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MessaggioInviato: 16/12/2014, 12:16 
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Ufologo 555 ha scritto:

(La politica si mangia tutto! Per non urtare la Cina e non continuare a perseguitare i pochi cristiani lì ...)

Ma tu lo sai cosa subiscono, da parte della Cina, i tibetani?
http://lpiersantelli.wordpress.com/2013 ... del-mondo/

Due paroline da parte del papa... no eh?



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 16/12/2014, 12:18 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

(La politica si mangia tutto! Per non urtare la Cina e non continuare a perseguitare i pochi cristiani lì ...)

Ma tu lo sai cosa subiscono, da parte della Cina, i tibetani?
http://lpiersantelli.wordpress.com/2013 ... del-mondo/

Due paroline da parte del papa... no eh?

Certo! Anche quelli infatti! Ci mancherebbe ....
Per qusto che questo mondo è assai complicato "muoversi" ....
(Per cui ... aspetta e spera nel "Contatto"!) [:)]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 16/12/2014, 12:28 
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Atlanticus81 ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

Anche! Ma portae Inferi non praevalebunt! [^]


Non certo grazie alla chiesa romana...

[V]



Quando si parla delle porte dell'inferno che non prevarranno si parla della chiesa di Cristo, non certo di un'istituzione. Le parole di Gesù hanno portata spirituale non clericale.
E della Chiesa di Cristo fanno parte quelli che si sceglie Lui che potrebbero pure non essere cristiani.
Per la serie, non chi dice Signore, Signore...



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MessaggioInviato: 16/12/2014, 12:31 
Ti faccio notare che la Chiesa (Ecclesia) significa assemblea! [;)]
(Già, tu sei protestante) Però di le cose giuste, ti prego. [:)]



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 00:49 
Crac ordine Francescani, investimenti in società legate a traffici di droga e armi

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Il ministro generale ha annunciato la bancarotta, parlando di operazioni finanziarie sbagliate. Sotto accusa i movimenti di cassa verso aziende assai discusse e alcune operazioni immobiliari discutibili. E Papa Francesco ritorna ad attaccare i preti affaristi

Armi e droga con le offerte per San Francesco. Sconcerto ad Assisi per il grave dissesto finanziario dell’ordine fondato dal frate povero da cui Jorge Mario Bergoglio ha preso il nome da Papa. Al crack economico denunciato dal ministro generale, padre Michael Perry sul sito ufficiale dei Frati minori, seguono i particolari sconvolgenti della vicenda che ha ridotto sul lastrico i francescani della curia generalizia di Roma. All’origine della bancarotta ci sarebbero investimenti sbagliati in società legate a traffici illeciti, come quelli di droga e di armi. Ma anche i lavori di ristrutturazione dell’hotel e ristorante di lusso Il Cantico, in via Gregorio VII a Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro e da Casa Santa Marta, la residenza di Papa Francesco. Alla guida della struttura, utilizzata spesso anche dalla Conferenza episcopale italiana, c’era proprio l’ex economo generale dei francescani, padre Giancarlo Lati, che si è già dimesso dal suo incarico e anche da quello di rappresentante legale dell’ordine, ufficialmente per motivi di salute.

“La Curia generale – ha spiegato padre Perry – si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti”. Da un’indagine interna avviata nel settembre 2014, infatti, è emerso anche che “i sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del patrimonio dell’ordine erano o troppo deboli oppure compromessi, con l’inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e trasparente.

Sembrano esserci state – prosegue Perry – un certo numero di dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata la cura del patrimonio dell’ordine, senza la piena conoscenza e il consenso né del precedente né dell’attuale Definitorio generale“. Secondo il superiore generale dei francescani “la portata e la rilevanza di queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità finanziaria della Curia generale“. “Per questi motivi – annuncia Perry – il Definitorio generale all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”.

“Queste dubbie operazioni – spiega ancora frate Perry, che però nella lettera non specifica l’entità finanziaria e le caratteristiche delle stesse – vedono coinvolte persone che non sono francescane ma che sembra abbiano avuto un ruolo centrale nella vicenda”. “Per questi motivi – annuncia anche il ministro generale – il Definitorio all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”.

“Le autorità ecclesiastiche competenti – fa sapere ancora Perry – sono state informate di queste nostre preoccupazioni“, chiedendo a “tutti i ministri provinciali e custodi la loro comprensione e un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all’attuale situazione, che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi”.

L’ordine, che si è affidato a un “team di avvocati altamente qualificati”, ha avviato anche una serie di iniziative “al fine di riprendere il controllo sulle attività economico-finanziarie della Curia generale”. Il vice economo ha già iniziato ad agire come economo generale facente funzioni e il Definitorio ha nominato un altro frate come rappresentante legale. Inoltre, è stato scelto un terzo frate, esperto in questioni economiche e amministrative, che è stato nominato delegato speciale del ministro generale per gli affari economici della Curia generale e ha iniziato il suo lavoro all’inizio del mese di ottobre 2014. Concludendo la sua lettera, padre Perry dice di rendersi conto della “delusione” che colpirà molti tra i confratelli e richiama come incoraggiamento l’esempio offerto da “Papa Francesco nel suo appello alla verità e alla trasparenza nelle attività finanziarie sia nella Chiesa che nelle società umane”.

