31/08/2015, 17:03
31/08/2015, 17:23
Aztlan ha scritto:Ma è sempre prestito a usura.
Che differenza c'è tra un interesse e una commissione? E' sempre una maggiorazione sul prezzo base.
31/08/2015, 17:35
31/08/2015, 17:42
Aztlan ha scritto:Hai ragione.
Con l' aiuto di un mod si potrebbero trasferire gli ultimi messaggi che sono tutti legati all' approfondimento del funzionamento dell' economia da parte degli utenti e farne un topic ad hoc del tipo "Tutto quello che avete sempre voluto sapere sull' economia e non avete mai osato chiedere"
01/09/2015, 18:25
04/09/2015, 19:54
"Necessario mix di politiche per accelerare la crescita" Crisi, Confindustria: "Il mondo è a rischio stagnazione secolare" Così in una nota il Centro Studi di Viale dell'Astronomia. Le cause, riferisce il Csc - sono il rallentamento demografico, minori investimenti e una più debole dinamica della produttività
L'economia mondiale rischia la "stagnazione secolare" e occorre un mix di politiche per accelerare la crescita. Lo riferisce in una nota il Centro Studi di Confindustria dove si afferma che la crescita mondiale è molto più lenta del passato e delle attese. Le cause della crescita lenta sono il rallentamento demografico, minori investimenti "Le previsioni correnti per il Pil globale - riferisce il centro Studi - sono +3,2% nel 2015 e +3,6% nel 2016, molto distanti dal +5,1% medio annuo pre-crisi e potrebbero rivelarsi ottimistiche". Le cause sono il "rallentamento demografico, minori investimenti, più debole dinamica della produttività". A rallentare maggiormente sono le economie emergenti: dall'inizio della crisi le prospettive di crescita sono diminuite di mezzo punto percentuale nei paesi avanzati (da +2,6% medio annuo nel 2008 a +2,1% nel 2015) e di quasi due punti in quelli emergenti (da +7,0% a +5,1%). E' necessario quindi "fare politiche per rilanciare la domanda, favorire la spesa in ricerca e sviluppo, procedere con le riforme strutturali, puntando sul manifatturiero, motore dello sviluppo". ùù "Sostenere la domanda, la ricerca e lo sviluppo" In base alla ricetta del Csc "è fondamentale sostenere la domanda, soprattutto di investimenti; stimolare l'attività di ricerca e sviluppo; procedere con le riforme strutturali; adottare una vera politica industriale coerente con la riscoperta del ruolo centrale del manifatturiero". Nel dettaglio, dal lato della domanda, occorre proseguire con gli stimoli monetari non convenzionali, dati i tassi di interesse nominali già ai minimi, e attuare significativi interventi di bilancio pubblico, soprattutto con spesa in investimenti e infrastrutture. Ciò vale particolarmente in Europa. Dal lato dell'offerta, è necessario favorire la spesa in R&S e puntare sulla qualità dell'istruzione, sul collegamento tra scuola e lavoro e sulla formazione permanente. E costruire una seria politica industriale per rafforzare il manifatturiero, settore ad alta dinamica della produttività e innovazione, con ricadute positive verso il resto dell'economia. In generale, conclude il Centro studi Confindustria, occorre accelerare lungo la strada delle riforme strutturali, per favorire un'efficiente riallocazione delle risorse e cogliere così le opportunità di crescita, là dove queste si presenteranno.
09/09/2015, 15:50
10/09/2015, 01:57
10/09/2015, 20:05
Brasile, da locomotiva dei Brics a fanalino di coda
Da locomotiva dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) a fanalino di coda. Il Brasile di Dilma Rousseff vive una stagione di crisi più acuta di quanto gli economisti immaginassero. Il downgrade di Standard & Poor's rilancia preoccupazioni interne e qualche timore di contagio internazionale.Il ministro dell'Economia Joaquim Levy ha parlato chiaro e non ha dissimulato le sue inquietudini: «Se la nostra affidabilità viene considerata in declino, sarà più difficile recuperare, risalire la china».
Il Brasile dell'ex presidente Lula è un ricordo lontano, il Paese che per 15 anni ha inanellato record su record è tutto diverso da quello attuale, in recessione economica ma, quel che è peggio, stordito da una crisi politica che ha inabissato il consenso per Rousseff, sceso sotto il 10 per cento.
