliardi di operazioni basate sul millesimo di secondo.

L’inondazione di ordini di acquisto (di cui al punto 1.) generati automaticamente dal software di high-frequency trading e cancellati simultaneamente (c.d. “ordini flash”, flash order) è utile a confondere gli investitori istituzionali, ad alterare i prezzi e a confondere qualsiasi programma che osservi i movimenti dei principali attori del mercato (tipo quelli delle Autorità di vigilanza).
Questa non è fantascienza. Questa è tecnica (evoluta) di Borsa.

L’egemonia (non palese, ma nota a pochi) dell’high-frequency trading nelle negoziazioni borsistiche mondiali ha scatenato critiche pesanti tali da indurre la SEC (Securities and Exchange Commission) statunitense ad elevare i livelli di attenzione sulla pratica borsistica. Charles Schumer, senatore democratico di New York, ha chiesto alla SEC, il 24 luglio scorso, di vietare la suddetta pratica del “vantaggio dei trenta millisecondi”. Nella riunione del 17 settembre della SEC è stato espresso un parere favorevole al blocco, ma la strada perché il divieto sia introdotto definitivamente è ancora molto lunga e molti ostacoli dovranno essere superati.

Insomma, è meglio continuare a considerarlo un problema, che nutrirsi di aspettative, anche perché l’interdizione “volontaria” alle pratiche “flash” che alcune piattaforme elettroniche stanno pubblicizzando (come gesto di trasperenza e buona volontà), in realtà, è inutile in quanto attraverso scambi incrociati coinvolgenti piattaforme dove la pratica è ancora consentita si ottiene un effetto identico. Perché un divieto sugli ordini “flash” sia veramente tale, dovrebbe essere comune a tutte le piazze elettroniche.

Sal Arnuk e Joseph Saluzzi di Themis Trading hanno accusato l’high-frequency trading di accrescere la volatilità dei mercati. Effettivamente, la volatilità attuale sui mercati è a livelli mai toccati in precedenza, passata da una media giornaliera dell’1% del 2008 al 4% di quest’anno. Secondo Goldman Sachs, nel solo mese di ottobre 2008 la volatilità dello S&P 500 è raddoppiata se confrontata con lo stesso dato dell’inizio del 2008.

Lo studio di Themis Trading denuncia i molteplici rischi nell’uso improprio dell’high-frequency trading, quali la liquidità di bassa qualità (ossia, che potrebbe svanire improvvisamente, causando improvvisi tracolli di Borsa; il moltiplicarsi di segnali fasulli sul mercato; la presenza di server nelle Borse stesse, per il principio della “co-localizzazione” e, dunque, maggiormente “informati” -per il principio della bassa latenza- così da “battere” investitori istituzionali). In particolare, Arnuk e Saluzzi evidenziano alcuni meccanismi di Borsa il cui normale funzionamento è posto a rischio dalla presenza di software automatizzati di scambio, quali:

1. la concessione di un “rimborso di liquidità” concesso per uno scambio azionario.

Al fine di attrarre volumi, le Borse offrono rimborsi (rebates) di circa 0,25 cent al broker (o intermediario) che ha eseguito l’ordine (21) . Dato il loro ruolo nel garantire la liquidità (22) del mercato, le società che gestiscono le Borse si fanno carico dei costi di transazione e della loro remunerazione. Ciò rende conveniente per i trader in alta frequenza comprare e vendere un titolo allo stesso prezzo, in quanto ad ogni operazione guadagnano una commissione di 0,25.

Tanto più un mercato attrae investitori ed ingenti volumi di scambio, tanto maggiore sarà la domanda di informazioni finanziarie relative a quel mercato per i fornitori di dati (Bloomberg per gli investitori professionali, e Yahoo Finance per l’investitore retail). I trader in alta frequenza tendono, dunque, a “catturare” enormi quantità di tali commissioni che da irrilevanti diventano una fonte importante di profitto, trasferendo un maggiore costo sui “normali” investitori;

2. la pratica degli “ordini flash” consentita da fornitori di accesso (provider) su piattaforma di scambi azionari (BATS, Direct Edge e NASDAQ-OMX).

L’high frequency trader può emettere ordini di scambio al solo scopo di individuare la “regola d’investimento” sottostante l’ordine emesso da un investitore. I trader in alta frequenza immettono da alcune centinaia di migliaia ad un milione di ordini per ogni 100 transazioni che effettivamente realizzano;

3. la “co-localizzazione” dei server dei market maker negli stessi edifici preposti ai mercati del NASDAQ e alla Borsa di New York (NYSE).

