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30/12/2014, 16:15
MaxpoweR ha scritto:
i "piemontesi" per risanare le casse del loro stato da terzo mondo hanno fraudolosamente accorpato i regni italiani -_-
Rettifico... per pagare i debiti contratti verso le banche inglesi...
... Gli autori revisionisti ritengono che ad incidere sul passivo del bilancio dello Stato sabaudo fossero le spese sostenute per le diverse guerre espansionistiche, e non, volute per inserirsi nel gioco diplomatico internazionale.
In particolare, la guerra di Crimea, che Cavour considerava un buon trampolino di lancio per introdurre il Piemonte sullo scacchiere politico europeo, comportò a Torino un importante sacrificio economico, che fu finanziato con la contrazione di un debito con la Gran Bretagna che verrà saldato solo nel 1902, andando a gravare per oltre quarant'anni sul bilancio dello Stato unitario...
Angela Pellicciari, L'altro Risorgimento: una guerra di religione dimenticata, Milano, Edizioni Piemme, 2000
30/12/2014, 17:06
beh sempre di un risanamento si tratta indipendentemente da come i fondi statali fossero stati sperperati e da quale strozzino si fosse ricorsi per porre rimedio ^_^
Ultima modifica di
MaxpoweR il 30/12/2014, 17:07, modificato 1 volta in totale.
30/12/2014, 17:27
MaxpoweR ha scritto:
beh sempre di un risanamento si tratta indipendentemente da come i fondi statali fossero stati sperperati e da quale strozzino si fosse ricorsi per porre rimedio ^_^
Sì sì... ma era per sottolineare chi furono realmente gli 'ispiratori' dell'Unità d'Italia
30/12/2014, 18:30
E certo! Agli inglesi non doveva essere sembrato vero: fuori i Borboni, via gli Asburgo... praticamente restavano solo loro!
Ultima modifica di
Aztlan il 30/12/2014, 18:30, modificato 1 volta in totale.
22/01/2015, 13:13
dadietroilsipario.blogspot.com/
<h3>Via un altro pezzo di libertà e diritti</h3>
<h5>Mentre la società civile chiamata a raccolta dal PD (ossia il padrone chiama i centri sociali) per protestare contro Casa Pound, la Consulta decreta che MILIONI di italiani devono dire addio definitivamente alla loro pensione.
In Italia, così come in Occidente l'unica opposizione ammessa è quella addomesticata. L'unica titolata ad andare in piazza e state pur certi che, al di là delle sceneggiate contro l'austerità di cui il regime Monti fu espressione, quando si tratta di contrastare efficacemente i singoli provvedimenti imposti da un governo illegittimo non si muoverà foglia. Poi il referendum per l'abrogazione della legge Fornero fu proposto da quelli "cattivi brutti e sporchi" della Lega, anche perché i difensori della classe operaia se ne sono ben guardati dal combattere seriamente, non a suon di sfilatine in centro, gli editti prodotti dai governi della troika, hanno pur sempre il merito di aver "liberato" l'Italia dal nano di Arcore...
E poi l'Europa (che impone questi provvedimenti) piace tanto ai compagni, e contestarla significa essere euroscettici e quindi brutti sporchi e cattivi.
I miei vivi complimenti ai giudici o magistrati della Consulta, che, forti dei loro privilegi e diritti acquisiti, come si confà ad una casta, si arroga il diritto di negarli alle persone di serie B dei ceti inferiori.
I loro lautissimi stipendi e pensioni saranno accreditati come sempre mensilmente lo stesso, sono ricompensati anche per questo, per tutelare il potere. Alla faccia dell'eguaglianza, democrazia e diritti, ancora un volta da un apparato del regime si riceve la conferma che sono tutte balle.</h5>
http://www.stampalibera.com/?a=28642i compagni(o presunti tali)sono passati da essere satrapi del kremlino,a fedeli servitori del dominio finanziario globale,meglio essere nei salotti del potere,che essere vicini ai milioni di disoccupati e a quelli in cerca di lavoro,o a quelli che x un lavoro hanno uno stipendio da fame,..........solo x compiacere la bce ed il fmi.....................
