29/04/2020, 11:51
29/04/2020, 12:21
In Germania c è stato un aumento dei contagi e si sta valutando di nuovo la quarantena...
29/04/2020, 12:23
Tempus1891 ha scritto:Gira e rigira siamo sempre lì: http://www.msn.com/it-it/salute/health/ ... &ocid=iehp
29/04/2020, 12:58
Zelman ha scritto:bleffort ha scritto:Vedo con grande dispiacere che non mi hai capito per il fatto che stai sghignazzando.
In sintesi tu cosa hai capito?,spiegati però non con tutti queste giri di parole.
che le temperature alte nel clima semi secco della sicilia la avvantaggiano rispetto al clima tropicale e subtropicale, umido, e anche rispetto al nord italia
non vedo cosa avresti da lamentarti anche questa volta
almeno riguardo alla pericolosità del virus,
che poi ci siano adeguamenti da fare per la regione va bene
ma questo è un problema MINORE
29/04/2020, 13:03
bleffort ha scritto:In Sicilia non ci sarebbe stato nessun caso se LE AUTORITÀ DEL NORD avessero fatto il loro dovere di bloccare subito le partenze di migliaia di persone che siano stati nostri corregionali o non, che ci sia stato un ordine dall'alto per non far niente e lasciarli andare?.![]()
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29/04/2020, 13:11
bleffort ha scritto:In Sicilia non ci sarebbe stato nessun caso se le autorità del Nord avessero fatto il loro dovere di bloccare subito le partenze di migliaia di persone che siano stati nostri corregionali o non, che ci sia stato un ordine dall'alto per non far niente e lasciarli andare?.![]()
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bleffort ha scritto:Il Clima secco assieme alla forte l'irradiazione UVB del Sole, alla ventilazione della nostra regione e al distanziamento sociale aiuta alla non proliferazione del Virus, in più secondo me l'acqua salata del mare uccide il virus assieme alle alte temperature che si registrano nelle nostre spiagge, basta un po di distanziamento tra un ombrellone ed un'altro anche senza mascherina.
29/04/2020, 13:14
Robiwankenobi ha scritto:
Su questo non puoi essere certo bleffort, il virus "girava" quindi poteva essere portato tranquillamente da altre persone che non venivano dal nord.
29/04/2020, 13:22
Scienziati cinesi: "Covid-19 ha molte probabilità di diventare stagionale e di coesistere con gli umani per molto tempo"
Gli esperti dubitano anche che la diffusione del virus rallenti significativamente durante l'estate boreale.
È improbabile che il nuovo coronavirus scompaia come ha fatto la SARS 17 anni fa, poiché infetta alcune persone senza causare sintomi evidenti come la febbre, secondo un gruppo di ricercatori e medici virologi cinesi.
Gli scienziati hanno spiegato che i cosiddetti portatori asintomatici rendono difficile contenere completamente la diffusione di covid-19, poiché possono trasmetterla. Con la SARS, le persone infette si sono ammalate gravemente e una volta messe in quarantena e isolate da altre persone, il virus ha smesso di diffondersi. Invece, la Cina continua a rilevare dozzine di casi asintomatici del nuovo coronavirus ogni giorno nonostante abbia controllato l'epidemia.
"È molto probabile che questa sia un'epidemia che coesisterà a lungo con gli umani, diventerà stagionale e rimarrà all'interno dei corpi umani ", ha spiegato Jin Qi, direttore dell'Istituto di biologia patogena dell'Accademia cinese di Scienze mediche, citato da Bloomberg.
Scomparirà in estate?
D'altra parte, mentre alcuni, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno espresso la speranza che la diffusione del virus diminuirà all'aumentare della temperatura nei paesi dell'emisfero settentrionale in estate, gli specialisti cinesi sostengono di non aver trovato prove a sostegno di tale idea.
Wang Guiqiang, capo del dipartimento di malattie infettive del Primo Ospedale dell'Università di Pechino, spiega che, mentre è vero che il virus è "sensibile al calore", per essere rimosso deve essere esposto a 56 gradi Celsius per 30 minuti e "non farà mai così caldo " . Pertanto, a livello globale, "anche durante l'estate, la possibilità che i casi diminuiscano in modo significativo è piccola", ha ribadito.
FONTE
Notizia del: 28/04/2020
Ma esiste davvero questa pandemia ?
DI PAOLO BECCHI E GIOVANNI ZIBORDI
liberoquotidiano.it
Mentre il governo sfrutta al meglio il virus per mantenersi vivo a scapito nostro, conviene fare un analisi disincata dell’epidemia. Occorre scegliere dei dati e come riferimento possiamo partire dai 232mila decessi di media negli ultimi quattro anni tra gennaio e aprile, chiedendoci se e di quanto quest’anno li si sia superati.In Italia i decessi annuali variano tra 630 e 650mila e nel periodo invernale hanno una oscillazione che può essere anche di 20 o 25 mila in più o in meno. La questione è se quest’anno siano veramente molti di più come tutti immaginano sentendo parlare di 26 mila decessi da Coronavirus e poi anche di altri decessi non rilevati.
In Francia questo confronto che nol proponiamo è stato presentato dal prof. Didier Raoult ( QUI) )dell’Istituto di malattie infettive di Marsiglia (l’epidemiologo con un indice Hirsch massimo al mondo di 175, in base al numero di citazioni di pubblicazioni scientifiche). Raoult sostiene anche lui la tesi che, dal punto di vista della mortalità cumulativa a livello nazionale, quest’anno non c’è una situazione eccezionale, perché in Francia nel periodo invernale, quindi dicembre-marzo, il totale dei decessi di questa stagione “con Coronavirus” era 216mila contro 218mila, 224mila e 223mila negli anni precedenti.
In Italia si devono fare estrapolazioni per ottenere una stima del totale nazionale dei decessi per l’anno 2020 perché l’Istat, a differenza del servizio statistico di altri paesi come ad es. la Francia, non fornisce il dato nazionale se non dopo oltre quattro mesi. Finora nessuno lo ha fatto e si citano invece sempre delle percentuali di aumento della mortalità del 70 o 80%, che l’Istat ricava però solo da un campione di città del Nord tra marzo e inizio aprile. Questo campione Istat ora è stato allargato ad un numero maggiore di Comuni che rappresentano il 32% dei Comuni, ma scelti con il criterio della mortalità superiore alla norma del 20%.
