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MessaggioInviato: 01/01/2014, 13:28 
Quei 100 suicidi che la politica ha sulla coscienza

Cronaca di un 2013 da non festeggiare.
I partiti litigano e l’economia muore


Senza lavoro, piegati dalla crisi, senza speranza. Quelli fra il 2008 e il 2013 sono stati gli «anni della disgrazia» per quelle centinaia di persone che hanno scelto di lasciare questo mondo per una crisi economica che a molti non ha lasciato scampo e a tanti altri ha tolto ogni illusione di potercela fare. Un baratro che ha risucchiato troppe persone, in tutta Italia, colpevoli di nulla, precipitate in un “abisso” prima economico e poi personale e psicologico, che nessuno dei nostri governanti è stato in grado di arginare. E questo è il triste elenco del 2013 che non avremmo mai voluto scrivere.

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Elenco dei nomi: http://bastacasta.altervista.org/p8271/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 01/01/2014, 16:47 
Postato da Atlanticus su Facebook [:D]


Telegraph: Ex stalinista Napolitano teme un’insurrezione, ma non propone rimedi



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19 dic – Ambrose Evans Pritchard dal Telegraph commenta gli allarmi di Napolitano sui “Forconi” e le minacce non tanto velate di Draghi, che non offrono risposte alle tensioni sociali, ma solo imperativi impossibili. Non si può rimanere in recessione e disoccupazione di massa quando le soluzioni esistono e sono a portata di mano: la protesta sta diventando un movimento anti-Euro.

In Italia gli eventi stanno volgendo al peggio. Il presidente Giorgio Napolitano ha lanciato l’allarme su possibili “tensioni sociali e disordini diffusi” nel 2014, mentre la lunga recessione si trascina.
Coloro che vivono ai margini vengono coinvolti in “atti di protesta indiscriminata e violenta, verso una forma di opposizione totale”.

Il suo ultimo discorso è una vera e propria Geremiade. Migliaia di aziende sono “sull’orlo del collasso”. Grandi masse di persone prendono il sussidio di disoccupazione o rischiano di perdere il posto di lavoro. L’altissimo tasso di disoccupazione giovanile (41%) sta portando verso un pericoloso stato di alienazione. “La recessione sta ancora mordendo duro, e c’è la sensazione diffusa che sarà difficile sfuggirle, e trovare il modo per tornare alla crescita” ha detto.

Ma ora, quale potrebbe essere la causa di tutto questo? Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto centrale e prioritario che l’Italia ha una moneta sopravvalutata del 20% o più, all’interno dell’Unione Monetaria Europea: che è intrappolata in un sistema di cambi fissi stile anni ’30, gestito da una banca centrale anni ’30, che sta lì a guardare (per motivi politici) mentre l’aggregato monetario M3 ristagna, il credito si contrae e la deflazione incombe?

Napolitano non offre alcuna risposta. Ex stalinista, che ha applaudito all’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956 (un peccato giovanile), Napolitano da tempo ha manifestato il suo fervore ideologico a favore del progetto UE. Egli è per natura incapace di mettere in discussione le premesse dell’unione monetaria, quindi non aspettatevi nessuno spunto utile dal Quirinale su come uscire da questa impasse.

Egli ammette che la crisi della zona euro “ha messo a dura prova la coesione sociale”, ma lascia la questione in sospeso, e la sua argomentazione incompiuta, più sul descrittivo che sull’analitico.

Senza arrivare al punto di lanciare l’allarme sul rischio che corre lo Stato italiano stesso, ha detto che la crescente minaccia delle forze insurrezionali deve essere affrontata. La legge deve essere rigorosamente rispettata. Il paese deve andare avanti con disciplina. “L’Europa ci sta guardando”, ha detto.

Napolitano è allarmato, e ha ragione di esserlo. La rivolta dei “Forconi” ha preso una svolta inquietante per le élite dell’Italia. Durante l’ultima manifestazione di massa a Torino la polizia si è tolta i caschi, come manifestazione di simpatia. Questo sta diventando un movimento anti-UE. Uno dei leader dei Forconi è appena stato arrestato per essere salito agli uffici dell’Unione europea a Roma e aver strappato giù la bandiera blu e oro dell’Europa.

Dove porti tutto questo nessuno lo sa. Secondo Citigroup nel 2014 l’Italia resterà bloccata in depressione con una crescita dello 0.1%, di nuovo a zero nel 2015, e allo 0.2% nel 2016. Se è così, ben otto anni dopo la crisi, la produzione in Italia sarà ancora del 10% sotto l’ultimo picco, una performance di gran lunga peggiore di quella avuta durante la Grande Depressione.

Anche se la zona euro incontrasse una ripresa nel corso dei prossimi tre anni o giù di lì, il meglio che l’Italia possa sperare è la stabilizzazione su livelli di disoccupazione di massa – al 20% se si considera l’altissimo livello di lavoratori Italiani scoraggiati (numero tre volte superiore alla media UE) che sono usciti fuori dalle statistiche. La domanda è quanto tempo la società potrà tollerare tutto questo. Nessuno di noi sa la risposta.

