Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 359 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24  Prossimo
Autore Messaggio

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 07/05/2015, 11:56 
bleffort ha scritto:
Sentite :l'EXPO non è uguale per tutti: [:288]


Cronaca: Articolo condiviso dal sito di Tele Radio Sciacca

APERTO IERI EXPO MILANO 2015, FLOP DELLA SICILIA

http://www.teleradiosciacca.it/news.aspx?news=25466

Una brutta figura mondiale. Uno si chiede ma prima non si va a controllare. Se c'è una colpa che hanno i dirigenti della Regione è questa. Il cluster bio-mediterraneo gestito dalla Sicilia sporco, deserto e allagato. Così si è presentato, nel giorno di debutto dell'Expo, il grande padiglione che riunisce 11 Paesi dell'area mediterranea. La pioggia è passata attraverso la copertura realizzata nelle ultime settimane, in vista dell'inaugurazione, rendendo sostanzialmente inagibili i locali. E' dovuto armarsi di scopa e paletta lo stesso commissario unico per il cluster, il dirigente regionale Dario Cartabellotta, che insieme al suo staff e agli studenti dello Iulm - giunti per uno stage - ha cercato di fare pulizia negli spazi destinati al pubblico. Anche perché, è la denuncia di Cartabellotta, "la società che gestisce Expo e che avrebbe dovuto consegnarci il padiglione pulito e bonificato ce lo ha invece lasciato in condizioni di assoluta sporcizia".

Ferme tutte le attività, scarsissimo il numero dei visitatori. La segnaletica per il padiglione del Mediterraneo, all'interno dell'area dell'esposizione universale è "carente per non dire inesistente", aggiunge Cartabellotta. Lo stesso padiglione, per altro, anche sul piano estetico è ben lontano dagli standard del resto delll'Expo. Insomma, almeno per quanto riguarda queste prime ore, un flop colossale. Eppure il cluster bio-mediterraneo era annunciato come uno dei gioielli di Expo, una vetrina di prodotti tradizionali contro l'egemonia delle multinazionali. "Noi non siamo qui per fare affari ma per promuovere l'integrazione dei Paesi del mediterraneo", dice Cartabellotta. E il commissario lancia già un aut aut: "Ho chiamato i vertici di Expo per dire loro che i problemi del padiglione devono essere risolti al più presto. Altrimenti, sia chiaro: noi - conclude Cartabellotta - siamo pronti ad andarcene".

Le attività del biocluster sono costate tre milioni di euro. Soldi che l'amministrazione non ha ancora versato. "Se la situazione rimarrà questa, non daremo un centesimo. Qui c'è un evidente sottovalutazione non solo e non tanto della Sicilia, quanto dell'intera zona mediterranea", dice l'assessore all'Agricoltura Nino Caleca. Lo scontro fra la Regione e la società Expo è già scoppiato.

di MICHELE TERMINE


Incredibile.... siamo di fronte ad una doppia realtà percepita....
in TIVVU' tutti si affannano a fare vedere le cose belle, di facciata...

Nella realtà dei fatti (pensate a quelli descritti in questo articolo ad esempio)
ci sono i sintomi di un paese che è praticamente arrivato alla frutta......

Pessimista io? Ma neanche per idea....
L'Italia è morta... e molti sembrano neanche accorgersene....



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 07/05/2015, 13:17 
Quasi quasi, i "Black Bolck" .... [8]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 07/05/2015, 19:20 
A proposito dell'inno mellifluo, storpiato ed imposto anche ai bambinni ..... [8)]
Questo, oltre alla dittatura, impone anche gl'inni ... [:287]




Il Deserto dei Tartari

Expo. Quel «siam pronti alla vita» come un preservativo sull’Inno d’Italia

Immagine

Benvenuta la polemica sull’Inno d’Italia in versione rimaneggiata cantato all’inaugurazione dell’Expo di Milano il primo maggio. Sulla rivisitazione musicale del brano musicato da Novaro e scritto da Mameli qualcuno ha alzato il sopracciglio, ma è soprattutto sulla sostituzione dell’ultimo «siam pronti alla morte» del baldanzoso testo originale con un buonista «siam pronti alla vita» cantato da un coro di bambini che le lame di commentatori e personalità politiche si sono incrociate.

Benvenuta la polemica, perché quando qualcuno si ribella ai tentativi di cambiamento di ciò che dovrebbe costituire un simbolo intoccabile, e quando si discute attorno alla coscienza che si deve avere della vita e della morte, e sulla rilevanza civile di tale riflessione, quando questo succede significa che quella cosa che chiamiamo Italia, intesa come comunità di destino fra gente che parla la stessa lingua e si riconosce in una storia comune, non è ancora morta. Non è ancora consegnata all’omologazione planetaria del tutto Stato e del tutto mercato.

Ovviamente io sto dalla parte di tutti quelli che hanno deprecato l’esperimento. Facendo notare che la patria cantata negli inni nazionali è Stato, e gli stati si sono costruiti tutti – tutti – col ferro e col sangue. Nessuno Stato è nato per gentile concessione dell’Onu o della Corte di giustizia europea, tutti sono nati da ribellioni, insurrezioni, secessioni, guerre patriottiche nelle quali è morta un sacco di gente. Ed è evidente che senza la disponibilità dei patrioti a rimetterci la vita, nessuno degli stati nazione cantati negli inni nazionali si sarebbe potuto costituire.

Christian Rocca eccepisce che far cantare ai bambini «siam pronti alla morte» è roba da madrassa talebana. Forse non sa che i bambini americani davanti alla bandiera a stelle e strisce cantano «Their blood has washed out their foul footsteps’ pollution. No refuge could save the hireling and slave from the terror of flight, or the gloom of the grave», che significa «Il loro sangue ha cancellato la contaminazione delle loro sporche impronte. Nessun rifugio ha potuto salvare il mercenario e schiavo dal terrore della fuga, o dalle tenebre della morte», riferito ai nemici britannici dei patrioti statunitensi. E l’allegra Marsigliese contiene strofe come «Qu’un sang impur abreuve nos sillons!», cioè: «Che un sangue impuro imbeva i nostri solchi!», riferito al sangue dei nemici che mettevano in pericolo la Francia rivoluzionaria.