La questione che poniamo è quanti siano i decessi quest’anno rispetto agli altri anni perché quando si sente dire che “oggi sono morte 500 persone per Coronavirus” quasi si presuppone che in un anno normale sarebbero invece morte 500 persone in meno. I dati ufficiali per i morti associati al Covid-19 vengono pubblicati tutti i giorni e la sorte dell’Italia dipende da questi numeri che appaiono ogni sera al TG.
Dato che sentiamo parlare di 26 mila decessi “da Coronavirus” e molti articoli parlano di molti altri decessi per Coronavirus non rilevati, l’impressione che l’opinione pubblica riceve è che quest’anno la mortalità sia molto in eccesso rispetto agli altri anni, quindi di almeno 26 mila morti in più o forse anche 40 mila morti in più (se fosse vero che molti non sono rilevati).
Come però anche Marina Davoli e Paola Michelozzi (che criticano un nostro precedente contributo) sono costrette a riconoscere https://www.ilsole24ore.com/art/ecco-come-e-cresciuta-mortalita-italia-i-dati-19-citta-ADGFwML “il decremento invernale, prima dell’epidemia, e l’incremento dei mesi di marzo e aprile, in qualche misura si sono compensati”, per cui il saldo da inizio anno a livello nazionale dovrebbe essere inferiore a quello dei 25 mila morti attribuiti al Covid.
Occorre tenere presente che la mortalità nella stagione invernale oscilla tra 8 e 26 mila decessi da un anno all’altro, come documentato ad esempio nello studio di W. Ricciardi ed altri (“Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14–2016/17 seasons)”, dicembre 2019) https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1201971219303285. Nei mesi invernali si verificano oscillazioni di 20 mila decessi da un anno altro anche in un singolo mese, dovuti quasi tutti a polmoniti e la media dei morti da polmonite è di 18mila l’anno.
Da una parte allora ci sono notizie per le quali la mortalità da coronavirus sarebbe più alta perché alcuni morti da Covid avvenuti in casa non vengono rilevati, dall’altra va anche rilevato che la mortalità stagionale quest’anno in Italia (e in tutto l’Occidente in realtà) era molto più bassa della norma. Inoltre ci sono discussioni sull’attribuzione dei morti al Coronavirus in ospedale quando i pazienti hanno già diverse patologie concomitanti.
Come capire allora quale sia la situazione reale emergenza? Se i decessi in Italia da inizio anno ad oggi sono intorno a 232 mila, come sarebbe la media degli ultimi quattro anni, allora l’effetto di compensazione citato coi mesi precedenti e l’attribuzione al Covid-19 di morti per altre cause ridimensionano l’entità dell’emergenza. I dati dell’articolo sopra citato di Davoli e Michelozzi su un campione di 10 città del Nord indicano 2,624 morti “in eccesso” da inizio anno al 7 aprile. Poiché fino a marzo la mortalità era più bassa della norma in tutta Italia, come loro correttamente rilevano e poiché nel Centro Sud anche in marzo-aprile è variata meno del 10%, si può allora escludere dalla stima della variazione a livello nazionale dei morti eccessivi il Centro Sud e concentrarsi sul Nord. Quindi dovrebbe essere sufficiente estrapolare dalle 10 città maggiori del Nord campionate in cui ci sono 2,264 morti “eccessivi” da inizio anno il totale del Norditalia.
Se si fanno assunzioni in base alla % di popolazione del Nord campionata e quella restante e alla mortalità relativa delle varie province su base storica, si può stimare il totale del Nord pari a 6 volte la cifra indicata dalle due ricercatrici di 2,264 e quindi intorno a 13 mila morti “in eccesso” da inizio anno. Andrebbe stimato cosa succeda nei restanti 23 giorni di aprile se si usano i dati delle due autrici che si fermano al 7 aprile, ma dato il calo dei ricoveri in terapia intensiva, ora sui 2,100 in tutta Italia, può essere che l’effetto di mortalità “eccessiva” (rispetto alla media storica) sia ormai minimo. Quindi ci sarebbe una stima di circa 13 o forse 14 mila morti in eccesso a livello nazionale da gennaio ad aprile, rispetto ad un dato medio degli ultimi quattro anni di 232 mila morti, cioè un +7% circa in Italia quest’anno. Se poi nel resto dell’anno non si verifica un’ altra ondata di polmoniti di questo genere, rispetto alla media dei 640-650 mila decessi annuali l’incremento sarebbe inferiore al 3%.
In sintesi, sulla base dei dati riportati dalle due autrici, si ha un effetto stimabile intorno a 13-14 mila morti “in eccesso” che è un incremento del 7% circa su base stagionale (4 mesi) e di meno del 3% su base annuale in Italia.
L’effetto di compensazione tra i primi mesi a bassa mortalità e poi il picco di marzo e l’effetto dell’attribuzione al Covid di decessi con altre patologie concomitanti possono spiegare questo impatto limitato sulla mortalità complessiva in Italia. Ovviamente si può obiettare che è stato il lockdown “stile Wuhan” adottato in Italia dall’11 marzo a ridurre la mortalità e senza questo i morti avrebbero potuto essere decine di migliaia in più.
Va allora ricordato innanzitutto che in media i decessi avvengono dopo circa 20 giorni dal contagio, per cui è solo da circa l’1 o 2 aprile che (in media) si può dire che il lockdown ha avuto effetto sulla mortalità. Dal momento che i dati di cui si parla arrivano al 7 aprile sono circa 5 i giorni in cui si è sentito l’effetto.
Si può inoltre argomentare che dal 1 aprile in poi però ci sarebbero stati più morti se non fossimo stati tutti chiusi in casa dall’11 marzo. Questa diventa ovviamente una discussione più complessa perché riguarda le previsioni dei modelli epidemiologici. Le quali però finora sono state smentite in modo anche clamoroso, ad esempio per gli USA il Dott. Fauci e lo stesso Trump fino al 1 aprile parlavano di 240mila decessi in base al modello https://www.msn.com/en-us/news/politics/trump-projects-up-to-240-000-coronavirus-deaths-in-u-s-even-with-mitigation-efforts/ar-BB11ZjHu e per ora siamo a 52mila decessi e si parla di riaprire il paese entro due settimane con alcuni Stati che hanno già cominciato.