Le Borse consentono la loro localizzazione in prossimità dei server ufficiali adibiti agli scambi su tali piattaforme. La posizione logistica di vantaggio consente ai server dei market maker di reagire con più velocità in quanto sono caratterizzati da “bassa latenza”. Anche la co-localizzazione frutta laute commissioni alle Borse corrisposte dai market maker per poter posizionare, in tal modo, i propri server. Secondo Traders Magazine, nel 2008 il numero di imprese che hanno co-localizzato il proprio server presso il NASDAQ è raddoppiato.

La star dell’High Frequency Trading: Getco

Uno dei principali operatori nell’high-frequency trading è anche uno dei meno noti. Getco LLC, una società privata con meno di 250 dipendenti, che rappresenta il 10-20% del volume di scambi giornaliero negli Stati Uniti. Dalla sua costituzione (una decina d’anni fa), la società è diventata uno dei cinque principali trader misurati in volume di stock negoziati elettronicamente in Borsa, probabilmente il principale market maker nella Borsa statunitense.

Per l’analisi dei volumi di scambio, Getco basa tutto il suo successo sullo sviluppo e la proprietà di algoritmi estremamente complessi e sofisticati. A differenza delle tradizionali aziende di trading di Wall Street, la caratteristica di Getco è la flessibilità, ossia detenzione in portafoglio di pochi titoli, per un periodo non superiore alla giornata, basso leverage (debito), nell’unico intento di velocizzare un’esigenza improvvisa di trading in entrata o in uscita dai mercati.

Per fare un esempio pratico, a fronte di azioni Microsoft negoziate in un range tra 24,09 dollari/azione e 24,12 dollari/azione, i trader di Getco potrebbero aver “catturato” un ordine di vendita per non meno di 24,10 dollari/azione. Getco porrà, quindi, ordini di acquisto di azioni Microsoft a 24,10 dollari/azione, ricercando ordini di vendita a prezzi superiori, e guadagnando differenziali decimali (tipo 0,01-0,02 dollari/azione). Raccogliendo grosse quantità di azioni Microsoft a 24,10, Getco continuerà su transazioni, in spazi di tempo millimesimali, fino ad un limite di mercato a 24,10 guadagnando migliaia di dollari solo su una operazione svolta nello spazio di qualche minuto.

Nel suo ruolo di market maker, in termini di disponibilità di liquidità elettronica, Getco opera in tre Borse telematiche, CHI-X (25) , BATS ed ELX.

La sua attività beneficia della consulenza di importanti figure nel panorama finanziario mondiale, quali Arthur Levitt (ex Presidente della SEC statunitense), Richard Lindsey e la società General Atlantic. In generale, per tutelare i propri interessi, Getco mantiene relazioni costanti con la SEC e con le altre Autorità di controllo in modo da poter influenzare, quando necessario, le decisioni di regolamentazione in materia di scambi.

Il mercato delle infrastrutture per l’High-Frequency Trading

La velocità rappresenta oggi uno tra i principali fattori di “vantaggio competitivo” nell’ambiente del trading elettronico. L’adozione di nuovi sistemi applicativi di trading, in cui algoritmi programmati da computer reagiscono automaticamente alle fluttuazioni del mercato, rende la “bassa latenza” un aspetto strategico. Un ritardo nella rete di anche solo un millisecondo può influenzare in modo significativo i margini d’azione degli istituti finanziari che stanno operando e, di conseguenza, anche il profitto ottenuto.

La latenza di rete e la prossimità alle infrastrutture di trading costituiscono la base su cui poggiano attività strategiche come la gestione degli ordini, l’elaborazione di transazioni e la gestione delle liquidità. Quanto maggiormente si è vicini ai centri in cui si svolgono le attività di trading, tanto più è possibile aumentare il proprio vantaggio competitivo.

Nell’attuale ambiente di mercato finanziario borsistico mondiale, la tecnologia di scambio elettronico ad alta velocità consente agli operatori di piazzare ed eseguire migliaia di ordini relativi a più società (definite in “simboli”) in meno di un secondo. Per fare un esempio, il 29 maggio scorso il simbolo JPM (corrispondente a JP Morgan) fu scambiato da solo 203 volte in una frazione di 500 millisecondi (ossia 0,5 secondi). In questa frazione di secondo, il prezzo di JP Morgan cambiò 48 volte sul NASDAQ.

Questo spiega perché London Stock Exchange (LSE, la Borsa di Londra) ha annunciato il 15 settembre scorso l’acquisizione per 30 milioni di dollari di Millennium IT, società di servizi tecnologici basata in Sri Lanka. La tecnologia di Millennium consentirà al gruppo LSE (di cui fa parte anche Borsa Italiana) di poter usufruire di sistemi a “latenza ridotta” (che consentiranno l’aumento della capacità del sistema di assorbire da 20mila ad un milione di ordini di scambio al secondo) con una riduzione di costi operativi stimata in almeno 10 milioni di sterline all’anno a partire dal 2011-2012.