Intanto è arrivata anche una forte condanna da parte del Pontefice: “Tante volte io penso che la Chiesa in alcuni posti, più che madre è una imprenditrice”. Una denuncia fortissima quella di Bergoglio, per certi aspetti inedita nonostante egli abbia più volte tuonato con forza nei suoi due primi anni di pontificato contro i “preti affaristi” e la vendita di messe e sacramenti. Una durissima accusa che non aveva raccolto il consenso del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Nell’ultima messa del 2014 con i fedeli nella sua residenza di Casa Santa Marta, il Papa ha puntato il dito contro la “sterilità della Chiesa: sterilità di egoismi, di potere, quando la Chiesa crede di potere tutto, di impadronirsi delle coscienze della gente, di andare sulla strada dei farisei, dei sadducei, sulla strada dell’ipocrisia”. Una vera e propria fotografia del crack finanziario dei francescani.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1289392/



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 01:17 
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Ufologo 555 ha scritto:

Ti faccio notare che la Chiesa (Ecclesia) significa assemblea! [;)]
(Già, tu sei protestante) Però di le cose giuste, ti prego. [:)]


Cosa cambia scusa [8]
Chiesa di Cristo o Assemblea di cristo, non ha significato di istituzione ma di un' assemblea di gente che potrebbe, come dice Hanna, venire scelta da lui, tra cui potrebbero far parte anche i non cristiani..



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 01:20 
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Atlanticus81 ha scritto:

Crac ordine Francescani, investimenti in società legate a traffici di droga e armi

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Il ministro generale ha annunciato la bancarotta, parlando di operazioni finanziarie sbagliate. Sotto accusa i movimenti di cassa verso aziende assai discusse e alcune operazioni immobiliari discutibili. E Papa Francesco ritorna ad attaccare i preti affaristi

Armi e droga con le offerte per San Francesco. Sconcerto ad Assisi per il grave dissesto finanziario dell’ordine fondato dal frate povero da cui Jorge Mario Bergoglio ha preso il nome da Papa. Al crack economico denunciato dal ministro generale, padre Michael Perry sul sito ufficiale dei Frati minori, seguono i particolari sconvolgenti della vicenda che ha ridotto sul lastrico i francescani della curia generalizia di Roma. All’origine della bancarotta ci sarebbero investimenti sbagliati in società legate a traffici illeciti, come quelli di droga e di armi. Ma anche i lavori di ristrutturazione dell’hotel e ristorante di lusso Il Cantico, in via Gregorio VII a Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro e da Casa Santa Marta, la residenza di Papa Francesco. Alla guida della struttura, utilizzata spesso anche dalla Conferenza episcopale italiana, c’era proprio l’ex economo generale dei francescani, padre Giancarlo Lati, che si è già dimesso dal suo incarico e anche da quello di rappresentante legale dell’ordine, ufficialmente per motivi di salute.

“La Curia generale – ha spiegato padre Perry – si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti”. Da un’indagine interna avviata nel settembre 2014, infatti, è emerso anche che “i sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del patrimonio dell’ordine erano o troppo deboli oppure compromessi, con l’inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e trasparente.

Sembrano esserci state – prosegue Perry – un certo numero di dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata la cura del patrimonio dell’ordine, senza la piena conoscenza e il consenso né del precedente né dell’attuale Definitorio generale“. Secondo il superiore generale dei francescani “la portata e la rilevanza di queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità finanziaria della Curia generale“. “Per questi motivi – annuncia Perry – il Definitorio generale all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”.

“Queste dubbie operazioni – spiega ancora frate Perry, che però nella lettera non specifica l’entità finanziaria e le caratteristiche delle stesse – vedono coinvolte persone che non sono francescane ma che sembra abbiano avuto un ruolo centrale nella vicenda”. “Per questi motivi – annuncia anche il ministro generale – il Definitorio all’unanimità ha deciso di chiedere l’intervento delle autorità civili, affinché esse possano far luce in questa faccenda”.

“Le autorità ecclesiastiche competenti – fa sapere ancora Perry – sono state informate di queste nostre preoccupazioni“, chiedendo a “tutti i ministri provinciali e custodi la loro comprensione e un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all’attuale situazione, che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi”.

L’ordine, che si è affidato a un “team di avvocati altamente qualificati”, ha avviato anche una serie di iniziative “al fine di riprendere il controllo sulle attività economico-finanziarie della Curia generale”. Il vice economo ha già iniziato ad agire come economo generale facente funzioni e il Definitorio ha nominato un altro frate come rappresentante legale. Inoltre, è stato scelto un terzo frate, esperto in questioni economiche e amministrative, che è stato nominato delegato speciale del ministro generale per gli affari economici della Curia generale e ha iniziato il suo lavoro all’inizio del mese di ottobre 2014. Concludendo la sua lettera, padre Perry dice di rendersi conto della “delusione” che colpirà molti tra i confratelli e richiama come incoraggiamento l’esempio offerto da “Papa Francesco nel suo appello alla verità e alla trasparenza nelle attività finanziarie sia nella Chiesa che nelle società umane”.