Talebani pure i francesi e gli americani, che fanno cantare queste cose ai loro bambini? No, semplicemente consapevoli delle loro radici, della loro storia, e dell’importanza di non rinnegarle per non vedere compromessa e cancellata la propria identità. Mentre da noi tutta la storia d’Italia è stata condensata nel biennio 1943-45, e il resto non esiste più. Perciò nessuno si scandalizza se ai ragazzini viene fatta cantare “Bella ciao!”, che esalta il sacrificio di un combattente partigiano, e se il 25 aprile gli si fa gridare “Ora e sempre, Resistenza!”. Invece evitargli di intonare «siam pronti alla morte» sarebbe educativo e progressista.

Ma queste non sono le sole motivazioni per le quali è giusto prendere per i fondelli chi ha imposto la versione buonista dell’Inno di Mameli in mondovisione. C’è altro. C’è il crescente analfabetismo antropologico, filosofico e dei sentimenti che ha ormai investito l’Italia insieme al resto dell’Occidente, e che ogni giorno si manifesta con nuovi esempi. L’ammorbidimento dell’Inno di Mameli è solo un caso fra tanti, ma molto istruttivo. L’arrangiatore, Stefano Barzan, si è difeso in tivù dalle accuse di sacrilegio mettendo in evidenza la potenza simbolica del suo arrangiamento: il «siam pronti alla vita!» dei bambini era preceduto dal «siam pronti alla morte!» cantato da un coro di adulti attempati, ha fatto notare. L’analfabetismo sta proprio qui: per Barzan e per tutti quelli che approvano la sua operazione la morte è qualcosa riservato ai vecchi, mentre la vita spetta ai giovanissimi.

Sappiamo che non è così: la morte e la vita riguardano tutti, perché la morte è possibilità che può avverarsi in ogni momento, indipendentemente dall’età: chiedete conferma ai nepalesi, se avete dubbi in proposito. Il Mameli di Barzan è semplicemente un altro prodotto della negazione della morte, del tentativo di esorcizzarla e di delegittimarla, che è la caratteristica della cultura moderna, ma anche di quella post-moderna. Mentre gli Antichi e l’Europa cristiana conoscevano bene il posto della morte nella vita, i moderni e i post-moderni vedono in essa solo uno scandalo che si dovrebbe poter eliminare. Inutilmente Martin Heidegger ha scritto che l’uomo comincia a vivere in modo autentico quando prende coscienza di essere un essere-per-la-morte. L’hanno liquidato dandogli del nazista.

Contrapporre la vita alla morte è il più grossolano errore che il pensiero può compiere: vita e morte sono le due facce di un’unica medaglia, che è quella dell’esistenza umana. Tutto ciò che è nato morirà, tutto ciò che muore è nato. Vivere è morire un po’ per volta, morire è compiere qualcosa che presuppone la vita. Contrapporre morte e vita è puerile e ignorante. Esaltare l’amore per la vita di noi occidentali contro il supposto amore per la morte dei fanatici islamici è una pericolosa semplificazione che disarma l’Occidente nella guerra che gli estremisti gli hanno dichiarato. Le opposte retoriche possono servire agli scopi tattici dell’una e dell’altra parte, ma il problema di fondo è un altro, la questione strategica è un’altra: vince la guerra chi riesce a persuadere che la sua interpretazione del senso dell’esistenza è quella giusta.

L’esistenza è nascere, vivere, morire. Giovani dell’Occidente e dell’Oriente corrono sotto le bandiere del califfato perché le società di appartenenza non offrono loro una risposta persuasiva intorno al significato dell’esistenza (che è vita e morte, essere-nel-mondo ed essere-per-la-morte, direbbe Heidegger), mentre i jihadisti estremi prendono sul serio la domanda di senso. Certamente la loro risposta è criminale e delirante, ma di là la risposta semplicemente non c’è: ai giovani noi diciamo soltanto “vivi”, “goditi la vita”. Ma senza senso non c’è godimento, ovvero il godimento scade, diventa perversione, coazione a ripetere, eccetera.

I seminari di Jacques Lacan e la logoterapia di Viktor Frankl hanno chiarito il punto, ma vale per loro lo stesso discorso accennato per Heidegger: l’Occidente ha prodotto il massimo di sofisticazione del pensiero e della riflessione intellettuale, si è liberato dell’ingenuità delle letture religiose letterali della realtà, ma quando i suoi più grandi pensatori lo hanno rimesso di fronte a quelle stesse questioni alle quali la religione aveva dato una risposta (assolutamente soddisfacente in termini simbolici, fraintesa dai moderni che l’hanno dichiarata antiscientifica), ha semplicemente censurato le questioni e le domande. È per questo che oggi rischia di essere sconfitto persino da un nemico apparentemente impresentabile e obiettivamente poco dotato come l’Isis.

Dicevo sopra che gli esempi di analfabetismo simbolico, emotivo, antropologico piovono su di noi numerosi. La prima puntata di Amici di Maria De Filippi ha generato dibattiti, e in alcuni scandalo, soprattutto per l’intervento di Roberto Saviano, prezzemolino del benpensantismo. Non mi capacito che non abbia fatto scandalo il balletto di una delle squadre, che ha mimato scene di amore fisico sulle note di “Una furtiva lacrima”, spargendo qua e là profilattici imbustati. La prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili è imperativo che tutto copre e giustifica, anche la più ignorante delle associazioni di idee e la più stronza profanazione della più struggente romanza della musica operistica italiana.

