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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 07/08/2018, 20:50 
lox1 ha scritto:
Davvero le armi erano israeliane?Stento a crederlo......

Eh già... Israeliane e saudite, i nostri alleati de fero.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 07/08/2018, 20:53 
lox1 ha scritto:
Davvero le armi erano israeliane?Stento a crederlo......

Gombloddo!



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 07/08/2018, 21:50 
Ma no,cosa dite.Probabilmente erano armi russe.....Arabia ed Israele non finanzierebbero mai un tentativo di destabilizzare la Siria.....siete i soliti complottisti....


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 24/08/2018, 10:30 
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Mentre Vladimir Putin cerca, in ogni modo, di far finire il prima possibile la guerra in Siria, il ministero della Difesa russo rende noti i numeri della campagna russa. Numeri importanti non solo per le quantità, ma anche per capire cosa ha significato l’intervento in Siria per tutto l’apparato bellico di Mosca.

Innanzitutto per gli obiettivi colpiti. Secondo il ministero della Difesa, i raid russi hanno ucciso un totale di 830 leader dei gruppi terroristi, oltre 86mila miliziani, fra cui 4.500 giunti dalla Federazione Russa e dai paesi della Comunità di Stati indipendenti”. Numeri che dimostrerebbero l’assoluta capacità distruttiva dei bombardamenti russi in territorio siriano.
I soldati schierati

Secondo i dati forniti dalla Difesa russa, dall’inizio dell’intervento militare – e cioè da settembre del 2015 – sono stati oltre 63mila i soldati russi impegnati nella campagna. Fra questi, 434 generali e 26mila ufficiali. Numeri che dimostrano il massiccio impiego di truppe da parte di Putin che ha da subito considerato la guerra a fianco di Bashar al Assad un obiettivo prioritario della propria agenda politica internazionale, tanto che ne ha caratterizzato gli ultimi anni di presidenza.

Ma alle evidenti motivazioni strategiche e politiche, si aggiungono le motivazioni più pratiche: testare e addestrare sul campo migliaia di soldati che la Russia non era mai riuscita a impiegare in maniera così numerosa. Mentre altre superpotenze, come appunto gli Stati Uniti, hanno avuto modo di utilizzare migliaia di soldati in numerosi fronti di guerra (basti pensare ad Afghanistan e Iraq), Mosca ha avuto conflitto molto più circoscritti. La guerra contro lo Stato islamico ha invece dato modo al Cremlino di utilizzare tutta la propria capacità di fuoco convenzionale.

Un esempio di questa chiave di lettura del conflitto ci giunge dalle stesse parole del ministero russo. Come riporta l’agenzia Sputnik, il ministero ha parlato di soldati che “hanno acquisito esperienza di combattimento in Siria”. Un concetto particolare per parlare di una campagna bellica, ma anche un segno del pragmatismo di Mosca nel considerare questa guerra non solo in chiave politica ma anche in chiave interna.

Sotto questo profilo, è interessante anche il dato per cui il 91% dei piloti da guerra ha avuto modo di combattere in Siria, così come il 60% degli equipaggi dell’aviazione impegnati nella parte strategica e sul lungo raggio. In particolare l’aviazione è stata essenziale in tutta la campagna. Come spiegato su questa testata, gli aerei russi hanno assunto da subito un ruolo di primo piano nella sconfitta del Califfato e per la riconquistata della Siria da parte delle forze governative. Dove sono intervenuti i jet di Mosca, il Califfato ha subito da subito prima un brusco stop alla propria espansione e poi è stato costretto alla graduale ritirata.
Le armi utilizzate in Siria

Anche per quanto riguarda le armi utilizzate, la guerra in Siria è stato un banco di prova importante per gli arsenali russi e per i soldati impegnati nell’utilizzo di nuovi e vecchi sistemi. Sempre secondo il ministero, la Russia ha testato 231 tipi di armi durante l’operazione in Siria.

