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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 03:06 
NoTap, Di Battista a San Foca: “Non esiste un Pd buono. Col M5S al governo blocchiamo il progetto in 15 giorni”


Formato file: mp4



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Più di 1500 persone si sono presentate alla manifestazione organizzata dal Movimento Cinque Stelle sul lungomare di San Foca, a Medugno, per dire No alla Tap. Presenti una decina di parlamentari tra i quali Alessandro Di Battista, Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Daniela Donno, molti consiglieri comunali e regionali come Antonio Trevisi e Cristian Casili. “Con i Cinque Stelle al governo nazionale questo progetto lo blocchiamo in due settimane”, ha detto Di Battista. “Renzi e Emiliano fanno la parte del poliziotto buono e del poliziotto cattivo”, ha aggiunto.
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CHIARA APPENDINO INFURIATA! MASSACRA LA BOSCHI IN MODO PAZZESCO:"QUEI SOLDI CE LI DOVETE DARE".


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La richiesta della sindaca di Torino al Governo di vedersi assegnare - dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato - 61 milioni, non sarà esaudita. Lo dice la sottosegretaria alla presidenza, Maria Elena Boschi, a "L'Intervista" di Maria Latella su Sky Tg24: "La sindaca sa che il governo ha un confronto con il comune e che i 61 milioni non sono dovuti". Si tratta dei 61 milioni del Fondo perequativo Imu-Ici assegnati al capoluogo piemontese. Che po in serata precisa: "Non ci sono città di serie A e città di serie B. Ma regole che valgono per tutti o non valgono per nessuno". E aggiunge: "Le questioni poste dalla sindaca Appendino - spiega Boschi - derivano da un decreto del governo Monti del 2011, messo in discussione da una sentenza del Consiglio di Stato del 2015, a cui il Governo ha ottemperato con un accordo Stato-Città cui ha fatto seguito un provvedimentoattuativo. Dunque: le procedure sono state rispettate per tutti i comuni. Vi sono alcune peculiarità che riguardano Torino che volentieri possiamo affrontare in sede di tavolo tecnico in qualsiasi momento. Per la sindaca Appendino valgono le stesse identiche regole che valgono per tutti i suoi colleghi. Esattamente le stesse di tutti gli altri, senza alcuna distinzione politica".
"Del resto - prosegue la sottosegretaria - sostenere che Torino sia stata penalizzata, specie dopo che il governo Renzi ha proceduto al finanziamento Cipe per la metropolitana e per il bando periferie e il gverno Gentiloni ha assicurato tutto il suo impegno per Torino e per il Piemonte, non corrisponde semplicemente alla verità dei fatti. Pronti a collaborare nella verità dei fatti, senza alcuna polemica ideologica".

"Non lo dice Chiara Appendino che quei 60 milioni spettano a Torino, ma due sentenze, una del Tar e l'altra del Consiglio di Stato". La sindaca di Torino, Chiara Appendino, replica così al sottosegretario Maria Elena Boschi, il cui rifiuto scatena la reazione di tutte le istituzioni culturali torinesi che appoggiano la richiesta della prima cittadina. "Il Governo dovrebbe avere con le amministrazioni locali un rapporto istituzionale e non legato all'appartenenza politica, cosa che dalle dichiarazioni di Boschi mi sembra che non avvenga per Torino - aggiunge la prima cittadina -. Faccio appello affinché tutta Torino si unisca a noi in questa battaglia che è una battaglia per la nostra comunità e per tutti i torinesi".

"Gli esiti delle due sentenze dei giudici amministrativi certificano la correttezza dei calcoli effettuati dai nostri uffici - prosegue la Appendino -. Per questa ragione abbiamo deciso di rimettere la questione al Consiglio di Stato con un ricorso di ottemperanza che sarà notificato nei prossimi giorni ai ministeri. Come sono state trovate soluzioni transattive per altri comuni come Lecce, tramite l'inserimento di un emendamento specifico nella finanziaria, ci saremmo aspettati lo stesso trattamento per Torino. Chiediamo niente di più e niente di meno di ciò che ci è dovuto".

Sulla vicenda interviene anche l'ex sindaco Piero Fassino: ""Che la città di Torino abbia il diritto di veder restituite somme indebitamente trattenute dallo Stato lo hanno stabilito due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato; non avendo tuttavia quelle sentenze definito l'ammontare, la modalità di restituzione non potrà che derivare da un confronto tra l'amministrazione comunale e il Governo, così come già avvenuto per altre città, tra cui Lecce".

Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... 162010728/


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 10:43 
la boschi è come quelle
merd.ose e insulse segretarie

che appena hanno un pò di potere
si eccitano nelle mutande
e si credono padri eterni..
delle pedanti rompikog.lioni insomma..
l'unica qualità sono le poppe..
è per quello che sta in televisione,
è stata candidata e sta quindi al governo..

sulle sentenze sono un pò sorpreso..

ma se parlano di somme indebitamente trattenute dallo stato,
devono aver anche indicato la quantità,

no?
cioè per accertare una differenza in negativo,
si dev'essere individuata la somma totale dovuta,

giusto?

a sentir fassino invece no,
mancano dei soldi,
ma la somma non è stata indicata..
boh..