Ultima modifica di
ubatuba il 22/01/2015, 13:21, modificato 1 volta in totale.
22/01/2015, 21:07
Pensioni, la Consulta boccia il referendum della Lega
Bocciato il referendum proposto dalla Lega sulla cancellazione della legge Fornero sulle pensioni. La Corte Costituzionale, nella Camera di Consiglio di oggi, ha dichiarato inammissibile la richiesta di consultazione popolare sull'abrogazione della legge Fornero.
La Lega Nord ha abbandonato l'aula contro lo stop della Consulta. "Oggi è una giornata vergognosa per la democrazia", ha commentato il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni la bocciatura "è una decisione tutta politica" perché "c'erano i requisiti per l'ammissibilità". Secondo l'esponente della Lega "questo mostra la necessità di modificare la Costituzione per quanto riguarda la scelta dei giudici costituzionali, perché è un organo ormai politicizzato".
Maroni contesta anche il fatto che non sia prevista la possibilità di presentare ricorso alla decisione della Consulta. E "così ha detto si toglie ai cittadini un diritto costituzionale". Critici anche i sindacati. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan che, commentando la decisione dei giudici, chiede di aprire immediatamente un confronto con le parti sociali perché "l'inammissibilità del quesito referendario per la cancellazione della legge Fornero non vanifica la necessità di rivedere le regole del sistema pensionistico".
Il problema resta anche per Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano. "Al di là di questa decisione il tema previdenziale va comunque messo all'ordine del giorno dal Governo. La situazione non è più reggibile per le conseguenze che la riforma Fornero ha prodotto", ha dichiarato Damiano.
"In primo luogo", ha spiegato l'esponente Pd, "l'eccessivo innalzamento dell'età pensionabile, oltre i 67 anni, frena l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In secondo luogo il problema dei cosiddetti esodati, che non è ancora concluso nonostante il fatto che con sei salvaguardie si sia risolta positivamente la situazione di oltre 170 mila lavoratori, impone una correzione al sistema pensionistico. Le nostre proposte sono note: l'introduzione di un criterio di flessibilità a partire dai 62 anni di età con 35 di contributi per consentire l'accesso alla pensione, oppure l'adozione di Quota 100. Si tratta di proposte che risolverebbero strutturalmente il problema", ha concluso Damiano.
Critici anche i sindacati. Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan che, commentando la decisione dei giudici, chiede di aprire immediatamente un confronto con le parti sociali perché "l'inammissibilità del quesito referendario per la cancellazione della legge Fornero non vanifica la necessità di rivedere le regole del sistema pensionistico".
La riforma Fornero, varata a inizio 2012 nel pieno della crisi dello spread ha spostato in avanti l'età per accedere alla pensione anche di sei anni rispetto alle vecchie regole, abolendo di fatto la pensione di anzianità contributiva. La manovra ha anche creato una platea di lavoratori senza stipendio e senza pensione, i cosiddetti esodati che in virtù di accordi aziendali avrebbero dovuto lasciare l'attività dopo poco tempo ma che poi si sono visti spostare in avanti di diversi anni l'età per il buen retiro.
"I problemi previdenziali derivanti dalla cancellazione delle pensioni di anzianità, l'esigenza di rafforzare le tutele previdenziali per i lavoratori più giovani e per tutti coloro che partecipano al mercato del lavoro con carriere discontinue e retribuzioni ridotte, il diritto a pensioni più giuste ed adeguate e la necessità di rilanciare la previdenza complementare rendono indispensabile rivedere l'impianto del sistema previdenziale modificato dagli interventi legislativi adottati negli ultimi 10 anni, anche per rispondere alla complessità della crisi economica e alle nuove emergenze sociali", ha sottolineato Furlan.