“Navi e sottomarini della Marina russa hanno effettuato 100 attacchi con missili da crociera Kalibr sugli obiettivi dei terroristi”, spiega il ministero. A questi missili, si aggiungono poi quelli a lungo raggio lanciati dalle Forze aerospaziali russe che hanno visto 66 attacchi e 166 bersagli colpiti.

Importante anche l’utilizzo dei droni. Secondo il rapporto del ministero, sono stati circa 70 i veicoli aerei senza equipaggio, come Forpost e Orlan-10, che ogni giorno dall’inizio dell’intervento hanno effettuato voli nei cieli siriani. I voli di ricognizione sono stati circa 25mila, per un totale di 46.500 obiettivi nemici individuati.

http://www.occhidellaguerra.it/numeri-russia-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 00:29 
Leggo con molto stupore e terrore che i ribelli moderati siriani(dicitura Usa per poter foraggiare questi criminali),tiene in ostaggio e decapita bambini!Ufologo e Sottovento,spero smentiate queste assurde notizie di propaganda siriana anti occidentale(Usa ed Israele).


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 08:24 
Non so sei sei grande abbastanza per capire che è sempre esistita la propagnanda di guerra ...
(Perfino Tarek Aziz, nella 1° Guerra del Golfo, diceva che non vedeva nessuno in Irak, mentre dietro di lui, in DIRETTA, passavano gli "Abram" americani ...!) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 10:24 
Benissimo:notizia falsa.....Ufologo,la propaganda non può essere a senso unico!Si,sono grande abbastanza per ricordare anche le super balle degli ultimi 50 anni!


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 11:12 
Bene; allora perché "chiacchieriamo" delle stupidaggini? [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 11:35 
Comunque ....... [:296]



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Israele e Stati Uniti vogliono l’Iran fuori dalla Siria. Ma chi ha le capacità di farlo? È questa la domanda cui nessuno riesce ancora a trovare una risposta. Perché se è vero che Teheran è considerato il principale nemico strategico di Israele e degli Usa, è altrettanto vero che nessuno sa esattamente come riuscire a far ritirare completamente gli iraniani e le milizie sciite dal territorio siriano. Non lo sa neanche la Russia, che ha già a messo candidamente di non avere gli strumenti per costringere il governo di Teheran a un’operazione che, in questo momento, certamente non gli conviene.

Israele ha scelto la Russia

Da molto tempo, come ricorda Haaretz, Israele ha puntato tutto su Vladimir Putin. Secondo il governo israeliano, è la Russia l’unica potenza in grado di assumersi l’onere di convincere l’Iran a ritirarsi dalla Siria. L’asse con Bashar al Assad e la partnership strategica con l’Iran rendono Mosca l’unico attore che può trattare con Teheran .

E sono del resto molti a credere che, senza le forze iraniane in Siria, non ci sarebbero più pericoli né per Assad né per l’intera strategia russa che vedrebbe la Siria sotto il controllo di Damasco e con la realizzazione piena dell’agenda del Cremlino.

Ma dalla Russia, la proposta di un impegno rivolto al ritiro iraniano è stata accolta in maniera gelida. Da un lato, a livello puramente politico, Putin non può certo ammettere pubblicamente di volersi impegnare nello sganciarsi da un alleato e per giunta da un avversario degli Stati Uniti. Ma dall’altro lato, è anche vero che la Russia non ha la forza di poter dire all’Iran cosa debba fare in un territorio in cui è coinvolto da anni in una guerra sanguinaria e faticosa e in cui ha investito gran parte delle proprie risorse e della propria strategia.

Il Cremlino sente di aver fatto già quanto possibile. Il governo israeliano ha ottenuto che gli iraniani e le forze collegate al governo della Repubblica islamica si allontanassero fino a 85 chilometri dal confine con lo Stato ebraico. La mediazione russa è stata fondamentale. E non era affatto scontato che Hassan Rouhani accettasse.

