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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

30/04/2017, 03:10

La "manovrina" palazzinara (con la scusa degli stadi)


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Scritto da M5S Camera News pubblicato il 27.04.17 16:55
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Il governo Gentiloni ha infilato nella "Manovrina" una norma per agevolare la cementificazione e la speculazione edilizia. E' gravissima l'introduzione di una deroga ad una legge alla già contestata legge sugli stadi, che escludeva, nella costruzione di nuovi impianti sportivi, la possibilità di realizzare nuovi complessi di edilizia residenziale.

Le modifiche apportate alla norma sono a dir poco scandalose, sotto diversi punti di vista. Innanzitutto l'edilizia residenziale entra a pieno titolo tra le opere che si possono proporre a corollario di un progetto di costruzione di uno stadio, quindi addio ai già dubbi edifici funzionali a mantenere in piedi il progetto stadio (come centri commerciali, direzionali e uffici) e via libera a nuovi quartieri, palazzi e cemento. In pratica lo stadio potrebbe facilmente diventare "accessorio" rispetto all'operazione immobiliare derivante dalla costruzione di edilizia residenziale.

Un altro aspetto è che viene completamente svuotato il ruolo dei Comuni, visto che sarà sufficiente un'approvazione del progetto in conferenza dei servizi per modificare la programmazione urbanistica comunale. Ciò significa che non sarà più l'amministrazione comunale a dirigere i giochi ma che la conferenza di servizi, con il solo assenso della Regione, potrà fare una variante al piano regolatore comunale e poi sottoporre al comune la ratifica di un semplice verbale. Il compito prettamente comunale di pianificare il territorio in base alle esigenze dei cittadini residenti viene scippato da enti di livello superiore confermando la visione piddina di una centralizzazione delle decisioni senza coinvolgere i territori.

Il M5S non è contro gli stadi di proprietà delle società. Crediamo anzi che la costruzione di nuovi impianti sia fondamentale per far crescere il calcio italiano. Gli stadi però devono rispettare le regole esistenti, non devono essere dei cavalli di Troia. Quindi sì agli stadi, ma senza condomìni annessi.

Massimo De Rosa e Simone Valente, M5S Camera
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DI MAIO : “TAGLIATE I SERVIZI PUBBLICI E SALVATE LE BANCHE. NON SIETE INCOMPETENTI, SIETE DIABOLICI!

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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

01/05/2017, 03:12

#ProgrammaAgricoltura: i trattati di libero scambio TTIP e CETA


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di MoVimento 5 Stelle
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I trattati di libero scambio negoziati dalla Commissione Europea constano spesso di una segretezza anche sugli indirizzi politici che si dimostrano poi non tutelanti dei consumatori e delle realtà socio economiche degli Stati Membri del Sud Europa. TTIP e Ceta, ma anche i trattati bilaterali con i Paesi del Mediterraneo o il tentativo sulla liberalizzazione degli investimenti con la Cina, partono da presupposti spesso sconosciuti ai parlamenti nazionali. I trattati vengono sostanzialmente imposti, alla fine dell'iter, agli organi collegiali democraticamente eletti. La Commissione Europea segue proprie logiche in favore delle multinazionali come nel caso degli OGM senza dare voce ai cittadini nemmeno attraverso i propri rappresentanti.

di Monica Di Sisto, Vice presidente associazione Fairwatch

Quando i prodotti entrano nel mercato europeo di solito per i consumatori è una buona notizia: perché hanno più scelta, perché hanno possibilità di avere prezzi più favorevoli, perché a volte hanno delle cose che non si possono produrre nel nostro paese. Ma è veramente sempre così?

Negli ultimi anni, dopo l'approvazione del Trattato di Lisbona, l'Europa si è occupata del nostro commercio, cioè Bruxelles decide quali sono i Paesi con i quali accelerare gli scambi, decide quali sono i prodotti i cui scambi devono diventare più semplici. E questo molto spesso a scapito della qualità e a scapito, soprattutto, del nostro posto di lavoro.
Questo perché molto spesso, in altri Paesi lontani dal nostro ma anche vicini, non ci sono le stesse garanzie sul lavoro, non ci sono ci sono le stesse garanzie per l'ambiente, non ci sono le stesse garanzie per la tenuta sociale, per le pensioni. Questo non succede soltanto in Paesi molto poveri come quelli africani, succede anche in Paesi come gli Stati Uniti. Fare accordi commerciali con questi Paesi è molto importante ma è molto importante anche guardare all'interno di questi trattati. Spesso a Bruxelles le logiche con le quali guardano all'interno di questi trattati non sono le stesse che useremmo noi.

Cittadini esperti associazioni da circa 3 anni si stanno battendo contro il TTIP il Trattato di facilitazione degli scambi e degli investimenti tra l'Europa e gli Stati Uniti e stiamo cercando di fermare in questo momento l'approvazione da parte del nostro Paese del CETA, un accordo simile fatto con il Canada.

Perché ci preoccupiamo di questi accordi? Perché i prodotti che potrebbero arrivare da quei Paesi sono non soltanto molto più economici dei nostri, ma lo sono perché i lavoratori sono pagati peggio dei nostri, perché l'ambiente in quei paesi viene rispettato di meno, e perché intorno a quei prodotti, alla loro sicurezza, alla loro salute e alla loro qualità, ci sono molti meno controlli. Quindi questi prodotti entreranno massicciamente nei nostri mercati, nel mercato comune europeo, ed entreranno in concorrenza diretta con i nostri prodotti creando per esempio per quanto riguarda il CETA già nei primi anni di entrata in vigore circa 140000 posti di lavoro in meno. Per questo è importante guardare bene all'interno di questi trattati.

