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MessaggioInviato: 02/01/2014, 17:51 
Beh, basterebbe convincere la metà dell'area del non voto e la metà di quelli 'gialli' per avere una schiacciante maggioranza.

Con buona pace degli "indottrinati" del centro e del centro-sinistra per i quali ormai non c'è più speranza di rinsavimento... vorrei tanto capire cosa si aspettano dai loro partiti!

[8]



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MessaggioInviato: 08/01/2014, 18:58 
Gli economisti anti-euro contro il referendum proposto da Grillo

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Gli economisti anti-euro chiedono al Movimento 5 Stelle di non tergiversare con referendum: una posizione più che condivisibile, anche perché nella situazione attuale, con la maggioranza dei cittadini che, condizionati e manipolati dai mass media non hanno ben presenti le VERE cause della crisi, e con la martellante propaganda di PD-PDL-centro montiano, il referendum sarebbe un FLOP e legittimerebbe definitivamente l'euro.

Non si può fare un referendum per decidere "se lasciarci uccidere o no", sopratutto se la maggioranza degli elettori, a causa della manipolazione mediatica, confondono il serial killer (l'euro) per un salvatore della patria...
Staff nocensura.com

CONTINUAAAAAA>>>>>>
http://www.nocensura.com/2014/01/gli-ec ... ro-il.html



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 11/01/2014, 10:58 
Quale Partito è più Contro l’Euro
(cioè Cosa Devi Votare se Vuoi Tornare alla Lira)


http://www.rischiocalcolato.it/2014/01/ ... -lira.html

Dunque ci stiamo avvicinando alle elezioni europee, tornata elettorale che prevede un sistema elettorale che è (link http://leg16.camera.it/561?appro=856):

- Strettamente proporzionale
- Con indicazione facoltativa del nome di fino a 3 candidati preferiti (preferenze multiple)
- Sbarramento al 4%

Il Problema delle Liste elettorali (link http://www.movimentonaturalista.it/?p=551): una delle difficoltà quasi insormontabili per i piccoli partiti che NON hanno rappresentanti eletti con l’attuale simblo nell’attuale Parlamento Europeo e/o in quello Nazionale è quello dalla raccolta delle firme. Ce ne vogliono da 30.000 a 35.000 per ognuna delle 5 circoscrizioni europee in italia. Il che significa che ci si può presentare anche solo in una di queste circoscrizioni. (non sono riuscito a capire se ad esempio, l’NCD dovrà raccogliere le firme per presentarsi, a me pare di si ma se qualcuno è più esperto sarei felice di essere corretto)

In sostanza, e visto che i seggi da spartirsi per l’Italia nel parlamento europeo sono 72, a Bruxelles ci arriveranno solo esponenti di partiti di un certo livello.

E ora vediamo cosa prevede il menu per l’EURO, ho fatto uno schema con le relative posizioni su Europa, Euro e la credibilità di ciascun partito nel fare seguito a quanto promesso; La voce “credibilità” è da mettere in relazione alle posizioni pubbliche su Euro e Europa, non come dato generale

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Non credo che nessun altro partito riuscirà ad eleggere rappresentanti e tra questi ho molti dubbi sia su Scelta Civica che su NCD, sarei stupito se questi due partiti riuscissero a prendere il 4% su base nazionale.

Il partito che sulla carta, è più Euro Scettico e si presenterà alle elezioni europee con qualche chances di farcela è la Lega Nord, ma va rilevato che le posizioni Euro scettiche della Lega sono una novità assoluta che puzza di mera propaganda. Ad esempio non si ricordano interventi rilevanti al Parlamento Europeo di Matteo Salvini (Eurodeputato da anni) contro le moneta unica. ne si ricordano azioni paralamentari leghiste (quando la Lega era al potere) negli ultimi 20 anni che avrebbero potuto mettere in crisi la ratifica dei trattati europei.

Dopo la Lega viene il M5S, che ha posizioni meno radicali sull’uscita dell’Italia dall’Euro (vuole un referendum) ma un capitale di maggiore credibilità nell’essere conseguente alle promesse elettorali.

Tutto il resto, di fatto è pro Euro e pro Europa.



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MessaggioInviato: 12/01/2014, 20:46 
La censura medievale sull’Euro e il terrore del Pd

Domenico Alessandro Mascialino

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... re-del-pd/

È sempre divertente vedere come un tema scomodo venga scandalosamente censurato anche da giornali che affermano di voler dire “ciò che gli altri non dicono”.

Un tema esemplare ne è l’Euro: questo mostro immondo che ci è stato spacciato come un grande progetto per unire i popoli europei, e che ha finito per devastare i Paesi del sud e mettere quegli stessi popoli gli uni contro gli altri.