Nella fornitura di soluzioni per sistemi di trading finanziario, il 12 giugno scorso, Colt, operatore leader in Europa per le telecomunicazioni aziendali, e KVH Co. Ltd., con sede a Minato-ku, Tokyo, hanno annunciato un accordo di partnership per supportare le applicazioni di trading elettronico nel settore finanziario globale. È questa una partnership di grande rilievo nel comparto dell’high-frequency trading. KVH e Colt sono già leader nei rispettivi mercati di proximity hosting e nella connettività ad elevatissime performance.

La partnership intende aumentare la qualità dei servizi di gestione in hosting dei server della clientela in un ambiente co-localizzato, ossia situato in prossimità dei mercati finanziari presso cui operano (c.d. proximity hosting), consentendo così la massima velocità di trasmissione possibile. Soluzioni di proximity hosting consentono, infatti, una drastica diminuzione dei livelli di latenza che rende sempre più elevate le prestazioni della rete. Le soluzioni Colt e KVH di proximity hosting intendono offrire la presenza fisica in prossimità delle principali borse in Europa, Stati Uniti e Asia, consentendo ai clienti l’accesso a bassa latenza ai principali mercati finanziari quali Londra, New York, Tokyo, Francoforte, Chicago, Parigi e Zurigo.

La situazione in Europa e in Italia

In Europa, piattaforme quali CHI-X Europe, Turquoise ed una branca europea di BATS ha favorito l’espansione dell’high-frequency trading. BATS Europe, in particolare, a partire da agosto scorso, ha lanciato in Europa il primo servizio ad offrire contrattazioni su una piattaforma multilaterale di negoziazione tipo dark pool.

Le Piattaforme Multilaterali di Negoziazione (Multilateral Trading Facility, MTF) rappresentano mercati alternativi (alla Borsa tradizionale) per la negoziazione di strumenti finanziari. Essi sono stati introdotti con la Direttiva 2004/39/CE (c.d. Market in Financial Instruments Directive - MiFID), recepita in Italia con d.Lgs. n. 164 del 17 settembre 2007. Le MTF sono circuiti di negoziazione, gestiti da imprese di investimento che permettono l’acquisto e la vendita, mediante l’incontro di interessi di negoziazione provenienti da una pluralità di soggetti, di strumenti finanziari già quotati presso una o più borse nazionali. In pratica, le grandi banche ed intermediari finanziari hanno avuto l’idea di consorziarsi e creare tra di loro una “Borsa alternativa”, in cui gli ordini dei clienti, prima di essere trasmessi a Borsa Italiana, vengono compensati all’interno dell’MTF. Esempi in Italia sono rappresentati da TLX di Unicredit, HI-TLX di Centrsim e AIM Italia ed EXTRAMOT di Borsa Italiana.

La preoccupazione riguardante la pratica dell’high-frequency trading ha trovato voce istituzionale nell’interpellanza al Ministro dell’Economia e delle Finanze, presentata il 31 luglio scorso, dal Sen. Elio Lannutti.

L’atto di sindacato ispettivo pone un dilemma sul costo-opportunità tra volumi (l’opportunità di fornire spazio a queste tecnologie al fine di incrementare gli scambi, i guadagni da transazione, ed i livelli di liquidità presenti sul mercato) ed efficienza (possibile alterazione dei meccanismi di mercato). L’atto di sindacato ispettivo chiede un intervento urgente del Governo al fine di vietare anche in Italia l’uso del sistema di high frequency trading.

Ragionando in termini di Testo Unico della Finanza italiano, se mediante gli ordini flash, i trader in alta frequenza possono “carpire” anticipatamente le intenzioni di acquisto/vendita degli investitori, si evince - in maniera chiara ed inequivocabile- la fattispecie di abuso di informazioni privilegiate (insider trading) come insita nei sistemi di negoziazione ad alta frequenza, anche se realizzata con mezzi assolutamente leciti. Inoltre, emettendo una gran quantità di ordini “fittizi” (al solo scopo di intercettare le intenzioni d’acquisto degli investitori e non per un reale interesse ad offrire vere alternative di scambio), a causa dei “segnali” inviati tramite gli ordini successivamente cancellati (nel momento immediatamente successivo all’emissione dell’ordine stesso), il mercato risulta alterato anche dal punto di vista della corretta dinamica di formazione dei prezzi. Questa è un’ulteriore fattispecie di reato nota come aggiotaggio su strumenti finanziari.

Molto difficilmente (anche perché rappresenterebbe un’involuzione tecnologica), la pratica di scambio sarà mai vietata da qualche Stato, in particolare in Italia dove Borsa Italiana e London Stock Exchange hanno realizzato una fusione ormai completata (34) . Piuttosto, è l’attività dei c.d. regulator, ossia delle Autorità di controllo degli scambi che dovrebbe cambiare da una semplice “analisi storica” dei dati ad una “analisi in tempo reale” degli stessi.

