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Semeru ha scritto:
Ieri ho dedicato un poco del mio tempo a leggere attentamente tutto il programma del Movimento 5 Stelle.
La maggior parte delle cose sono condivisibili, alcune di queste sono addirittura necessarie ma... altre davvero non le capisco.
Ad esempio è desiderio del M5S "vietare ai medici pubblici ogni attività di tipo privato". Che senso ha questa norma?
Mi ha colpito perchè sono circondato da medici e ne conosco il mondo.
Mio padre è un oculista, dedica tutte le sue mattine all'ospedale, lavorando seriamente, e tutti i pomeriggi fa attività privata nel suo studio. Dove è il problema in tutto ciò?
Se venisse approvata una legge del genere, mio padre che è ormai uomo di capacità ed esperienza, sarebbe costretto a lasciare l'ospedale, con il risultato che la sanità pubblica sarebbe popolata da quei medici che non valgono niente, e quelli bravi farebbero solo attività privata.
Così non conviene a nessuno...
Ricordo che anche il ministro della salute (quello che è riuscito finalmente a far vietare il fumo nei locali pubblici) di uno dei governi Berlusconi ci provò inutilmente, osteggiato dalla 'casta' dei medici in parlamento.
Come ogni cosa si può trovare il giusto compromesso, I grillini ragionano bianco e nero.
In linea di principio, sono favorevole alla separazione in mancanza di punti fermi (e non vedo come possono essere applicati certi paletti) e regolamentazioni più coercitive tra chi esercita la doppia professione pubblico/privato nel settore medico.
Perchè non è un luogo comune ma cruda realtà, tutti quei casi nei quali, troppi medici, sovente hanno il malcostume di trattarti con maggiore attenzione, se invece di recarti nel loro ambulatorio pubblico opti per il loro studio privato. Magari la prima visita in una struttura pubblica, e poi ti fanno capire che per seguirti meglio, per non aspettare mesi prima di un'altra visita, e nei casi più seri , quando ci sono di mezzo interventi chirurgici, è preferibile farsi seguire privatamente se si desidera ottenere una via preferenziale.
Quindi alla fine se non hai voglia nè tempo o se hai necessità inderogabili, ti rivolgi comunque al privato. Tanto vale allora, in mancanza di regolamentazioni, separare le due 'carriere'.
Semmai il settore pubblico dovrebbe incentivare i migliori a restare (un po' come per tutte le cose, la fuga dei cervelli etc..) invece di farli scappare e mettersi in proprio.