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MessaggioInviato: 07/03/2011, 15:48 
Non è stata una rivolta popolare è stato un Golpe da parte di un Generale di Gheddafi se non ho capito male.
Comunque lo dicevo io che le pal....e hai nostri politici gli servono per.....,a niente!,non capiscono un tubo.[:D]
la solita Italiuccia.[:D]


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 15:50 
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Ufologo 555 ha scritto:

Non sono cechi, sono ... di sinistra! [:246]

Attualmente i cieci si stanno dimostrando quelli di Destra. [;)]


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 16:05 
Non ne sarei così sicuro ...



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 07/03/2011, 17:08 
Benzina: l'Africa infiamma i listini
Dall'inizio della crisi per un pieno si spendono 4 euro in più.
Al Sud il rifornimento costa fino a 80 euro


05 marzo, 15:11

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 97561.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 07/03/2011, 17:14 
Petrolio, Usa pronti ad attingere alle loro riserve strategiche

L'ad dell’Enel Fulvio Conti raffredda gli animi: "Il prezzo attuale non è molto diverso rispetto agli anni ‘90 in termini reali". Ma da più parti si guarda alla possibile instabilità in Arabia Saudita


Washington, 6 marzo 2011 - Gli Stati Uniti sono pronti ad attingere alle loro riserve strategiche di petrolio per aiutare a fare calare il prezzo del greggio, salito vertiginosamente in seguito alla crisi nei paesi arabi, in particolare in Libia. Ad annunciare la decisione dell'amministrazione Obama è stato il capo dello staff della Casa Bianca Bill Daley, in un’intervista a Meeet the Press, sulla Nbc.

Il tema della sicurezza energetica e le possibili conseguenze di uno choc petrolifero sull'economia mondiale sono stati ieri al centro dell’Aspen European Dialogue, il convegno organizzato dall’istituto Aspen sul tema ‘L’Europa oltre la Ue’.

Fra i timori di un’estendersi dell’instabilità a Paesi come l’Arabia Saudita, primo produttore mondiale di greggio, e di una ricaduta nella recessione se il petrolio dovesse tornare ai livelli record del 2008 quando viaggiava a 150 dollari, l’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti ha voluto raffreddare gli animi. Il prezzo del petrolio attuale, intorno ai 100 dollari al barile, "non è molto diverso rispetto agli anni ‘90 in termini reali". Quello che è decisivo, nell’attuale congiuntura energetica, è "monitorare il costo reale del petrolio e la sua evoluzione".

E occorre - dice il manager romano - "far fronte a queste volatilita’ con minore dipendenza dal petrolio e quindi quindi con l’evoluzione di altre tecnologie: le energie rinnovabili, l’efficienza, spingere per il carbone e il nucleare in modo da avere meno dipendenza da un’unica commodity". Bene il decreto governativo sulle energie rinnovabili che toglie il limite degli 8.000 megawatt per gli incentivi - dice Conti - e dà una spinta all’efficienza.

Di fatto il fattore geopolitico e le sue implicazioni energetiche sono tornati ad essere determinanti dopo la parentesi della crisi finanziaria. "Cosa succederebbe se l’instabilità si estendesse fino all’Arabia Saudita", si chiede Mehmet Ogutcu di Bg Energy riferendosi al primo produttore mondiale di greggio. Gli risponde Edward Morse, responsabile globale della ricerca di Citigroup per il settore commodities. "Non c’è dubbio che c’è incertezza" sul Regno saudita, che presenta "molte delle caratteristiche" dei Paesi oggi in fermento ed è un regime "molto conservatore". Insomma - conclude Morse - ‘’non mi aspetterei che le sommosse libiche arrivino fino all’Arabia Saudita".

http://qn.quotidiano.net/economia/2011/ ... raba.shtml


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MessaggioInviato: 07/03/2011, 19:39 
Obama: Nato pronta a intervenire, Mosca contraria

Contraria la Russia. Maroni: operazione militare sarebbe un errore.
L'Ue congela i fondi libici


07 marzo, 19:19

Continua>>>>
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 70705.html



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MessaggioInviato: 07/03/2011, 20:55 
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Ufologo 555 ha scritto:

Non ne sarei così sicuro ...