Il modello epidemiologico dell’Imperial College di Londra aveva ad esempio previsto a inizio marzo una mortalità di 2,4 milioni per gli USA senza lockdown che sembra ora ridicola se si considera poi che molti Stati USA hanno adottato un modello di chiusura “soft” che non impedisce ad esempio di uscire di casa e anche di manifestare contro il lockdown. Una verifica si potrebbe fare usando l’esempio del paese criticato (ben inteso per noi ha fatto benissimo) perché non ha chiuso nemmeno le scuole, la Svezia. Questo modello molto noto indicava per la Svezia una curva dei decessi che saliva fino a giugno mentre invece ha raggiunto il massimo e declina (se siprende ad es una media a sette giorni) da inizio aprile come in Italia. Il modello come si vede dal grafico indica una mortalità giornaliera oltre 10 volte di quella che si è verificata sinora. Ricordiamo che in Svezia la mortalità complessiva sinora è di 217 per milione di abitanti, in Italia di 430.
Questa è una discussione molto ampia, ma un accenno a quanto si siano finora rivelati errati i modelli epidemiologici va fatto, basta pensare che in Asia ci sono circa 300 milioni di persone tra Giappone, Taiwan, Corea, Singapore, Hong Kong, Malesia ecc. in cui non si è imposto di non uscire di casa e di non lavorare e la mortalità è stata di alcune migliaia di persone ed è praticamente cessata già da un mese.
Dato allora che in Italia stiamo autoinfliggendo ai cittadini, alla società e all’economia un danno paragonabile a quello di una guerra, bisogna, a nostro avviso, tenere presente che la mortalità che lo dovrebbe giustificare non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di una guerra. L’emergenza economica farà molti più danni di quella epidemiologica. Dallo Stato terapeutico passeremo alla civiltà della carestia. Distruggere 200 o 300 miliardi di reddito annuale farà soffrire milioni di italiani che finiranno in miseria e povertà.
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Fonte: https://paolobecchi.wordpress.com
Link: https://paolobecchi.wordpress.com/2020/04/28/ma-esiste-davvero-questa-pandemia/
Fonte: www.https://comedonchisciotte.org/ma-esiste-davvero-questa-pandemia/
Coronavirus, il luminare francese Didier Raoult: "E' la curva tipica delle epidemie e va molto bene anche in Italia. Il 99% dei casi avverrà entro il 19 maggio"
Qual è la situazione dell’epidemia Covid19? Stiamo davvero rischiando una seconda ondata? Quale trattamento per i malati? Quali farmaci utilizzare? Risponde (intervista-resoconto video del 28 aprile 2020) Didier Raoult, Direttore dell’IHU Méditerranée Infection (Istituto ospedaliero-universitario in malattie infettive di Marsiglia)
Qui la traduzione in lingua italiana dell’intervento del luminare francese.
La Redazione de L’Antidiplomatico
Come vedete nell’andamento dell’epidemia c’è una curva a campana, è la curva tipica delle epidemie. Le epidemie sono così, cominciano, accelerano, arrivano al culmine, al momento in cui c’è più trasmissibilità, poi diminuiscono, scompaiono e non si sa perché; forse in futuro capiremo meglio la relazione fra le epidemie e gli ecosistemi. Per questa malattia, della quale non si sapeva come si sarebbe comportata, l’andamento è così.
Ottimi i matematici di Singapore hanno fatto una proiezione relativa alla curve nei vari paesi, ad esempio va molto bene anche in Italia (NB: nel grafico che il prof Raoult mostra, si prevede per esempio per Singapore una riduzione del 97% entro il 29 maggio, e per l’Italia una riduzione del 97% entro l’8 maggio; entro maggio anche negli altri paesi occidentali), l’India ha cominciato un po’ dopo (la riduzione del 99% è prevista per giugno). Lo studio prevede che il 97% dei casi avrà luogo entro il 7 maggio e il 99% entro il 19 maggio. In maggio dunque si dovrebbe poter porre fine al confinamento e isolare solo i positivi, sapendo che la trasmissibilità del virus sarà diventata molto più debole".
Sono dati reali, non fantasmi. Le supposizioni sulla base delle quali occorra il 70% di popolazione immunizzata per controllare la malattia, non so da dove vengano. Io do cifre reali.
E sul trattamento delle persone colpite dal coronavirus?
Adesso la malattia la conosciamo bene, ci sono diverse fasi (NB. al minuto 4.51 mostra la tabella). 25.000 persone sono venute a farsi testare qui; 16.000 erano sintomatiche; 1.000 ospedalizzati; i tassi di positività sono arrivati fino al 22%; oggi sono diminuiti molto, ci sono solo più 5-6% di positivi. Abbiamo fatto oltre 6.000 analisi sierologie, abbiamo testato anche il personale esposto qui all’IHU, solo il 3% ha anticorpi, quindi la protezione e le misure prese qui per non essere contaminate sono molto buone, perché è l’equivalente al tasso della popolazione in generale.
Abbiamo seguito 4.000 infettati, una delle più grosse serie mondiali, forse la più grande. 3.300 sono stati trattati per due giorni e 630 sono stati ospedalizzati.
E’ stato fatto un lavoro eccezionale per isolare il massimo di virus, 4000 prelievi, 1500 identificazioni tassonomiche, 1300 in coltura. I nostri amici radiologi hanno utilizzato scanner a basse dosi che sono migliori delle radiografie del torace e non hanno l’irradiazione degli scanner tradizionali. Ne sono state fatte 2000, ed è molto importante perché si trovano lesioni polmonari presso persone che apparentemente non sono sintomatiche. Nel periodo in cui si ha il virus ma non si è sintomatici, gli scanner danno l’evidenza di lesioni polmonari in oltre la metà dei casi. Lo avevano già provato i cinesi.
E a proposito dei rischi legati all’idrossiclorochina, abbiamo fatto oltre 7.000 elettrocardiogrammi qui, validati da esperti del ritmo cardiaco.
Dopo aver trattato 3.500 persone, siamo arrivati alla conclusione che la malattia ha diversi stadi.
Primo stadio, incubazione (fra quando si prende il virus e il momento in cui si diventa sintomatici), in quel periodo c’è solo il virus. A volte, a chiedere loro nuovamente, soprattutto ai giovani, dicono giusto “sì, non sentivo più gli odori”. E’ un segnale molto utile, perché spesso presso i giovani è l’unico. E se si fanno gli scanner in questo periodo, si vedono le lesioni.