Qual è infatti la giustificazione per associare L’elisir d’amore di Donizetti ai preservativi? Le parole con cui la romanza si conclude: «Ah, cielo! Si può morir d’amor». Per i ragazzi e le ragazze della squadra di Emma “si può morir d’amor” significa, piattamente, che scopando ci si può beccare l’Aids. Da cui la necessità di seminare preservativi mentre si mimano gli struggimenti dell’anima innamorata. Il significato originario, la natura distruttiva dell’amore fra uomo e donna, che quando non dura o non è corrisposto strazia colui/colei che è lasciato/a o respinto/a fino alla morte spirituale e a volte a quella fisica, è totalmente sfregiato. La malinconia della melodia è l’espressione musicale di questa consapevolezza drammatica. Nemorino dovrebbe essere entusiasta di aver capito, dalla lacrimuccia apparsa sul ciglio di Adina, che costei ricambia il suo amore. Invece se ne viene fuori con un canto malinconico e struggente. Perché “d’amor si può morir”.

Ma Klaudia, Santo e Sabatino ad Amici e Barzan all’Expo hanno la soluzione in tasca: la morte si evita portando sempre in tasca qualche profilattico e facendo cantare ai bambini «Siam pronti alla vita!». Risultato garantito.

http://www.tempi.it/blog/expo-quel-siam ... Uud3vD0nao



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 08/05/2015, 16:31 
Otto e mezzo
Vittorio Sgarbi: "La spesa pubblica decisa da quattro idioti, ignoranti"!

VIDEO

"Spendere cento milioni di euro per fare un orribile Palazzo Italia a Expo è da idioti". Vittorio Sgarbi, ospite ieri sera giovedì 7 maggio a Otto e mezzo su La 7, ha parlato della spesa pubblica che "è fatta da quattro deficienti, ignoranti incapaci e criminali. E' decisa da pochi e produce orrori, mentre i sudditi...".

http://tv.liberoquotidiano.it/video/117 ... spesa.html



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 11074
Iscritto il: 04/12/2008, 15:57
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 08/05/2015, 16:34 
Non mi sono mai capacitato di come una persona intelligente (per quanto coi suoi difetti) e brutalmente sincera come Sgarbi si fosse messo con Berlusconi.



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 08/05/2015, 16:40 
Aztlan ha scritto:
Non mi sono mai capacitato di come una persona intelligente (per quanto coi suoi difetti) e brutalmente sincera come Sgarbi si fosse messo con Berlusconi.



Figurati come sono conciati ... dall'altra parte! [:302]



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 11074
Iscritto il: 04/12/2008, 15:57
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 08/05/2015, 17:36 
Dall' altra parte c'è il vuoto.

Ma pure Sgarbi è sempre stato un' eccezione.



_________________
Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
Top
 Profilo  
 

Grigio
Grigio

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 2731
Iscritto il: 17/01/2012, 17:31
Località:
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 10/05/2015, 11:14 
ma poi l'hanno distribuita la moneta unica mondiale ai visitatori come diceva un articolo pagine fa? ovviamente i tg non lo diranno.


Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 10/05/2015, 11:23 
Ufologo 555 ha scritto:
Otto e mezzo
Vittorio Sgarbi: "La spesa pubblica decisa da quattro idioti, ignoranti"!

VIDEO

"Spendere cento milioni di euro per fare un orribile Palazzo Italia a Expo è da idioti". Vittorio Sgarbi, ospite ieri sera giovedì 7 maggio a Otto e mezzo su La 7, ha parlato della spesa pubblica che "è fatta da quattro deficienti, ignoranti incapaci e criminali. E' decisa da pochi e produce orrori, mentre i sudditi...".

http://tv.liberoquotidiano.it/video/117 ... spesa.html


Sgarbi è uno che riesce ancora a vedere cose che altri fanno finta di non vedere.....



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Nonno sapienteNonno sapiente

Non connesso


Messaggi: 49592
Iscritto il: 27/12/2007, 11:23
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 12/05/2015, 19:48 
Cosa rimane di Expo se togli le prediche su madre terra e le fregnacce sulle multinazionali. Un giro tra i padiglioni

Entrare nel grande tempio del rito “bio” e scoprire che nessuno qui è venuto per menarla sull’impatto zero, ma per piazzare prodotti tipici e pacchetti turistici

Immagine

Premetto che sono un patriota e spero che Expo porti fortuna, vagonate di turisti, dané, un gran giro di ottimi e plurimi affari, a Milano e all’Italia intera. Giuro che non voglio affamare, ma “Nutrire il pianeta”. Non sono per la tristanzuolità dilagante e, anzi, aspiro con tutte le fibre del mio essere a “Energia per la vita”. Però, in questo abbrivio di Expo 2015, chi per un verso, chi per l’altro, mi sembra stia dando un po’ i numeri. 250 mila presenti all’inaugurazione. Boom. «Ventimila cittadini con guanti e spugne per pulire Milano». Ma dai. «Mattarella ammirato». E vabbè. «Pisapia: ribellione contro i soprusi». Ma se li avevi appena difesi i centri sociali, un pugno di vecchietti fermi agli anni Settanta e un mazzo di figli di papà. Black bloc? E “de che”, se li conoscono tutti quel centinaio del parco giochi che si travestono e si svestono sotto la protezione del corteo?