Arnuk e Saluzzi forniscono una loro personale interpretazione secondo la quale:
1. rendere gli ordini validi per almeno un secondo eliminerebbe la capacità dei trader di esporre un ordine di negoziazione e cancellarlo subito dopo nel momento in cui tale ordine non intercetta nulla. Gli ordini del tipo “esegui e cancella” sono emessi non per offrire alternative di quotazione e/o negoziazione su un titolo, ma in quanto possono consentire di mappare la regola sottostante l’ordine emesso da un investitore;
2. limitare l’attività dei software di trading per livelli di volatilità giornaliera di un mercato maggiore del 2%, vincolo che fino ad ottobre 2007 il NYSE poneva in essere, consentirebbe di contenere la volatilità complessiva dei mercati. Ma è bene ricordare che la norma fu eliminata per favorire la crescita del business dell’high-frequency trading, visto come una fonte di entrata.

Conclusioni

A partire dall’inizio degli anni ’90, la crescente velocità di elaborazione dei processori ha reso possibile lo sviluppo di tecniche di analisi che risultavano in precedenza impensabili. Questa maggiore velocità negli scambi ha richiesto un apporto “econometrico” crescente da parte dei software ed un conseguente -significativo- aumento negli investimenti in Information Technology da parte delle aziende di Wall Street per immagazzinare ed elaborare statisticamente l’accresciuta quantità di informazioni. Oggi la necessità di trading elettronico ad alta velocità è crescente. Il c.d. “networking a bassa latenza”, ossia lo scambio di ordini simultanei in maniera reticolare, è, ormai, un parametro competitivo nel settore finanziario globale.

In termini di economia reale, industriale, produttiva, il miglioramento e la sofisticazione raggiunta dalle tecniche di “high-frequency trading” non fornisce alcun “valore aggiunto”. Con questa affermazione non si intende avanzare, in questa sede, alcun ragionamento demagogico. Tutt’altro. L’evoluzione tecnologica conseguita nel trading elettronico contribuisce al tracciamento di ogni transazione, aumentando la certezza e la trasparenza negli scambi di Borsa.

Al di là di aspetti evidenti (e affrontati sinteticamente in questa sede) di incremento della volatilità e di potenziale manipolazione dei mercati borsistici (attraverso l’estrazione e l’analisi “esclusiva” di informazioni riservate mediante software), ciò che si ritiene anche da evidenziare è l’effetto pro-ciclico dell’high-frequency trading.

La pratica di scambio, infatti, tende ad amplificare ogni eccesso (di domanda o di offerta) del ciclo economico, in particolare in una logica ribassista delle Borse. Al fine di identificare una misura (pur approssimata) del peso delle Borse sul PIL, si riporta una tabella tratta da Milano Finanza del 12 settembre scorso.

Immagine

Europa: dati in milioni di Euro.
Stati Uniti: dati in milioni di dollari.
Giappone: dati in milioni di yen.
(*) Somma delle capitalizzazioni del NYSE e del NASDAQ.

Dati i pesi specificati nella tabella che segue, ed osservando il dato della capitalizzazione (non come aggregato ma come somma di “valori economici” delle società quotate), si desume che:

- in un mercato rialzista, l’high-frequency trading può produrre bolle speculative. L’elevata volatilità (caratterizzante un quadro di scambi ad alta frequenza) ed i molteplici rischi derivanti dall’high-frequency trading (in primis, liquidità di bassa qualità ed il moltiplicarsi di segnali fasulli sul mercato) tendono a far ritenere, agli operatori di Borsa, il rialzo delle quotazioni come speculativo e non strutturale. In tal senso, gli aumenti nella capitalizzazione delle società non vengono ricondotti ad un maggior “valore economico” delle società quotate. In un tale scenario, il rialzo di Borsa (favorito dal trading ad alta frequenza) avrà effetti contenuti (o nulli) sul PIL;

- in un mercato ribassista, l’high-frequency trading può avere effetti sull’economia reale. Il deterioramento dei valori borsistici di molte società, pur essendo considerato anch’esso dagli operatori di Borsa come speculativo, potrà causare reazioni nell’opinione pubblica (più scettica, invece, nei confronti dei rialzi). L’effetto-domino di un ribasso in una Borsa potrebbe svilupparsi attraverso l’incremento di panico ed irrazionalità nell’opinione pubblica, ed essere amplificato dall’esistenza di Borse transnazionali come Londra e Zurigo, che rappresentano le piazze europee più internazionali (nel senso che comprendono il maggior numero di titoli stranieri).

