Il gallo francese ha abbassato la cresta!!!
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43,35 KBLibia, alla Nato la guida della missione
La Francia cede al pressing degli alleati
Anche la Francia cede. E dice sì ad un comando Nato nell'operazione "Odissea all'alba" in Libia. Il pressing della diplomazia internazionale su Parigi che solo fino ad oggi pomeriggio sembrava "blindata" sulla sua posizione, escludendo di mettere le operazioni in Libia sotto il cappello dell'alleanza atlantica, è andato a segno. E l'Eliseo ha dato il suo sostanziale via libera.
Sarkozy ha affidato al suo portavoce, Bernard Valero, una dichiarazione in cui si dice "favorevole" a un comando integrato dell'Alleanza "in sostegno alle forze della coalizione" presenti in Libia. Convergendo così su una posizione sostenuta dall'Italia e ribadita anche dal capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha definito un comando unificato quale "soluzione di gran lunga più appropriata". Una posizione - aveva ricordato Napolitano - appoggiata anche dagli Usa e della Gb. Che nel corso della giornata ha ricevuto anche l'appoggio della Turchia di Erdogan, fino a ieri schierata con Parigi in quella che rischiava di diventare una situazione di stallo.
L'avvicinamento di Istanbul era arrivato già nel pomeriggio: Erdogan, nel corso di un colloquio con il presidente americano Obama, aveva infatti concordato sul fatto che i "contributi nazionali" per l'attuazione della risoluzione sulla Libia "sono resi possibili dalle capacit di controllo e dal comando unico e multinazionale della Nato". Lasciando così di fatto Parigi isolata nella sua posizione. Una posizione che nelle ore successive è apparsa sempre meno intransigente. E che ha registrato una vera e propria apertura dopo una serie di contatti - riferiti dalla Casa Bianca - tra Obama e la Gran Bretagna di Cameron e soprattutto la Francia di Sarkozy. Colloqui nei quali si è concordato sulla necessità di un "ruolo chiave" dell'alleanza Atlantica nell'attuazione della no-fly zone. Anche se Washington non parla di "comando" ma "di ruolo chiave" spiegando che la Nato dovrà essere "parte di una struttura di comando internazionale una volta che gli Usa lasceranno" la guida, anche per la più volte ribadita esigenza di coinvolgere nelle operazioni non solo i 28 paesi dell'Alleanza ma anche il mondo arabo.
La diplomazia internazionale è riuscita così a superare, almeno sulla carta, l'impasse. Anche se resta ancora tutto da chiarire cosa si intenda per "struttura di comando internazionale". Il passaggio del comando delle operazioni militari in Libia è " una questione di serietà, una questione altamente politica", aveva spiegato Frattini sottolineando che "non possiamo immaginare che ci siano comandi separati da ciascuno dei quali dipendano alcune scelte".
E mentre la Germania di Angela Merkel si sfila - annunciando il ritiro dalle operazioni Nato nel Mediterraneo - da Bruxelles, nel corso della riunione dei suoi ambasciatori l'Alleanza ha accettato di prendere in carico l'embargo sulle armi, con il suo segretario generale, Anders Fogh Rasmussen, che ha annunciato che il comando delle navi e degli aerei dell'Alleanza nel Mediterraneo centrale all'ammiraglio Stavridis. Ed ha riferito che la Nato ha anche "completato i piani per imporre una no-fly zone per portare il nostro contributo, se necessario, al vasto sforzo internazionale per proteggere il popolo libico dalla violenza del regime di Gheddafi".
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/217597