Intanto è arrivata anche una forte condanna da parte del Pontefice: “Tante volte io penso che la Chiesa in alcuni posti, più che madre è una imprenditrice”. Una denuncia fortissima quella di Bergoglio, per certi aspetti inedita nonostante egli abbia più volte tuonato con forza nei suoi due primi anni di pontificato contro i “preti affaristi” e la vendita di messe e sacramenti. Una durissima accusa che non aveva raccolto il consenso del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. Nell’ultima messa del 2014 con i fedeli nella sua residenza di Casa Santa Marta, il Papa ha puntato il dito contro la “sterilità della Chiesa: sterilità di egoismi, di potere, quando la Chiesa crede di potere tutto, di impadronirsi delle coscienze della gente, di andare sulla strada dei farisei, dei sadducei, sulla strada dell’ipocrisia”. Una vera e propria fotografia del crack finanziario dei francescani.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12 ... a/1289392/


Noooo cacchio pure loro! [V]...Mannaggia i francescani mi stanno simpatici.. e mo chi glielo dice a mia cognata? [8)]



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 10:41 
... Il demonio è presente ovunque; digli che c'è gente che lo fa per vocazione ed altri per ... interessi (come i medici).[;)]



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Più che il demonio, io direi il Dio denaro! [}:)]



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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(Sono la stessa cosa) [;)] Chiamato"il dio uno e quattrino"!



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MessaggioInviato: 04/01/2015, 15:55 
La rivelazione di Papa Bergoglio: finalmente dice come stanno le cose

Da quando lo hanno eletto, a seguito di un vero e proprio colpo di stato entro le mura vaticane, abbiamo sempre scritto che i cosiddetti "grandi cambiamenti" introdotti dai gesuiti attraverso il loro Papa avevano un solo scopo: rafforzare il potere della gerarchia ecclesiastica, rafforzare il principio di autoritá.
Ripulire, parlare di bene, di amore, ridurre la corruzione, attenuare l'immagine sfacciatamente ricca della Chiesa... Bene! Ma fatto fondamentalmente per frenare l'enorme emorragia di fedeli e di vocazioni. Per frenare il processo di ineluttabile esaurimento della istituzione Chiesa, in atto parallelamente alla crescita delle libere coscienze umane.
Tutto questo per mantenere il potere più a lungo possibile, un potere che è enorme dal punto di vista spirituale, finanziario e politico a livello mondiale.

I gesuiti, dicevamo, una volta agguantato per la prima volta il ruolo supremo papale, faranno di tutto per rafforzare il loro potere, concedendo, andando incontro alle esigenze di buoni ideali, di amore, di pulizia, della gente comune. Tutto, pur di salvare il potere, la pretesa di essere intermediari indispensabili tra umanitá e mondo spirituale. La pretesa che degli uomini, solo perchè facenti parte di una gerarchia autonominata, siano superiori ad altri, siano i "pastori" di altre anime... Di tutte le altre anime. Pastori comunque, giuridicamente, a prescindere dal loro vero livello di coscienza.

Spesso, quando commentavamo in questa direzione le mosse di questo Papa, siamo stati criticati, perchè troppo maliziosi, perchè questo Papa la pensa in un altro modo, non é autoritaristico, ma amoroso e aperto, coraggioso ... Tutti lo vedono: ogni giorno il coro dei media ci parla di disastri, di cattiverie ovunque, tranne che nei discorsi del Papa… sempre buoni, belli ed elevati… Mai il minimo velo di critica… Solo grande positività.

Ma ieri, a Capodanno, proprio il Papa ha deciso di fare un discorso per confermare con grande precisione quanto da noi affermato.

Ecco cosa ha detto Bergoglio ieri: “Non è possibile amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa”. Questa è una frase scritta da Paolo VI nella encliclica “Evangelii nuntiandi”. Che Bergoglio ulteriormente commenta: «Infatti è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi. Dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa».

E fino a qui potremmo anche essere d’accordo, se si intendesse per Chiesa, per Ecclesia l’intera umanità. Ma Bergoglio, come sempre i suoi predecessori, precisa molto bene cosa è la Chiesa. Ecco la frase completa:

Lo incontriamo nella Chiesa, nella nostra santa madre Chiesa gerarchica».

GERARCHICA?

Sì, avete letto bene: la Chiesa di cui parla Bergoglio è solo ed esclusivamente quella GERARCHICA, quella fatta di un gregge di pecore e poi, sopra di loro, una piramide di frati e monache, preti, monsignori, vescovi, cardinali e poi sopra di tutti il Papa, l’unico in grado di stare in contatto vero con il Cristo…

cardinali spalleBah… bella pretesa.

Ma non è una pretesa innocua: quanti disastri, quanti morti, quante stragi, processi, torture, roghi, sensi di colpa, quanti accumuli di ricchezze, intrighi, potere… in nome di questa bimillenaria pretesa imperiale….

Ma non è finita: nel suo discorso il Pontefice ha anche sottolineato che la Chiesa «è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità. Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, - ha rimarcato - può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un'idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori».

Come dire: E’ solamente la GERARCHIA ECCLESIASTICA che può “donare” il Cristo. E senza la GERARCHIA ECCLESIASTICA, che va accettata con tutto il suo portato terreno di materia, comprese banche, immobili, potere politico e schiere di clerici, senza la sua intermediazione, il suo continuo imprimatur, nessuno si può permettere una relazione con il Mondo Spirituale. Senza la GERARCHIA perfino un mistico, un santo, un iniziato… è un folle in balia della propria immaginazione, delle proprie interpretazioni, dei propri umori.

