13/09/2015, 18:25
13/09/2015, 19:29
Ufologo 555 ha scritto:(Gl'italiani non possono sparare nemmeno a chi gli entra in casa; figuriamoci ....)
13/09/2015, 22:58
MaxpoweR ha scritto:soprattutto in questo settembre tra qualificazioni europee, europei di basket, world League di pallavolo, tennis.. troppe passerelle da fare per preoccuparsi di 2 poveri cristi...
14/09/2015, 02:40
ubatuba ha scritto:MaxpoweR ha scritto:soprattutto in questo settembre tra qualificazioni europee, europei di basket, world League di pallavolo, tennis.. troppe passerelle da fare per preoccuparsi di 2 poveri cristi...
..ma anzike' andare in usa x il tennis a soese ns,si poteva permettere un salto in india a cercare di risolvere questa,patetica x l'italia,questione,ma evidentemente non dava la visibilita' necessaria--------------![]()
14/09/2015, 10:15
11/10/2015, 11:09
Il giallo del blitz per liberare i marò
Indiscrezioni e smentite su un intervento (fallito) della Marina e degli 007 Greta e Vanessa: "Il riscatto pagato in fretta per far calare la tensione"
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo liberate in fretta, pagando un lauto riscatto, per abbassare la tensione mediatica sulla vicenda dei marò. Se fosse la trama di un libro potrebbe essere un testo di fantapolitica, dove si intrecciano le vicende di personaggi che tra di loro hanno poco o niente in comune. Invece, tra indiscrezioni e smentite, in alcuni ambienti circola insistentemente questa tesi. Una ricostruzione che lega i due fucilieri della Marina, accusati dall'India di aver ucciso due pescatori, con quella delle giovani cooperanti rapite in Siria e liberate, secondo indiscrezioni, dietro il pagamento di 12 milioni di euro. Destini che si incrocerebbero, per ragioni di opportunità o per errori di gestione.
Dietro all'operazione di maquillage, quindi, ci sarebbe la decisione del governo Renzi che ha provato ad avere un ritorno politico dopo il fallimento delle attività diplomatiche (e non solo) per riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Di mezzo, inoltre, ci sarebbe anche un blitz andato male degli incursori della Marina che avrebbero tentato militarmente di risolvere il caso. A proporre questa versione è Luigi Bisignani che giovedì sera, ospite di un talk show, ha puntato il dito contro quella che ha definito «una mossa del governo per abbassare la tensione mediatica dopo tutto quello che non si è fatto per i marò». Altre fonti, contattate da Il Tempo, aggiungono dettagli alla vicenda. Parallelamente al blitz della Marina, infatti, ne sarebbe stato avviato uno dei nostri servizi segreti, egualmente fallito. Due piani alternativi, che avrebbero dovuto evitare la via giudiziaria, ad oggi non ancora conclusa. E poi, in un cassetto «segreto» all'interno del «palazzo» ci sarebbe stato anche un terzo piano, di cui non è dato sapere i dettagli, mai messo in pratica. Ufficialmente si respinge con fermezza questa tesi bollandola come «fantasia giornalistica». Ufficiosamente si dà per avvenuta la exit strategy ma le fonti divergono sulle modalità d’attuazione del blitz.
Piani segreti, trattative andate male, soldi finiti ai terroristi. Dal romanzo di fantapolitica siamo finiti alla spy story. Le indiscrezioni creano più di un imbarazzo. Sulla vicenda dei marò in particolare, però, bisogna fare chiarezza. Ne è convinto l'ex ministro della Difesa del governo Letta, Mario Mauro, che parlando con Il Tempo ha auspicato «una commissione d'inchiesta, se si vuole una ricostruzione autorevole di tutta quella vicenda: quella sì che può essere autorevole. Sinora non lo si è fatta di comune accordo con tutte le forze politiche per non mettere a repentaglio i nostri marò. Anche questa è una cosa giustissima». Sulla presunta esistenza di «piani alternativi» per liberare i due fucilieri, invece, l'ex ministro è netto: «Durante il governo Letta non si sono mai discussi interventi di chicchessia. Per quella che è stata la durata, che come è noto breve, abbiamo proceduto nel solco di un negoziato che aveva consentito, pur continuando a rivendicare la giurisdizione, di confrontarsi nell'aula di giustizia della Corte suprema, appunto sui temi di giurisdizione. Se durante il governo Monti ci sono state invece queste cose - aggiunge - io non glielo so dire, ne sono completamente allo scuro. Se poi si dice che a prescindere ogni Paese o nazione ha dei piani per situazioni di emergenza, è come parlare dell'aria fritta, perché stiamo parlando di cose che tutti gli stati maggiori avranno nel cassetto». Un «cassetto» che ritorna quindi, ma del cui contenuto nessuno dà conferma ufficiale.