Periodo clinico, quando le persone sono ammalate, tosse, febbre soprattutto. In questo stadio, è ancora il virus a essere il bersaglio. Si tratta di curarli subito, per le infezioni virali è così, vanno trattati all’inizio; in seguito, la risposta che abbiamo contro il virus può essere così forte che non è più questione di virus ma di risposta. Man mano che le cose vanno deteriorandosi, non c’è più correlazione fra il numero di virus (carica virale) e la severità, anzi al contrario, non c’è più virus. Nelle persone vicine alla morte o comunque in rianimazione, c’è pochissima presenza di virus. Dunque c’è una vera evoluzione della malattia: all’inizio virale, poi si ha la fase in cui c’è sia il virus che la risposta, e infine il problema è solo la risposta immunitaria; infine, anche quando si ha l’impressione che siano guariti, c’è un altro rischio, quello della fibrosi polmonare tardiva che fa sì che i polmoni non funzionino più del tutto, mentre si credeva guarito il paziente.
A ogni fase corrisponde una fase terapeutica:
Per poter trattare le persone agli inizi, bisogna dare farmaci con efficacia antivirale e che non siano tossici. Ci sono molte persone infettate e la proporzione dei morti è debole, ci sarà una proporzione dell’1, 2% se si prende tutta la popolazione delle persone ammalate. Dunque non si possono dare farmaci tossici, il rischio è troppo importante rispetto ai benefici attesi. E’ una delle ragioni per cui farmaci come il Redemsivir non possono essere prescritti: la loro tossicità è troppo elevata, lo rivelava anche uno studio presto sparito dal sito dell’Oms. Non si possono dare farmaci tossici per una malattia che agli inizi è benigna.
Nel primo studio sulla sensibilità del virus, i cinesi dicevano “da un lato il Redemsivir, dall’altro la clorochina, prendiamo quest’ultima perché non tossica, economica e disponibile, una scelta ragionevole, se si pensa che occorreva trattare le persone agli inizi.
Quando le cose si aggravano, è la risposta immunitaria che diventa importante, non c’è più virus, a quello stadio non c’è più bi sogno di antivirus. A quello stadio, quando il problema è la risposta immunitaria, rimane il posto per l’idrossiclorochina che è un modulatore dell’immunità ed è così che è stata utilizzata.
Ribadisco l’uso di idrossiclorochina e clorochina: sono farmaci molto utilizzati e non so come mai i media abbiano potuto spacciare questa faccenda della loro presunta tossicità. Bastava chiedere a qualunque medico per sapere quanto il Plaquenil sia prescritto. Prima della crisi nel 2019 sono state vendute 1,2 milioni di confezioni di Plaquenil, il che vuol dire 36 milioni di compresse e nessuno parlava d problemi cardiaci ecc. 900.000 persone trattate con Plaquenil (fuori dagli ospedali) confrontate con un gruppo testimone di 350.000 persone ebbene nessun caso di incidente cardiaco dovuto al farmaco.
Come questa follia spacciata dai media abbia potuto attecchire è stupefacente. Naturalmente va fatta attenzione alle dosi, come sempre.
Quanto all’Azitromicina, viene prescritta in tutte le affezioni respiratorie comprese quelle virali. Ci sono spesso sovrainfezioni batteriche ma si trova che questo farmaco è particolarmente efficace in associazione con l’idrossiclorochina. Abbiamo trattato così 3000 persone e le cose vanno molto bene, senza problemi iatrogeni. Allora la follia delle accuse dipende probabilmente dal fatto che all’inizio c’era una contrapposizione fra Redemsivir e clorochina che erano le due cose proposte dai cinesi, i quali poi hanno detto abbiamo scelto la clorochina, funziona bene. Noi abbiamo aggiunto l’azitromicina perché adatta a diverse affezioni virali, e continuiamo così, come fanno molti medici nel mondo.
Poi la gente dimentica che in particolare per questa malattia si verificano miocarditi che vanno sorvegliate perché ci sono miocarditi mortali, che si prenda un farmaco o no. Tutto va monitorato ma si può fare.
Qual è il ruolo dei medici nella crisi?
I medici reagiscono molto bene, mi sembra di essere in accordo con la maggior parte dei medici, che vedono i malati e dicono: bisogna fare qualcosa. L’idea che si possano lasciare le persone senza trattamento finché non hanno una crisi respiratoria e devono andare all’ospedale, è un’idea che non si è mai vista; le persone devono essere curate.
Abbiamo un’analisi sull’uso dell’azitromicina e idrossiclorochina… non crediamo ci sia una battagli fra parigini e marsigliesi, ne consumano di più i parigini! Forse ai media di Parigi non piace, ma ai medici e agli ammalati sì. E poi una cosa straordinaria è la qualità delle cure nella rianimazione. Non so come avvenga altrove. Ma conosco quella di Marsiglia e Parigi.
Quando ci sono queste forme di emergenze respiratorie in generale la mortalità è superiore al 20-25%. Si vede nelle serie statunitensi. E qui i colleghi con i quali lavoriamo ci dicono abbiamo una mortalità molto più bassa, 9-10%. E’ perché i rianimatori si scambiano le informazioni fra loro man mano. Informazioni non ancora pubblicate. In particolare sulla coagulazione: ci sono grossi problemi in questo senso allora hanno cambiato la terapia, l’hanno adottata a questa malattia dando anticoagulanti prima possibile per evitare le embolie polmonari che sono una delle cause di morte. Hanno anche utilizzato in protocollo farmaci che permettono di controllare la risposta immunitaria impazzita. La qualità della rianimazione francese, in condizioni molto difficili, è eccezionale, avremmo potuto avere il 30% di morti in più, le rianimazioni erano sopraffatte dagli afflussi.
A quello stadio, che non era più virologico, la qualità della rianimazione è stata eccezionale.
E poi l’ultima fase, dopo la rianimazione: tocca capire come individuare le fibrosi polmonari dovute a questa reazione immunitaria spaventosa.Guarda su youtube.com
FONTE
29/04/2020, 13:33
MaxpoweR ha scritto:Scienziati cinesi: "Covid-19 ha molte probabilità di diventare stagionale e di coesistere con gli umani per molto tempo"
Gli esperti dubitano anche che la diffusione del virus rallenti significativamente durante l'estate boreale.
È improbabile che il nuovo coronavirus scompaia come ha fatto la SARS 17 anni fa, poiché infetta alcune persone senza causare sintomi evidenti come la febbre, secondo un gruppo di ricercatori e medici virologi cinesi.