È importante che i parlamenti possano emendarli, cosa che per il momento non è possibile, ed è importante che i nostri parlamentari, sia europei che nazionali, possano leggerli man mano che la Commissione li negozia. C'è chi ritiene che questi trattati in realtà dovrebbero uscire - soprattutto quando riguardano il cibo, i servizi essenziali come l'acqua, energia - dall'aspetto commerciale. Essere trattati a parte, con delle regole che rispettino in primo luogo i diritti umani, i cittadini, l'ambiente, e con le regole che abbiamo ora non è possibile.

Possiamo però rafforzare il controllo su questi accordi, e soprattutto evitare una cosa, forse la più pericolosa. Che grazie a questi accordi si costruiscano delle commissioni ad hoc, delle commissioni che si occuperanno di agricoltura, di facilitare gli scambi dei prodotti agricoli o facilitare gli investimenti. Delle commissioni che si occuperanno, ad esempio, di decidere quali sono le caratteristiche per cui un prodotto debba essere protetto da una copia fatta in un altro Paese oppure no.

Nel CETA, per esempio, soltanto 41 prodotti italiani si prevede che vengano protetti dalle copie illegali che in questi anni sono state portate avanti in Canada. E peraltro si prevede che tutti quelli che fino ad ora ne hanno prodotte in grandi quantità possono continuare a farlo, perché non è bene che andiamo a disturbare i loro affari, ora, dopo tanti anni dall'entrata in vigore dei vecchi accordi e delle loro registrazione commerciali. Ecco, riteniamo, insieme a tante associazioni ed esperti, che questi accordi siano non soltanto degli accordi commerciali, ma abbiano un grande peso democratico.

Se noi riusciamo ad alleggerirli di tutte le parti che non gli sono proprie. Ad impedire che in trattati come questi vengano inseriti dei para tribunali, che addirittura dovrebbero difendere gli interessi delle imprese di oltreoceano, o di una parte terza, nei confronti delle nostre leggi e delle nostre regole, venendo addirittura risarciti se le nostre regole o le nostre leggi danneggiano i loro interessi. Ecco in molti crediamo che faremmo cosa buona e giusta.
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Il Reddito di Cittadinanza per riprendersi la propria vita


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di Luigi Di Maio
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Il Reddito di cittadinanza è una vera e propria manovra economica in grado di far ripartire il Paese. Il Reddito di cittadinanza è uno strumento grazie al quale è possibile garantire dignità e lavoro a tutti i cittadini. E' per questo che tutti gli stati europei lo hanno adottato, manchiamo solo noi e la Grecia.

Come funziona?
Lo Stato ti aiuta a trovare un lavoro. In cambio bisogna offrire un piccolo contributo per aiutare la collettività: formarsi e riqualificarsi per essere reinseriti nel mondo del lavoro! Se si rifiutano 3 proposte, si perde definitivamente il diritto a percepire il reddito. Il Reddito di cittadinanza consente ai cittadini di riprendersi la propria vita.
Vi aspettiamo a Perugia il 20 maggio.
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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

01/05/2017, 09:12

avete visto le iene ieri che schifo contro grillo? praticamente sono andati dietro a grillo accusandolo della poca libertà di stampa italiana ecc... come se fosse colpa sua. avete presente la classifica che siamo dietro a buthan ecc....
gli schiavi delle iene non vanno dal loro padrone che ha da 30 anni le tv e giornali, non vanno da de benedetti, elkann ecc.. che sono proprietari di giornali, non vanno in rai e da renzi che ora comanda la rai ecc... vanno da grillo.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

02/05/2017, 03:20

xfabiox ha scritto:avete visto le iene ieri che schifo contro grillo? praticamente sono andati dietro a grillo accusandolo della poca libertà di stampa italiana ecc... come se fosse colpa sua. avete presente la classifica che siamo dietro a buthan ecc....
gli schiavi delle iene non vanno dal loro padrone che ha da 30 anni le tv e giornali, non vanno da de benedetti, elkann ecc.. che sono proprietari di giornali, non vanno in rai e da renzi che ora comanda la rai ecc... vanno da grillo.





Il loro padrone (il nano) ordina. Essi eseguono.



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#ProgrammaAgricoltura: IMU agricola e agevolazioni fiscali

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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

03/05/2017, 03:16

#ProgrammaAgricoltura: Sostegno ai settori agricoli più in difficoltà


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di MoVimento 5 Stelle
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Apistico, brassicolo, fungicolo e ippico sono settori considerati inopportunamente secondari ma che offrono da un lato opportunità di sviluppo sostenibile e di lavoro, dall'altro però non godono di tutele e sono spesso soggetti a speculazioni o scarse politiche di sostegno.
Il risultato è che pur essendo importanti per il mantenimento della biodiversità e per un miglioramento della qualità produttiva anche degli affini, l'assenza di salvaguardia espone questi mercati produttivi all'orda dell'importazione senza garanzie di qualità (apistico), alla perdita di quote di mercato e redditività per le famiglie (ippico e brassicolo) e l'apertura del mercato nero (fungicolo).

di Franco Poggianti, Direttore responsabile di Agricolae

Alcune considerazioni su quattro settori che impropriamente vengono definiti minori e che versano in difficoltà, per cui è necessario un intervento o vari interventi del settore pubblico. Questi sono i comparti della birra, dei tartufi e dei funghi, delle api e del cavallo. Non sono filiere minori, diciamolo subito, a meno che non si guardi esclusivamente al fatturato che produce ciascuno di essi. Perché l'agricoltura italiana, anzi le agricolture italiane, non sono un monolite ma sono un mosaico, nel quale ciascun settore piccolo o grande che sia rappresenta una tessera. Queste tessere si devono combinare tra loro per formare il quadro generale di questa nostra agricoltura che, lo possiamo dire senza tema di smentita, è una delle migliori agricolture del mondo.