Battagliera anche il presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Giorgia Meloni. "Prima boccia il taglio delle pensioni 'oro, poi sta zitta sulle norme che incidono sulla povera gente come il blocco dell`indicizzazione delle pensioni da 1400 euro. Oggi l`ultima ingiustizia: negare agli italiani la possibilità di votare il referendum sulla legge Fornero, il provvedimento che ha creato il dramma degli esodati e non ha cancellato nemmeno uno dei tanti soprusi presenti nel nostro sistema pensionistico. Ecco, forse è arrivato il momento di chiederci se questa Corte Costituzionale sia per l`Italia una zavorra o un valore. Per ora sappiamo solo che ci costa cara", scrive su Facebook Meloni.
25/01/2015, 10:36
Siamo alla frutta
22-01-2015in EDITORIALE
Salvini, il nuovo leader della Lega, vive un momento di grande spolvero. Invitato in tutti i talk show,
ne approfitta per veicolare l’immagine del contestatore critico delle malefatte di questo governo,
fustiga leggi improvvide, aborrisce misure inappropriate per affrontare la lunga crisi che ci
attanaglia, denunzia l’arrivo continuo di immigrati, sembra veramente che si posizioni dalla parte
della gente, parli a nome della gente, dimenticando che il suo partito ha fatto parte, e contribuito, in
maniera determinante allo sfascio oggi in atto (vi dice niente il porcellum del Calderoli?).
Però lo lasciano fare, conduttori compiacenti come Paragone, o in vena di magnanimità come lo
zerbinotto Floris o nella sua accidia verso qualcosa, come Formigli, e il tipo recupera nei
sondaggi, scrollando la testa alle asserzioni di impantanati e immarcescibili giornalisti, politici o
vecchie zitelle assurte a fustigatrici di Interpretando televisivamente l’insofferenza dei cittadini, e’
riuscito a risollevare la Lega del trota dai prefissi telefonici cui era caduta e l’ha portata oggi , se i
sondaggi sono veritieri, poco dietro Forza Italia.
Niente male se Salvini servisse per davvero a bilanciare una situazione politica troppo traballante,
pure a sinistra, ora che la destra si è’ diluita mostrando la sua vera natura , dopo gli accordi
intessuti col suo omonimo spirituale da Berlusconi.
Niente male, dicevamo , si tratterebbe di dinamiche elettorali, normalissime se non fosse per il
grosso patema che ci assale, noi siciliani, quando sentiamo che le mire del lombardo si sono
dirette verso il sud è la Sicilia.
Tentativi maldestri e contro una tradizione che, ricordiamo, faceva il tifo per l’Etna quando era
sconvolto da eruzioni, che diceva che i napoletani puzzano, che l’Italia si sarebbe dovuta fermare
all’Arno, mano a mano che un timido successo elettorale spostava verso il meridione i voti della
lega.
Niente male, avevamo anticipato, senza però’ aver tenuto conto dei siciliani.
Certo, illusi e disillusi, circuiti e abbandonati, i siciliani hanno drizzato le orecchie ed hanno
intravisto nel prevedibile vento filo- salvini, le briciole di pollicino, il tracciato cioè, il cammino da
seguire per trovare opportunità elettorali, per uscire dal labirinto creato dai partiti centralisti che
hanno sempre impedito alla Sicilia di decidere il suo proprio avvenire.
Nella fiaba del corvo e della volpe, ovvero dell’adulazione furbesca, la volpe ruffiana riesce a
circuire talmente l’orgoglio del corvo da privarlo di quel pezzo di formaggio che lui teneva
saldamente nel becco.
Così,nella calata al sud del lanzichenecco volpino, ci preoccupa la tenuta del corvo siciliano
incapace di memoria e disponibile anche a farsi strappare il formaggio dalla bocca, quindi il voto
nell’urna. Sarà pure disperazione, fatto sta che l’adulatore vive a carico di chi lo adula .
Non sappiamo e la vicenda di Salvini al sud ci lascia tante perplessità.