Sulla vicenda interviene anche l'ex sindaco Piero Fassino: ""Che la città di Torino abbia il diritto di veder restituite somme indebitamente trattenute dallo Stato lo hanno stabilito due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato; non avendo tuttavia quelle sentenze definito l'ammontare, la modalità di restituzione non potrà che derivare da un confronto tra l'amministrazione comunale e il Governo, così come già avvenuto per altre città, tra cui Lecce".

mancano dei soldi,
ma non si sa quanti..
10 euro, mille, un milione, un miliardo..
1.000.000.000.000.000.000.000.000 di euro........
non è dato sapere..
mi pare strano..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 15:05 
mik.300 ha scritto:
sulle sentenze sono un pò sorpreso..se parlano di somme indebitamente trattenute dallo stato, devono aver anche indicato la quantità, no?

Da ciò che ho letto si tratterebbe di 61 milioni di euro previsti dal fondo perequativo "Imu-Ici"

Comunque il problema non riguarda solo la città di Torino.....
Cita:
Arretrati Imu, buco di 600 milioni nei bilanci dei comuni italiani

La denuncia dell’Anci: “Da anni costretti a subire tagli occulti Il governo fa finta di non sentire, ora andiamo in tribunale”


http://www.lastampa.it/2017/03/26/itali ... agina.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 16:02 
Corto circuito in salsa PD


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di Laura Castelli
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Non c'è nulla di peggio di un partito che si incarta e si contraddice da solo.

I fatti:

- Chiara Appendino chiede al Governo ciò che deve al Comune di Torino. 61 milioni così come da sentenze del Tar e del Consiglio di Stato.
- Piero Fassino comincia a scalpitare perché se oggi Torino vanta questo credito è grazie a lui. E quindi chiede riconoscenza.
- Maria Elena Boschi in TV dichiara che a Torino non spettano questi soldi, che non sono dovuti.

Ammetto di essere un po' confusa. Sarà mica questione di colore politico? Chissà cosa risponderà Fassino alla sua compagna Boschi.

Noi rispondiamo così:

"Non lo dice Chiara Appendino che quei 60 milioni spettano a Torino, ma due sentenze, una del Tar e l'altra del Consiglio di Stato - ha dichiarato la Sindaca di Torino - Il Governo dovrebbe avere con le amministrazioni locali un rapporto istituzionale e non legato all’appartenenza politica, cosa che dalle dichiarazioni di Boschi mi sembra che non avvenga per Torino.
Faccio appello affinchè tutta Torino si unisca a noi in questa battaglia che è una battaglia per la nostra comunità e per tutti i torinesi".
E ancora: "Gli esiti delle due sentenze dei giudici amministrativi certificano la correttezza dei calcoli effettuati dai nostri uffici. Per questa ragione abbiamo deciso di rimettere la questione al Consiglio di Stato con un ricorso di ottemperanza che sarà notificato nei prossimi giorni ai ministeri. Come sono state trovate soluzioni transattive per altri comuni come Lecce, tramite l'inserimento di un emendamento specifico nella finanziaria, ci saremmo aspettati lo stesso trattamento per Torino. Chiediamo niente di più e niente di meno di ció che ci è dovuto." ha concluso Chiara Appendino.
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M5S, Fico: “I Meetup devono cambiare. E con noi la Lega di Salvini non c’entra”
L’ortodosso del Movimento 5 Stelle: “I gruppi locali devono ritrovare una strada al di là delle liste. Ora siamo comunque forti. La Rai? Se vinciamo le elezioni subito una legge per scegliere presidente e cda con bandi pubblici”


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“L’importante è essere chiari sulla strada da seguire, e coerenti. Dobbiamo essere un Movimento, tutti, senza individualismi. Continuando così andremo molto lontano”. Roberto Fico, deputato e coscienza critica del M5S, nonché presidente della commissione di Vigilanza Rai, risponde da Napoli, la sua città. Su giornali e tv rimbalza ancora il caso Genova, con Beppe Grillo e Alessandro Di Battista indagati per diffamazione. Ma Fico ostenta serenità.

Gira voce che dopo Genova temiate un assedio giudiziario…
(Sorride, ndr) Assolutamente no. È stata presentata una denuncia per diffamazione, e Grillo e Di Battista sono stati indagati, d’ufficio. Siamo tranquillissimi, anche dal punto di vista legale.

Di certo Grillo, rimuovendo la vincitrice delle Comunarie Marika Cassimatis, ha confermato che lui è il capo.
Non è così. Noi abbiamo un garante, Grillo, che è molto diverso dall’essere un capo. Beppe è una persona che non si candida, che non cerca cariche: una figura terza, che fa rispettare le regole. E figure così non esistono nei partiti.

Terzo o no, ha deciso lui.
Chi si era candidato aveva firmato un codice dove c’era scritto chiaramente che il garante avrebbe potuto intervenire fino all’ultimo. E Grillo ha ritenuto che qualcosa non avesse funzionato, tutto qui.

Ci sono problemi anche in altre città, con i vostri gruppi locali in guerra tra loro.
A mio avviso il modello sta funzionando. Le nostre liste si formano dal basso, in modo del tutto autonomo.

La parola finale è sempre dei vertici.
Noi non gestiamo le liste, gestiamo solo le certificazioni, ossia il rispetto di determinati requisiti nel formarle.

I meetup ribollono e sono assaltati da opportunisti. Un anno e mezzo fa Grillo affidò a lei e ad Alessandro Di Battista il compito di riordinarli. A che punto siete?
Il valore principale deve essere sempre il libero aggregarsi. Però i meetup hanno bisogno di ritrovare una strada che vada al di là della presentazione delle liste e delle candidature. Devono costruire realtà sui territori, diffondere valori, e fare pressione sulla politica locale. Questo è il loro ruolo.

Quindi?
Presto lanceremo sulla nostra piattaforma web Rousseau una sezione apposita per i meetup. E conterrà alcune novità.

