09/11/2010, 21:02
Io sono della stessa idea. In italia, tutti abbiamo bisogno di tutti, al nord ci sono le fabbriche per lavorare, mentre al sud abbiamo il turismo (la cosa è molto schematica). Quello che intendo è che non sò quanto bene faccia il federalismo. Ogni regione dovrebbe provvedere a se, ma quando sucedono cataclismi come nel veneto, non credo che senza l'aiuto dello stato ci si possa risollevare. Invece di parlare di nord e sud, cerchiamo almeno noi del forum di essere uniti nei nostri ideali.....!Taliesin ha scritto:
Finiamola con queste contrapposizioni nord-sud...è la classica trappola tesa da chi vuole che la brava gente che lavora e che si fa il qulo dalla mattina alla sera per offrire un furturo migliore ai propri figli, rimanga divisa su caxxate che nulla portano al bene comune, ma che invece alimentano le divisioni sulle quali i ******** che crediamo impersonino i nostri ideali, fondano il loro potere...
Siamo, in questo momento tutti naufraghi sullo stesso relitto...non ha senso dire io sto a prua e tu stai a poppa...se la nave affonda, che tu stia a poppa o a prua affogherai comunque...
09/11/2010, 22:06
09/11/2010, 23:09
damomars ha scritto:
Ogni regione dovrebbe provvedere a se, ma quando sucedono cataclismi come nel veneto, non credo che senza l'aiuto dello stato ci si possa risollevare. Invece di parlare di nord e sud, cerchiamo almeno noi del forum di essere uniti nei nostri ideali.....!
09/11/2010, 23:23
10/11/2010, 08:24
10/11/2010, 09:00
10/11/2010, 09:37
10/11/2010, 10:28
Pompei città aperta
Il ministro Bondi domani va alla Camera per riferire sul crollo della Scuola dei gladiatori. Le responsabilità culturali vanno equamente ripartite tra destra e sinistra, e c’è un mistero sui soldi inutilizzati
[color=maroon]
Mecoledì alle 11 il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, riferirà in Parlamento sul crollo della Scuola dei gladiatori a Pompei. Il Pd ha annunciato una mozione di sfiducia. E mentre l’opposizione fomenta la leggenda nera dell’incuria, i tecnici al governo ridimensionano (“fissarsi col crollo di un muro antico è eccessivo”) e i pragmatici già pensano a come rimediare. Il muro della Scuola di Pompei venne scavato ai primi del Novecento, bombardato durante la guerra, e restaurato alla fine degli anni Quaranta col cemento armato, “quando se ne ignoravano gli effetti disastrosi sulle strutture antiche”, dice l’ex soprintendente Nicola Spinosa. “Il crollo non è frutto di incuria recente, ma è solo uno dei tanti crolli possibili sotto le intemperie, in un’area da sempre priva di un sistema di manutenzione preventiva”, avverte Andrea Carandini, l’archeologo nominato da Bondi presidente del Consiglio per i Beni culturali.
Il problema risale all’Unità d’Italia. E nonostante le tante azioni meritevoli, nessun governo, né di destra né di sinistra, è mai riuscito ad affrontare il monitoraggio dell’area”. “Non si può tamponare la falla senza prima conoscere le fragilità”, insiste Carandini. “Servirebbe non solo la pianta, ma un rilievo dettagliato della città, con la mappatura completa degli elevati. Invece Pompei con i suoi 98 isolati (porzione di città circondata da quattro strade), resta sostanzialmente inedita”. Per questa mappatura ci vorrebbero tra i cinque e i dieci anni di lavoro stima Carandini; “basterebbe molto meno tempo con gli strumenti satellitari”, dice invece Spinosa che pure conviene sull’investimento: “Costerebbe meno di quanto costerà intervenire ora rapidamente. I soldi per la Muraglia cinese e la città imperiale ci sono e per Pompei e Paestum no? Un po’ di buon senso, per favore”.