Sarà cosa giusta? Visti i prodromi già accennati, un popolo fiero ricorderebbe e non
banalizzerebbe le antiche elucubrazioni leghiste, non consentirebbe spazi. Purtroppo, ripetiamo,
suonano le sirene di una candidatura a favore dei sondaggi e sentiamo di rincorse pazzesche per
salire sul carro leghista. Sappiamo di discutibili proconsoli incaricati di arruolare le truppe – come
l’ex democristiano Attaguile, (oggi nel gruppo misto delle autonomie, chiave passpartout, e in
cerca di agibilità da guadagnarsi a dispetto dei siciliani) – abilitati a dispensare patenti leghiste al
di qua’ del faro e , ripensando al silenzio sospettoso che osservano oggi, Tosi, Zaia o Calderoli,
restiamo molto preoccupati.
La nostra Terra si è’ consegnata sempre fiduciosa allo straniero, affascinata da modi di essere che
venivano da fuori, abbagliata da mode effimere ma non indigene, la Sicilia vive una grande
ambascia e nel momento di disperazione generale si consegna al nuovo che avanza senza
effettivamente aver considerato dove potrebbe portarci questa nuova avventura e senza censurare
antiche “bolle”.
Sappiamo di amici che si annusano, in questo stesso momento, col proconsole incaricato per
sentire che odore soffia, come cani girano intorno alla disperazione di un osso abbandonato
aspettando la prima mossa. Peccato, ci diciamo, se dovessero mettere al servizio di nuovi padroni
stranieri il loro bagaglio di esperienze e conoscenze nella foia di obbedire alla necessità di far
uscire l’Isola dal pantano di un governo che ha chiuso gli interventi economici e strutturali del
Paese sulla linea ideale tra Napoli e Bari.
Intanto non solo Salvini accende i suoi motori, nella pervicace insofferenza del governo
centralista, assistiamo ad altri tentativi di aggregazione per “salvare” la Sicilia. La scorsa settimana
col nostro amico Carlo Mangano abbiamo scambiato le nostre perplessità sulla conferenza tenuta
da Sicilia Nazione, un nome affascinante e che farebbe sognare, se soltanto non si presentassero
poi sul pulpito personalità che hanno dato, nel tempo, prova comprovata di aver perduto l’attimo
fuggente e non aver saputo catturare il tempo del coinvolgimento popolare ed hanno continuato ad
obbedire a padroni forestieri. Piscitello, Armao hanno soavemente dichiarato che loro,
all’indipendenza e all’autodeterminazione della Sicilia non ci avevano mai pensato ma che ora
finalmente hanno capito. Peccato non lo abbiano fatto quando occupavano posizioni istituzionali
che avrebbero potuto dare risalto alla spinta autonomista e che lo facciano ora, sospettosamente
purtroppo in periodo pre-elettorale.
Così restiamo spettatori delle rincorse di Attaguile ed Armao, a loro stesso dire apertissimi ad un
accordo elettorale e di governo; ci piacerebbe lanciare l’ennesimo urlo di adunata dei veri
autonomisti, ma, onestamente siamo sfiduciati, ci verrebbe di incrociare le braccia e osservare. Ma
la nostra Terra impareggiabile tracima verso il fango e non possiamo più assecondare, come il
giunco, la piena.
Eugenio Preta
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25/01/2015, 10:52
bleffort ha scritto:
Siamo alla frutta
22-01-2015in EDITORIALE
Salvini, il nuovo leader della Lega, vive un momento di grande spolvero. Invitato in tutti i talk show,
ne approfitta per veicolare l’immagine del contestatore critico delle malefatte di questo governo,
fustiga leggi improvvide, aborrisce misure inappropriate per affrontare la lunga crisi che ci
attanaglia, denunzia l’arrivo continuo di immigrati, sembra veramente che si posizioni dalla parte
della gente, parli a nome della gente, dimenticando che il suo partito ha fatto parte, e contribuito, in
maniera determinante allo sfascio oggi in atto (vi dice niente il porcellum del Calderoli?).