Ne anticipi una.
Saremo più specifici sulle attività territoriali. Chiunque vorrà lanciare iniziative o buone pratiche nella sua zona potrà coordinarsi e fare gruppo con altri iscritti.

Metterete filtri alle iscrizioni?
Non ci sono filtri per i meetup, ne esistono per le candidature. E quelli saranno sempre maggiori.

Ossia?
Non me ne occupo io. Ma saremo attenti.

Lo sarete anche nei rapporti con gli Stati stranieri? Siete gli amici di Putin…
In settimana sporgeremo querela nei confronti di Andrea Romano del Pd, il quale ha superato ogni limite dicendo che prendiamo finanziamenti dalla Russia. Lo dimostri.

Resta il fatto che siete filo-russi. Di Battista e Manlio Di Stefano sono anche stati in visita a Mosca.
Non siamo filo-russi, abbiamo visitato tantissimi Paesi. E comunque abbiamo sempre detto che siamo contro le sanzioni alla Russia perché danneggiano i nostri imprenditori.

Raccontano che Washington sia preoccupata per i vostri rapporti con Mosca.
Non credo proprio, anche perché noi siamo chiari su tutte le nostre tematiche. Se il Pd e Marine Le Pen vogliono privatizzare l’acqua, noi siamo contrari. E se Donald Trump vuole alzare un muro sulla frontiera, noi non siamo d’accordo.

E sull’euro, come la pensate? Non si capisce più.
È un argomento molto complesso, che non si può risolvere con un sì o con un no in un’apparizione in tv. Dobbiamo innanzitutto capire dove può e deve andare questa Europa. Per il M5S va ricostruita, rimettendo al centro le persone.

Ma voi volete un referendum per uscire dall’euro.
Abbiamo raccolto le firme, ma se andremo al governo tra le prime cose promuoveremo un grande dibattito pubblico sull’argomento. E poi chiederemo il parere dei cittadini, con un referendum consultivo. È opportuno fare una riflessione dopo tutti questi anni.

Cosa le dicono sul tema imprese e ambasciate straniere? C’è ansia?
Quando c’è chiarezza e coerenza in quello che si dice e che si fa non si può suscitare ansia.

In Gran Bretagna sembrano già pentiti per la Brexit.
Non lo so. Ma nutro grande ammirazione per Theresa May e il suo governo, che hanno rispettato l’esito del referendum. Dovremmo imparare da loro, visto che in Italia il voto sul finanziamento ai partiti e acqua pubblica è stato disatteso.

Se si parla di Europa si parla di immigrazione. E sul punto voi e la Lega la pensate allo stesso modo. Un viatico per futuri accordi in Parlamento…
Non è così, siamo molto diversi. La Lega vuole il blocco navale e noi no, per dire. Il M5S è un altro mondo rispetto a Salvini.

Se non prendete il 40 per cento, a qualcuno dovrete chiedere i voti.
Non faremo accordi sulle poltrone ma sui temi. Chi vorrà votare le nostre proposte potrà farlo in Parlamento, alla luce del sole.

Rosato del Pd le ha proposto come legge elettorale il Legalicum, cioè l’Italicum riscritto dalla Consulta. E voi avreste risposto chiedendo un premio di governabilità.
Non abbiamo chiesto proprio niente. Rosato mi ha solo domandato la nostra posizione, e io ho ribadito che vogliamo il Legalicum anche in Senato, ma senza capilista bloccati e pluricandidature.

Si farà una nuova legge?
Se la faranno, sarà contro il M5S.

Capitolo Rai. Fabio Fazio si è lamentato “per l’azienda colpita al cuore dai politici”, e per il tetto agli stipendi. Potrebbe avere ragione.
Fazio non si era lamentato per la Rai lottizzata. Ma ora che si parla di abbassare anche il suo compenso esce fuori. Dovrebbe ricordarsi che il suo editore sono i cittadini.

Il tetto farà scappare i professionisti: è il mercato.
Il mercato va anche calmierato.

Quindi lei è favorevole ai tetti anche per gli artisti?
Ci possiamo arrivare piano piano. Prima bisogna risolvere i conflitti di interesse, come gli agenti che sono anche produttori, e cancellare gli affari sotto banco sui programmi.

Cosa farete alla Rai se vincerete le elezioni?
Approveremo subito una legge per scegliere presidente e cda con bandi pubblici, e con l’analisi dei curriculum.

Lei si candiderà a premier?
Non mi piace che si parli di candidati premier: il candidato è il Movimento.

Lei aveva tuonato contro il “vippame” e le correnti. Tutto dimenticato?
Io cerco sempre di mettere in guardia tutti dalle trappole in cui potremmo cadere, me compreso. È un ottimo momento, siamo in una fase di grande costruzione.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 19:08 
non ho capito il fatto del cda e presidente rai..
ok il concorso pubblico,
come con le cattedre universitarie
ma chi li seleziona?
da chi è composta la commissione d'esame?



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 03/04/2017, 21:58 
Il Movimento 5 Stelle deve fare una grande opera per convincere gli itagliani non solo a votarli in massa ma soprattutto a cambiare quella mentalità che li porta da anni a votare la gente sbagliata. Sarà un'opera ardua perché siamo un paese cresciuto e abituato ma nulla è impossibile.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 04/04/2017, 03:11 
#M5S GUARDATE QUESTO VIDEO!!! ECCO LA DEMOCRAZIA DEL PD!!! LOIZZO (PARTITO DEMOCRATICO) VERGOGNOSO
Guarda su youtube.com




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L'ACQUA E' UN BENE PUBBLICO!
Guarda su youtube.com




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BATTAGLIA PD M5S SUI VITALIZI, CAOS SU CANALE 5 DANILO TONINELLI
Guarda su youtube.com




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SCANDALO, IL VIDEO CHE NON VORREBBERO FARTI VEDERE. È arrivato il momento della verità.
Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 04/04/2017, 09:46 
mik.300 ha scritto:
la boschi è come quelle
merd.ose e insulse segretarie

che appena hanno un pò di potere
si eccitano nelle mutande
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ma se parlano di somme indebitamente trattenute dallo stato,
devono aver anche indicato la quantità,

no?
cioè per accertare una differenza in negativo,
si dev'essere individuata la somma totale dovuta,

giusto?

a sentir fassino invece no,
mancano dei soldi,
ma la somma non è stata indicata..
boh..

