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Autore: | MaxpoweR [ 26/04/2020, 13:24 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
barionu ha scritto: TOPIC DI TTE ASSSSSSSSSSSOLUTAMENTE DA LEGGERE viewtopic.php?f=43&t=20726 E CHE RIPORTO L’ACCUSA DI COMPLOTTISMO: LA “FALLACIA AD HOMINEM” PER SCREDITARE IL DISSENSO woman-3089939_1920.jpg Fonte: https://enricaperucchietti.blog/2020/04 ... 1_AOTfibGM di ENRICA PERUCCHIETTI Il pensiero unico su cui si deve assestare l’opinione pubblica è una forma di “politicamente corretto”, il più possibile allineato a quelli che sono gli obiettivi del potere. Il totalitarismo democratico ha i suoi cani da guardia, i suoi psicopoliziotti, pronti a riportare all’ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi. Il dubbio non è consentito ed è pericoloso perché può “contagiare” il resto della popolazione, portando a un calo di consenso. Il paradosso (potremmo parlare di vero e proprio bipensiero orwelliano) è che i mastini del pensiero unico, gli stessi che abbracciano la creazione di task force e che vorrebbero introdurre disegni di legge per censurare il web da fake news e teorie del complotto, sono i primi a perseguitare in modo violento, volgare e sguaiato i propri avversari, ricorrendo anche a falsità, strategie retoriche e a diffamazioni. Oggi, purtroppo, il confronto è stato abolito per lasciare spazio al cyber bullismo. Si critica giustamente il bullismo quando nel mirino finiscono gli adolescenti o le minoranze, ma poi ipocritamente lo si usa come il braccio armato del potere per “mettere in riga” chi traligna dalla retta via. Quando non si sa come attaccare il contenuto di certe ricerche si passa al bullismo vero e proprio con attacchi personali tanto vili quanto violenti o all’inserimento dei nomi dei ricercatori in liste di proscrizione. Denigrando e perseguitando chi non si allinea al pensiero unico si spera di disincentivarlo dal continuare le proprie ricerche. Sono metodi di bassa lega usati da tempo e che con l’avvento della tecnologia e dei social funzionano in modo più capillare. Mettendo pubblicamente alla gogna i ricercatori “scomodi” si introduce di fatto uno psicoreato, un reato d’opinione di orwelliana memoria. Si crea cioè un frame, una cornice negativa, con cui stigmatizzare un ricercatore e le sue teorie in modo che il biasimo collettivo lo preceda e lo segni inesorabilmente. Si diffonderanno articoli, commenti su forum per confermarne il frame e si modificheranno persino le voci su wikipedia per avvalorare la veridicità delle accuse anche qualora siano assurde. Il bullismo del potere tramite i suoi cybermastini si sta scatenando in queste settimane con il ricorso al noto argumentum ad hominem: si tratta di una fallacia o tecnica fuorviante che serve per screditare un argomento scomodo spostando l’attenzione dall’argomento della polemica, contestando non l’affermazione in oggetto, ma l’interlocutore stesso. Invece di confutare l’argomentazione che si vuole negare, si attacca così la fonte o la persona che la sostiene. Si sposta pertanto l’attenziona dalla tematica alla persona che ne parla e la divulga. Le argomentazioni ad hominem sono manovre diversive che servono a distogliere l’attenzione dall’argomentazione centrale per spostarla e focalizzarla su temi collaterali o estranei alla discussione: invece di controbattere gli argomenti dell’interlocutore lo si attacca screditandolo, minacciandolo o deridendolo. Ultimamente si usano le solite etichette per denigrare i pensatori alternativi: si crea un frame, un fermo immagine, per inserire colui che si vuole attaccare in questa cornice, magari dicendo che è un complottista o un ciarlatano. Si crea cioè una cornice, per esempio quella del “complottista”: tutto quello che vi viene fatto rientrare, vi appartenga o meno non importa, sarà