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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 13:01 
Cita:
Siria, Macron: "Russia complice di Assad negli attacchi chimici"

https://tg24.sky.it/mondo/2018/04/15/si ... assad.html

Questo non ci stà con la testa.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 13:16 
armi di distrazione di massa



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 13:23 
[;)] .. capito l'amico? Per quello ci teneva così tanto ...


Immagine
La guerra è anche questo: testare le armi. E per la Francia, l’attacco in Siria è stato anche un modo per provare l’efficacia dei mezzi a disposizione delle sue forze armate.

Parigi, per colpire le basi siriane nei pressi di Homs, ha messo in campo un arsenale di tutto rispetto. Secondo le informazioni fornite dal governo, e riportate dai media francesi, le forze schierate erano composte da nove caccia, due aerei da ricognizione e cinque fregate di prima classe. Inoltre, per la prima volta dalla loro fabbricazione, la Difesa francese ha utilizzato i missili da crociera navale MdCN. Un arsenale molto importante che, nonostante il numero minimo di obiettivi, mostra come la Francia abbia voluto manifestare le sue capacità belliche. Uno scopo che Emmanuel Macron si era prefissato da subito, quando ha deciso di coinvolgere il suo Paese in questa operazione di bombardamento.
Il ruolo della Marina francese

Nel Mediterraneo orientale erano cinque le navi francesi che servivano a colpire gli obiettivi in territorio siriano. Parigi ha deciso di schierare tre nuovissime fregate Fremm, una fregata anti sottomarini, una fregata antiaerea . A queste, si deve aggiungere l’utilizzo di una nave cisterna. Una flotta importante che serviva anche come prova per verificare le capacità di schieramento e tattiche delle nuove imbarcazioni a disposizione della Marina francese.

Capacità che sono state testate soprattutto per i tipi di missili lanciati dalle navi. La marina francese ha lanciato 12 missili da crociera sul centinaio di missili piovuti nella notte sulla Siria da parte di tutta la coalizione. Un numero abbastanza ridotto, se si pensa che l’anno scorso la marina Usa lanciò 59 missili Tomahawk contro la base siriana di Shayrat. La base era ritenuta il punto di partenza per il presunto attacco chimico di Khan Shaykhun.

Ma tra questi 12 missili francesi, tre erano missili da crociera navale MdCN. Missili fondamentali nei programmi del ministero della Difesa francese, ma mai testati dalla Francia. Questi missili da crociera hanno una gittata da mille chilometri e una precisione dell’ordine del metro. Ma nessuno aveva mai messo in pratica, sul campo di battaglia, le specificità di queste armi. E per una forza armata, questo rappresenta sempre un handicap rispetto alle potenze rivali che invece hanno avuto modo di provarle.

Come riportato da Le Monde, questi missili, sviluppati dal gruppo francese Mbda, sono molto costosi. Secondo la legge finanziaria 2015, in cui è registrato l’ordine d’acquisto, ogni missile costa 2,86 milioni di euro. Il Tomahawk americano, per confrontarlo con qualcosa di simile, costa circa 1,5 milioni.

In questo modo, Macron non ha soltanto confermato l’investimento nell’industria bellica, ma ha anche mandato un segnale politico. Il messaggio è chiaro: anche la Francia rientra nel novero dei Paesi che possiede missili da crociera a lunga gittata imbarcati su navi da guerra. Un’arma strategica da non sottovalutare, specialmente in questa fase politica mondiale.
Il ruolo dell’aviazione

Per quanto riguarda lo schieramento aereo, lo Stato maggiore francese ha mobilitato cinque Rafale, quattro Mirage 2000-5 e due aerei di ricognizione Awacs. Tutti gli aerei messi a disposizione da Parigi sono decollati venerdì sera dalle basi in territorio francese. Come scritto su questa testata, i piani d’attacco della Francia avevano due alternative: o usare le basi in territorio francese o quelle vicino la Siria, e cioè in territorio giordano o emiratino. La Francia ha scelto la prima opzione, tanto che la flotta aerea è stata accompagnata da cinque aerei per il rifornimento in volo. I jet Rafale hanno sparato nove missili Scalp circa mezz’ora dopo che la flotta avesse sparato i suoi missili a lunga gittata. Anche loro avevano come obiettivo esclusivamente i centri di Homs: niente Damasco.

