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27/06/2010, 18:10

Intervista a Giulietto Chiesa: ''Siamo sul filo di una crisi mondiale senza precedenti'' In primo piano
Scritto da Admin Admin



di Lisa Viola Rossi - estense.com



Giulietto Chiesa è arrivato ieri a Ferrara, e verso le 10 di mattina lo si trovava davanti alla facoltà di Giurisprudenza di corso Ercole I d’Este.
Poco prima della conferenza “Guerra e terrorismo dopo l’11 settembre”, a cui era stato invitato come relatore dall’associazione Officina, il giornalista ed ex parlamentare, noto per i suoi reportage da Mosca, si è così reso disponibile ad un’intervista per Estense.com.



Da 1 a 10, quanto siamo a rischio terrorismo in Italia?
È difficile rispondere perché prima bisogna rispondere alla domanda: “Che cos’è il terrorismo?”.

Che cos’è?
È una cosa molto complicata e non è quella che ci raccontano. Io penso che Al-Qa'ida non esista e ne sono convinto. Credo invece che esistano un sacco di persone che lavorano in senso terroristico, ma che sono tutte infiltrate nei servizi segreti. È molto difficile distinguere il terrorismo dal potere, perché il terrorismo è infiltrato nei servizi segreti nel momento in cui si forma. Perché i servizi segreti sanno tutto: se c’è un atto terroristico, non solo è assolutamente improbabile, ma è anche dimostrabile, che è impossibile che l’abbia organizzato qualche scalzacane.

E in Italia c’è tale rischio?
Certo che c’è. Da 1 a 10, la probabilità che accada un atto terroristico è 9. Siamo sul filo di una crisi mondiale senza precedenti: considerata quella del 1929, che ha portato alla Seconda Guerra Mondiale, la situazione attuale è più acutamente pericolosa.

Perché?
Perché è fallito l’intero sistema economico su cui si regge l’intero Occidente. L’intera macchina della produzione capitalistica è inceppata, non c’è nessun ordine mondiale, nessuno che guida. È come se fossimo su un aereo a 10mila metri di quota, e che all’improvviso si mette a ballonzolare. I passeggeri corrono verso la cabina di pilotaggio e scoprono che al comando c’è una scimmia. I passeggeri siamo noi. L’unica cosa che dovremmo fare tutti insieme è cacciare via la scimmia dal comando e cercare di atterrare, senza morire.

Chi è la scimmia, e come la si può scacciare?
Bisogna costruire una forza politica nuova, che sia capace di raccontare il mondo non come ce lo racconta il mainstream mediatico – che in Italia è particolarmente scemo (ma il discorso vale in generale per tutto il mondo) -, che narra la favola dell’uva, un mondo che non esiste, come quello di Marchionne che sostiene che possiamo produrre altri 6 milioni di automobili Fiat e 36 nuovi modelli. Questa è la follia totale. Questa è la scimmia al comando. Perché non si potranno produrre 6 milioni di automobili. Capisco benissimo il problema dell’occupazione, ma non si risolve portando il pianeta alla rovina.

Verso che direzione stiamo andando?
A un certo punto ci sarà una situazione in cui non ci sarà più per tutti energia, acqua, cibo. Perciò si andrà in guerra, perché i più forti useranno le armi per procurarsi quello che non possono avere.

Come si può allora cambiare rotta?
Il mio lavoro politico nel giro intellettuale e culturale ha l’obiettivo di svegliare la gente, dicendole che bisogna assolutamente che noi ci dotiamo di mezzi di comunicazione di massa per parlare con milioni di persone, e metterla così in guardia su quello che sta accadendo.

Cosa sta accadendo nel contesto geopolitico internazionale?
Si andrà alla guerra con l’Iran. Questa è la mia nettissima sensazione. Il rischio di guerra è altissimo.

Quanto tempo abbiamo?
Un anno, due anni. Quando Israele deciderà che l’Iran è diventato una minaccia per la sua esistenza, attaccherà: e noi entreremo in guerra contro l’Iran. Ma questa volta non sarà come con l’Iraq o l’Afghanistan. Non sarà uno scherzo, perché l’Iran ha i missili e l’aviazione. È in grado di affondare una portaerei nel golfo Persico, e tutte le navi che porteranno petrolio in tutto il mondo. Nell’arco di 10-15 giorni. Non si potrà annichilire. Ci saranno milioni di morti: sarà usata l’arma atomica. Andiamo verso una crisi di proporzioni gigantesche e, in queste condizioni, è l’ipotesi più probabile.

