La censura medievale sull’Euro e il terrore del Pd
Domenico Alessandro Mascialino
È sempre divertente vedere come un tema scomodo venga scandalosamente censurato anche da giornali che affermano di voler dire “ciò che gli altri non dicono”.
Un tema esemplare ne è l’Euro: questo mostro immondo che ci è stato spacciato come un grande progetto per unire i popoli europei, e che ha finito per devastare i Paesi del sud e mettere quegli stessi popoli gli uni contro gli altri.
Adesso il gioco è evidentemente scoperto: con ben sei premi Nobel per l’Economia che si sono espressi in tempi diversi contro la moneta unica (1) consigliando all’Italia di uscirne, ed economisti nostrani come Alberto Bagnai e Nino Galloni che hanno fatto dettagliate ricerche e riflessioni nello stesso senso (così come Paolo Barnard e la scuola economica Memmt), potremmo dire che ogni dubbio sulla “bontà” della moneta unica per l’Italia è fugato.
Eppure qualche ultimo giapponese (in verità più di uno) ancora insiste nel difendere il progetto Euro, censurando in tutti i modi chi si esprime contro di esso. Il principale censore è ovviamente il Partito Democratico, che da Prodi a Letta e Renzi ha sempre sostenuto lancia in resta il progetto della moneta unica e bollato di populismo/ignoranza/demagogia/follia chiunque avesse da ridire.
Ma non mancano i censori a mezzo stampa: dal Corriere fino a Repubblica e il Fatto Quotidiano è tutto un florilegio di omissioni e disinformazione, che ha il solo fine di lasciare la moneta unica nel Gotha degli argomenti intoccabili. Per la serie: si può sparlare di Letta e Napolitano, non lo si può fare dell’Euro. Del resto, sappiamo che ogni giornale dipende dai suoi amici e finanziatori per vivere, e quindi è evidente che ci siano lobby molto potenti all’opera per continuare a vendere al popolo il progetto Euro/Europeista. Per questo occorre ormai diffidare, su questo tema, da buona parte della stampa mainstream: per lo meno fino a quando il muro di gomma dell’omertà sarà perforato e si potrà liberamente criticare anche la moneta unica, dando voce ai suoi contestatori in modo imparziale.
In effetti sembra difficile bollare di populismo e ignoranza Paul Krugman, Joseph Stiglitz, Amartya Sen, Cristopher Pissarides, James Mirrlees, Milton Friedman (2), così come Alberto Bagnai e Nino Galloni, trattandoli alla stregua di qualche forcone inferocito. Si può cercare di salvare la barca che affonda solo ignorando l’argomento e censurando il dibattito: ed è esattamente ciò che il Pd e i giornali compiacenti hanno finora fatto e continuano a fare.
Il motivo di questo comportamento è chiaro, essendo il Pd il principale artefice del nostro ingresso nell’Unione Europea e nell’Eurozona. E qualche giorno fa, anche il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, ha detto chiaro e tondo che la fine dell’Euro sarebbe una “sconfitta storica per il Pd”. (3)
Resta solo da augurarsi che finalmente, in vista delle elezioni europee, il dibattito su Euro e Ue entri nel vivo, e che chi porta argomenti contro la moneta unica riceva lo stesso trattamento di chi ne è favorevole. Di fronte all’impoverimento e ai suicidi degli italiani, l’orgoglio di qualche politicante del Partito Democratico vale molto meno che zero.
P.s. Per approfondire le migliori politiche da adottare in caso di uscita dall’Euro, si consigliano “Il tramonto dell’Euro” di Alberto Bagnai (4), “Eurocidio” di Nino Galloni (5) e il “Programma di salvezza economica per l’Italia” di Paolo Barnard e Warren Mosler.
http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... re-del-pd/nel tempo che fu c'era una sinistra che affermava di difendere i lavoratori,con il tempo la storia ha cambiato passo,ora e' quanto mai + comodo e redditizio difendere le banche.......................
![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)