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MessaggioInviato: 17/11/2014, 19:31 
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Aztlan ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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MaxpoweR ha scritto:

dubito fortemente ne abbia letto un solo rigo sto mentecatto.

Io invece temo lo abbia letto e che lo abbia trovato una fig.ata..... [xx(]



Temo anche io...


I suoi parlamentari saranno una banda di leccakulo incompetenti e firmacarte,

ma lui sa quello che fa... e lo vuole!


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 01/12/2014, 18:05 
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L'America stanca del Black Friday, vendite giù dell'11% nel weekend del Ringraziamento

Gli americani si mostrano sempre meno entusiasti all'idea di lunghe file, e magari resse, ai centri commerciali per aggiudicarsi una super offerta appena finito il tacchino del Ringraziamento. I dati diffusi oggi dalla National Retail Federation infatti conferma che il 'black friday", il tradizionale arrembaggio a mall e negozi all'indomani del Ringraziamento con cui si inizia lo shopping natalizio, quest'anno è stato un vero flop, con le vendite scese dell'11%.

Gli americani hanno speso negli ultimi quattro giorni - sono stati infatti moltissime le grandi catene che hanno anticipato già al giovedì, il giorno del Ringraziamento, l'inizio dei saldi - 50,9 miliardi di dollari, con un netto calo rispetto ai 57,4 miliardi del 2013 , quando già si è registrata una flessione delle vendite rispetto all'anno precedente. Ci si aspetta quindi un calo anche per quest'anno, ma la realtà è stata più negativa delle previsioni, dal momento che 6 milioni in meno di americani, rispetto a quanto stimato, si sono effettivamente recati a fare shopping durante il 'ponte'.

Diversi fattori di questo calo, a partire dal costante aumento del numero degli americani che preferisce lo shopping online, che anche per questo black friday ha conosciuto una netta crescita, più 15% Ma anche per l'online si prospetta una stagione difficile, e oggi si prevede che cali anche il numero delle persone che compreranno durante il Cyber Monday, diventato da anni la versione online del Black Friday. Insomma, gli americani appaiono meno disposti del passato a buttarsi subito a capofitto nelle offerte, come testimoniava uno studio diffuso nei giorni scorsi sempre dall'associazione dei consumatori che registra come il 31,6%, un più 2%, rispetto allo scorso anno, intende aspettare a fare gli acquisti natalizi per verificare che le offerte siano veramente convenienti.


http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2 ... oVBNN.html


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 04:52 
Una interessante spiegazione sul calo del prezzo del petrolio

A tutti gli effetti, l’OPEC è ora impegnato in una “guerra dei prezzi” con gli Stati Uniti. Ciò significa che è molto a buon mercato pompare petrolio da luoghi come l’Arabia Saudita e il Kuwait. Ma è più costoso farlo da formazioni di scisto in luoghi come il Texas e North Dakota. Così, mentre il prezzo del petrolio continua a cadere, per alcuni produttori statunitensi il business potrebbe diventare infruttuoso e potrebbero uscire dal mercato. Il risultato? I prezzi del petrolio si stabilizzeranno e OPEC manterrà la sua quota di mercato.
Se il prezzo del petrolio dovesse rimanere a questo livello o continuare a cadere, vedremo un numero significativo di compagnie petrolifere degli Stati Uniti uscire dal mercato e si perderanno un gran numero di posti di lavoro. I sauditi sanno giocare duro e sono assolutamente spietati. In realtà, abbiamo visto questo tipo di scenario accadere prima …

http://ununiverso.altervista.org/blog/i ... -come-ora/


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MessaggioInviato: 04/12/2014, 22:27 
Io sospetto si tratti di un tentativo (inutile) di colpire l' economia russa, che dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio e gas.


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mik.300 ha scritto:

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Aztlan ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

[quote]MaxpoweR ha scritto:

dubito fortemente ne abbia letto un solo rigo sto mentecatto.

Io invece temo lo abbia letto e che lo abbia trovato una fig.ata..... [xx(]



Temo anche io...