In questo quadro, da pochi giorni ha fondato Alternativa, un nuovo movimento politico nel panorama nazionale. Non ritiene che possa contribuire a frammentare uno schieramento che condivide valori riconducili alla tradizione di sinistra?
No. Io ho fondato un movimento che non è programmaticamente di sinistra. Siamo di fronte a una tale emergenza, che la sola sinistra non basterebbe più comunque. Ho verificato che molta gente di destra non sa neanche la differenza tra destra e sinistra e vota in modo sbagliato, contro i suoi interessi, perché non sa nulla. Allora io mi rivolgo anche a loro, e penso sia possibile trovare un’intesa comune con milioni di persone per sopravvivere semplicemente, in modo più civile. Certo io non propongo “Alternativa” come alternativa ai partiti: i partiti attuali sono totalmente inefficienti e inessenziali. In particolare il Pd, che non rappresenta nessuna sinistra e non vuole neppure rappresentarla. Mentre i suoi elettori pensano ancora che sia giusto avere un programma di sinistra: che però non c’è. L’ambiguità sta nel fatto che gli elettori del Pd votano per un partito che non è più di sinistra e che al contrario ha sposato tutte le tesi dell’avversario. Naturalmente perde: l’avversario è più bravo di lui nel programmarle e nel farle andare avanti. Per questo non penso che si verifichi un incremento alla frammentazione, perché “Alternativa” nasce per mettere al centro dell’attenzione una serie di questioni che nessuno dice.

Le principali?
L’altissimo pericolo di guerra e l’enorme gravità della crisi, che è incomparabilmente superiore alla percezione della stessa, anche da parte di tutta la sinistra, che non è capace di fare un’analisi del mondo. Per questo ha fatto un sacco di stupidaggini. Abbiamo perciò bisogno di un nuovo sistema della comunicazione: l’attuale è un inganno. L’ho chiamato “la grande fabbrica dei sogni e della menzogna”. Occorre una informazione democratica, che abbiamo perduto, perché di conseguenza stiamo perdendo la democrazia.

Il nuovo ddl Alfano sulle intercettazioni introduce il carcere per i cronisti.
Questa è la deriva per cui, a poco a poco, tagliano sempre più i pezzi di informazione e gli strumenti per poter comunicare con il pubblico, avendo in mano loro tutto il meccanismo. Allora penso che per uscire da questa situazione di crisi, bisogna invertire la macchina dell’informazione. Finora questa macchina ha lavorato per trasformare milioni di persone, in Italia e nel mondo, in consumatori compulsivi. Nel momento in cui il consumo entra in crisi, noi dobbiamo architettare un modo per utilizzare questa macchina alla rovescia: trasformare milioni di consumatori in cittadini consapevoli. Questa è la condizione essenziale per sopravvivere. In Italia e in tutto il resto del mondo.

Fonte: estense.com

28/06/2010, 17:01

G8, G20, G…ira gira è sempre quella zuppa

giu 28th, 2010 di Felice Capretta

Immagine

Fonte:
http://informazionescorretta.blogspot.com/

Ben lontano da Toronto si è concluso il G8.

A circa 200 km dalla città canadese, in tutta sicurezza, si è infatti compiuto l’ennesimo incontro del tutto inutile fra gli “8 grandi (aggiungere qui la parola che si preferisce)” del pianeta.

Visto che erano in 8, si poteva fare un bel torneo di scopa d’assi, con coppa di ottone al vincitore finale e bicchieri di rosso per tutti. E spuma per gli astemi.

Che magari costava meno, tipo qualche migliaio di euro.

Invece hanno speso un miliardo di dollari solo di organizzazione e sicurezza.

Pagano i canadesi, per carità, pero’ il torneo di scopa costava meno.

Invece no, hanno preferito passare il tempo in un altro modo: per lo più hanno giocato al gioco della schematizzazione dell’ovvio, ma anche allo schiaffo del soldato. Non un cenno alla più grande catastrofe provocata dall’industria petrolifera della storia umana, non un sussurro che si sia chiesto “ehi, ma siamo sicuri che va tutto bene là nel golfo?”.

Dicevamo, la schematizzazione dell’ovvio e lo schiaffo del soldato.