Comincerei col settore delle api, perché il settore delle api è strategico: le api operaie producono miele e cera, ma le api non sono soltanto operaie, sono anche sentinelle dell'ambiente e soprattutto sono impollinatrici. Se valutiamo la semplice produzione delle api, relativamente al miele, noi sappiamo che questo settore pesa grossolanamente per 35 milioni di euro, una goccia nel mare. Ma se noi dovessimo retribuire alle api o all'apicoltura la funzione che svolge come sentinella dell'ambiente e come impollinatrice, ci renderemo conto che il ha fatturato delle api operaie e circa un miliardo e mezzo / 2 miliardi.

Ecco perché è necessario intervenire in un settore che è in particolare difficoltà per ragioni ambientali, manche per l’esiguità dei finanziamenti. Ricordiamo che lo Stato se la cava con un contributo di 6 milioni l'anno per il settore apistico, in regime di cofinanziamento con l'Europa che mette gli altri 6 milioni. Le regioni non danno una lira. C’è una legge quadro, una buona legge per quanto riguarda il settore apistico, che è stata votata e approvata nel 2004 ed è stata recepita a tutt'oggi da solo 3 regioni su 20. E questo è un problema.
Di che cosa c'è bisogno? C'è bisogno di meno burocrazia, di formazione per gli apicoltori, di maggiori tutele nel senso che le api vanno protette dai parassiti, vanno protette dai pesticidi e vanno aiutate a svolgere la loro funzione.

La filiera del cavallo, e io la chiamerei proprio così, piuttosto che filiera ippica, perché i cavalli sono da ippica ed equitazione. Ricordiamo che gli allevamenti di cavalli in Italia sono pochi, contano su 600 mila ettari e producono pochi cavalli, sia da sella, sia da corsa.

Cosa c’è da fare? Tanto per cominciare c'è bisogno non solo di rilanciare l’ippica attraverso uno strumento che sostituisca la vecchia Unire, possibilmente con criteri molto diversi da quelli che hanno governato l'Unire nel passato, e poi è necessario investire in informazione e in formazione. Per esempio c'è la necessità di istituire un albo dei maniscalchi che oggi langue, molti sono improvvisati. Un tempo si qualsiasi faceva il ferro di cavallo su misura, ora invece si cerca di adeguare una ferro standard a qualsiasi cavallo, con problemi anche molto seri. Poi c'è un altro problema, quello della tutela delle biodiversità. In Italia abbiamo una biodiversità del cavallo piuttosto pronunciata.

E’ inoltre indispensabile un rilancio del turismo equestre, anzi direi un lancio del turismo equestre. Perché in Italia le passeggiate sono di poche ore e all'estero le passeggiate durano giorni e giorni e diventano anche economicamente remunerative? Perché per esempio all'estero c'è una maggiore sviluppo di ippovie e soprattutto di luoghi di sosta. È inutile fare le ippovie se il cavallo viaggia per giorni e non trova un luogo dove può essere ricoverato, dove può mangiare e dove può essere accudito. Queste sono le questioni fondamentali sul tappeto.

Passiamo ora ad un altro aspetto: funghi e tartufi. I mutamenti ambientali hanno fatto la loro parte nella riduzione della produzione di funghi e tartufi che sta naturalmente languendo. Bisogna anche qui intervenire per esempio per disciplinare la ricerca e la raccolta dei funghi, bisogna mettere un occhio attento alle importazioni selvagge di funghi e tartufi che vengono dall'estero e non danno la minima garanzia di sicurezza. E poi anche intervenire, da un punto di vista normativo, per distinguere, per esempio, tra i ricercatori occasionali e amatoriali e le aziende strutturate. Molto spesso nei funghi trasformati si aggiungono aromi di sintesi, bisognerà anche su questo intervenire affinché almeno in etichetta sia avvertito il consumatore che non sta mangiando del tartufo tour court ma un tartufo “potenziato” con un aroma artificiale che non avrebbe di suo perché magari non è all'altezza della situazione.