Adesso il gioco è evidentemente scoperto: con ben sei premi Nobel per l’Economia che si sono espressi in tempi diversi contro la moneta unica (1) consigliando all’Italia di uscirne, ed economisti nostrani come Alberto Bagnai e Nino Galloni che hanno fatto dettagliate ricerche e riflessioni nello stesso senso (così come Paolo Barnard e la scuola economica Memmt), potremmo dire che ogni dubbio sulla “bontà” della moneta unica per l’Italia è fugato.

Eppure qualche ultimo giapponese (in verità più di uno) ancora insiste nel difendere il progetto Euro, censurando in tutti i modi chi si esprime contro di esso. Il principale censore è ovviamente il Partito Democratico, che da Prodi a Letta e Renzi ha sempre sostenuto lancia in resta il progetto della moneta unica e bollato di populismo/ignoranza/demagogia/follia chiunque avesse da ridire.

Ma non mancano i censori a mezzo stampa: dal Corriere fino a Repubblica e il Fatto Quotidiano è tutto un florilegio di omissioni e disinformazione, che ha il solo fine di lasciare la moneta unica nel Gotha degli argomenti intoccabili. Per la serie: si può sparlare di Letta e Napolitano, non lo si può fare dell’Euro. Del resto, sappiamo che ogni giornale dipende dai suoi amici e finanziatori per vivere, e quindi è evidente che ci siano lobby molto potenti all’opera per continuare a vendere al popolo il progetto Euro/Europeista. Per questo occorre ormai diffidare, su questo tema, da buona parte della stampa mainstream: per lo meno fino a quando il muro di gomma dell’omertà sarà perforato e si potrà liberamente criticare anche la moneta unica, dando voce ai suoi contestatori in modo imparziale.

In effetti sembra difficile bollare di populismo e ignoranza Paul Krugman, Joseph Stiglitz, Amartya Sen, Cristopher Pissarides, James Mirrlees, Milton Friedman (2), così come Alberto Bagnai e Nino Galloni, trattandoli alla stregua di qualche forcone inferocito. Si può cercare di salvare la barca che affonda solo ignorando l’argomento e censurando il dibattito: ed è esattamente ciò che il Pd e i giornali compiacenti hanno finora fatto e continuano a fare.

Il motivo di questo comportamento è chiaro, essendo il Pd il principale artefice del nostro ingresso nell’Unione Europea e nell’Eurozona. E qualche giorno fa, anche il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, ha detto chiaro e tondo che la fine dell’Euro sarebbe una “sconfitta storica per il Pd”. (3)
Resta solo da augurarsi che finalmente, in vista delle elezioni europee, il dibattito su Euro e Ue entri nel vivo, e che chi porta argomenti contro la moneta unica riceva lo stesso trattamento di chi ne è favorevole. Di fronte all’impoverimento e ai suicidi degli italiani, l’orgoglio di qualche politicante del Partito Democratico vale molto meno che zero.


P.s. Per approfondire le migliori politiche da adottare in caso di uscita dall’Euro, si consigliano “Il tramonto dell’Euro” di Alberto Bagnai (4), “Eurocidio” di Nino Galloni (5) e il “Programma di salvezza economica per l’Italia” di Paolo Barnard e Warren Mosler. (6)


Links:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... navigation
http://scenarieconomici.it/6-premi-nobe ... a-patacca/
http://www.youtube.com/watch?v=cpSKJSUhYvA
http://www.basilicata5stelle.it/wp-cont ... lleuro.pdf
http://www.eurocidio.it/?page_id=131
http://paolobarnard.info/docs/programma_memmt_orig.pdf



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MessaggioInviato: 25/01/2014, 14:18 
"oltre l’euro non c’è nessun baratro, nessuna catastrofe
irrimediabile, ma c’è soltanto un futuro che tocca a noi
riscrivere e immaginare"


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EXIT, OLTRE L’EURO: VADEMECUM PER RIPRENDERCI IL FUTURO
http://tempesta-perfetta.blogspot.it/20 ... l?spref=fb



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MessaggioInviato: 25/01/2014, 14:20 
USCITA DALL’EURO: QUANTI SOLDI CI DEVE LA BCE?
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COME DISTRUGGERE LA PROPAGANDA EURISTA IN 8 PUNTI (versione 2.0)

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A fine anni 80, quando si preparava la dissoluzione dell’ex URSS, qualcuno concepì l’EURSS al fine di poter continuare a “sguazzare” in una politica fatta di ingannatori della povera gente, inviata al macello dell’eurofollia solo per alimentare la povertà e creare una nuova immensa classe di elettori per un certo partito. Ecco, da lì in poi una lunghissima serie di bugie per ingannare la gente è stata immessa in tutti i talk-show. Oggi, grazie a ROBERTO NARDELLA di Economia5Stelle e di ARS Puglia (Associazione per la Riconquista della Sovranità) siamo qui per smontare in 8 punti tale spregiudicata e misera propaganda eurista.