Gli scienziati hanno spiegato che i cosiddetti portatori asintomatici rendono difficile contenere completamente la diffusione di covid-19, poiché possono trasmetterla. Con la SARS, le persone infette si sono ammalate gravemente e una volta messe in quarantena e isolate da altre persone, il virus ha smesso di diffondersi. Invece, la Cina continua a rilevare dozzine di casi asintomatici del nuovo coronavirus ogni giorno nonostante abbia controllato l'epidemia.
"È molto probabile che questa sia un'epidemia che coesisterà a lungo con gli umani, diventerà stagionale e rimarrà all'interno dei corpi umani ", ha spiegato Jin Qi, direttore dell'Istituto di biologia patogena dell'Accademia cinese di Scienze mediche, citato da Bloomberg.
Scomparirà in estate?
D'altra parte, mentre alcuni, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hanno espresso la speranza che la diffusione del virus diminuirà all'aumentare della temperatura nei paesi dell'emisfero settentrionale in estate, gli specialisti cinesi sostengono di non aver trovato prove a sostegno di tale idea.
Wang Guiqiang, capo del dipartimento di malattie infettive del Primo Ospedale dell'Università di Pechino, spiega che, mentre è vero che il virus è "sensibile al calore", per essere rimosso deve essere esposto a 56 gradi Celsius per 30 minuti e "non farà mai così caldo " . Pertanto, a livello globale, "anche durante l'estate, la possibilità che i casi diminuiscano in modo significativo è piccola", ha ribadito.
FONTE
Notizia del: 28/04/2020
Sicuramente finirà così, non ci sono vaccini per il corona virus nè per quello in questione (e per vaccino intendo che ti fai la punturina e la malaria non ti viene mai più, non le pistolinate annuali come quello per il virus influenzale). Si farà come con l'HIV per qualche anno si susseguiranno gli annunci entusiasti di vaccini trovati, di terapie fantasmagoriche per debellare il virus finchè il clamore scemerà e diverrà parte della nostra vita (compresi un paio di mesi di quarantena stagionale) fino a diventare la norma. Ovviamente man mano si troveranno combinazioni terapeutiche efficaci in modo che a morire saranno sempre meno persone esopratutto ad aver bisogno della T.I. ma nel frattempo le nostre vite saranno inevitabilmente cambiate.Ma esiste davvero questa pandemia ?
DI PAOLO BECCHI E GIOVANNI ZIBORDI
liberoquotidiano.it
Mentre il governo sfrutta al meglio il virus per mantenersi vivo a scapito nostro, conviene fare un analisi disincata dell’epidemia. Occorre scegliere dei dati e come riferimento possiamo partire dai 232mila decessi di media negli ultimi quattro anni tra gennaio e aprile, chiedendoci se e di quanto quest’anno li si sia superati.In Italia i decessi annuali variano tra 630 e 650mila e nel periodo invernale hanno una oscillazione che può essere anche di 20 o 25 mila in più o in meno. La questione è se quest’anno siano veramente molti di più come tutti immaginano sentendo parlare di 26 mila decessi da Coronavirus e poi anche di altri decessi non rilevati.
In Francia questo confronto che nol proponiamo è stato presentato dal prof. Didier Raoult ( QUI) )dell’Istituto di malattie infettive di Marsiglia (l’epidemiologo con un indice Hirsch massimo al mondo di 175, in base al numero di citazioni di pubblicazioni scientifiche). Raoult sostiene anche lui la tesi che, dal punto di vista della mortalità cumulativa a livello nazionale, quest’anno non c’è una situazione eccezionale, perché in Francia nel periodo invernale, quindi dicembre-marzo, il totale dei decessi di questa stagione “con Coronavirus” era 216mila contro 218mila, 224mila e 223mila negli anni precedenti.
In Italia si devono fare estrapolazioni per ottenere una stima del totale nazionale dei decessi per l’anno 2020 perché l’Istat, a differenza del servizio statistico di altri paesi come ad es. la Francia, non fornisce il dato nazionale se non dopo oltre quattro mesi. Finora nessuno lo ha fatto e si citano invece sempre delle percentuali di aumento della mortalità del 70 o 80%, che l’Istat ricava però solo da un campione di città del Nord tra marzo e inizio aprile. Questo campione Istat ora è stato allargato ad un numero maggiore di Comuni che rappresentano il 32% dei Comuni, ma scelti con il criterio della mortalità superiore alla norma del 20%.
La questione che poniamo è quanti siano i decessi quest’anno rispetto agli altri anni perché quando si sente dire che “oggi sono morte 500 persone per Coronavirus” quasi si presuppone che in un anno normale sarebbero invece morte 500 persone in meno. I dati ufficiali per i morti associati al Covid-19 vengono pubblicati tutti i giorni e la sorte dell’Italia dipende da questi numeri che appaiono ogni sera al TG.
Dato che sentiamo parlare di 26 mila decessi “da Coronavirus” e molti articoli parlano di molti altri decessi per Coronavirus non rilevati, l’impressione che l’opinione pubblica riceve è che quest’anno la mortalità sia molto in eccesso rispetto agli altri anni, quindi di almeno 26 mila morti in più o forse anche 40 mila morti in più (se fosse vero che molti non sono rilevati).
Come però anche Marina Davoli e Paola Michelozzi (che criticano un nostro precedente contributo) sono costrette a riconoscere https://www.ilsole24ore.com/art/ecco-come-e-cresciuta-mortalita-italia-i-dati-19-citta-ADGFwML “il decremento invernale, prima dell’epidemia, e l’incremento dei mesi di marzo e aprile, in qualche misura si sono compensati”, per cui il saldo da inizio anno a livello nazionale dovrebbe essere inferiore a quello dei 25 mila morti attribuiti al Covid.
Occorre tenere presente che la mortalità nella stagione invernale oscilla tra 8 e 26 mila decessi da un anno all’altro, come documentato ad esempio nello studio di W. Ricciardi ed altri (“Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14–2016/17 seasons)”, dicembre 2019) https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1201971219303285. Nei mesi invernali si verificano oscillazioni di 20 mila decessi da un anno altro anche in un singolo mese, dovuti quasi tutti a polmoniti e la media dei morti da polmonite è di 18mila l’anno.
Da una parte allora ci sono notizie per le quali la mortalità da coronavirus sarebbe più alta perché alcuni morti da Covid avvenuti in casa non vengono rilevati, dall’altra va anche rilevato che la mortalità stagionale quest’anno in Italia (e in tutto l’Occidente in realtà) era molto più bassa della norma. Inoltre ci sono discussioni sull’attribuzione dei morti al Coronavirus in ospedale quando i pazienti hanno già diverse patologie concomitanti.