In tal senso, è verosimile affermare che la caduta delle Borse e la maggiore volatilità potrebbe suscitare conseguenze avverse sul ciclo economico-finanziario sia del Paese la cui Borsa è stata colpita dai ribassi (amplifiati dall’high-frequency trading), sia di tutti i Paesi stranieri dove risiedono le società quotate nella Borsa colpita, le cui capitalizzazioni sono state deteriorate.

Fonte: http://gnosis.aisi.gov.it/Gnosis/Rivist ... rvnavig/17


Se non sono rettiliani questi... [8]



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Atlanticus81 ha scritto:
E a questo punto, conoscendo le regole del gioco, lo speculatore non rischia mai, perchè sa già dove andrà il mercato. E' come giocare a poker conoscendo le carte dell'avversario.

Un bel gioco non c'è che dire.. peccato che di mezzo ci sia la gente comune reale con il suo portafoglio e i suoi diritti di cui a questi software non gliene frega niente.


Penso abbia ragione Rubini:

"nel 2013, i banchieri avidi li troveremo impiccati nelle strade"
http://www.vocidallastrada.com/2012/07/ ... avidi.html



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Giancarlo La Grassa




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Immagine

Fonte: http://www.wallstreetitalia.com/article ... iaria.aspx

New York - Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, il Department of Justice (DOJ), abbandona la causa contro Goldman Sachs e i suoi impiegati riguardo lo scandalo della crisi finanziaria. L’accusa era di aver scommesso contro gli stessi titoli sui mutui che la banca vendeva ai suoi clienti.

Un causa persa che dimostra le difficoltà nell’andare a colpire gli istituti fautori della crisi. Causa sostenuta dal Senatore Carl Levin, nel 2010 aveva chiesto allo stesso Ceo di Goldman, Lloyd Blankfein, se reputasse moralmente corretta la vendita di prodotti che all’interno della banca venivano definiti come "spazzatura".

"Le agenzie investigative hanno concluso che non ci sono le basi per un azione legale", fanno sapere dal Justice Department. Neil Barofsky, in precedenza presso una delle autorità statunitensi di controllo del mercato, commenta ricordando come nessuna persona e nessuna società sia stata ad oggi ritenuta responsabile per il ruolo svolto nella crisi finanziaria. "Lo scandalo delle megabanche è destinato a continuare".

In una mail inviata a Reuters da Goldman Sachs fanno sapere: "siamo contenti che questa faccenda si sia conclusa".


Non avevamo dubbi.... [:D]



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-.- vabbè.. ma questo era più che prevedibile


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BISOGNA SPORCARSI LE MANI

Postato il Domenica, 12 agosto

Di Paolo Barnard

http://www.tzetze.it/tzetze_news.php?ur ... e03fcb4e27

paolobarnard.info

L’economia mi annoia, è un peso sullo stomaco, è grigia, è persino squallida in talune istanze. Ma oggi mi occupo solo di quella, come un forsennato. Ecco perché.

Io sono un uomo che fu segnato da un destino: non essere indifferente all’ingiustizia, alla crudeltà, alla sofferenza che entrambe generano. A poco più di vent’anni partii per la mia guerra al male. E fin lì tutto era ok. Oggi ho 54 anni. Per quasi un quarto di secolo la mia guerra fu tutta sbagliata. Non per colpa mia. E’ un fatto istintivo che quando ci si schiera dalla parte del bene si è buoni, e si fanno le cose buone, belle. Cioè, amare, soccorrere, indignarsi, darsi agli altri, esaltare la compassione, incitare la solidarietà, e mischiarsi ai tuoi simili buoni e belli, le ‘belle anime’.

E allora ci furono gli anni di Amnesty e della lotta alla tortura nel mondo, l’incontro coi sopravvissuti del Cile e della Turchia. I tavolini in città per le firme. Poi lo slancio per la Palestina, in piazza coi compagni e i reportage per smuovere il pubblico contro i crimini sionisti. Nel frattempo ci si infilavano giorni e notti con i disagiati sociali e i senza dimora, lotte nelle strade, cosa incredibili per essere accanto a quelli che nessuno vuole. Che amicizie, che episodi da groppo in gola, cose, volti, momenti ben oltre la poesia, altro che poesia. L’Aids mieteva i miei coetanei, scoprivo la disumanità degli ospedali e del rapporto con la morte e i morenti. Anni di fianco a loro, anche qui, scontri feroci con sindaci, amministratori e primari, e di nuovo, fiumi di vita che nessun film saprebbe mai raccontare… i miei medici ammalati… Incrocio Padre Alex Zanotelli, Don Arrigo Chieregatti, gli uomini di Dio ‘illuminati’, le marce della pace, la denuncia del debito che uccide l’Africa, sì al commercio equo solidale, io, Paolo Barnard di Report, ci metto la faccia e la telecamera, ce la faremo!, ora c’è anche Don Ciotti con noi, e Grillo. Ma anche Gherardo Colombo di Mani Pulite, insieme, alle conferenze, siamo carisma liquido e la gente fiocca a noi. Io contro la Guerra al Terrorismo, la mia ricerca negli archivi segreti straccia il velo che copre le sembianze ributtanti dall’Amico Americano. Gherardo porta il rispetto delle regole e la Costituzione ai bambini, ai pensionati, con una serenità che muove il cuore. Bello eh?