Per la Francia, più che un vero raid sembrava una prova di forza. Una sorta di test a fuoco vivo per comprendere le capacità missilistiche e tattiche di forze armate che si trovano sempre più coinvolte nei teatri di guerra. Prove che serviranno anche ad aiutare Macron in uno dei suoi tanti obiettivi: strappare quote di mercato bellico ai suoi competitor.

http://www.occhidellaguerra.it/raid-siria-francia/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 13:26 
[^] ... eh, già! [8D]


Immagine
Dietro a un intervento militare si celano sempre altri fronti paralleli, così è sempre stato in passato e così è oggi in Siria.
Le cose che non tornano

La rappresaglia contro l’utilizzo delle armi chimiche è infatti una motivazione che da sola non può reggere il peso di una mobilitazione militare, seppur limitata come è avvenuta adesso. Sia perché, come già testimoniato su questo portale, ancora non si sono prodotte prove ufficiali circa la colpevolezza del Governo siriano sull’utilizzo di armi chimiche a Duma. Sia perché le intenzioni americane, fino a qualche settimana fa, erano in netto contrasto con quanto fatto nella notte di venerdì.

Sono infatti passate troppo facilmente nel dimenticatoio generale le dichiarazioni di Donald Trump, datate 3 aprile 2018, in cui esprimeva il suo desiderio di lasciare una volta per tutte la Siria. “Voglio uscire dalla Siria, è arrivato il momento, è ora di investire i soldi nel nostro Paese”. Dichiarazioni che, come sempre scritto su questo portale, non erano andate per nulla a genio ai vertici del Pentagono e della Cia. La strana concomitanza di tempo tra la dichiarazione di Trump, il presunto attacco chimico a Duma e il conseguente re-interventismo americano farebbe pensare che qualche altro interesse si nasconda, dietro alla semplice difesa dei “diritti umani”.

Interessi militari? Forse. In effetti sarebbe difficile pensare a un Pentagono che accetti supinamente il nuovo ruolo che il Presidente avrebbe in serbo per le sue truppe. Non più gendarmi del mondo, ma semplici custodi dei confini nazionali.
Non solo interessi militari dietro ai missili angloamericani

C’è poi dell’altro in questa strana storia di coincidenze temporali. In aiuto ci viene l’autorevole Bloomberg che in un editoriale uscito in data 15 aprile spiega le dinamiche del prezzo del petrolio a seguito dell’attacco angloamericano in Siria. “Le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente hanno già aumentato i prezzi del petrolio e c’è ancora molto spazio per farli salire ancora”. Così comincia l’enigmatico editoriale del quotidiano finanziario americano. Ciò che si evince da queste prime righe e dai paragrafi successivi è che il lancio missilistico occidentale avrebbe provocato un rialzo del prezzo del petrolio.

Per Bloomberg però questo non sarebbe sufficiente, perché l’editorialista qualche riga più avanti suggerisce infatti agli Stati Uniti di prendere “serie azioni” anche contro gli alleati chiave della Siria, Russia e Iran, per continuare a far crescere il livello del prezzo dell’oro nero. Qualcuno potrebbe giustamente far notare che un innalzamento del prezzo del greggio favorirebbe proprio Russia e Iran, in quanto produttori ed esportatori di petrolio. Ci sono però delle sottigliezze da chiarire.
Il prezzo del petrolio occidentale è aumentato dopo l’attacco in Siria

Il petrolio non è uguale in tutto il mondo. O meglio in ogni zona estrattiva il greggio, oltre a portare un proprio nome specifico segue un andamento del prezzo che può discostarsi dalla media generale. Se l’andamento del prezzo è in generale positivo, è il petrolio del Brent ad aver registrato un netto aumento negli ultimi giorni. Lo testimonia Oilprice, il principale portale d’informazione al mondo sul mercato petrolifero, “la rapida escalation della situazione in Siria ha spinto i prezzi del greggio Brent a 72 dollari USA al barile”. Il Brent è il petrolio estratto nel mare del Nord, gestito prevalentemente dalla Shell Oil Company e dalla British Petroleum. Ora questo petrolio è a 72 $ contro i 68 $ del petrolio prodotto dai Paesi OPEC.

