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Re: Collasso Economico Globale

29/09/2015, 18:32

Siete pronti?....

Germania nel panico. Volkswagen? No, peggio: deutsche bank
Perché proprio adesso esplode lo scandalo della Volkswagen?

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La truffa sulle emissioni “pulite” delle auto è destinata a ferire l’orgoglio teutonico, affondando il mito dell’onestà del suo capitalismo. Perché la verità emerge solo ora? Se lo domandano in molti, specie quelli che ricordano anche i record meno presentabili della Germania: come la precarizzazione del lavoro varata già nel 2002 dal socialdemocratico Gerhard Schroeder e ispirata da Peter Hartz, il super-manager Volkswagen poi condannato per aver corrotto sindacalisti, inducendoli ad accettare condizioni sfavorevoli per gli operai.

Riforma-simbolo, da cui nasce la flessibilizzazione dell’impiego in Europa, simboleggiata in Italia dal Jobs Act di Renzi. Allarme Berlino: un gigante dai piedi d’argilla, avverte il sociologo Luciano Gallino, che segnala l’esistenza in Germania dei salari più bassi d’Europa, i mini-job da 450 euro al mese con cui vive un tedesco su quattro. Colpa di un’economia interamente votata all’insana frenesia dell’export, spiega Paolo Barnard. L’export deprime i consumi interni e prima o poi la situazione precipita: «Si vede dalla Luna il buco della Deutsche Bank, la banca più fallita del mondo: 70.000 miliardi di debiti».

Se n’è accorto anche un analista internazionale come Michael Snyder: «In Germania sta forse per accadere qualcosa che scuoterà il mondo intero?». Le avvisaglie dell’estrema fragilità tedesca, a livello politico, si sono appena manifestate con lo spietato trattamento riservato alla Grecia per volere dell’oligarchia finanziaria: attraverso maschere come quella di Wolfgang Schaeuble, ad Atene è stato inflitto il massimo rigore, dopo aver depistato l’opinione pubblica tedesca raccontando la fiaba dei greci “cicale”, da punire per il presunto “eccesso di debito”. Una versione lontana anni luce dalla verità: il “problema” greco ammonta a 30 miliardi di euro, cifra irrisoria per i bilanci Ue.

Eppure, sulla condanna del popolo ellenico si è completamente appiattito il corpo sociale tedesco, rivelatosi insensibile alle inaudite sofferenze inferte a vecchi e bambini a causa dei sanguinosi tagli al welfare: salari, pensioni, sanità, protezioni sociali. Uno scandalo mondiale, denunciato anche in sede Onu: in Grecia non ci sono più cure né farmaci, i minori sono denutriti, ad Atene dilaga l’Hiv per mancanza di siringhe. E sono ricomparse malattie che si credevano archiviate dalla storia dell’Occidente. Eppure, la Merkel ha dovuto fronteggiare l’ala destra del Parlamento, che pretendeva per i greci una fine ancora peggiore.

Sottoposta alla pressione migratoria dei profughi alle frontiere e strattonata dagli Usa per le sanzioni alla Russia in seguito alla drammatica crisi in Ucraina, scatenata dall’intelligence statunitense con manovalanza locale neonazista, la Germania ora scricchiola. Si sveglierà bruscamente dal sogno della “locomotiva europea” tutta lavoro e rigore? «Secondo alcune informazioni riservate di cui sono venuto a conoscenza – scrive Michael Snyder in un post tradotto da “Come Don Chisciotte” – sarebbe davvero imminente un grande evento finanziario che riguarda la Germania». In altre parole, «uno di quei momenti del tempo che presenta tutte le condizioni perché si ripeta un’altra Lehman Brothers».

Certo, «la gran parte degli osservatori tende a considerare la Germania come quel baluardo che tiene economicamente insieme tutta l’Europa, ma la verità è che sotto la sua superficie fermentano grosse difficoltà». L’indice azionario tedesco Dax è crollato quasi del 20% dal massimo storico raggiunto lo scorso aprile, e sono numerosi i segni di agitazione all’interno della maggiore banca tedesca. E, proprio come la Lehman, anche la Deutsche Bank fa parte di quelle banche “troppo grandi per fallire”, che non crollano mai da un giorno all’altro. «Ma la verità è che ci sono sempre dei segni premonitori».

Nei primi mesi del 2014, le azioni di Deutsche Bank sono state scambiate a più di 50 dollari. Da quel momento, scrive Snyder, il valore è caduto di oltre il 40% e oggi si scambiano a meno di 29 dollari. Attenzione: «E’ ben nota la natura profondamente corrotta della cultura aziendale della Deutsche Bank, e negli ultimi anni la banca è stata estremamente imprudente».