L’Iran è alleato della Siria e combatte, insieme alle milizie sciite, in territorio siriano perché autorizzato dal governo di Assad. Costringerlo a ritirarsi da alcune aree non era affatto semplice. Putin c’è riuscito perché ha capito che i raid di Israele e le pressioni degli Stati Uniti rischiavano di far crollare i suoi piani, convincendo così Teheran a desistere dall’avvicinarsi al confine con Israele. Ma chiedere un ritiro totale sembra andare ben oltre le possibilità di Mosca.

La strategia degli Stati Uniti

L’amministrazione americana ha da tempo inserito il ritiro totale dell’e forze iraniane dalla Siria come una delle clausole per riprendere i negoziati per l’accordo sul nucleare. Donald Trump considera le sanzioni l’unico strumento utile per convincere l’Iran a trattare. E l’assedio economico sul petrolio e sugli investimenti internazionali sta già colpendo in maniera sensibile l’economia iraniana.

Ma l’handicap di questa strategia è che l’Iran non ha motivo di credere a quanto affermato da Washington. La decisione di Trump di abbandonare l’accordo del 2015 pesa come un macigno sulla credibilità internazionale degli Stati Uniti. E agli occhi dell’elettorato iraniano e di tutte le parti più conservatrici del Paese, un governo che tratta la ritirata dalla Siria sarebbe visto come un governo sconfitto dagli Stati Uniti e da Israele.

Un sogno probabilmente irrealizzabile


La maggior parte degli analisti è concorde nel ritenere che la prospettiva di un ritiro totale dell’Iran dalla Siria sia qualcosa di sostanzialmente irrealizzabile. L’Iran non ha solo migliaia di uomini delle sue forze e delle milizie del mosaico sciita all’interno del Paese, ma ha soprattutto investito tantissimo nella guerra proprio per ottenere, a fine conflitto, i benefici legittimamente sperati.

Inoltre, non va dimenticato che Damasco ha con Teheran un’alleanza ormai trentennale che si fonda non solo su legami politici ed economici, ma anche sotto il (non meno importante) profilo culturale. Il riconoscimento del clan alauita all’interno della galassia sciita ha permesso agli Assad di essere riconosciuti come leader appartenenti all’islam, smentendo le accuse di essere un corpo estraneo alla religione della maggioranza della Siria. E questo ha aiutato moltissimo il governo a trovare una sua legittimazione.

Proprio per questa serie di motivi, sono in molti a credere che oggi non si possa parlare di un Iran fuori dalla Siria, ma solo di un contenimento della sua presenza. Come spiegato ad Haaretz da Hussein Ibish dell’Arab Gulf States Institute di Washington, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein volevano originariamente la scomparsa delle forze iraniane dalla Siria, ma oggi sono concentrate sull’evitare che Teheran possa migliorare la sua posizione. Appurato che il corridoio sciita da Teheran al Mediterraneo è una realtà, l’obiettivo delle monarchie del Golfo è limitarlo il più possibile: eliminarlo, ora, è pura utopia.

Lavorare con Assad per sganciarlo dall’Iran

Appurato che Assad ha ormai raggiunto il pieno controllo sulla maggior parte del territorio siriano, l’alternativa potrebbe essere quella di riconoscere finalmente la vittoria di Damasco e iniziare a lavorarci insieme. Come suggerito da alcuni osservatori, Assad, che è stato sempre considerato il problema, potrebbe trasformarsi nella soluzione.

L’idea, che è circolata soprattutto tra i vertici militari israeliani, è che la Russia e la Siria non avrebbero motivo di volere gli iraniani in territorio siriano una volta ottenuta la vittoria. Ma anzi, secondo gli stessi strateghi di Israele, potrebbe anche darsi che Assad, proprio per essere certo del mantenimento del potere, potrebbe sganciarsi dall’asse con l’Iran.