Il Pil rallenta, nel 2015 subirà una contrazione del 2%, l'inflazione sfiora il 9% e le autorità monetarie hanno portato il tasso di riferimento al 14,25% , con il sesto aumento consecutivo. Che succede ? Due considerazioni: a) La crisi del Brasile si è acuita soprattutto dopo gli scandali politici che l'hanno scossa. Le mazzette al Pt (Partito dei lavoratori) cui Rousseff appartiene hanno gettato un'ombra sulla moralità del governo; b) Dopo una lunga galoppata l'economia brasiliana patisce un rallentamento ciclico, inevitabile.
La diminuzione del prezzo delle materie prime internazionali, di cui è esportatore, ha aggravato il quadro. Tuttavia, vi sono ragioni per credere che la crisi venga superata: le grandi dimensioni del mercato interno, i 200milioni di abitanti, e la forza di un Paese che è già potenza economica, agroindustriale, e soprattutto esportatore di materie prime sono fattori che, nel lungo periodo, dovrebbero garantire un ritorno alla stabilità.
10/09/2015, 20:28
11/09/2015, 08:38
MaxpoweR ha scritto:mi sembra abbastanza ovvio che vengano considerati inaffidabili visto che vogliono fuoruscire da questo sistema; è un normale attacco; mi chiedo come facciano ad essere tanto stupidi da farsi loro stessi influenzare dalle opinioni delle agenzie di rating colluse e mafiose che dovrebbero contrastare. Bah... io davvero certe cose stento a capirle, invece di contrattaccare questo china il capo e quasi piagnucola... Booohhh
16/09/2015, 15:52
29/09/2015, 12:25
Deutsche Requiem (morì d’ingordigia)
A cura di Maurizio Blondet - 25 settembre 2015 - www.maurizioblondet.it
Lehman Brothers collassò il 15 settembre 2008, innescando la catena di depressione globale da cui non siamo usciti. Il collasso fu “improvviso”, ci dissero. Non proprio. Era stato preceduto da massicci licenziamenti della stessa banca. Il New York Times ne riferiva in agosto. CNBC, la tv, ne aveva già parlato in marzo.
Ora, da Reuters, apprendiamo:
“Deutsche Bank punta a tagliare circa 23 mila dipendenti, circa un quarto del personale totale (…) Il personale sarebbe ridotto quindi a 75 mila addetti a tempo pieno, in base ad una riorganizzazione, condotta dal chief executive John Cryan, che ha preso il controllo della maggior banca tedesca a luglio con la promessa di tagliare i costi”.
Come ricorda Zero Hedge, la colossale Deutsche Bank ha dovuto pagare negli ultimi tre anni oltre 9 miliardi di dollari in multe, ammende e transazioni per tacitare accuse di manipolazioni di tassi d’interesse, ed altri trucchi da far sembrare le Volkswagen col software taroccato modelli di onestà commerciale. In aprile, Deutsche ha concordato con Dipartimento di Giustizia americano, per mettere una pietra sopra la faccenda dei tassi Libor ed Euribor manipolati, di pagare 2,5 miliardi di dollari, ossia 25.474 per dipendente. Poi ha sborsato 55 milioni alla SEC per aver diramato rapporti deliberatamente “travisati” alterando le misure di rischio che prendeva sui certe speculazioni in derivati per 5 miliardi di dollari (e facendolo credere coperto dalla compra di protezioni finanziarie). E non è finita, altre indagini sono in corso.
Perché Deutsche Bank negli ultimi anni ha condotto i suoi affari in modo che sarà riduttivo dire spericolato e senza scrupoli, anche sui mercati finanziari più corrotti della storia. E il ridicolo, è che ci ha perso invece di stravincere. Come dice l’analista Michael Snyder, “se sei spericolato e guadagni, allora sei OK. Purtroppo per DB, s’è trovata sempre più dalla parte perdente….”. Ed elenca, Snyder, l’accumularsi di segni premonitori e sinistri a carico del gigante: la ricerca affannosa di liquidità, con svendita di 8 miliardi di titoli al 30% di sconto a maggio 2014; il mancato superamento degli stress test nel marzo 2015; le enigmatiche dimissioni dei due CEO: Jurgen Fischen e il misterioso CEO Anshu Jain, un jainista indiano ma allevato tra Wall Street e Londra, che il consiglio d’amministrazione aveva messo alla testa del gigante perché era grandemente esperto di finanza spericolata: dimissioni immediatamente (il 6 giugno) e seguenti all’annuncio della Grecia di mancare il pagamento del suo debito al Fondo Monetario; e solo un mese dopo che il Consiglio d’amministrazione aveva conferito a Jain poteri straordinari (un chiaro segno di crisi terminale); il rating delle obbligazioni DB ridotto da S&P, il 9 giugno, a BBB+, vicino a spazzatura; le azioni dimezzate di valore (-40%) in un anno.