Prima del “crollo improvviso” di Lehman Brothers il 15 settembre 2008, sulla stampa c’erano state notizie di licenziamenti di massa nell’azienda: «Quando le grandi banche iniziano a trovarsi in guai seri, questo è quello che fanno: cominciano a sbarazzarsi del personale. Ecco perché sono così preoccupanti i massicci tagli di posti di lavoro che la Deutsche Bank ha appena annunciato». Nel mirino ci sono 23.000 dipendenti, cioè circa un quarto di tutto il personale, secondo il piano dell’amministratore delegato John Cryan. Inoltre, negli ultimi tre anni la banca ha dovuto sborsare qualcosa come 9 miliardi di dollari per contenziosi legali, ed è così diventata «una sorta di manifesto di cultura aziendale corrotta».

Nel mirino, anche «scambi irregolari di titoli ipotecari scadenti – sapientemente confezionati – intervenuti tra varie banche prima della crisi finanziaria». Jp Morgan, Bank of America e Citigroup, scrive Snyder, riuscirono ad effettuare queste operazioni quando la vigilanza era allentata. Oggi però il ministro della giustizia del governo Obama, Loretta Lynch, sarebbe «ben determinata a occuparsi seriamente» delle malefatte dei massimi colossi bancari, come Barclays, Credit Suisse, Hsbc, Royal Bank of Scotland, Ubs e Wells Fargo, inclusa ovviamente anche Deutsche Bank. «Naturalmente – continua Snyder – i problemi legali sono solo la punta dell’iceberg di tutto quello che è successo alla Deutsche Bank nel corso degli ultimi due anni». Già nella primavera 2014, la banca è stata costretta ad incrementare di 1,5 miliardi il Tier (capitale azionario e riserve di bilancio).

Perché? Un mese più tardi, maggio 2014, è continuata la corsa alla liquidità, con la banca che annunciava la vendita Anshu Jaindi 8 miliardi di euro di titoli con uno sconto del 30%. «E ancora una volta: perché? Questa mossa ha messo la pulce nell’orecchio ai mezzi di stampa finanziaria. L’immagine esteriore, calma, della Deutsche Bank non rispecchiava i suoi sforzi concitati nell’aumentare la sua liquidità. Dietro doveva esserci per forza qualcosa di marcio».

A marzo di quest’anno, la banca ha fallito gli stress-test della Bce, ricevendo «una severa intimazione a controllare la struttura del suo capitale». Ad aprile, Deutsche Bank ha confermato il suo accordo congiunto con Usa e Regno Unito sulla manipolazione del Libor, il tasso interbancario di riferimento per i mercati finanziari (tasso variabile, calcolato giornalmente, per cedere a prestito depositi in sterline, dollari, franchi svizzeri ed euro da parte delle principali banche operanti sul mercato interbancario londinese). Sul colosso tedesco incombe poi un enorme pagamento, oltre 2 miliardi di dollari, da versare al Dipartimento di Giustizia degli Usa, «comunque una bazzecola rispetto ai suoi guadagni illeciti». Negli ultimi mesi la situazione è precipitata: a maggio, il Cda ha conferito poteri speciali ad uno degli amministratori, Anshu Jain.

Il 5 giugno, quando la Grecia non è riuscita a pagare il Fmi, le ripercussioni sono arrivare anche alla Deutsche Bank. E il 6/7 giugno i due Ceo della banca tedesca hanno annunciato entrambi le loro dimissioni, appena un mese dopo dal conferimento dei nuovi poteri (Anshu Jain lascerà per primo, alla fine di giugno; Jürgen Fitschen nel maggio 2016).

Non è finita: il 9 giugno “Standard & Poor’s” ha ridotto il rating della Deutsche a BBB+, cioè «solo tre posizioni al di sopra del livello “spazzatura”», addirittura sotto il livello di rating che aveva Lehman Brothers poco prima del suo crollo. «Quello che ha reso le cose ancora peggiori è stato l’incauto comportamento della Deutsche Bank», scrive Snyder. «A un certo punto, si è potuta stimare un’esposizione in derivati da parte della Banca di ben 75 trilioni di dollari. Da tener presente che il Pil tedesco di un anno intero è di solo 4 trilioni di dollari. Così, quando alla fine anche la Deutsche Bank crollerà, né in Europa e né in qualsiasi altro luogo del mondo ci saranno abbastanza soldi per poter ripulire il pasticcio».

Snyder le chiama “armi di distruzione finanziaria di massa”. «Se la Deutsche Bank dovesse fallire completamente, sarebbe un disastro finanziario peggiore di quello di Lehman Brothers: sarebbe come abbattere letteralmente l’intero sistema finanziario europeo e provocare a livello globale un panico finanziario mai visto prima d’ora».