L’ipotesi sembra però essere stata scartata dal diretto interessato, e cioè dal governo siriano, che non può rinunciare all’alleato iraniano che è stato così fondamentale nella vittoria contro i ribelli. I legami economici, politici e militari fra Damasco e Teheran sono ormai saldi e consolidati da anni di guerra fianco a fianco. E Assad ha già detto che non ritiene sia necessario che Hezbollah e altre forze se ne vadano dal Paese, soprattutto finché altre potenze straniere mantengono le loro truppe in territorio siriano.

http://www.occhidellaguerra.it/iran-fuori-siria/



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 26/08/2018, 12:01 
Sembra che si stia preparando l'ennesimo attacco chimico(patacca Usa) per poter giustificare un attacco alle forze siriane.La nuova balla fine Agosto 2018 sta per essere servita.


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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 27/08/2018, 10:48 
mccain è morto,
isis in lutto..

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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 27/08/2018, 11:27 
mik.300 ha scritto:
mccain è morto,
isis in lutto..

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Non si tratta di "Al Baghdadi" ma di Ahmed Ayyad, ufficiale dell' Esercito Libero Siriano.

Probabilmente nemmeno questo soggetto e' uno stinco di santo, ma bisogna sempre stare attenti ai fake.



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 27/08/2018, 13:48 
Vergognosa l'apologia di sto tizio a reti unificate...



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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 27/08/2018, 14:46 
zakmck ha scritto:
mik.300 ha scritto:
mccain è morto,
isis in lutto..

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Non si tratta di "Al Baghdadi" ma di Ahmed Ayyad, ufficiale dell' Esercito Libero Siriano.

Probabilmente nemmeno questo soggetto e' uno stinco di santo, ma bisogna sempre stare attenti ai fake.


ufficiale dell'esercito libero siriano?
io avevo letto su un sito sionista pro israele
che trattavasi invece di giornalista libanese..

insomma codesto è chiunque,
soldato, giornalista, tranne che al baghdadi..
ma guarda un pò..

sulla fake news non ne sono tanto sicuro..
onosco le varie spiegazioni e controanalisi della foto,
ma non mi convincono al 100%..

comunque gli altri non è che mi sembrano
gente tanto tranquilla..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: La guerra in Siria
MessaggioInviato: 29/08/2018, 13:20 
Rip McCain, ma intanto i "partigiani" in Siria stanno preparando l'ennesima provocazione.


Siria: Caschi Bianchi consegnano armi chimiche in deposito guerriglieri

I rappresentanti dei Caschi Bianchi hanno consegnato un grosso carico di sostanze velenose al siriano Sarakib, al magazzino dei guerriglieri di Ahrar al-Sham, ha detto il capo del Centro per la riconciliazione delle parti in guerra Alexey Tsygankov.

Le armi chimiche sono arrivate su due camion. I mezzi erano scortati da otto rappresentanti dell'organizzazione. Al magazzino sono stati accolti da due comandanti di alto rango dei militanti. Informazioni al riguardo sono state fornite da diverse fonti indipendenti dalla provincia di Idlib.

"Successivamente, parte del carico in barili di plastica senza marcatura è stato trasportato in un'altra base dei guerriglieri nella parte meridionale della provincia di Idlib per mettere in scena l'uso di armi chimiche contro la popolazione e successivamente accusare le forze governative dell'uso di sostanze velenose contro i civili", ha detto il portavoce del centro.

Il Centro russo per la riconciliazione continua a chiedere ai comandanti delle formazioni illegali di abbandonare le provocazioni armate e di avviarsi in una soluzione pacifica della situazione nelle aree sotto il loro controllo.
https://it.sputniknews.com/mondo/201808 ... rriglieri/

Poi ho letto anche questa notizia

Putin licenzia 15 generali
https://it.sputniknews.com/mondo/201808 ... -generali/

Che lo zio si stia cominciando finalmente a liberare della quinta colonna atlantica?



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