Sulla vicenda interviene anche l'ex sindaco Piero Fassino: ""Che la città di Torino abbia il diritto di veder restituite somme indebitamente trattenute dallo Stato lo hanno stabilito due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato; non avendo tuttavia quelle sentenze definito l'ammontare, la modalità di restituzione non potrà che derivare da un confronto tra l'amministrazione comunale e il Governo, così come già avvenuto per altre città, tra cui Lecce".

mancano dei soldi,
ma non si sa quanti..
10 euro, mille, un milione, un miliardo..
1.000.000.000.000.000.000.000.000 di euro........
non è dato sapere..
mi pare strano..


http://www.corriere.it/politica/17_apri ... 8901.shtml

Rapporto costruttivo

Tornando al contenzioso sull’Imu, rimane la coda della lite con Maria Elena Boschi. Domenica la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio aveva risposto a muso duro alla sindaca: «Torino ha ottenuto le risorse che le spettavano nell’accordo firmato da Anci». C’è la sensazione di essere penalizzati dal governo di centrosinistra? Appendino prova a gettare acqua sul fuoco: «Abbiamo sempre avuto un rapporto costruttivo coi vari ministri, dalla vicenda del Salone del libro in avanti. E lo stesso Delrio ha dimostrato capacità di dialogo. Non mi aspettavo quei toni da Maria Elena Boschi, questo no, perché sono stati toni poco rispettosi. Poco rispettosi nei riguardi delle sentenze della giustizia che stabiliscono che quei 61 milioni sono dei torinesi». Non getta acqua sul fuoco, invece, il blog di Grillo: «Boschi ha dimostrato la sua incompetenza e pochezza istituzionale. Ha snobbato le legittime richieste dei torinesi, come fossero figli di un dio minore solo perché hanno eletto a sindaco Chiara». Conclusione: «Boschi chieda scusa ai torinesi e si dimetta».



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 04/04/2017, 15:20 
La Boschi come del resto Renzi e compagni pensano di essere i detentori della verità, i numeri uno, i professionisti della politica, gli unici ad avere in mano la soluzione ai problemi dell'Italia nonostante i fallimenti del loro governo. Dopo la batosta del referendum mi sarei aspettato un po di umiltà invece sono tornati più arroganti di prima.



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MessaggioInviato: 05/04/2017, 03:09 
"Italia Sociale": al via il business governativo sul Terzo Settore


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Scritto da M5S Camera News pubblicato il 04.04.17 16:23
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Comincia in Commissione Affari Sociali, alla Camera, la discussione sullo statuto della Fondazione "Italia Sociale". Una fondazione di diritto privato, voluta fortemente dal PD, che godrà di fondi pubblici e che, senza bandi né concorsi, potrà sostenere i progetti a suo piacimento. Inoltre, tutti i componenti degli organi che la compongono saranno scelti discrezionalmente dall'attuale governo. Ecco cos'è la Fondazione Italia Sociale: un ibrido tra gestione privata e finalità pubbliche cucito su misura da Renzi per Vincenzo Manes, suo amico e consulente ad personam quando era presidente del Consiglio. Manes in passato ha anche foraggiato generosamente la Fondazione Open, proprio quella di Matteo Renzi.

Lo stesso mondo del Terzo Settore è rimasto per primo attonito di fronte all'inserimento a sorpresa di questa Fondazione nella riforma. Tutto il comparto auspicava il ripristino dell'agenzia indipendente per il Terzo settore, e non la creazione di un ente che, per finalità e caratteristiche, poteva tranquillamente restare una iniziativa privata di Manes. Sono tanti i soggetti che intraprendono iniziative filantropiche senza chiedere soldi allo Stato: forse perché non sono amici del sottosegretario Bobba, e di Renzi?

Come già avvenuto in occasione della riforma del Terzo Settore, il M5S contrasterà con forza la creazione di un organismo che ancora prima di nascere ha tutti i crismi del poltronificio, usufruirà di nomine politiche di "amici degli amici", e probabilmente sottrarrà donazioni a danno di altre onlus.
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Fonte



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Al CDA Poste, il governo vuol nominare il gestore dei fondi... crollati?


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Scritto da M5S Camera News pubblicato il 04.04.17 17:03
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I criteri che il governo utilizza per le nomine di Stato hanno fatto scuola: peggio ci si comporta, più si viene premiati. L'ultima è una nomina del Tesoro, che ha indicato Carlo Cerami quale membro del Cda di Poste.

Carlo Cerami è il presidente del Consiglio di Amministrazione di InvestiRe Sgr, società che fa capo alla famiglia Nattino e che ha gestito due dei quattro fondi immobiliari collocati anche da Poste tra il 2002 e il 2005. Fondi che hanno ottenuto risultati disastrosi: milioni di euro di perdite, per decine di migliaia di piccoli investitori convinti di aver fatto un affare comprandone le quote. Brillante esempio il fondo Invest Real Security, che ha rimborsato poco meno di 400 euro su titoli che erano stati comprati a 2.500 euro: un vero bagno di sangue. A breve chiuderà anche il fondo Obelisco, a fine 2018, e già i risparmiatori ne paventano le sorti.