Come capire allora quale sia la situazione reale emergenza? Se i decessi in Italia da inizio anno ad oggi sono intorno a 232 mila, come sarebbe la media degli ultimi quattro anni, allora l’effetto di compensazione citato coi mesi precedenti e l’attribuzione al Covid-19 di morti per altre cause ridimensionano l’entità dell’emergenza. I dati dell’articolo sopra citato di Davoli e Michelozzi su un campione di 10 città del Nord indicano 2,624 morti “in eccesso” da inizio anno al 7 aprile. Poiché fino a marzo la mortalità era più bassa della norma in tutta Italia, come loro correttamente rilevano e poiché nel Centro Sud anche in marzo-aprile è variata meno del 10%, si può allora escludere dalla stima della variazione a livello nazionale dei morti eccessivi il Centro Sud e concentrarsi sul Nord. Quindi dovrebbe essere sufficiente estrapolare dalle 10 città maggiori del Nord campionate in cui ci sono 2,264 morti “eccessivi” da inizio anno il totale del Norditalia.
Se si fanno assunzioni in base alla % di popolazione del Nord campionata e quella restante e alla mortalità relativa delle varie province su base storica, si può stimare il totale del Nord pari a 6 volte la cifra indicata dalle due ricercatrici di 2,264 e quindi intorno a 13 mila morti “in eccesso” da inizio anno. Andrebbe stimato cosa succeda nei restanti 23 giorni di aprile se si usano i dati delle due autrici che si fermano al 7 aprile, ma dato il calo dei ricoveri in terapia intensiva, ora sui 2,100 in tutta Italia, può essere che l’effetto di mortalità “eccessiva” (rispetto alla media storica) sia ormai minimo. Quindi ci sarebbe una stima di circa 13 o forse 14 mila morti in eccesso a livello nazionale da gennaio ad aprile, rispetto ad un dato medio degli ultimi quattro anni di 232 mila morti, cioè un +7% circa in Italia quest’anno. Se poi nel resto dell’anno non si verifica un’ altra ondata di polmoniti di questo genere, rispetto alla media dei 640-650 mila decessi annuali l’incremento sarebbe inferiore al 3%.
In sintesi, sulla base dei dati riportati dalle due autrici, si ha un effetto stimabile intorno a 13-14 mila morti “in eccesso” che è un incremento del 7% circa su base stagionale (4 mesi) e di meno del 3% su base annuale in Italia.
L’effetto di compensazione tra i primi mesi a bassa mortalità e poi il picco di marzo e l’effetto dell’attribuzione al Covid di decessi con altre patologie concomitanti possono spiegare questo impatto limitato sulla mortalità complessiva in Italia. Ovviamente si può obiettare che è stato il lockdown “stile Wuhan” adottato in Italia dall’11 marzo a ridurre la mortalità e senza questo i morti avrebbero potuto essere decine di migliaia in più.
Va allora ricordato innanzitutto che in media i decessi avvengono dopo circa 20 giorni dal contagio, per cui è solo da circa l’1 o 2 aprile che (in media) si può dire che il lockdown ha avuto effetto sulla mortalità. Dal momento che i dati di cui si parla arrivano al 7 aprile sono circa 5 i giorni in cui si è sentito l’effetto.
Si può inoltre argomentare che dal 1 aprile in poi però ci sarebbero stati più morti se non fossimo stati tutti chiusi in casa dall’11 marzo. Questa diventa ovviamente una discussione più complessa perché riguarda le previsioni dei modelli epidemiologici. Le quali però finora sono state smentite in modo anche clamoroso, ad esempio per gli USA il Dott. Fauci e lo stesso Trump fino al 1 aprile parlavano di 240mila decessi in base al modello https://www.msn.com/en-us/news/politics/trump-projects-up-to-240-000-coronavirus-deaths-in-u-s-even-with-mitigation-efforts/ar-BB11ZjHu e per ora siamo a 52mila decessi e si parla di riaprire il paese entro due settimane con alcuni Stati che hanno già cominciato.
Il modello epidemiologico dell’Imperial College di Londra aveva ad esempio previsto a inizio marzo una mortalità di 2,4 milioni per gli USA senza lockdown che sembra ora ridicola se si considera poi che molti Stati USA hanno adottato un modello di chiusura “soft” che non impedisce ad esempio di uscire di casa e anche di manifestare contro il lockdown. Una verifica si potrebbe fare usando l’esempio del paese criticato (ben inteso per noi ha fatto benissimo) perché non ha chiuso nemmeno le scuole, la Svezia. Questo modello molto noto indicava per la Svezia una curva dei decessi che saliva fino a giugno mentre invece ha raggiunto il massimo e declina (se siprende ad es una media a sette giorni) da inizio aprile come in Italia. Il modello come si vede dal grafico indica una mortalità giornaliera oltre 10 volte di quella che si è verificata sinora. Ricordiamo che in Svezia la mortalità complessiva sinora è di 217 per milione di abitanti, in Italia di 430.
Questa è una discussione molto ampia, ma un accenno a quanto si siano finora rivelati errati i modelli epidemiologici va fatto, basta pensare che in Asia ci sono circa 300 milioni di persone tra Giappone, Taiwan, Corea, Singapore, Hong Kong, Malesia ecc. in cui non si è imposto di non uscire di casa e di non lavorare e la mortalità è stata di alcune migliaia di persone ed è praticamente cessata già da un mese.
Dato allora che in Italia stiamo autoinfliggendo ai cittadini, alla società e all’economia un danno paragonabile a quello di una guerra, bisogna, a nostro avviso, tenere presente che la mortalità che lo dovrebbe giustificare non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di una guerra. L’emergenza economica farà molti più danni di quella epidemiologica. Dallo Stato terapeutico passeremo alla civiltà della carestia. Distruggere 200 o 300 miliardi di reddito annuale farà soffrire milioni di italiani che finiranno in miseria e povertà.
Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Fonte: https://paolobecchi.wordpress.com
Link: https://paolobecchi.wordpress.com/2020/04/28/ma-esiste-davvero-questa-pandemia/
Fonte: www.https://comedonchisciotte.org/ma-esiste-davvero-questa-pandemia/
quanto detto in questo articolo era EVIDENTISSIMO anche guardando i numeri degli anni precedenti invece di farsi prendere dalla fissazione della peste bubbonica, come certificato in questo topic milioni di pagine fa. Piano piano tutto quanto emerso all'inizio ed insabbiato sta tornando a galla; tanto ormai la gente si è bevuta la favoletta, qualunque altra notizia non si fermerà nella mente delle persone. Questa SEDICENTE pandemia è servita per ben altro, hanno colto l'occasione molto bene non c'è niente da direw se non complimentarsi. Bravi loro, noi ******** a cascarci in pieno, come al solito.
