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MessaggioInviato: 10/03/2011, 21:33 
Allora, mi par di ricordare che cìè stata una polemica su questa cosa. Ma non c'ho voglia di spulciare le discussioni, perciò beccatevi questa [:o)]

Un arsenale per la Libia, così l’Italia ha venduto le armi

Un vero e proprio arsenale consegnato nelle mani dei giannizzeri del rais: 7.500 pistole, 1.900 carabine e 1.800 fucili per un valore di otto milioni di euro. L'affare messo a punto nel giugno 2009 durante la visita del colonnello a Roma

I fucili in dotazione ai Marines americani che l'Italia ha venduto alla Libia
Altro che limette per le unghie di cui ha continuato a parlare per giorni il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per buttarla in ridicolo e sviare il forte sospetto che l’Italia avesse fornito negli ultimi tempi tante armi micidiali a Gheddafi. Buona parte di quegli ordigni con cui il raìs fa massacrare gli insorti in realtà sono italiani, venduti a Tripoli alla fine del 2009 e fabbricati dalla Beretta di Gardone Val Trompia. Si tratta di un vero e proprio arsenale: 7.500 pistole, 1.900 carabine e 1.800 fucili consegnati nelle mani del capo del Settore di pubblica sicurezza del Comitato popolare del dittatore nordafricano. Cioè, in pratica, i giannizzeri del raìs. Valore della fornitura, circa 8 milioni di euro.

Quelle esportazioni negli atti ufficiali vengono qualificate come armi di “non specifico uso militare”, poco più che fuciletti da caccia, insomma, una dicitura forse usata per poter sfruttare al meglio le incongruenze della legislazione italiana sulle esportazioni di armi, rigorosa per quelle militari, molto più blanda per le altre. Tra gli oltre 11 mila pezzi inviati alla Libia, però, ci sono perfino centinaia e centinaia di fucili di un particolare modello da 13 anni in dotazione ai marines americani, l’M4 Super 80 ad anima liscia, un’arma progettata per uso bellico e prodotta dalla Benelli, antica fabbrica di Urbino controllata dal gruppo Beretta. Anche gli altri oggetti consegnati a Gheddafi presentano caratteristiche che con la caccia a lepri e fagiani hanno poco a che vedere. Ci sono, per esempio, le pistole PX4 calibro 9 semiautomatiche, con un peso ridotto di soli 800 grammi e un caricatore di 10 colpi che con un elemento supplementare può arrivare a 15. E poi le carabine CX4, anche queste calibro 9, su cui possono essere montati sistemi di puntamento ottico e laser.

L’affare delle armi fu affrontato il 10 giugno 2009, in un’occasione considerata a suo modo storica dal governo italiano per quanto riguarda i rapporti con la Libia, il giorno in cui il raìs arrivò a Roma, accolto con tutti gli onori da Silvio Berlusconi, accompagnato da un codazzo di auto e furgoni blindati, decine e decine di guardie del corpo e gli fu consentito di piantare la sua tenda berbera nel giardino di villa Pamphili. La consegna di fucili e pistole avvenne a tambur battente pochi mesi dopo. Quattro container di armi furono sistemati a bordo di una nave che dal porto di La Spezia fece scalo a Malta per dirigersi infine verso le coste libiche. La fornitura fu effettuata con modalità che, per una serie di circostanze fortuite emerse nel tempo, hanno ingenerato una sfilza di sospetti, fino all’emersione di una verità che le autorità italiane di governo fino all’ultimo hanno sostanzialmente negato.