I suoi parlamentari saranno una banda di leccakulo incompetenti e firmacarte,

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[/quote]

[:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)] [:o)]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 05/12/2014, 16:06 
I titoli di stato chiudono al minimo in cinque anni.
Balzo tassi bond Venezuela con scadenza nel 2027 schizzano oltre il 21%.

ROMA (WSI) - Tra le vittime illustri del crollo del petrolio, ci sono anche i bond venezuelani, con quelli con scadenza nel 2027 che oscillano al minimo in almeno cinque anni, attorno a quota 51. I rendimenti schizzano al 21%.

Il mercato sconta una probabilità estremamente alta di un default del paese (all'80%, stando ai credit default swap con scadenza a cinque anni), dal momento che "ogni flessione di $1 delle quotazioni del petrolio, corrisponde (per il Venezuela) a una perdita di circa $770 milioni, in termini di mancate entrate fiscali. Di conseguenza, l'abilità del paese di pagare (i debiti) subisce un forte colpo", scrive Kevin Daily, money manager presso Aberdeen Asset Management, in una risposta email a Bloomberg - Il mercato sta già scommettendo su una elevata probabilità di default per l'anno prossimo".

Bank of America ha ridotto il giudizio sui bond venezuelani da "overweight" a "marketweight", citando la decisione dell'Opec di non tagliare l'offerta di petrolio. Secondo la banca, "ai prezzi correnti del petrolio, il Venezuela avrà bisogno di altri $25,6 miliardi per finanziare le importazioni".

Per Siobhan Morden, analista di Jefferies Group, il paese avrebbe bisogno di prezzi del perolio vicino a $85 al barile, per rimborsare le passività espresse in dollari. (Lna)

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ge=1783793


e' possibile che nuovi crolli del prezzo del petrolio possa innescare una nuova crisi economica mondiale...........................[}:)]


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MessaggioInviato: 07/12/2014, 10:05 
Che spettacolo ragazzi..... non so voi, ma io comincio ad essere
davvero ottimista per le sorti del pianeta..... [:D]

Déjà vu. Nel 2007 fu l'immobiliare. Ora sarà il petrolio
a scatenare crisi finanziaria mondiale?


Allarme default. JP Morgan: "Se i prezzi del petrolio rimarranno
a $65 per tre anni, a rischio il 40% junk bond emessi dalle società
energetiche".


http://www.wallstreetitalia.com/article ... diale.aspx



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 07/12/2014, 12:54 
il venezuela x evitare il default,dovuto ad un debito altissimo,e alla contrazioni del prezzo del petrolio,"pompera'2 diamanti ed altre pietre preziose nella banca centrale,x incrementare le riserve

fonte wallstreetitalia


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MessaggioInviato: 07/12/2014, 14:28 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Che spettacolo ragazzi..... non so voi, ma io comincio ad essere
davvero ottimista per le sorti del pianeta..... [:D]

Déjà vu. Nel 2007 fu l'immobiliare. Ora sarà il petrolio
a scatenare crisi finanziaria mondiale?


Allarme default. JP Morgan: "Se i prezzi del petrolio rimarranno
a $65 per tre anni, a rischio il 40% junk bond emessi dalle società
energetiche".


http://www.wallstreetitalia.com/article ... diale.aspx



Deve essere per forza così perchè se le tecnologie LEARN prendono piede ci sarà una reazione a catena che ridurrà di molto l'uso del petrolio e quindi il suo prezzo. E tutto gli speculatori che hanno acquistato prodotti derivati del petrolio scommettendo sull'aumento dei prezzi e nel contempo provocandolo se lo prenderanno nel...



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MessaggioInviato: 08/12/2014, 02:27 
Economia allo sbando: quello che gli altri non dicono
L'economista Eugenio Benetazzo prevede una bancarotta a livello mondiale

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=PYVpsibShNg[/BBvideo]

Pubblicato il 01/12/2014 da La Fucina

http://www.lafucina.it/2014/12/01/economia-allo-sbando/

[wbf]Eugenio Benetazzo, economista indipendente, da parecchi anni “profetizza una bancarotta a livello mondiale e limpatto che la crisi economica avrà nella vita sociale di tutti noi. Con la sua tagliente dialettica, Benetazzo rivela i segreti della crisi che non è dovuta ai mutui subprime. I reali responsabili sono la Banca mondiale, il Wto, l’abbattimento delle barriere doganali e la cancellazione dei sussidi per l’agricoltura. L’autore accompagna la sua esposizione con l’ausilio di grafici, ma anche di divertenti vignette, affrontando temi quali: il problema energetico, la crescita demografica, l’impoverimento delle risorse tra le quali l’acqua, probabile causa di prossime guerre e rivoluzioni.”
[/wbf]