visto dall’opinione pubblica come qualcosa da cui stare alla larga. Così chi viene incasellato, etichettato, in questa determinata categoria verrà considerato a priori un paranoico cospirazionista e qualunque cosa dica verrà percepito e liquidato come farneticazione. Il fatto che esistano evidenti eccessi nel campo della controinformazione non significa che tutti i ricercatori debbano essere additati e ridicolizzati come webeti e come degli squilibrati. La propaganda vuole invece rassicurare l’opinione pubblica del fatto che non sono mai esistiti e non esistono trame occulte né complotti (facilmente smentibile a livello storico) e che chi diffida della ricostruzione ufficiale di alcuni eventi allora sarà un cretino che crede ai rettiliani o alla teoria della terra piatta, e via discorrendo. Si tratta ovviamente di una tecnica per liquidare e denigrare chi si pone in modo alternativo rispetto alla propaganda e al pensiero unico, in modo da spingerlo a vergognarsi addirittura di aver osato pensare “male”, di essersi cioè macchiato di psicoreato. questa è una tecnica prettamente mafiosa, nello specifico peculiare della cosa nostra siciliana. La si usa per mettere in giro voci strane e diffamanti su una persona, solitamente su chi indaga o su chi non si "allinea" in modo da isolarlo dalla comunità e renderlo ancor più vulnerabile agli occhi della comunità stessa ma anche dei media se si tratta di personaggi pubblici. Ha un nome specifico in dialetto ma ora non mi viene -.- |
Autore: | Robiwankenobi [ 26/04/2020, 13:47 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
barionu ha scritto: TOPIC DI TTE ASSSSSSSSSSSOLUTAMENTE DA LEGGERE viewtopic.php?f=43&t=20726 E CHE RIPORTO L’ACCUSA DI COMPLOTTISMO: LA “FALLACIA AD HOMINEM” PER SCREDITARE IL DISSENSO woman-3089939_1920.jpg Fonte: https://enricaperucchietti.blog/2020/04 ... 1_AOTfibGM di ENRICA PERUCCHIETTI Il pensiero unico su cui si deve assestare l’opinione pubblica è una forma di “politicamente corretto”, il più possibile allineato a quelli che sono gli obiettivi del potere. Il totalitarismo democratico ha i suoi cani da guardia, i suoi psicopoliziotti, pronti a riportare all’ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi. Il dubbio non è consentito ed è pericoloso perché può “contagiare” il resto della popolazione, portando a un calo di consenso. Il paradosso (potremmo parlare di vero e proprio bipensiero orwelliano) è che i mastini del pensiero unico, gli stessi che abbracciano la creazione di task force e che vorrebbero introdurre disegni di legge per censurare il web da fake news e teorie del complotto, sono i primi a perseguitare in modo violento, volgare e sguaiato i propri avversari, ricorrendo anche a falsità, strategie retoriche e a diffamazioni. Oggi, purtroppo, il confronto è stato abolito per lasciare spazio al cyber bullismo. Si critica giustamente il bullismo quando nel mirino finiscono gli adolescenti o le minoranze, ma poi ipocritamente lo si usa come il braccio armato del potere per “mettere in riga” chi traligna dalla retta via. Quando non si sa come attaccare il contenuto di certe ricerche si passa al bullismo vero e proprio con attacchi personali tanto vili quanto violenti o all’inserimento dei nomi dei ricercatori in liste di proscrizione. Denigrando e perseguitando chi non si allinea al pensiero unico si spera di disincentivarlo dal continuare le proprie ricerche. Sono metodi di bassa lega usati da tempo e che con l’avvento della tecnologia e dei social funzionano in modo più capillare. Mettendo pubblicamente alla gogna i ricercatori “scomodi” si introduce di fatto uno psicoreato, un reato d’opinione di orwelliana memoria. Si crea cioè un frame, una cornice negativa, con cui stigmatizzare un ricercatore e le sue teorie in modo che il biasimo collettivo lo preceda e lo