La ricostruzione di tutte le tappe dell’affare delle armi alla Libia è stata effettuata con precisione da un ricercatore della Rete italiana per il disarmo e redattore di Altreconomia, Francesco Vignarca. Il 24 febbraio Vignarca si è accorto insieme a un collega che in un rapporto del 13 gennaio della Gazzetta dell’Unione europea era riportata una fornitura di armi alla Libia da parte di Malta per un importo veramente considerevole: 79 milioni di euro. La gigantesca partita era catalogata sotto la colonna ML 1, cioè armi leggere ad anima liscia di calibro inferiore a 20 millimetri, automatiche di calibro 12,7 millimetri e accessori e componenti vari. Le autorità maltesi interrogate a proposito, non avevano negato la toccata nel porto della Valletta di una nave con container pieni di armi, anzi avevano fornito una serie di particolari, specificando che quel materiale non era roba loro, ma proveniva dall’Italia e come destinazione finale aveva la Libia.

Immediatamente alcuni avevano pensato a fucili e pistole prodotte dalla Beretta, ma il gruppo bresciano aveva smentito nettamente l’invio a Tripoli di un carico per un importo simile. Le autorità maltesi avevano aggiunto, inoltre, che la consegna era stata regolarmente effettuata dopo una telefonata di verifica con l’ambasciata italiana in Libia. Di quella fornitura, però, non c’era traccia né nelle comunicazioni italiane all’Unione europea né nel rapporto ufficiale del Servizio di coordinamento della produzione di materiali di armamento della presidenza del Consiglio. Solo nelle tabelle dell’Istat, l’istituto di statistica, era registrata un’esportazione complessiva verso la Libia del valore di 8 milioni di euro di armi italiane definite per uso civile.

Sembrava un giallo in piena regola che nel frattempo è stato risolto. Le autorità portuali maltesi hanno confermato la loro versione, ammettendo, però, di essere incorse in un grossolano errore di “trascrizione”, cioè di aver registrato il carico con uno zero in più, 79 milioni di euro mentre invece l’importo esatto sarebbe 7,9. Sul versante italiano si è appurato che dietro la dicitura statistica di esportazioni verso la Libia di armi per uso civile, si celavano forniture di pistole, carabine e fucili di tipo bellico.

da il Fatto Quotidiano del 10 marzo 2011

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03 ... rmi/96410/


Ultima modifica di eSQueL il 10/03/2011, 21:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/03/2011, 22:15 
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eSQueL ha scritto:

Allora, mi par di ricordare che cìè stata una polemica su questa cosa. Ma non c'ho voglia di spulciare le discussioni, perciò beccatevi questa [:o)]


Quelle esportazioni negli atti ufficiali vengono qualificate come armi di “non specifico uso militare”, poco più che fuciletti da caccia, insomma, una dicitura forse usata per poter sfruttare al meglio le incongruenze della legislazione italiana sulle esportazioni di armi, rigorosa per quelle militari, molto più blanda per le altre. Tra gli oltre 11 mila pezzi inviati alla Libia, però, ci sono perfino centinaia e centinaia di fucili di un particolare modello da 13 anni in dotazione ai marines americani, l’M4 Super 80 ad anima liscia, un’arma progettata per uso bellico e prodotta dalla Benelli, antica fabbrica di Urbino controllata dal gruppo Beretta. Anche gli altri oggetti consegnati a Gheddafi presentano caratteristiche che con la caccia a lepri e fagiani hanno poco a che vedere. Ci sono, per esempio, le pistole PX4 calibro 9 semiautomatiche, con un peso ridotto di soli 800 grammi e un caricatore di 10 colpi che con un elemento supplementare può arrivare a 15. E poi le carabine CX4, anche queste calibro 9, su cui possono essere montati sistemi di puntamento ottico e laser.


Le armi citate NON sono classificate da guerra, infatti è possibile comprarle in armeria per chiunque possieda il porto d'armi, ad uso caccia o sportivo.
Il benelli è un semplice fucile a canna liscia in calibro 12, perfettamente equivalente ad una doppietta da caccia.
Le pistole P4 sono in calibro 9x21 che è un calibro civile (anche se leggermente più performante del calibro 9x19 che è considerato da guerra)
In calibro 9x21 sono camerate anche le carabine semiautomatiche CX4 storm e quindi considerate armi comuni.
Per farti un esempio, la Beretta produce una carabina molto simile denominata RX4 storm, camerata in 5.56 Nato, automatica (spara a raffica) è considerata arma da guerra e questa le armerie non te la vendono... [:D]
La stessa carabina, per il mercato civile viene camerata in 223 remington (stesso calibro e munizionamento del 5.56 Nato, non cambia nulla se non la denominazione) però è priva del funzionamento automatico, ha il caricatore limitato a 5 colpi ed è venduta anche ai civili.
Resta ovvio che TUTTE sono armi e tutte possono uccidere ma, le potenzialità offensive delle armi da guerra sono molto superiori a quelle comuni.