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MessaggioInviato: 12/12/2014, 01:16 
Cita:
Il giro del mondo della capasanta bretone: pescata in Francia, pulita in Cina per finire nei nostri piatti

La trasparenza non sembra mai essere troppa quando si tratta di alimenti. Se dal 13 dicembre 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari potranno acquistare prodotti o ordinarli al ristorante senza il timore di riempirsi di bolle grazie all’applicazione delle nuove direttive europee, molto è ancora da fare nella tracciabilità delle materie prime. Gli effetti della globalizzazione, infatti, si fanno sentire anche e soprattutto sul cibo che mettiamo a tavola di cui ignoriamo la provenienza.

Se lo scorso anno abbiamo mangiato le lasagne Findus farcite con carne di cavallo spacciato per manzo, che proveniva dalla Romania, veniva insaccato in Polonia e lavorato in Gran Bretagna, in questa fine anno potremmo cenare con le capesante sino- francesi. A darne notizia il giornale Le Telegramme, ripreso dalla tv e dai quotidiani nazionali, che racconta come le capesante pescate in Bretagna, prima di venire trattate in Francia, facciano un lungo viaggio verso la Cina per essere lavate e scrostrate. Si tratta di almeno dieci milioni di esemplari che dopo essere stati insaccati nello stabilimento di Celtarmor, a Saint-Quay-Portrieux,vengono imbarcati in una nave cargo che li porterà nel lontano Oriente. Alla fine del processo di pulizia il ritorno nella fabbrica Celtigel a Plélo, dove le capesante vengono cotte e inserite nei pasti pronti. Nonostante alcuni consorzi locali stiano cercando di sanare questa stortura, chiedendo aiuti all’Ue e coinvolgendo i lavoratori della regione, il risparmio sulla delocalizzazione è indubitabile. Secondo Georges Brézellec, vice-presidente del consorzio Cobrenordil: “Mi rendo conto dell’assurdità delal situazione ma la differenza di salario dell’operaio cinese è cento volte inferiore a quello francese”. I#8201;numeri vincono: il pendolarismo della capasanta è destinato a durare. (L.B.)


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=ABZiYKPC


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MessaggioInviato: 14/12/2014, 17:48 
Perché il Tesoro degli Stati Uniti ordina “kit di sopravvivenza” per i bancari statunitensi?
Il dipartimento del Tesoro spende 200000 dollari in kit di sopravvivenza per i dipendenti che supervisionano il sistema bancario federale, secondo una fonte. Come riporta FreeBeacon, i kit di sopravvivenza saranno consegnati ad ogni grande banca degli Stati Uniti e comprende una coperta solare, cibo in barrette, compresse per depurare l’acqua e maschera antipolvere (tra le altre cose). La domanda ovviamente, è cosa dovrebbero farne, di cui il resto di noi non farebbe?

http://ununiverso.altervista.org/blog/p ... tunitensi/


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MessaggioInviato: 14/12/2014, 19:59 
volendo dove si può acquistare una cosa del genere? Hai visto mai...



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MessaggioInviato: 14/12/2014, 21:44 
In America queste cose si trovano nei negozi, in Italia non saprei proprio dove trovarle...



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MessaggioInviato: 14/12/2014, 23:48 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

volendo dove si può acquistare una cosa del genere? Hai visto mai...


[8] [8]
Occhio perche' e' facile prendere delle imbottonate pazzesche su questo argomento. Se cerchi in Internet per B.O.B. (Bug Out Bag) troverai centinaia di offerte con una scelta praticamente infinita.

Il problema e' che il kit deve essere efficace nel momento del bisogno e difficilmente si puo' verificarlo in anticipo.