GLI 8 PUNTI:

1) Il debito pubblico italiano nasce (e poi cresce e pasce) dal 1981, anno del divorzio tra min. del Tesoro e Bankitalia voluto da andreatta e accettato da c. a. ciampi, con la supervisione di spadolini e la firma d’avallo di pertini sandro, l’allora presidente della Repubblica. All’epoca il rapporto debito/PIL era pari al 58%. Da quel giorno è cresciuto al ritmo del 5,35% annuo, sino ad arrivare al 135% attuale.

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Da quel giorno l’Italia ha pagato in soli INTERESSI 3000 miliardi di euro attualizzati, ovvero, 91 miliardi l’anno. Un interesse costante del 5% ogni 14 anni raddoppia il proprio montante. L’economia italiana avrebbe dovuto crescere del 5.5% l’anno SOLO per impattare gli interessi. Per chi non lo sapesse: prima del divorzio, il min. del Tesoro e la Banca d’Italia concordavano il tasso di INTERESSE con cui vendere i titoli di stato: essi erano SEMPRE inferiori alla INFLAZIONE reale. Se le aste andavano parzialmente (o del tutto) deserte la BdI comprava tutto il pacchetto e, inoltre, accreditava gli interessi stessi al Tesoro. In pratica, la creazione di moneta avveniva PRIVA del peccato originale: il DEBITO usuraio.

2) Oggi l’Italia ha rating Standard&Poors di BBB, ad un passo da “junk” (spazzatura), nel 1998 il nostro rating era AA. Il Giappone ha rating S&P AAA, nonostante il rapporto Debito/PIL è al 235%, i loro titoli decennali pagano lo 0,70% di interessi. Lo Yen si è svalutato del 30% negli ultimi 6 mesi e sono alla ricerca disperata di una INFLAZIONE maggiore del 2%.

Giorno 15/01/2014, il Giappone ha emesso un bond (i nostri BTP) a 30 anni con rendimento lordo del 1,655%. Alcuni mesi fa, gli stessi BTP a 30 anni emessi dall’Italia hanno “elargito” un rendimento del 4,9%. La differenza abissale di rendimento fa capire UNIVOCAMENTE circa il rischio che si assume chi acquista i nostri BTP. In 30 anni la differenza diventa del 97,35% in più rispetto ai bond giapponesi. Un decurtamento del 30% che accuserebbero gli investitori stranieri derivante da un ritorno alla Lira, sarebbe comunque AMPIAMENTE ripagato dalla differenza di rendimento, non solo verso i titoli giapponesi ma anche verso i bond USA, tedeschi, francesi, inglesi, australiani, canadesi, norvegesi, svizzeri e di TUTTI quei Paesi che godono almeno di rating A+.

Chi si preoccupa di questo o è stolto o è in malafede. Se facessimo un paragone con una scommessa calcistica in un match Barcellona VS Atalanta, avremmo: la vittoria del Barcellona a 1,10 il pareggio a 5 e la sconfitta a 50 … quale evento immaginate si possa verificare più facilmente e a rigor di logica? Giocando ognuno si assume i propri RISCHI.

3) La Corea del sud, nel 1997 svalutò la propria moneta del 120%: in meno di 2 mesi il WON coreano passò da 800 a 1800 per ogni singolo dollaro USA. Dal 2000 ad oggi il Won coreano ha perso il 60% del suo valore. E loro che fanno? Crescono al ritmo del 3/5% l’anno. Sono i TERZI esportatori netti al mondo. L’inflazione coreana è stabilmente intorno al 3% da moltissimi anni. Sembra che i loro politici abbiano preso a modello l’Italia del boom economico, quella stessa Italia che nel 1992 svalutò la Lira del 30% e che nel 1993 ebbe inflazione calante dell’1% (da 5,5% a 4,5%): se la gente non guadagna non spende e l’inflazione scende, a prescindere da quanto tu svaluti la moneta.