Come dire che solo la Gerarchia è arbitra dell’anima ed in grado di “pontificare” su tutto. Senza la GERARCHIA siamo dei poveri stupidi, dei bambocci in preda alle allucinazioni….
Solo la GERARCHIA ECCLESIASTICA, fatta di giusti e di eletti guidati da un unico portatore della Verità, può assicurare il contatto con il Mondo Spirituale... Cristo non è raggiungibile senza questa gerarchia, da nessuno.
Bella pretesa.. Non vi pare?

Questa Chiesa di potere si comporta ancora come l’Impero Romano da cui direttamente deriva: ai primi cristiani, per non finire in croce o in pasto ai leoni, veniva data una possibilità: “Riconosci l’Imperatore come essere Divino superiore a tutti e non verrai perseguitato. Potrai poi esercitare la religione che ti pare, come ti pare…

L’importante era preservare il principio di autorità imperiale sul quale si reggeva il potere materiale e spirituale dell’Imperatore.

E cosa è cambiato nella sostanza rispetto a Gregorio VII che mille anni fa ribadiva che la Chiesa si pone al di sopra di tutte le organizzazioni umane; e che il Papa, nel suo ruolo di capo della Chiesa, è il vicereggente di Dio sulla Terra, e quindi la disobbedienza nei suoi confronti implica la disobbedienza a Dio…

E dove è quindi il “nuovo” portato dal gesuita Papa Bergoglio? Cosa è cambiato dalla vecchia impostazione autoritaristica della vecchia Chiesa-Impero?

Forse solo l'immagine e le parole... Scarpe nere al posto di scarpe rosse, una utilitaria circondata da macchine di lusso e guardie del corpo, una abitazione semplice al centro di uno Stato traboccante di oro, beni immobili, enormi assets finanziari... Tante buone parole contro la corruzione, per l’amore, per la pace, contro i pedofili ecclesiastici, contro la finanza: tutto quello che le nostre coscienze vogliono sentire… pur di non intaccare il principio centrale dell’Autorità dell’Imperatore-Papa, della sua Corte e delle sue burocrazie.
Paolo VI diceva le stesse cose, e Woitila arrivò a scrivere una frase terribile, intrinsecamente blasfema: " Non c'è Cristo senza Chiesa".

Quale supponenza.. Quale obnubilamento della coscienza...

Nessuna coscienza libera può accettare queste pretese, puó sottoporsi a questo giogo riconfermato ieri da Bergoglio. E per fortuna nemmeno nessun essere spirituale si sogna di accettare questo giogo, questo imbuto di potere.... E certamente nemmeno il Cristo ha bisogno della GERARCHIA per parlare con noi.

Lo possono dire quanto gli pare, a beneficio di chi ci vuole credere, ma non funziona così.

Perché sia così non basta il coro plaudente ed osannante dei media di potere.

La realtà spirituale è altra cosa, per fortuna, e passa per la nostra interiorità in contatto diretto con il Mondo Spirituale.

Certo sorge anche un’altra considerazione: se questo è il “nuovo” introdotto dai gesuiti.... difficilmente ce la faranno a salvare quello che resta della autoritá morale della Chiesa... Che non può più poggiarsi sul monopolio obbligatorio degli affari religiosi umani.

Un monopolio che per fortuna non viene riconosciuto a nessuno né dalle coscienze libere né dal Mondo Spirituale.
Quanto sa di vecchio questa finta aria nuova che si respira in Vaticano...

Non è più tempo di pecorelle smarrite... Ma di coscienze deste e libere... I pastori servono sempre di meno.
Ma veramente possiamo ancora sentirci "pecore" di fronte ad uno di questi membri della "GERARCHIA" ?
Ci sono nel clero, soprattutto nei ranghi non carrieristi, tante bravissime persone, da considerare fratelli e sorelle per il loro grande impegno a favore del prossimo... Ma nemmeno loro si sentono parte di una GERARCHIA… Si sentono più che altro fratelli e sorelle in aiuto del prossimo, secondo il vero modello evangelico. Ed in genere hanno molti problemi a svolgere la loro missione, spesso posti proprio dalla GERARCHIA superiore…

Che c’entra con questi bravi religiosi la pretesa di un gruppo di loro superiori “gerarchici” di essere "diversi" da noi, più vicini al Cielo in quanto Gerarchia?

Superiori in che, nell'etica…?

Chiunque è stato in contatto con le gerarchie ecclesiastiche sa che essere parte della GERARCHIA non garantisce alcuna etica superiore, che è sempre un fatto interiore. Dell’interiore rapporto diretto tra il proprio Spirito ed il Mondo Spirituale.

Bella pretesa questa del Papato Gerarchia... Antistorica e fondata solo su esigenze di potere.
La spiritualità vera è in ognuno di noi, proprio quando finalmente, in contatto diretto con le proprie guide spirituali, il nostro spirito riesce a portare i principi divini in Terra: Amore, Saggezza, Creatività...

Con le proprie forze, nella vita di tutti i giorni.

Così crescono le coscienze... fuori dalle Chiese, fuori dalle gerarchie… esercitando l’Amore a contatto con le sfide poste dalla rete di relazioni umane…

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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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Io l' avevo detto subito...



