Vito Crimi - pagina 50 minuti fa CRONACA DELLA SECONDA GIORNATA DI CONSULTAZIONI
Con l’emozione ma la risolutezza di sempre, ancora una volta ci siamo recati dal Presidente Napolitano per il secondo giro di consultazioni.
Solita accoglienza di altissimo livello, passaggio tra le fantastiche stanze del Quirinale fino allo studio del Presidente. Una conversazione cordiale, durata quasi un’ora, nel corso della quale il Presidente ci ha illustrato l’esito delle consultazioni effettuate da Pierluigi Bersani, che aveva avuto incarico di appurare se fosse possibile trovare una maggioranza che potesse appoggiare un governo da lui presieduto. Esito, come tutti sanno, negativo. A seguire, ci ha illustrato tutti i possibili scenari, facendo presente che ritiene di dover dare una risposta certa al paese in pochissimo tempo e senza indugio, ma allo stesso tempo non è intenzionato a mandare un governo al voto di fiducia senza che si abbia la certezza che questa venga data.
Abbiamo detto al Presidente che la proposta di affidare il mandato per formare il Governo al M5S non è una semplice provocazione e non è infondata: siamo davvero in grado di realizzare un progetto di governo, basato sul programma e su nomi di altissimo livello, ma fuori da ogni relazione o contiguità con la politica. Abbiamo chiesto al Presidente di darci questa possibilità, ma la ha esclusa.
Al Presidente Napolitano abbiamo ribadito il principio secondo il quale siamo pronti a collaborare fattivamente nella redazione dei provvedimenti che vadano verso la tutela e gli interessi dei cittadini e, in questo momento particolare, delle piccole e medie imprese. Siamo pronti a farlo anche con un Governo dimissionario in regime di prorogatio, o con un Governo nuovo che non dovesse ottenere la fiducia, perché ci si dimentica troppo spesso che l’Italia è una Repubblica Parlamentare, dove il Parlamento è l’organo che per eccellenza esprime l’iniziativa legislativa. Per il tipo di leggi che dobbiamo affrontare (legge elettorale, reddito di cittadinanza, tagli ai costi della politica, interventi a favore delle imprese), in larga parte condivisi da tutte le forze dell’emiciclo, l’attività parlamentare può ben rappresentare il luogo del confronto costruttivo, come del resto sta già avvenendo nelle Commissioni Speciali.
Infine, abbiamo chiesto al Presidente si vi fossero già alcuni scenari che intendeva proporre, per esempio un nuovo Governo Tecnico. Il Presidente Napolitano ha nettamente escluso questa eventualità, intendendo che a seguito dei risultati delle elezioni, l’unico governo che può essere formato non può essere altro che un governo politico, aggiungendo poi che l’esperienza Monti è stata praticabile solo perché la legislatura sarebbe terminata dopo non molto. Dalle sue parole abbiamo dunque compreso che Napolitano non intende proporre alcun governo tecnico o pseudo-tecnico, né esterno alla politica, né contiguo ad essa, anche se ritiene comunque doveroso arrivare ad una soluzione in tempi brevissimi.
Abbiamo ribadito che non possiamo dare la nostra fiducia a nessun Governo di questi partiti. La nostra massiccia presenza in Parlamento è il risultato proprio della loro malapolitica. Noi non siamo il sintomo né la causa: noi siamo il risultato finale di un processo di graduale decadimento della classe politica partitocratica.
Dopo un cordiale saluto, siamo entrati in conferenza stampa. Ho chiamato Roberta Lombardi Onorevole, una gaffe che darà del lavoro a Crozza, a Fiorello, a Vauro, alla Littizzetto che saluto con simpatia. Il fatto che i giornalisti presenti abbiano reagito prontamente mi rassicura: significa che il nostro messaggio (siamo cittadini, punto e basta) è passato bene!
Questa mattina, invece, durante una nostra riunione preconsultazioni che si è tenuta a porte chiuse, un giornalista ha origliato dietro la porta, lanciando alle agenzie frammenti incompleti. Alla presenza di una ventina di persone, stavo leggendo il testo che avevo scritto (poi usato in conferenza stampa), in cui si ribadiva che “nessuna fiducia può essere da noi accordata a governi politici o pseudo-tecnici”. Chi origliava non deve avere bene interpretato i suoi che udiva, è la frase è diventata “sì a governi pseudo-tecnici”, una affermazione falsa, che è stata tuttavia contestata in conferenza stampa. Credo che sia evidente a chiunque che la locuzione pseudo-tecnico ha una connotazione negativa, un po’ dispregiativa, riferendosi ad un governo fatto da finti tecnici ma in realtà politicamente ben connotati e inseriti nel sistema, e dunque non poteva in alcun modo essere usata per dichiararsi a favore di una soluzione simile. Ciononostante, la notizia è stata ritenuta attendibile. E poiché è stata lanciata alle 13, quando eravamo tutti indaffarati nel preparare il nuovo incontro con il Presidente, non c’è neppure stato il tempo di smentirla. Al di là di questa prassi scorretta del fare informazione “seria” origliando dietro alle porte e facendo un collage di suoni percepiti frammentariamente, ci auguriamo che le aree di lavoro dei gruppi non vengano più violate da infiltrati privi della necessaria autorizzazione.
Vi ringrazio per avere dedicato qualche minuto a leggere questo resoconto, ma soprattutto per averci consentito, con il vostro voto, la possibilità di rappresentarvi in Parlamento, un compito che svolgiamo impegnandoci al meglio, confortati dalla gente che ci incontra per strada, che ci avvicina sulle moto quando siamo in auto, che ci ferma in tutte le occasioni e che ci ricorda, quasi implorandoci, di “non mischiarci”, di non cadere nelle trame del Palazzo, ma di restare ciò che abbiamo promesso di essere, una forza di autentico cambiamento, che esercita senza compromessi un’incessante azione tesa a sostituire la vecchia politica con una nuova classe di cittadini capaci e disinteressati a tutto, tranne che al perseguimento del bene comune.
Vito
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