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INFLAZIONE KOREA

4) Lex-monetae. E’ quella legge grazie alla quale TUTTI i debiti che NON sono espressi sotto giurisdizione anglosassone possono essere tramutati in una nuova moneta. Ad esempio, se quando avevamo la Lira avessimo voluto un’altra valuta per eliminare gli zeri in eccesso, e l’avessimo chiamata “sesterzo”, TUTTO il debito (sia nazionale che estero) sarebbe stato ridenominato in “sesterzi” per DECRETO-LEGGE. A tutt’oggi, i possessori ESTERI di debito pubblico italiano detengono il 32% del totale, ovvero € 670 miliardi ca. il debito TOTALE (privato e pubblico) denominato sotto legislazione inglese (devi ripagarlo nella stessa valuta che ti è stata prestata) ammonta al 10/12% del totale aggregato, pari a $300/350 miliardi ca. anche i mutui verranno riconvertiti, alle stesse condizioni, in nuova valuta. A meno che non siate stati così avventati ad averlo sottoscritto in sterline o dollari. TUTTO il debito sarà ripagato in nuove Lire (tranne quello assunto sotto giurisdizione inglese che sarà regolato come accordi e come legge vuole), senza dare DEFAULT (significa fallimento), neanche parziale. Gli investitori esteri non potranno fare altro che adeguarsi poiché il rischio che si sono assunti al momento della stipula era OTTIMAMENTE ripagato dai LAUTISSIMI INTERESSI.

5) Le materie prime, l’energia e il petrolio che l’Italia è costretta a comprare all’estero sono da sempre ripagati con le valute forti (dollari, marco, franchi, yen, sterline ecc.) provenienti dal nostro export e dal turismo. Dal giugno 2012 al giugno 2013 la bilancia commerciale italiana ha avuto un SURPLUS (differenza positiva tra export-import) di circa 30 miliardi di dollari. L’Italia risulta essere il QUINTO esportatore netto al mondo, dopo Cina, Germania, Corea del sud e Giappone. (Il Brasile, sesto, è a + 10 miliardi di surplus, ben lontano da noi). E’ doveroso capire come una Nazione importa da un’altra e come la paga. La camera di commercio con l’estero è nata all’uopo.

Non tutti sanno che una Nazione per comperare merce dall’estero deve prima acquistare la moneta di quello Stato in cui quel tale prodotto viene realizzato. Se vuoi comprare una Toyota nuova, ti rechi presso il concessionario, ti scegli il modello, il colore ecc, lo paghi (non importa come) e ti porti via l’auto. Pensi che sia finita qui? NOSSIGNORE, da qui comincia, e questo esempio vale per ogni singolo prodotto che importiamo/esportiamo. Lo Stato italiano, tramite la camera di commercio estera compera gli Yen necessari per pagare l’auto da me acquistata e pagata, in euro oggi e in Lire sino a prima della moneta unica europea. Lo stesso fanno i giapponesi quando acquistano una Ferrari o un abito di Armani o un etto di parmigiano.

Questo è ciò che accade miliardi di volte al giorno per le transazioni estere. Tanto più vendi prodotti all’estero e/o attrai turisti stranieri in Patria e tanto più sarà richiesta la tua moneta: il valore della tua valuta sale. Prima legge dell’economia: molta richiesta fa alzare il prezzo del prodotto. Che esso sia un’auto, un abito, un etto di parmigiano … o moneta. Altro esempio: come sappiamo le merci più richieste al mondo, tra cui spicca il petrolio, vengono contrattate in dollari USA. Per una fornitura di petrolio dal Qatar, lo Stato italiano prima deve acquistare dollari USA e poi pagherà il giusto prezzo al Qatar. Il Qatar aumenterà le sue scorte di dollari USA per il controvalore incamerato dalla vendita di quel petrolio e userà quei dollari per comperare ad es. frumento dall’Ucraina o carbone dalla Cina; se i dollari non dovessero bastare sarà costretto anche il Qatar a comperare dollari. (questo è il vero potere degli USA).

E’ abbastanza chiaro il concetto? Un SURPLUS di bilancia commerciale è SEMPRE in valuta pregiata.

Il prezzo di un litro di super, all’industria, costa 55 centesimi, il resto per arrivare a 1,7 euro sono TASSE che un quasi-Stato che non può più EMETTERE moneta è COSTRETTO ad AUMENTARE COSTANTEMENTE. Uno Stato che NON può emettere moneta NON può fare politica monetaria, ergo NON può fare politica economica, ergo Non può fare politica industriale, ergo NON può fare politica del lavoro. Uno Stato che NON bette più moneta può ESCLUSIVAMENTE TAGLIARE le SPESE.