Ultima modifica di Angel_ il 10/03/2011, 22:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/03/2011, 11:08 
LIBIA: LA FRANCIA PROPONE BOMBARDAMENTI. ITALIA FRENA

Riconoscimento del Consiglio nazionale degli insorti di Bengasi come unico rappresentante legittimo del popolo libico e proposta di bombardare le aree strategiche della Libia di Gheddafi. E' questo il doppio passo compiuto ieri dalla Francia alla vigilia del Consiglio europeo, convocato per oggi a Bruxelles proprio per affrontare la crisi libica. La mossa francese spiazza gli alleati, con reazioni fredde da parte di Italia e Germania (e piu' in generale dei vertici dell'Ue) ma incassa quello che sembra essere l'appoggio da parte della Gran Bretagna. Ieri sera infatti Nikolas Sarkozy e il premier di Londra David Cameron hanno inviato una lettera congiunta all'Ue, nella quale si scrive che ''Muammar Gheddafi e il suo clan devono andarsene per evitare ulteriori sofferenze al popolo libico''. Nella missiva viene inoltre sottolineato come il Consiglio nazionale provvisorio di Bengasi sia un'entita' politica affidabile e che sia Parigi che Londra sono pronte ad aiutare concretamente l'opposizione, eventualmente anche istituendo una no fly zone.

L'Italia, come detto, non segue l'Eliseo. Ieri Silvio Berlusconi ha ribadito che ''e' meglio sentire la posizione di tutti i Paesi e l'Italia si schierera' con la Ue e con la Nato''. Il ministro degli Esteri Franco Frattini dal canto suo assicura, dopo aver chiarito che ''noi riconosciamo stati e non governi o gruppi'', che ''l'Italia non partecipera' a bombardamenti mirati su territorio libico''. Sulla stessa lunghezza d'onda la Ue, che comunque ieri ha approvato le sanzioni che colpiscono il fondo sovrano libico. La responsabile della politica estera dell'Unione, Catherine Ashton, ha chiarito che ''continueremo a dialogare con chiunque per avere il maggior numero di informazioni possibile su cio' che accade in Libia e trovare la via piu' efficace per porre fine alle violenze''. Insomma, il Consiglio europeo che prendera' il via tra poche ore nella capitale belga non si apre sotto i migliori auspici, con l'Europa dei 27 che ancora una volta probabilmente stentera' a definire una posizione comune. Se da un lato lo scetticismo dei leader Ue accompagna le iniziative di Parigi dall'altra il Parlamento europeo sembra sposare quanto meno la linea diplomatica tracciata da Sarkozy. Strasburgo ha infatti approvato una risoluzione che chiede ai governi Ue di riconoscere il Consiglio nazionale della transizione libico come l'autorita' che rappresenta ufficialmente l'opposizione libica.

Si invita inoltre l'Unione europea a prepararsi alla possibile istituzione di una no fly zone sui cieli della Libia per impedire cosi' che aerei di Gheddafi possano colpire la popolazione.