A quel punto, chiosa l’analista, «sarà meglio avere quel denaro con sé piuttosto che tenerlo in banca». Snyder teme che la calma apparente sia destinata a finire presto: «Credo che il resto del 2015 sarà estremamente caotico e accadranno cose piuttosto gravi, cose che nessuno avrebbe potuto oggi immaginare. Nei giorni che vengono, invito tutti a seguire attentamente sia la Germania che il Giappone. Stanno per accadere cose grosse, e milioni di increduli ne resteranno spiazzati».

http://www.euroscettico.com/germania-ne ... sche-bank/


Il sistema crollerà per via della boiata più grande che si potesse concepire in economia finanziaria.... il "derivato"....

Re: Collasso Economico Globale

29/09/2015, 18:51

Atlanticus81 ha scritto:Siete pronti?....

Il sistema crollerà per via della boiata più grande che si potesse concepire in economia finanziaria.... il "derivato"....


Secondo te quanto tempo ci rimane?

Re: Collasso Economico Globale

30/09/2015, 10:09

alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:Siete pronti?....

Il sistema crollerà per via della boiata più grande che si potesse concepire in economia finanziaria.... il "derivato"....


Secondo te quanto tempo ci rimane?


Guarda è pressoché impossibile allo stato attuale fare previsioni in un contesto così dinamico come quello attuale.

L'unica cosa che possiamo fare è monitorare l'andamento dei mercati e soprattutto i costi di oro e di materie prime anche se purtroppo ormai anche questo tipo di mercati sono soggetti a speculazioni che esulano dall'economia reale...

Molto dipenderà dall'andamento delle grandi sfide geopolitiche nelle quali sono coinvolti gli USA, dall'approvazione del TTIP alla ridefinizione dello scacchiere medioorientale

Re: Collasso Economico Globale

30/09/2015, 12:57

Atlanticus81 ha scritto:
alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:Siete pronti?....

Il sistema crollerà per via della boiata più grande che si potesse concepire in economia finanziaria.... il "derivato"....


Secondo te quanto tempo ci rimane?


Guarda è pressoché impossibile allo stato attuale fare previsioni in un contesto così dinamico come quello attuale.

L'unica cosa che possiamo fare è monitorare l'andamento dei mercati e soprattutto i costi di oro e di materie prime anche se purtroppo ormai anche questo tipo di mercati sono soggetti a speculazioni che esulano dall'economia reale...

Molto dipenderà dall'andamento delle grandi sfide geopolitiche nelle quali sono coinvolti gli USA, dall'approvazione del TTIP alla ridefinizione dello scacchiere medioorientale


Scusa se insisto, capisco che non hai la sfera di cristallo, ma a tua sensazione, si parla di mesi, di semestri o di anni?

Re: Collasso Economico Globale

30/09/2015, 19:01

secondo me tra un paio d'anni stand così e cose; ma se la Germania si fossilizzasse su politiche indigeste per gli USA direi anche prima. in fondo basta che decidano a tavolino di abbassare il rating sulla Deutch Bank di uno al massimo 2 gradini e si scatenerà il caos :)

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 00:44

QUESTO È PER QUELLI CHE “NON STA SUCCEDENDO NIENTE”
Postato il Mercoledì, 30 settembre @ 23:10:00 BST di davide

DI MICHAEL SNYDER

theeconomiccollapseblog.com

C’è molta gente in giro che si aspettava succedesse qualcosa di grosso a settembre che, alla fine, non è successa; sono state tirate in ballo le teorie più pazze e, la maggior parte di queste, senza alcun fondamento nella realtà. Eppure, senza dubbio, sono comunque accadute delle cose molto importanti a settembre, come avevo preannunciato in tempi non sospetti stiamo assistendo al più importante collasso finanziario globale dalla fine del 2008 e tutte le più importanti borse mondiali stanno implodendo contemporaneamente.

Al momento, la quantità di ricchezza bruciata nel processo supera i 5 trilioni di dollari. Oltre ai mercati azionari stanno collassando anche i junk bonds e, usando le parole di Bank of America “è un disastro al rallentatore che sembra accelerare”. Per via del crollo dei prezzi delle commodity molte delle più importanti firme che ne trattano gli scambi sono adesso sull’orlo del baratro. Ho scritto ieri a proposito della spirale mortale in cui è entrata Glencore; martedì, il prezzo per azione della più grande firma asiatica che tratta commodity, la Noble Group, è precipitato come una sasso in caduta libera e un altro gigante del settore, Trafigura, sembra essere in uno stato ancora peggiore sia di Glencore che del Noble Group. La bancarotta di uno qualsiasi di questi gruppi potrebbe tranquillamente essere considerato un evento più rilevante del fallimento di Lehman Brothers nel 2008. Per tutte queste ragioni, onestamente, non riesco proprio a comprendere tutti quelli che ripetono “Non sta succedendo niente”. Occorre essere ignoranti ad un livello inimmaginabile per continuare a sostenere che oggi “Non sta succedendo niente” nel settore finanziario.