Il mio consiglio e' quello di pensare bene per quale tipo di evenienza ci si vuole preparare (stanziale oppure in movimento, ambiente ostile, territori selvaggi, sopravvivenza post disastro in ambito urbano, ecc) poi prepararsi un kit su misura tarato sulle proprie capacita fisiche (peso, dimensioni, ecc). Insomma, per capirci, inutile farsi un kit da 70 litri che poi muori a portarti dietro.

Altro elemento da valutare e' il tempo per il quale si vuole essere indipendenti. Un classico e' il 72hr completo di provviste con eventuale aggiunta del necessario per procacciarsi il resto.

Infine ricorda che per un buon kit si spende un mezzo capitale. [B)]



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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L’Elite Finanziaria mondialista ha dichiarato guerra alla Russia

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http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... la-russia/

di Luciano Lago

Non tutti hanno ben compreso quello che sta accadendo in queste ultime settimane: di fatto stiamo assistendo ad una guerra economica scatenata contro la Russia, intrapresa dall’elite finanziaria globale : tale guerra ha come precisa strategia l’affondamento dei prezzi del petrolio ed il taglio drastico di tutta la liquidità finanziaria utilizzata dalle banche russe.

Questa strategia non è del tutto nuova e ricorda da vicino il periodo antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti seguirono una dottrina denominata “il piano di otto punti”, che fu architettato per provocare un intervento militare del Giappone contro le basi USA (Pearl Harbour) , con il fine di poter utilizzare tale aggressione, da parte del presidente F. D. Roosevelt, come un pretesto per l’intervento di Washington nella Seconda Guerra Mondiale.

Mutate le condizioni, nel momento attuale i centri di potere anglo statunitensi e l’Elite finanziaria dominante, stanno cercando a tutti i costi di trascinare la Federazione Russa verso una reazione che possa costituire il pretesto per una operazione di contenimento e di annientamento del potenziale militare ed economico della grande Nazione Eurasiatica, possibile ostacolo al Nuovo Ordine Mondiale unipolare obiettivo degli anglo americani.

La classe finanziaria occidentale sta utilizzando il prezzo del petrolio per assoggettare la Russia al dominio dell’ordine mondialista.
La guerra economica intrapresa contro la Russia da parte della elite finanziaria e dei suoi soci sta avendo effetti concreti e catastrofici.

“Visti gli ultimi avvenimenti, si rende evidente che la guerra economica è la principale arma utilizzata dall’elite Transnazionale (che significa in concreto la rete delle elites economiche che fanno parte dei paesi del G-7 che pretendono di imporre il Nuovo Ordine Mondiale della globalizzazione neo- liberista), per sottomettere la Russia e gli altri paesi che stanno opponendo resistenza contro tale dominio, come ad esempio, l’Iran ed il Venezuela”, questo lo scrive Takis Fotopoulos nel sito web di analisi Globalresearch.

Non è un caso che Ali bin Ibrahim al-Naimi, il ministro del Petrolio e delle Risorse Naturali dell’Arabia Saudita, la voce più influente all’interno dell’OPEC, abbia deciso di mettere il prezzo del petrolio in caduta libera per assestare un colpo all’economia russa ed a quella iraniana (l’Iran è il grande nemico di Ryad nella regione).

I media occidentali tendono a banalizzare ed affermano che dietro questa caduta del prezzo del petrolio si nasconde uno sforzo dei sauditi per cercare di recuperare la quota di mercato e mettere fuori la concorrenza del petrolio scisto made in USA. Questo tuttavia è un argomento capzioso che non regge ai fatti ed è piuttosto una volgare scusa per occultare la verità.

La manipolazione dei prezzi del petrolio è una chiara manovra che è protesa a distruggere l’economia russa e gettare le basi per una “rivoluzione colorata” in Russia, manovrata dall’esterno, che possa provocare un cambiamento di regime.

Con riferimento a questo vale la pena estrapolare una parte dell’analisi fatta da Takis Fotopoulos: Risulta chiaro che la drammatica caduta del prezzo del petrolio provocata direttamente dall’Arabia Saudita è qualche cosa di ben lontano dall’essere casuale.