Con la Nato (ieri a Bruxelles ha riunito i ministri della difesa dell'Alleanza) che subordina qualsiasi azione militare ad un chiaro mandato dell'Onu - il segretario di stato americano, Hillary Clinton ha comunque annunciato che un piano per l'eventuale creazione di una no fly zone sui cieli della Libia verra' presentato alla Nato il prossimo 15 marzo - c'e' un altro elemento di difficolta' per l'Unione europea e per una sua decisione comune. In queste settimane, dopo lo scoppio della crisi libica, molti leader europei, su tutti il nostro ministro Frattini, hanno piu' volte sottolineato come qualunque decisione sulla Libia, soprattutto di tipo militare (e l'istituzione di una no fly zone lo e'), debba essere presa in accordo con Lega Araba e l'Unione Africana. Ebbene ieri il Consiglio per la pace e la sicurezza (Psc) dell'organizzazione panafricana ha ribadito il suo fermo impegno a favore del rispetto dell'unita' e dell'integrita' territoriale della Libia dicendosi contrario a qualsiasi forma di intervento militare straniero.

Discussioni, quelle delle ultime ore, che sembrano non considerare appieno due variabili: l'emergenza profughi e il petrolio. Sulla prima questione si stima in piu' di 250 mila le persone che sono fuggite dalla Libia da quando nel paese e' esplosa la ribellione contro Gheddafi. Facile immaginare le difficolta' del nostro Paese, e di conseguenza di tutta l'Unione europea, se anche solo una minima parte dei fuggitivi si dirigesse verso le coste italiane. Riguardo l'energia le conseguenze, per ora sui prezzi del petrolio, sono sotto gli occhi di tutti, con un forte rialzo del costo della benzina. In aggiunta l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, prevede ''che la produzione di petrolio in Libia si fermera' molto presto, questione di giorni''. Proseguira' invece quella di gas, che serve a fornire elettricita' al popolo libico.

Una situazione insomma che deve essere al piu' presto messa sotto controllo dalla comunita' internazionale, attraverso evidentemente una strada che non porti a drammatici bagni di sangue e alla replica di quanto accaduto in Iraq o in Afghanistan, dove alla fine chi ha pagato e paga ancora sono le popolazioni civili. Il vertice di oggi a Bruxelles dovra' tentare di produrre una solida e logica posizione europea, al netto delle iniziative francesi.

Iniziative che forse non nascono solo dalla volonta' di aiutare il popolo libico ma da calcoli politici ben precisi: uno elettorale, con Sarkozy in affanno nei sondaggi all'avvicinarsi delle elezioni presidenziali e impegnato quindi a proporsi come uomo forte agli occhi per esempio degli elettori francesi di origine africana; uno economico commerciale, con l'evidente tentativo di accreditare la Francia (magari a scapito dell'Italia?) come partner privilegiato sul mercato del petrolio e del gas libici.



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MessaggioInviato: 11/03/2011, 15:35 
Sarkozy è una persone infima che cerca di sfruttare la situazione per i suoi interessi.
Tipico rappresentante di un'Europa ridicola e destinata al declino.

Che tristezza.


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MessaggioInviato: 11/03/2011, 21:22 
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christex77 ha scritto:

Sarkozy è una persone infima che cerca di sfruttare la situazione per i suoi interessi.
Tipico rappresentante di un'Europa ridicola e destinata al declino.

Che tristezza.

Aggiungerei che è "illuminato" come una lampadina...[;)]



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MessaggioInviato: 12/03/2011, 00:32 
Speriamo che l'Europa sia veramente al declino perche' da quando l'hanno unificata sono successi solo guai.



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MessaggioInviato: 12/03/2011, 11:02 
Basta guardare queste notizie per capire il casino in cui ci stiamo cacciando...

Signor Saif, ha parlato con suo padre della posizione italiana sulla Libia?
«Siamo rimasti scioccati dalla vostra posizione, anzi molto irritati, perché voi siete il primo partner della Libia al mondo; il numero uno nel gas, nel petrolio, nel commercio... Il presidente Berlusconi è nostro amico. Siamo vicini, amici. Perciò potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia: ma non dall'Italia! Guardatevi intorno: i cinesi ci sostengono, i brasiliani, gli indiani, i russi, il Sudafrica. Ma dove sono finiti gli italiani?».

