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Caso Marò al Tribunale del mare: «Da India disprezzo per giusto processo»
Al via il procedimento avviato dall’Italia ad Amburgo. L’ambasciatore Azzarello in aula: «India non li ha ancora incriminati ma gia’ condannati»
I Marò «non sono ancora stati incriminati di alcun reato» dalla giustizia indiana. Ma l’India dimostra di «disprezzare il giusto processo» ritenendoli già colpevoli, con «un atteggiamento che esemplifica al meglio l’impasse in cui oggi ci troviamo». Sono le parole, dure, dell’ambasciatore Francesco Azzarello nell’aula del Tribunale di Amburgo mentre sta iniziando il processo avviato dall’Italia, nel quale il legale del nostro paese chiederà il rientro di Girone e la permanenza di Latorre in Italia.
Violazioni del diritto internazionale
Salvatore Girone e Massimiliano Latorre «proclamano la loro innocenza», ma «nelle sue Osservazioni scritte l’India» descrive in diverse occasioni la vicenda come «l’omicidio da parte di due Marine italiani di due pescatori indiani disarmati», ha aggiunto Azzarello. L’incidente che ha coinvolto i due Marò «è stato caratterizzato da una serie di violazioni del diritto internazionale da parte delle autorità indiane», tra cui la «libertà di navigazione, il dovere di adempiere agli obblighi della Convenzione del mare, la giurisdizione esclusiva dello Stato della bandiera e il dovere di cooperare alla repressione della pirateria», ha attaccato Azzarello.
«Girone ostaggio dell’India»
«La frustrazione, lo stress, il deterioramento delle condizioni mediche delle persone direttamente e indirettamente coinvolte, minacciano un grave danno ai diritti dell’Italia. Per questo bisogna risolvere con urgenza la situazione», ha detto ancora Azzarello. Infatti, Girone è «ostaggio» dell’India, mentre la salute di Latorre è «a rischio, se fosse costretto a tornare a tornare in India», scrive l’Italia nelle “Richieste di misure provvisorie” avanzate dall’Italia al Tribunale di Amburgo. Subito la replica di Delhi, che respinge definitivamente le richieste italiane: «Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo», a Delhi «gode di una vita confortevole». E «la salute di Latorre potrebbe migliorare nei prossimi mesi» consentendogli di tornare a Delhi.
Ma l’Italia non ha dubbi: Girone «è trattato come un ostaggio, costretto a restare in India nonostante non sia stato ancora incriminato», visto che Delhi lo considera «una garanzia che Latorre tornerà alla fine della sua permanenza in Italia», stabilita dalla Corte suprema indiana per gennaio 2016. Per quanto riguarda Latorre, invece, «gli ultimi rapporti medici sullo stato di salute del sergente Latorre evocano rischi che potrebbero verificarsi se fosse costretto a tornare in India», compreso il «rischio per la sua sicurezza e la sua vita».
Italia in malafede
Ma l’India non vuole sentire ragioni. Secondo Delhi, l’Italia è «in malafede», per «non aver mantenuto promesse solenni» in passato. Lo si legge nelle “Osservazioni scritte” dell’India depositate al Tribunale di Amburgo e pubblicate oggi. Il testo si riferisce al permesso concesso dalla giustizia indiana ai Marò di rientrare in Italia per le elezioni del 2013. Il governo italiano annunciò poi che non sarebbero tornati in India, ma dopo le proteste indiane i due fucilieri vi tornarono nei tempi previsti dagli accordi.
http://www.corriere.it/esteri/15_agosto ... 59fb.shtmlBla-bla-bla... la Diplomazia è un'"arte" spesso sopravvalutata...