G8, dichiarazione finale

Sulla prima, le dichiarazioni sulla “fragile ripresa” che nessuno ha ancora visto, se non qualche indicatore impazzito che mostra segno più in un mondo industriale congelato, nonchè maggiore equità e sostenibilità.

Ehi, guarda, un milione di posti di lavoro caprini.

Sullo schiaffo del soldato, invece, gli “8 grandi (aggiungere qui la parola che si preferisce)” si sono dedicati a soffiare sui venti di guerra:

- Iran, niente sanzioni (quelle ci sono già), ma forte pressing sul nucleare. E con un tempismo perfetto, il capo della CIA Leon Panetta dichiarava ieri che l’Iran avrebbe sufficiente materiale fissile per la bomba.
Ehi, guarda, una coincidenza.

Già.

- Israele, il G8 plaude alla commissione d’inchiesta israeliana sull’attacco alla Freedom Flotilla.
“Oste, com’e’ il vino?” (cit).

Hic!

- Nord corea, testuale dalla dichiarazione finale, a proposito dell’attacco alla corvetta sudcoreana (affondata con un missile tedesco nel bel mezzo di una esercitazione occidentale davanti alle coste nordoreane) : “questo incidente rappresenta una sfida per la pace e la sicurezza e la regione e non solo. Esprimiamo la nostra profonda simpatia e il nostro cordoglio alle vittime”
Cordoglio e “simpatia”. Simpatia? Oh bella. A chi hanno affidato la traduzione della dichiarazione finale? Con il dovuto rispetto, l’avranno affidata ad uno stagista cinese che ha imparato l’inglese da un pastore afghano.

Cane, s’intende.

Bau.

- Infine, la zona di guerra dell’AfPak: il G8 “accoglie con favore e incoraggia le misure che il Pakistan sta attuando per snidare gli estremisti violenti, soprattutto nelle sue aree di confine con l’Afghanistan”, ovvero lasciarsi bombardare parte del proprio territorio indipendente e sovrano da forze straniere.
Boom.

Fico.

G20, dichiarazione finale

Certo, in 20 valeva la pena di fare un bel torneo di briscola chiamata.

Invece hanno preferito dedicarsi a scombinare ulteriormente il mondo facendo pompose dichiarazioni.

- CRESCITA: la ripresa deve essere “vigorosa” e resta la principale priorità. Impegno concertato a sostenerla ma con “misure differenziate e concepite sulla base delle peculiarità nazionali”. Per la crescita servono “finanze sane” con percorsi di aggiustamento dei conti “attentamente calibrati” per non pesare su ripresa.
Ehi, guarda, una botte piena e una moglie ubriaca.

- ALLARME OCCUPAZIONE: ci sono paesi con livelli “inaccettabili” e “l’impatto sociale della crisi è ancora ampiamente sentito”. Si “riconosce l’importanza di ottenere una forte crescita dei posti di lavoro e di fornire protezione sociale ai nostri cittadini, soprattutto ai più vulnerabili”.
Un milione di posti di lavoro!

- RIDUZIONE DEFICIT: “impegno a favore di piani fiscali che, come minimo, dimezzeranno i disavanzi entro il 2013 e stabilizzeranno o ridurranno il rapporto debito pubblico-Pil entro il 2016#8243;. Le economie con gravi problemi fiscali dovranno altresì accelerare il ritmo del consolidamento. Con piani “credibili, chiari, commisurati alle circostanze nazionali” e basati su interventi che “favoriscano la crescita”.
Ehm.

No, davvero, chi riesce a trattenere le risate?

Ok, ok, stiamo seri.

CI sarebbero ancora un paio di cose che a questo punto riassumiamo così:

“Blah, bla blah meno azzardo morale, bla bla blah vigoroso quadro normativo he he he potenziamento infrastrutture mecati finanziari, uaz uaz, ,rafforzamento strumenti, blah blah risoluzione della crisi, uaz uaz, blah banche a rischio sistemico, mpffffhihihi no protezionismo per 4 anni hahaha cambi flessibili paesi emergenti puah blah cacchi vostri tanto il potere è ancora nostro blah blah ”

Infine, molta enfasi era stata posta all’avvio del G8/G20 sulla possibilità di una tassa globale sulle banche / transazioni finanziarie. E infatti c’e’ stata totale discordanza e tutto resterà come ora, in particolare, dalla dichiarazione ufficiale: “Blaaaaaah blah, he he fregat tutt pur stavolt, he he hehehe”

Il G20 almeno si è degnato di dire qualcosa riguardo alle trivellazioni in acque profonde: “balh blah più sicurezza per tutti blah ambiente puah”.