Negli ultimi 60 giorni abbiamo visto succedere diverse cose che non si erano mai verificate prima.

Per esempio, sapevate che lunedì 24 agosto avete assistito al più grande crollo del mercato azionario in una singola giornata dell’intera storia degli Stati Uniti?

Durante quel giorno, il Dow Jones Industrial Average è precipitato da un picco di 16,459.75 punti ad un minimo di 15,370.33 prima di riprendersi significativamente. Questa singolo movimento di ben 1,089 punti è stato il più grande ad essersi mai verificato negli USA.

In totale il Dow Jones ha perso 588.40 punti quel giorno, se si aggiungono a quella somma i 530.94 punti persi il venerdì precedente ottieni un calo totale di 1119.34 punti in due giorni di scambi consecutivi. Non era mai successo che il Dow perdesse più di 500 punti in un simile intervallo di tempo. Se un crollo del genere si fosse verificato in un unico giorno sarebbe stato di gran lunga il più grande tracollo della borsa americana a memoria d’uomo e adesso tutti andrebbero in giro dicendo che lo scrittore Jonathan Cahn ha avuto ancora una volta ragione.

Ma il fatto che questo crollo mastodontico si sia verificato invece nell’arco di due giorni rende in qualche modo le cose differenti?

Mi state prendendo in giro?

Su gente, usiamo un po’ di buon senso. Stiamo già osservando il più grande declino dei mercati azionari da 7 anni a questa parte e, dopo una breve pausa, gli eventi hanno cominciato ad accelerare ancora una volta. La notte scorsa, la borsa di Hong Kong era giù di 629 punti, quella giapponese di 714; negli USA il Nasdaq ha avuto una sfilza di giorni negativi e la “death cross” che si è formata sui grafici ha reso molti investitori estremamente nervosi…

“Lunedì il Nasdaq Composite ha spaventato gli investitori dopo la comparsa di una death cross, uno schema nei grafici che mostra un declino nel breve termine ed è spesso anticipatore di future perdite.

Una death cross si forma quando la media mobile del breve termine di una security o di un indice sfora al di sotto del trend di lungo termine, in questo caso la media mobile dei 50 giorni è andata al di sotto di quella dei 200 giorni.

Nell’ultimo mese questo tipo di schema si era già verificato nell’S&P 500, nel Dow Jones e nel Russell 2000 (l’indice che misura l’andamento delle società a bassa capitalizzazione NdT) ma il Nasdaq era riuscito ad evitare la death cross, almeno fino a questo lunedì.”

Quello che abbiamo visto a settembre non è stata “la fine” proprio di un bel niente.

Anzi, è soltanto l’inizio.

E se ascoltate attentamente, alcuni dei più grandi nomi di Wall Street stanno lanciando dei funesti segnali d’allarme riguardo quello che sta per arrivare. Per esempio consideriamo quanto affermato da Carl Icahn…

“Pericolo in arrivo” è questo il messaggio lanciato da Carl Icahn in un video di martedì.

L’attivista afferma che il prolungato regime di rate basse ha causato delle bolle nel settore dell’arte, nel mercato immobiliare e nei junk bond con conseguenze potenziali drammatiche.

“È come dare a qualcuno una medicina e continuare a dargliela e ridargliela senza che si sappia davvero quali siano i suoi effetti, non si ha idea di quanto possa andare peggio. Quello che sappiamo è che quando l’abbiamo fatto pochi anni fa ha causato una catastrofe, il 2008. Fino a che punto siamo disposti a spingerci?>

Perfino gente come Jim Cramer comincia a farsela sotto. Recentemente ha detto al suo pubblico: “Abbiamo in corso un bear market (trend ribassista del mercato NdT) di prima classe!

Jim Cramer, l’ex manager di hedge fund e conduttore dello show di CNBC Mad Money, è stato molto esplicito in onda ripetendo che non gli piacciono affatto gli attuali mercati e, la scorsa settimana, ha affermato: “Abbiamo in corso un bear market di prima classe!”. Allo stesso modo Gary Kaltbaum, presidente della Kaltbaum Capital Management, ha rilasciato delle note ai clienti e a questo giornale per settimane, affermando che i mediocri prezzi delle azioni nei mercati e in alcuni settori di peso come il comparto energetico e il settore del biotech, recentemente colpito molto duramente, hanno tutte le caratteristiche di un bear market. Nel weekend Kaltbaum ha detto: “Restiamo in un bear market globale per le borse”.