Per ora l’Italia ha evitato un ritorno agli “anni di piombo”, il terrorismo tra gli anni ’70 e i primi anni ’80, quando la stazione ferroviaria di Bologna fu fatta saltare dai fascisti e l’ex premier Aldo Moro fu sequestrato e ucciso dalle Brigate Rosse. Ma questo tipo di violenza non è poi così lontano come la gente pensa. Nel 2011 il capo dell’agenzia fiscale Equitalia è stato quasi accecato da una lettera bomba di matrice anarchica. Da allora ci sono stati ripetuti casi di attacchi dinamitardi.

La mia ipotesi è che ad un certo punto ci sarà un incidente – un po’ come lo scontro tra le truppe francesi e i portuali a Brest nel 1935, quando un lavoratore fu colpito a morte con il calcio di un fucile, mettendo in moto degli eventi che infine costrinsero Laval alle dimissioni e fecero uscire la Francia dal Gold Standard.

A coloro che continuano a insistere che l’Italia deve stringere la cinghia e recuperare competitività tagliando i salari, vorrei obiettare che questo è matematicamente impossibile, in un clima di ampia deflazione o quasi deflazione in tutta l’UEM. La ragione dovrebbe essere evidente a tutti, ormai. Non è possibile permettere allo stock di debito nominale di salire su una base nominale in contrazione. Una politica del genere fa sì che la traiettoria del debito aumenti in maniera esponenziale. Negli ultimi tre anni il debito Italiano è già aumentato dal 119% al 133% del PIL, in gran parte a causa delle politiche di austerità fiscale.

Sotto le attuali politiche UEM questo rapporto presto sfonderà il 140%, nonostante l’avanzo primario del bilancio Italiano – un livello oltre il punto di non ritorno per un paese senza moneta sovrana o senza una propria banca centrale. Tale è il potere dell’effetto denominatore.

Giusto per essere chiari. Non credo che l’Italia debba lasciare l’euro come prima opzione. Ci sono altre misure che dovrebbero essere prese prima, se non altro per costruire un contesto politico e morale favorevole.
L’Italia può cambiare la sua strategia diplomatica, spingendo per un cartello degli stati debitori del Club Med a leadership francese che prenda il controllo della BCE e della macchina politica dell’UEM. Hanno i voti, e la piena autorità legale basata sui trattati, per forzare una strategia di reflazione che potrebbe cambiato tutto, se solo osassero.

Questo è più o meno il nuovo piano di Romano Prodi, ex premier Italiano e “Mr. Euro”, che ora sta sollecitando l’Italia, la Spagna e la Francia a unirsi, piuttosto che illudersi di poter fare da soli, e “sbattere i pugni sul tavolo”.

L’economista premio Nobel Joe Stiglitz riprende il tema su Project Syndicate , dicendo: “Se la Germania e gli altri non sono disposti a fare il necessario – se non c’è abbastanza solidarietà per far funzionare la politica – allora l’euro potrebbe dover essere abbandonato per salvare il progetto europeo”.

Ieri, al Parlamento europeo, Mario Draghi della BCE ha avvertito che l’uscita dall’UEM porterebbe ad una svalutazione del 40% e a una crisi che metterebbe qualsiasi paese in ginocchio, ancor più brutalmente di quella che si deve affrontare adesso. Questo è sempre lo stesso argomento che viene portato avanti in difesa dei regimi di cambio fissi, sia del Gold Standard nel 1931, che dello SME nel 1992, o dell’ancoraggio argentino al dollaro nel 2001. E’ stato dimostrato falso, anche nel caso dell’Italia negli anni ’90, quando la svalutazione ha funzionato benissimo.

Draghi si sofferma sul trauma immediato, ma ignora gli effetti molto più corrosivi di una crisi permanente. I paesi possono infatti recuperare molto velocemente se il tasso di cambio si sblocca. Si potrebbe ugualmente sostenere che ci sarebbe una marea di investimenti in Italia nel momento in cui il paese prendesse risolutamente il toro dell’euro per le corna e ristabilisse l’equilibrio valutario.

In ogni caso, la tesi di Draghi presuppone che la BCE lascerebbe accadere una svalutazione del 40%, anche quando le potenze del nord hanno un forte interesse ad assicurare un’uscita ordinata dell’Italia? La BCE potrebbe intervenire sui mercati FX per stabilizzare la lira per un paio di mesi, fino a quando la situazione si calmasse. Questo eviterebbe gli eccessi, eviterebbe delle perdite rovinose per il blocco dei creditori e degli esportatori tedeschi, ed eviterebbe una crisi da deflazione in Germania, Olanda, Finlandia e Francia.

Quello che Draghi sta implicitamente affermando (senza volerlo), è che la BCE si comporterebbe in maniera spericolata, punendo l’Italia per il gusto di farlo, anche se questo potrebbe rendere l’intera prova peggiore per tutti. Sarebbe stato bello se un deputato gli avesse chiesto perché mai la BCE dovrebbe fare una cosa del genere.