6) L’Italia, non avendo materie prime, dai tempi di Marco Polo, Le importa, le trasforma in loco e poi le rivende a 20 volte tanto, lasciando gran parte dei margini nella filiera italiana (in salari, tasse, dividenti ecc). Questo lo si faceva molto meglio con una valuta debole piuttosto che con una forte (Giappone e Corea del sud sono lì a farcelo capire l’ennesima volta). L’interesse franco-tedesco di realizzare la moneta unica e di costringere l’Italia a farne parte scaturiva dalla paura di avere un concorrente così temibile, padrone della propria politica monetaria che veniva usata per il bene della collettività. L’Italia, nel 1985 era la QUINTA economia del mondo, ora fatichiamo enormemente a rimanere nei primi 10 posti. Nonostante la bil commerciale continua ad essere ampiamente positiva.
Ovvero, oggi in euro, come domani in Lire, continueremmo a pagare le bollette energetiche con la valuta pregiata derivante dalla bilancia commerciale: della moneta forte NON ce ne può fregare di meno. Anzi, più svaluti la moneta nazionale e più aumenterà l’export (legge di Marshall-Lerner: ad ogni punto % di svalutazione monetaria corrisponde un incremento dell’export pari a +1,7%) e più attirerai turisti con valuta pregiata, invogliati a visitare l’unicità italiana, e/o a comperare prodotti italiani, con sconti come ci fossero i saldi tutto l’anno. Nello stesso tempo, ragionando all’inverso, minori saranno le tue importazioni di prodotti realizzati dove il tuo cambio è penalizzato.

7) A quali italiani fa comodo l’euro? Alle multinazionali, alla grande industria, che approfitta della deregulation per abbassare i salari e le pretese sindacali dei dipendenti, alle industrie che hanno delocalizzato, al sistema bancario e a tutti coloro che spaventa il rischio-cambio. Compreso gli idioti che vogliono fare viaggi a eurodisney senza dover cambiare moneta.

8) Negli ultimi 35 anni siamo stati governati da una banda di criminali che ha pensato alle proprie carriere ed interessi privati. Siamo stati traditi! Traditi e svenduti al nemico.

Se ho dimenticato qualcosa di importante aggiungete pure.

Rimanendo in UE ed euro, anche se in un sol COLPO avessimo la MIGLIORE classe politica di sempre, in 10 anni avremo il DESERTO INDUSTRIALE e sociale. La Grecia è lì a ricordarcelo.

Roberto Nardella
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MessaggioInviato: 08/02/2014, 14:42 
Swiss National Bank: se l’Italia uscisse dall’euro? I rischi sarebbero molto limitati, ecco 11 motivi

Uno studio della Swiss National Bank sostiene in dei punti ben argomentati che l’Italia,a differenza di paesi come l’Argentina nel 2001 e la Spagna oggi, potrebbe attualmente benissimo uscire dall’euro senza avere troppi danni collaterali.
Danni limitati

I motivi principali di questo rischio limitato sono segnalati sul Telegraph e nella teoria dei giochi di David Woo di BoA Merrill Lynch.

Li riportiamo qui di seguito.

La Banca centrale d’Italia ha sufficienti riserve d’oro da poter evitare l’iperinflazione, se dovesse decidere di lasciare l’euro.

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Al contrario della Spagna, la posizione patrimoniale sull’estero in Italia è solo leggermente negativa, mentre quella della Spagna è negativa per il 92% del PIL.

Il debito pubblico e privato è al 260% del PIL, simile alla Germania e molto inferiore rispetto alla Francia, la Spagna o il Regno Unito (debito totale UK). Con una ricchezza privata di € 8,6 trilioni di dollari, gli italiani hanno una ricchezza pro capite maggiore rispetto ai tedeschi.

”L’elevato tasso di risparmio italiano e la ricchezza privata indicano che qualsiasi shock sui tassi al massimo ritornerebbe indietro all’economia nella forma di maggiori pagamenti agli obbligazionisti italiani.”(dal Telegraph). Dopo i programmi LTRO e OMT di quest’anno, i principali detentori del debito pubblico italiano sono le banche italiane e i risparmiatori privati.

Nell’indicatore della sostenibilità del debito a lungo termine del FMI, l’Italia è al primo posto, a 4.1, prima del 4,6 della Germania, 7,9 della Francia, 13,3 del Regno Unito, 14,3 del Giappone, e 17 degli Stati Uniti. Un approccio alternativo per la valutazione del debito a lungo termine, comprensiva del il debito implicito (come promesse pensionistiche, ecc), mostrerebbe un risultato italiano ancora migliore.

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Un forte aumento dell’interesse nominale (se ciò accadesse davvero) dopo l’uscita dell’Italia dall’euro danneggerebbe i mutuatari italiani in maniera molto minore rispetto a quelli spagnoli, perché il livello di indebitamento privato in Spagna è più alto che in Italia.

Gli stati periferici con i loro 100 milioni di persone con basso PIL pro capite non sono abbastanza rilevanti per innescare un crollo dei grandi paesi in via di sviluppo come la Cina o l’India, con 2 miliardi di persone o gli Stati Uniti, con i suoi 300 milioni di abitanti. Neanche la crisi asiatica e il default russo nel 1998, che hanno colpito circa 2 miliardi di persone, non sono riusciti a portare l’economia americana in recessione, al contrario, i prezzi del petrolio a buon mercato hanno alimentato la fiducia dei consumatori degli Stati Uniti. Sei anni dopo la crisi finanziaria, i consumatori americani sono abbastanza forti per assorbire una crisi della periferia europea, in particolare quando i prezzi del petrolio rimangono relativamente a buon mercato.

