Cita:
Angeldark ha scritto:
Ah ah lo sapevo che vi stuzzicavo!
Carissimi amici, sapete che non parlo volentieri di politica, però questi stipendi e liquidazioni da nababbi mi fanno schifo a prescindere dai colori delle giubbe.
Dite che è un giornalista che dice la verità...anche un Paolo Barnard (che di certo non è uno di destra) dice la verità e l'hanno fatto fuori senza milioni di euro in tasca...
Quanto alle sinistre, stanno zitte e imbarazzate sul caso in questione perchè sanno che, come al solito, santoro gli costerà una marea di voti...
Allora, leggi questo. Forse riuscirai a farti un'idea più esatta della realtà
![Caldo [8D]](./images/smilies/UF/icon_smile_cool.gif)
da Il Fatto Quotidiano dell 22 maggio 2010
MICHELE SANTORO
“Vi racconto
tutto”
di Marco Travaglio
“Scusa, Marco, ma tu pensi davvero che, se la Rai mi
offriva di dirigere una rete o un tg, o se soltanto mi
chiedeva di continuare A n n o ze ro senza più guerre, io
me ne sarei andato a fare un salto nel buio?”.
Michele, è un’ipotetica del terzo tipo: alla Rai
comanda Berlusconi.
Certo, ma il Pd ha tre consiglieri, tra cui il presidente.
A me sarebbe bastato che un pezzo del Cda facesse
una battaglia per noi. Invece, appena ricevuta
la proposta di Masi sulla transazione per farmi uscire
dall’azienda, anche i consiglieri del Pd si sono affrettati
a votarla. La prova che non considerano An -
n o ze ro una risorsa strategica per la Rai.
Secondo te perché?
Prima del 2002, a ogni tornata di nomine Rai, si faceva
il mio nome per dirigere tg e reti. Nel ’94 la presidente
Letizia Moratti (Forza Italia) mi voleva direttore del
Tg3. Dall’editto bulgaro in poi, il mio nome è scomparso
anche dalle rose di nomi, anche del centrosinistra.
La verità è che l’editto bulgaro vige tutt’ogg i,
per giunta condiviso dal centrosinistra. La pregiudiziale
contro di noi è unanime, anche molto in alto...
Quanto in alto?Lasciamo perdere, per carità di patria.
La gente ti chiede perché non sei rimasto a difendere
la trincea di A n n o ze ro : pensavi che comunque,
a settembre, il programma non sarebbe
ripartito?
Naufragata – grazie alle intercettazioni di Trani – la
maxi-multa dell’authority che doveva fornire il pretesto
per chiuderci, a settembre saremmo entrati in
una diversa sfera di scontro: nuove trappole e altri
ostacoli per impedirci di ripetere questa stagione
straordinaria. Avremmo passato il tempo a schivare
le pallottole, anziché studiare nuovi linguaggi per
raccontare al meglio la realtà italiana. Innovare è impossibile
in un’azienda che ti fa la guerra. Io per
esempio non ne posso più di questo contraddittorio
spacciato per pluralismo: il pluralismo è una regola
democratica che dà voce a tutte le opinioni, il contraddittorio
è un format spettacolare. Non sta scritto
da nessuna parte che tutte le opinioni debbano
esprimersi nello stesso posto contemporaneamente,
magari l’una sull’altra, magari per coprire o per
calunniare te mentre stai raccontando un fatto. Ma
come si fa? Nella gabbia di questa Rai non avremmo
potuto cambiare una virgola: ogni novità diventa un
pretesto per bloccarci.
Equindi?O garantiscono di smetterla, oppure
è ora di raccogliere il messaggio
di Raipernuanotte: ce ne
andiamo fuori dalla Rai a sperimentare
forme narrative nuove e più efficaci.
A farla fuori dal vaso, liberandoci
dal cappio dei partiti, ora che al
Paladozza abbiamo sperimentato
con successo nuovi canali di trasmissione.
Perché il conflitto di interessi
non è solo di Berlusconi, ma di tutti i
partiti che occupano la Rai, le Authority
e tutto il resto.
Davvero non c’erano speranze per
A n n o ze ro quinta edizione?Chi non vive in redazione non sa quante
armi sfoderano per bloccarti: niente
cachet per questo o quell’ospite,
niente docufiction, no a questa o quella
troupe, e poi le diffide dell’uf ficio
legale, i contratti dei collaboratori, le
convocazioni dei ministri, la commissione
di Vigilanza, le multe, i divieti di
parlare di processi e inchieste, oltreché
naturalmente di Berlusconi... Devi
chiedere autorizzazioni su tutto e
per tutto, anche per usare al meglio il
tuo budget. Non a caso i prodotti più
forti della Rai sono ormai fatti in outsourcing,
vedi Che tempo che fa: molto
meglio che sia la Endemol a invitare
questo o quell’ospite… Poi c’è la strategia
giudiziaria: cause civili abnormi
come quella da 40 milioni di euro degli
Angelucci e, alle spalle,
un’azienda che invece di sostenerti
ti fa causa a sua volta. Stare lì a
parare i colpi significherebbe dare
gioco facile ai censori e alla
censura. Non potevamo continuare
a pagare noi il biglietto per
andare in onda.