Quello che sembra certo è che nessun paese democratico sopporterà uno stato perdurante di semi-recessione e disoccupazione di massa, quando esistono delle alternative plausibili.

http://www.imolaoggi.it/2013/12/19/tele ... ne-rimedi/



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Nel frattempo ...

A Torino

LA STRAGE DI CAPODANNO
Ammazza moglie, figlia e suocera
Poi si uccide con un coltello
Un commerciante di 56 anni rimasto senza lavoro ha perso la testa. Dopo aver sparato ai familiari, ha chiamato i carabinieri e si è accoltellato

http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp

Quando dico che anche la democrazia uccide, eccome!


Ultima modifica di Ufologo 555 il 01/01/2014, 17:07, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/01/2014, 16:56 
RACCONTENE UN'ALTRA, LEONID NAPOLITANSKJ
Postato il 29/12/2013 di Truman

DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.it

Così, Signor Presidente, la sera del 31 Dicembre comparirà – come sempre – a reti unificate per il messaggio di fine anno, al quale staranno già febbrilmente lavorando i suoi collaboratori, perché quest’anno è dura raccontare balle, pure fingersi moralizzatore. Nemmeno sposare la causa dei “più umili” servirà, poiché i più umili fra gli umili hanno perduto l’umiltà e non si fanno più infinocchiare.

Il suo gradimento fra gli italiani scende a picco come i consumi (caduti di 4,2 miliardi a Natale), come l’occupazione giovanile che in certe regioni tocca oramai il 50%, come gli artigiani che chiudono bottega, le serrande abbassate, i licenziamenti per motivi “economici” e quant’altro che non stiamo a ricordarle.

Siamo sicuri che – di fronte a questo sfacelo – lei rinnoverà il suo messaggio di speranza: ne abbiamo sentite tante, dai mille “sol dell’avvenire” alle “fine del tunnel”, sempre evocate e sempre deluse, con la china che diventa ripida e scende in un abisso senza soli né avvenire né, tanto meno, sbocchi all’aria pura. Sempre tenebre e treni contro i quali andare a sbattere.
Lei cosa c’entra? Glielo riassumo in due righe: lei è uno stalinista patentato, mai un dubbio le ha sfiorato la mente, sin dai tempi dell’Ungheria.

Le do una rinfrescata di quegli eventi, tanto perché non dica che noi “non sappiamo”.

La fonte è inappuntabile: Veljko Micunovi#269;, ambasciatore jugoslavo a Mosca durante il cosiddetto periodo della “destalinizzazione” ad opera di Nikita Sergeevi#269; Chruš#269;ëv. La testimonianza è contenute in “Soggiorno a Mosca” edito a Belgrado nel 1977 (Moskovske godine).

Ai primi di Novembre del 1956, si compiva il destino di Imre Nagy: non entriamo nel merito della vicenda, bensì fermiamoci agli aspetti diplomatici.

Ben sapendo che all’esterno del blocco filo-sovietico ci sarebbero state due nazioni contrarie – Cina e Jugoslavia – Chruš#269;ëv tentò un ultimo approccio con Tito e scese, ai primi di Novembre, all’aeroporto di Pola (Pula) per cercare un accordo con il leader jugoslavo.

Josif Broz sapeva che la Jugoslavia, da sola, non sarebbe stata in grado d’opporre più che una resistenza di bandiera allo strapotere sovietico, ma tentò comunque una via per salvare – almeno – la faccia di fronte al massacro che già s’intravedeva..

Tito era a Brioni – sua residenza abituale in Istria – che è una piccola isola a due passi dalla costa ed i due illustri ospiti (c’era anche Molotov) furono imbarcati su un cacciatorpediniere della Marina Jugoslava il quale ebbe l’ordine – direttamente da Tito – di raggiungere almeno un punto a metà fra l’Istria e la costa italiana prima di tornare indietro e sbarcarli a Brioni.

L’Adriatico era in tempesta: la prima bora della stagione era scesa su Trieste ed il mare era terribile.

Dopo un paio d’ore su quel caccia, i due scesero a Brioni dopo aver vomitato anche l’anima e trovarono un Tito allegro ad attenderli, che salutava calorosamente i due “compagni” sovietici, i quali erano verdi come ramarri.

Nella cena che Tito offrì – ed alla quale i due ospiti non fecero molto onore – si parlò del destino di Nagy e Tito prospettò la disponibilità della Jugoslavia per ospitare i dissidenti magiari, così da non creare un caso internazionale. In quel momento, la sopravvivenza di Nagy non era in discussione.

Chruš#269;ëv e Molotov annuirono ed accettarono: nulla sarebbe successo a Nagy senza che gli jugoslavi non fossero preventivamente avvertiti. A Tito parve un successo diplomatico ma, appena tornati in Patria i due cambiarono opinione: e se la Jugoslavia avesse sfruttato a fini politici la generosa ospitalità fornita ai magiari?

Come andò a finire lo sappiamo: Nagy fu impiccato in gran segreto.

