19/04/2013, 23:24
15/07/2013, 00:56
Il morbillo uccide i delfini, oltre cento morti sulle coste tirreniche
Roma - (Adnkronos) - Sono stati 134 gli esemplari spiaggiati in Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna in soli 100 giorni. Concausa l'inquinamento del mare
Roma, 14 lug. (Adnkronos) - Il morbillo prima causa di morte dei delfini nel Tirreno: sono stati 134 quelli spiaggiati sulle coste di Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna in soli 100 giorni, vale a dire oltre 10 volte la mortalità media normalmente registrata negli ultimi 10 anni. Di questi, 101 stenelle striate, 10 tursiopi, 1 balenottera comune, 1 globicefalo, 3 grampi e 18 specie non determinate. Un problema che vede impegnati la Marina Militare e Marevivo, associazione da trent'anni attiva nella lotta contro le spadare e la pesca illegale e animatrice della campagna 'Sos Delfini'.
Si tratta di eventi che gli esperti definiscono di "mortalità anomala" e che vengono attribuiti anche all'inquinamento del mare e alla scarsità di cibo. Oltre all'incidenza del 'morbillivirus', "le stenelle, quasi tutte giovani di età inferiore ai 20 anni, sono morte per una serie di concause - spiega Sandro Mazzariol coordinatore Cert e ricercatore dell'università di Padova - scarsità di cibo, pesca intensiva, inquinamento che riduce le difese immunitarie dei cetacei". Insomma il mare è malato, e la colpa è dell'uomo.
"Molte delle sostanze che arrivano nel mare dall'ambiente si accumulano nell'organismo di questi animali, impedendo così un'adeguata risposta del sistema immunitario - spiega all'Adnkronos Mazzariol - Si tratta di sostanze già bandite da qualche anno, eppure ancora presenti in dosi massicce. Questo lascia supporre che, nonostante il divieto, vengano ancora utilizzate. Ad esempio l'insetticida, Ddt, che viene usato contro la malaria, potrebbe arrivare dall'Asia o dall'Africa con le correnti marine".
"Si tratta di una infezione che non si può limitare. Non possiamo vaccinare gli animali", dice l'esperto. Si potrebbero però avere comportamenti "virtuosi nei confronti dell'ambiente". Ad esempio "con l'impegno per eliminare la cattura accidentale dei cetacei, ridimensionando il rumore dovuto al traffico marittimo, garantendo la gestione dell'inquinamento".
Dal '90 a oggi sono quattro le epidemie che si sono verificate. Quella più drammatica risale al '92, le altre si sono estese fra Francia e Spagna, lambendo l'Italia. L'attuale epidemia "è dilagata anche a causa del fatto che sono morti tutti i cetacei che avevano contratto il morbillo negli anni passati, senza trasmettere così fattori immunitari agli esemplari più giovani".
Per tentare di salvaguardare la conservazione di queste specie, ulteriormente minacciate da questa epidemia, è stata istituita una rete di monitoraggio istituzionale che interviene nei casi di spiaggiamento insieme alle Capitanerie di Porto. "Ora stiamo effettuando ricerche per confermare l'ipotesi che gli inquinanti possono favorire le infezioni dei cetacei. E' uno studio - conclude Mazzariol - che stiamo portando avanti con l'università di Teramo e di Siena".
19/08/2013, 17:15
Mosca, paura per i «piccioni zombie»
Piombano a terra e muoiono dopo una lenta agonia, non prima di volare in cerchio, all'indietro e in modo spasmodico
Volano in cerchio, senza fermarsi, girano la testa, ignorano le macchine e i pedoni. Infine, piombano a terra e muoiono dopo un’agonia lenta e straziante: una misteriosa morìa ha colpito in questi giorni i piccioni di Mosca e messo in allerta le autorità sanitarie. L’origine dell’evento non è ancora stata accertata. In pochi, però, provano compassione per questi volatili morenti.
- Anche a Mosca i piccioni fanno oramai parte del paesaggio urbano. Sono centinaia, tutti alla costante ricerca di cibo. Amati da pochi, odiati dai più, oltre ad essere fastidiosi e maleodoranti, spesso portano anche malattie e infezioni. Da alcuni giorni questi volatili, a dozzine, cascano letteralmente dal cielo. Una strana morìa. Una delle cliniche veterinarie più importanti di Mosca ha analizzato le carcasse. Senza arrivare, al momento, a una conclusione certa. La stampa - ovvio - ha già trovato il suo appellativo: «piccioni zombie». Tuttavia, ciò che irrita maggiormente i moscoviti non sarebbero solo le tante carcasse a terra, ma lo strano comportamento che colpisce i piccioni prima di tirare le cuoia. Come evidenzia un servizio trasmesso dalla rete russa Lifenews gli uccelli volano freneticamente in cerchio, all’indietro e muovono la testa in modo innaturale, quasi spasmodico. Di più: invece di allontanarsi da pedoni o automobili che si avvicinano, se ne stanno lì immobili, quasi non riuscissero più a percepire cosa accade attorno a loro. Su Twitter - era solo questione di ore - la discussione è già molto accesa. C’è chi parla di «misteriosa ecatombe» o addirittura di «apocalisse degli uccelli». Paura nei cieli di Mosca per i «piccioni-zombie»Paura nei cieli di Mosca per i «piccioni-zombie»
-Fino a questo momento - come detto - non è chiaro cosa abbia provocato la morìa. Qualcuno suggerisce che potrebbe trattarsi della malattia di Newcastle, una malattia infettiva degli uccelli domestici e selvatici. Il virus può anche essere trasmesso all’uomo, sebbene non sia particolarmente pericoloso: la malattia, infatti, provoca i sintomi di un’influenza leggera e dura non più di una settimana. In precedenza gli esperti non avevano escluso nemmeno la possibilità che la causa della strage fosse il gran caldo, dal momento che i volatili sono molto sensibili alle alte temperature. I medici veterinari di Mosca, nel frattempo, hanno invitato la popolazione a non allarmarsi inutilmente spiegando che, con ogni probabilità, non si tratta della malattia di Newcastle ma di una infezione provocata dalla salmonella. Gli animali muoiono lentamente e in agonia - spiega il veterinario Gella Konovalov - mentre collassa il loro intero apparato digerente. Nessuna pietà per questi piccioni sofferenti arriva dal responsabile dell’Agenzia russa di protezione dei consumatori, Gennady Onishchenko: «Appartengono alle specie di uccelli più sporchi e stupidi che ci siano là fuori», ha sottolineato in un’intervista a Radio Free Europe. Concludendo: «Vanno soppressi tutti».