Inutili poveri sciocchi, tutti noi, io, me, loro. Scoprirlo dopo tanta vita e impegno fu tragico per me.

Chi è il Vero Potere? Nessuno di noi lo sapeva, neppure lontanamente. Dove sta? Cosa fa? Perché esso non si cura mai, mai, mai, mai e neppure per mezzo istante di ciò che tutto quel mondo così bello e buono fa, farà e ha sempre fatto? Risposta: perché siamo anime belle che danzano armati di tanta aria, carta velina, colori, sospiri, pensieri, tramonti, lacrime, stelle filanti, stelle cadenti e fuochi fatui. Ma anche avessimo i partiti, i parlamenti, le televisioni, la polizia, i palazzi, saremmo ugualmente innocui per loro. Loro sanno che tutto è innocuo al mondo per loro, tranne una cosa. Tranne UNA, che “annoia, è un peso sullo stomaco, è grigia, è persino squallida in talune istanze”. L’economia. Tranne l’economia. Quella la temono, e il terrore che il Vero Potere cova in segreto è che l’economia gli scappi dallo scrigno e si sparga per le strade, dove la gente la potrebbe raccogliere, guardare dapprima come un coso alieno, poi magari capirla, aiutati da qualcuno, e magari dominarla, e sì!, DOMINARLA, USARLA, E DIVENIRE I VERI PADRONI DEL MONDO E DEI PROPRI DESTINI. Noi, al gente. Di questo e solo di questo hanno il terrore i padroni del mondo. Noi, quelle belle anime, non l’avevamo capito. Non avevamo compreso che l'economia data o sottratta decide ogni singola vita umana su questo pianeta come null'altro può deciderla.

Lo compresi finalmente. Se voglio davvero, ma DAVVERO, salvare il mondo dalla sofferenza e dalla crudeltà io devo sporcarmi le mani con quella cosa grigia, tecnica, fredda come la morte, pesante, che si chiama economia. Non c’è altra strada. Addio groppi in gola, serate fra compagni, occhi lucidi nel pubblico, addio fiumi d’amore spendibili subito, colori e feste dei giusti, addio a voi tutti anime belle, il volto di questo giornalista giacobino è ora la faccia di chi scandisce percentuali di PIL e Bilanci Settoriali. Ho dovuto sporcarmi le mani, e devo continuare a farlo. Se vogliamo salvare l’amore, la democrazia, la dignità anche fra le mura familiari, i poveri, l’Africa, le leggi, i diritti costituzionali, e i sofferenti, se vogliamo fermare il mostro globale del potere di pochi sullo strazio o sull'apatia di miliardi di altri, dobbiamo dominare l’economia e con essa sporcarci le mani 24 ore su 24.

Non c’è nulla al di sopra, è il punto d’arrivo di qualsiasi lotta per l’umanità del vivere, tutto ciò che gli sta sotto, o di fianco, o da altre parti è inutile. E io oggi sono qui.


Paolo Barnard
Fonte: http://paolobarnard.info
Link: http://paolobarnard.info/intervento_mos ... php?id=422
12.08.2012



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Metodi e segreti della coppia d’investitori che fa ballare i Btp
Gross ed El-Erian hanno tirato la volata a Goldman Sachs, spiegando (razionalmente) cosa non va in Italia



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“I beni di Madrid e Roma a garanzia dei titoli di Stato”
di Andrea Tarquini

BERLINO — «Cari amici italiani e spagnoli, per affrontare i vostri problemi di debito sovrano e di spread, mi permetto di consigliarvi di impegnare i beni pubblici che vorreste privatizzare come garanzia, come pegno per titoli sovrani, anziché venderli. Da noi ha funzionato». La proposta arriva dal premier conservatore finlandese Jyrki Katainen, in un’intervista uscita sul settimanale tedesco Der Spiegel. «Ne ho anche parlato con Monti durante la sua recente visita qui», aggiunge Katainen. Il premier finnico si dice inoltre contrario alla concessione della licenza bancaria al futuro fondo salva-Stati Esm. «Come ho già spiegato all’ultimo vertice europeo — dice Katainen — per i Paesi in crisi potrebbe rivelarsi di scarso interesse e utilità vendere ora beni pubblici, visto che in tempo di crisi i loro prezzi e quindi i ricavi sarebbero molto bassi. Potrebbero invece usarli come pegno per nuove emissioni di titoli, ed eventualmente venderli solo in un secondo tempo sui mercati. Noi abbiamo usato questo sistema, nei momenti più difficili della crisi che abbiamo attraversato nel passato recente, e ciò ci ha consentito di ridurre significativamente gli interessi sul debito e di risparmiare una somma pari al 10 per cento del nostro prodotto interno lordo. Non dimenticheremo mai questa esperienza, per noi è stata una svolta».
Fonte:http://giacomosalerno.wordpress.com/2012/08/13/il-premier-finlandese-fate-come-noi-invece-di-svendere-i-vostri-beni-usateli-come-garanzia/