segni inesorabilmente. Si diffonderanno articoli, commenti su forum per confermarne il frame e si modificheranno persino le voci su wikipedia per avvalorare la veridicità delle accuse anche qualora siano assurde. Il bullismo del potere tramite i suoi cybermastini si sta scatenando in queste settimane con il ricorso al noto argumentum ad hominem: si tratta di una fallacia o tecnica fuorviante che serve per screditare un argomento scomodo spostando l’attenzione dall’argomento della polemica, contestando non l’affermazione in oggetto, ma l’interlocutore stesso. Invece di confutare l’argomentazione che si vuole negare, si attacca così la fonte o la persona che la sostiene. Si sposta pertanto l’attenziona dalla tematica alla persona che ne parla e la divulga. Le argomentazioni ad hominem sono manovre diversive che servono a distogliere l’attenzione dall’argomentazione centrale per spostarla e focalizzarla su temi collaterali o estranei alla discussione: invece di controbattere gli argomenti dell’interlocutore lo si attacca screditandolo, minacciandolo o deridendolo. Ultimamente si usano le solite etichette per denigrare i pensatori alternativi: si crea un frame, un fermo immagine, per inserire colui che si vuole attaccare in questa cornice, magari dicendo che è un complottista o un ciarlatano. Si crea cioè una cornice, per esempio quella del “complottista”: tutto quello che vi viene fatto rientrare, vi appartenga o meno non importa, sarà visto dall’opinione pubblica come qualcosa da cui stare alla larga. Così chi viene incasellato, etichettato, in questa determinata categoria verrà considerato a priori un paranoico cospirazionista e qualunque cosa dica verrà percepito e liquidato come farneticazione. Il fatto che esistano evidenti eccessi nel campo della controinformazione non significa che tutti i ricercatori debbano essere additati e ridicolizzati come webeti e come degli squilibrati. La propaganda vuole invece rassicurare l’opinione pubblica del fatto che non sono mai esistiti e non esistono trame occulte né complotti (facilmente smentibile a livello storico) e che chi diffida della ricostruzione ufficiale di alcuni eventi allora sarà un cretino che crede ai rettiliani o alla teoria della terra piatta, e via discorrendo. Si tratta ovviamente di una tecnica per liquidare e denigrare chi si pone in modo alternativo rispetto alla propaganda e al pensiero unico, in modo da spingerlo a vergognarsi addirittura di aver osato pensare “male”, di essersi cioè macchiato di psicoreato. Gli va male, noi chiamati così siamo sempre di più e grazie al web quelli che erano complotti stanno diventando verità!! |
Autore: | ORSOGRIGIO [ 26/04/2020, 16:56 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Capito una mazza di quanto sopra! Mi spieghi, Grazie !!!!! |
Autore: | barionu [ 28/04/2020, 11:02 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
TOPIC DI TTE ASSSSSSSSSSSOLUTAMENTE DA LEGGERE viewtopic.php?f=43&t=20726 E CHE RIPORTO L’ACCUSA DI COMPLOTTISMO: LA “FALLACIA AD HOMINEM” PER SCREDITARE IL DISSENSO woman-3089939_1920.jpg Fonte: https://enricaperucchietti.blog/2020/04 ... 1_AOTfibGM di ENRICA PERUCCHIETTI Il pensiero unico su cui si deve assestare l’opinione pubblica è una forma di “politicamente corretto”, il più possibile allineato a quelli che sono gli obiettivi del potere. Il totalitarismo democratico ha i suoi cani da guardia, i suoi psicopoliziotti, pronti a riportare all’ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi. Il dubbio non è consentito ed è pericoloso perché può “contagiare” il resto della popolazione, portando a un calo di consenso. Il paradosso (potremmo parlare di vero e proprio bipensiero orwelliano) è che i mastini del pensiero unico, gli stessi che abbracciano la creazione di task force e che vorrebbero introdurre disegni di