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A Dio non frega niente dei nostri peccati. Apologia cattolica del peccato

Dio non ha scelto d’avere a disposizione uomini “giusti”: lui ha solo uomini peccatori, ma desiderosi di cambiare, come sanno cambiare solo coloro che amano veramente.

Sarà perché ultimamente si sta diffondendo un moralismo a senso unico: contro i cattolici, soprattutto se preti… La ragione ultima di questo sconforto e sentimento di vergogna, di questa incapacità ad essere testimoni credibili consiste nel fatto che non abbiamo ancora capito che a Dio non gliene frega niente dei nostri peccati. Sì: se c’è una cosa che a Dio non frega per nulla sono i peccati, miei e tuoi. Il peccato ha ancora un valore solo in un mondo in cui non c’è spazio per la rivelazione cristiana. “Pagare per i propri peccati” non è cristiano



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don Marco Scandelli

Il cristiano, questo moderno Calimero

Sarà perché ultimamente si sta diffondendo un moralismo a senso unico: contro i cattolici, soprattutto se preti… sarà perché tanti sono gli sforzi, ma pochi i risultati che la Chiesa sta ottenendo dalla Nuova Evangelizzazione: anzi, i numeri oltreché la qualità sono di segno negativo… sarà perché sempre più spesso nei meeting parrocchiali le parole “stanchezza”, “disillusione”, “fatica”, “incomprensione”, “vergogna”, “vuoto interiore”, “tristezza”, sono all’ordine del giorno… ma Gesù non era venuto a portare la gioia? (Cfr. Evangelii Gaudium 1).

Sarà un po’ per tutto questo e certamente altro ancora, ma ultimamente c’è una cosa che non riesco proprio a sopportare: la sindrome del Calimero cristiano!

La diagnosi? La ragione ultima di questo sconforto e sentimento di vergogna, di questa incapacità ad essere testimoni credibili consiste nel fatto che non abbiamo ancora capito che a Dio non gliene frega niente dei nostri peccati.

Sì: se c’è una cosa che a Dio non frega per nulla sono i peccati, miei e tuoi.

Ma come? Così, dal nulla? Ma se è da sempre che i preti martellano dicendo che siamo peccatori e dobbiamo convertirci! Migliaia di ore di prediche spese sull’importanza, sul peso, sul prezzo del peccato… quelle azioni schifose che compiamo a causa del Demonio, della concupiscenza, della nostra fragilità, figli di Adamo ed Eva.

Dio non è venuto per chi si flagella superbamente



E’ colpa del moralismo. Di quella visione protestantica, puritana, fredda e auto-giustificante che si è insinuata nella Chiesa Cattolica grazie al prevalere del fare sull’essere, dell’etica sull’ontologia. Della morale sulla dottrina. Appunto.

Nella sua forma più diffusa oggi si chiama giansenismo. All’esterno sacrificio, annullamento di sé, abnegazione, digiuni, ore in ginocchio… perché interiormente si sta combattendo una guerra: “Ce la farò a vincere, da solo. Ce la farò a contenermi, ce la farò a non cadere, ce la farò a sconfiggere le tentazioni, pregherò di più, mangerò di meno, mi frusterò anche”. In fondo Dio non serve.

L’effetto? Molto simile a quello di una pentola a pressione: più si tiene chiuso il coperchio e più c’è il rischio che esploda. E cacchio se non sono esplose tante di queste pentole.

In fondo il problema consiste nel fatto che non abbiamo ancora capito cosa vuol dire che Gesù non è «venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2,17). Ora, o lui ci spiega chi siano i giusti (lui stesso? Sua madre? Ci sono altri?) o dobbiamo prendere atto che di fronte a Dio siamo tutti peccatori.

Quindi in realtà il Signore è venuto per tutti. E allora chi sarebbero questi “giusti”? Non si tratta di “giusti” in senso ontologico, ma piuttosto di “giustificati”, anzi di “auto-giustificati”. Gesù non è venuto per chi si auto-giustifica, perché chi si giustifica da solo che bisogno ha di Dio?

Dio non è venuto per chi si flagella: la flagellazione è (quando non vero e raro dono di Dio) una forma di superbia in cui la persona fingendo di abbassarsi si pone in realtà su un piedistallo.

Un giorno mi capitò sotto mano un vecchio libricino intitolato: “L’arte di trar profitto dai nostri peccati”, trovai in particolare molto interessante il II capitolo: “Non dobbiamo turbarci di fronte ai nostri peccati”.

Più o meno veniva sconsigliato di pensare troppo a lungo e in modo morboso a quanto commesso di male. Peggiore del peccato, diceva l’autore, è il turbamento del peccato con il quale il Demonio tenta di far vedere quanto è sfigurata la nostra anima: per scoraggiarla, per bloccarla, per annichilirla e dunque prenderla in suo potere, magari suscitando il desiderio, impossibile da realizzarsi, di ripagare.

E così si cade inevitabilmente nello sconforto.

E mo’, chi paga?



Dio tra noi. La visione cattolica delle cose

Qualche sera fa stavo studiando. Mi arriva una chiamata sul cellulare. Una signora in lacrime mi supplica di essere ricevuta immediatamente. Un po’ preoccupato le dico di venire nel Collegio dove abito. Erano circa le 21. Quando arriva al cancello mi accorgo che è sconvolta. La faccio accomodare in una saletta e senza chiederle troppe cose mi rendo conto che ha bisogno di porre tutto sotto il sigillo della Confessione. E così faccio.

