Citigroup ha calcolato che gli indici di indebitamento del Portogallo hanno già superato il punto di non ritorno. "il paese ha molte delle patologie della Grecia"
Dopo le dichiarazioni di ieri di Schauble, che non esclude un default greco, e di Moody's, che ritiene probabile una restrizione dei capitali e un congelamento dei depositi in Grecia, l'Europa sta facendo di tutto per innescare una corsa agli sportelli per destabilizzare un governo eletto democraticamente che cerca di far rispettare il suo mandato di fronte alla sua popolazione. Quando i bancomat si spegneranno o i correntisti faranno la stessa fine di Cipro, Syriza si troverà di fronte ad un bivio: un accordo nel quale rimangiarsi le promesse elettorali, oppure riprendere possesso della sua sovranità monetaria e fiscale in un contesto di rottura scoordinata rispetto agli altri paesi membri della zona euro e che produrrà inevitabilmente instabilità. Il non aver voluto cercare uno smembramento condiviso del mostro euro peserà come una delle maggiori responsabilità storiche di una classe politica europea, inutile marionetta della grande finanza.
E' arrivato il momento per i Greci di chiedersi quanto possa continuare un'alleanza con dei partner europei che vogliono fare di tutto per sovvertire un governo democraticamente eletto. Ma dopo i greci, scrive Ambrose Evans Pritchard oggi sul Telegraph, la stessa domanda dovranno farla a breve anche i portoghesi. In Portogallo, il partito socialista al potere ha iniziato una politica opposta a quella dell'austerità e del rigore imposta dalla Troika, impegnandosi a bloccare ulteriori licenziamenti nel settore pubblico. “Ci deve essere un’alternativa che ci permetta di voltare pagina sull’austerità, rilanciare l’economia, creare posti di lavoro, e – nel rispetto delle regole della zona dell’euro – ridare speranza a questa regione“, ha dichiarato il leader del partito socialista Costa che ha accusato il governo portoghese di lanciare un blitz di privatizzazioni negli ultimi giorni del suo mandato, segnalando che i socialisti intendono bloccare o rivedere la vendita della compagnia di bandiera TAP, come anche degli hub del trasporto pubblico e delle reti idriche.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=11723nonostante la positivita'che gli europeisti vogliono farci credere,la situazione si sta deteriorando allargandosi ad altri paesi,questo innescherebbe un effetto domino,nel quale e' sperabile che ogni paese prenda cura del proprio destino ed interesse.............................
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