E per finire il trittico ecco cosa ci dice il su citato Diddier Raoult, perchè se si va di opinioni meglio affidarsi alle più autorevooli possibili invece che a nani e ballerini italici alla Burioni.Coronavirus, il luminare francese Didier Raoult: "E' la curva tipica delle epidemie e va molto bene anche in Italia. Il 99% dei casi avverrà entro il 19 maggio"
Qual è la situazione dell’epidemia Covid19? Stiamo davvero rischiando una seconda ondata? Quale trattamento per i malati? Quali farmaci utilizzare? Risponde (intervista-resoconto video del 28 aprile 2020) Didier Raoult, Direttore dell’IHU Méditerranée Infection (Istituto ospedaliero-universitario in malattie infettive di Marsiglia)
Qui la traduzione in lingua italiana dell’intervento del luminare francese.
La Redazione de L’Antidiplomatico
Come vedete nell’andamento dell’epidemia c’è una curva a campana, è la curva tipica delle epidemie. Le epidemie sono così, cominciano, accelerano, arrivano al culmine, al momento in cui c’è più trasmissibilità, poi diminuiscono, scompaiono e non si sa perché; forse in futuro capiremo meglio la relazione fra le epidemie e gli ecosistemi. Per questa malattia, della quale non si sapeva come si sarebbe comportata, l’andamento è così.
Ottimi i matematici di Singapore hanno fatto una proiezione relativa alla curve nei vari paesi, ad esempio va molto bene anche in Italia (NB: nel grafico che il prof Raoult mostra, si prevede per esempio per Singapore una riduzione del 97% entro il 29 maggio, e per l’Italia una riduzione del 97% entro l’8 maggio; entro maggio anche negli altri paesi occidentali), l’India ha cominciato un po’ dopo (la riduzione del 99% è prevista per giugno). Lo studio prevede che il 97% dei casi avrà luogo entro il 7 maggio e il 99% entro il 19 maggio. In maggio dunque si dovrebbe poter porre fine al confinamento e isolare solo i positivi, sapendo che la trasmissibilità del virus sarà diventata molto più debole".
Sono dati reali, non fantasmi. Le supposizioni sulla base delle quali occorra il 70% di popolazione immunizzata per controllare la malattia, non so da dove vengano. Io do cifre reali.
E sul trattamento delle persone colpite dal coronavirus?
Adesso la malattia la conosciamo bene, ci sono diverse fasi (NB. al minuto 4.51 mostra la tabella). 25.000 persone sono venute a farsi testare qui; 16.000 erano sintomatiche; 1.000 ospedalizzati; i tassi di positività sono arrivati fino al 22%; oggi sono diminuiti molto, ci sono solo più 5-6% di positivi. Abbiamo fatto oltre 6.000 analisi sierologie, abbiamo testato anche il personale esposto qui all’IHU, solo il 3% ha anticorpi, quindi la protezione e le misure prese qui per non essere contaminate sono molto buone, perché è l’equivalente al tasso della popolazione in generale.
Abbiamo seguito 4.000 infettati, una delle più grosse serie mondiali, forse la più grande. 3.300 sono stati trattati per due giorni e 630 sono stati ospedalizzati.
E’ stato fatto un lavoro eccezionale per isolare il massimo di virus, 4000 prelievi, 1500 identificazioni tassonomiche, 1300 in coltura. I nostri amici radiologi hanno utilizzato scanner a basse dosi che sono migliori delle radiografie del torace e non hanno l’irradiazione degli scanner tradizionali. Ne sono state fatte 2000, ed è molto importante perché si trovano lesioni polmonari presso persone che apparentemente non sono sintomatiche. Nel periodo in cui si ha il virus ma non si è sintomatici, gli scanner danno l’evidenza di lesioni polmonari in oltre la metà dei casi. Lo avevano già provato i cinesi.
E a proposito dei rischi legati all’idrossiclorochina, abbiamo fatto oltre 7.000 elettrocardiogrammi qui, validati da esperti del ritmo cardiaco.
Dopo aver trattato 3.500 persone, siamo arrivati alla conclusione che la malattia ha diversi stadi.
Primo stadio, incubazione (fra quando si prende il virus e il momento in cui si diventa sintomatici), in quel periodo c’è solo il virus. A volte, a chiedere loro nuovamente, soprattutto ai giovani, dicono giusto “sì, non sentivo più gli odori”. E’ un segnale molto utile, perché spesso presso i giovani è l’unico. E se si fanno gli scanner in questo periodo, si vedono le lesioni.
Periodo clinico, quando le persone sono ammalate, tosse, febbre soprattutto. In questo stadio, è ancora il virus a essere il bersaglio. Si tratta di curarli subito, per le infezioni virali è così, vanno trattati all’inizio; in seguito, la risposta che abbiamo contro il virus può essere così forte che non è più questione di virus ma di risposta. Man mano che le cose vanno deteriorandosi, non c’è più correlazione fra il numero di virus (carica virale) e la severità, anzi al contrario, non c’è più virus. Nelle persone vicine alla morte o comunque in rianimazione, c’è pochissima presenza di virus. Dunque c’è una vera evoluzione della malattia: all’inizio virale, poi si ha la fase in cui c’è sia il virus che la risposta, e infine il problema è solo la risposta immunitaria; infine, anche quando si ha l’impressione che siano guariti, c’è un altro rischio, quello della fibrosi polmonare tardiva che fa sì che i polmoni non funzionino più del tutto, mentre si credeva guarito il paziente.
A ogni fase corrisponde una fase terapeutica:
Per poter trattare le persone agli inizi, bisogna dare farmaci con efficacia antivirale e che non siano tossici. Ci sono molte persone infettate e la proporzione dei morti è debole, ci sarà una proporzione dell’1, 2% se si prende tutta la popolazione delle persone ammalate. Dunque non si possono dare farmaci tossici, il rischio è troppo importante rispetto ai benefici attesi. E’ una delle ragioni per cui farmaci come il Redemsivir non possono essere prescritti: la loro tossicità è troppo elevata, lo rivelava anche uno studio presto sparito dal sito dell’Oms. Non si possono dare farmaci tossici per una malattia che agli inizi è benigna.