Staremo a vedere.


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MessaggioInviato: 08/03/2011, 09:41 
http://www.repubblica.it/esteri/2011/03 ... -13306338/

Dall'altra le notizie sui tentativi di negoziato del regime di Muammar Gheddafi. Mentre la Casa Bianca e la Nato si preparano a un intervento militare, dalla Libia continuano ad arrivare informazioni contrastanti. Fino a quella, data da Al Jazeera senza fornire particolari, di un'offerta fatta dal colonnello agli insorti tramite il suo ex primo ministro Jadallah Azzouz Talhi: convocare il Congresso del popolo (Parlamento) per definire le sue dimissioni con una serie di garanzie, a cominciare da un salvacondotto per lui e la sua famiglia, e trasferire il potere a un comitato formato dallo stesso Congresso.

onestamente..
vi sembra credibile che gheddafi
chieda pieta` agli insorti ?

anzi io avevo sentito (e letto)
nei giorni scorsi l`esatto contrario..
salvacondotto ai capi rivoltosi in cambio
cessazione ostilita`..

a me pare un goffo tentativo di
dare credibilita` a un entita` ectoplasmatica
quale il comitato di liberazione vattelapesca..


Ultima modifica di mik.300 il 08/03/2011, 09:45, modificato 1 volta in totale.


_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 08/03/2011, 09:56 
Cita:
mik.300 ha scritto:

http://www.repubblica.it/esteri/2011/03 ... -13306338/

Dall'altra le notizie sui tentativi di negoziato del regime di Muammar Gheddafi. Mentre la Casa Bianca e la Nato si preparano a un intervento militare, dalla Libia continuano ad arrivare informazioni contrastanti. Fino a quella, data da Al Jazeera senza fornire particolari, di un'offerta fatta dal colonnello agli insorti tramite il suo ex primo ministro Jadallah Azzouz Talhi: convocare il Congresso del popolo (Parlamento) per definire le sue dimissioni con una serie di garanzie, a cominciare da un salvacondotto per lui e la sua famiglia, e trasferire il potere a un comitato formato dallo stesso Congresso.

onestamente..
vi sembra credibile che gheddafi
chieda pieta` agli insorti ?

anzi io avevo sentito (e letto)
nei giorni scorsi l`esatto contrario..
salvacondotto ai capi rivoltosi in cambio
cessazione ostilita`..

a me pare un goffo tentativo di
dare credibilita` a un entita` ectoplasmatica
quale il comitato di liberazione vattelapesca..



infatti..

Gheddafi, smentite voci di dimissioni 3 –
La tv di stato libica ha smentito la notizia diffusa ieri da al-Jazeera in merito all'ipotesi di un ritiro del colonnello Muammar Gheddafi. Secondo l'emittente, il leader libico avrebbe cercato un'intesa con gli insorti per ottenere l'immunità in cambio dell'esilio

anzi..

Gheddafi pronto a minare i pozzi petroliferi di Sirte 4 –
La forze fedeli al regime di Muammar Gheddafi si preparano a minare la zona che circonda la città di Sirte e i giacimenti di petrolio di quell'area. Lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya

gheddafi e` matto,
ma non scemo..
minare i pozzi,
per di piu` a casa sua (sirte)
le mine ce le mettono i rivoltosi esagitati,
per vendicarsi..
e dare la colpa al governo.
questi poveracci,
pompati dai media occidentali,
stanno alla canna del gas..


Ultima modifica di mik.300 il 08/03/2011, 09:57, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 08/03/2011, 11:21 
Il mondo applaude mentre la CIA affonda la Libia nel caos

Immagine

mar 7th, 2011

Fonte: http://globalresearch.ca/PrintArticle.p ... leId=23474
Traduzione: http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... -nel-caos/

Com’era la Libia sotto il governo di Gheddafi? Quanto male ha fatto al popolo? Erano così oppressi così come noi, oggi, accettiamo comunemente come un dato di fatto? Guardiamo ai fatti per un momento.