All’epoca della crisi era a Mosca anche Palmiro Togliatti, come rappresentante in seno al PCUS dei comunisti italiani. Micunovi#269; appunta sul suo diario: “Oggi c’è stato il discorso del rappresentante italiano, Palmiro Togliatti. Non avevo mai assistito ad un discorso così servile e zeppo di piaggeria nei confronti del padrone di casa, l’URSS: non vi è nulla da riportare.”

Quel “nulla da riportare” – nel linguaggio diplomatico – significa che non conti niente, non hai detto nulla, non hai pensato niente: in altre parole, che non sei nessuno. Altro che “il migliore”.

Lei, all’epoca, era già un dirigente del PCI e si lasciò andare a dichiarazioni (1) le quali, al minimo, sarebbero dovute essere un ostacolo insormontabile per la sua elezione alla Presidenza: posso capire il suo accettare la ferrea legge della Guerra Fredda (chi è di qua, chi di là), ma lo sterminio compiuto dai sovietici rimane abominevole. Ma veniamo all’oggi.

E’ di pochi giorni fa la scoperta del “diario” (2) – in realtà una semplice serie d’annotazioni – di Padoa Schioppa, il quale – da buon montanaro veneto – non comprendeva il lavorio sotterraneo di Napolitano contro il governo Prodi. Perché ogni volta che chiediamo la fiducia ci convoca (me o Prodi) al Quirinale per protestare, mentre successivamente con Berlusconi non fiata? Questo è – in estrema sintesi – il pensiero di Padoa Schioppa.

L’obiettivo non era semplicemente disarcionare Prodi, bensì creare le condizioni per le ben note “larghe intese”, alle quali – già all’epoca – lei lavorò alacremente, ma Prodi preferì cadere piuttosto che rinunciare all’alternanza di governo. Non importa: saldò il conto con Romano Prodi nel 2013, all’atto dell’elezione alla presidenza.

Dopo venne l’ennesimo governo Berlusconi: un disastro, ma una sciagura piatta come un gelido mare invernale, quasi una rovina annunciata dall’incompetenza, dall’incompiutezza di una pletora di sergenti nominati generali e colonnelli. Con Berlusconi nei panni di un pletorico, ma esangue, Napoleone.

E venne finalmente il suo momento: la nomina di un governo mai eletto eppure perfettamente costituzionale, se si eccettua che la legge elettorale era fasulla dal principio. Ma – guarda a caso – l’aveva promulgata Ciampi, non lei.

Molti – io compreso – la chiamano oramai vezzosamente Re Giorgio ma non ritengo che questo epiteto sia consono al suo rango: le sta molto meglio quello di segretario del PCUS, perché quello è il suo modello. L’Italia è diventata molto simile all’URSS di “nonno Breznev”, l’ultimo vero sovrano sovietico: un luogo asfittico dove tutto era già scritto, dove la casta militare dettava leggi, dove la magistratura era logorata dai tempi e dai cavilli, dove l’industria era solo di Stato. Ma con le dovute differenze.

La corruzione, all’epoca in URSS, era tollerata poiché era di piccolo cabotaggio: a quel tempo, piuttosto che aspettare (le famose “liste” per ogni cosa), il cittadino sovietico cui s’era rotto il motore del frigorifero preferiva ricorrere al cognato del cugino – il quale lavorava nelle riparazioni degli elettrodomestici – per avere il pezzo, piuttosto che aspettare mesi. In cambio, cosa offriva? Dipendeva dal suo mestiere: se lavorava alle rinomate “officine Lenin” qualcosa di meccanico, oppure le solite derrate alimentari provenienti dalla dacia, ecc.

La grande corruzione era, invece, appannaggio della grande politica, ma c’era un deterrente: la pena di morte combinata con le agguerrite camarille politiche, le lotte per la successione...insomma, in URSS qualcosa – per la corruzione – si rischiava.

Qui, invece, lei è a capo di un’Armata Brancaleone dedita alla piccola razzia: tutti rubano quel che riescono a portar via, si fanno corrompere secondo il livello. Si va dai piccoli assessori che mettono insieme 10.000 euro per volta di mazzetta ai grandi boiardi di Stato, i quali sono parte di una “casta nella casta” ed i cui nomi ricorrono da un’inchiesta all’altra e, quando riesci a beccarne uno, salta pure fuori il ministro della giustizia a negare tutto.

Già, si tratta di suo figlio “testimone inattendibile poiché reticente”...nella famosa storia di Ligresti? No...caso Parmalat, dieci anni or sono, Piergiorgio Peluso (figlio della ministra) era già in pista (3) insieme alla solita ghenga...Geronzi, Arpe, Tanzi, Ciarrapico...e tutta la banda del buco che ben conosciamo.

Molto divertente il caso dell’assessore che pretendeva la “marchetta settimanale” dalla sua segretaria: degno della miglior pruderie, da letteratura d’appendice francese fin de siècle (4).

Perché si lascia che tali notizie diventino di pubblico dominio?