Ma A n n o ze ro sotto assedio non
è comunque meglio che niente
A n n o ze ro ?
Non è detto. Oggi l’intero sistema politico
è in crisi, ma A n n o ze ro da solo
non può ribaltare il sottostante sistema
dell’informazione. Rischierebbe
di diventare un rito consolatorio, con
una gigantesca platea che si ritrova il
giovedì a celebrare il giorno del marinaio:
stasera si parla male di tizio o di
caio. Io speravo, tornando nel 2006,
di contribuire a cambiare il sistema
verso la libertà: lo dissi subito, invocando
il ritorno di Biagi, di Luttazzi e
della Guzzanti. Invece A n n o ze ro non si
è propagato nel resto del sistema, che
anzi espelle altre voci meno “ever sive
” della tua, di quelle di Sabina, di Daniele:
ora tocca a Morgan, a Busi... Che
faccio, li chiamo tutti io nell’accampa -
mento recintato? Arroccarsi sulla difensiva
è sbagliato. A volte siamo riusciti
a intaccare l’Agenda Unica, ma
solo quando qualche grande giornale
ci veniva dietro e trattava i nostri temi,
o viceversa. Per il resto siamo rimasti
soli nella gabbia.
Te la sei presa con Curzio Maltese
che ha parlato di resa, ma non ha
ragione lui quando osserva che oggettivamente
Berlusconi e Masi
hanno coronato il sogno di chiudere
A n n o ze ro ?Diversamente da Aldo Grasso, che è
prevenuto e prevedibile, al parere di
Curzio tengo molto. Gli chiedo di
aspettare qualche mese prima di giudicarmi:
io non alzo bandiera bianca e
non vado in pensione, non oserei più
guardarmi allo specchio. L’av ve n t u ra
che voglio intraprendere è rischiosa,
ma appassionante. Spero che possa
essere valutata già tra qualche mese.
So bene che il pubblico, quando viene
privato di un programma libero, uno
dei pochi, reagisce male. È una reazione
che non puoi cancellare, a meno di
stare lì a lottare fino all’ultimo sangue,
in attesa che ti neutralizzino. Ma, ora
che posso, voglio fare quello che avete
fatto voi con il Fatto Quotidiano: è il
momento di liberarsi dei grandi gruppi
editoriali e di fare da soli, cercando
soluzioni più agili per far arrivare le
notizie alla gente tramite altri canali.
Se poi non ci riesco, vorrà dire che
avrà vinto Berlusconi. Anzi i partiti.
Ma non posso restare a queste condizioni
in una Rai che – lo dice il suo presidente
– potrebbe morire. Sarei complice
dell’omicidio e l’alibi per l’assas -
sino.
Che cosa vuoi fare da grande,
oltre alle docufiction per la Rai?È il capitolo più importante della mia
nuova ricerca. Raiperunanotte insegna
che, se il contenuto è forte, i contenitori
si trovano, e con ascolti da
grande tv generalista. Senza che nessuno
ti possa bloccare o condizionare.
La sfida è trasferire l’esperienza di
quella serata unica nelle forme più efficaci,
per fare di Raiperunanotte qual -
cosa di non episodico, di stabile.
Sogni ancora di fare un telegiornale?Odio questa parola. L’obiettivo più
scomodo per il potere, da raggiungere
anche per gradi, è comunque qualcosa
di nuovo che incida sul flusso quotidiano
delle notizie. Ora che torno libero,
mi guarderò intorno...
Parliamo di soldi. Da uomo di comunicazione,
riconoscerai che
certe cifre impressionano molto.L’importante è che siano esatte e non
inventate. Io non sono san Francesco
né voglio apparire tale: sono un professionista
che si occupa di questioni
sociali e non vuole rinunciarvi per il
ricattuccio volgare dei compensi. Se
volevo far soldi, sarei rimasto a Mediaset,
dove prendevo il doppio che
alla Rai. Se volevo vendermi a Berlusconi,
mi ero già venduto, come insinuava
qualcuno. Ma è possibile
che, per i cantori del libero mercato
di casa Berlusconi o del Corriere della
S e ra , le regole della concorrenza valgano
per tutti tranne che per me o per
Grillo? Prima o poi farò un museo
open air della mia vita, farò entrare la
gente in casa mia, appenderò i miei
stipendi e le mie dichiarazioni dei
redditi, così si vedrà che non sono un
nababbo: vivo bene, sono un privilegiato
rispetto a milioni di persone in
difficoltà, ma non rispetto ai miei colleghi.
Sono disposti i miei colleghi a
fare altrettanto?
Insisto sui soldi: che sono quei 10,
quei 17 milioni di cui leggiamo?Io guadagno 700 mila euro lordi, 370
mila netti, all’anno: stesso stipendio
del 1999. L’azienda incentiva i dipendenti
a uscire, me compreso, con uno
scivolo di tre annualità. E siamo a due
milioni, fine. Così me ne vado da
un’azienda che dovrebbe pagarmi,
anche se non facessi più A n n o ze ro , fino
al 2016.