Ad ogni modo, percepiva così tanto il male che aveva compiuto che sembrava quasi schiacciata da un giogo insopportabile. Pensai al Signore Gesù che ci invita a prendere il suo di giogo, che è leggero.

Ho così cominciato a spiegarle che il Signore la perdonava, gratuitamente… non l’avessi mai fatto! Mi ferma quasi con rabbia dicendomi: “No, padre. Io ho da pagà!”. Sono rimasto di stucco, ma pareva che non ci fosse verso per farle cambiare idea: lei voleva pagare per il suo peccato. Doveva pagare. Si sentiva indegna del perdono gratis (qui salvando salvas gratis). E io non sapevo come farle capire che… che a Dio non gliene frega niente dei suoi peccati.

Dal peccato da che mondo è mondo ci si libera solo con i sacrifici, con le frustate… sì, questo è vero… ma solo in un mondo pre o anti cristiano. In un mondo in cui non c’è spazio per il Dio che ha inviato suo Figlio a morire in Croce per la nostra salvezza.

In un mondo in cui tutto è una faccenda umana: “Io sono caduto, io devo pagare… poi potrò pensare a Dio”. Ma allora san Paolo ha raccontato frottole? «Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi» (Rm 5,6).

Che cosa potremmo dare noi in cambio a Dio per ripagarlo dei nostri peccati? Forse i sacrifici? Forse tagliarci le vene? Strapparci i capelli e le unghie? Forse possiamo tentare con dell’oro? Forse c’è qualcosa che possa valere così tanto da azzerare il debito che noi abbiamo nei suoi confronti?

Ragazzi, offro io

Il peccato ha ancora un valore solo in un mondo in cui non c’è spazio per la rivelazione cristiana. “Pagare per i propri peccati” non è cristiano. È, sì, espressione del senso religioso… nelle religioni si “paga” per i peccati. Ma il cristianesimo non è una religione. La religione è il tentativo umano di arrivare a Dio. Nelle religioni ognuno paga per sé.

Il cristianesimo propriamente parlando non è una religione, al massimo è proprio il contrario di una religione: il cristianesimo è Dio che viene verso l’uomo. Il cristianesimo è rivelazione. Il cristianesimo è Gesù che “va alla cassa” e paga per tutti. E questo è il motivo per cui a Dio non interessano i peccati: a Dio non gliene frega più niente dei peccati. Perché li ha già pagati. Tutti. Una sola volta. Per sempre, ci spiega la Lettera agli Ebrei (9,12). Stop!

Molti cristiani purtroppo hanno sempre il volto sfigurato, triste, cupo, perché non hanno ancora capito che il cristianesimo non è una religione, ma “l’incontro con una persona viva” (Deus caritas est 1).

Che evangelizzatori potranno essere mai dei cristiani che perdono tempo a pensare come ripagare Dio di un debito che non esiste più, almeno dal primo venerdì santo della storia!?

Bisogna rendersi conto di questo moralismo puritano che non è cattolico, anzi è la morte del cattolicesimo e la tomba o la galera del cristiano… che però sta incancrenendo anche tanti uomini di Chiesa.

Meglio una Chiesa che sbaglia che una Chiesa bigotta

Parlo di queste cose con il Mastino, il quale mi dice: «Non incentiveremo troppo il lassismo e le auto-consolazioni che infine si fanno alibi?».

Gli rispondo: «È il rischio di scommettere sulla coscienza, Antonio! Vatti a rileggere l’articolo sull’ultimo brindisi alla coscienza che tu proprio pubblicasti su Papalepapale un annetto fa (vedi qui)».

Mi incalza: «Ma la coscienza è una cosa delicata, che va anzitutto educata… quanti oggi?».


Il Cristo flagellato di Canonica.

Una volta andai in viaggio con la mia famiglia in un albergo all inclusive: uno di quelli in cui i clienti possono usufruire di ogni confort senza aggiungere un euro. Non so se vi è mai capitato, ma appena si arriva nasce la tentazione di abbuffarsi su ogni cosa: “Tanto è già pagato!”.

Ecco, dire che il Signore ha già pagato tutto col “prezzo del suo sangue” (cfr. Gv 1,36) può far nascere la tentazione di abbuffarsi, perché tanto va tutto sul suo conto. Come chi commette un peccato, sapendo che poi andrà a confessarsi…

Se Gesù ha già saldato il debito, dobbiamo però ricordarci che lo ha fatto ricevendo lui le frustate, lui è stato flagellato, lui è stato picchiato, lui è caduto sotto la Croce, lui è stato trapassato dai chiodi. Lui ha portato il peso (sustulit) del peccato del mondo.

Perciò l’atteggiamento autenticamente cristiano è quello di chi, da una parte cerca di evitare il peccato esercitando le virtù. Dall’altro, qualora cadesse nell’errore, deve chiedere immediatamente perdono a Dio implorando: “Signore, abbi misericordia di me peccatore”.

Se questo desiderio è sincero (contrizione perfetta), Dio dona subito il perdono dei peccati e la persona può accostarsi alla Santa Comunione senza commettere sacrilegio. Si pensi anche al caso di chi desideroso di accostarsi al confessionale morisse durante il tragitto.