Però lo lasciano fare, conduttori compiacenti come Paragone, o in vena di magnanimità come lo
zerbinotto Floris o nella sua accidia verso qualcosa, come Formigli, e il tipo recupera nei
sondaggi, scrollando la testa alle asserzioni di impantanati e immarcescibili giornalisti, politici o
vecchie zitelle assurte a fustigatrici di Interpretando televisivamente l’insofferenza dei cittadini, e’
riuscito a risollevare la Lega del trota dai prefissi telefonici cui era caduta e l’ha portata oggi , se i
sondaggi sono veritieri, poco dietro Forza Italia.
Niente male se Salvini servisse per davvero a bilanciare una situazione politica troppo traballante,
pure a sinistra, ora che la destra si è’ diluita mostrando la sua vera natura , dopo gli accordi
intessuti col suo omonimo spirituale da Berlusconi.
Niente male, dicevamo , si tratterebbe di dinamiche elettorali, normalissime se non fosse per il
grosso patema che ci assale, noi siciliani, quando sentiamo che le mire del lombardo si sono
dirette verso il sud è la Sicilia.
Tentativi maldestri e contro una tradizione che, ricordiamo, faceva il tifo per l’Etna quando era
sconvolto da eruzioni, che diceva che i napoletani puzzano, che l’Italia si sarebbe dovuta fermare
all’Arno, mano a mano che un timido successo elettorale spostava verso il meridione i voti della
lega.
Niente male, avevamo anticipato, senza però’ aver tenuto conto dei siciliani.
Certo, illusi e disillusi, circuiti e abbandonati, i siciliani hanno drizzato le orecchie ed hanno
intravisto nel prevedibile vento filo- salvini, le briciole di pollicino, il tracciato cioè, il cammino da
seguire per trovare opportunità elettorali, per uscire dal labirinto creato dai partiti centralisti che
hanno sempre impedito alla Sicilia di decidere il suo proprio avvenire.
Nella fiaba del corvo e della volpe, ovvero dell’adulazione furbesca, la volpe ruffiana riesce a
circuire talmente l’orgoglio del corvo da privarlo di quel pezzo di formaggio che lui teneva
saldamente nel becco.
Così,nella calata al sud del lanzichenecco volpino, ci preoccupa la tenuta del corvo siciliano
incapace di memoria e disponibile anche a farsi strappare il formaggio dalla bocca, quindi il voto
nell’urna. Sarà pure disperazione, fatto sta che l’adulatore vive a carico di chi lo adula .
Non sappiamo e la vicenda di Salvini al sud ci lascia tante perplessità.
Sarà cosa giusta? Visti i prodromi già accennati, un popolo fiero ricorderebbe e non
banalizzerebbe le antiche elucubrazioni leghiste, non consentirebbe spazi. Purtroppo, ripetiamo,
suonano le sirene di una candidatura a favore dei sondaggi e sentiamo di rincorse pazzesche per
salire sul carro leghista. Sappiamo di discutibili proconsoli incaricati di arruolare le truppe – come
l’ex democristiano Attaguile, (oggi nel gruppo misto delle autonomie, chiave passpartout, e in
cerca di agibilità da guadagnarsi a dispetto dei siciliani) – abilitati a dispensare patenti leghiste al
di qua’ del faro e , ripensando al silenzio sospettoso che osservano oggi, Tosi, Zaia o Calderoli,
restiamo molto preoccupati.
La nostra Terra si è’ consegnata sempre fiduciosa allo straniero, affascinata da modi di essere che
venivano da fuori, abbagliata da mode effimere ma non indigene, la Sicilia vive una grande
ambascia e nel momento di disperazione generale si consegna al nuovo che avanza senza
effettivamente aver considerato dove potrebbe portarci questa nuova avventura e senza censurare
antiche “bolle”.