Vuole dire che cambieranno i rapporti tra i nostri due Paesi?
«Beh, il messaggio per l'Italia è molto semplice: il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi, insciallah, e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia, sapete? La Cina ce lo chiede, vogliono rimpiazzare l'Italia come primo partner... Perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner, come credi che quello debba reagire?».
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_ ... af1a.shtml


VENTIMIGLIA (IM) - C’è ancora una frontiera da superare. L’ultima, quella più difficile. I tunisini in fuga dal Maghreb, raggiunta l’Italia, puntano alla Francia. Parigi, Nizza, Marsiglia, Lione. E’ lì che hanno amici e parenti. Ma il sogno transalpino, dopo aver risalito lo Stivale da Lampedusa, si fa sempre più irraggiungibile. Da Ventimiglia non si passa. Quella che, in tempi normali, è una frontiera spalancata, negli ultimi giorni è diventato un muro invalicabile, sprangato ermeticamente. Un incubo ricorrente, per i tunisini. Il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, è stato chiaro: «Chiediamo agli italiani di trattenere le persone che si presentano sul territorio italiano e di riprendersi quelle che vengono rinviate». E’ arrivato fino alla dogana, lunedì scorso, per far sentire il peso delle sue dichiarazioni. Detto fatto: i diktat dell’Eliseo sono già operativi. I controlli doganali sono diventati massicci. La frontiera si è «militarizzata».
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/11_marz ... aa7c.shtml

Traditori cornuti e mazziati...[8)]



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MessaggioInviato: 12/03/2011, 11:06 
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Angeldark ha scritto:

Basta guardare queste notizie per capire il casino in cui ci stiamo cacciando...

Signor Saif, ha parlato con suo padre della posizione italiana sulla Libia?
«Siamo rimasti scioccati dalla vostra posizione, anzi molto irritati, perché voi siete il primo partner della Libia al mondo; il numero uno nel gas, nel petrolio, nel commercio... Il presidente Berlusconi è nostro amico. Siamo vicini, amici. Perciò potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia: ma non dall'Italia! Guardatevi intorno: i cinesi ci sostengono, i brasiliani, gli indiani, i russi, il Sudafrica. Ma dove sono finiti gli italiani?».

Vuole dire che cambieranno i rapporti tra i nostri due Paesi?
«Beh, il messaggio per l'Italia è molto semplice: il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi, insciallah, e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia, sapete? La Cina ce lo chiede, vogliono rimpiazzare l'Italia come primo partner... Perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner, come credi che quello debba reagire?».
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_ ... af1a.shtml


VENTIMIGLIA (IM) - C’è ancora una frontiera da superare. L’ultima, quella più difficile. I tunisini in fuga dal Maghreb, raggiunta l’Italia, puntano alla Francia. Parigi, Nizza, Marsiglia, Lione. E’ lì che hanno amici e parenti. Ma il sogno transalpino, dopo aver risalito lo Stivale da Lampedusa, si fa sempre più irraggiungibile. Da Ventimiglia non si passa. Quella che, in tempi normali, è una frontiera spalancata, negli ultimi giorni è diventato un muro invalicabile, sprangato ermeticamente. Un incubo ricorrente, per i tunisini. Il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, è stato chiaro: «Chiediamo agli italiani di trattenere le persone che si presentano sul territorio italiano e di riprendersi quelle che vengono rinviate». E’ arrivato fino alla dogana, lunedì scorso, per far sentire il peso delle sue dichiarazioni. Detto fatto: i diktat dell’Eliseo sono già operativi. I controlli doganali sono diventati massicci. La frontiera si è «militarizzata».
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/11_marz ... aa7c.shtml

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questo ragazzo..
e` molto assennato..

ma forse frattini, ecc. ecc.
stanno facendo dietrofront..
forse dira` che era stato frainteso,
che aveva ricevuto informazioni sbagliate,
ecc. ecc.



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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bleffort ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

Non ne sarei così sicuro ...



Staremo a vedere.

Io continuo a vedere.