Ora, dice Snyder, le mie fonti mi avvertono di un “evento” catastrofico che si produrrà in autunno…ed è bene ricordare che ancora l’anno scorso, si riteneva che la Deutsche Bank fosse esposta in derivati per 73 mila miliardi di dollari, 73 trilioni: ora, “l’intero PIL tedesco di un anno è di solo 4 trilioni di dollari. Quando alla fine anche la Deutsche Bank crollerà, né in Europa e né nel mondo ci saranno abbastanza soldi per tappare questa falla. Crollerebbe letteralmente l’intero sistema finanziario europeo provocando un panico finanziario mai visto prima d’ora, su scala mondiale. A quel punto, sarà meglio se terrete il vostro denaro con voi, piuttosto che tenerlo in banca”.
http://theeconomiccollapseblog.com/arch ... e-imminent
Un’amica da Berlino mi comunica che la Germania è sotto attacco, è vittima del complotto. Sì, certo, ci sarà anche la volontà americana di impedire che il suo mercato venga invaso da auto diesel, che l’industria nazionale Usa non sa produrre; sì, dappertutto nel capitalismo terminale il “mercato” è falsato da ogni sorta di giochi sleali e di trucchi sporchi. Ma è più tentatore puntare il dito sulla natura di “contrappasso” che le sciagure rovesciatesi sulla Germania rivelano.
Perché Deutsche Bank è stata la banca più spericolata nei derivati? Perché era piena di soldi. Come le altre banche tedesche, strapiene di depositi degli esportatori tedeschi, che devono investire perché rendano ancor di più. E nel gelo economico-industriale, dove investirli, se non nella fiannza più rischiosa ed avventata?
Erano i soldi che la Germania avrebbe dovuto usare per attenuare le divergenze fra stati europei, che la sua politica di “austerità” ha divaricato: se Francia, Spagna, Italia, Grecia hanno deficit della bilancia che non riescono a chiudere, è perché Berlino ha il suo enorme surplus; e invece di ridurlo, lo ha aumentato. Gridandoci: “Fate come noi! Tirate la cinghia come i nostri lavoratori! Esportate! Pagate i debiti! Noi siamo i migliori, i più virtuosi ed onesti, fate i compiti a casa, voi!”.
Poteva, la Germania, condonare il debito greco, che ammontava a 30-40 miliardi. No, niente: ha voluto che tutti noi dessimo alla Grecia altri prestiti, perché la Grecia pagasse i suoi debiti alle banche – tedesche anzitutto, e poi francesi. Il risultato è che oggi, il debito greco ammonta a 400 miliardi, e la Germania insiste: lo paghi! Invece di aver pietà, s’è sequestrata gli aeroporti greci redditizi; la ricca Germania ha portato via alla povera Grecia i pochi cespiti su cui poteva far leva per riprendersi. I profitti andranno non ad Atene, ma ai lander ricchissimi (azionisti della ditta tedesca) che i soldi non sanno dove metterli.
Ora, cari lettori, non vi scandalizzate se vi cito alcune lezioni di economia che non s’insegnano nelle università monetariste, ma si insegnavano nel Medio Evo. Sono verità semplici che si riducono a semplici aforismi:
“Il denaro mal guadagnato finisce in sterco”.
Perché, come si diceva in quell’economia, il denaro “è” sterco – sterco del demonio – e quando se ne ha molto, troppo, la cosa più sana è “liberarsene” come lo stitico si libera il ventre, con gran sollievo. Tenerselo tutto, è malsano e schifoso.
Già sento i tedeschi e i filo-tedeschi che protestano: Come osi? Come sarebbe, “denaro mal guadagnato”?! Ce lo siamo guadagnato noi tedeschi, con il nostro duro lavoro, i nostri sacrifici, la nostra virtù.