Birra. Il comparto birrario è un comparto interessante. Tanto per cominciare ha 130000 addetti che sono una bella cifra (si parla naturalmente nell'indotto allargato). Il consumo della birra e di 29 litri pro-capite in Italia, la Sardegna ci aiuta ad aumentare la media perché ha un consumo che è il doppio della media. È un consumo relativamente al resto dell'Europa molto contenuto. La parte del leone la fanno due grandi major che producono il 50/60 percento della birra che si consuma in Italia. e poi C'è però una novità piuttosto interessante che è quella dei birrifici artigianali. Sono circa 600 in Italia ed hanno dato finora buona prova. Lì per esempio c'è bisogno di intervenire per aiutare i titolari dei birrifici che sono, sottolineiamolo, in gran parte giovani, per accedere a finanziamenti per poter implementare le loro aziende che sono di solito aziende piccole e che sono ormai sature perché il comparto ha avuto un successo inaspettato. I soldi ci sono e provengono direttamente la birra, perché il comparto birrario versa all’erario imposte per 4 miliardi l'anno. Se una parte di questi introiti fosse utilizzata per la formazione degli operatori si potrebbe fare qualcosa di veramente serio. E poi bisognerebbe veramente intervenire per quanto riguarda le accise che sono mediamente il doppio di quelle che si pagano in Francia in Germania e in Spagna. Il settore ha bisogno di una mano, bisognerà cercare di dargliela.
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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

04/05/2017, 03:14

Il #ProgrammaDifesa del MoVimento 5 Stelle


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di MoVimento 5 Stelle
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Oggi iniziamo a discutere la parte del programma del MoVimento 5 Stelle che riguarda la Difesa del nostro Paese. In particolare se ritenete che i diritti del personale militare, in termini di tutela della salute, del lavoro e della famiglia, debbano essere equiparati a quelli degli altri lavoratori del settore civile.

Siete d'accordo con la riduzione progressiva del numero degli ufficiali più alti in grado per favorire un incremento del personale militare a tutela dei territori e per la sicurezza dei cittadini? Noi la chiamiamo ottimizzazione delle risorse!

A proposito di opere e sistemi d'arma prettamente offensivi, come gli F35, ritenete sia opportuno disincentivare l'acquisto di tali strumenti per destinare maggiori risorse ad altri ambiti della sicurezza nazionale, in primis quello della cyber security e del comparto intelligence?

Infine, vi chiediamo di dirci se siete d'accordo con l'introdurre dei principi di contabilità analitica-industriale, con una certificazione di un’ Autorità pubblica preposta per ogni acquisto. In parole semplici, comprare con cognizione di causa e rispettando le necessità degli italiani.

Domani affronteremo il primo quesito e settimana prossima procederemo alla votazione
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Alle ONG vanno 1,2 miliardi di euro annui dai cittadini


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di MoVimento 5 Stelle Europa
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È arrivato il momento di fare chiarezza. Il Parlamento europeo sta discutendo un rapporto sul controllo di bilancio del finanziamento delle ONG. Per la prima volta, una Istituzione chiede al variegato mondo delle ONG trasparenza finanziaria, patrimoniale e del personale. Si chiamano organizzazioni NON governative anche se i fondi governativi arrivano copiosi: 1.2 miliardi di euro l'anno, secondo il rapporto. Denaro dei contribuenti europei che dovrebbe essere utilizzato "in modo esauriente e credibile", ma che invece finisce nelle tasche di poche, fortunate, ONG: "nel 2015 quasi il 60% dei finanziamenti disponibili è stato assegnato soltanto a 20 ONG". A quelle che si occupano di immigrazione sono stati assegnati circa 48 milioni di euro. Presenteremo una interrogazione alla Commissione europea per avere anche i dati relativi al 2016, l'anno di sbarchi boom in Italia.

Il gruppo Efdd - MoVimento 5 Stelle presenterà degli emendamenti per migliorare il testo che chiede più trasparenza a tutte le ONG, non solo quelle impegnate in operazioni di soccorso nel Mar Mediterraneo. Chiederemo di tracciare l'utilizzo dei fondi pubblici, per far luce su "l'opacità e l'incongruenza" della Commissione europea nel finanziamento delle ONG. Chiederemo un sistema unico centralizzato di registrazione e gestione delle sovvenzioni e dichiarazione dello stato patrimoniale e delle remunerazioni dei dirigenti. Lo stesso Vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, nel suo intervento di mercoledì scorso in plenaria a Bruxelles, ha chiesto più trasparenza.

Per quanto riguarda le ONG impegnate nel Mar Mediterraneo, vogliamo capire se alcune di esse lucrano sul traffico di esseri umani, lavorando nell'illegalità, così come denunciato dal Presidente di Frontex in una intervista a Die Welt e dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. Noi non vogliamo bloccare i finanziamenti alle organizzazioni che lavorano nella legalità, contro cui non abbiamo nessun preconcetto. Chi salva le vite umane merita rispetto e sostegno. Chiediamo chiarezza su risorse e uso dei soldi pubblici per tutelare tutte quelle organizzazioni che fanno bene il proprio lavoro, addirittura sostituendosi alle incapacità delle Istituzioni europee nel gestire le emergenze.

L'intervento delle ONG nelle acque del Mar Mediterraneo si concentra su salvataggio, assistenza e soccorso dei migranti, ma per fermare la tratta degli esseri umani, serve la mano "pubblica". Oltre a salvare le vite umane, bisogna individuare e arrestare gli scafisti e questo non è un compito delle ONG, ma delle forze di polizia.