Prima che il caos scoppiasse, la Libia aveva un tasso di carcerazione inferiore alla Repubblica ceca. Era classificata 61ma. La Libia ha il più basso tasso di mortalità infantile di tutta l’Africa. La Libia aveva la speranza di vita più alta di tutta l’Africa, meno del 5% della popolazione era denutrita. In risposta ai rincari dei prodotti alimentari in tutto il mondo, il governo della Libia ha abolito TUTTE le tasse sul cibo.

Il popolo in Libia era ricco. La Libia aveva il più alto prodotto interno lordo (PIL) a parità di potere d’acquisto (PPA) pro capite, di tutta l’Africa. Il governo ha avuto cura di garantire che tutti, nel paese, condividessero la ricchezza. La Libia aveva il più alto indice di sviluppo umano di qualsiasi paese del continente. La ricchezza è stata distribuita equamente. In Libia c’era una percentuale di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà, inferiore ai Paesi Bassi.

Come fa la Libia ad essere così ricca? La risposta è il petrolio. Il paese ha parecchio petrolio, e non consente alle multinazionali straniere di rubarle le risorse mentre la popolazione muore di fame, a differenza di paesi come la Nigeria, un paese che è sostanzialmente gestito dalla Shell. Come ogni altro paese, la Libia soffre di un governo con burocrati corrotti che cercano di ottenere una porzione più grande della torta, a danno di tutti gli altri. In risposta a ciò, Gheddafi ha chiesto che le entrate del petrolio fossero distribuite direttamente al popolo, perché, a suo avviso, il governo non considerava il popolo. Tuttavia, a differenza delle dichiarazioni degli articoli, Gheddafi non è il presidente della Libia. In realtà, non occupa alcuna posizione ufficiale del governo. Questo è il grande errore che le persone fanno. Parlano del dominio di Gheddafi sulla Libia, quando in realtà non c’è, la sua posizione è più o meno cerimoniale. Deve essere paragonato ad uno dei padri fondatori.

Il vero leader della Libia è un primo ministro eletto indirettamente. L’attuale primo ministro è Baghdadi Mahmudi. Definire Gheddafi il leader della Libia, è come dire che Akihito (l’imperatore, NdT) è il leader del Giappone. Contrariamente a quanto i media indicano, le opinioni in Libia variano. Alcune persone supportano Gheddafi, ma non vogliono Mahmudi. Altri non vogliono entrambi. Molti vogliono solo vivere la loro vita in pace. Tuttavia, ci si sforza nel delineare una rivolta popolare contro il presunto leader della Libia, Gheddafi, quando in realtà egli è solo l’architetto del sistema politica corrente della Libia, una miscela di pan-arabismo, socialismo e governo islamico.

Mentre parliamo, i video delle proteste pro-Gheddafi stanno scomparendo da Youtube. “Pro Gaddafi Anti Baghdadi Mahmudi demonstrations“ è andato. “Pro Gaddafi protests in front of Libyan embassy London“ c’è ancora. YouTube normalmente cancella tutti i video contenenti sangue, tranne nel caso della Libia. Vedere i libici che non saltano sul carro del vincitore e vanno nelle strade per sostenere Gheddafi è per i telespettatori apparentemente più traumatizzante che vedere corpi massacrati.

I manifestanti in Libia sono paragonabili ai manifestanti in Egitto e in Tunisia? Niente affatto. La reazione del governo è più violenta, e ovviamente la violenza eccessiva viene utilizzata. Tuttavia guardiamo per un momento le azioni dei manifestanti. L’edificio del Congresso generale del popolo, il parlamento della Libia, è stato incendiato da manifestanti arrabbiati. Questo è paragonabile a dei manifestanti che incendiano Capitol Hill negli USA. Pensate anche solo per un momento che il governo degli Stati Uniti starebbe seduto a guardare i manifestanti incendiare il Campidoglio?