legge per censurare il web da fake news e teorie del complotto, sono i primi a perseguitare in modo violento, volgare e sguaiato i propri avversari, ricorrendo anche a falsità, strategie retoriche e a diffamazioni. Oggi, purtroppo, il confronto è stato abolito per lasciare spazio al cyber bullismo. Si critica giustamente il bullismo quando nel mirino finiscono gli adolescenti o le minoranze, ma poi ipocritamente lo si usa come il braccio armato del potere per “mettere in riga” chi traligna dalla retta via. Quando non si sa come attaccare il contenuto di certe ricerche si passa al bullismo vero e proprio con attacchi personali tanto vili quanto violenti o all’inserimento dei nomi dei ricercatori in liste di proscrizione. Denigrando e perseguitando chi non si allinea al pensiero unico si spera di disincentivarlo dal continuare le proprie ricerche. Sono metodi di bassa lega usati da tempo e che con l’avvento della tecnologia e dei social funzionano in modo più capillare. Mettendo pubblicamente alla gogna i ricercatori “scomodi” si introduce di fatto uno psicoreato, un reato d’opinione di orwelliana memoria. Si crea cioè un frame, una cornice negativa, con cui stigmatizzare un ricercatore e le sue teorie in modo che il biasimo collettivo lo preceda e lo segni inesorabilmente. Si diffonderanno articoli, commenti su forum per confermarne il frame e si modificheranno persino le voci su wikipedia per avvalorare la veridicità delle accuse anche qualora siano assurde. Il bullismo del potere tramite i suoi cybermastini si sta scatenando in queste settimane con il ricorso al noto argumentum ad hominem: si tratta di una fallacia o tecnica fuorviante che serve per screditare un argomento scomodo spostando l’attenzione dall’argomento della polemica, contestando non l’affermazione in oggetto, ma l’interlocutore stesso. Invece di confutare l’argomentazione che si vuole negare, si attacca così la fonte o la persona che la sostiene. Si sposta pertanto l’attenziona dalla tematica alla persona che ne parla e la divulga. Le argomentazioni ad hominem sono manovre diversive che servono a distogliere l’attenzione dall’argomentazione centrale per spostarla e focalizzarla su temi collaterali o estranei alla discussione: invece di controbattere gli argomenti dell’interlocutore lo si attacca screditandolo, minacciandolo o deridendolo. Ultimamente si usano le solite etichette per denigrare i pensatori alternativi: si crea un frame, un fermo immagine, per inserire colui che si vuole attaccare in questa cornice, magari dicendo che è un complottista o un ciarlatano. Si crea cioè una cornice, per esempio quella del “complottista”: tutto quello che vi viene fatto rientrare, vi appartenga o meno non importa, sarà visto dall’opinione pubblica come qualcosa da cui stare alla larga. Così chi viene incasellato, etichettato, in questa determinata categoria verrà considerato a priori un paranoico cospirazionista e qualunque cosa dica verrà percepito e liquidato come farneticazione. Il fatto che esistano evidenti eccessi nel campo della controinformazione non significa che tutti i ricercatori debbano essere additati e ridicolizzati come webeti e come degli squilibrati. La propaganda vuole invece rassicurare l’opinione pubblica del fatto che non sono mai esistiti e non esistono trame occulte né complotti (facilmente smentibile a livello storico) e che chi diffida della ricostruzione ufficiale di alcuni eventi allora sarà un cretino che crede ai rettiliani o alla teoria della terra piatta, e via discorrendo. Si tratta ovviamente di una tecnica per liquidare e denigrare chi si pone in modo alternativo rispetto alla propaganda e al pensiero unico, in modo da spingerlo a vergognarsi addirittura di aver osato pensare “male”, di essersi cioè macchiato di psicoreato. ----------------------------------------------- PSICOREATO (thoughtcrime in lingua inglese, crimethink in neolingua) da Orwell 1984 https://it.wikipedia.org/wiki/Psicoreato zio ot |