Il rischio principale rimane quello di un deficit di capitale per le banche periferiche, ma a seguito delle osservazioni formulate all’inizio, il rischio sarà limitato, almeno in Italia. L’ESM potrà avere un ruolo temporaneo nel finanziamento a breve termine di alcune banche italiane e in cambio l’Italia prometterà di non dichiarare default sul suo debito. Il debito secondo la legge italiana dovrebbe essere ridenominato in Nuove Lire al cambio del 1.999, con un conseguente haircut per i mutuatari stranieri. Il MES finalmente farà qualcosa di più utile che il finanziamento a lungo termine delle economie periferiche da parte del contribuente tedesco.

Wolfgang Münchau, editorialista del Financial Times, ha fatto presto a rispondere al problema di una potenziale uscita italiana dall’Euro nell’edizione tedesca del Der Spiegel. Il suo primo argomento è che i contribuenti tedeschi dovrebbero ricapitalizzare le banche tedesche.

L’esposizione bancaria della Germania verso l’Italia nel 2010 era solo di 36 miliardi, una piccola cifra rispetto ai rischi che la Germania ha dovuto sopportare con l’ESM. Da allora, la Deutsche Bank ha coperto la propria esposizione dell’88%, e molte banche straniere hanno scaricato le obbligazioni italiane.



Come tutti sappiamo, le banche tedesche sono riuscite a scaricare i loro "rischi PIIGS" sulla bilancia Target2, sulla Bundesbank, cioè il contribuente tedesco. Pertanto, il rischio di una ricapitalizzazione delle banche tedesche è ormai trascurabile dal punto di vista dei contribuenti tedeschi. Dopo le operazioni di LTRO 2012, i titoli di Stato più italiani sono oggi detenuti per la maggior parte da banche o famiglie italiane.

Se, secondo Münchau, l’Italia dovesse fallire, la Germania dovrebbe accettare miliardi di perdite dal sistema Target2. Il Target2 in precedenza era solo un meccanismo tecnico di compensazione tra gli Stati membri dell’area dell’euro. Grazie alla discussione, che ha iniziato Hans Werner Sinn, Münchau e il pensiero economico comune hanno accettato il fato che quando un paese lascia l’euro, le passività Target2 del paese uscente vanno in scadenza. Al fine di spaventare i lettori tedeschi, Münchau indica il caso peggiore, cioè che l’Italia non pagherà per niente i suoi debiti Target2.

Noi pensiamo che l’Italia voglia rimanere un membro della comunità internazionale, anche nel caso di un’uscita dall’euro. Quindi un approccio più realistico sarebbe quello di pensare che l’Italia ripagherà le sue passività in euro nella nuova Lira italiana.

Sulla base dello scenario di Jens Nordvig di Nomura riguardo una svalutazione della Nuova Lira del 27% in caso di un crollo dell’euro, noi stimiamo una svalutazione del 15-20% della Nuova Lira contro l’euro, nel caso di uscita dell’Italia dall’euro. A luglio 2012, l’Italia ha delle passività Target2 per 274 miliardi di euro. Se queste venissero ridenominate nella Nuova Lira, si avrebbe una perdita di 40-50 miliardi di euro per la parte della Germania, corrispondente a solo il 2% del PIL tedesco



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MessaggioInviato: 08/02/2014, 16:51 
cercano con il terrore di disinnescare la mina anti euro che monta in europa,e di cio'sono correi pure i grandi network informativi..........pensa un po che aldo grasso sul corriere della sera invita l'editore della sette a sopprimere la gabbia in quanto criticando l'euro e il quirinale e' fastidiosa.........


Ultima modifica di ubatuba il 08/02/2014, 16:52, modificato 1 volta in totale.

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Paragone contro il Corriere della Sera: "Ecco perché mi fa la guerra"

Aldo Grasso chiede a Cairo di sopprimere il programma. Risponde il conduttore: chi mette in discussione l'euro e critica il Colle è scomodo