I disordini di oggi non sono opera di giovani secolarizzati che desiderano il cambiamento, o qualcosa di simile a ciò che si è visto in Egitto e Tunisia. Un gruppo che si fa chiamare “Emirato islamico di Barka“, l’antico nome della parte nord-occidentale della Libia, detiene numerosi ostaggi, e ha ucciso due poliziotti. Questo non è uno sviluppo recente. Venerdì 18 febbraio, il gruppo ha rubato 70 veicoli militari dopo aver attaccato un porto e ucciso quattro soldati. Purtroppo, un colonnello si è unito al gruppo e ha fornito loro altre armi. La rivolta è scoppiata nella città orientale di Bengasi. Il Ministro degli Esteri italiano ha sollevato le sue paure su un emirato islamico di Bengasi che si dichiari indipendente.
La risposta è che gli stessi gruppi che gli Stati Uniti hanno finanziato per decenni, stanno ora cercando la loro occasione per ottenere il controllo della nazione. Un gruppo recentemente arrestato in Libia, era composto da decine di cittadini stranieri coinvolti in numerosi atti di saccheggio e di sabotaggio. Il governo libico non ha potuto escludere collegamenti con Israele.

La Gran Bretagna ha finanziato una cellula di Al Qaeda in Libia, nel tentativo di assassinare Gheddafi. Il principale gruppo di opposizione in Libia è oggi il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia. Questo gruppo di opposizione è finanziato dall’Arabia Saudita, dalla CIA, e dall’intelligence francese. Questo gruppo si è unito con altri gruppi di opposizione per diventare la Conferenza Nazionale dell’opposizione libica. E’ stata quest’organizzazione che ha fatto appello alla “Giornata della rabbia“, la quale ha fatto precipitare nel caos la Libia, il 17 febbraio scorso. Lo ha fatto a Bengasi, una città conservatrice che si è sempre opposta al governo di Gheddafi. Va notato che il Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia è ben armato. Nel 1996 il gruppo ha cercato di scatenare una rivoluzione nella parte orientale della Libia. Ha usato il Libyan National Army, la divisione armata del NFSL, per iniziare questa rivolta fallimentare.

Perché gli Stati Uniti si oppongono a Gheddafi? E’ la principale minaccia all’egemonia statunitense in Africa, poiché tenta di unire il continente contro gli Stati Uniti. Questo concetto si chiama Stati Uniti d’Africa. In effetti, Gheddafi possiede idee totalmente contrarie agli interessi degli Stati Uniti. Egli accusa il governo degli Stati Uniti della creazione dell’HIV. Sostiene che Israele è dietro l’assassinio di Martin Luther King e del presidente John. F. Kennedy. Dice che i dirottatori del 9/11 furono addestrati negli Stati Uniti. Ha anche invitato i libici a donare sangue per gli statunitensi dopo l’11 settembre. Gheddafi è anche l’ultimo di una generazione di rivoluzionari socialisti moderati pan-arabi ancora al potere, dopo che Nasser e Hussein sono stati eliminati, e la Siria si è allineata con l’Iran.

Gli Stati Uniti e Israele, però, non hanno alcun interesse in un mondo arabo forte. In realtà sembra elementare che il piano sia mettere in ginocchio la Libia attraverso il caos e l’anarchia. Alla fine del 2010, il Regno Unito ancora puntellava il governo libico attraverso una lucrosa vendita di armi. Nulla è una garanzia migliore per distruggere la Libia, di una sanguinosa guerra civile. Il sistema tribale, il quale è ancora forte in Libia, è utile da sfruttare per poter generare una guerra, nella misura in cui la Libia è stata storicamente divisa in vari gruppi tribali.

Anche per questo motivo il governo libico risponde importando mercenari. Le appartenenze tribali vengono prima della fedeltà al governo, soprattutto a Bengasi, e quindi il governo centrale non ha più alcun controllo sulla parte orientale del paese. L’alternativa ai mercenari è un conflitto tra i vari gruppi etnici. Gheddafi ha cercato per 41 anni di rendere il Paese più omogeneo, ma i gruppi di opposizione finanziati dall’estero spingeranno il paese, in poco più di un paio di giorni, a ritornare al 19° secolo, prima che la regione venisse conquistata e unificata dagli europei. La violenza è davvero eccessiva, ma tutti sembrano dimenticare che la situazione non è la stessa in Tunisia ed Egitto. I legami tribali svolgono un ruolo molto importante, e quindi il conflitto sarà purtroppo più sanguinoso.
Si ricordi in ogni momento che la violenta guerra civile libica che si dispiega, non è paragonabile alle rivoluzioni viste in Tunisia e in Egitto. Entrambe queste rivoluzioni hanno coinvolto manifestanti pacifici che soffrivano per la povertà, in opposizione ai loro governi corrotti. Il caos in Libia è costituito da una miscela di conflitti tribali, conflitti per le entrate petrolifere (dal momento che la maggior parte del petrolio si torva a est del paese), degli islamisti radicali contro il sistema di governo di Gheddafi, e di destabilizzazione dall’esterno da parte di gruppi di esiliati finanziati dall’occidente.