Come ho avvertito ripetutamente ci saranno continui su e giù. Il mercato azionario non affonderà ogni singolo giorno anzi, in alcune occasioni, subirà delle impennate impressionanti.

Eppure, senza ombra di dubbio, siamo entrati in quel periodo storico su cui ho messo a lungo in guardia. Il sistema finanziario globale sta cominciando adesso a sgretolarsi e qualsiasi notizia negativa accelererà probabilmente le cose.

Per esempio il collasso totale di Deutsche Bank, Petrobas, Glencore, il Noble Group, Trafigura o di qualsiasi altra rilevante istituzione finanziaria che sto tenendo sott’occhio in questo momento potrebbe creare il panico di massa nei mercati mondiali.

A questo si potrebbe aggiungere l’eventualità di un disastro naturale inaspettato che colpisca uno qualsiasi dei più importanti centri finanziari globali o di un attacco terroristico di grandi proporzioni in occidente… si tratta soltanto di alcuni esempi di possibili eventi che potrebbero velocizzare questo processo.

Il nostro mondo diventa sempre più instabile e tutti dobbiamo imparare ad aspettarci l’imprevedibile.

Il periodo di relativa pace e sicurezza che tutti abbiamo goduto così a lungo sta giungendo al termine e adesso il caos regnerà per un bel pezzo.

Perciò preparatevi adesso che ancora potete, perché rimane davvero poco tempo per farlo…



Michael Snyder

Fonte: http://theeconomiccollapseblog.com

Link: http://theeconomiccollapseblog.com/archives/this-is-for-the-nothing-is-happening-crowd

29.09.2015

Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di DOSTOJEVSKIJ

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 09:21

alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:
alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:Siete pronti?....

Il sistema crollerà per via della boiata più grande che si potesse concepire in economia finanziaria.... il "derivato"....


Secondo te quanto tempo ci rimane?


Guarda è pressoché impossibile allo stato attuale fare previsioni in un contesto così dinamico come quello attuale.

L'unica cosa che possiamo fare è monitorare l'andamento dei mercati e soprattutto i costi di oro e di materie prime anche se purtroppo ormai anche questo tipo di mercati sono soggetti a speculazioni che esulano dall'economia reale...

Molto dipenderà dall'andamento delle grandi sfide geopolitiche nelle quali sono coinvolti gli USA, dall'approvazione del TTIP alla ridefinizione dello scacchiere medioorientale


Scusa se insisto, capisco che non hai la sfera di cristallo, ma a tua sensazione, si parla di mesi, di semestri o di anni?


Se certe condizioni dovessero venire a precipitare i tempi potrebbero essere anche molto brevi. Stando così le cose, ovvero se il quadro geopolitico ed economico internazionale dovesse rimanere in equilibrio, parliamo sicuramente di anni.

Ma stiamo camminando davvero su un filo...

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 10:05

Atlanticus81 ha scritto:Se certe condizioni dovessero venire a precipitare i tempi potrebbero essere anche molto brevi. Stando così le cose, ovvero se il quadro geopolitico ed economico internazionale dovesse rimanere in equilibrio, parliamo sicuramente di anni.

Ma stiamo camminando davvero su un filo...


Ok, grazie. [:D]

Detto questo, con queste prospettive, ne deduco che ogni tipo di risparmio/investimento in strumenti finanziari/monetari è un suicidio.

Anzi, a dirla tutta ne beneficeranno soprattutto quelli indebitati.

Mi sbaglio?

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 10:11

alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:Se certe condizioni dovessero venire a precipitare i tempi potrebbero essere anche molto brevi. Stando così le cose, ovvero se il quadro geopolitico ed economico internazionale dovesse rimanere in equilibrio, parliamo sicuramente di anni.

Ma stiamo camminando davvero su un filo...


Ok, grazie. [:D]

Detto questo, con queste prospettive, ne deduco che ogni tipo di risparmio/investimento in strumenti finanziari/monetari è un suicidio.


Nel medio periodo sì, sento di potertelo confermare, e anche nel lungo a meno di non investire in coloro che saranno i nuovi "padroni" del mondo, ma devi avere la forza di sostenere un investimento nel lunghissimo periodo .. ormai è tutto mercato speculativo che si esaurisce nel breve.

Non concordo con la tua conclusione. A beneficiarne non saranno gli indebitati. Saranno invece gli speculatori e il grande capitale ... i "Wolf of Wall Street" o della "City" londinese come Blackrock e i titolari dei grandi capitali, degli ENORMI capitali che gestiscono che veicolano per realizzare sistemi speculativi.