Per riuscire a giustificare l’ingiustificabile e legittimare governi che non hanno più nessuna legittimità costituzionale: sono – al più – supplenti nell’attesa che, con una nuova legge elettorale (che non fanno mai), torni qualche titolare. Insomma, ci sono le mele marce e quelle buone, raccontano.

Rimane, quindi, una sorta di “proscenio” dove la rappresentazione va in mostra – con tutti gli attributi del caso – perché qualcosa da dare in pasto alla gente bisogna pure trovarlo: oggi, i personaggi della politica nostrana sono il nostro panem et circenses, anche se poi c’inpistoliniamo e diventiamo furibondi. Non importa: il popolo continua ad arrabbiarsi ma non può far nulla, che si diverta a motteggiare.

Poiché si lascia che l’Italia vada in malora – dai treni soppressi alle autostrade fatiscenti, dalla viabilità oramai segnata dalle mille frane, ai supermercati ed alle aziende che licenziano col fiato corto, ecc – mentre voi fate orecchie da mercante? Sembra che abitiate in un altro Paese.

Poiché i veri burattinai stanno dietro le quinte: conoscete Carlo Cottarelli?

E’ semplicemente l’inviato del FMI per l’Italia, ed è il vero signore e padrone dell’economia: dopo che Letta ed i suoi gonzi si saranno trastullati a dovere con Finanziarie, Leggi di Stabilità e Milleproroghe, arriverà lui con la vera Finanziaria, la Spending Review.

Stupendo il modo di procedere di questo governo di farabutti e di venduti: non la chiamiamo più “Finanziaria”, bensì “Legge di Stabilità”. Tutti d’accordo? Dai Saccomanni, non dormire, alza ‘sta mano! Poi, quello che non ci sta dentro perché non siamo d’accordo, lo buttiamo nel cest...anzi, no...lo mettiamo in un decreto “Milleproroghe” – è un vecchio istituto, lo usavano già i democristi – che è una “Summa” di tutte le facezie e gli intrighi che hanno ancora qualche nodo da scogliere. Per noi, ovviamente.

Quindi, una notte qualunque alle tre – quando tutti dormono – approviamo qualcosa ed il resto lo lasciamo lì, a “prorogarsi” ad libitum.

Questa è la prassi della politica italiana, giunta oggi al parossismo.
E così, il nostro “zampolit” d’annata (5), ci ha condotti in una terra incognita – che, però, lui conosceva bene – dove ogni cosa si può fare, basta trovare il cavillo costituzionale, basta che gli “atti” siano a posto. Così, una Corte Costituzionale dichiara incostituzionale una legge elettorale per i suoi aspetti più rilevanti (qualcuno s’azzarda a dire “ma non l’hanno mica bocciata tutta”...Ah, Ah, Ah...) 7 anni dopo che è stata promulgata. E che i suoi danni li ha fatti per bene.

Qualcuno pensa all’impeachment, ma questo istituto giuridico non esiste in Italia e la costituzione italiana è radicalmente diversa da quella americana. Gli americani hanno ricalcato i poteri del presidente da quelli del vicerè inglese dell’epoca: per questa ragione la sincerità verbale è della massima importanza (quella che, per una fellatio extramatrimoniale, ha rischiato di far decadere Clinton) mentre in quella italiana (di quasi due secoli più giovane) si parla “per atti”, seguendo il vecchio adagio “verba volant, scripta manent”. Tutto il diritto di derivazione latina non ammette come prove ciò che è, invece,di frequente ammesso nel diritto anglosassone.

E questo Napolitano lo sa benissimo: scartando le dichiarazioni verbali – che possono essere interpretate, “condite” con qualche aggettivo che ne depotenzia l’impatto devastante, ecc, (avete notato che fine ha fatto l’inchiesta Napolitano-Mancino?) – rimane qualcosa dei suoi atti per sostenere la tesi dell’art. 90?

“Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.

In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.”

Qualcuno ravvisa, negli atti emanati da Napolitano, una di queste accuse? Il governo Monti era perfettamente legittimo e costituzionale e non c’è un atto dove sia rintracciabile l’intervento (che esiste – beninteso – ed è pesante e determinante) nella politica italiana? Dalla quale, come tutti sanno, il presidente dovrebbe star fuori?

Sarebbe come se un cittadino sovietico (od un appartenente alla Duma) si fosse alzato una mattina ed avesse chiesto l’incriminazione di Breznev per qualsivoglia motivo, anche fondato: ve lo immaginate cosa sarebbe successo? Al minimo gli avrebbero riso in faccia, dopo averlo portato in Psichiatria.

Gorba#269;ëv – ricordiamo – non cadde: si disintegrò la nazione che presiedeva!

Perciò, mi sento di ricordare ai vari “speranzosi” del “impeachment” in salsa italiota che i mezzi per far cadere questo ludibrio al quale assistiamo sono altri, a cominciare dalle lotte per il lavoro: è sul welfare che questo governo sta mancando, ed è sul welfare che si può delegittimarlo.

Le proposte sono tante ed il governo non ne fa una sua, mai: chiedi il reddito di cittadinanza e loro rispondono “spostando” al 2017 l’abolizione (ma quando mai...) dei rimborsi elettorali.