Non dice cosa gli ha risposto monti...[}:)]



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Angeldark ha scritto:
Non dice cosa gli ha risposto monti... [}:)]


Cosa vuoi che dica? [:I]

Quando a Settembre lo spread sarà tornato a 600 punti,
dirà che non c'è altra soluzione... e allora i c.d. "gioielli di famiglia",
si trasformeranno in "garanzie". Cioè in un controvalore da mettere
sul piatto di questo gioco al massacro, per un debito che... come
tutti sanno... è praticamente inestinguibile.



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.

A giugno il debito pubblico italiano ha toccato quota 1972,9 miliardi di euro dai 1966,3 di maggio. E’ quanto si legge nel Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla Finanza pubblica. Un anno prima era di 1.900,8 miliardi.

In particolare il debito delle amministrazioni pubbliche a giugno è aumentato di 6,6 miliardi rispetto a maggio, raggiungendo così un nuovo massimo storico. L’aumento è dovuto principalmente all’incremento delle disponibilità liquide detenute dal Tesoro (di 10,3 miliardi, a 46,1) e a scarti di emissione (1,7 miliardi), che hanno più che compensato l’avanzo di 5,4 miliardi registrato nel mese. Quest’ultimo è stato ridotto (e di conseguenza il debito accresciuto) per 0,2 miliardi (1,4 miliardi nello stesso mese del 2011) dalla quota di pertinenza dell’Italia delle erogazioni effettuate dall’European Financial Stability Facility (Efsf). Al netto delle erogazione dell’Efsf, l’avanzo del mese sarebbe stato pari a 5,6 miliardi (2,6 miliardi superiore rispetto al corrispondente periodo del 2011).

Nel complesso nei primi 6 mesi dell’anno il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (47,7 miliardi) è stato superiore di 1,1 miliardi rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2011 (46,6 miliardi), aumento dovuto principalmente ai maggiori esborsi in favore degli altri paesi dell’area dell’euro (pari, nel periodo di riferimento, a circa 16,6 miliardi, a fronte dei 6,1 nel 2011). Le misure relative alla tesoreria unica hanno invece comportato il riversamento da parte degli enti decentrati presso la tesoreria centrale di 9 miliardi, precedentemente detenuti presso il sistema

A giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate di 2,1 miliardi, quindi il 5,8% in più rispetto allo stesso mese del 2011. Nei primi 6 mesi sono invece aumentate di 3,7 miliardi (+2,1%). Banca d’Italia precisa che sull’andamento hanno influito l’incasso della quota di competenza dello Stato dell’Imu e la crescita dei proventi delle accise sulle risorse energetiche.



Intanto il Tesoro questa mattina ha incassato dal mercato 8 miliardi di euro con un’asta di Bot a un anno. Il Paese pagherà un tasso d’interesse medio del 2,767%, in leggero rialzo rispetto alla precedente asta di luglio, quando i Buoni erano stati venduti con interessi medi del 2,697% dell’asta di luglio. Buona, in ogni caso, la domanda, che ha superato di 1,69 volte l’importo offerto

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... ro/324797/


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MessaggioInviato: 13/08/2012, 18:02 
Mediobanca ha un bel dire che in Italia investire in Btp è più remunerativo che fare impresa: non c’è tasso d’interesse allettante che tenga, sono sempre meno gli stranieri che credono nel Paese e ne acquistano i titoli di Stato. Il caso di Goldman Sachs, che ha recentemente venduto quasi tutti i titoli del Tesoro italiano che aveva in portafoglio, non è infatti isolato.

Numeri alla mano, infatti, secondo i dati della Banca d’Italia riferiti ad aprile in un anno il peso degli investitori stranieri sul debito italiano è crollato del 26% circa. Nel dettaglio via Nazionale rileva che in mano ai non residenti in Italia c’è soltanto il 37% dei titoli di Stato, per un controvalore di 596 miliardi sul totale di circa 1600 miliardi. Un anno prima il controvalore degli investimenti esteri su Btp e affini era invece pari a 814 miliardi di euro.