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mik.300 ha scritto:

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Angeldark ha scritto:

Basta guardare queste notizie per capire il casino in cui ci stiamo cacciando...

Signor Saif, ha parlato con suo padre della posizione italiana sulla Libia?
«Siamo rimasti scioccati dalla vostra posizione, anzi molto irritati, perché voi siete il primo partner della Libia al mondo; il numero uno nel gas, nel petrolio, nel commercio... Il presidente Berlusconi è nostro amico. Siamo vicini, amici. Perciò potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia: ma non dall'Italia! Guardatevi intorno: i cinesi ci sostengono, i brasiliani, gli indiani, i russi, il Sudafrica. Ma dove sono finiti gli italiani?».

Vuole dire che cambieranno i rapporti tra i nostri due Paesi?
«Beh, il messaggio per l'Italia è molto semplice: il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi, insciallah, e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia, sapete? La Cina ce lo chiede, vogliono rimpiazzare l'Italia come primo partner... Perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner, come credi che quello debba reagire?».
Fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_ ... af1a.shtml


VENTIMIGLIA (IM) - C’è ancora una frontiera da superare. L’ultima, quella più difficile. I tunisini in fuga dal Maghreb, raggiunta l’Italia, puntano alla Francia. Parigi, Nizza, Marsiglia, Lione. E’ lì che hanno amici e parenti. Ma il sogno transalpino, dopo aver risalito lo Stivale da Lampedusa, si fa sempre più irraggiungibile. Da Ventimiglia non si passa. Quella che, in tempi normali, è una frontiera spalancata, negli ultimi giorni è diventato un muro invalicabile, sprangato ermeticamente. Un incubo ricorrente, per i tunisini. Il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, è stato chiaro: «Chiediamo agli italiani di trattenere le persone che si presentano sul territorio italiano e di riprendersi quelle che vengono rinviate». E’ arrivato fino alla dogana, lunedì scorso, per far sentire il peso delle sue dichiarazioni. Detto fatto: i diktat dell’Eliseo sono già operativi. I controlli doganali sono diventati massicci. La frontiera si è «militarizzata».
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/11_marz ... aa7c.shtml

Traditori cornuti e mazziati...[8)]


questo ragazzo..
e` molto assennato..

ma forse frattini, ecc. ecc.
stanno facendo dietrofront..
forse dira` che era stato frainteso,
che aveva ricevuto informazioni sbagliate,
ecc. ecc.



infatti..

Frattini: "Coinvolgere ribelli per cessate il fuoco" 5 –
Per la risoluzione delle crisi libica "si fa strada la necessità di un'azione politica che la Lega Araba potrebbe intraprendere nel suo documento di oggi". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, a Budapest a margine della riunione informale con i 27 ministri degli Esteri dell'Ue. Il responsabile della Farnesina ha parlato di un "coinvolgimento del Consiglio nazionale istituito dai ribelli a Bengasi per arrivare ad un cessate il fuoco".

m sembra una posizione
piu` "equilibrata"..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 12/03/2011, 20:50 
Libia, Lega Araba all'Onu: "Subito no-fly zone"Saif Gheddafi minaccia l'Italia: "Attenti traditori, presto faremo i conti". Ucciso un cameraman di Al Jazeera a Bengasi
"
State attenti. Se tu tradisci un partner come credi che quello debba reagire?". E' la minaccia diretta della Libia all'Italia. Saif al Islam, figlio di Muammar Gheddafi, parla dalle colonne di Corriere della Sera e Repubblica per mandare messaggi di avvertimento al governo Berlusconi. "Il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia". Secondo Saif al Islam, la Libia si è sentita tradita dal 'voltafaccia' italiano: "Siamo scioccati dalla vostra posizione - incalza il figlio del Colonnello -. Berlusconi è nostro amico, siamo vicini, siamo amici. Potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia. Non dall'Italia". Il governo italiano, in realtà, è stato fin qui uno dei pochi nell'ambito della comunità europea ad opporsi strenuamente all'opzione militare, favorita per esempio da Francia e Inghilterra. C'è poi lo spauracchio Al Qaeda, con l'ondata di immigrazione clandestina e terrorismo paventata già dallo stesso Gheddafi: "Abbiamo un futuro comune. Se noi perdiamo la battaglia qui, voi sarete i prossimi. Se noi vinciamo, voi sarete salvi", profetizza Saif al Islam prima di concedersi una dose di ottimismo: "Il 90% del Paese è tornato sotto il nostro controllo. Sarà guerra fino alla fine. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi. Gli abbiamo offerto il negoziato e hanno risposto con la guerra".