Il nostro piccolo Breznev sorride: ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi. Finché ti riesce.

Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.it/
Link: http://carlobertani.blogspot.it/2013/12 ... anskj.html
29.12.2013

(1) http://www.storialibera.it/epoca_contem ... php?id=732

(2) http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... di/801838/

(3) http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ma/767688/

(4) http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ese/819451
http://www.comedonchisciotte.net/module ... e&sid=2907


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MessaggioInviato: 08/01/2014, 17:59 
Il giornalista di Le Monde critica Napolitano Il Colle protesta con l'ambasciata francese

Philippe Ridet racconta l'assurda vicenda e rilancia le accuse: "Il presidente della Repubblica si comporta da Re. Anzi no, da Faraone"

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... ncese.html

....delirio di onnipotenza,da le roi soleil,o l'etat çe moi..........[;)]


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MessaggioInviato: 08/01/2014, 19:34 
Ma ... non doveva essere "impicciato" dai 5 stars ..? [^]



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MessaggioInviato: 10/01/2014, 12:20 
Stando ai calcoli effettuati da "La Gabbia", al nostro amato Presidente della Repubblica,
in 60 anni di attività, abbiamo dato la bellezza di 13,7 milioni di euro.

Quasi 28 miliardi delle vecchie lire [8)]

Questa è la cifra che gli abbiamo dato... per distruggere l'Italia.


Bello eh?



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Per quello .. nervino per tutti! [^] Tabula rasa e .. sale, come a Cartagine!



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Ronin77 ha scritto:

Ci fotte pure quando viaggia in aereo!


[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=ngWs2j_T6p0[/BBvideo]


LA colpa è tutta loro se l'europa ci ha chiuso i rubinetti,napolitano,berlusconi,il pd,il pdl,tutti loro.


Cita:
Ronin77 ha scritto:

Cmq Napolitano ha fatto omertà sulla vicenda stato e mafia,ha calpestato le regole della costituzione imponendoci di essere governati da persone prestabilite che ora stanno buttando giu le regole perchè questo avvenga per sempre.Nel discorso di fine anno non si è degnato di spendere una sola parola per le tante persone che si ammazzano;si è aumentato lo stipendio e ha le mani in pasta nella marmellata come gli altri e il suo colle sembra la reggia di Versailles....

Che si deve dire.



Cosa si deve dire?

Che Napolitano è lo stesso "signore" che 20 anni fa si è dato da fare per imporre il segreto di stato ai carteggi di Schiavone in merito alle dichiarazioni e ai fatti avvenuti nella "Terra dei Fuochi"..... e scusate se è poco......


A parte questo, bisognerebbe dire che i politici che sono inorriditi alle dichiarazioni di ieri dei 5 stelle, sono - guarda tu il caso - sempre e solo quelli del PD.

Come mai?




I SEGRETI DI NAPOLITANO E GLI AFFARI DEL PD

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http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... ffari.html

«Il presidente Napolitano è stato sempre garante dei poteri forti a livello nazionale e degli equilibri internazionali sull'asse inclinato dal peso degli Stati Uniti» scrivono i giornalisti Ferruccio Pinotti (Il Corriere della Sera) e Stefano Santachiara (Il Fatto) nel volume I PANNI SPORCHI DELLA SINISTRA. I SEGRETI DI NAPOLITANO E GLI AFFARI DEL PD, appena pubblicato da Chiarelettere.

Il primo ritratto di ben 60 pagine, è dedicato proprio al capo del Quirinale («I segreti di Napolitano»), «l'ex ministro degli esteri del Pci» come lo definì Bettino Craxi interrogato dal pubblicxop ministero Antonio Di Pietro nel processo Enimont. I rapporti con Mosca, quelli controversi con Berlusconi (il mensile della corrente migliorista del Pci, Il Moderno, finanziato da Fininvest, ma anche dai costruttori Ligresti e Gavio), e le relazioni oltreoceano, con Washington. Una storia complessa, dalla diffidenza iniziale del Dipartimento di Stato Usa e dell'intelligence americana («nel 1975 a Napolitano gli fu negato il visto, come avveniva per tutti i dirigenti comunisti»), alle aperture dell'ambasciata Usa a Roma, al «misterioso viaggio» di Napolitano negli Stati uniti nel '78, nei giorni del sequestro di Aldo Moro, l'altro viaggio insieme a Occhetto nel 1989, fino «all'incontro festoso, molti anni dopo, nel 2001, a Cernobbio, con Henry Kissinger, ex braccio destro di Nixon, che lo saluta calorosamente: “My favourite communist”, il mio comunista preferito. Ma Napolitano lo corregge ridendo: “Il mio ex comunista preferito!”».