A proposito. Avete visto l’incappucciato divenuto famoso ai microfoni Tgcom e di cui il padre ha detto, «non è un violento, è solo un pirla»? Intanto è difficile comprendere la ragione di un microfono messo sotto il naso di uno così allampanato che per articolare un pensiero e aprir bocca avrebbe avuto bisogno di un paio di mesi di ossigenazione mentale. «Io ho guardato soltanto. Però, volevo avere anch’io una mazza per spaccare tutto». E il giornalista gli domanda pure, «ma bruciare una banca non è esagerato?». Oh yes. «Ma che cavolo, se non bruci una banca che è il simbolo della ricchezza, minchia! Ci sta!». E il giornalista fantastico, «per favore, non dica le parolacce». E il mancato spaccatutto ridiventa un puffo pirlone, «ah sì, cioè scusa, non volevo esprimermi così». Questa sarebbe la fauna e questo il circo mediatico. Resta che lo spettacolo delle devastazioni in un paio di vie centralissime di Milano non è stato affatto gradevole. Sia per l’automobilista Luigi che Franco Bechis ha rappresentato come lettore di Libero che rischiando di far da torcia umana ha salvato dalle molotov la sua Honda Civic del 1997. Sia, tanto più, per le frotte di stranieri che al botteghino dicono aver già acquistato 11 milioni di biglietti per visitare Expo.

expo-tempi-copertinaAdesso io non voglio passare per “disfattista”. Né essere accusato di “intelligenza col nemico”. Però nell’ultimo week-end la propaganda alleata le ha sparate un po’ grosse. Anche a me che l’Expo l’ho visitato col mio pargolo Giovanni, 13 anni. E che volevamo scrivere un pezzo propagandistico alleato (“L’esposizione vista con gli occhi di un bambino”) e ci è toccato scarpinare, domenica 3 maggio, avanti e indietro per il chilometro e mezzo del decumano e per trecentocinquanta metri del cardo, in una giornata uggiosa, piovigginosa, grigia, senza neanche un rivolo di folla ai cancelli. Attenzione, “l’albero della vita” va gustato esclusivamente di sera, quando è bello illuminato come un albero di Natale. Mentre di giorno, specie se bigio come il nostro, l’Albero è pochezza (giusto per non dire altro in rima) che ti stringe il cuore e lascia pensare che facevano più bella figura se ci mettevano la torre Tim di Rozzano. A occhio (che mi son fatto ai Meeting di Rimini) ci saranno stati massimo 10 mila visitatori il 3 maggio. Ma una cosa alla volta.

Usa la metro, non i parcheggi
Dunque, il 19 aprile scorso siamo stati invitati alla inaugurazione della “Nuova Casa Massonica di Milano”. Pardon. Ho preso il file sbagliato. Dicevo, il 29 aprile scorso siamo stati invitati a metterci in contatto con gli uffici stampa di Expo per ottenere un accredito stampa. Voi direte, bel portoghese, mentre noi comuni cittadini a pagare minimo 35 euro. Un momento. Ho la spiega. A parte il fatto che l’accredito stampa è di prassi, noi non visitiamo una manifestazione, noi combattiamo per la patria, diamo i numeri ed esaltiamo l’opera che tanto sacrificio costò alla Nazione (e al diavolo i gufi, come dice Matteo). Punto secondo: vuoi mettere cosa costa a Expo regalare a Tempi un biglietto per scrivere tutto il bene possibile a soli 32 euro, quando Expo ha fatto colare il grasso di un «budget da 55 milioni di euro, ma solo 5 alle testate straniere – scriveva ancora a novembre il Fatto quotidiano – di cui tracciabili al momento ne risultano solo 12,4 milioni, cioè il 22 per cento circa»? Voglio dire che per 2 milioni di euro, quanti ne ha presi Fondazione Feltrinelli per articolare in compagnia del filosofo Salvatore Veca un profondo scientifico pensiero e una profondissima etica Carta di Milano, la Fondazione Tempi ci faceva l’Enciclopedia Treccani. Ecco, un biglietto a Tempi no (ma tra sei mesi sarà bello spulciare il bilancio e vedere se e come i nostri valenti supercommissari hanno fatto caso ai soldi che sono girati, e non soltanto in ambito laterizi&costruzioni).

Comunque sia, siamo ancora qui in attesa di un gentile riscontro da parte di Expo. Saremo mica svizzeri o ungheresi, noi qui che non ci si è filati nessuno. Super poteri a Giuseppe Sala. Il leone che appena la Repubblica diede (per quindici giorni di fila) di «convegno omofobo» a un incontro sulla famiglia organizzato da Regione Lombardia, s’è subito allineato: «Non abbiamo mai autorizzato l’utilizzo del logo di Expo per quel convegno. Abbiamo chiesto a Regione di togliere il logo». Perbacco, commissario unico Sala, a un convegno sulla famiglia gli volevi togliere il logo che ti costava niente e alla Repubblica (oh yes, “delle idee”) gli dai l’Expo da sponsor e logo fisso a un costo secretato, epperò, ha scritto il ben informato Gianni Barbacetto, «una fonte interna al gruppo Espresso-Repubblica fa sapere che i principali sponsor dell’iniziativa pagano attorno ai 500 mila euro»? Cinquecentomila cocuzze (secretate) per dare il logo alla romana Rep e neanche un buffetto alla stampa milanese proletaria? Vabbè, provo l’acquisto internet. Purtroppo anche qui il sistema manipulito mi dà buca. Impallato. E siamo al 30 aprile. Ho ancora lo sconto. Domani, 1 maggio, giorno di Renzi e delle Frecce tricolore, i biglietti saliranno a minimo 35 euro. Mi tocca correre al primo rivenditore autorizzato. Via Melchiorre Gioia 139, agenzia turistica cinese. È un attimo. E sono 41 euro per me e il figliolo.