TENTATIVI DI MEDIAZIONE - La Lega Araba, nel frattempo, ha detto sì alla proposta di no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto il segretario generale Amr Mussa, che ha ufficiallmente chiesto all'Onu di chiudere lo spazio aereo sul Paese. "Io non so come né chi sarà a imporre questa zona - aveva detto Mussa al settimanale tedesco Der Spiegel - Anche la Lega Araba può svolgere un ruolo, è quanto io auspicherei". Mussa fa riferimento ad una "azione umanitaria, con una zona di esclusione aerea" per "sostenere il popolo libico nella sua lotta per la libertà e contro un regime sempre più sprezzante". Si muovono anche i leader di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Congo e Mali, che nei prossimi giorni costituiranno un comitato e si recheranno a Tripoli per mediare con Gheddafi e porre fine alle violenze.

LE BOMBE NON SI FERMANO - Nel paese, intanto, proseguono le rivolte. Sabato sera Al Jazeera ha reso noto che un suo cameraman è stato ucciso a Bengasi, città in mano ai ribelli. I centri in cui gli incidenti sono più attivi sono Misurata, Brega e Ras Lanuf. Proprio in quest'ultimo centro, cruciale data la presenza dei pozzi di petrolio, si stanno concentrando gli interventi dei militari pro Gheddafi, che nel pomeriggio hanno anche annunciato di aver riconquistato la roccaforte. Secondo i ribelli, forti bombardamenti sono in corso anche a Misurata, in Cirenaica: si teme che questa città possa essere il prossimo obiettivo dell'esercito.

ESERCITO CONDUCE GIORNALISTI NELLE CITTA' - E proprio l'esercito ha condotto diversi giornalisti, nella giornata di sabato, nelle città di Bin Jawwad e Ras Lanuf. Per mettere in atto la richiesta avanzata da Gheddafi in tutte le sue apparizioni televisive: "Venite a vedere dal vivo cosa succede", diceva il Raìs. Ed è stato accontentato, dato che i militari hanno condotto i reporter di tutto il mondo nei due centri. Hanno potuto vedere i risultati degli attacchi dei ribelli, le sedi della polizia assaltate e distrutte, i muri anneriti dai colpi e dalle esplosioni, le farmacie saccheggiate. Hanno avuto poche notizie, invece, circa quello che accadeva a pochi chilometri di distanza, lì dove infuriava la battaglia.
12/03/2011

http://www.libero-news.it/news/689317/L ... zone_.html


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MessaggioInviato: 13/03/2011, 09:42 
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ubatuba ha scritto:


Libia, Lega Araba all'Onu: "Subito no-fly zone"Saif Gheddafi minaccia l'Italia: "Attenti traditori, presto faremo i conti". Ucciso un cameraman di Al Jazeera a Bengasi
"