Perché, anche se non sembra, ogni singolo dollaro delle casse di hedge fund e private equity ha un nome e cognome di chi l'ha versato.

[;)]

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 10:23

Atlanticus81 ha scritto:Non concordo con la tua conclusione. A beneficiarne non saranno gli indebitati. Saranno invece gli speculatori e il grande capitale ... i "Wolf of Wall Street" o della "City" londinese come Blackrock e i titolari dei grandi capitali, degli ENORMI capitali che gestiscono che veicolano per realizzare sistemi speculativi.


Si scusa, la mia considerazione era relativa alle sole persone normali, quelli che tengono famiglia insomma, anche se ovviamente bisogna capire di che proporzioni sarà il crollo. Più sarà ampio, globale e devastante e meno possibilità ci saranno da parte dei creditori di reclamare i crediti. [:p]

Re: Collasso Economico Globale

01/10/2015, 11:27

alcar ha scritto:
Atlanticus81 ha scritto:Non concordo con la tua conclusione. A beneficiarne non saranno gli indebitati. Saranno invece gli speculatori e il grande capitale ... i "Wolf of Wall Street" o della "City" londinese come Blackrock e i titolari dei grandi capitali, degli ENORMI capitali che gestiscono che veicolano per realizzare sistemi speculativi.


Si scusa, la mia considerazione era relativa alle sole persone normali, quelli che tengono famiglia insomma, anche se ovviamente bisogna capire di che proporzioni sarà il crollo. Più sarà ampio, globale e devastante e meno possibilità ci saranno da parte dei creditori di reclamare i crediti. [:p]


... e meno possibilità ci saranno da parte dei creditori di reclamare i crediti più il collasso sarà ampio, globale e devastante...

[:305]

Re: Collasso Economico Globale

06/10/2015, 01:34

Air France taglia 2.900 posti, l’ira dei dipendenti: il capo delle risorse umane fugge dai cancelli a torso nudo


Il direttore delle risorse umane di Air France Xavier Broseta costretto alla fuga dai dipendenti (Afp)Il direttore delle risorse umane di Air France Xavier Broseta costretto alla fuga dai dipendenti (Afp)

La direzione di Air France ha confermato questa mattina nel comitato centrale di impresa che il piano di ristrutturazione mette a rischio 2.900 posti di lavoro, principalmente tra il personale di terra. Una cifra simile a quella annunciata venerdì in cda e riportata dai sindacati. La notizia ha scatenato l’ira di un gruppo di dipendenti e costretto alla fuga un alto dirigente del gruppo.

Manager scappa da dipendenti a torso nudo
Centinaia di dipendenti infuriati hanno preso d’assalto la sede di Air France urlando slogan contro i dirigenti e interrompendo la riunione del comitato centrale. Il capo delle Risorse umane, Xavier Broseta, si è visto costretto a scappare a torso nudo, con la camicia strappata. Secondo il sindacato Cgt citato dal Figaro, l’uomo - le cui foto a torso nudo impazzano sul web - ha dovuto scalare «delle barriere per salvarsi». L’amministratore delegato di Air France Frédéric Gagey aveva abbandonato la riunione poco prima della brusca interruzione.
foto

La protesta dei dipendenti Air France contro il piano di 2.900 esuberi

Immediata la reazione della compagnia, che ha annunciato un’azione legale contro quella che ha definito «una violenza aggravata» ai danni dei suoi manager. «Una violenza - ha dichiarato il portavoce di Air France-Klm - perpetrata da individui isolati e particolarmente violenti mentre la protesta del personale in sciopero stava procedendo con calma».

La messa in opera di questo piano “alternativo” al progetto di sviluppo “Perform 2020” interessa, nel dettaglio, 300 piloti, 900 assistenti di volo e 1.700 rappresentanti del personale di terra. Prevede inoltre di ridurre la flotta di aerei a lungo raggio di 14 vettori e di cancellare i nuovi ordini per i Boeing 787 Dreamliner (la compagnia ha ordinato 19 aerei 787-9 e sei 787-10).

Air France-Klm sta cercando di ridurre i costi per far fronte all’aggressiva concorrenza da un lato delle compagnie low cost e dall’altro dalle linee aeree a lungo raggio mediorientali. Il piano sta però incontrando forti resistenze da parte del sindacato.


http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=ACs6VBAB

Re: Collasso Economico Globale

07/10/2015, 01:03

È la Francia (e non l'Italia) il vero malato d'Europa. Ecco i motivi che spiegano perché
Enorme spesa pubblica, tasse troppo alte, deficit cronico, riforme al palo: siamo sicuri che Parigi sia così più competitiva di Roma?