Intanto il golfo va a rotoli e la marea nera ha iniziato ad avvelenare la corrente del golfo. Che, per chi non lo sapesse, è quella corrente calda che arriva fino in Europa e rende caldo il nostro continente.

Già.

Forse era meglio se facevano il torneo di scopa d’assi.

Più spuma per tutti.

ps: a 200 km da Toronto il G8 ha evitato gli scontri che invece ci sono stati come sempre al G20. In pratica, il popolo non vi vuole. Andate a casa. Ora.

Fonte:

http://informazionescorretta.blogspot.com/

28/06/2010, 20:49

Bene..... anche l'Italia comincia a dare via un pò di roba..... [8)]




Dolomiti, isole, spiagge, palazzi.
In vendita i tesori del demanio



L’ente diretto da Maurizio Prato metterà infatti sul suo sito online a fine luglio l’elenco ufficiale e aggiornato dei beni. Intanto, mercoledì ci sarà la relazione del ministro del Tesoro sui numeri del federalismo fiscale in Consiglio dei ministri. Per quanto riguarda il federalismo demaniale si va, al momento, da Porta Portese all’intero Idroscalo a Roma, da San Pietro in Vincoli alla facoltà di Ingegneria della Sapienza, dalla montagne delle Dolomiti alla piazza d’Armi dell’Aquila, al faro di Mattinata sul Gargano fino all’ex forte Sant’Erasmo a Venezia. Ecco, in pillole, una sintesi dei beni dello Stato che potrebbero andare in mano alle autonomie che, per legge devono prioritariamente valorizzarli ma eventualmente anche ’alienarlì a patto che gli introiti vadano a riduzione del debito. (Una veduta panoramica delle Dolomiti, da Passo
Falsarego)

PALAZZI STORICI
Roma la fa da padrona. C’è il museo di Villa Giulia, dal quale potrebbe essere sfrattata la famosa coppia di sposi Etruschi, presente in tutti i libri di storia dell’arte antica e il cui valore di inventario è poco più di quattro milioni e mezzo di euro. Sempre nella Capitale risultano a disposizione, tra gli altri, un immobile a piazza delle Coppelle, in pieno centro e attualmente in uso al Senato che vale oltre 22 milioni e mezzo di euro; l’Archivio generale della Corte dei Conti alla Bufalotta (quasi 67 milioni di euro); un complesso immobiliare (che risulta tra i più preziosi dell’intero faldone) a via della Rustica del valore di quasi 90 milioni di
euro. In centro a Bologna c’è l’ex convento della Carità a 330mila
euro, mentre a Trieste c’è l’Archivio di Stato (del valore di inventario di quasi 5 milioni di euro). A Genova c’è l’ex cinta fortilizia detta “Mura degli angeli”. Mentre a Venezia è reso disponibile l’ex forte di Sant’Erasmo (quasi 7 milioni di euro).

A RISCHIO VENDITA IL SACHER DI NANNI MORETTI
E L’IDROSCALO DI PASOLINI

Ma ce ne è anche per il mondo del cinema: nella lista dei beni a
disposizione degli enti locali entrano il fabbricato del cinema Nuovo
Sacher di Nanni Moretti, stimato 4 milioni e mezzo di euro, e l’intero
Idroscalo di Ostia, dove morì Pier Paolo Pasolini, per circa 6 milioni
e settecento mila euro di valore di inventario.

DOLOMITI, DA TOFANE A SORAPIS
Anche le montagne entrano a far parte dei beni trasferibili alle autonomie: si va dalle Tofane al monte Cristallo alla Croda Rossa
el Sorapis, all’Alpe di Faloria, tutti nel bellunese, in zona Cortina.

CAMPO DA GOLF NEL “REGNO” DELLA MARCEGAGLIA
Sull’isola di Albarella, di proprietà del gruppo della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, è a disposizione il campo da Golf a 18 buche per un valore di 4 milioni 650mila euro.