State attenti. Se tu tradisci un partner come credi che quello debba reagire?". E' la minaccia diretta della Libia all'Italia. Saif al Islam, figlio di Muammar Gheddafi, parla dalle colonne di Corriere della Sera e Repubblica per mandare messaggi di avvertimento al governo Berlusconi. "Il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia". Secondo Saif al Islam, la Libia si è sentita tradita dal 'voltafaccia' italiano: "Siamo scioccati dalla vostra posizione - incalza il figlio del Colonnello -. Berlusconi è nostro amico, siamo vicini, siamo amici. Potevamo aspettarci questo dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Svezia. Non dall'Italia". Il governo italiano, in realtà, è stato fin qui uno dei pochi nell'ambito della comunità europea ad opporsi strenuamente all'opzione militare, favorita per esempio da Francia e Inghilterra. C'è poi lo spauracchio Al Qaeda, con l'ondata di immigrazione clandestina e terrorismo paventata già dallo stesso Gheddafi: "Abbiamo un futuro comune. Se noi perdiamo la battaglia qui, voi sarete i prossimi. Se noi vinciamo, voi sarete salvi", profetizza Saif al Islam prima di concedersi una dose di ottimismo: "Il 90% del Paese è tornato sotto il nostro controllo. Sarà guerra fino alla fine. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi. Gli abbiamo offerto il negoziato e hanno risposto con la guerra".

TENTATIVI DI MEDIAZIONE - La Lega Araba, nel frattempo, ha detto sì alla proposta di no-fly zone sulla Libia. Lo ha detto il segretario generale Amr Mussa, che ha ufficiallmente chiesto all'Onu di chiudere lo spazio aereo sul Paese. "Io non so come né chi sarà a imporre questa zona - aveva detto Mussa al settimanale tedesco Der Spiegel - Anche la Lega Araba può svolgere un ruolo, è quanto io auspicherei". Mussa fa riferimento ad una "azione umanitaria, con una zona di esclusione aerea" per "sostenere il popolo libico nella sua lotta per la libertà e contro un regime sempre più sprezzante". Si muovono anche i leader di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Congo e Mali, che nei prossimi giorni costituiranno un comitato e si recheranno a Tripoli per mediare con Gheddafi e porre fine alle violenze.

LE BOMBE NON SI FERMANO - Nel paese, intanto, proseguono le rivolte. Sabato sera Al Jazeera ha reso noto che un suo cameraman è stato ucciso a Bengasi, città in mano ai ribelli. I centri in cui gli incidenti sono più attivi sono Misurata, Brega e Ras Lanuf. Proprio in quest'ultimo centro, cruciale data la presenza dei pozzi di petrolio, si stanno concentrando gli interventi dei militari pro Gheddafi, che nel pomeriggio hanno anche annunciato di aver riconquistato la roccaforte. Secondo i ribelli, forti bombardamenti sono in corso anche a Misurata, in Cirenaica: si teme che questa città possa essere il prossimo obiettivo dell'esercito.

ESERCITO CONDUCE GIORNALISTI NELLE CITTA' - E proprio l'esercito ha condotto diversi giornalisti, nella giornata di sabato, nelle città di Bin Jawwad e Ras Lanuf. Per mettere in atto la richiesta avanzata da Gheddafi in tutte le sue apparizioni televisive: "Venite a vedere dal vivo cosa succede", diceva il Raìs. Ed è stato accontentato, dato che i militari hanno condotto i reporter di tutto il mondo nei due centri. Hanno potuto vedere i risultati degli attacchi dei ribelli, le sedi della polizia assaltate e distrutte, i muri anneriti dai colpi e dalle esplosioni, le farmacie saccheggiate. Hanno avuto poche notizie, invece, circa quello che accadeva a pochi chilometri di distanza, lì dove infuriava la battaglia.
12/03/2011

http://www.libero-news.it/news/689317/L ... zone_.html


-ucciso camemraman a benghasi..
ma li` non comanda la rivolta?

-mussa,
quello che ha partecipato
alla rivolta anti-mubarak in egitto
e candidato alle prossime presidenziali..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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E' roba da matti! La "Lega Araba" vorrebbe una "No Fliyng Zone" e la solita Europa dice di NO!
So solo una cosa: se Gheddafi si riappropria di tutto sono cavoli amari per tutti! Ricatti in quantità ...



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Riappropriarsi di un popolo che non lo vuole...
Per essere ucciso nel sonno? Gheddafi ormai ha fatto il suo tempo.



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