Francia malato d'Europa / Tutti i record negativi del vorace fisco transalpino

Troppe tasse in Italia? Vero, ma in Francia la situazione è decisamente peggiore. La collezione dei record negativi transalpini è impressionante, e dà una prima intuitiva chiave di lettura sulla rivoluzione politica targata Marine Le Pen. La pressione fiscale generale transalpina rispetto al Pil tocca quota 44,7%: in tutta Europa solo la Danimarca riesce a fare peggio. Come ha spiegato Marco Moussanet sulle colonne del Sole 24 Ore, poi, il “cuneo fiscale” transalpino - cioè le tasse che pesano sul costo del lavoro - è da Guinness: su ogni 100 euro ricevuti dal dipendente, il datore in Francia ne deve sborsare 235, con l'Italia che si ferma a quota 200, battendo la Germania (210); la media Ue è 187, con Spagna (176) e Gran Bretagna (154) che fanno meglio.

Anche riguardo alla data della “liberazione fiscale”, cioè quando si inizia a lavorare per se stessi e non per pagare le tasse, la Francia vive un autentico incubo: i transalpini finiscono di “nutrire” il Moloch impositivo solo il 29 luglio, contro il 10 luglio della Germania, il 2 luglio dell'Italia, il 9 maggio della Gran Bretagna. Ah, c'è pure una patrimoniale. Ma a cosa servono tutte queste tasse? Servono a mantenere un esercito che è il quadruplo di quello napoleonico. Ma non è fatto di militari, almeno non solo. Vediamo.

Perché la Francia è così sommersa dalle tasse? Semplice: perché ha una spesa pubblica formato kolossal, anche rispetto ai poco invidiabili livelli italiani. Nel 2014 ha toccato il 57,2% del Pil, contro il 51,1% dell'Italia e il 49,3% della Grecia, senza contare il 44,4% della Gran Bretagna, il 43,9% della Germania e il 43,6% della Spagna.

Eh sì, perché Parigi ha da pagare stipendi a un esercito di funzionari pubblici ben più potente di quello di Napoleone, visto che si ritrova con oltre 36mila comuni, più di 15mila organismi intercomunali, e poi Regioni, Province, Città metropolitane e altre frattaglie amministrative sparse. Fatti due conti, c'è da far impallidire la Grande Armée: la Francia sta sfiorando i due milioni di dipendenti pubblici, ossai il quadruplo dell'esercito di Napoleone.

Il bello è che l'aristocratica Grande Armée degli impiegati statali e parastatali continua ad aumentare, in barba a ogni parvenza di austerity: negli ultimi sei anni, quelli della crisi, il numero degli iperprotetti e non licenziabili travet transalpini è balzato in alto di qualcosa come 100mila unità. Indispensabili per la macchina amministrativa francese? Probabilmente più per assicurare pace sociale (e magari voti). Ma come, e la spending review? Quella viene lasciata con gallica nonchalance ai Paesi mediterranei. Il risultato è uno dei peggiori deficit dell'Eurozona.

Mentre l'Italia - con il suo debito pubblico monstre da gestire - da vent'anni ha un saldo primario positivo (si tratta della differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi sul debito), la Francia procede allegramente in deficit. Il nostro Paese nel 2013 segnava un rapporto bilancio pubblico-Pil in attivo del 2%, mentre la Francia era in deficit dell'1,9%.

Inevitabile quindi l'aumento continuo del debito francese, che nel secondo trimestre di quest'anno è cresciuto al 97,6% del Pil contro il 97,4% dei tre mesi precedenti e il 95,4% del secondo trimestre 2014. Il debito pubblico si attesta ora a 2.105,4 miliardi di euro, in crescita di 16 miliardi rispetto a tre mesi prima. E' proprio questo che preoccupa Moody's, che qualche settimana fa ha inferto l'ennesimo downgrade a Parigi, da Aa1 ad Aa2.

Le ragioni del declassamento? «La continua debolezza nell'outlook di crescita di medio termine del Paese – spiega l'agenzia di rating - che continuerà fino alla fine del decennio» nonché «le sfide che la bassa crescita, insieme ai vincoli politici e istituzionali, pongono alla riduzione dell'elevato debito del Paese». Il generale napoleonico Pierre Cambronne avrebbe sintetizzato la situazione con la stessa parola usata al momento della resa sul campo di battaglia di Waterloo: «Merde».




http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... &nmll=2707

Re: Collasso Economico Globale

19/10/2015, 18:07

non accenna a interrompersi la frenata del Pil della Cina che, nel terzo trimestre di quest’anno, segna un altro calo e si attesta a quota +6.9%.
Cina: Pil in caduta libera
numeri che in Europa non siamo ormai più nemmeno in grado di pensare. Ma per la Cina la questione è invece molto preoccupante. Il prodotto interno lordo di Pechino sta infatti calando in maniera continuativa, in una spirale verso il basso lenta ma – si teme – inarrestabile. Dai massimi del quarto trimestre 2013 (+7.7%), la tendenza è stata sempre verso il ribasso: +7.4 nel primo trimestre 2014, poi la ripresina a +7.5%, di nuovo il calo a 7.3%, stabilizzato a fine 2014 per calare di nuovo a +7% nei primi due trimestri di quest’anno. Adesso è arrivata anche la discesa sotto la soglia psicologica del 7%.