Al Parlamento europeo Socialisti e Verdi hanno chiesto di bloccare la discussione della relazione sulle ONG. Vogliamo sapere il perché. Cosa e chi nascondono? Noi vogliamo trasparenza. Il relatore, il tedesco Markus Pieper, vada avanti in questa operazione di trasparenza sui finanziamenti oltre che sulle loro attività. Troppi politici entrano ed escono dalla porta girevole che porta dal mondo delle politica a quella delle ONG. Sono gli stessi che poi le finanziano con i soldi pubblici.
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Il calo delle vaccinazioni è un fallimento del governo Renzi


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di Paola Taverna
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Lo sport preferito di Matteo Renzi è sparare sul Movimento 5 Stelle a colpi di menzogne e fake news. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che questa volta gioca più sporco del solito e per la sua becera campagna contro il M5S sfrutta il delicato tema dei vaccini e specula sulla salute degli italiani. Lui, che tanto con la salute degli italiani ha sempre scherzato, visto che quando era al governo in due anni ha tagliato 4,3 miliardi di euro alla sanità pubblica, costringendo 11 milioni di persone a rinunciare alle cure mediche solo nel 2016.

Il MoVimento 5 Stelle, invece, ha a cuore la salute dei cittadini, da sempre, e vuole che nel Paese ci sia la più ampia copertura vaccinale possibile. Vuole cittadini vaccinati e consapevoli.

La copertura vaccinale in Italia è scesa e lo dicono i dati dell’Istituto superiore di Sanità: nel 2015 l’andamento è in diminuzione in quasi tutte le Regioni; dal 2013 si registra un progressivo calo delle vaccinazioni incluse nel vaccino esavalente (anti-difterica, anti-tetanica, anti-pertossica, anti-polio, anti-Hib e anti-epatite B). E la copertura vaccinale per morbillo e rosolia ha perso ben 5 punti percentuali dal 2013 al 2015.

Questi dati sono la chiara dimostrazione del fallimento del governo Pd e del governo Renzi, governi che avrebbero dovuto investire su una massiccia campagna di raccomandazione delle vaccinazioni e invece non lo hanno fatto, che avrebbero dovuto lavorare affinché medici e pediatri accompagnassero le famiglie alla vaccinazione in un percorso di sostegno e informazioni condivise. Nulla di tutto questo è avvenuto.

Ora, di fronte ai dati impietosi sul calo delle vaccinazioni, Renzi come suo solito butta la palla nel campo avversario e scarica le responsabilità sul MoVimento 5 Stelle pur di non assumersi le sue responsabilità. E lo fa vigliaccamente, andando a pescare video del passato ed estrapolando frasi e dichiarazioni di singoli Quindi, secondo lui, se le vaccinazioni calano è colpa di un Movimento che non è al governo?!

Anche i dati europei confermano che una buona politica della raccomandazione, che non lascia le famiglie sole e abbandonate, favorisce la massima copertura vaccinale. In questo approccio il ruolo del medico e del pediatra, che si fa intermediario intermediario tra le istituzioni e le famiglie, è fondamentale.

Quella di Renzi è una vergognosa campagna diffamatoria contro il MoVimento 5 Stelle, giocata sulla pelle delle famiglie italiane e dei loro figli. E’ a loro, e poi a tutto il MoVimento 5 Stelle, che Renzi dovrebbe chiedere scusa.
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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 03:25

4 Maggio 2017


Sulle ONG ha ragione il MoVimento 5 Stelle: #ChiedeteciScusa


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di MoVimento 5 Stelle
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Oggi due importanti quotidiani nazionali (Corriere e Messaggero) pubblicano stralci del rapporto su cui si basa l'indagine della Procura di Catania. Si tratta di un documento riservato di 20 pagine, datato 10 aprile e proveniente ancora una volta dall’agenzia europea Frontex. Il dossier dimostra che il MoVimento 5 Stelle ha ragione: sulle ONG bisogna continuare a indagare e bisogna rispettare e tutelare il lavoro di magistrati coraggiosi come il procuratore di Catania Zuccaro.

"Nel 90 per cento dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Organizzazioni non governative nel 2017 - si legge -, le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Ong e soltanto in seguito è stata data comunicazione al centro operativo della Guardia costiera a Roma". Nello stesso documento si riporta un episodio in cui "due mezzi veloci della Golfo Azzurro [nave della ONG Proactiva Open Arms] hanno interferito con la navigazione di un’imbarcazione della Guardia costiera libica che stava rientrando in Libia e hanno convinto l’ufficiale a bordo a trasferire i migranti sul proprio mezzo" per portarli in Italia.

Dopo l'operazione, la Ong in questione "pubblica online le immagini del salvataggio" e "dichiara che i migranti sono stati salvati a 60 chilometri dalla costa", ma "in realtà - si legge ancora nel documento Frontex - l’incidente è avvenuto a 36 chilometri dal litorale libico che si trova a 16 chilometri dalle acque territoriali. Alle 8,10 la Golfo Azzurro dichiara alla sala operativa di Roma di aver preso a bordo 22 migranti. Nessun cenno viene fatto alla presenza della Guardia costiera libica".

Non solo. La Procura di Trapani avrebbe messo sotto inchiesta un'altra Ong aprendo un'indagine per favoreggiamento all'immigrazione clandestina per missione navale "umanitaria" non richiesta. Il sospetto è che un'imbarcazione sarebbe entrata in azione senza un SOS dei potenziali naufraghi o una richiesta di intervento delle autorità italiane.