Complessivamente, i quattro fondi raccolsero circa 850 milioni in 340mila quote: una situazione peggiore di quella delle famigerate quattro banche del novembre 2015. Ma in questo caso ci ha rimesso anche Poste, sia economicamente che come danno di immagine.

Le nomine del CDA saranno ratificate nell'assemblea degli azionisti del prossimo 27 aprile. Prevarranno, quindi, i soliti criteri "meritocratici" alla vaccinara?

Deputati M5S Commissioni Attività produttive, Finanze e Trasporti
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 06/04/2017, 03:17 
Classe politica da rottamare:


Il Senato con il salvataggio di Minzolini viola il principio di legalità


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Alcuni giorni fa in Senato, PD, NCD, FI e Lega Nord hanno salvato dalla decadenza il Sen. Minzolini, nonostante su di lui penda sin dal 2015 una sentenza di condanna definitiva per peculato e l'interdizione dai pubblici uffici. Avrebbero dovuto solo applicare la Legge Severino ed invece l'hanno palesemente violata. Così come è stato violato il principio costituzionale dell'eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Abbiamo chiesto, dunque, al Prof. Valerio Onida (giurista italiano, Giudice della Corte Costituzionale dal 1996 al 2005, Presidente della Corte Costituzionale dal 2004 al 2005 e professore di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano) quali fossero le sue osservazioni in merito alla decisione del Senato. Ecco la sua risposta che pubblichiamo integralmente. Ringraziamo il Prof. Onida per la sua disponibilità.


di Valerio Onida
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Il voto del Senato sulla decadenza del sen Minzolini è ovviamente legittimo sul piano formale (a ciò era chiamata l’aula, dopo l’istruttoria e la proposta della Giunta delle elezioni, come sempre accade quando si tratta di dirimere una questione di ineleggibilità: art. 66 Cost.): ma nella sostanza si è trattato di una delibera contraria alla legge (al decreto legislativo emanato in base alla legge “Severino”), e che contraddice perciò questa legge pur approvata a suo tempo dal Parlamento.

Infatti la legge dice che “non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore”, fra l’altro, “coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione” per delitti commessi da pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Si tratta dunque di una causa sopravvenuta di ineleggibilità prevista dalla legge, e al Senato spettava solo accertarla e trarne le conseguenze dichiarando la decadenza del senatore condannato.
La legge dice ancora che quando la causa di “incandidabilità” sopravvenga “nel corso del mandato elettivo”, la Camera di appartenenza “delibera ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione”: quello in base al quale ciascuna Camera giudica, fra l’altro, “delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”.

Si dice: ma se è il Senato a giudicare, allora esso poteva decidere come voleva. No: “giudicare”, secondo la precisa terminologia dell’art. 66 della Costituzione, non vuole dire decidere discrezionalmente, ma dirimere una controversia concreta applicando la legge. Come fa ogni giudice, che è appunto “soggetto alla legge” (art. 101 della Costituzione). Cosa direste di un giudice che decidesse le cause di propria testa, secondo il proprio arbitrio, senza aver riguardo a ciò che prevede la legge?
Nel caso, la legge è chiarissima nello stabilire come presupposto della incandidabilità (ineleggibilità) sopravvenuta una cosa sola: l’esistenza di una sentenza definitiva, cioè non più impugnabile, del giudice penale che condanni l’interessato a una certa pena, per un certo tipo di reato. Questo il Senato era chiamato ad accertare, traendone obbligatoriamente, in caso di accertamento positivo, la conseguenza della dichiarazione di decadenza. Il Senato invece non ha negato che vi fosse il presupposto legale della decadenza: ha semplicemente rifiutato di dichiararla.

Che si trattasse di un vero e proprio giudizio, da condurre secondo la legge, risulta anche dal fatto che il procedimento si è svolto, come doveva, nel contraddittorio con l’interessato (il sen. Minzolini e il suo avvocato hanno infatti partecipato al procedimento davanti alla Giunta delle elezioni incaricata dell’istruttoria, sostenendo le loro tesi) e addirittura anche con colui che, se il sen. Minzolini fosse decaduto, avrebbe avuto diritto di subentrare a lui in Senato come primo dei non eletti nella stessa lista (il quale però ha rinunciato a comparire).

Ma allora perché affidare al Senato, anziché a un giudice “vero” (terzo e imparziale) la soluzione della controversia? Perché l’articolo 66 della Costituzione, in omaggio ad una antica tradizione, ha voluto assicurare al massimo grado l’autonomia delle Camere anche quando si tratta di dirimere controversie giuridiche riguardanti la loro composizione: perché in antico il Parlamento era geloso della propria indipendenza rispetto al Sovrano, da cui non erano del tutti indipendenti invece i giudici. Questa forma di autonomia è oggi un poco anacronistica, e infatti sarebbe auspicabile prevedere, per esempio, che a decidere in ultima istanza su tale tipo di questioni debba essere un organo imparziale, come la Corte costituzionale (riformando l’art. 66 della Costituzione). Ma ciò non significa comunque che oggi le Camere possano decidere (giudicare) su tali questioni secondo il loro arbitrio: anch’esse debbono applicare la legge che prevede i requisiti di eleggibilità e le cause di ineleggibilità sopravvenute.