Fonte:http://www.corriere.it/cronache/13_agosto_18/piccioni-zombie-mosca-moria-mistero-russia_5509e7f0-0813-11e3-94cf-bf30b20ea299.shtml
19/08/2013, 17:31
17/09/2013, 15:47
18/09/2013, 02:25
18/09/2013, 07:52
24/05/2014, 19:42
24/05/2014, 19:50
10/06/2014, 21:02
11/06/2014, 14:52
11/06/2014, 15:32
12/06/2014, 12:08
Poi il secondo angelo sonò la tromba e una massa simile a una grande montagna ardente fu gettata nel mare.
Un terzo del mare diventò sangue, un terzo delle creature viventi che erano nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto.
Poi il terzo angelo sonò la tromba e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti delle acque.
Il nome della stella è Assenzio; e un terzo delle acque diventò assenzio.
Molti uomini morirono a causa di quelle acque, perché erano diventate amare.
12/06/2014, 17:30
14/01/2015, 17:37
Perchè stanno morendo così tanti animali? Fenomeno in aumento
Secondo i ricercatori, le morti di massa sono oggi più frequenti che mai rispetto alla storia del pianeta. Anche se non sono letali come un'estinzione, le morie di massa possono uccidere fino al 90% degli individui di una specie. Ma perché accadono? Tra le cause le modificazioni climatiche e territoriali dovute all'uomo; nei casi più gravi possono essere implicate molteplici cause.
Negli ultimi settant’anni, le morti di massa animali sono aumentante in frequenza esponenzialmente.
A rilevarlo è uno studio condotto in collaborazione da tre istituti statunitensi (l’Università di San Diego, l’Università di Yale e l’Università della California, Berkley) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
La ricerca ha sottolienato come tali eventi siano decisamente in aumento tra gli uccelli, i pesci e gli invertebrati marini, con il rischio di uccidere fino al 90% degli individui di una specie.
I ricercatori hanno esaminato i casi di morie animali di massa documentati nella letteratura scientifica. Anche se esistono sporadici studi che risalgono al 1800, l’analisi degli studiosi si è concentrata sul periodo a partire dal 1940 ad oggi.
Ma cos’è una “moria di massa”? Il termine indica l’evento che si verifica in una specie quando muore una grande percentuale dei suoi individui in un breve lasso di tempo. Sebbene si trattava, fino a poco tempo fa, di eventi rari, essi sono in grado di decimare una specie fino all’estinzione.
Lo studio, infatti, indica che l’enigmatico fenomeno è drammaticamente aumentato in frequenza negli ultimi decenni. Le ragioni che possono innescare una moria sono diverse e concatenate fra loro, come la devastazione ambientale dovuta all’uomo, la quale però rappresenta solo una parte del problema.
Nel complesso, si è notato che la malattia sembra essere il principale colpevole, rappresentando il 26 per cento delle cause di morie di massa. Gli effetti diretti legati all’attività umana, come la contaminazione ambientale, è causa, invece, del 19 per cento delle morie.
La biotossicità innescata da eventi come la proliferazione di alghe rappresenta una quota significativa di morie, così come i processi legati direttamente ai cambiamenti climatici, come condizioni meteorologiche estreme, stress termico, carenza di ossigeno e fame, fattori che aggregati raggiungono il 25 per cento delle cause.
“Lo studio rappresenta il primo tentativo di quantificare i modelli nella frequenza, nell’ampiezza e le cause di tali eventi di morie di massa”, spiega la dottoressa Stephanie Carlson, docente associata presso il Dipartimento di Scienze Ambientali della UC Barkeley e autrice dello studio. “La natura catastrofica delle improvvise morie animali di massa è in grado di catturare l’attenzione umana”.
Lo studio ha rivelato che il numero di eventi di morte di massa è aumentato di circa un evento all’anno negli ultimi 70 anni.
“Anche se potrebbe sembrare poco, l’aggiunta di un evento di mortalità di massa all’anno per oltre 70 anni si traduce in un notevole aumento del numero di eventi”, spiega il dottor Adam Siepielski, assistente alla cattedra di biologia dell’Università di San Diego e coautore dello studio.
Al di là delle statistiche, lo studio suggerisce che il nostro pianeta sta subendo cambiamenti drammatici nella sua ecologia, in parte determinati dall’avidità dell’uomo rispetto alle risorse naturali, in parte determinata da eventi che non sono ancora stati compresi fino in fondo.