Immigrazione, la Francia smentisce:
"Mai ipotizzato stop a Schengen".
"Le autorità francesi hanno chiarito alla Commissione europea di non avere alcuna intenzione di introdurre controlli alle frontiere interne" o "di avere mai ipotizzato una sospensione degli accordi" di Schengen.
Un trattato di Schengen più forte, o almeno non così "zoppicante" com'è adesso: è quello che sembra avere in mente la Francia, che punta però anche alla possibilità di sospendere il trattato stesso nel caso di "defaillance sistematica a una frontiera esterna", proprio come nel caso dei tunisini che sbarcano a Lampedusa, ha fatto trapelare oggi l'Eliseo. Nel vertice bilaterale Italia-Francia di martedì a Roma, hanno riferito a Parigi, si parlerà molto delle recenti "divergenze" fra i due paesi, così da "voltare pagina" e tornare alla "fraternità" fra Roma e Parigi dopo le polemiche su immigrazione, intervento in Libia e scalate francesi alle imprese italiane. Ma è ancora sull'immigrazione che dopo le notizie filtrate dall'Eliseo le posizioni rischiano di rimanere lontane. Lo stop a Schengen non è una prospettiva 'potabile' per Roma, soprattutto alle condizioni indicate da Parigi. E subito dopo i lanci delle agenzie che riportano le intenzioni francesi, si innesca una girandola di contatti tra Roma, Parigi e Bruxelles. Ci sarebbe stata, secondo quanto si apprende, anche una telefonata tra Eliseo e Palazzo Chigi nell'ambito dei contatti per preparare il vertice di martedì, durante la quale i francesi avrebbero spiegato agli italiani il senso reale della loro proposta. Senso esplicitato poi in un'altra telefonata partita da Parigi per Bruxelles: "Le autorità francesi - ha fatto sapere in serata Michele Cercone, portavoce della Commissaria agli affari interni Cecilia Malmstrom - hanno chiarito di non avere alcuna intenzione di introdurre controlli alle frontiere interne" o "di avere mai ipotizzato una sospensione degli accordi" di Schengen". Ma hanno spiegato di voler aprire con le autorità italiane "una discussione sui termini della riforma della governance di Schengen così come prevista nel documento che la Commissione europea presenter il 4 maggio". Al punto numero 1 dell'agenda di martedì, era emerso in un colloquio con una fonte molto vicina al presidente Nicolas Sarkozy, c'è infatti proprio il tema dell'immigrazione e di quel trattato di Schengen la cui governance - per Parigi - è "zoppicante": "Ci sembra che si debba riflettere a un meccanismo che permetta, quando c'è una defaillance sistematica a una frontiera esterna dell'Ue, di intervenire, prevedendo una sospensione provvisoria, fin quando il problema non venga risolto". Una clausola di sospensione per motivi di ordine pubblico già esiste ed è stata più volte invocata per innalzare di nuovo le frontiere interne, ad esempio nel timore di manifestazioni transnazionali in occasione di grandi vertici come il G8. Parigi, secondo quanto aveva fatto trapelare l'Eliseo, vuole parlare con l'Italia di una nuova clausola nel caso di ondate di immigrazione come quella che ha investito Lampedusa. Il tutto nell'ambito di una "iniziativa comune" che Parigi ha in animo di presentare a Bruxelles anche con l'Italia e che prevederebbe il "rafforzamento di Frontex", l'agenzia europea di sorveglianza alle frontiere e "la precisazione del principio dell'asilo". Altro tema spinoso fra Roma e Parigi, l'intervento in Libia: "All'inizio i nostri governi erano su posizioni diverse - ha sottolineato l'Eliseo - oggi c'è un ampio accordo. Roma e Parigi riconoscono il Cnt e l'esigenza di fornire strumenti ai ribelli per proteggere la popolazione. E giudicano entrambe indispensabile l'uscita di scena di Gheddafi". Inoltre, a Roma si approverà - ha fatto sapere ancora l'Eliseo - il principio che lo scongelamento dei beni libici all'estero si farà a vantaggio del Cnt. Quanto alle armi ai ribelli, Parigi "esclude di fornirle" ma non giudica "illegale" farlo in base alla risoluzione Onu 1973. Da gettare dietro le spalle, secondo l'Eliseo, anche le polemiche sulle scalate francesi a imprese italiane, dal momento che si tratta più di un problema di "visibilità" - viste le dimensioni enormi di alcuni gruppi francesi con ambizioni internazionali rispetto a quelle "medie" delle imprese italiane - che non di squilibrio di investimenti. Insomma, alla vigilia del delicato summit bilaterale, l'Eliseo non nega né minimizza le numerose "divergenze" sorte negli ultimi tempi fra i due governi, ma sostiene che l'incontro - al quale parteciperanno anche il primo ministro Francois Fillon, il ministro degli Esteri Alain Juppè, quello dell'Interno Claude Gueant e la responsabile dell'Economia, Christine Lagarde - giunga proprio "al momento giusto": "Vogliamo fare il punto e andare avanti insieme, voltando pagina, ritrovare la fraternità e un nuovo slancio".
Venerdì 22 aprile 2011 21.57
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/220811