Se poi il Parlamento non fosse più d’accordo su ciò che dispone la legge, la dovrebbe cambiare: non disapplicarla in un caso concreto, creando così una evidente ed ingiustificata disparità di trattamento rispetto ad altri casi simili (si pensi al caso Berlusconi).

In realtà almeno alcuni dei senatori che hanno votato contro la decadenza del sen. Minzolini – tra i quali si trovano persone, come il sen. Luigi Manconi, ben noti per il loro meritorio costante atteggiamento a difesa dei diritti fondamentali – devono essere incorsi in un equivoco: scambiando la votazione, a cui erano chiamati a partecipare in vista della applicazione della legge Severino, per un voto nel quale il Senato fosse chiamato a decidere liberamente, in base ad un apprezzamento discrezionale, e quindi anche ad un apprezzamento delle circostanze e dei modi in cui era intervenuta la condanna, se fosse o meno il caso di dichiarare la decadenza del sen. Minzolini.
Qualcuno infatti ha evocato il fumus persecutionis: cioè il sospetto, basato sull’esame degli atti giudiziari, che la condanna penale del sen. Minzolini sia stata il frutto non della corretta applicazione della legge, ma di una “persecuzione giudiziaria” magari collegata alla posizione politica del senatore: quindi una condanna ingiusta, non conseguente ad un equo processo.

Di fumus persecutionis si parla abitualmente quando le Camere sono chiamate ad esercitare la prerogativa, loro riconosciuta dalla Costituzione, di autorizzare o meno il compimento di atti giudiziari nei confronti di un loro componente. Fino al 1993 la Costituzione sottoponeva ogni iniziativa giudiziaria diretta a procedere penalmente nei confronti di un parlamentare alla preventiva autorizzazione a procedere della Camera di appartenenza: proprio a difesa assoluta dell’autonomia delle Camere e a difesa dei parlamentari da possibili iniziative giudiziarie “persecutorie”. In quel contesto, la Camera era chiamata a decidere discrezionalmente se autorizzare o meno il procedimento penale, in base al riscontrato o meno fumus persecutionis.

Dal 1993 la Costituzione è stata modificata, sull’onda degli scandali di Tangentopoli, eliminando la necessità dell’autorizzazione a procedere (ora quindi anche i parlamentari possono essere processati e condannati senza lo “scudo” prima apprestato dalla Costituzione). E’ rimasto però (art. 68 della Costituzione) il divieto per la giustizia di disporre l’arresto di un parlamentare, o una intercettazione a suo carico, senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza: anche in questo caso si tratta di una determinazione discrezionale dell’assemblea, che è libera di concedere o di negare l’autorizzazione, valutando gli atti e ogni circostanza. Ma c’è una eccezione: non è richiesta l’autorizzazione per procedere all’arresto del parlamentare in esecuzione di una sentenza definitiva di condanna (o quando sia colto in fragranza nell’atto di commettere un delitto per il quale è prescritto l’arresto obbligatorio).

Dunque, in base alla Costituzione, quando interviene una sentenza definitiva della magistratura, che condanna un parlamentare a pena detentiva, la Camera di appartenenza non può impedirne l’arresto, nemmeno se ritenesse la sentenza di condanna “ingiusta”. Il che mostra come, di fronte alla pronuncia irrevocabile del giudice, nemmeno la prerogativa parlamentare possa consentire al componente di una Camera di sfuggire alle conseguenze che da essa derivano per legge. Paradossalmente, il sen Minzolini potrebbe essere arrestato, se la sua condanna comportasse l’esecuzione di una pena detentiva; senza che il Senato possa impedirlo: ma la sua decadenza dal seggio parlamentare è stata negata, nonostante che, in base alla legge, essa costituisca una conseguenza necessaria della stessa condanna.

In questo caso dunque non vi è luogo a parlare di fumus persecutionis, che potesse in ipotesi giustificare la delibera del Senato. C’è già la sentenza, ed essa è definitiva: non vi era da autorizzare niente, ma si trattava solo di trarre le conseguenze della applicazione rigorosa della legge, che comportava la decadenza.

Che dire allora dei dubbi che in Senato sono stati sollevati sulla correttezza del procedimento penale subìto dal sen. Minzolini e dunque sulla correttezza della condanna che ne è conseguita, dubbi che, a quanto è emerso, hanno persuaso alcuni senatori a negare la decadenza?

I dubbi si incentravano essenzialmente su due aspetti. Il primo era dato dal fatto che il sen. Minzolini, che era stato prosciolto in primo grado, è stato poi invece condannato in appello (con la conferma poi da parte della Corte di cassazione) senza però che la Corte d’appello ritenesse necessario riaprire l’istruttoria dibattimentale sentendo nuovamente i testimoni. Oggi la nostra legge processuale lo consente, quando il giudice d’appello ritenga che le risultanze di fatto siano interamente accertate e si tratti solo di valutarne la portata probatoria sulla base degli atti. C’è chi, forse con qualche ragione, contesta tale regola in nome della massima garanzia di un equo processo, e in Parlamento si è proposta sul punto una modifica. Ma è evidente che, allo stato, ciò non inficia in nulla gli effetti della sentenza definitiva, avallata dalla Cassazione.
Ancora, si è osservato che del collegio della Corte di appello che ha pronunciato la condanna del sen. Minzolini (poi avallata dalla Cassazione) faceva parte un magistrato che in passato era stato (ovviamente quando era collocato in aspettativa) sottosegretario in un Governo Prodi, manifestando così la sua posizione politica, si suppone, contraria a quella del gruppo in cui milita il sen. Minzolini. Non era stato però “ricusato” (l’imputato può ricusare il giudice che non appaia imparziale in base a precisi elementi definiti dalla legge) né aveva chiesto di potersi astenere dal giudizio per “gravi ragioni di convenienza”. Forse sarebbe stato meglio che il giudizio si fosse svolto senza la sua partecipazione. Ma, ancora una volta, tutto ciò non inficia in nulla, sul piano giuridico, la sentenza definitiva di condanna, che non è “sindacabile” da alcuna altra istanza, salvo l’eventuale ricorso dell’interessato alla Corte di Strasburgo.