Nel primo studio sulla sensibilità del virus, i cinesi dicevano “da un lato il Redemsivir, dall’altro la clorochina, prendiamo quest’ultima perché non tossica, economica e disponibile, una scelta ragionevole, se si pensa che occorreva trattare le persone agli inizi.
Quando le cose si aggravano, è la risposta immunitaria che diventa importante, non c’è più virus, a quello stadio non c’è più bi sogno di antivirus. A quello stadio, quando il problema è la risposta immunitaria, rimane il posto per l’idrossiclorochina che è un modulatore dell’immunità ed è così che è stata utilizzata.
Ribadisco l’uso di idrossiclorochina e clorochina: sono farmaci molto utilizzati e non so come mai i media abbiano potuto spacciare questa faccenda della loro presunta tossicità. Bastava chiedere a qualunque medico per sapere quanto il Plaquenil sia prescritto. Prima della crisi nel 2019 sono state vendute 1,2 milioni di confezioni di Plaquenil, il che vuol dire 36 milioni di compresse e nessuno parlava d problemi cardiaci ecc. 900.000 persone trattate con Plaquenil (fuori dagli ospedali) confrontate con un gruppo testimone di 350.000 persone ebbene nessun caso di incidente cardiaco dovuto al farmaco.
Come questa follia spacciata dai media abbia potuto attecchire è stupefacente. Naturalmente va fatta attenzione alle dosi, come sempre.
Quanto all’Azitromicina, viene prescritta in tutte le affezioni respiratorie comprese quelle virali. Ci sono spesso sovrainfezioni batteriche ma si trova che questo farmaco è particolarmente efficace in associazione con l’idrossiclorochina. Abbiamo trattato così 3000 persone e le cose vanno molto bene, senza problemi iatrogeni. Allora la follia delle accuse dipende probabilmente dal fatto che all’inizio c’era una contrapposizione fra Redemsivir e clorochina che erano le due cose proposte dai cinesi, i quali poi hanno detto abbiamo scelto la clorochina, funziona bene. Noi abbiamo aggiunto l’azitromicina perché adatta a diverse affezioni virali, e continuiamo così, come fanno molti medici nel mondo.
Poi la gente dimentica che in particolare per questa malattia si verificano miocarditi che vanno sorvegliate perché ci sono miocarditi mortali, che si prenda un farmaco o no. Tutto va monitorato ma si può fare.
Qual è il ruolo dei medici nella crisi?
I medici reagiscono molto bene, mi sembra di essere in accordo con la maggior parte dei medici, che vedono i malati e dicono: bisogna fare qualcosa. L’idea che si possano lasciare le persone senza trattamento finché non hanno una crisi respiratoria e devono andare all’ospedale, è un’idea che non si è mai vista; le persone devono essere curate.
Abbiamo un’analisi sull’uso dell’azitromicina e idrossiclorochina… non crediamo ci sia una battagli fra parigini e marsigliesi, ne consumano di più i parigini! Forse ai media di Parigi non piace, ma ai medici e agli ammalati sì. E poi una cosa straordinaria è la qualità delle cure nella rianimazione. Non so come avvenga altrove. Ma conosco quella di Marsiglia e Parigi.
Quando ci sono queste forme di emergenze respiratorie in generale la mortalità è superiore al 20-25%. Si vede nelle serie statunitensi. E qui i colleghi con i quali lavoriamo ci dicono abbiamo una mortalità molto più bassa, 9-10%. E’ perché i rianimatori si scambiano le informazioni fra loro man mano. Informazioni non ancora pubblicate. In particolare sulla coagulazione: ci sono grossi problemi in questo senso allora hanno cambiato la terapia, l’hanno adottata a questa malattia dando anticoagulanti prima possibile per evitare le embolie polmonari che sono una delle cause di morte. Hanno anche utilizzato in protocollo farmaci che permettono di controllare la risposta immunitaria impazzita. La qualità della rianimazione francese, in condizioni molto difficili, è eccezionale, avremmo potuto avere il 30% di morti in più, le rianimazioni erano sopraffatte dagli afflussi.
A quello stadio, che non era più virologico, la qualità della rianimazione è stata eccezionale.
E poi l’ultima fase, dopo la rianimazione: tocca capire come individuare le fibrosi polmonari dovute a questa reazione immunitaria spaventosa.Guarda su youtube.com
FONTE
Buona lettura per chi lo farà ^_^
29/04/2020, 13:40
TheApologist ha scritto:bleffort ha scritto:In Sicilia non ci sarebbe stato nessun caso se LE AUTORITÀ DEL NORD avessero fatto il loro dovere di bloccare subito le partenze di migliaia di persone che siano stati nostri corregionali o non, che ci sia stato un ordine dall'alto per non far niente e lasciarli andare?.![]()
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Il famoso Ministero dell'interno DEL NORD!
Certo, noialtri con la barba e l'elmo cornuto abbiamo fatto apposta a far partire i tuoi corregionali, per farvi contagiare tutti! Uahahahaah (risata malvagia)!![]()
29/04/2020, 13:46
TheApologist ha scritto:Robiwankenobi ha scritto:
Su questo non puoi essere certo bleffort, il virus "girava" quindi poteva essere portato tranquillamente da altre persone che non venivano dal nord.
Il virus arriva anche dall'Africa, direttamente in Sicilia poi.
https://www.google.it/amp/www.rainews.i ... a8ae2.html
Solo che a lui non interessa, perché deve fare polemica con le solite stronzate nord/sud, come al solito del resto. Ormai interviene solo per quello
29/04/2020, 13:49
bleffort ha scritto:Spiegami allora chi non li ha fermati, io ho capito dai vostri post che queste persone dato che erano Meridionali era giusto che dovevate lasciarli partire.
29/04/2020, 13:51
Robiwankenobi ha scritto:bleffort ha scritto:Spiegami allora chi non li ha fermati, io ho capito dai vostri post che queste persone dato che erano Meridionali era giusto che dovevate lasciarli partire.
Quando sono partite le prime persone da nord verso le case natali al sud, non era ancora uscito il divieto di partenza, quindi è chiaramente avvenuto li il disastro, ma è colpa della gente che è partita non certo di chi era in stazione a fare controlli.
29/04/2020, 13:51
bleffort ha scritto: la reale evidenza è che siete stati voi ad infettare tutto il resto d'Italia.
29/04/2020, 13:53
bleffort ha scritto:No.... che io ricordi c'era già il blocco.