Il fatto è che Pompei è una città di 15 mila abitanti, sepolta sotto il fango e la cenere per l’eruzione del Vesuvio descritta da Plinio il vecchio. “E’ una ferita aperta da quando nel 1748 si iniziò a scavare, e da allora è esposta alle intemperie”, spiega Carandini. “E’ come il corpo di un vecchio malato bisognoso di cure pacate”, aggiunge Spinosa. Copre un’area di circa 80 ettari, di cui 50 di scavi aperti, altri 20 coperti e altri 15 di uffici e servizi. Nel giugno 2008, a fronte del degrado dovuto all’abbandono degli scavi, all’assenza di regole, ai servizi fatiscenti, alle irregolarità vistose, il governo, di comune accordo col governatore campano Bassolino, proclamò lo stato di emergenza nominando un commissario. Il soprintendente dell’epoca, l’archeologo Pietro Guzzo, denunciò “l’ingerenza” della politica. Ma si dovette arrendere di fronte alla carenza di fondi, ma soprattutto di buona amministrazione.
“Con due milioni e mezzo di visitatori l’anno, Pompei produce circa 25 milioni d’euro l’anno. Ma non ne spende più di 8. Tanto che si sono accumulati 40 milioni di euro residui”, dice al Foglio, sotto vincolo di anonimato, un dirigente del settore che ha conoscenza diretta del caso Pompei. Come mai? “Per le difficoltà di gestione”, prosegue, “i soprintendenti, sublimi studiosi di archeologia e storia antica, sono incapaci di stilare un contratto o redigere un capitolato d’appalto. Non studiano diritto commerciale, ignorano il diritto amministrativo, e spesso restano prigionieri delle stesse società che si aggiudicano le gare. Il turista che viene da Malmö, per esempio, non può acquistare on line il biglietto d’ingresso, perché il soprintendente non ha voluto gravare il prezzo di un euro”.
Il rimedio, dunque, consisterebbe nel “ripristinare”, accanto al tecnico con compiti di tutela, la figura del manager, già introdotta a suo tempo e poi abolita dal ministro Rutelli nel 2008, dopo che i suoi predecessori di centrodestra, Urbani e Buttiglione, avevano nominato alla guida di Pompei il direttore del Museo civico di Mondragone (una sola stanza) e improbabili altre personalità. Per ripristinare il manager accanto al soprintendente, sostiene il sindacalista della Uil-Cultura Gianfranco Cerasoli, non serve trasformare la soprintendenza in fondazione (“utile solo a moltiplicare prebende”): basterebbe dare più poteri alla soprintendenza e raccordarla a provincia e comune.[/color]
10/11/2010, 14:49
10/11/2010, 20:00
Ogni occosione è quella giusta per farsi la guerra (parlo dei politici). Ma secondo voi, vogliono le dimissioni di Bondi per i fatti di pompei o semplicemente perchè in qualche modo vogliono riprendersi la sedia.........!!???Thethirdeye ha scritto:
FRANCESCHINI ANNUNCIA MOZIONE SFIDUCIA A BONDI - Il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, annuncerà nel suo intervento in Aula la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, per quanto accaduto a Pompei.
IDV, BONDI SI DIMETTA E LASCI SPAZIO A ALTRI - "Il ministro Bondi si dimetta e lasci spazio ad altri". Lo ha detto nell'Aula della Camera Antonio Palagiano (Idv) nel dibattito seguito all'informativa urgente del ministro Bondi sul crollo nell'area archeologica di Pompei.
Che dite.... riusciremo a liberarci di questo cialtrone?
Mica per Pompei eh..... ma per tutte le scelte clamorosamente
sbagliate di questo incompetente [}:)]
19/11/2010, 01:10
19/11/2010, 12:12
19/11/2010, 12:20
Ronin77 ha scritto:
che batosta...
19/11/2010, 12:22
19/11/2010, 12:37