FARI, FERROVIE E ACQUEDOTTI
Potrebbe andare ai “foggiani” il faro di Mattinata sul Gargano, così come il vecchio faro di punta Palascia a Otranto o ancora, tra l’altro, il faro Spignon di Venezia. Ma sono anche trasferibili pezzi di ex ferrovie come l’antico tracciato della direttissima Roma-Napoli fino a un pezzo del
raccordo ferroviario a Briosco (in provincia di Milano). In lista ci sono anche acquedotti come quello di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli.

CAMPI PROFUGHI ED EX CASE DEL FASCIO
Nell’elenco, l’ex campo prigionieri di guerra in provincia di Ragusa ma anche diverse ex case del fascio, da quella di Desio in provincia di Milano a quella di Lentini in provincia di Siracusa.

EX CASERME SUL CONFINE
Anche se le caserme fanno storia a sè con la “Difesa Spa” incaricata in
primis (prima degli enti locali) della loro valorizzazione, nell’elenco
del Demanio ce ne sono numerose, in particolare nelle zone di confine,
dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia.

ISOLE E SPIAGGE DALLA
SPIGOLATRICE DI SAPRI AL LAGO DI COMO

Ci sono gli isolotti in prossimità di Caprera ma anche l’isola di Santo Stefano vicino a Ventotene, ceduta ’pezzo per pezzò dall’ex carcere all’attracco agli arenili; poi diversi terreni e fabbricati nell’isola di Palmaria vicino a Portovenere. Ma c’è anche un pezzo di spiaggia a Sapri come la ’spiaggia del lago di Comò di manzoniana memoria a Lecco.

EX AEROPORTI,
RIFUGI E BASI MISSILISTICHE

Si va dall’ex aeroporto di Bresso (Milano) a quello di Bagno Piana all’Aquila; c’è l’ex base missilistica di Zelo in provincia di Rovigo e i numerosi rifugi ’anti-aereì della città di Siena. Domani sul sito dell’Ansa sarà pubblicato l’elenco completo del patrimonio demaniale italiano che potrebbe essere trasferito alle autonomie locali.

Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=13645

28/06/2010, 21:10

Thethirdeye ha scritto:

Bene..... anche l'Italia comincia a dare via un pò di roba..... [8)]




Dolomiti, isole, spiagge, palazzi.
In vendita i tesori del demanio







Lasciami dire che è cosa enormemente diversa dal caso Grecia.
Qui sono beni dello stato che finiscono in mano agli enti locali.

Persino Di Pietro ha votato a favore...

http://www.corriere.it/politica/10_maggio_19/di%20pietro-calderoli-federalismo_95b1b5f8-6334-11df-8b63-00144f02aabe.shtml

Poi come sempre, se il federalismo demaniale sarà cosa buona e giusta dipenderà come saranno gestiti dagli enti locali gli ex-beni dello stato.

Ma in un'ottica di assetto federale, quello demaniale è un passaggio obbligato.
Ultima modifica di rmnd il 28/06/2010, 21:13, modificato 1 volta in totale.

29/06/2010, 09:34

rmnd ha scritto:
Lasciami dire che è cosa enormemente diversa dal caso Grecia.


Certamente...... ma la strada è quella.

Qui sono beni dello stato che finiscono in mano agli enti locali.


Già.... enti locali, che qualora non avessero fondi per mantenerli,
sono costretti ad alienarli.

29/06/2010, 10:00

Thethirdeye ha scritto:

rmnd ha scritto:
Lasciami dire che è cosa enormemente diversa dal caso Grecia.


Certamente...... ma la strada è quella.

Qui sono beni dello stato che finiscono in mano agli enti locali.


Già.... enti locali, che qualora non avessero fondi per mantenerli,
sono costretti ad alienarli.


Io penso invece che in un ottica federalista occorra spogliare lo stato centrale di tutte quelle funzioni che sono esclusive degli enti locali.

comunque qui il testo del decreto

in sintesi

29/06/2010, 10:03

rmnd ha scritto:

Io penso invece che in un ottica federalista occorra spogliare lo stato
centrale di tutte quelle funzioni che sono esclusive degli enti locali.



Avrebbe più di un senso anche per me.
Ma il problema è che - in linea generale - non ci sono i FONDI.

E le conseguenze porterebbero più danni che benefici.
Sempre imho.