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Re: Collasso Economico Globale

25/10/2015, 08:40

Un Grande Disastro Finanziario si abbatterà sul pianeta

Il guru: conseguenza bolla derivati da $1,5 quadrilioni. Banche moriranno. L'asset che vi potrà salvare.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... aneta.aspx

ROMA (WSI) - Si chiama Egon von Greyerz, è fondatore e managing partner della società svizzera Matterhorn Asset Managment. Noto soprattutto per aver previsto il QE e le forti perdite sofferte dalla Swiss National Bank, ora il guru fa un'altra previsione, da vera e propria apocalisse finanziaria. Riferendosi alla bomba di derivati mondiale, che avrebbe un valore di ben $1,5 quadrilioni di dollari, parla del Grande Disastro Finanziario che si abbatterà sul pianeta.

Von Greyerz inizia facendo riferimento all'ultima 'gaffe' tedesca, quella del colosso bancario Deutsche Bank, che nelle ultime ore ha ammesso di aver trasferito per errore una somma di $6 miliardi a un cliente.

"Come è possibile che un dipendente junior di una banca talmente importante paghi la somma incredibile di $6 miliardi senza che vi sia nessun tipo di controllo? Questo è un mondo che è impazzito. I governi stampano trilioni, le banche emettono derivati che valgono quadrilioni ed effettuano transazioni del valore di centinaia di miliardi ogni settimana. Gli zero non significano più nulla e non hanno valore. Tutto ciò è diventato routine per le persone che gestiscono tali somme e nessuno ha idea riguardo al rischio o all'esposizione reale".

"Andate indietro con la memoria al 1995, quando Barings Bank collassò a Londra dopo una perdita di 827 milioni di sterline (l'equivalente attuale di $1,3 miliardi). La caduta di Baring fece crollare quasi tutte le banche di Londra. Venti anni più tardi, la stampa di moneta e la creazione del credito hanno dato vita a un sistema finanziario al di fuori di ogni controllo, che ha fatto ricorso in modo pesante a un leverage eccessivo e che è disperatamente sottocapitalizzato".

"Prendete come esempio Deutsche Bank. L'esposizione verso i derivati, ufficialmente, è di $75 trilioni. Ma la vera cifra è probabilmente superiore ai $100 trilioni. Noi facciamo finta che sia di $75 trilioni. Ora, il capitale di DB è di $83 miliardi. Ciò significa che basta una perdita dello 0,1% sull'esposizione lorda verso i derivati a far crollare la banca (...) DB è anche troppo grande per la Germania. I suoi derivati sono 24 volte il Pil tedesco e hanno lo stesso valore del Pil globale. Chiaramante si tratta di una banca troppo grande da salvare, troppo grande per il paese e il mondo intero! Ma la Bundesbank e la BCE tenteranno di salvarla e dunque creeranno una nuova iperinflazionistica Repubblica di Weimar, per la Germania".

"E' molto probabile che l'esposizione totale verso i derivati di almeno $1,5 quadrilioni non si tradurrà in un'altra crisi finanziaria ma in un Grande Disastro Finanziario. Le bolle in tutti i mercati degli asset, che governi e banche centrali hanno creato negli ultimi 25 anni, devono implodere prima che si possa tornare a una crescita reale del mondo. Ma le banche centrali non molleranno. Stamperanno più moneta al di là di quanto ritenuto possibile. Tuttavia, risolvere un problema con lo stesso metodo che lo ha creato scatenerà ovviamente una bolla più grande e un collasso più importante, dando vita a una iperinflazione temporanea, prima che si presenti una deflazione depressionaria. Tristemente, considero la probabilità di questo scenario molto elevata. Dunque, preservare la propria ricchezza è cruciale. L'oro fisico (e un po' di argento) sono la migliore protezione sia contro l'iperinflazione che la deflazione. Ricordate che con l'implosione deflazionistica, nessun prestito verrà ripagato e il sistema bancario non sopravviverà. E allora, l'oro sarà la moneta che è da 5.000 anni".
(Lna)

Fonte: 1.5 Quadrillion Derivatives Bomb And The Great Financial Disaster
http://kingworldnews.com/1-5-quadrillio ... -disaster/
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