Si è già detto che (secondo i media) tale manovra è stata motivata dal tentativo dell’Arabia Saudita di mantenere una sua posizione dominate sul mercato del petrolio, presumibilmente minacciata dalla produzione di petrolio scisto fatta degli Stati Uniti.

Tuttavia questa spiegazione, offerta dalla fazione globalista non è niente altro che un volgare alibi utilizzato per occultare il vero obiettivo di questa azione. In realtà questa manipolazione del prezzo del petrolio è un’arma molto efficace della guerra economica, quella che ha come obiettivo di sottomettere la Russia ed i suoi paesi alleati (Iran e Venezuela) alle direttive della Elite Transnazionale, al rischio di dover affrontare una severa recessione economica che potrebbe portare a “rivoluzioni di velluto” (o “rivoluzioni colorate”) in tutti i paesi e possibilmente a cambiamenti di regime.

Tuttavia secondo alcuni esperti, come Walker Todd, la strategia del provocare la caduta dei prezzi del petrolio con il fine di mettere in ginocchio la Russia, non andrà a funzionare.

Nel corso di una intervista rilasciata a Paul Marti, Todd ha detto che i bassi prezzi del petrolio non riusciranno a far piegare Putin in modo immediato, per due motivi principali: 1) l’inflazione 2) per il fatto che Putin dispone di una riserva di petrolio, di oro e di denaro cash per il corso di un anno.
Vero è che la situazione finanziaria della Russia si trova al punto di diventare critica, nonostante la sua capacità di affrontare in forma temporanea la tormenta causata dalla caduta dei prezzi del petrolio.

Il Wall Street Journal afferma che “le banche globali stanno riducendo il flusso del denaro destinato ad entità russe, come risposta ad una forte ondata di vendite del rublo dalla crisi finanziaria del 1998#8243;.

Il altre parole, le banche occidentali stanno tagliando ogni liquidità finanziaria alla Russia, cosa che presto potrebbe avere l’effetto di paralizzare l’economia russa. Le Banche della Federazione Russa sono state isolate dal mondo occidentale e questo è in pratica un atto di guerra non dichiarata.

L’unica domanda che rimane è : come risponderà Putin a questa aggressione in piena regola? Queste manovre potrebbero sboccare in in un conflitto militare? Secondo quanto afferma Dave Hodge, le sue fonti gli hanno fornito informazioni da cui sembra che ci stiamo incamminando verso un qualche tipo di conflitto.

Avvenimenti inquietanti

Secondo Hodges, i permessi del personale militare con le responsabilità più critiche, nell’Esercito degli Stati Uniti, saranno annullati a partire dal Gennaio del 2015. Questo annullamento dei permessi non sarà generalizzato per tutti i membri dell’Esercito nordamericano. Tuttavia, secondo quanto afferma Dave Hodges, i permessi per il personale militare che lavora nella struttura di comando nucleare e in elementi specifici della flotta dei sottomarini nucleari ,già sono stati annullati.

Per quanto queste informazioni non siano per nulla concludenti, potrebbero riflettere la previsione da parte del Pentagono del fatto che la tensione militare potrà aumentare nelle prossime settimane. Per quanto visto ci sono altri indizi in parallelo che portano nella medesima direzione. La Schulumberger International è la maggiore società di giacimenti petroliferi nel mondo, che impiega circa 126.000 dipendenti in 85 paesi.

Di recente, il presentatore radiofonico Vinie Popoe, ha dichiarato che Schlumberger ha annullato tutti i viaggi in qualsiasi parte del mondo. Questa proibizione di viaggiare è iniziata immediatamente dopo il “Giorno del Ringraziamento” (Thanksgiving Day) del 10 Dicembre.

Questo potrebbe indicare che gli alti gradi della Schlumberger siano già al corrente del fatto che qualche cosa di grande sia sul punto di accadere.

Risulta interessante sottolineare che, secondo la ricercatrice Dianne Hunter, esistono stretti collegamenti tra la Schlumberger e la Regina di Inghilterra. Le acque torneranno a calmarsi e le tensioni economiche e politiche si allenteranno o andiamo ad assistere a breve ad un escalation bellico di sviluppo imprevedibile? Sia come sia, questo fine anno del 2014 e l’inizio del 2015 promettono di essere molto movimentati.



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