29/06/2010, 11:42

Thethirdeye ha scritto:

rmnd ha scritto:

Io penso invece che in un ottica federalista occorra spogliare lo stato
centrale di tutte quelle funzioni che sono esclusive degli enti locali.



Avrebbe più di un senso anche per me.
Ma il problema è che - in linea generale - non ci sono i FONDI.

E le conseguenze porterebbero più danni che benefici.
Sempre imho.


Dipenede sempre come li utilizzi, potrebbero essere una risorsa e un buon investimento oltre che una spesa.
Se come spero, verra' approvato in via definitiva il testo completo su federalismo, i fondi per la gestione dei beni, alienati dallo stato agli enti locali, troveranno risorse dagli stessi cittadini del comune o della provincia di competenza.

29/06/2010, 16:49

greenwarrior ha scritto:

i fondi per la gestione dei beni, alienati dallo stato agli enti locali,
troveranno risorse dagli stessi cittadini del comune o
della provincia di competenza.



I fondi per la gestione dei beni? Risorse dai cittadini?
Ma di cosa state parlando ragazzi? [:D]

29/06/2010, 18:04

Thethirdeye ha scritto:

greenwarrior ha scritto:

i fondi per la gestione dei beni, alienati dallo stato agli enti locali,
troveranno risorse dagli stessi cittadini del comune o
della provincia di competenza.



I fondi per la gestione dei beni? Risorse dai cittadini?
Ma di cosa state parlando ragazzi? [:D]


Di federalismo.

29/06/2010, 20:18

greenwarrior ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

greenwarrior ha scritto:

i fondi per la gestione dei beni, alienati dallo stato agli enti locali,
troveranno risorse dagli stessi cittadini del comune o
della provincia di competenza.



I fondi per la gestione dei beni? Risorse dai cittadini?
Ma di cosa state parlando ragazzi? [:D]


Di federalismo.

[:D] A buon intenditore! [:D]

29/06/2010, 20:40

http://www.esa.int/SPECIALS/Living_Plan ... LAG_0.html

29/06/2010, 21:01

Borsa, Europa al tappeto con le banche
brucia 145 miliardi


Martedì nero per piazze del Vecchio Continente
Vendite su banche trascinano giu' i listini


29 giugno, 19:39

Immagine

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 00403.html

MILANO - Martedì nero per le Borse europee che hanno bruciato circa 145 miliardi di capitalizzazione (Stoxx 600 in calo del 3%). A mandare al tappeto i listini del Vecchio Continente hanno contribuito le forti vendite sul comparto bancario.

Chiusura pesante per Madrid (-5,45%) e Milano (-4,44%), le peggiori a livello continentale dietro a Parigi (-4,01%), Francoforte (-3,33%) e Londra (-3,1%). Sorprendente invece il risultato di Atene (-1,21%), migliore delle varie consorelle. Le vendite hanno interessato soprattutto auto, banche e materie prime. Sotto pressione Peugeot (-5,99%), Fiat (-5,92%) e Renault (-5,55%), mentre in campo bancario hanno segnato il passo Credit Agricole (-7,94%), Intesa Sanpaolo (-7,76%) e Bbva (-7,24%). Giù anche Bnp (-6,92%) e Santander (-6,79%), calo limitato invece per le elleniche Piraeus (-1,18%) e Alpha Bank (-0,97%).

Sotto pressione gli estrattivo-minerari Rio Tinto (-6,39%), ArcelorMittal (-6,31%) e Xstrata (-6,07%), frenate dalle previsioni sulla crescita economica cinese, che in aprile ha rallentato il passo segnando un +0,3%. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. - Londra -3,10% - Parigi -4,01% - Francoforte -3,33% - Madrid -5,45% - Milano -4,44% - Amsterdam -3,46% - Stoccolma -3,12% - Zurigo -2,64%.

BANCHE SOTTO ESAME IN UE. TIMORI LIQUIDITA', STRESS TEST - Banche europee ancora sotto esame dei mercati. L'attesa per la pubblicazione degli stress test, prevista per fine luglio e la scadenza dei 442 miliardi di euro erogati un anno fa dalla Bce per sbloccare il credito che dovranno rientrare giovedì, hanno provocato forti ribassi in Borsa nel timore di una crisi di liquidità. Le attenzioni degli investitori si sono rivolti in specie sui paesi considerati più a rischio, prima fra tutte la Spagna mentre le italiane, che pure sono crollate a Piazza Affari, a detta degli analisti mostrano meno problemi data la loro capacità di raccogliere capitali stabili presso i risparmiatori. L'innesco al crollo odierno è stato provocato dal timore che il prestito Bce non verrà rinnovato, con il rischio di provocare una crisi di liquidità. Da Francoforte si getta acqua sul fuoco per bocca del governatore della Banca di Francia Christian Noyer secondo cui "la Bce e l'Eurosistema faranno ciò che è necessario per assicurare la liquidita".