La preghiera del Mattino
Papa Francesco: «La strada martiriale dei cristiani» Redazione

Società

Cosa rimane di Expo se togli le prediche su madre terra e le fregnacce sulle multinazionali. Un giro tra i padiglioni
Invia per Email Stampa
maggio 11, 2015 Luigi Amicone

Entrare nel grande tempio del rito “bio” e scoprire che nessuno qui è venuto per menarla sull’impatto zero, ma per piazzare prodotti tipici e pacchetti turistici

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Premetto che sono un patriota e spero che Expo porti fortuna, vagonate di turisti, dané, un gran giro di ottimi e plurimi affari, a Milano e all’Italia intera. Giuro che non voglio affamare, ma “Nutrire il pianeta”. Non sono per la tristanzuolità dilagante e, anzi, aspiro con tutte le fibre del mio essere a “Energia per la vita”. Però, in questo abbrivio di Expo 2015, chi per un verso, chi per l’altro, mi sembra stia dando un po’ i numeri. 250 mila presenti all’inaugurazione. Boom. «Ventimila cittadini con guanti e spugne per pulire Milano». Ma dai. «Mattarella ammirato». E vabbè. «Pisapia: ribellione contro i soprusi». Ma se li avevi appena difesi i centri sociali, un pugno di vecchietti fermi agli anni Settanta e un mazzo di figli di papà. Black bloc? E “de che”, se li conoscono tutti quel centinaio del parco giochi che si travestono e si svestono sotto la protezione del corteo?

A proposito. Avete visto l’incappucciato divenuto famoso ai microfoni Tgcom e di cui il padre ha detto, «non è un violento, è solo un pirla»? Intanto è difficile comprendere la ragione di un microfono messo sotto il naso di uno così allampanato che per articolare un pensiero e aprir bocca avrebbe avuto bisogno di un paio di mesi di ossigenazione mentale. «Io ho guardato soltanto. Però, volevo avere anch’io una mazza per spaccare tutto». E il giornalista gli domanda pure, «ma bruciare una banca non è esagerato?». Oh yes. «Ma che cavolo, se non bruci una banca che è il simbolo della ricchezza, minchia! Ci sta!». E il giornalista fantastico, «per favore, non dica le parolacce». E il mancato spaccatutto ridiventa un puffo pirlone, «ah sì, cioè scusa, non volevo esprimermi così». Questa sarebbe la fauna e questo il circo mediatico. Resta che lo spettacolo delle devastazioni in un paio di vie centralissime di Milano non è stato affatto gradevole. Sia per l’automobilista Luigi che Franco Bechis ha rappresentato come lettore di Libero che rischiando di far da torcia umana ha salvato dalle molotov la sua Honda Civic del 1997. Sia, tanto più, per le frotte di stranieri che al botteghino dicono aver già acquistato 11 milioni di biglietti per visitare Expo.

expo-tempi-copertinaAdesso io non voglio passare per “disfattista”. Né essere accusato di “intelligenza col nemico”. Però nell’ultimo week-end la propaganda alleata le ha sparate un po’ grosse. Anche a me che l’Expo l’ho visitato col mio pargolo Giovanni, 13 anni. E che volevamo scrivere un pezzo propagandistico alleato (“L’esposizione vista con gli occhi di un bambino”) e ci è toccato scarpinare, domenica 3 maggio, avanti e indietro per il chilometro e mezzo del decumano e per trecentocinquanta metri del cardo, in una giornata uggiosa, piovigginosa, grigia, senza neanche un rivolo di folla ai cancelli. Attenzione, “l’albero della vita” va gustato esclusivamente di sera, quando è bello illuminato come un albero di Natale. Mentre di giorno, specie se bigio come il nostro, l’Albero è pochezza (giusto per non dire altro in rima) che ti stringe il cuore e lascia pensare che facevano più bella figura se ci mettevano la torre Tim di Rozzano. A occhio (che mi son fatto ai Meeting di Rimini) ci saranno stati massimo 10 mila visitatori il 3 maggio. Ma una cosa alla volta.

Usa la metro, non i parcheggi
Dunque, il 19 aprile scorso siamo stati invitati alla inaugurazione della “Nuova Casa Massonica di Milano”. Pardon. Ho preso il file sbagliato. Dicevo, il 29 aprile scorso siamo stati invitati a metterci in contatto con gli uffici stampa di Expo per ottenere un accredito stampa. Voi direte, bel portoghese, mentre noi comuni cittadini a pagare minimo 35 euro. Un momento. Ho la spiega. A parte il fatto che l’accredito stampa è di prassi, noi non visitiamo una manifestazione, noi combattiamo per la patria, diamo i numeri ed esaltiamo l’opera che tanto sacrificio costò alla Nazione (e al diavolo i gufi, come dice Matteo). Punto secondo: vuoi mettere cosa costa a Expo regalare a Tempi un biglietto per scrivere tutto il bene possibile a soli 32 euro, quando Expo ha fatto colare il grasso di un «budget da 55 milioni di euro, ma solo 5 alle testate straniere – scriveva ancora a novembre il Fatto quotidiano – di cui tracciabili al momento ne risultano solo 12,4 milioni, cioè il 22 per cento circa»? Voglio dire che per 2 milioni di euro, quanti ne ha presi Fondazione Feltrinelli per articolare in compagnia del filosofo Salvatore Veca un profondo scientifico pensiero e una profondissima etica Carta di Milano, la Fondazione Tempi ci faceva l’Enciclopedia Treccani. Ecco, un biglietto a Tempi no (ma tra sei mesi sarà bello spulciare il bilancio e vedere se e come i nostri valenti supercommissari hanno fatto caso ai soldi che sono girati, e non soltanto in ambito laterizi&costruzioni).