Poi è necessario confessarsi quanto prima, certo… ma perché la vera contrizione, dice san Tommaso nella Summa, «implica il proposito della confessione. Essa perciò libera i penitenti dalla colpa come il desiderio del battesimo ne libera i battezzandi».


Beghine in ambito calvinista fiammingo

Ad ogni modo, il Mastino ha ragione, e come al solito mette il dito nella piaga. Ma piuttosto che continuare a lasciare i miei fratelli nell’ignoranza protestante e bigotta, preferisco correre il rischio di scommettere tutto sulla capacità della coscienza. Anche quando fosse gravemente deteriorata, è comunque in grado di riconoscere la strada verso la verità e desiderare almeno di seguirla.

Scrive a tal proposito Papa Francesco: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli» (Evangelii Gaudium 49).

Ama e fa’ ciò che vuoi

Mettere nero su bianco queste cose, fare una apologia cattolica del peccato non è dunque per incentivare a peccare, né tanto meno per offrire alibi al peccatore.

È innanzitutto un servizio alla verità; e in secondo piano è un invito a non flagellarsi quando ci si scopre peccatori, ma a chiedere immediatamente perdono e ricominciare a vivere la vita in Cristo, senza paura di sbagliare. Continuare ad insistere sul peccato vuol dire, in fondo, fare il gioco del Diavolo. Significa non avere fede che Gesù ha già pagato.

Il cristianesimo non è lo stoicismo, non è il buddismo, non sono i cinque precetti dell’Islam: per ricevere la salvezza non c’è bisogno di fare qualcosa, ma di “essere”, anzi il vero nome dell’Essere per il cristiano è l’“amare”: Dio è amore. «Ama e fa’ ciò che vuoi!», dice sant’Agostino. Papa Benedetto ci ha scritto un’intera grandiosa enciclica su questa roba: Deus caritas est.

La differenza tra un cristiano e un non cristiano non è la statura morale, non è la capacità di astenersi dal peccato. La differenza consiste nel fatto che il cristiano ama Gesù e la sua Chiesa e per questo chiede perdono attraverso la confessione. Il non cristiano – anche se battezzato – non amando in fondo se non se stesso si illude di potersi auto-giustificare, non avendo più bisogno di chiedere perdono, se non per sentirsi tranquillo in una sua abitudine.

Dio ha già perdonato i peccati con la crocifissione di suo Figlio. Perciò, che l’uomo sia peccatore lui lo sa già. Ciò che Dio in qualche modo non sa, invece, è se l’uomo pur peccatore e ferito possa amarlo e desiderarlo sopra ogni cosa: questo è il mistero della libertà dell’uomo.

Il pentirsi di non pentirsi

Per questo mi avvio alla conclusione riportando una pagina del romanzo Il mondo, la carne e padre Smith di Bruce Marshall, nella quale un prete cattolico è intento ad ascoltare la confessione di un marinaio moribondo.

«“Figliolo”, disse, “son venuto a confessarti”. Il marinaio spalancò due occhi molto celesti, che, evidentemente ci misero un pezzetto a interpretare la sua presenza: ma quando ci furono arrivati, si fecero scuri e irosi. “Mi lasci in pace!” fece il vecchio, sollevandosi un po’ sul letto e poi ricadendo riverso. Il Padre Smith sorrise, stanco. […] “Figliolo, guarda che stai per morire: codeste arie di miscredente non ti serviranno più, ormai, per far bella figura con nessuno. Hai ancora poco tempo per acquistar meriti. Io sono il sacerdote di Dio e son qui a confessarti”. […] “è vero, Padre: n’ho fatte di tutti i colori; ma ormai è tardi”. “Non è mai tardi, finché s’ha fiato in corpo. è proprio qui che si manifesta la misericordia di Dio”. […] Fu subito evidente che il marinaio non praticava più la sua religione da anni. […] Poi cominciò a parlare al prete di tutte le belle donne che aveva conosciuto a Buenos Aires e a Hong Kong e disse che gli erano piaciute più quelle di Hong Kong […] ora che ci pensava, non gli dispiaceva affatto d’aver conosciuto queste donne, perché erano tutte così belle, e gli sarebbe piaciuto conoscerle un’altra volta se gliene fosse capitata l’occasione. Il Padre Smith disse che faceva molto male a pensare così, e che il Signore, la Madonna, san Giuseppe e tutti i santi erano molto più belli di tutte le prostitute cinesi messe insieme; ma questo, il vecchio marinaio lo mise in dubbio, e aggiunse che neppure ora gli dispiaceva d’aver conosciuto quelle donne. […] Il prete disse che non era questo il modo di parlare a Dio in punto di morte e che il marinaio avrebbe fatto meglio a pentirsi alla svelta dei suoi peccati se non voleva andare all’inferno e perdere Nostro Signore per sempre; ma quello rispose che mentre si pentiva d’aver lasciato così spesso i Sacramenti e di non aver amato di più Dio, non si pentiva affatto d’aver conosciuto tutte quelle donne, perché erano tutte così belle e alcune anche tanto buone. Disperato, il Padre Smith gli chiese allora se si pentiva di non pentirsi d’aver conosciuto tutte quelle donne, e il marinaio rispose di sì, che si pentiva di non pentirsi e sperava che Dio l’avrebbe capito. Al che il Padre Smith disse che credeva anche lui che Dio l’avrebbe capito, e dette al vecchio marinaio l’assoluzione dei suoi peccati».