Sappiamo di amici che si annusano, in questo stesso momento, col proconsole incaricato per
sentire che odore soffia, come cani girano intorno alla disperazione di un osso abbandonato
aspettando la prima mossa. Peccato, ci diciamo, se dovessero mettere al servizio di nuovi padroni
stranieri il loro bagaglio di esperienze e conoscenze nella foia di obbedire alla necessità di far
uscire l’Isola dal pantano di un governo che ha chiuso gli interventi economici e strutturali del
Paese sulla linea ideale tra Napoli e Bari.
Intanto non solo Salvini accende i suoi motori, nella pervicace insofferenza del governo
centralista, assistiamo ad altri tentativi di aggregazione per “salvare” la Sicilia. La scorsa settimana
col nostro amico Carlo Mangano abbiamo scambiato le nostre perplessità sulla conferenza tenuta
da Sicilia Nazione, un nome affascinante e che farebbe sognare, se soltanto non si presentassero
poi sul pulpito personalità che hanno dato, nel tempo, prova comprovata di aver perduto l’attimo
fuggente e non aver saputo catturare il tempo del coinvolgimento popolare ed hanno continuato ad
obbedire a padroni forestieri. Piscitello, Armao hanno soavemente dichiarato che loro,
all’indipendenza e all’autodeterminazione della Sicilia non ci avevano mai pensato ma che ora
finalmente hanno capito. Peccato non lo abbiano fatto quando occupavano posizioni istituzionali
che avrebbero potuto dare risalto alla spinta autonomista e che lo facciano ora, sospettosamente
purtroppo in periodo pre-elettorale.
Così restiamo spettatori delle rincorse di Attaguile ed Armao, a loro stesso dire apertissimi ad un
accordo elettorale e di governo; ci piacerebbe lanciare l’ennesimo urlo di adunata dei veri
autonomisti, ma, onestamente siamo sfiduciati, ci verrebbe di incrociare le braccia e osservare. Ma
la nostra Terra impareggiabile tracima verso il fango e non possiamo più assecondare, come il
giunco, la piena.
Eugenio Preta
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è quello che vuole renzi,
liberarsi del padrino berlusca,
o ridimensionarlo,
e scegliersi un avversrio, secondo lui,
facile..
25/01/2015, 17:59
..ma se lo cosidera un avversario facile,come mai non accetta nessun confrono diretto come chiesto,anzike' partecipare a comparsate senza una controparte
25/01/2015, 18:06
ubatuba ha scritto: ..ma se lo cosidera un avversario facile,come mai non accetta nessun confrono diretto come chiesto,anzike'
partecipare a comparsate senza una controparte ![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
ha sempre fatto così !!!
interviste sdraiate...................
vi risulta che si sia mai confrontato
in un dibattito aperto??
25/01/2015, 18:09
greenwarrior ha scritto: Secondo lui.....
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
ma la lega è radicata al nord..
il pd bene o male
lo votano in tutta italia..
secondo me è tutto fatto
per lavorare ai fianchi berlusca..
comunque renzi è un pupazzo
dietro c sono ben altri a manovrare..
de benedetti, (a lui piace tanto renzi,
lo ha anche detto)
ecc.
25/01/2015, 18:12
mik.300 ha scritto: ubatuba ha scritto: ..ma se lo cosidera un avversario facile,come mai non accetta nessun confrono diretto come chiesto,anzike'
partecipare a comparsate senza una controparte ![Occhiolino [;)]](./images/smilies/UF/icon_smile_wink.gif)
ha sempre fatto così !!!
interviste sdraiate...................
vi risulta che si sia mai confrontato
in un dibattito aperto??
