Cita:
sezione 9 ha scritto: Cita:
Atlanticus81 ha scritto: Cita:
sezione 9 ha scritto:
La tua ricchezza (e dunque la tua possibilità di essere libero e di avere diritti) è stata costruita sulle spalle dei poveri del terzo mondo. Una qualsiasi rivoluzione globale deve modificare questo stato di cose, e quindi noi dobbiamo subirla.
Questa poi...
Se la libertà e i diritti umani sono condizionati dalla ricchezza, ovvero se per essere libero io deve essere schiavo qualcun'altro, preferisco che il mondo venga distrutto da un asteroide.
![Goloso [:p]](./images/smilies/UF/icon_smile_tongue.gif)
Un figlio di dottore ha università e master garantiti da papà, un figlio di operaio invece dovrà studiare e lavorare. Per cui, il diritto allo studio è subordinato alle capacità economiche. Se sei ricco, studi di più e meglio. I diritti li hai solo se puoi esercitarli, e per esercitarli (e farli valere) devi averne le possibilità culturali, e fondamentalmente economiche. Giusto? No, sbagliato. Non esiste giustizia sociale senza libertà e non esiste libertà senza giustizia sociale.
Vista in grande, però, il povero africano è povero perchè la sua ricchezza va in tasche occidentali. Quasi tutto finisce ai "nostri" ricchi, ma qualcosa la intaschiamo pure noi. Per dire: se con un computer posso lavorare meglio e guadagnare di più, io mi arricchisco, ma il computer che uso lo fa il morto di fame sfruttato in India o in Cina. I soldi che girano, la ricchezza, sempre quella è, e per diventare più ricchi occorre che qualcun altro diventi più povero. Vogliamo eliminare le disuguaglianze? Bene, se tutti nel mondo avessero lo stesso stipendio, avremmo mensilmente in tasca una cifra sui 2-300 euro. Per i veri poveri un guadagno fenomenale, ma per noi?
La ricchezza non si misura in soldi, ma in capacità di soddisfare i propri bisogni. Sotto quest'ottica la tribù masai indigena in kenya è più ricca dell'opulento mondo occidentale proprio per la capacità di soddisfare l'intera gamma dei loro bisogni sociali.
Con questo non voglio certo dire che dobbiamo tornare a vivere nelle capanne di fango o nei tee-pee dei nativi americani, ma voglio focalizzare l'attenzione sul fatto che l'intero mondo occidentale si basa sul consumismo e spesso, troppo spesso, sulla creazione di falsi bisogni per generare consumi superflui.
A quel punto, agendo sulla leva dei bisogni anzichè su quella del valore nominale della ricchezza, si può intraprendere un percorso atto a eliminare le diseguaglianze nel mondo.
Utopia? Certo.. ma non lo fu anche l'idea del socialismo alle origini?
Lo stesso principio anarchico di una autodeterminazione totale e completa è utopia, ma le utopie servono a indicare la strada cui tendere.
L'alternativa è rassegnazione a uno status quo di un mondo destinato al fallimento e a un sistema di diseguaglianza fisiologica.