Autore: | Robiwankenobi [ 28/04/2020, 11:03 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Barionu non è che se lo riporti tutti i giorni la gente lo legge 50 volte |
Autore: | mauro [ 28/04/2020, 11:11 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
ma caro Robi, barionu l'ha riportato per evidenziare nuove cose, soprattutto: psicoreato come da"Orwell1984" comunque.. repetita juvant ciao mauro |
Autore: | Robiwankenobi [ 28/04/2020, 11:13 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
mauro ha scritto: ma caro Robi, barionu l'ha riportato per evidenziare nuove cose, soprattutto: psicoreato come da"Orwell1984" comunque.. repetita juvant ciao mauro Certo ma non è che siamo tutti dei vecchi rintronati, letto una volta si è acquisito il contenuto |
Autore: | mauro [ 28/04/2020, 11:20 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Cita: Certo ma non è che siamo tutti dei vecchi rintronati, letto una volta si è acquisito il contenuto ecco, parli per te io invece, che sono vecchio e rintronato ho bisogno di leggere parecchie volte ciao mauro |
Autore: | MaxpoweR [ 28/04/2020, 13:31 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Lo psicoreato è la parola neutra e a molti incomprensibile (sembra uscita da un film di fantascienza) con la quale si potrà accusare le persone per le loro opinioni limitando la libertà- di pensiero. Perchè chiamarlo reato di pensiero avrebbe fatto drizzare le antenne un pò a troppi. E' un pò come quando si definisce un cieco non vedente, un sordo non udente ecc. ecc. |
Autore: | barionu [ 28/04/2020, 14:26 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Cita: L’ACCUSA DI COMPLOTTISMO: LA “FALLACIA AD HOMINEM” PER SCREDITARE IL DISSENSO Annoto che, almeno in questo caso , non abbiamo l' uso di anglicismi . qui : https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=75702994 zio ot |
Autore: | barionu [ 28/04/2020, 14:43 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
SUCCEDE SU FB qui i fatti https://originidellereligioni.forumfree.it/?t=77577460 zio ot |
Autore: | MaxpoweR [ 28/04/2020, 16:06 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
husaduhsdsdahu secondo me questo la cattedra ce l'ha in salotto -_- Ma poi non capisco perchè dire che è un cattedratico se poi non dice dove? Non dà per scontato che glielo si chieda? O l'obiettivo era proprio pescare i "curiosoni" tra la massa di mezzi storditi e farli fuori, nel caso specifico te? |
Autore: | barionu [ 28/04/2020, 17:05 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
MaxpoweR ha scritto: husaduhsdsdahu secondo me questo la cattedra ce l'ha in salotto -_- Ma poi non capisco perchè dire che è un cattedratico se poi non dice dove? Non dà per scontato che glielo si chieda? O l'obiettivo era proprio pescare i "curiosoni" tra la massa di mezzi storditi e farli fuori, nel caso specifico te? no , è che avevano già rimediato una dozzina di figuracce su questioni storico filologiche ... e loro si fanno forti proprio di essere degli Accademici , a parole . ma il mio intento era smascherare la Militia Christi .... zio ot |
Autore: | Robiwankenobi [ 28/04/2020, 17:17 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Immagino che zioot (stefano manni) sia in pensione o simili se può scrivere così "tanto" P.s. mi sono letto un po'di suo blog/forum |
Autore: | barionu [ 28/04/2020, 18:07 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: La |
Robiwankenobi ha scritto: Immagino che zioot (stefano manni) sia in pensione o simili se può scrivere così "tanto" P.s. mi sono letto un po'di suo blog/forum sono classe 53 , ma lavoro ancora . zio ot |
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