..le comparsate le fa sempre in solitaria,ama declamare le poesie senza essere interroto,se ricordi ci fu una trasmissione in cui venne interrotto il suo sermone,e non riusciva + a trovare il bandolo della matassa,facendo una figura barbina
08/02/2015, 17:44
L'onorevole leghista Marcolin
si candida sindaco di Agrigento
PER APPROFONDIRE: marco marcolin, sindaco, lega nord, agrigento
Marco Marcolin
di Paolo Calia
TREVISO - Il futuro sindaco di Agrigento? Potrebbe essere leghista e arrivare dalla gioiosa Marca trevigiana. Marco Marcolin, 57 anni, deputato eletto nel 2013, sta seriamente pensando di candidarsi. Anzi, dipendesse tutto da lui sarebbe già sceso in campo. Ma, fedele alle gerarchie di partito, ha deciso di aspettare il via libera di Matteo Salvini e Flavio Tosi. Intanto morde il freno.
«Che io mi candidi a sindaco di Agrigento è una seria possibilità», chiarisce. Ed è subito notizia: un trevigiano, leghista, che in Sicilia per sua stessa ammissione c'è andato qualche volta per turismo o per lavoro e mai per più di quattro o cinque giorni di fila, decide di candidarsi a diventare primo cittadino della città nota in tutto il mondo per la Valle dei Templi. «Nulla di cui stupirsi - ribatte Marcolin - ad Agrigento ho un gruppo di amici che da anni, quasi per scherzo, mi dicono che dovrei fare il sindaco della loro città. Ho sempre risposto ridendo che lo avrei fatto volentieri, ma da leghista, impugnando la spada di Giussano. E la cosa finiva lì. Quindici giorni fa invece hanno chiesto la mia disponibilità in modo molto serio. E, per me, la cosa si può fare. Se tutto va come deve, a Natale potrei prendere casa ad Agrigento e iniziare la campagna elettorale. Perché, sia chiaro: se mi candido lo faccio per vincere. E poi i contatti con il meridione li ho: mia mamma è sarda, anche se non è proprio la stessa cosa».
L'esperienza amministrativa non gli manca. Marcolin è stato per due mandati sindaco di Cornuda, piccolo centro del Montello. Con Agrigento non ha proprio nulla a che fare. Due mondi differenti. Ma non si spaventa per così poco: «Non c'è poi tutta questa differenza tra amministrare un piccolo comune o una grande città. Poi Agrigento avrà 60-70mila abitanti (in realtà sono 59.010, stando all'ultimo censimento ndr). Ma le dinamiche sono sempre quelle: se c'è una carta per terra bisogna raccoglierla. Io ho sempre fatto il sindaco a servizio della gente, in modo molto concreto. A Cornuda ho lasciato il segno visto che, anche senza di me, è rimasta alla Lega. E poi parliamo di una città dalle potenzialità enormi: la Valle dei Templi, il lungo mare, l'anfiteatro. Se si concretizzerà, sarà una grande sfida». L'aspetto politico ancora non l'ha definito: «Se avrò il simbolo della Lega? Non lo so, è ancora presto per queste cose». Ieri, quando la voce si è sparsa, il suo telefonino è stato preso d'assalto: «Mi hanno chiamato in tanti. Molti pensavano a uno scherzo. Invece no: è una cosa seria».
09/02/2015, 16:27
Se è vero NON CI VOGLIO CREDERE....
Forza Italia, Salvini e Berlusconi a cena ad Arcore: patto per le RegionaliL'incontro domenica 8 febbraio in serata. I leader del Carroccio e di Forza Italia hanno discusso delle alleanze per le elezioni regionali e per le prossime mosse da opposizione in Parlamento. Solo qualche giorno fa il leghista diceva: "Non baratto la coerenza per un voto in più"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02 ... i/1409587/
Mentre il resto d'Europa ha capito che gli euro-scettici si devono mettere insieme per fare fronte comune (vedasi Tsipras e destra greca con il plauso della Le Pen) Salvini che fa?! Si allea con Silvio Berlusconi
(ancora tu... Ma non dovevamo vederci più?!) il quale ha sostenuto Renzi finora e continuerà a farlo millantando una falsa opposizione per non perdere ulteriormente voti?!?!
Davvero spero arrivino le smentite di Salvini... o tutta la stima che aveva guadagnato da parte mia in questi mesi si azzera IMMEDIATAMENTE!