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Re: Mr. President Trump

31/01/2017, 23:24

Die Presse: "il decreto di Trump sugli immigrati fa il gioco di Putin"
Il divieto di ingresso negli Stati Uniti a danno dei cittadini di 7 Paesi musulmani, firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha indebolito la posizione degli Stati Uniti sulla scena internazionale, scrive Die Presse. Questa iniziativa porta acqua al mulino dei predicatori e reclutatori dello "Stato Islamico".

L'Arabia Saudita ancora una volta non è finita nella blacklist, anche se la maggior parte dei terroristi responsabili dell'11 settembre provenivano proprio da questo Paese. La questione dipende dal fatto che Trump non vuole rischiare gli interessi economici degli Stati Uniti, ritiene il giornale.

Inoltre permette all'Iran e alla Russia di espandere la propria sfera di influenza in Medio Oriente a spese degli Stati Uniti, è convinto l'autore dell'articolo Wieland Schneider.

Adottando questo decreto, Washington rovina i rapporti con il suo importante alleato nella lotta contro il Daesh: il governo iracheno. Se la tensione tra Baghdad e la Casa Bianca continuerà a crescere, allora l'Iran riuscirà a consolidare il suo potere in Iraq a spese degli Stati Uniti, ipotizza Schneider.

Il giorno in cui Trump ha firmato il decreto è stata una buona giornata per il Cremlino e per Vladimir Putin. Il presidente russo collabora con l'Iran in Siria e vuole espandere la sua sfera di influenza in Medio Oriente.

"Putin può sedersi sulla poltrona e guardare come "il candidato preferito" alla presidenza degli Stati Uniti manda in frantumi la politica estera americana," — conclude l'autore dell'articolo.

Fonte

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 08:58

sottovento ha scritto:
Il popolo anti-tycoon ha invaso gli aeroporti protestando contro la decisione e chiedendo il rilascio delle persone provenienti dai Paesi della lista nera bloccate negli scali statunitensi.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 57066.html


Ma questa gente non ha un azzo da fare dalla mattina alla sera? non hanno da sudarsi la pagnotta, da mantenere una famiglia? si vede che sono tutti figli mantenuti da genitori abbienti.


è proprio per quello che manifestano!
è quella la pagnotta!

per quell osono pagati..
non l'hai ancora capito?

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 11:04

mik.300 ha scritto:
è proprio per quello che manifestano!
è quella la pagnotta!

per quell osono pagati..
non l'hai ancora capito?


Dici che sono "prezzolati" per manifestare contro Trump?

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 12:29

a pagina 23..

Thethirdeye ha scritto:All'elite Trump continua a non piacere neppure dopo che ha messo gli uomini della Goldman Sachs nei posti chiave del suo governo e così continua la buffonata delle manifestazioni a pagamento.....La chiara dimostrazione di come l'oligarchia può inscenare qualsiasi forma di protesta anche dal basso. Basta avere i soldi per finanziarla.... (Marco Pizzuti)

"Si cercano attivisti contro Trump, 15 dollari allʼora": lʼannuncio su un sito di offerte di lavoro online
Dopo un inquadramento iniziale sono previste agevolazioni sanitarie, dentistiche e giorni di ferie pagati

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Il quotidiano americano riporta che inizialmente l'annuncio assumeva protestatori "anti Trump", ma dopo delle segnalazioni il sito di annunci online ha rimosso l'inserzione. Allora il gruppo politico l'ha ripubblicata con una piccola modifica: ora si cercano attivisti per fermare l'agenda politica del tycoon.

L'annuncio dichiara: "Il nostro programma di formazione è il migliore in circolazione. Ti insegneremo le abilità di cui avrai bisogno. Il nostro team di gestione ha un'esperienza combinata che supera i 50 anni. Al Washington Can! potrai lavorare presso la nostra sede principale a Seattle."

"Incontrerai regolarmente gli organizzatori, i lobbisti e i direttori esecutivi avendo davvero l'impressione di essere direttamente coinvolto nel nostro lavoro. