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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 19/03/2018, 20:38 
ancora con sta storia delle buche? siete proprio dei babbioni.



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:09 
... [:291]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 21/03/2018, 12:14, modificato 2 volte in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:11 
Napolitano e i raid in Libia Il silenzio del complice rosso

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Su pressione di Sarkozy spinse per l'intervento italiano insieme alla Francia. Un danno a Cavaliere e aziende

Roma - Ora che una parola sarebbe necessaria ancor più che gradita il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, tace. Eppure in questi mesi e in questi giorni lui, che dopodomani presiederà il nuovo Senato in quanto componente anziano, ha favellato dispensando suggerimenti al suo successore.

Ora che Nicolas Sarkozy è gardé à vue lui, che con l'Eliseo ebbe molto più di un abboccamento in quel tragico 2011, non lascia spirare nemmeno un fiato.

Eppure Giorgio Napolitano ebbe un ruolo preponderante nella decisione italiana di supportare la coalizione Nato che eliminò Muhammar Gheddafi sette anni fa facendo piombare l'intera Libia nel caos. Quella stessa Libia che finanziò la campagna presidenziale di Sarkozy. Sui social ieri molti chiedevano all'ex presidente di spiegare, di motivare o, per lo meno, di fornire un dettaglio. Tra questi Francesco Storace che su Twitter ha scritto: «Nessuno che chieda scusa per i bombardamenti in Libia. Tangenti e guerra contro la sovranità nazionale».

Nella biografia del Cavaliere scritta da Alan Friedman è lo stesso Berlusconi a evidenziare che Napolitano «continuava a insistere che dovessimo allinearci con gli altri in Europa», e che quindi la decisione era già presa, facendo pesare il suo ruolo di capo delle Forze armate. Interpretazione confermata al Giornale dall'ex presidente del Senato, Renato Schifani, che sottolineò come a marzo 2011, Napolitano convocò un vertice riservato durante l'intervallo del Nabucco all'Opera di Roma, in cui rappresentò l'ultimatum di Sarkozy sulla partecipazione all'intervento in Libia sotto l'egida della Nato. «L'Italia non può rimanere fuori», disse Napolitano secondo Schifani.

Nel 2016 il presidente Usa, Barack Obama, dichiarò di essersi pentito di quell'operazione cui lo spinsero tanto il segretario di Stato, Hillary Clinton, quanto gli alleati Sarkozy e Cameron (ex premier britannico). Sarkozy «voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aeree», affermò Obama.

Il riluttante Berlusconi, che aveva firmato un trattato di amicizia con la Libia con il quale si poneva un argine all'immigrazione clandestina, fu costretto a venir meno alla parola e a concedere le basi per i bombardamenti. Napolitano ancor oggi non spiega. Eppure la crisi libica rappresentò il secondo tassello decisivo per completare il puzzle della demolizione del Cavaliere. Il primo fu la scissione di Gianfranco Fini, «sponsorizzata» dal Quirinale per indebolire l'ampia maggioranza del Pdl. Il secondo fu l'utilizzo del ruolo di capo supremo delle Forze armate per costringere il presidente del Consiglio a cambiare, su pressione di Sarkozy, la politica estera sulla Libia danneggiando anche gli interessi delle aziende italiane lì impegnate. Il terzo e decisivo è noto: durante la speculazione anti-italiana sullo spread, l'allora capo dello Stato si accordò all'asse Sarkozy-Merkel per defenestrare il premier e insediare il governo Monti, cioè il «maresciallo Petain» targato Bruxelles. È notorio, infatti, che il Cav fosse restio ad assecondare i diktat di Berlino e di Parigi. Il silenzio di oggi, forse, vale più di tante parole.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 07373.html

Ha contribuito al colpo di Stato: PROCESSATO PER TRADIMENTO!



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:13 
[}:)] Ecco chi ci ha steso ...! [^]



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Berlusconi è un angioletto confronto a questo paraculo e assassino! (Ma ci sono voluti 10 ANNI!) [:292]
E NESSUNO FRANCESE SI SCANDALIZZA! (Non sono come noi che ci gettiamo m ...da addosso ..)


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DOVREMMO CHIEDERE CHIARIMENTI ANCHE AL "POLITBURO'": NAPOLITANO!



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:19 
Non ci si può passare sopra ...... [:(!]
(E l'ho scritto da allora ...) [:294]


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Nessuna dichiarazione è ancora arrivata dall'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo l'arresto di Nicolas Sarkozy. Eppure una parola di chiarimento, magari un mea culpa, sarebbe stato più che gradito, considerando i legami strettissimi che l'ex Capo dello Stato ha avuto con l'omologo francese durante la guerra in Libia del 2011, oltre alle responsabilità politiche e storiche dietro il coinvolgimento dell'Italia in quel tragico conflitto.

I fatti sono ormai pezzi di Storia nota, riportati nei dettagli sia nella biografia di Silvio Berlusconi scritta da Alan Friedman che dal racconto al Giornale dell'ex presidente del Senato, Renato Schifani. La pressione da parte di Napolitano sul premier dell'epoca, appunto Berlusconi, perché l'Italia concedesse il suo sostegno per abbattere il regime di Gheddaffi era diventata enorme. A marzo 2011, aveva raccontato Schifani, Napolitano convocò un vertice durante l'intervallo del Nabucco all'Opera di Roma: "L'Italia - disse davanti a Schifani, Gianni Letta e Berlusconi - non può restare fuori".

Leggi anche: Re Giorgio si mette a dare lezioni: cosa si è ridotto a dire a Mattarella

Eppure non è ancora troppo tardi per le scuse. Ci sono riusciti a distanza di anni anche l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, coinvolto in quella guerra sotto l'egida della Nato. Proprio l'ex presidente aveva rimarcato come Sarkozy "voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aree". L'Italia con la Libia aveva firmato un trattato amicizia, abbattuto Gheddaffi l'immigrazione clandestina ha raggiunto i livelli di emergenza che oggi tutti conosciamo.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... scusa.html

Caro bleffort & company, ecco chi rovina l'Italia!



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:33 
[i]questo sarkò è un manigoldo,
un LOSCO FIGURO,
un assassino seriale,
traditore filibustiere..
altro che milosevic..!!

per 5 merd.dosi milioni
ha scatenato tutto questo casino,

di fatto ha dato il là alle primavere arabe
con bombardamenti e supporto estero..
(senza la libia non c sarebbe stata la siria)

MENTRE ANCORA SI DISCUTEVA A ROMA,
mandò i suoi caccia a bombardare i carri armati libici
a protezione dei militanti mercenari dell'isis
(gli stessi che poi si sono trasferiti in siria),
così a freddo..
come i sicari,
vi ricordate no?

ergastolo..
perchè la pena capitale in francia
ahimè l'hanno abolita..

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Ultima modifica di mik.300 il 21/03/2018, 12:56, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:44 
Se il berlusca non fosse stato impedito da Napolitano e soci ........................! [:294]
(L'hanno incastrato con la scusa di appartenenza alla NATO! Ma quello sarebbe stato il momento di mandare aff ... tutti quanti!)
Ma poi, i compagnucci, cosa avrebbero fato? i girotondi! [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:51 
Ridi su 'sto sarkozy
Quel francese piccolo piccolo che ci ha portato solo danni

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E dire che a noi piaceva Nicolas Sarkozy quando andò all'Eliseo. Piaceva il suo gollismo del terzo millennio, il suo nazionalismo francese benché di origini ellenico-magiare, il suo piglio decisionista, un po' napoleonico anche nella statura e un po' mandrillo con le femmes. Lo invidiavamo alla Francia, ne avremmo voluto uno come lui in Italia, anziché un piazzista come Berlusca e un vuoto a perdere come Fini. E un po' gli invidiavamo Carla Bruni, la mitica Carlà, il suo corpo, la sua voce sensuale, quando non canta, le sue movenze seducenti, i suoi sguardi perfidi e allusivi, la sua magnifica veduta posteriore.

E dire che a noi infastidiva il colonnello Gheddafi, sua sbruffoneria e il suo dispotismo, il male che aveva fatto agli italiani, cacciati e derubati, e poi la sua ridicola divisa da generale delle guardie campestri e la sua guapperia con le donne, i sudditi, gli ambasciatori, trattati tutti come scimmie, datteri e cammelli. Persino Berlusconi che si credeva dio, fece al colonnello il baciamano e lo ospitò a Roma con tutti gli onori allestendogli una parata imperiale e una tenda da circo. E invece, alla resa dei conti, il malfattore infido è apparso Sarkozy e la vittima leale appare ora il povero Gheddafi...

http://www.iltempo.it/esteri/2018/03/21 ... i-1056861/

Ma l'orgoglio del popolo francese non permette loro di sputtanarlo per bene ... NON SONO COME NOI!



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 12:59 
sarà xchè loro c hanno guadagnato??

finchè non paghi pegno,
nessuno protesta, ovvio..

dopo il casino in aumento dei migranti,
risse, racket dell'immigrazione clandestina,
criminalità, ecc.
(da quando macron è diventato leghista
ha riguadagnato consenso popolare)
è saltata fuori questa indagine..
è un caso?



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 13:02 
... sì, anche ... Ma l'altra gente non sputtana mai i propri governati .... [:305]
I nostri, come vanno all'estero, fanno solo quello! [xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 16:34 
[8D]

Sarkozy e Gheddafi, la storia degli interessi francesi in Libia

Di certo un ex presidente messo in stato di fermo non è un qualcosa di usuale, pur tuttavia un Nicolas Sarkozy accusato per la gestione dei fondi durante la campagna elettorale del 2007, non è un fatto che ha sorpreso più di tanto sia l’opinione pubblica francese che quella internazionale; che l’ex inquilino dell’Eliseo avesse intrattenuto affari all’estero non tanto limpidi per il finanziamento di quella vittoriosa campagna elettorale, non è roba del tutto sconosciuta specie perché tale situazione è emersa durante la guerra in Libia, quando sia Gheddafi che molti uomini a lui vicini hanno esplicitamente affermato di aver pagato soldi a Sarkozy per quella competizione presidenziale. In quel 2007 il mondo, specie quello euro mediterraneo, appariva profondamente diverso: non era ancora scoppiata la crisi economica internazionale, il bipolarismo francese aveva prodotto un confronto tra l’Ump di Sarkozy e i socialisti capitanati da Segolene Royal, nell’altra sponda del Mediterraneo non sembrava esserci traccia di alcuna “primavera” e di alcuno stravolgimento; tra Tripoli e Parigi aveva inizio un dialogo commerciale e politico intenso, che non eviterà però pochi anni dopo il conflitto che ha tirato giù Muhammar Gheddafi.


Il rais nel 2004 era stato molto esplicito in un’intervista rilasciata al giornalista Giovanni Minoli: “All’estero c’è molta invidia per il rapporto privilegiato tra il mio paese e l’Italia”; in quell’anno del resto, Gheddafi aveva abolito la giornata della collera contro gli italiani, aveva permesso il rientro dei nostri connazionali espulsi nel 1970 e Roma era stata parte molto attiva per il reintegro della Libia nella comunità internazionale, a partire dalla fine delle sanzioni contro il paese africano. Una luna di miele che ha fruttato un giro economico importante per molte delle nostre aziende, soprattutto nel ramo delle risorse energetiche e della costruzione delle infrastrutture; un rapporto che, inevitabilmente per l’appunto, non ha potuto fare altro che attirare invidie da parte di altri paesi, in primis di una Francia interessata a mettere le mani sul mercato energetico libico, dove l’Italia ha sempre avuto una voce importante.

Nel 2007 per l’appunto, Sarkozy ha cercato di porre in essere le basi per importanti spallate alla presenza italiana in Libia; in primo luogo, incassa l’appoggio di Gheddafi il quale, secondo una rivelazione fatta dall’intermediario Ziad Takieddine, avrebbe donato al futuro presidente francese ed al suo staff almeno cinque milioni di Euro. Dopo l’elezione di Sarkozy dunque, tra Tripoli e Parigi “scoppia la pace” dopo anni di frizioni; come scrive Michela Mercuri nel suo ultimo articolo, tra i due governi sono stati sottoscritti accordi per almeno dieci miliardi di Dollari, con relazioni che hanno iniziato ad abbracciare il ramo militare, commerciale ed energetico. Un affare che ai due paesi ha fruttato parecchio inizialmente, ma che successivamente sotto il profilo politico ha forse segnato la fine per entrambi i protagonisti principali della faccenda: Gheddafi infatti, continuerà a vedere nell’Italia il paese con cui stringere gli accordi principali, Sarkozy reagisce bombardando la Libia ed è forse da lì che è iniziato il suo declino politico.
Il nome di Gheddafi vero “spauracchio” per la vita politica dell’ex presidente francese

Ha contribuito a farlo vincere, ha contribuito alla sua campagna elettorale, ma nonostante questo la parabola discendente del rapporto personale e politico tra Gheddafi e Sarkozy ha avuto un percorso tanto breve quanto fulmineo; forse non si sapranno mai i veri motivi che hanno portato alla decisione, da parte dell’ex presidente francese, di attuare i bombardamenti contro la Libia: dalla continuazione dei rapporti privilegiati con l’Italia, alla prospettiva di una nuova moneta pan africana per sostituire il Franco Cfa, fino all’attivismo libico nelle ex colonie francesi, lì dove Tripoli stava di fatto creando una propria sfera di influenza, quel che è certo però è che sarà proprio Sarkozy a spingere per l’intervento Nato non appena si è iniziato a parlare di “primavera araba” anche in Libia, trasformando l’inquilino dell’Eliseo da partner di Gheddafi a suo carnefice.

L’azione militare spinta dalla Francia, ha infatti contribuito nel breve volgere di pochi mesi a far avanzare gli islamisti e le milizie nemiche del colonnello, fino all’uccisione del rais avvenuta a Sirte nell’ottobre 2011; quello di Gheddafi, in poche parole, è per Sarkozy un nome che rappresenta un vero e proprio spauracchio, un nome che nel bene o nel male ritorna sempre nelle sorti politiche del presidente rimasto famoso più per il suo matrimonio con Carla Bruni che per le gesta del suo governo. Infatti, anche da morto l’ex rais continua a tagliare le gambe all’ultimo capo di Stato di centro – destra avuto dalla Francia: nel 2012 i francesi hanno bocciato l’operato di Sarkozy, il quale ha perso le elezioni contro il socialista Hollande e sul voto ha influito l’azione francese in Libia che, già all’epoca, stava iniziando a mostrare tutta la sua negatività; nel 2016, durante le primarie repubblicane, la rivelazione dei cinque milioni di Euro pagati da Gheddafi ha contribuito a far perdere anche quella competizione a Sarkozy; infine, oggi, lo stato di fermo contro l’ex capo di Stato che vede al centro dalle indagini il finanziamento della campagna elettorale del 2007.

Inquadrare il rapporto tra Sarkozy e Gheddafi è come dare il via a tutta una serie intricata di dualismi: croce – delizia, vittima – carnefice, nemico – alleato e così via; di certo, per Sarkozy, il nome dell’ex rais tornerà ancora per molto tempo a circolare nei meandri più nascosti della sua mente. Sullo sfondo, gli interessi “traditi” della Francia in Libia e l’impossibilità per i cugini d’oltralpe di mettere le mani sul tesoro coperto dalle sabbie del Sahara.

http://www.occhidellaguerra.it/sarkozy- ... esi-libia/



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MessaggioInviato: 21/03/2018, 16:53 
Ufologo 555 ha scritto:
[:293]


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Il prossimo 25 marzo dovrebbe entrare in vigore il Trattato di Caen, sottoscritto nel 2015 dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ed il suo omologo francese, con il quale diverse decine di miglia marittime passeranno alle acque territoriali francesi.

Secondo gli estremi del trattato, infatti, alcune porzioni di mare verranno sottratte al Mare di Sardegna e al Mar Ligure, per passare sotto la competenza economica della Francia, che gioverà di acque costiere in Corsica da 12 a 40 miglia, mentre la Zes (Zona Economica Speciale) in prossimità delle acque territoriali sarde, estenderà la competenza francese per le 200 miglia marittime in questione.

Il trattato è passato in sordina rispetto all’opinione pubblica nazionale, i cui risvolti sono potenzialmente economicamente molto dannosi per il nostro Paese. Si perde, infatti, un tratto di mare molto pescoso, che danneggerà notevolmente l’industria ittica delle zone italiane interessate, senza considerare il fatto che l’Italia rinuncia, per un cavillo, allo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi individuato al largo della Sardegna, e che dunque passerà in mano francese.

Per un Paese importatore netto di risorse minerarie, rinunciare ad un giacimento del genere non pare molto lungimirante. Si parla infatti di 1.400 miliardi di metri cubi di gas, nonché 420 milioni di barili di petrolio. Le dimensioni non sono impressionanti, è vero, ma non comunque trascurabili: azzardando un paragone con il giacimento Zohr, considerato il più grande del mondo, al largo delle coste egiziane, di cui Eni è proprietario per la quasi totalità, parliamo di un giacimento che è circa un decimo.

L’articolo 4 del Trattato di Caen, dunque, agevola lo Stato francese all’accesso al giacimento qualora le trivellazioni fossero effettuate in acque francesi, e con l’entrata in vigore di questo trattato ciò è particolarmente facilitato. A ciò, inoltre, si somma una sospetta azione da parte del governo italiano, che ha bloccato due anni fa la compagnia norvegese Statoil che aveva richiesto formalmente l’autorizzazione ad effettuare dei carotaggi del fondale. La gravità dell’azione, in senso meramente pratico, risiede anche nel fatto che non sembrano previste alcune royalties da corrispondere al governo italiano, visto lo sfruttamento di un giacimento completamente in acque italiane, ma che con le modifiche dei confini marittimi attuati, lascerebbero alla Francia l’assoluta libertà di azione, senza obblighi, lasciando all’Italia soltanto eventuali, sebbene marginali, danni ambientali.

Il tutto sembra condito da un alone di totale apatia che il governo italiano al momento sembra voler mantenere nei confronti di questo accordo: dal momento che non vi è stata ratifica formale via legge del trattato, la Francia ha attivato presso Bruxelles una procedura unilaterale di ratifica, che il 25 marzo, in caso di silenzio-assenso da parte italiana, conferirà de iure tali tratti di mare alla Francia.

L’unico a poter porre un freno a tale procedura è il presidente del Consiglio in pectore, lo stesso Paolo Gentiloni che ha sottoscritto il trattato; il quale, tuttavia, non sembra muoversi in tal senso.

La polemica e le preoccupazioni sono state sollevate dagli esponenti del centrodestra italiano, tra i quali Giorgia Meloni, Daniela Santanché e Roberto Calderoli, i quali hanno espresso il loro dissenso verso il trattato e hanno chiesto ufficialmente a Gentiloni di provvedere ad annullare l’accordo. In particolare, il senatore della Lega ha sostenuto quanto segue: “Non possiamo regalare alla Francia, sulla base di un trattato mai ratificato dal Parlamento italiano, un’importante porzione di acque territoriali in Liguria e Sardegna, tratti di mari ricchissimi di fauna ittica, fondamentali per la nostra pesca, e fondali marini ricchissimi di idrocarburi con giacimenti molto promettenti, capaci di fornire nel giro di pochi anni decine di miliardi di metri cubi di gas e centinaia di milioni di barili di petrolio. […] Gentiloni intervenga subito con Parigi, diversamente considereremo anche l’ipotesi di farlo rispondere del danno erariale causato all’Italia regalando alla Francia decine di miliardi tra fauna ittica e idrocarburi”.

http://www.occhidellaguerra.it/trattato ... a-francia/


Cita:
Mare ceduto, Francia fa dietrofront: ​"Non modifichiamo le frontiere"

La Francia costretta a (ri)modificare le cartine del Mar Mediterraneo dopo le polemiche sul mare ceduto al transalpini


http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 07763.html


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Sì, l'avevo sentito quersata mattina in radio ... Non era stato ancora ratificato in Parlamento ...(Meno male!) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/03/2018, 17:12 
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Lui rideva per Berlusconi, lei ... di lui! [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 22/03/2018, 19:55 
Bologna: laurea ad honorem a Soros per aver speculato 30mila miliardi ai danni dell’Italia


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Correva l’anno 1988 quando a George Soros, fondatore e consigliere del Quantum Group, Presidente del Soros Fund e dell’Open Society Foundations, venne chiesto di partecipare insieme ad un gruppo di investitori al piano di cambiamneto di gestione della banca francese Société Générale; Soros rifiutò e preferì agire individualmente sfruttando l’occasione.

Questa mossa gli costò una condanna per insider trading da parte del tribunale francese, che dopo vari ricorsi confermò nel 2006 la multa al magnate della finanza. Multa confermata anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, nonostante l’ennesimo tentativo di ricorso provato da Soros.

Ma all’interno dello SME (Sistema Monetario Europeo), ovvero l’antenato dell’euro, che Soros riesce a dare il meglio di sè: nel 1992 vendette allo scoperto 10 miliardi di dollari in sterline in un’operazione pronti contro termine; questa mossa, che costrinse il Regno Unito ad abbandonare il Sistema monetario europeo e che valse a Soros il soprannome di “L’uomo che sbancò la banca d’Inghilterra”, gli fruttò oltre 1 miliardo di dollari.

Quel giorno, che passò alla storia con il nome di “mercoledì nero”, costò al tesoro britannico 3,4 miliardi di sterline.

Sempre nel 1992, precisamente il 16 settembre, Soros effettuò la stessa identica operazione nei confronti della lira italiana.

All’inizio degli Anni 90 la lira era nella banda larga dello Sme e, non si capisce ancora il perchè; l’allora Governatore della banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, decise di spostarla nella banda stretta per darle forza. Per dare forza alla lira, però, lo Stato avrebbe dovuto offrire alti tassi d’interesse.

Subito dopo, l’agenzia di rating Moody’s declassò la moneta italiana e ne conseguì il violento attacco speculativo nel settembre del ’92, che portò il governo Amato a svalutare la lira del 30% con un costo di 14 mila miliardi da parte della Banca d’Italia.

Il guadagno da parte di Soros fu sconfinato e pure esentasse; egli dichiarò:


“L’attacco alla lira fu una legittima operazione finanziaria”.

Non contento, nel 1997, lo stesso Soros fu artefice di altri due attacchi speculativi effettuati con lo stesso modus operandi: una al baht thailandese ed una al ringgit malese.

Il finanziare usa parte dei suoi proventi per effettuare grandi donazioni a cause a lui care, molto probabilmente per ctornaconto personale: donò 400 mila dollari per finanziare il referendum in Massachussetts per la decriminalizzazione delle droghe e dona circa 4 milioni di dollarri all’anno alla Drug Policy Alliance, un’organizzazione che promuove la legalizzazione della cannabis; viene inoltre visto come figura allienata alla famiglia Rothschild ed associato a molti movimenti rivoluzionari come la rivoluzione arancione in Ucraina, la primavera araba, il movimento verde in Iran ed ai gruppi dissidentei Femen e ***** Riot in Russia, oltre che finanziatore dell’attuale sistema di gestione dell’immigrazione.

Questi movimenti gli permetterebbero di creare nuove situazioni dove poter speculare; ad avvalorare queste tesi vi sono le migliaia di e-mail ottenute dopo aver hackerato i server della Open Society Foundations pubblicata dal sito DC Leaks nell’agosto del 2016, tra cui vi è la lista dei nomi dei beneficiari delle sue donazioni.

Non a caso Soros non manca di esprimere opinioni (verbali o scritte) su ogni parte del mondo (visioni sull’Asia, sulla Russia e l’Ucraina, sull’antisemitismo ed Israele, sull’Europa, sugli Stati Uniti) ed è un accanito sostenitore dell’euro come moneta unica in Europa, così da creare la situazione presente ai tempi dello Sme.

Nel 1999 l’economista premio Nobel Paul Krugman definì così l'”effetto Soros”:


“Nessuno che abbia letto una rivista d’affari negli ultimi anni può ignorare che in questi giorni ci sono davvero investitori che non solo spostano denaro in previsione di una crisi monetaria, ma effettivamente fanno del loro meglio per innescare tale crisi per divertimento e profitto. Questi nuovi attori sulla scena non hanno ancora un nome standard; il termine che propongo è ‘Soroi’.”

La differenza è che mentre in Francia è stato incriminato, con conferma della condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, e in Paesi come la Malesia, la Thailandia e l’Indonesia si vuole nei suoi confronti l’ergastolo o addirittura la pena di morte, in Italia le cose sono diametralmente all’opposto: l’Università di Bologna, la più antica università al mondo, lo premiò con una laurea in economia ad honoris causa proprio per l’attacco sferrato ai danni dell’Italia nella speculazione contro la lira.

La cerimonia si svolse in presenza di Romano Prodi (che di Soros presentò anche l’edizione italiana del libro autobiografico) e fu presieduta da Stefano Zamagni, stretto collaboratore dello stesso Prodi.

Viene spontaneo chiedersi come si possa pensare di insegnare educazione finanziaria ed ancor più come si possa credere di trasmettere valori etici, culturali e civili tramite l’università, che ne dovrebbe essere la massima espressione, se la più antica università del mondo premia con una laurea ad honoris causa chi danneggia Stati e cittadini tramite speculazioni finanziarie e movimenti affiliati; considerando inoltre che il tutto è avvenuto con il benestare di alte cariche politiche, statali e culturali.

Di seguito un video facilmente reperibile su youtube con le dichiarazioni di Craxi e Pomicino in merito a Soros, Ciampi e la situazione di quel periodo: http://www.wallstreetitalia.com/bologna ... ellitalia/


(...come vogliamo definirlo il nostro Paese ...?) [^]



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