Salvarsi dalla bancarotta.
Il primo seminario che svela tutte le strategie per mettere al sicuro
i propri beni e attività e difendersi dallo Stato
Il programma di governo che Letta per sommi capi ha schematizzato alla Camera, se fosse equiparato a un bilancio economico, conterrebbe 4 punti in perdita, che chiameremo “uscite”:
1. stop imu a giugno
2. stop ad aumento dell’IVA
3. reddito di cittadinanza
4. patto con gli esodati
e soli due punti in guadagno, che chiameremo “entrate”:
• abolizione delle province e lotta all’evasione.
La metafora di Davide e Golia con cui Letta ha tentato di ammaliare i nostri parlamentari sembra perciò molto azzeccata, ma per ben altre ragioni rispetto a quelle che ritiene Letta.
Se il programma di governo è tutto qui, se questi ne sono i punti più qualificanti a livello economico, Letta sembra proporsi, come il Davide biblico, di abbattere un gigante (il gigante della spesa pubblica e del debito di Stato caricato sui cittadini e le generazioni future) con una semplice fionda e un sassolino.
Ormai non è più possibile per lo Stato nascondere i segni preoccupanti di ciò che si sta per abbattere sulle nostre teste.
I precari della scuola da tempo ricevono il regolare cedolino dell’accredito dello stipendio, di cui però non trovano traccia nel loro conto in banca. E questo per mesi e mesi:
http://www.orizzontescuola.it/news/scuola-italiana-gi-grecia-non-versa-regolarmente-nemmeno-contributi-ai-supplentiMoltissimi precari in tutta Italia non hanno ancora ricevuto lo stipendio di dicembre 2012 (l’articolo citato elenca le scuole interessate da questo fenomeno) e in modo ancora più generalizzato, la loro quasi totalità non sta più ricevendo il pagamento dei contributi previdenziali.
Bisogna a questo punto allargare l’orizzonte del problema, partendo proprio dai mancati pagamenti dei contributi ai dipendenti pubblici.
Il fenomeno del personale senza contributi infatti non è relegato ai precari della scuola, ma a molti altri enti statali, sopratutto quelli periferici, come Comuni, Province ecc.
E si lega col fatto che l’INPS dovrà pagare l’anno prossimo circa 265.8 miliardi a fronte di un incasso di soli 213.7 miliardi di contributi.
Un buco di bilancio che, secondo una lettera inviata dal presidente dell’Inps ai ministri Fornero e Grilli col sigillo della Corte dei Conti e dei magistrati contabili, potrebbe rendere impossibile pagare tutti (TUTTI) i contributi previdenziali per il 2015!
Nessun partito politico, nemmeno di quelli che si ritengono “rivoluzionari”, osa parlare di questo fenomeno che va avanti da un paio d’anni ed è ben noto a chi frequenta in qualche modo lo Stato in qualsiasi forma.
Talmente noto, che il governo Monti aveva tentato di metterci una pezza con la fusione dell’INPS con altri enti quali Inpdap ed Enpals, manovra che però ha avuto il solo risultato di mandare in rosso anche i conti di questi altri due enti, prima in bilancio positivo.
Se mettiamo insieme i vari pezzi del puzzle: bancarotta dell’INPS, mancati pagamenti ai precari della scuola, fallimenti a macchia di leopardo di enti locali e aziende municipalizzate in tutto il Paese (sfido chiunque a dire che nel proprio Comune, Provincia o Regione non c’è stato il fallimento di qualche ente o consorzio quest’anno), iniziamo a scorgere il profilo di ciò che sta per abbattersi sulle nostre teste e che il teatrino della politica sta tentando di nasconderci.
Lo Stato è già in bancarotta e la prossima legislatura dovrà ancora una volta nascondere il fenomeno (soprattutto ai grossi fondi stranieri che comprano i nostri titoli di Stato), prelevando dalle nostre tasche quanto manca per andare avanti per qualche altro semestre.
I due soli punti economici in “attivo” presentati da Letta alla Camera (abolizione delle provincie e lotta all’evasione) nella loro inadeguatezza alla gravità del problema, gettano una luce sinistra su tutto questo e fanno già presagire come andrà a finire.
C’è infatti una sola,terribile “soluzione finale” in vista:
usare i soldi dei cittadini (fino all’ultimo centesimo) per pagare il debito pubblico dello Stato (e di tutti gli altri Stati europei).I nostri risparmi verranno depredati (con l’aiuto di nuove leggi sul contante)
Le nostre pensioni saranno tagliate (con qualche nuova legge pensionistica)
I nostri beni saranno svalutati (con le politiche sui tassi di interesse, i prelievi forzosi, le tasse e altre infinite diavolerie)
L’ora è davvero grave. Ecco perché io e Giovanni abbiamo preso questa decisione: uscire da internet e andare in mezzo alla gente per tentare di salvare tutti gli Italiani di buona volontà che vorranno ascoltarci.
Tutti i lettori di Rischio Calcolato sono invitati al nostro nuovo seminario “Salvarsi dalla Bancarotta”: l’unico potente salvagente per affrontare qualsiasi minaccia economica presente e futura proveniente dallo Stato e dall’Europa.
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Non perderti l’occasione: grazie alle informazioni di questo seminario, potresti essere fra i pochi che si salveranno dal disastro!
Nel seminario analizzeremo nel dettaglio 12 punti fondamentali,divisi in quattro sezioni:
• la prima sezione tratta l’argomento default, come prevederlo e come comportarsi nel caso si verifichi in Italia
• la seconda sezione si concentra invece sulle strategie di salvezza per salvaguardare il proprio patrimonio
• la terza sezione passerà in rassegna le 5 contromisure anti-crisi, i loro pro e contro e in quale contesto sono valide
• la quarta sezione mostra come non è sempre vero che il risparmio ad oltranza paga!
Per seguire il seminario non sono necessari background o conoscenze specifiche di economia e non ci saranno paroloni o grandi voli teorici (come spesso accade in tanti corsi che noi stessi abbiamo seguito) ma tecniche e strategie pratiche e di immediata applicazione che potrai iniziare subito a mettere in atto.
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