Comunque sia, siamo ancora qui in attesa di un gentile riscontro da parte di Expo. Saremo mica svizzeri o ungheresi, noi qui che non ci si è filati nessuno. Super poteri a Giuseppe Sala. Il leone che appena la Repubblica diede (per quindici giorni di fila) di «convegno omofobo» a un incontro sulla famiglia organizzato da Regione Lombardia, s’è subito allineato: «Non abbiamo mai autorizzato l’utilizzo del logo di Expo per quel convegno. Abbiamo chiesto a Regione di togliere il logo». Perbacco, commissario unico Sala, a un convegno sulla famiglia gli volevi togliere il logo che ti costava niente e alla Repubblica (oh yes, “delle idee”) gli dai l’Expo da sponsor e logo fisso a un costo secretato, epperò, ha scritto il ben informato Gianni Barbacetto, «una fonte interna al gruppo Espresso-Repubblica fa sapere che i principali sponsor dell’iniziativa pagano attorno ai 500 mila euro»? Cinquecentomila cocuzze (secretate) per dare il logo alla romana Rep e neanche un buffetto alla stampa milanese proletaria? Vabbè, provo l’acquisto internet. Purtroppo anche qui il sistema manipulito mi dà buca. Impallato. E siamo al 30 aprile. Ho ancora lo sconto. Domani, 1 maggio, giorno di Renzi e delle Frecce tricolore, i biglietti saliranno a minimo 35 euro. Mi tocca correre al primo rivenditore autorizzato. Via Melchiorre Gioia 139, agenzia turistica cinese. È un attimo. E sono 41 euro per me e il figliolo.

Immagine

Divinus Halitus?
Devo però ammettere che il viaggio Monza-Rho Fiera è stato meraviglioso (lasciate perdere i parcheggi in fiera, sono 12 euro minimo). Lascio la Micra a una fermata di metro rossa e con l’efficiente mezzo Atm alle 10 in punto siamo all’entrata ovest. Nessuna fila ai metal detector. Lunga passeggiata sul cavalcavia. E infine eccoci al padiglione zero, “cattedrale” che vorrebbe informare di sé lo spirito di questa edizione Expo. Lì per lì parrebbe una di quelle chiese bruttine di periferia. Un immenso hangar ingraziosito dalla fattura in legno (frutto di riciclo o di disboscamento di “madre terra?”).

E qui lascio descrivere al Corriere della Sera, che con quel che ha incassato in inserzioni Expo ha spiegato benissimo la cosa divina firmata dal direttore artistico Davide Rampello. «Si staglia appena superati i tornelli dell’ingresso di Expo 2015: ti accoglie la grande scritta Divinus Halitus Terrae e il simbolo di tutto l’allestimento, una piccolissima terracotta proveniente dal museo egizio, la prima immagine dell’uomo al centro del mondo che risale a 6.500 anni fa, visibile all’interno del padiglione. Sono 12 stanze con il principale scopo di trasmettere emozioni. E l’emozione girando per il padiglione zero è garantita. A dare il benvenuto il film di Martone, Pastorale cilentana. Sedici minuti senza una parola ma con un audio che dice tutto per raccontare sul più grande schermo del mondo (21×50) la caccia, la pesca, l’agricoltura e l’allevamento attraverso le storie recuperate nell’archivio del mondo, la memoria. Hanno lavorato i migliori ebanisti per realizzare questo archivio che è visibile ai lati dello schermo, un’infinità di cassettini in legno per contenere tutto quello che siamo, da dove veniamo. Rampello ha scritto il sogno del padiglione zero nell’agosto 2012 e oggi apre al pubblico esattamente come l’ha concepito e cullato giorno dopo giorno. C’è la casa con gli ortaggi divisi per colore, ci sono gli animali che faranno la gioia dei bambini. E ci sono più di 500 pesci appesi al soffitto: volano. Ci si chiede il perché ma basta osservare per trovare la risposta: sembra proprio una danza nell’acqua. In ogni sala ha lavorato l’eccellenza dell’Italia». Eccetera. Perché poi interviene il copyright.

Ma ecco, come per miracolo, mentre ti immagini la solfa della Divina Natura rimestata in ognuno dei 160 o quanti sono i padiglioni, capisci subito, a cominciare dallo strepitoso palazzo dell’Angola, che qui il mondo è venuto non a menare il torrone sulla Terra Madre. Ma possibilmente a piazzare prodotti e pacchetti turistici. Infatti Expo 2015, al netto delle migliaia di metri quadrati di commerciale (Eataly, Coca Cola, Cir, Vinitaly, Ferrero, Baci Perugina, Corriere della Sera, New Holland eccetera), si rivela l’Eurodisney 2015 degli enti turistici internazionali. Una goduria per gli occhi dei bambini e (un po’ meno) per le tasche dei visitatori (pavillon Brasile: un caffè 2 euro, caipirinha 10). Fatevi bene i conti e tenetevi stretti a McDonald’s (menù completo per due 17,90). #Staisereno.

Una giornata Expo (ore 10-19) non ti costerà meno di sessanta euro (viaggio, gadget e pranzo non da McDonald’s esclusi). Inoltre, valutate bene l’impresa, lo dico a voi giovani e giovanissimi lombardi: se lo visitate tra le 19 e le 23 vi costa solo 5 euro, non troverete code nei padiglioni e vi farete una bella serata in compagnia. Però, sia che cerchiate “cultura”, dunque teatri e spettacoli; sia belle ragazze in qualche ristorantino etnico o a Eataly, il cinquantone in tasca non deve mancare. Altrimenti portatevi la schiscetta e fatevi un giretto equosolidale in quelle specie di container di seconda fila, rispetto ai padiglioni di prima categoria sparsi lungo il decumano, dove sono stati relegati paesi minuscoli come Vanuatu e Timor Est. Ma anche importanti come Myanmar e Venezuela.

Dunque, eravamo al padiglione zero, cattedrale della Divina Terra. Grandi filmati alla National Geographic e grandi illusioni su coltivazioni che sarebbero ecosostenibili se solo non fossero la rappresentazione dello zero virgola di come funziona l’agricoltura nel mondo. Una volta un grande agronomo ci spiegò cosa succederebbe se, poniamo, un bel giorno i cinesi decidessero di mangiare un pollo in più. «Se non ci fossero gli Ogm – ci disse il professor Salamini – si dovrebbe deforestare mezzo pianeta per coltivare quanto basta per dare il pollo in più al cinese».