Già, la virtù. La Germania ha posto altissimi traguardi di virtù ecologica, ha imposto agli altri paesi gli standard dei “motori non inquinanti”… standard così alti, che poi lei stessa, l’ottima valorosa industria tedesca, li violava di nascosto. Avrebbe fatto meglio a riconoscere: ragazzi, qualunque motore è poco o tanto inquinante. I motori ad acqua non esistono, se non nelle fantasie malate di Beppe Grillo e di qualche grillino. Il diesel emette “particolati”, ma è sempre meglio del motore a benzina che emette benzene. Il diesel è inquinante, la benzina è velenosa. Ammettete con noi la realtà e godetevi i nostri solidi motori diesel che consumano poco, e per questo sono meno inquinanti, perché il gasolio ha più potenza specifica della benzina, evapora meno, eccetera.
Ma questa ammissione richiedeva umiltà. Invece: Noi siamo i migliori! Noi stiamo affamando tutti gli europei-cicale, perché noi formiche! Noi vi diamo il motore pulito, americani! Noi supereremo Toyota sul mercato USA!
Denaro mal guadagnato. Un rospo che s’è voluto gonfiare per farsi toro. E violazione della legge economica che non viene insegnata più, ma si trova nel Vangelo:
“Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta”.
E’ la conclusione della parabola dove un amministratore che rubava al padrone, viene chiamato da questo: rendimi conto. Sapendo che sarà licenziato, il furbone che fa? Chiama i debitori del suo padrone, che gli devono tanto meno di lui, e gli condona i debiti, glieli dimezza. E il Padrone “lodò quell’amministratore”, perché gli aveva rubato sì dei soldi, ma rovesciandone il corso: non più accumulo ma dono, condono, grazia. E amicizia, un bene che non è sul mercato…
Matteo narra di un altro amministratore: anche a lui il Padrone condona un debito enorme (10 mila talenti), e lui, appena uscito, prende per il collo un suo debitore che gli doveva 100 denari, un nulla. “Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra , lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito”.
Non è forse questo il comportamento di Berlino verso la povera Grecia? Non l’ha presa per il collo e gettata in carcere?
Ebbene: ha violato una legge economica primaria, fondamentale: il Giubileo.
Le ricchezze vanno periodicamente dilapidate nel dono, nel giubileo, altrimenti vanno in **********. Qualunque cosa facciate, vanno in **********. Ed è persino meglio per voi che ve le troviate in ********** qui, perché se vi presentate come creditori ingordi e spietati dopo la morte, finite dove “non è che pianto e stridor di denti”.
E non è forse la stessa cosa che la Germania fa’ con gli immigrati? “Venite tutti, ne prendo 800 mila all’anno!”. Un modello di virtù dietro cui c’è il noto calcolo: per diventare ancor più grosso, gonfio e ricco, io – che non faccio figli – devo incamerare lavoratori da fuori. Da fuori Europa, agli europei sfavoriti infatti non voglio dar niente…chiedono diritti altrimenti, invece i profughi saranno grati.
Ebbene: si scopre che anche qui c’era un trucco. Ricordate i cittadini tedeschi che festanti salutavano i profughi nelle stazioni, distribuendo loro cibo e vestiario, spinti da una irrefrenabile generosità?
Ebbene: a quanto pare erano manifestanti pagati. Fra i minjob aperti ai poco produttivi, infatti, c’è anche questo. Il dimostrante a paga oraria.
Karl Richter, consigliere municipale di Monaco, ha denunciato gli strani annunci postati nei giorni del grande afflusso da un’agenzia di lavoro interinale austriaca, «Easystaff human & ressources GmbH»: questa cercava gente per distribuire alimentari nelle stazioni. “Paga: 10 euro l’ora. Pausa non pagata:1 ora”.
Un’altra agenzia tedesca, la Erento, noleggia apertamente manifestanti per qualunque causa a 10 e 30 euro l’ora. L’associazione sindacale dei medici tedeschi (KVB) ne ha noleggiati 173 nel 2006, per mandarli davanti al parlamento a protestare contro la riforma sanitaria in discussione allora. Costo, lieve: 5 mila euro in tutto. Un medico tedesco ha meglio da fare che andare di persona in piazza, guadagna di più, e risparmia tutto.
Mi correggo: ho detto che i manifestanti sono noleggiabili per qualunque causa? No. La Erento non affitta i suoi dimostranti per “manifestazioni xenofobe e razziste”.
http://www.humanite.fr/node/368186
E’ la virtù. Ancora la virtù tedesca, politicamente corretta, bottegaia e furba, piccina ed ingorda. “Tedeschi lurchi”, li chiamò Dante: ghiottoni e beoni, mai ne hanno abbastanza, non dividono il bendiddio con nessuno. Erano già così.