CROLLA LA FIDUCIA. OBAMA-BERNANKE, USA SI RAFFORZANO - L'economia americana si rafforza ed è in ripresa nonostante i "venti contrari" che spirano a causa della crisi del debito europea. Resta - affermano il presidente americano Barack Obama e il presidente della Fed ben Bernanke - molto lavoro da fare. E la conferma che la strada da percorrere è ancora lunga arriva dal crollo della fiducia dei consumatori americani, scesa a giugno di 10 punti a 52,9 dal rivisto 62,7 di maggio. "La crescente incertezza e i timori sul futuro dell'economia e del mercato del lavoro sono alla base del repentino calo della fiducia", spiega Lynn Franco, direttore del centro ricerca del Conference Board. La frenata della fiducia gela Wall Street che, già preoccupata per la crisi del debito europea, arretra in modo deciso con gli indici in calo di oltre il 2,5%. Proprio la situazione europea e le conseguenze che questa potrebbe avere sugli Stati Uniti sono state uno dei temi dell'incontro fra Obama e Bernanke.

"Abbiamo parlato delle prospettive economiche, della riforma della finanza e, molto importante, del contesto internazionale: quello che accade nel mondo, sia nei mercati emergenti sia in Europa, ha influenza - spiega Bernanke - anche sugli Stati Uniti, e per questo è importante avere una prospettiva globale quando si parla di economia". "Osserviamo trend positivi in diversi settori, sfortunatamente a causa dei problemi in Europa osserviamo venti contrari, timori e nervosismo sui mercati", mette in evidenza Obama che ha definito l'incontro con Bernanke "eccellente". "Condividiamo l'idea che l'economia si sta rafforzando, che siamo in ripresa trainata dal settore manifatturiero.

Siamo passati dal perdere 750.000 posti di lavoro al mese a creare occupazione per cinque mesi consecutivi. La crescita dell'occupazione nel settore privato è ovviamente molto importante per la fiducia dei consumatori e per l'economia nel suo complesso", spiega Obama. "Siamo d'accordo sul fatto che c'é ancora molto lavoro da fare. C'é grande preoccupazione per gli 8 milioni di posti di lavoro persi negli ultimi due anni: dobbiamo continuare a spingere per la crescita così da rimettere la gente al lavoro". Con Bernanke, Obama si è anche confrontato sulla riforma finanziaria, che domani - secondo indiscrezioni riportate dall'emittente Cnbc - approderà alla Camera per il voto finale. L'incontro fra Obama e Bernanke è avvenuto dopo la conclusione del G20, vertice durante il quale i grandi si sono impegnati a dimezzare i propri deficit entro il 2013 e a stabilizzare il debito entro il 2016. Per Obama - osserva il Wall Street Journal - la sfida vera non è quella del deficit ma quella del debito, che continua a salire.

"Tutti devono puntare al consolidamento di bilancio, ma è possibile farlo - mette in evidenza il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Dominique Strass-Kahn - a differenti velocità. Sarebbe un disastro se tutti i Paesi stringessero la cinghia" tutti insieme: "così la ripresa verrebbe totalmente distrutta".

29/06/2010, 21:07

greenwarrior ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

greenwarrior ha scritto:

i fondi per la gestione dei beni, alienati dallo stato agli enti locali,
troveranno risorse dagli stessi cittadini del comune o
della provincia di competenza.



I fondi per la gestione dei beni? Risorse dai cittadini?
Ma di cosa state parlando ragazzi? [:D]


Di federalismo.


Non ci siamo capiti Green..... passa il federalismo, ok.
Ma con quali soldi gli enti tengono in piedi queste strutture? Quali?

29/06/2010, 23:49

leggo le notizie che postate qui e sempre più mi ricordo di chi aveva preannunciato lo scoppio di una nuova crisi x giugno/luglio 2010.. cavolo ma ci hanno davvero azzeccato!?
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