Questi due episodi confermano una volta per tutte sia le denunce mosse dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, sia le perplessità sollevate dal MoVimento 5 Stelle sull'argomento. C'è chi, con toni retorici e demagoghi, in questi giorni ha tentato di ridurre il dibattito sulle operazioni in mare ad una mera polemica da bar, tra chi ritiene che le vite debbano essere salvate e chi invece sarebbe pronto a lasciar morire. E' falso, oltre che politicamente strumentale. Ed è questa, forse più di ogni altra cosa, la vera grande speculazione sulla pelle dei migranti, specie perché giunge da chi, come il Pd, predica "pace e amore" e poi, oltre a tagliare ogni anno i fondi alla Cooperazione internazionale (volti a stabilizzare le aree di crisi all'origine dei flussi), annuncia un aumento delle spese militari dell'Italia (fino al 2% del Pil nell'ambito dell'accordo Nato) per una cifra che varia tra i 13 e i 15 miliardi di euro in più ogni anno.

Sono le stesse persone convinte che le guerre si risolvano con altre guerre, le stesse che restano in silenzio di fronte ai bombardamenti dei sauditi in Yemen, effettuati peraltro con le nostre bombe, o che sorvolano di fronte alla "madre di tutte le bombe" (MOAB, l'ordigno non nucleare più potente al mondo) sganciata dagli Usa in Afghanistan, come a testimoniare, ancora una volta, il fallimento di un intervento militare che si protrae ormai da oltre 15 anni.

Noi lezioni di democrazia da questa gente non ne prendiamo. Il dossier di Frontex riportato oggi da alcuni organi di stampa e l'inchiesta aperta dalla Procura di Trapani dimostrano che avevamo ragione noi e che i dubbi del procuratore Zuccaro sono fondati. Sentire che l'intento del M5S sia stato quello di gettare fango su tutte le Ong indiscriminatamente è paradossale: fare luce su coloro che operano all'oscuro e che sono accusati di comportamenti illeciti potrà solo arrecare un beneficio al comparto e a tutte quelle Ong che invece spendono risorse ed energie per fini sociali e umanitari. Se l'alternativa sarebbe dovuta essere il silenzio, noi abbiamo scelto, come sempre, la trasparenza. E ne andiamo fieri.

Oggi qualcuno ci deve delle scuse. A tutto il MoVimento 5 Stelle e in particolare a Luigi Di Maio che è stato vigliaccamente attaccato da tutti i partiti e i media.
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Grandissimo discorso di Beppe Grillo

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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 06:45

M5S, Di Maio ad Harvard: le critiche dei ricercatori

Il benvenuto non è stato certo dei più calorosi. Il moderatore, Archon Fung, ha spiegato che la prestigiosa Università "ha ricevuto proteste"



Luca Romano - Gio, 04/05/2017 - 16:24


L'avventura di Luigi Di Maio ad Harvard non è proprio cominciata col piede giusto.


Ma non è stato detto che M5S è sostenuto dagli USA ???
Dagli USA o da Trump?? [:291] [:291]

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 08:18

Di Maio attaccato ad Harvard: «Volete governare senza alcuna preparazione»


http://video.corriere.it/di-maio-attaccato-ad-harvard-volete-governare-senza-alcuna-preparazione/c9f7ae6c-30eb-11e7-a448-9b138eb1814c?intcmp=video_wall_hp&vclk=videowall%7Cdi-maio-attaccato-ad-harvard-volete-governare-senza-alcuna-preparazione

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 09:34

ORSOGRIGIO ha scritto:M5S, Di Maio ad Harvard: le critiche dei ricercatori

Il benvenuto non è stato certo dei più calorosi. Il moderatore, Archon Fung, ha spiegato che la prestigiosa Università "ha ricevuto proteste"



Luca Romano - Gio, 04/05/2017 - 16:24


L'avventura di Luigi Di Maio ad Harvard non è proprio cominciata col piede giusto.


Ma non è stato detto che M5S è sostenuto dagli USA ???
Dagli USA o da Trump?? [:291] [:291]


Scommetto che Harvard pullula di pupazzi dem (o aspiranti tali ) finanziati da soros, Clinton, ecc..
Imparano presto..

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 10:40

Hanno ragione,bisogna essere preparati a mentire e fare tutto l'opposto di quello che dicono per fregare la gente!. [:306]

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

05/05/2017, 11:20

bleffort ha scritto:Hanno ragione,bisogna essere preparati a mentire e fare tutto l'opposto di quello che dicono per fregare la gente!. [:306]


Però se ascoltate le parole del tizio, in generale, non sono stupide eh.
Questo per fare un po' di strada è dovuto andarsene dal proprio paese, mentre da noi basta avere qualche raccomandazione e ci si può permettere di fottersene altamente tanto si diventa lo stesso qualcuno.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

06/05/2017, 03:11

La tassa sulla povertà dello Stato biscazziere


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di Beppe Grillo
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Ci sono moltissime persone che mettono nelle mani del caso il loro futuro, questo comportamento è diffuso ed ha molto in comune con l’assunzione di stupefacenti. Le persone che sperperano i loro risparmi, spesso addirittura anticipi su pensioni o stipendi che devono ancora arrivare, lo fanno o rivolgendosi alla criminalità organizzata oppure allo stato (Tramite equivoche “concessionarie”). Le persone che si rovinano in questo modo, se lo accettano, sono in cura presso gli stessi servizi predisposti per le patologie psichiatriche oppure per le dipendenze (i SERD dove vengono trattate tutte le forme di dipendenza: droga, alcool, psicofarmaci e azzardo). Nonostante queste cubitali premesse viene ancora chiamato “gioco d’azzardo” e la dipendenza “ludopatia”. Il gioco non c’entra nulla, giocare è una delle chiavi dell’apprendimento, l’unica comunanza fra l’azzardo ed il gioco è il senso di piacere. Si attivano gli stessi circuiti nel cervello dei “ludopati” ed in quello di chi gioca felicemente, è un paradosso?