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Se Beppe Grillo, col suo modo di fare mai vellutato, punta l’indice contro i giornalisti, si scatena l’iradiddio. Se invece lo fa Aldo Grasso, è lecito. Perché è un critico televisivo. È capitato al sottoscritto. Ieri, lo storico osservatore della tv italiana nonché ex indimenticabile direttore di RadioRai in quota Spirito Santo, ha di fatto invitato l’editore di La7 (quindi il mio editore) a sbarazzarsi al più presto di me. Testualmente: «Quando seguo La Gabbia penso a Urbano Cairo. In otto anni di presidenza del Toro (Grasso è tifoso granata. Ma di questo, io che sono un tifosaccio juventino, non ho mai fatto una colpa né a Cairo né a mia moglie, quindi nemmeno all’Aldone, nda) ha capito che per vincere qualcosa bisogna aspirare al meglio: tenersi i giocatori di talento, cercarne altri di classe, crescere giovani coltivando il loro estro». Siccome, pur avendo io grande estro non sono più un giovane, deduco che Grasso non stesse parlando di me come talento da tenere. E se uno non va tenuto, va cacciato. Andrei venduto perché varrei meno di D’Ambrosio, un giocatore passato dal Torino all’Inter per una cifra di tutto rispetto. Vabbé, deliri calciofili a parte, Grasso si crede talmente Aldissimo da infilare il naso in casa d’altri: Cairo, molla Paragone. Scaricalo, «è un populista».

Ecco lo spirito liberale del Corriere, giornale che un tempo difendeva lo spirito voltairiano per cui «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu possa esprimerla». Che Grasso voglia, debba o possa dare la vita per difendere il mio diritto di parola francamente sembra eccessivo anche a me che ho un ego assai ingombrante; diciamo che basterebbe cambiare canale e Voltaire sarebbe salvo comunque. E sarebbe salvo pure se il tuttologo si limitasse a una durissima critica del programma: in fondo lo pagano da anni per fare solo questo. Il fatto è che oltre alla critica, Grasso ci aggiunge l’edittino di via Solferino: Paragone non va tenuto, caro Cairo, Paragone va cacciato e La Gabbia va chiusa. Capito? Se un grillino brucia il libro di Augias, il club Amici degli Amici richiama pericoli e tentazioni naziste. Se invece Aldo Grasso invita un editore a chiudere un programma e cacciare un giornalista, nulla di grave. Quello si può fare.

Purtroppo per lui, Cairo è un imprenditore che guarda al sodo e il sodo - cioè lo share della Gabbia - centra perfettamente l’obiettivo dell’editore e il target commerciale della rete. È stato lo stesso a Cairo a dirlo nel bilancio di fine anno. Ecco perché l’invito a chiudere la mia trasmissione puzza di manganello e olio di ricino (che goduria poter parlare come gli amici di Augias o come la Boldrini!). La verità è che all’amico Fritz e all’allegra brigata del Corriere non va giù che stiano aumentando i megafoni del dissenso. Non va giù che la «pancia del Paese» abbia di nuovo voce. Non va giù se qualcuno osserva senza pregiudizio il movimento 5 stelle così come un tempo incuriosiva la Lega. Lo ha detto bene Enrico Mentana l’altro giorno: è una battaglia tra due posizioni culturali, quella snob salottiera e sinistrorsa da una parte e quella più movimentista e moderna dei grillini. Cos’è che non va bene a Grasso e ai Corrieristi (Battista e Polito in testa)?

Non va che qualcuno abbia intuito la pericolosità dell’austerity prima degli altri, non va che l’euro sia messo fortemente in discussione. E soprattutto non va che in televisione, in prima serata, un pessimo personaggio (il sottoscritto) «dia i voti alla Boldrini e a Napolitano»! Ecco qual è il punto: l’attacco al Palazzo più intoccabile. L’attacco a Re Giorgio. Guai a chi tocca il Capo dello Stato, guai a chi mette in discussione il suo profilo. Pigi Battista è incaricato di bastonare il Fatto Quotidiano; Aldo Grasso La Gabbia. Così, ad minchiam, come avrebbe detto il professor Scoglio. «Quando vedo La Gabbia sto male», scrive il mai rimpianto ex direttore di RadioRai in quota Spirito Santo, «perché mi dispiace non poco vedere a quali bassezze linguistiche può arrivare un programma quando si dà sfogo alla famosa pancia del Paese». Tu guarda, povero Aldone: lo infastidisce la pancia del Paese, gli muovono disturbo le storie dei lavoratori licenziati, gli dà noia l’incazzatura dei piccoli imprenditori alle prese con uno Stato sleale e folle. Ci sono imprenditori e lavoratori che arrivano a togliersi la vita, ci sono file lunghissime alle mense dei poveri, ci sono presidi senza sosta davanti a fabbriche, e Aldo Grasso è talmente imbalsamato da credere che sia una trasmissione televisiva ispirata ai peggiori bar di Caracas (meglio che al mortorio di via Solferino….) a creare scompiglio. Insomma, sarebbe la tv a generare la crisi sociale in corso.