I piatti dell’Angola
Al padiglione dell’Alito Divino la realtà esiste come in un immaginario agropastorale arcadico. Vanno forte i “gruppi di pastori per una gestione sostenibile dei pascoli della Mongolia”. I boschi di nocciole ecocompatibili della Turchia. Gli uliveti dell’isola di Lesbo. La vite di Lanzarote. Insomma tutto il naif che si può concedere la minoranza della minoranza degli europei ricchi e palestrati. Meglio buttarsi subito sull’Angola e sui suoi piatti di pesce cucinato in tutte le salse. Performance di danze tribali e uomini di colore in carne come non se ne vedono in quelle immagini di Africa al padiglione Santa Sede. Bambini denutriti e pannelli che hanno come parole chiave di lettura del mondo “conflitti-discriminazione-corruzione…”.

«Papà, facciamo un giro in Gran Bretagna?». Preferisco un salto in Colombia, dove trionfano colori, frutta, sole, aria e la schiumosa vita caraibica. Trovo strano che le code più lunghe siano per vedere Emirati Arabi e Germania. Ma non è strano che gli Stati Uniti non se li fili nessuno: hanno portato in fiera solo i cartoni animati di come gli americani usano il barbecue e video in cui Obama e la sua dolce Michelle ci ammaestrano sul futuro democratico del pianeta e l’importanza dell’educazione alimentare per l’infanzia. Occorre schivare gli importuni di Save the Children (che vogliono salvare i bambini, secondo la notizia riportata da Pro-Vita, «collaborando con Planned Parenthood, esortando le donne a fare meno figli e considerando come opzione caldeggiata l’interruzione di gravidanza») e infilarsi nel padiglione di Coca Cola. Del Brasile non c’è granché, tranne l’enorme rete elastica che fa la gioia dei bimbi e il rischio di caviglia distorta alla signora in tacco a spillo.

Dirò che piacevoli sorprese riservano paesi minuscoli e musulmani come Bahrain e, soprattutto Oman. Nel primo trovi una varietà sperticata e ben presentata di alberi e vegetazione impiantati in fazzoletti di deserto. Dell’Oman colpiscono le coltivazioni inerpicate sulla roccia, quella della rosa su tutte. E poi è l’unico paese che ha il coraggio di citare la parola (pare vietatissima a Expo) “Dio”. Sua maestà il sultano Qaboos bin Said insegna che «di tutti i doni con cui Dio ci ha benedetto, l’acqua è il più prezioso». E se l’Iran si è preso uno spazio ragguardevole per un’esibizione non indimenticabile dei prodotti locali, non sorprende l’intelligenza con cui Israele “vende” la “Terra santa alle tre grandi religioni” e – semplice e pura verità – il fatto che sia il paese del mondo che ha piantato più alberi nel proprio fazzolettino di sabbia.

Il laboratorio del silenzio è un’invenzione della concettuale Cekia. Mentre è areato e degustatorio (vodka non so, ma succhi di lampone a iosa) il monumentale padiglione della Russia. Saltato il Kuwait, da McDonald’s ci consigliano di non perderci l’Azerbaigian. Tutti i petroliferi vanno forte. Ma Baku, effettivamente, delizia con tre piani di squisitezze agricole e varietà paesaggistiche.

Cosa avete contro le multinazionali?
Ma che fine ha fatto il famoso messaggio della Divina Terra? Fortunatamente scopri che non c’è un paese in esposizione, tranne l’Italia (Germania e Francia non sappiamo, saltate a piè pari), che non sia venuto a Milano, non per filosofeggiare con l’indiana Vandana Shiva sull’agricoltura bio diversa o bio dinamica o bio-bio, ma per vendere la propria bella immagine e mercanzia di paese perfetto per il turista di massa. Adesso vedo che quelli che avevano lisciato il pelo alla moda cool e chic e green si ritrovano un po’ delusi dai vari Nobel per la fuffa e, appunto, dalla sunnominata Shiva. A cui Il Sole 24 Ore ha giusto destinato un titolo poco confindustriale (“Vandana Shiva sputa nel piatto Expo”), dato che la signora ha testé firmato l’appello antagonista a «non lasciare l’Expo alle multinazionali».

A parte che questa storia delle “multinazionali” è ormai una fregnaccia. A parte che il lavoro lo offrono le multinazionali e non i pascoli della Mongolia. Ma poi, che c’entrano le multinazionali con la festa delle pro loco nazionali? L’India della signora Shiva tra l’altro è assente, ospite di ripiego al padiglioncino Basmati, dedicato per l’appunto alla varietà di riso lungo. Ma poi, come si dovrebbe presentare l’India sull’altare del Divino Biologico, visto che l’agricoltura innovativa e transgenica (già, devono sfamare un miliardo e mezzo di persone, mica il conte Petrin) l’India la pratica su larga scala? E infatti all’appello di Expo mancano anche Australia e Canada, altri due giganti che con Stati Uniti e Cina, pompano Ogm e risparmiano su insetticidi e pesticidi (mentre noi, “no Ogm”, siamo qui a tagliare gli ulivi pugliesi infestati da xylella).

Volete essere nature al 100 per cento? Godetevi l’Austria, che per padiglione ha un boschetto, nebulizzatori d’acqua e tanti pannelli dove il visitatore può scrivere a pennarello bianco la sua bella idea “per salvare l’aria”. Il paese più furbo? Il Giappone. Ti ordinano in coda con la stupenda accoglienza delle belle damigelle nipponiche. Ti fanno gustare il “viaggio verso la diversità armoniosa”. Le risaie che abbattono il riscaldamento globale e le cicogne che popolano le biodiversità. Ti fanno ripetere “Wa”, “armonia”, il più antico nome di quella terra, e riflettere sulla “saggia natura”. Dopo di che, ultima tappa di 9 sale, siedi al ristorante del futuro. Dove illustrano che «cucinare significa maneggiare con criterio». Segue conoscenza del vicino di tavolo e pasto virtuale molto convincente sul fatto che «si ragiona meglio a pancia piena». Infatti, all’uscita c’è il ristorante giapponese che ti aspetta.