Per comprendere l'entità di questo dramma sociale è necessario darvi qualche dato. Nel 2016 in Italia, si sono “giocati” 95 miliardi, praticamente 260 milioni al giorno tolti alla nostra economia reale; una somma pari al 12% della spesa delle nostre famiglie. Dal 2000 ad oggi siamo diventati il paese Europeo dove si ‘azzarda’ di più. Di un giro d’affari mondiale stimato intorno ai 380 miliardi di euro, la parte italiana rappresenta più del 22%. Una enorme tassa sulla povertà


Certamente lo stato si comporta in modo paradossale nei confronti di queste persone: le incita, le tenta, inventa sempre nuovi “giochi” facendo incassare cifre enormi alle concessionarie (lobbyes intoccabili) quasi ne volesse prendere le distanze. Allo stesso tempo il SSN, quindi lo stato stesso, considera la “ludopatia” come qualcosa da curare! Uno stato biscazziere? Un comportamento incomprensibile, corredato da tantissime foglie di fico. E’ stato dimostrato che più sei povero e più rischi di cadere vittima di questa spirale, la pubblicità è incessante e compra la miseria dilagante delle persone, non la loro volontà, a cui non può essere fatto alcun appello. La costituzione prevede che la Repubblica, unica ed indivisibile, articoli la propria azione in modo decentrato, infatti:
1) la capillarità della distribuzione delle risorse e delle attenzioni è la chiave del successo di un organismo funzionante.
2) la sua centralizzazione risponderebbe ad una visione del cittadino unica, l’essenza di ogni dittatura.

Non può quindi esistere una politica unica per combattere un fenomeno come questo, tranne che per la sua definizione: non è un gioco ma una degenerazione della debolezza sociale! Chi deve combattere questo male sono gli amministratori locali, proprio secondo quel principio di decentramento amministrativo e assistenziale sancito dalla costituzione.

E’ ovvio che il disagio sociale e quello mentale non seguono lo stesso copione in tutto il territorio nazionale, sono davanti agli occhi dei Sindaci, non a caso e da sempre responsabili dell’assistenza sul territorio. Questa visione, che non dovrebbe essere originale, lo diventa per una ragione tanto semplice quanto riprovevole: è uno dei tanti trucchi che permettono a governo, regioni e comuni il rimpallo delle responsabilità… insieme alla ambigua definizione di questa piaga come “gioco”.

Così, responsabilizzando i sindaci e le ASL in modo obbligatorio, potremo essere efficaci non solo perché è nella natura dell’impostazione costituzionale della Repubblica ma anche perché saranno annientate le fette di salame che le istituzioni mantengono sugli occhi. L’azzardo e le sue conseguenze pestilenziali sui cittadini saranno visti, combattuti o ignorati, dai sindaci.

Chiunque, semplicemente facendo un giro per la città, sarà in grado di vedere come si sta comportando quell'amministrazione locale verso questa piaga. La trasparenza può eliminarla, l’opacità la nutre... come ogni maledizione.
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Azzardo: il governo pensa alle slot non alla salute dei cittadini.

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La Guardia costiera libica dà ragione a Zuccaro: ''Ong responsabili dell'aumento del flusso migratorio''


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da HuffPost
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Le organizzazioni non governative fanno credere ai migranti in Libia che verranno comunque soccorsi e questo li spinge a imbarcarsi aggravando la crisi. E le navi delle ong hanno più volte violato le acque territoriali libiche senza avvertire le autorità competenti. Sono le accuse alle ong formulate dal capo della Guardia Costiera libica per la regione centrale, Rida Aysa, che nel corso di un'intervista esclusiva ad Aki-Adnkronos International parla di "centinaia di migliaia di migranti clandestini" pronti a imbarcarsi per l'Europa, anche se "non esistono cifre precise. La maggior parte di questi migranti proviene dai Paesi dell'Africa orientale e occidentale, come Eritrea e Somalia".

Scrive Aki-Adnkronos International:

Aysa esprime "irritazione" nei confronti di queste ong affermando che "le organizzazioni presenti nel Mar Mediterraneo con la missione di salvare i migranti hanno dato loro ad intendere che saranno inevitabilmente soccorsi e questo ha aggravato la crisi, aumentando il numero di migranti". Il funzionario libico spiega quindi che "abbiamo comunicato tutto questo sia all'Ue sia ai comandanti dell'Operazione Sophia, che hanno manifestato irritazione verso queste organizzazioni, ma finora non hanno preso alcuna misura al riguardo".

Il militare aggiunge che "la Guardia Costiera libica ha fermato alcuni gommoni all'interno delle acque territoriali libiche, per poi imbattersi in alcune organizzazioni umanitarie che si sono lamentate del fatto che quei gommoni appartenevano a loro, benché non l'avessero comunicato alla Guardia Costiera, violando così le acque territoriali libiche".

Aysa ricorda l'episodio di un "gommone tedesco fermato a nord di al-Zawiyah (30 chilometri a ovest di Tripoli, ndr) che poi si è rivelato di proprietà di un'organizzazione umanitaria chiamata 'Sea Watch'", oppure del caso di "una nave allontanata con alcuni colpi di avvertimento per aver violato le acque territoriali libiche. Dopo essere saliti a bordo e averla ispezionata - prosegue Aysa - è emerso che apparteneva a 'Medici senza Frontiere'".