Toni Capuozzo, autore del libro «Il segreto dei marò», interpellato da Il Tempo sulle indiscrezioni che legano la vicenda delle due cooperanti a quella dei marò, risponde: «Non ne so nulla. C’era una via limpida e trasparente per riportare a casa Girone e Latorre e non era certo quella dei blitz. Queste ricostruzioni mi fanno sorridere. Perchè devi fare di notte quello che puoi fare a mezzogiorno in piena luce. Tant’è che forse non sono neanche riusciti a farlo. Se così fosse mi sembrano iniziative da riciclaggio delle coscienze. La realtà - aggiunge - è che l'Italia ha sempre pagato i riscatti, senza bisogno di nessuna brutta figura. L'ostaggio italiano è appetibile perché noi paghiamo. Abbiamo creato un vero e proprio mercato. Anche per i marò abbiamo pagato come fosse un riscatto, versando dei soldi alle famiglie dei pescatori pensando di risolvere il problema. Quella idea fu funesta, perchè suonava come un'ammissione di colpa».
Francesca Musacchio
27/10/2015, 19:53
Un disegno per incastrare i Marò
Rotte manipolate, tracce cancellate e scena del crimine forse manomessa. Altre ombre sulla vicenda e nuove carte per il Tribunale internazionale
Ancora indiscrezioni, retroscena, rivelazioni che gettano altre ombre sulla già oscurissima vicenda che riguarda i due Marò. Con il solito strascico di polemiche che non si arresta.
A innescare nuovi dubbi sull’affaire Latorre e Girone, che si trascina da quasi quattro anni, questa volta è “il Giorno”. Con il quotidiano milanese che rivela come dalle carte depositate alla cancelleria del tribunale internazionale del diritto di Amburgo emergono ulteriori incongruenze che portano a pensare come ci possano essere state delle manipolazione indiane sui dati relativi alla scena del crimine. Forse manomessa.
Pallottole, autopsia, rotte. Nulla sembra tornare. Nel castello delle accuse, crepi evidenti che potrebbero finalmente balzare agli occhi dei magistrati della Corte dell’Aja.
In base alle rotte, le navi “Enrica Lexie” (su cui erano in servizio i nostri militari) e la “Saint Antony” (dove hanno perso la vita due pescatori locali scambiati per pirati) sarebbero passate a 920 metri di distanza l’una dall’altra e non a circa 50 come invece ha sempre sostenuto la “scena del crimine” depositata dalle autorità di New Delhi. Con il quadro che potrebbe realmente ribaltare le carte in tavola. Perché a distanza di quasi un chilometro nemmeno i migliori cecchini presenti sulla faccia della terra avrebbero potuto colpire i pescatori.
Dal sistema d’allarme dell’imbarcazione indiana si evincerebbe poi come i proiettili sparati dalla “Lexie” avrebbero colpito il peschereccio da sinistra e non da destra, la fiancata sulla quale sono stati ritrovati i fori. Con le pallottole dei Marò lunghe 23 millimetri che - come vogliono far credere gli indiani - si sarebbero accorciate in seguito all’impatto con il tessuto osseo dei due malcapitati. Ebbene, stando alle verifiche effettuate, non vi sarebbe alcuna certezza in materia. Tutt’altro. L’ennesima “verità” che induce a pensare male sulle brutte intenzioni degli indiani di buttare la croce addosso ai Fucilieri di Marina.
Nemmeno gli orari sembrano coincidere. Tra lo spazio temporale dei fattacci ci sarebbe una incongruenza di ben 5 ore.
Ulteriori dubbi riguardano la “Saint Antony”, che il 23 giugno 2012 (quattro mesi e otto giorni dopo i fattacci risalenti dunque al 15 febbraio) è stata fatta colare a picco salvo poi essere recuperata tardivamente e senza più le tracce della polvere da sparo.
Non c’è una sola certezza su quanto successo all’epoca. Tant’è, Girone e Latorre continuano a vivere il loro personalissimo incubo ancora in attesa di una giustizia giusta che sembra non arrivare mai. Sottolinenando la loro innocenza, abbandonati pure da tre diversi governi (Monti, Letta e Renzi) letteralmente umiliati da un paese, l’India, che si vanta di avere la più grande democrazia del mondo. Dove a vigere sono le ingiustizie, i soprusi e gli abusi. Oltre che le menzogne.
Marcello Calvo
28/10/2015, 13:46
28/10/2015, 16:34
28/10/2015, 17:08
Aztlan ha scritto:Ma quelli sono i soliti comunisti anti italiani che per far contento uno straniero sulla pelle di un italiano manderebbero al patibolo la madre...
28/10/2015, 18:24
28/10/2015, 19:04
28/10/2015, 19:47
28/10/2015, 19:52
28/10/2015, 19:56
ubatuba ha scritto:......ma anzike' correre in sud america x farsi notare,non sarebbe + opportuno che il bomba si recasse in india x cercare di risolvere il problema?????scommetto che quando ritorneranno,il bomba,sara' in attesa alla scaletta dell'aereo x prendersi il merito........una vergogna![]()