In definitiva, non esisteva nessun motivo legalmente plausibile perché il Senato potesse rifiutarsi di applicare la legge. E invece questo è ciò che il Senato ha fatto, decidendo contro la decadenza del sen. Minzolini.
Non c’è rimedio? La decisione del Senato non è sindacabile davanti a nessun giudice comune. Peraltro, a questo punto logica vorrebbe che il Parlamento abrogasse la norma di legge che prevede la causa sopraggiunta di incandidabilità e dunque la decadenza nelle ipotesi in questione.

In astratto si potrebbe immaginare un conflitto di attribuzioni nei confronti del Senato che ha esorbitato dalle sue funzioni. Ma non si è realizzata la compromissione delle attribuzioni costituzionali di un altro potere dello Stato, che è il presupposto per poter sollevare il conflitto davanti alla Corte costituzionale. Infatti l’applicazione della legge sulla incandidabilità sopravvenuta non concerne le attribuzioni dell’autorità giudiziaria, né l’applicazione delle statuizioni di questa. Queste comportano di per sé solo l’esecuzione della pena, mentre la conseguenza ulteriore della condanna, che riguarda la perdita dell’eleggibilità e quindi la decadenza, non è una sanzione penale ma riguarda il diverso tema del venir meno delle condizioni alle quali la legge ha collegato il diritto di ricoprire e mantenere la carica elettiva.
Quindi nessun possibile conflitto: ma solo la presa d’atto di una violazione da parte del Senato del principio di legalità.

Che poi si possa porre il problema di prevenire e contrastare iniziative o atti di singole autorità giudiziarie suscettibili eventualmente di violare i principi dell’eguaglianza, dell’imparzialità e dell’equo processo, e l’obbligo di non utilizzare il potere giudiziario a fini politici di parte, è vero: e forse oggi il tema meriterebbe maggiore attenzione. Ma i rimedi non stanno nell’esercitare altri poteri violando la legge, né tanto meno nel costruire nuove forme di asservimento del potere giudiziario ai poteri politici: stanno, oltre che nell’impiego degli strumenti interni al sistema processuale, nel miglioramento delle leggi processuali; nella migliore formazione dei magistrati e nella organizzazione dell’apparato giudiziario, specie per quanto riguarda gli uffici delle Procure; nella sensibilità della politica e dell’opinione pubblica al tema delle garanzie e degli eventuali errori giudiziari; oltre che, se del caso, all’attivazione degli strumenti di controllo sovranazionali, come il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per violazione dei diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione europea.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 07/04/2017, 03:13 
Buzzi canta e i giornali muti - GUARDA IL VIDEO


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di Paola Taverna
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Nessuno parla più di mafia capitale proprio adesso che Buzzi canta. Soldi per le campagna elettorali dei partiti. Cene tra mafia e politica. Mancette e tangenti in cambio di appalti truccati e delibere a favore di chi pagava. Questa era la politica a Roma. Buzzi canta e i giornali muti.
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Vittoria M5S: cancellata l'assicurazione dei deputati a carico dei cittadini!


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di Riccardo Fraccaro
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I cittadini non pagheranno più la scandalosa assicurazione dei deputati. Ce l'abbiamo fatta! Una vittoria a 5 stelle. Dopo anni di battaglie, nelle istituzioni e a fianco dei cittadini, abbiamo ottenuto un risultato straordinario: i cittadini non dovranno pagare più la scandalosa assicurazione dei deputati! La polizza che copre gli onorevoli per i danni subiti in stato di ebrezza, le punture di insetto e le sommosse popolari è stata al centro delle nostre denunce e delle nostre lotte parlamentari. Più volte abbiamo proposto di eliminare questo scandaloso privilegio a spese della collettività, trovando sempre la strenua opposizione del Pd e di tutti gli altri partiti.

Abbiamo chiesto di fare rete e aiutarci ad esercitare pressione a tutti i cittadini, che si sono mobilitati in modo straordinario contro questa vergogna.
Il nostro impegno ha dato i suoi frutti: l'Ufficio di Presidenza, poco prima di iniziare la discussione preliminare del bilancio della Camera, ha deliberato la cancellazione di questa voce a carico dei cittadini. Si tratta di 350mila euro ogni anno che verranno risparmiati grazie al MoVimento 5 Stelle e ai cittadini che non si sono arresi di fronte al sistema partitocratico. Grazie a tutti per aver diffuso la nostra denuncia e creato consapevolezza: è ciò che i partiti più temono.

È una vittoria dei cittadini, è una vittoria a 5 Stelle. Possiamo cambiarlo questo Paese, lo stiamo già facendo. Pensate quando saremo al governo: a riveder le stelle!
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Davide Casaleggio: “Il capo politico del M5s è Grillo, io non sostituirò mio padre. Stiamo lavorando su classe dirigente”


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Il figlio del cofondatore dei 5 stelle ha accettato di essere intervistato per la prima volta in tv da Lilli Gruber a "Otto e mezzo" (La7) per parlare dell'evento organizzato in memoria del padre sabato 8 aprile. Ha ribadito che la sua posizione è quella di "aiutante" e coordinatore per il voto online che ora fa riferimento all'associazione Rousseau. Su Renzi: "Non mi sembra credibile". E in merito alle polemiche sul caso di Genova: "Beppe fa bene a intervenire quando ritiene che le scelte possano arrecare danno al Movimento"


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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 07/04/2017, 12:22 
Cita:
Vittoria M5S: cancellata l'assicurazione dei deputati a carico dei cittadini!