Povero Aldo, c’è da capirlo: passare tutto il giorno davanti alla tv non aiuta. Però, va ammesso, fa bene al portafogli. Il suo.

di Gianluigi Paragone

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... erra-.html



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MessaggioInviato: 08/02/2014, 17:01 
Olanda, il piano per uscire dall'euro
Uscire dalla moneta unica potrebbe essere la ricetta giusta per far ripartire l'economia: uno studio lo dimostra. Ecco tutti i vantaggi

Uscire dall'euro? Si può. Con le elezioni europee alle porte, la campagna elettorale per i seggi di Strasburgo si annuncia infuocata. Il fronte anti-euro e i partiti euroscettici cominciano ad organizzarsi per accendere la corsa verso il voto e convincere gli elettori che mollare la moneta unica è possibile. E così in Olanda si portano avanti col lavoro. Il leader del partito di destra olandese Freedom Party, Geert Wilders ha presentato ieri uno studio economico, commissionato alla società di consulenza inglese Capital Economics, che presenta i benefici per l’Olanda rivenienti da una sua uscita non solo dall’Eurozona ma dalla Unione Europea, inserendolo dentro al programma per le elezioni europee su cui chiamerà gli elettori olandesi a votare.

I vantaggi - Lo studio di ben 157 pagine affronta i vantaggi di un’uscita dell’Olanda dall'euro-zona. I vantaggi non sono pochi. Il primo riguarda il maggior potere decisionale da parte di Amsterdam di decidere le politiche commerciali e industriali. Un elemento che di sicuro potrebbe giovare anche all'Italia, dato che dal punto di vista delle politiche economiche e industriali gli ultimi due governi, quello del Prof e di Letta che hanno sempre avallato i diktat di Berlino salvo poi rimangiarsi tutto per bocca di Napolitano. Ma uscire dall'euro, come avvertono dall'Olanda, darebbe un'autonomia monetria e soprattutto fiscale. L'Europa infatti da sempre impone agli stati membri il regime monetario che discende dalla Bce con le varie regole di Maastricht rafforzate dal Fiscal Compact. Spezzare queste catene di sicuro darebbe nuova linfa all'economia nazionale, sia in Olanda che in Italia.

I costi - Nel caso di Amsterdam è parere comune dei tecnici euroscettici che una politica monetaria molto più lasca (“looser”) rispetto a quella imposta all’Eurozona dalla leadership tedesca potrebbe mettere in moto la ripresa e la rescita. Ulteriori “guadagni”, sempre secondo lo studio Capital Economics, verrebbero sia dalla eliminazione dell’ingombrante (“cumbersome”) regolamentazione che l’UE impone alle aziende, ritenuta particolarmente inefficiente, specie se confrontata con la legislazione interna del vicino UK, sia dal risparmio sui versamenti alla UE (l’Olanda è un contributore netto), sia dall’autonoma gestione dei flussi di immigrazione. L'unico problema riguarda il costo dell'addio all'euro.

Nuova valuta - La preparazione di nuove banconote, modifiche dei sistemi informativi e di pagamento, eccetera sono stati stimati dallo 0,3 al 0,8% del PIL, prendendo come riferimento i costi dell’analoga transizione dal Gulden all’Euro nel 1999-2000, mentre gli eventuali futuri costi di transazione, legati ad avere una moneta propria variano, a seconda di diversi studi, dallo 0,1% allo 0,8% del Pil ma scenderebbero notevolmente se l’area euro rimanesse in piedi dopo l’uscita dell’Olanda. Le conclusioni dello studio sono che in caso di uscita dalla Ue l’Olanda nel 2035 avrebbe un Pil dal 10 al 13% maggiore che restando nell’attuale situazione. La ricetta del Freedom Party, nonostante sia difficle da realizzare nel breve periodo, convince gli elettori. Il partito euroscettico olandese infatti è attualmente in testa in quasi tutte le proiezioni per le Elezioni Europee, con stime che arrivano persino ad appena un seggio in meno rispetto ai partiti della attuale coalizione di governo. Se ad Amsterdam dovesse partire l'efftto domino anti-euro, la prossima tessera a cascare giù è di sicuro quella Italiana.

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... -euro.html

e' sperabile che wilders possa fare il pieno di voti,purtroppo in italia non abbiamo tali personaggi,solo dei baciamano,che abbaiano alla luna.......................[;)]


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MessaggioInviato: 08/02/2014, 17:02 
La BUFALA dei risparmi che si dimezzano se usciamo dall'euro

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=XfhUUlqlK3Q[/BBvideo]

Claudio Borghi Aquilini spiega in modo impeccabile cosa succederebbe ai nostri risparmi se l'Italia uscisse dall'euro, riprendendosi la Sovranità Monetaria e dando vita ad una Nuova Lira.



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MessaggioInviato: 08/02/2014, 18:54 
Nigel Farage: Usciamo dell'Euro e restauriamo la dignità umana.

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=TilaarKihMA[/BBvideo]



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se potessi questo lo voterei subito :)



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