la strage non ha termine
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"TORTORE MORTE
È di nuovo una strage, ma le fanno sparire
Ripulitura autorizzata dall’Ausl: «Il fenomeno è già stato indagato, cause note, effetti non dannosi»
FAENZA. «Non è una strage minore rispetto allo scorso anno, forse è solo meno evidente perchè le carcasse vengono continuamente raccolte». Così il Wwf di Faenza ritorna sul fenomeno delle tortore morte.
I siti della morte. Vi sono luoghi dove la concentrazione di pennuti abbattuti dal morbo flagellante è superiore: intorno al distributore di benzina di via Granarolo, vicino al Class Hotel, nei giardinetti della stazione, sotto gli alberi del canale Naviglio, ma anche al parco Bucci e in altre aree verdi della città, specialmente sotto le piante dove gli uccelli vanno ad appollaiarsi durante la notte. Infatti la maggioranza resterebbe uccisa nel sonno. E al mattino è evidente il tappeto di cadaverini, molti dei quali visibilmente straziati da roditori o gatti.
Controlli di Ausl e Arpa. «Anche quest’anno – afferma Emanuele Tanesini, portavoce del sindaco – sono partiti i controlli di Arpa e Ausl, ma le motivazioni sarebbero le stesse del 2011. E’ un episodio poco piacevole che sistematicamente ritorna e con il quale probabilmente dovremo convivere in questo periodo».
Ma ci sono stranezze. Per il Wwf però continua ad essere strano che «la maggior parte dei decessi si verifichi nella zona della distilleria Tampieri, in modo raggruppato, mentre altrove, anche vicino a distillerie dove vi è abbondante presenza di cibo, si trovino solo carcasse isolate. Pare un fenomeno endemico, correlato ad un territorio e ad una causa specifica».
Rassicurazioni. Secondo il Comune questo sarebbe dovuto «alla grande quantità di tortore gravitanti più in quella zona, dove il cibo è maggiore. Così capita che la morìa sia più evidente che altrove». Lo spettacolo non è per niente bello e se anche esistono rassicurazioni da parte delle autorità competenti sull’innocuità per l’uomo e gli animali domestici, ci si chiede se ci può essere qualche rimedio oltre a quello di ripulire. Pare che per il momento la soluzione sia solo questa e che Faenza al problema della “puzza” più volte segnalata debba sommare quello delle tortore morte in gennaio. Due questioni finora senza alternative, ma innocue, quindi consolante.
Monitoraggio ed esami. L’Ausl riferisce che «anche quest’anno la situazione è costantemente monitorata. Gli esami di laboratorio riferiscono di quadri anatomo patologici sovrapponibili a quelli riscontrati un anno fa con modalità simili e in condizioni climatiche analoghe a quelle attuali».
E’ Tampieri che ripulisce. A ripulire ci pensa la ditta Tampieri sia nel perimetro interno all’opificio che nei dintorni. «Abbiamo impartito disposizioni – continua l’Ausl – affinchè ogni giorno siano raccolte le tortore e comunicato al servizio veterinario il numero di esemplari trovati morti dei quali viene prelevato un campione, prima dello smaltimento secondo i nostri protocolli».
La Forestale. Sull’ecatombe c’è l’attenzione del Corpo forestale dello Stato, più che altro in via precauzionale. «Ci siamo coordinati con le altre autorità – afferma il comandante Giampiero Andreatta -, ma il quadro dopo le prime analisi è apparso subito chiaro, riconducibile ai motivi dello scorso anno. D’altronde l’indagine svolta in modo approfondito nel 2011 ha accertato la problematica stabilendo le cause (concomitanza di fattori virali correlati alla specie, al clima e alla nutrizione), ha evidenziato che non vi sono responsabilità da parte di chicchessia e non c’è da preoccuparsi per gli effetti».
Francesco Donati"
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da corriere romagna
http://www.corriereromagna.it/faenza/20 ... no-sparire