Un'altra grande vittoria del M5S. Mi fa davvero piacere leggere queste notizie. Mentre gli altri partiti litigano o pensano a come accordarsi in vista delle prossime elezioni i 5 Stelle fanno cose concrete.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/04/2017, 15:44 
Il tempo di disegnare il futuro


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di Beppe Grillo
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Il giorno prima dell’ultimo grande Flash Mob Globale, il G8 a Genova, ero a Pegli con Gino Paoli: un bancomat finto, una macchina da demolire e Gino con una tuta bianca e una mazza che lo sfasciava, mentre dal palco io cantavo “senza fine”.
Il consiglio che davo a tutti era di stare alla larga dal G8, sarebbe stato pericoloso, ed è stato inutilmente terribile. L’ultimo Flash Mob Globale, ma non perché fa rima con no-global, Il G8 del 2001 fu l’ultimo fenomeno “spontaneo” di massa che prevedesse il futuro prossimo in cui erano rappresentati tutti. C’erano i cittadini in ogni ruolo, dalla persona consapevole del fatto che il mondo era in mano alla finanza sino agli uomini neri che picchiano tutti. C’erano tutte le forze di polizia e c’era un governo succube del potere finanziario che, come tutti i deboli con un posto di responsabilità, prese ad avere atteggiamenti fascistoidi (oggi, rimborsando 6 persone con una mancetta, il governo ha preteso l’oblio ed il perdono).

C’erano le persone che facevano difficoltà a capire il senso dell’antagonismo nei confronti della globalizzazione e, soprattutto, c’era la rappresentazione di come sarebbe diventato il mondo da li a breve. Si inscenò tragicamente il futuro: una città compartimentata come se non fosse più di tutti i cittadini: zone rosse e tantissime zone grige.

C’era la ricerca dello scontro a tutti i costi e le decisioni fondate sui pretesti che oggi appaiono le uniche possibili. Come se “cui prodest” significasse “a chi prude?” oppure “qui mi prude” mentre significa, da sempre: quando non stai riuscendo a capire perché si sta verificando un fatto chiediti a chi giova, chi ne trae vantaggio?
Genova si riempì di pretesti per tutto, per la violenza, per continuare così con la legittimazione degli uomini neri che compaiono, fanno male, e poi scompaiono. Molotov che apparivano dentro scuole usate come dormitorio, una puzza fortissima di tempi cupi in arrivo che faceva sentire tutti legittimati a tutto. Lo stesso avere organizzato una cosa del genere a Genova, dove quasi si perde chi ci vive, al limite fra i vicoletti e piazze enormi, era come dare fuoco ad un flipper. Una “decisione” irresponsabile proprio mentre i responsabili erano li: così protetti dal popolo che millantavano di rappresentare da non poter neppure sapere che Genova aveva in scena il caos, oltre la zona rossa. Difficile pensare come sia la vita alla larga dalle proprie responsabilità.

Il G8 di Genova era una enorme macchina del tempo, pericolosa come soltanto una macchina del tempo può essere: quanto puoi andare nel futuro? Forse sarai già morto quel giorno che hai appena impostato.
Un mucchio di persone hanno agito come se stessero già vivendo nell’oggi ma all’improvviso, senza i graduali passaggi che ci hanno portato qui oggi. Non poteva che saltarne fuori una tragica ed inutile ultima legittimazione dei goverBanchi ed un ulteriore annichilimento della riflessione.

Futuro significa evitare gli scontri e continuare a riflettere, disegnarcelo il futuro, riappropriarcene senza violenza: non è nella nostra cultura e fornisce carburante alla reazione giustificando il corso attuale delle cose.
Adesso che il mondo è un grande G8 di Genova, pieno di “sicurezza da mantenere” contro uomini neri mai individuati, io penso: non interessa la responsabilità di quei fatti se pensiamo al destino del mondo, la responsabilità personale è il compito dei magistrati. Il nostro compito è ottenere che non succedano più fenomeni del genere, incidendo sul comportamento della finanza che depreda l’anima. Per questo i banchieri e le grandi aziende di investimento sono irritate con noi: pensavano che ci fossimo messi in piazza a dire una qualche versione del “si vergogni”.

Da allora siamo entrati nelle istituzioni ed abbiamo cominciato a lavorare per correggere l’orrenda concezione di società dei nostri nemici naturali: chi fa soldi dai soldi senza controllo morale e di stato.
Non è più tempo di manifestazioni in piazza a carattere provocatorio, facili a sfogare nella violenza, è diventato il tempo di disegnare il nostro futuro, per questo siamo qui.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/04/2017, 20:30 
sottovento ha scritto:
Cita:
Vittoria M5S: cancellata l'assicurazione dei deputati a carico dei cittadini!

Un'altra grande vittoria del M5S. Mi fa davvero piacere leggere queste notizie. Mentre gli altri partiti litigano o pensano a come accordarsi in vista delle prossime elezioni i 5 Stelle fanno cose concrete.


Fanno buone proposte, ma se ottengono risultati è perchè c' è chi le vota, mai dimenticarlo. Peccato che non capita l' opposto.
Io starei attento alla trasformazione che stanno subendo i pentastellati in Europa, la trovo sospetta e preoccupante. Occhio gente !!!!!



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