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Le benemerenze di Napolitano presso il mondo anglosassone emergono nel libro-inchiesta anche su un fronte diverso, che Pinotti segue da tempi non sospetti, ovvero la massoneria, e che si intreccia con la storia più recente,vale a dire con le dimissioni forzate di Berlusconi nel 2011, a colpi di pressioni delle diplomazie internazionali e speculazioni nfinaziarie contro l'Italia. Su questo terreno gli autori fanno parlarealcune fonti, tra cui una, di cui non rivela il nome ma l'identikit:

«Avvocato di altissimo livello, cassazionista, consulente delle più alte cariche istituzionali, massone con solidissimi agganci internazionali in Israele e negli Stati Uniti, figlio di un dirigente del Pci, massone, e lui stesso molto vicino al Pd». Il quale racconta: «Già il padre di Giorgio Napolitano è stato un importante massone, una delle figure più in vista della massoneria partenopea» (proprio nei giorni successivi all'uscita del libro sarebbe spuntata, dagli archivi di un'associazione massonica di primo piano, la tessera numerata del padre di Napolitano, ndr). Tutta la storia familiare di Napolitano è riconducibile all'esperienza massonica partenopea, che ha radici antiche e si inquadra nell'alveo di quella francese...». Avvocato liberale, poeta e saggista, Giovanni Napolitano avrebbe trasmesso al figlio Giorgio (legatissimo al padre) non solo l'amore per i codici «ma anche quello per la “fratellanza”» si legge. E poi: «Per quanto riguarda l'attuale presidente, negli ambienti massonici si sussurra da tempo di simpatie della massoneria internazionale nei confronti dell'unico dirigente comunista che a metà anni Settanta, all'epoca della Guerra fredda, sia stato invitato negli Stati Uniti a tenere un ciclo di lectures presso prestigiosi atenei. Napolitano sarebbe stato iniziato, in tempi lontani, direttamente alla «fratellanza» anglosassone (inglese o statunitense)». Da lì il passo ad accreditare la tesi, molto battuta in ambienti complottisti, di un assist guidato a Mario Monti, è breve, e viene illustrata da un'altra fonte, l'ex Gran maestro Giuliano Di Bernardo («criteri massonici nella scelta di Mario Monti») e da uno 007 italiano. L'asse di Berlusconi con Putin - specie sul dossier energia - poco gradito in certi ambienti, entra in questo quadro (fantapolitica?). Con un giallo finale nelle pagine del libro, raccontato dalla autorevole fonte (senza nome): Putin avrebbe dato a Berlusconi delle carte su Napolitano. Se queste carte esistono, riguardano più i rapporti americani di Napolitano che quelli con i russi».

http://www.grandeoriente.it/comunicati/ ... zione.aspx

http://www.grandeoriente.it/RisultatiCerca.aspx

http://loggiaheredom1224.blogspot.it/20 ... stavo.html

http://www.youtube.com/watch?v=7dZe_aCYeZA

http://www.youtube.com/watch?v=i0hsyS1y-d4



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Insomma, stiamo messi davvero "bene"! [8)]
Quello che mi fa incacchiare è che tutto il giorno le TV ( a ppartire da LA 7) non fanno altro che parlare di politica!!! Ricordo che una volta, tolta una "tribuna elettorale" fatta una volta alla settimana, non c'era altro (salvo sotto elezioni, ma durava il periodo necessario, e su un canale soltanto ...).



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..questo e' il novello roi soleil della sinistra.......in mancanza di ideali,si sono procurati un re.......[:I]


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... senza baffi! [:17]



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Speriamo che la Signora con la falce (massiiii mettiamoci anche il martello per restare in tema) vada a fargli visita, ai piu' gradita.


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29 gennaio 2014

M5S, giovedì richiesta di impeachment contro Napolitano

L'istanza dovrà superare l'esame del Comitato per i procedimenti di accusa di Camera
e Senato. I parlamentari pentastellati oggi hanno lanciato un sondaggio: l'atto peggiore
compiuto dal presidente?


http://www.tgcom24.mediaset.it/politica ... 3984.shtml

L'articolo 90 della Costituzione prevede la non responsabilità del Capo dello Stato per gli "atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione". L'istanza del M5S si incentrerà principalmente sul caso delle intercettazioni tra il Capo dello Stato e Nicola Mancino nell'ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Ma nell'istanza ci saranno, assicurano i Cinque Stelle, anche altre motivazioni.

Lanciato un sondaggio contro Napolitano sul blog di Grillo - Questa mattina i grillini avevano sferzato un altro colpo contro il Capo dello Stato attraverso il sondaggio "Qual è l'atto più grave da lui compiuto?" sul blog di Beppe Grillo. Le opzioni da votare messe a disposizione sono state quattro: "Il SUO governo delle larghe intese"; "La distruzione delle intercettazioni tra lui e Nicola Mancino nell'ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia"; "Il suo silenzio nel 1997, da Ministro degli Interni, sul disastro criminale e ambientale della Terra dei Fuochi"; e per finire "La marcia forzata, condotta al ritmo dell'austerity, verso gli Stati Uniti d'Europa, nel nome della religione delle banche e della spoliazione dei diritti politici". Gli iscritti che hanno votato sono stati oltre 20mila e hanno scelto "la distruzione delle intercettazioni" quale atto peggiore.