Un vantaggio economico cui si deve aggiungere il rinnovamento delle sanzioni occidentali a Iran e Russia che, de facto, mettono in pericolo oltre un quarto dei rispettivi mercati di esportazione petrolifera. Non si può dunque escludere che il Regno Unito abbia calibrato la sua vena interventista in Siria ben conoscendo anche le ricadute positive per l’oro nero della Corona.
La traballante tesi della difesa dei diritti umani

Così come non si può escludere che a Washington sappiano molto bene che nell’ottobre 2017 si è registrato il record delle esportazioni del petrolio americano, 1,7 milioni di barili al giorno. Una cifra che ridisegna la posizione statunitense sul mercato, non più semplice importatore, ma grande esportatore. E come ogni grande esportatore che si rispetti anche gli Stati Uniti ben accolgono un aumento del prezzo del petrolio, con un conseguente aumento dei profitti. Resta da capire se tutte queste ricadute positive sui mercati angloamericani siano una semplice conseguenza inaspettata dell’intervento militare in Siria oppure una delle cause scatenanti. Certo i curricula degli alleati fanno venire più di un dubbio circa la motivazione “dirittoumanista”.

http://www.occhidellaguerra.it/far-sali ... cco-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 13:38 
Comunque Trump ribadisce...

SIRIA, TRUMP RISPONDE A MACRON: LE NOSTRE TRUPPE PRESTO A CASA
https://www.google.it/amp/www.rainews.i ... 7badf.html

Ha dovuto far contenti i falchi... Certo, l'ultima volta che ha detto "truppe a casa" si è scatenato l'inferno, vedremo se anche stavolta...



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 16:47 
Mosca: non interferiremo sul lavoro della missione Opac in Siria
http://www.askanews.it/esteri/2018/04/1 ... 416_00145/

Emergerà la verità??


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 16:51 
gippo ha scritto:
Mosca: non interferiremo sul lavoro della missione Opac in Siria
http://www.askanews.it/esteri/2018/04/1 ... 416_00145/

Emergerà la verità??


ma su rainews ho sentito che invece i britannici
denunciano che i russi si oppongono a questa missione..

ormaisparano la qualunque..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 19:10 
Siria, Israele conferma: "Base T4 attaccata da noi"
http://www.repubblica.it/esteri/2018/04 ... 194035204/
Ci mancavano solo loro ...

mik.300 ha scritto:
ma su rainews ho sentito che invece i britannici
denunciano che i russi si oppongono a questa missione..
ormaisparano la qualunque..

Sembra che i russi si oppongano all'OPAC poichè non avrebbe le autorizzazioni dell'ONU

Speriamo si diano tutti una calmata poichè il post bombardamento è più caldo del bombardamento stesso


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 19:25 
Iran-Israele sarà la prossima (grande) guerra del Medioriente.
https://www.democratica.com/focus/caso- ... rra-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 19:35 
persia contro giudei, non finisce mai.


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 19:55 
[:291] ,,, così vedremo chi cancellerà ... (come disse Mahmoud Ahmadinejad, che aveva auspicato la «cancellazione» dello Stato ebraico dalla carta geografica) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 20:03 
speriamo che i persiani riescano a fare un piacere all'umanità.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 20:07 
[:302] ... Capirai! Hanno vinto contro 5 Stati nel '67! [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 21:48 
Max,come faranno a vincere?Lo sai chi possiede armi atomiche in zona....Sparano cannonate in risposta a lanci con la fionda,uccidono con il favore dei loro ministri civili disarmati:in caso di attacco diretto?Gli tirano l'atomica,stanne certo!


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 16/04/2018, 21:49 
Ufologo 555 ha scritto:
[;)] .. capito l'amico? Per quello ci teneva così tanto ...


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La guerra è anche questo: testare le armi. E per la Francia, l’attacco in Siria è stato anche un modo per provare l’efficacia dei mezzi a disposizione delle sue forze armate.