Vespa lamenta di essersene andato
con soli 150 mila euro di liquidazione
nel 2001.Sì, ma poi gli hanno fatto un contratto
di collaborazione di circa due milioni
all’anno per molti anni in esclusiva. Io
non avrò nulla del genere.
E i milioni per le docufiction?
Creerò una società per realizzare e fornire
alla Rai “chiavi in mano” quattor -
dici serate in due anni con prodotti
prevalentemente cinematografici.
Ovviamente è previsto un largo uso di
attori. Costo medio: meno di quello
che spende RaiDue per le sue prime
serate. Quei soldi non sono mica per
me, ma per tutta la squadra e soprattutto
per il prodotto. Se poi prendo i
soldi e scappo, mi arresteranno. Capirei
se qualcuno dicesse: facciamole
dentro l’azienda, queste serate. Ma è
quel che dico da quattro anni e non
trovo nessuno con cui parlarne.
Hai evocato Bersani e lui ti ha paragonato
a Balotelli.Ringrazio per la battuta, ma io attendo
di sapere se il Pd vuole A n n o ze ro
oppure no.
È vero che hai incontrato Bersani
prima di decidere?
No, e perché mai? Io ai partiti non ho
mai chiesto niente per il mio lavoro.
Ma ho buone ragioni per sapere che
Bersani era bene informato di quel
che succedeva.
Van Straten e Rizzo Nervo dicono
di aver approvato la transazione
per farti un favore.Nemmeno a loro ho chiesto niente, se
non che dicessero la verità su cosa vogliono
che la Rai faccia di me. Li ho
informati della situazione due mesi fa,
avevano tutto il tempo per farsi
un’idea. Così come il presidente Garimberti:
è impensabile che non conoscesse
i termini della mia transazione
con Masi. Se non erano d’a c c o rd o ,
potevano fare qualche obiezione.
Ricapitoliamo: tu prima hai parla-
to con Masi?Certo, è il direttore generale. Gli ho
chiesto che cosa voleva la Rai da me:
mi date un canale satellitare, avete una
proposta da farmi per il futuro? Risposta:
proponga lei. Ho fatto una serie di
proposte per il mio futuro da dipendente
della Rai. Risultato: mi hanno
trascinato in Cassazione per far annullare
la sentenza d’appello che mi reintegrava
in onda in base al mio contratto
con la Rai. Ho chiesto a Masi: come
si esce da una vertenza che potrebbe
durare altri tre anni? Mi ha risposto
che la soluzione era che uscissi
dall’azienda con una transazione. Una
condizione senza alternative. Allora
ne ho parlato col presidente Garimberti
e gli ho esposto il “p a ra d o s s o
S a n t o ro ”: la Rai tratta come un clandestino,
come un criminale, l’a u t o re
di un programma di punta che porta
ascolti, pubblicità e guadagni
all’azienda. Possibile che io sia un ingombro
sopportato, anzi imposto dai
giudici? Lui mi ha assicurato di non sapere
nulla del ricorso della Rai in Cassazione.
A te pare possibile? Gli ho
detto ciò che avevo appena detto agli
altri due consiglieri Pd: che intendevo
riprendere il mio percorso creativo
per la televisione che ho in mente, at-
tendevo proposte dagli amministratori
e le avrei considerate. Nessuna suggestione
nemmeno da loro.
Ma non avevi chiesto l’unanimità
del Cda sulla tua transazione?
Avevo chiesto che la Rai prendesse
una decisione condivisa. Sono i consiglieri
che dovevano analizzare l’ac -
cordo: se non li convinceva, non
l’avrei firmato neanch’io. Se pensavano
che dovessi andare avanti, anche
rifacendo A n n o ze ro e basta, ne avrei tenuto
conto. Invece hanno firmato tutti
e ora dicono che l’hanno fatto per
me: è la bugia del secolo. Hanno preferito
accreditare la tesi che ero stanco
e volevo arrendermi.
Ci sono spazi per rivedere tutto?
Gli amministratori sono loro, io sono
un conduttore televisivo. Se hanno
detto sì, vuol dire che erano tutti d’ac -
cordo con la linea di Masi per la mia
uscita dall’azienda concordata con
me. Ora si assumano la loro parte di
responsabilità. Dicano che questa è
l’unica soluzione possibile, per la destra
e per la sinistra, oppure dicano
che hanno cambiato idea. Se il Cda approva
la delibera, io ne deduco che sono
tutti d’accordo che io me ne vada.
Se non lo fossero stati, io non me ne
sarei andato. Ci hanno ripensato? Hanno
deciso, finalmente, di costruire un
progetto editoriale intorno a me e alla
mia squadra? Se me lo dice qualcuno,
io resto, anche per rifare A n n o ze ro . Ma
se pensano che è meglio liberarsi di
noi, allora voglio far rivivere lo spirito
di A n n o ze ro fuori dal sistema dei partiti.
È tutto molto chiaro, tutte le carte
sono in tavola, troppo facile scaricare
ogni cosa su di me. Del resto, Marco,
ragioniamo: ma da quando in qua gli
amministratori di questa Rai fanno
quel che gli dice Michele Santoro?