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MessaggioInviato: 30/01/2014, 11:29 
lo riposto anche qui pari pari...


M5S: Impeachment per Napolitano
“Attentato alla Costituzione”
Il Pd: Vogliono far saltare la democrazia
Le accuse: «Mancato rinvio alle Camere di leggi incostituzionali, abuso del potere di grazia, interferenza nei procedimenti giudiziari Stato-mafia».
Rissa in Commissione affari Costituzionali, occupata la Commissione Giustizia
ANSA


I grillini intensificano l’affondo al Capo dello Stato. Il Movimento 5 Stelle «ha formalmente depositato in entrambi i rami del Parlamento la denuncia per la messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano», annuncia un comunicato. «Attentato alla Costituzione» è il reato di cui il M5S lo accusa.


Le accuse al Capo dello Stato

La richiesta di impeachment è lunga meno di dieci pagine, e viene trasmessa al presidente della Giunta per le Autorizzazioni Ignazio La Russa. Le contestazioni: «Mancato rinvio alle Camere di leggi incostituzionali; abuso del potere di grazia; grave interferenza nei procedimenti giudiziari relativi alla trattativa Stato-mafia».


Renzi e il Pd: «Vogliono far saltare la democrazia»

«La richiesta di M5S di mettere sotto accusa il Capo dello Stato rappresenta un atto scellerato volto solo a far saltare le fondamenta del nostro sistema democratico». Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza. Parole simili a quelle usate stamane da Matteo Renzi sulla bagarre pentastellata scoppiata ieri in aula : «I grillini, anziché cercare di lavorare per il bene del Paese, hanno trasformato il Parlamento in un ring, facendo ostruzionismo e bloccando la democrazia», ha detto il segretario del Pd ospite di Maurizio Belpietro a La Telefonata su Canale 5.

http://www.lastampa.it/2014/01/30/itali ... agina.html

e come ho detto anche sul topic del M5S: prima di parlare di democrazia quelli del pd dovrebbero lavarsi per bene la bocca...



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MessaggioInviato: 30/01/2014, 11:29 
Molto bene..... [:o)]




Il Movimento 5 Stelle "ha formalmente depositato in entrambi i rami del Parlamento la denuncia per la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano". Lo rende noto un comunicato del gruppo del Senato.

"Il Movimento 5 Stelle come annunciato in Aula dal capogruppo al Senato Vincenzo Maurizio Santangelo - si legge in una nota - ha formalmente depositato in entrambi i rami del Parlamento la denuncia per la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano".

"Alle ore 11.30 in Sala Nassirya al Senato - prosegue il comunicato - conferenza stampa dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle per presentare l'atto di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica. Parteciperanno: Luigi Di Maio, vicepresidente Camera dei Deputati, Federico d'Incà, capogruppo Movimento 5 Stelle Camera Vincenzo Maurizio Santangelo, capogruppo Movimento 5 Stelle Senato, Paola Taverna, cittadina al Senato - Movimento 5 Stelle Vito Crimi, cittadino al Senato - Movimento 5 Stelle".

M5S: accuse a Colle, da non rinvio leggi a Stato-Mafia ++ Altri "capi imputazione", abuso grazia,riforma art.138 e decreti (ANSA) - ROMA, 30 GEN - Mancato rinvio alle Camere di leggi incostituzionali; abuso del potere di grazia; grave interferenza nei procedimenti giudiziari relativi alla trattativa Stato-mafia: sono tra le accuse per il presidente della repubblica contenuti nella richiesta di impeachment presentata da M5S ai presidenti delle Camere. (ANSA). ++ M5S: Napolitano accusato di attentato a Costituzione ++ (ANSA) - ROMA, 30 GEN - "Attentato alla Costituzione": è il reato per cui il M5S accusa presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella richiesta di impeachment presentata. Quella presentata a Montecitorio, formata da Federico D'Incà, è lunga meno di dieci pagine, e viene trasmessa al presidente della Giunta per le Autorizzazioni Ignazio La Russa. (ANSA). ++ M5S: Speranza, richiesta vuol far saltare democrazia ++ Capogruppo Pd alla Camera, è atto scellerato (ANSA) - ROMA, 30 GEN - "La richiesta di M5S di mettere sotto accusa il Capo dello Stato rappresenta un atto scellerato volto solo a far saltare le fondamenta del nostro sistema democratico". Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza. (ANSA). M5S: Speranza, richiesta vuol far saltare democrazia (2) (ANSA) - ROMA, 30 GEN - "Il presidente Napolitano - rileva Speranza - è il cardine principale della tenuta della nostra democrazia, fedele custode e interprete dei principi sanciti dalla Carta costituzionale. Il comportamento violento messo in atto nelle ultime ore dai parlamentari di Grillo rappresenta il più triste esempio di sovvertimento di quelle regole che sono alla base delle nostre istituzioni. Il partito democratico si adopererà in ogni modo per difendere lo Stato di diritto", conclude Speranza. (ANSA).


Per Speranza: guarda che la democrazia è già saltata... da mò! [:D]



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