Ai 596 miliardi vanno poi dedotti i titoli in mano alla Bce oltre che all’Efsf. Calcolando l’ascesa dei titoli e il probabile continuo disinvestimento degli stranieri, la quota in mano ai non residenti potrebbe oramai avvicinarsi al 32-33 per cento.

La fuga dall’Italia e dagli altri Paesi europei a rischio sta favorendo, tra gli altri, gli Stati Uniti, che continuano a essere percepiti dagli investitori come un paradiso sicuro. Nonostante il taglio del giudizio sul merito di credito da parte delle agenzie di rating e la conseguente perdita della tripla A (massima sicurezza dell’investimento), infatti, gli Usa continuano ad attirare fondi. Grazie soprattutto alla crisi del debito in Europa e alle tensioni in Grecia, Spagna o Italia, che secondo il Wall Street Journal innescano la corsa “nelle braccia sicure del governo americano”.
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/13/a-picco-investimenti-stranieri-in-btp-26-in-anno/325097/

I due scolaretti della Goldman hanno fatto bene i compiti...[:29]



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MessaggioInviato: 13/08/2012, 19:13 
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Angeldark ha scritto:

La fuga dall’Italia e dagli altri Paesi europei a rischio sta favorendo, tra gli altri, gli Stati Uniti, che continuano a essere percepiti dagli investitori come un paradiso sicuro. Nonostante il taglio del giudizio sul merito di credito da parte delle agenzie di rating e la conseguente perdita della tripla A (massima sicurezza dell’investimento), infatti, gli Usa continuano ad attirare fondi. Grazie soprattutto alla crisi del debito in Europa e alle tensioni in Grecia, Spagna o Italia, che secondo il Wall Street Journal innescano la corsa “nelle braccia sicure del governo americano”.
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/13/a-picco-investimenti-stranieri-in-btp-26-in-anno/325097/


Ma tu guarda il caso...... [:138]



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"Il crollo dell'euro? Solo questione di tempo"
Venerdì, 17 agosto 2012 - 10:31:00
bce

"Il crollo dell'euro è solo questione di tempo". Lo ha affermato il ministro per gli Affari esteri finlandese Erkki Tuomioja: "E' un'eventualità che nessuno si augura", ma è una possibilità concreta. A tal punto che la Finlandia, da sempre tra i paesi più intransigenti, "ha già pronti piani per far fronte a questa situazione".

Viste le reazioni, la Finlandia ha provato a fare marcia indietro. Siamo "impegnati al 100%" per restare nell'euro. Il ministro di Helsinki per gli Affari europei, Alexander Stubb smentisce il suo collega degli Esteri. "Voglio chiarire - spiega Stubb - che le speculazioni del ministero degli Esteri non riflettono la posizione del governo".

Il tempo stringe. E si accelera anche sul ruolo di supervisore della Bce. Dal 2013 la Banca centrale europea ''vigilerà su tutti gli istituti di credito dell'eurozona'', ma anche ''su alcune piccole casse di risparmio''. Lo scrive oggi il quotidiano tedesco Handelsblatt, citando fonti della Commissione Ue. Il progetto sarebbe già avviato: sarebbe pronta una bozza che prevede di anticipare al termine del 2012 il progetto di unione e supervisione bancaria deciso nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno.

Gli occhi di Mario Draghi dovranno presto sorvegliare gli istituti europei, a cominciare da quelli spagnoli. Da Madrid arrivano i dati su un nuovo record storico: le sofferenze sono salite al 9,42% del portafoglio, superando la soglia raggiunta a maggio (8,95%). Lo riferiscono le stime della Banca di Spagna, secondo cui il valore dei prestiti in sofferenza è salito di 8,4 miliardi nel mese in oggetto attestandosi su un totale di 164,4 miliardi.

La recessione non si ferma ai Pirenei. La Francia, che, secondo gli ultimi dati sul Pil, sta attraversando un periodo di stagnazione, ha allontanato lo spettro di una marcia indietro della produzione, affermando che "molti altri paesi" corrono rischi maggiori, a partire dalla stessa Germania, "influenzata" dalla recessione. Le parole sono del primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault, in un'intervista al quotidiano Dauphinè Liberè. "Ci sono decisioni da prendere in ogni paese, ma anche a livello europeo", ha sostenuto. "Ad esempio bisogna rafforzare la zona euro e ripristinare la fiducia e le prospettive'' dei mercati per ''rilanciare l'economia''.

Tra prospettive cupe e recessione incombente, arriva un dato positivo: la bilancia dei pagamenti dell'Eurozona è risultata in attivo per 15,7 miliardi nel mese di giugno. Lo riferisce la Bce. A maggio aveva segnato un rossi di 3,2 miliardi.

http://affaritaliani.libero.it/economia ... 70812.html


finalmente qualkuno che parla senza veli di un qualkosa che magari avrebbe dovuto gia' avverarsi,e prob con sacrifici minori


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