A Dio non gliene frega niente del peccato perché a lui interessa la conversione del peccatore. Questo è il vero volto della misericordia. E finché non sperimenteremo la misericordia di Dio, finché non ci renderemo conto che Gesù ha già pagato per i peccati, saremo cristiani stanchi, affaticati, attaccati alle sottane dei preti per poter ricevere da loro approvazione e non far lavorare la nostra coscienza.

E così continueremo a non capire che la Nuova Evangelizzazione passa anzitutto dal volto sereno e lieto di ogni battezzato. Noi siamo sentinelle che presidiano il posto che in questo mondo Dio ci ha assegnato!

Dio non ha scelto d’avere a disposizione uomini “giusti”: lui ha solo uomini peccatori, ma desiderosi di cambiare, come sanno cambiare solo coloro che amano veramente.

http://www.papalepapale.com/develop/a-d ... l-peccato/



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MessaggioInviato: 04/01/2015, 18:18 
"Purtoppo" è un Papa ... Argentino [^]



Così prosegue la guerra di Papa Francesco


Bergoglio arruola pure il teologo della Liberazione! [8)]


È ormai guerra aperta in Vaticano. Il terreno di scontro non è teologico o dottrinale, ma riguarda solamente la figura di Papa Francesco, forse il Pontefice più amato del secolo e dal secolo.

Tuttavia c’è anche chi, di fronte al governo del Papa venuto dalla fine del mondo, comincia a storcere il naso e a dire che proprio qualcosa non va (come nel caso di Antonio Socci e Vittorio Messori).

E proprio per ribattere alle umili critiche mosse da Messori contro Papa Francesco è apparso oggi sul Corriere un articolo firmato da Leonardo Boff. Boff è un ex tutto: ex francescecano ed ex presbitero. Uno degli ultimi esponenti della Teologia della Liberazione, che – val la pena ricordarlo – è stata definita da Benedetto XVI come una "falsificazione della fede".

Dopo esser stato condannato nel 1985 ad un "rispettoso silenzio" e minacciato di ulteriori provvedimenti disciplinari da parte di Giovanni Paolo II, Boff ha abbandonato l’abito sacerdotale, si è sposato e ora vive in una riserva ecologica assieme alla moglie e ai sei figli adottivi. È inoltre un sostenitore di Gaia, una sorta di religione dell’ambiente che si rifà agli antichi miti pagani.

Durante il pontifiato di Benedetto XVI Boff si è segnalato come uno dei più feroci critici di Ratzinger, da lui definito "un Papa frustrato, che ha cercato di ridurre la Chiesa a un museo di cose antiche, riportando la messa in latino e certe vestimenta che datano del Rinascimento, ha perfino adottato abitudini da Palazzo, prima di dare l'ostia bisognava baciargli l'anello".

A partire dal 13 marzo del 2013, ovvero dal giorno dell’elezione del Papa venuto dalla fine del mondo, Boff pare però aver fatto pace con Roma. Dimenticate le antiche contese, è ora diventato uno dei più solerti difensori del Papa. Così il Corriere gli ha concesso al nuovo zuavo pontificio Boff di replicare all’articolo di Messori.

La replica, a dire il vero, non è stata un granché, anche perché essa è, nelle sue linee generali, la riproposizione di un articolo che l’ex francescano aveva già pubblicato sul proprio sito e che ripropone tutto il campionario della teologia progressista: "Adesso appare un Papa ‘francescano’ che ama i poveri, che non ‘veste Prada’, che fa una critica dura al sistema che produce miseria nella gran parte del mondo".

Ciò che colpisce, però, è che il Corriere abbia avvisato tardissimo Messori dell’articolo di Boff e che, come siamo venuti a sapere, di fatto non gli abbia concesso alcun diritto di di replica. O, meglio, Messori potrà rispondere alle insinuazioni di Boff, ma solo domani e con un pezzo abbastanza breve. Prosegue così la guerra in Vaticano. Tra colpi bassi e guerra aperta agli oppositori di Francesco.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 80152.html



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MessaggioInviato: 04/01/2015, 18:21 
La chiesa cattolica pur essendo colpevole di numerosi crimini che ne minano giustamente le fondamenta, rimane l' ultimo ostacolo ai piani degli illuminati.
Al suo interno si annidano infiltrati e opportunisti che stanno erodendo quello che di buono è stato fatto, perchè qualcosa di buono la chiesa lo ha fatto vero ?
Io mi definisco molto cristiano e poco cattolico, ma confido ancora nella vittoria dei valori cristiani che a mio avviso sono inconfutabili malgrado coloro che li utilizzano per i loro fini.
Pensate si possa aiutare la chiesa senza doverla per forza distruggere ?
O facciamo tabula rasa senza salvare quello che di buono viene fatto ? Affermandolo penso a coloro che dedicano tempo e anima per i bisognosi e per gli oppressi, senza chiedere nulla in cambio. Queste persone esistono perchè hanno interpretato in modo corretto il messaggio del Cristo. Aiutiamo queste persone e forse aiuteremo la chiesa.



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