E adesso avranno la crisi economica che si sono procurati con la loro ingordigia. E li voglio vedere come saranno generosi coi “profughi” che continuano ad arrivare a centinaia di migliaia, sempre meno integrabili (adesso arrivano masse dall’Afghanistan) quando la crisi creerà disoccupazione anzichè posti di lavoro.
Anzi, so già cosa farà Berlino: “Prendeteveli voi”, ingiungerà a Ungheria, Grecia, Italia, “teneteveli!”.
Berlino ordina, e noi eseguiremo. Ci fa’ mangiare la sua ********** da anni, e noi non abbiamo mai reagito. Adesso ci trascinerà con sé nell’abisso in cui l’ha precipitata la sua ingordigia, e continuerà a darci ordini: fate i compiti a casa!
Mi si conceda almeno il mite ricordo dell’altra legge dell’economia che non viene mai ricordata, anche perché si trova in un testo aborrito dall’uomo moderno, ingordo, liberato e stitico.
“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
C’è un complotto contro la virtuosa Germania? Forse. Ma non gli sono rimessi i suoi debiti, perché non li ha rimessi ai debitori suoi.
29/09/2015, 12:27
Effetto immigrazione: in Europa disoccupazione giovanile alle stelle
Disoccupazione giovanile europeaPiù istruiti della generazione precedente, i giovani europei sono senza lavoro.
È il quadro che emerge da un rapporto della Commissione Europea, secondo il quale l’82% dei ragazzi in Ue, tra i 20 e i 24 anni, ha completato il ciclo scolastico, eppure 8,7 milioni di ragazzi tra i 18 e i 29 anni non hanno lavoro e 13,7 milioni non solo sono disoccupati, ma non seguono alcuna attività di formazione o training, facendo parte dei così detti, con un penoso anglicismo, Neet.
Deve essere per questo, che invece di rimpatriare i giovani clandestini, la Ue li ‘ricolloca’. Andranno ad ingrossare le fila dell’immigrazione, peggiorando la situazione.
Il rischio povertà o esclusione riguarda quasi 27 milioni di giovani in Europa.
Contratti a tempo parziale non per libera scelta o permanenza prolungata in posti di lavoro temporanei, espongono questa generazione a un rischio povertà di lungo termine, come sottolinea la Commissione Ue.
Le conseguenze si riscontrano anche nella partecipazione alla vita sociale: i ragazzi inattivi partecipano sempre meno al voto e ripongono scarsa fiducia nelle istituzioni. Ma questo è quello che la UE spera: non votate, lasciateci governare.
Non solo. A dare un’altra ‘botta’ alla bufala dell’immigrazione come risorsa, il fatto che i giovani che provengono da un contesto migratorio hanno una più alta possibilità di diventare Neet: la disoccupazione di giovani con genitori immigrati supera di quasi del 50% quella degli altri giovani nei paesi Ue.
Francia docet: lungi dal rappresentare una risorsa, le seconde e terze generazioni rappresentano un peso sociale enorme.
Mentre tra il 2011 e il 2014 si registrano significativi aumenti nel tasso di attività in paesi come la Croazia, il Lussemburgo e l’Ungheria, è invece diminuito particolarmente in Spagna, Belgio, Estonia e Portogallo.
La mancanza di un lavoro rende difficile per i giovani potersi permettere l’affitto di una casa, il pagamento di servizi e di beni basilari come anche il cibo e l’assistenza sanitaria.
Stanno distruggendo una generazione, importando manodopera low-cost dal terzo mondo.
È diventato difficile permettersi attività culturali, andare al teatro, ai concerti e visitare musei , limitando così lo sviluppo di capacità creative, artistiche o semplicemente dei propri interessi. La fascia più colpita dalla disoccupazione è quella tra i 15 e i 24 anni soprattutto in Grecia (52,4%) e in Spagna (52.2%).
Ma anche in paesi come Germania, Norvegia e Islanda il tasso di disoccupazione per questo stesso gruppo di età è comunque molto elevato: intorno al 10%.
Questi dati, cozzano con la litania che l’Europa continua a invecchiare e quindi manca manodopera che va importata. Una bufala.
Ma se non riuscite a dare lavoro ai giovani europei, che senso ha, importarli, se non fare un favore a chi vuole schiavi da sfruttare invece di lavoratori?
29/09/2015, 14:35
“Tedeschi lurchi”, li chiamò Dante: ghiottoni e beoni, mai ne hanno abbastanza, non dividono il bendiddio con nessuno. Erano già così.