Gheddafi ha preso il potere 41 anni fa con un colpo di stato senza spargimento di sangue da un monarca malato e assente per cure mediche. La sua ideologia si basa sulla unificazione e ha tentato di unire pacificamente il suo paese con l’Egitto e la Siria. Ci vorrebbe un miracolo affinché la violenza in atto porti a un unico governo democratico stabile in Libia, con il pieno controllo su tutto il paese. Il paese è grande più del doppio del Pakistan, ma ha 6 milioni di abitanti. Deserti senza fine separano molte delle città della nazione. Semmai dovremmo chiederci quante nazioni saranno frantumate nei prossimi mesi, mentre il mondo applaude.

Fonte: http://globalresearch.ca/PrintArticle.p ... leId=23474



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MessaggioInviato: 08/03/2011, 14:02 
Libia: Maroni, rischio guerra mondiale

Ministro, azione militare Usa coalizzerebbe altri Stati arabi

08 marzo, 12:15

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 14551.html

(ANSA) - ROMA, 8 MAR - ''Non mi preoccupa il presidente Obama quanto certi guerrafondai che non si rendono conto di come un intervento militare significherebbe la terza guerra mondiale''.

Lo afferma il ministro dell'Interno, a a La Padania, sulla crisi libica. ''Un'azione militare forte, in particolare da parte degli Usa - spiega Maroni - non farebbe che coalizzare gli altri Stati arabi, con conseguenze devastanti. Io eviterei in tutti i modi questa strada puntando su altre opzioni come un novo piano Marshall''.



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Per me potrebbe scoppiare con l'Arabia Saudita, non con altre nazioni.



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MessaggioInviato: 08/03/2011, 16:28 
Aperto sito web del Consiglio nazionale libico 33 –
Il Consiglio nazionale istituito dagli Insorti a Bengasi ha aperto un sito web: http://www.Ntclibya.Org. Una "finestra ufficiale per comunicare all'estero" gli sviluppi delle rivolte antiregime in atto nel territorio libico, si legge nel comunicato di presentazione del portale online rivoluzionario."In questo momento storico per la Libia ci troviamo davanti a due soluzioni: o raggiungere la libertà o essere ridotti in schiavitù dal tiranno muammar gheddafi

capito?

ragazzi,
oggi e` tutto virtuale..

prendi mille straccioni esagitati,
li armi, fai fare loro piu` casino possibile,
il governo ufficiale reagisce,
poi fai nominare comitato vattelapesca,
che chiede santi bombardamenti a supporto,
(morti civili ? danni collaterali..)
una MAREA DI BALLE a corredo,
e il paese-TARGET e` bello che servito..
PUO` SUCCEDERE A CHIUNQUE..

goebbels sarebbe stato fiero di tutto cio`..


Ultima modifica di mik.300 il 08/03/2011, 16:30, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
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Allora facciamo come con la ex Jugoslavia: lasciamoli scannare per una decina d'anni ...
Cosa consiglieresti?



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Ufologo 555 ha scritto:

Allora facciamo come con la ex Jugoslavia: lasciamoli scannare per una decina d'anni ...
Cosa consiglieresti?


ma che c`entra?
li` c`erano diversita` culturali..
qui sono solo insorti e basta..
per di piu` anarcoidi..
poveracci che vanno allo sbaraglio,
fiduciosi dell`intervento straniero..
senza le spalle coperte da obama,
ecc. ecc.
non sarebbe successo nulla..
i colpevoli siamo NOI..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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