Parigi, per colpire le basi siriane nei pressi di Homs, ha messo in campo un arsenale di tutto rispetto. Secondo le informazioni fornite dal governo, e riportate dai media francesi, le forze schierate erano composte da nove caccia, due aerei da ricognizione e cinque fregate di prima classe. Inoltre, per la prima volta dalla loro fabbricazione, la Difesa francese ha utilizzato i missili da crociera navale MdCN. Un arsenale molto importante che, nonostante il numero minimo di obiettivi, mostra come la Francia abbia voluto manifestare le sue capacità belliche. Uno scopo che Emmanuel Macron si era prefissato da subito, quando ha deciso di coinvolgere il suo Paese in questa operazione di bombardamento.
Il ruolo della Marina francese

Nel Mediterraneo orientale erano cinque le navi francesi che servivano a colpire gli obiettivi in territorio siriano. Parigi ha deciso di schierare tre nuovissime fregate Fremm, una fregata anti sottomarini, una fregata antiaerea . A queste, si deve aggiungere l’utilizzo di una nave cisterna. Una flotta importante che serviva anche come prova per verificare le capacità di schieramento e tattiche delle nuove imbarcazioni a disposizione della Marina francese.

Capacità che sono state testate soprattutto per i tipi di missili lanciati dalle navi. La marina francese ha lanciato 12 missili da crociera sul centinaio di missili piovuti nella notte sulla Siria da parte di tutta la coalizione. Un numero abbastanza ridotto, se si pensa che l’anno scorso la marina Usa lanciò 59 missili Tomahawk contro la base siriana di Shayrat. La base era ritenuta il punto di partenza per il presunto attacco chimico di Khan Shaykhun.

Ma tra questi 12 missili francesi, tre erano missili da crociera navale MdCN. Missili fondamentali nei programmi del ministero della Difesa francese, ma mai testati dalla Francia. Questi missili da crociera hanno una gittata da mille chilometri e una precisione dell’ordine del metro. Ma nessuno aveva mai messo in pratica, sul campo di battaglia, le specificità di queste armi. E per una forza armata, questo rappresenta sempre un handicap rispetto alle potenze rivali che invece hanno avuto modo di provarle.

Come riportato da Le Monde, questi missili, sviluppati dal gruppo francese Mbda, sono molto costosi. Secondo la legge finanziaria 2015, in cui è registrato l’ordine d’acquisto, ogni missile costa 2,86 milioni di euro. Il Tomahawk americano, per confrontarlo con qualcosa di simile, costa circa 1,5 milioni.

In questo modo, Macron non ha soltanto confermato l’investimento nell’industria bellica, ma ha anche mandato un segnale politico. Il messaggio è chiaro: anche la Francia rientra nel novero dei Paesi che possiede missili da crociera a lunga gittata imbarcati su navi da guerra. Un’arma strategica da non sottovalutare, specialmente in questa fase politica mondiale.
Il ruolo dell’aviazione

Per quanto riguarda lo schieramento aereo, lo Stato maggiore francese ha mobilitato cinque Rafale, quattro Mirage 2000-5 e due aerei di ricognizione Awacs. Tutti gli aerei messi a disposizione da Parigi sono decollati venerdì sera dalle basi in territorio francese. Come scritto su questa testata, i piani d’attacco della Francia avevano due alternative: o usare le basi in territorio francese o quelle vicino la Siria, e cioè in territorio giordano o emiratino. La Francia ha scelto la prima opzione, tanto che la flotta aerea è stata accompagnata da cinque aerei per il rifornimento in volo. I jet Rafale hanno sparato nove missili Scalp circa mezz’ora dopo che la flotta avesse sparato i suoi missili a lunga gittata. Anche loro avevano come obiettivo esclusivamente i centri di Homs: niente Damasco.

Per la Francia, più che un vero raid sembrava una prova di forza. Una sorta di test a fuoco vivo per comprendere le capacità missilistiche e tattiche di forze armate che si trovano sempre più coinvolte nei teatri di guerra. Prove che serviranno anche ad aiutare Macron in uno dei suoi tanti obiettivi: strappare quote di mercato bellico ai suoi competitor.

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Secondo lo stato maggiore russo la francia non ha sparato alcun missile.


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