Un mondo senza Italia?
Il palazzo Italia sembra uscito da una stampante 3D. Ma fatta la tara all’approccio “famolo strano” (non l’eccellenza esportata in tutto il mondo, ma le 20 statuine di produttori regionali di iper nicchia – quello che fa il vino come si faceva cinquemila anni fa, questa che pianta semi di cereali della preistoria) e l’ideologia catastrofista (che senso ha la sala in cui si tematizza «un mondo senza Italia»? O il video che ripesca l’alluvione di Firenze sotto il titolo “Crescita senza regole”?), il padiglione Italia si fa ammirare per la (iperclassica) celebrazione delle bellezze naturali e artistiche. Di nuovo. Predichi filosofie tantriche, ti posizioni tra gli snob della gente a cui piace la mistica green. E poi, per farti riconoscere, vivaddio, devi vendere il Belpaese dei borghi e dell’arte medievale. La cucina, il buon vino e le multinazionali Nutella, Baci Perugina e Slow Food.

Ho parlato troppo presto? Sì. All’uscita c’è una postazione di militanti ad attenderci. «Svegliatevi! Il vostro cibo è davvero sicuro?». Black bloc? No. Testimoni di Geova.

http://www.tempi.it/expo-giro-tra-i-pad ... VI7sfD0nao



_________________
Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 16/05/2015, 18:08 
[:302] [:302] [:302]

Milano, i volontari cancellano l'opera di Pao e Linda, il Comune chiede scusa

Dopo le proteste dei residenti del quartiere, e dopo gli sberleffi e le critiche sui social network, il Comune di Milano chiede scusa al writer Pao: un eccesso di zelo, quello dei volontari che, questa mattina, in via Cesariano, hanno cancellato un murales realizzato nel 2001 da Pao e da un'altra writer, Linda, mentre erano impegnati nell'iniziativa di ripulitura dei muri della città 'Bella Milano'.

"Abbiamo contattato Pao, che ha dato la sua disponibilità a realizzare un nuovo murales al posto di quello cancellato per errore dai volontari", spiegano da Palazzo Marino. Saranno contenti, così, i residenti della zona, visto che proprio con loro, quattordici anni fa, i due writer avevano deciso di abbellire i muri di una piazza allora molto trascurata

http://video.repubblica.it/edizione/mil ... 132/200184


[:297]

La gente ormai fa le cose senza usare il cervello...



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 19763
Iscritto il: 06/06/2009, 15:26
Località: VARESE
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 16/05/2015, 20:42 
rinkoglioniti
a comando..

non capiscono la differenza tra arte
e scritte tipo "viva la fika", ecc
gli dicono di cancellare
e loro cancellano
col cervello in off..

ma più che rabbia
mi fanno tristezza..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 17/05/2015, 10:20 
Cita:

Cosa avete contro le multinazionali?
Ma che fine ha fatto il famoso messaggio della Divina Terra? Fortunatamente scopri che non c’è un paese in esposizione, tranne l’Italia (Germania e Francia non sappiamo, saltate a piè pari), che non sia venuto a Milano, non per filosofeggiare con l’indiana Vandana Shiva sull’agricoltura bio diversa o bio dinamica o bio-bio, ma per vendere la propria bella immagine e mercanzia di paese perfetto per il turista di massa. Adesso vedo che quelli che avevano lisciato il pelo alla moda cool e chic e green si ritrovano un po’ delusi dai vari Nobel per la fuffa e, appunto, dalla sunnominata Shiva. A cui Il Sole 24 Ore ha giusto destinato un titolo poco confindustriale (“Vandana Shiva sputa nel piatto Expo”), dato che la signora ha testé firmato l’appello antagonista a «non lasciare l’Expo alle multinazionali».

A parte che questa storia delle “multinazionali” è ormai una fregnaccia. A parte che il lavoro lo offrono le multinazionali e non i pascoli della Mongolia. Ma poi, che c’entrano le multinazionali con la festa delle pro loco nazionali? L’India della signora Shiva tra l’altro è assente, ospite di ripiego al padiglioncino Basmati, dedicato per l’appunto alla varietà di riso lungo. Ma poi, come si dovrebbe presentare l’India sull’altare del Divino Biologico, visto che l’agricoltura innovativa e transgenica (già, devono sfamare un miliardo e mezzo di persone, mica il conte Petrin) l’India la pratica su larga scala? E infatti all’appello di Expo mancano anche Australia e Canada, altri due giganti che con Stati Uniti e Cina, pompano Ogm e risparmiano su insetticidi e pesticidi (mentre noi, “no Ogm”, siamo qui a tagliare gli ulivi pugliesi infestati da xylella).

http://www.tempi.it/expo-giro-tra-i-pad ... VI7sfD0nao


Emh.... ma si conosce il nome di questo idiota, beota, ignorante
e senza cervello che ha scritto questa specie di articolo?

Così... per curiosità....



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 

Essere Interdimensionale
Essere Interdimensionale

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 9434
Iscritto il: 03/12/2008, 18:42
Località: romagnano sesia
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 17/05/2015, 11:47 
c'è. in fondo all'articolo nel link

ciao
mauro



_________________
sono lo scuro della città di Jaffa
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: EXPO 2015 - il buon senso, questo sconosciuto
MessaggioInviato: 17/05/2015, 12:47 
mauro ha scritto:
c'è. in fondo all'articolo nel link

ciao
mauro


Nel 1994 Amicone ha fondato il settimanale Tempi, del quale ha mantenuto la direzione. Collabora per Il Foglio e Il Giornale. È uno degli intellettuali di riferimento del movimento cattolico Comunione e Liberazione. Sostiene il centro-destra e viene spesso citato come esponente dei teocon italiani.

http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Amicone

Così... giusto per inquadrare il personaggio...

[}:)]



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 359 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1 ... 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 21/06/2025, 18:39
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org