Quanto alle accuse rivolte alla Guardia Costiera libica di aver attaccato le navi delle ong, Aysa risponde che "tali imbarcazioni entrano in acque territoriali libiche senza avvisare la Guardia Costiera, che è l'organo preposto ad autorizzare questo e di conseguenza è logico rispondere per proteggere le nostre acque e le nostre coste".

"Quando le navi delle organizzazioni si fermano a 12 miglia dalla costa libica, in una zona visibile dalla costa, le loro luci notturne segnalano ai trafficanti che possono iniziare a imbarcare i migranti e questa è una delle cause delle ondate migratorie cui si assiste periodicamente", conclude Aysa.
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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

06/05/2017, 09:49

Copio ed incollo.


Politica

QUOTIDIANO.NET


Politica

Di Maio apparecchia un'altra gaffe. "Libia, serve l'aiuto del Venezuela"


Casini: "La tesi del vicepresidente della Camera suscita ilarità"


di ELENA G.POLIDORI

Ultimo aggiornamento: 6 maggio 2017

Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (Ansa)



4 min




Roma, 6 maggio 2017 - L’ultima perla, dopo un tweet malandrino in cui "un intervento" era diventato "un’intervento" con l’apostrofo, segno che non è solo il congiuntivo, ma tutta la lingua italiana a restare indigesta al candidato premier del M5s Luigi Di Maio. Ieri, però, il giovane vicepresidente della Camera, reduce da una trasferta negli Usa, dove ha incontrato alcuni studenti e ricercatori della Kennedy School (una scuola di specializzazione, visitata dopo l’incontro con gli studenti della prestigiosa università di Harvard) ha infilato uno strafalcione di politica estera.

"Sulla Libia abbiamo sbagliato a fidarci di Sarraj – ha detto – Venezuela e Cuba possono mediare". Sostenendo, con questo, che l’attuale crisi può essere mediata da Paesi senza interessi, tipo quelli sudamericani del gruppo Alba (Alleanza bolivariana di cui fanno parte Cuba e Venezuela, ndr). Tesi tanto ardita da suscitare, per dirla con Pier Ferdinando Casini, "ilarità diffusa". Ma Di Maio, oltre alla storia e alla geografia, fa anche un po’ di confusione di confusione con le lingue. Alla Kennedy ha sbagliato a leggere il discorso in inglese, esordendo con un "first of us" (che significa, "il primo di noi") anziché con "first of all" (che vuol dire "prima di tutto").

Il vicepresidente della Camera ci ha abituato anche ad altro. In tv, ricordando lo scomparso sociologo Luciano Gallino, luminare della cultura d’impresa, lo ha chiamato "lo psicologo Gallini". Si è fatto fotografare con il fratello di un pentito del clan dei Casalesi sotto processo per il disastro ambientale della Terra dei fuochi, peraltro suo bacino elettorale. Per non parlare di quando, in visita in Israele, si è lamentato di non essere stato ammesso a visitare la Striscia di Gaza o quando ha detto che dalla Romania "l’Italia importa solo criminali".

Insomma, un gaffeur robusto, Di Maio. Che nonostante gli inciampi corretti spesso dopo aver saggiato le reazioni, ha creato più di un dubbio sulla sua reale preparazione politica. Ne ha dato prova il 15 maggio 2014, alla vigilia delle elezioni europee. Ad Otto e Mezzo, su La 7, attaccò il Pd perché candidava "personaggi come Soru, indagato per riciclaggio: andava a portare i soldi nei paradisi off shore, secondo le accuse". In realtà quella accusa non è mai esistita. E Soru lo ha querelato. Siamo, poi, al 21 luglio 2016, quando Di Maio, su Facebook parlò di lobby citando anche quella "dei malati di cancro" e lì furono polemiche dense come quando, il 13 settembre 2016, paragonò Renzi a un dittatore sudamericano, che "ha occupato con arroganza la cosa pubblica, come ai tempi di Pinochet (dittatore cileno) in Venezuela".

Quella volta gli piovvero addosso anche insulti, oltre alle risate. Le stesse che sono ormai corollario fisso ai suoi svarioni sul congiuntivo; il 13 gennaio 2017 ha sbagliato tre volte di seguito, in tre diversi messaggi, la declinazione del verbo spiare: "Se c’è il rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato, qual è livello di sicurezza che si garantisce alle imprese e ai cittadini?", primo messaggio. "Se c’è rischio che massime istituzioni dello Stato venissero spiate, qual è livello di sicurezza...", secondo messaggio. "Se c’è il rischio che due soggetti spiassero le massime istituzioni dello Stato, qual è il livello di sicurezza…", terzo messaggio. Un bagno di sangue, sui social. A cui si aggiunse uno scivolone durante il comizio stellato a Nettuno: "Come se presentassi 20 esposti contro Renzi – ecco la frase – lo iscrivessero nel registro degli indagati, poi verrei in piazza e urlerei Renzi è indagato".

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

06/05/2017, 10:36

Un pezzo di strabiliante giornalismo, roba da pulitzer. [:290]

....pero' non ha detto di quella volta quando Di Maio si e' messo le dita nel naso......
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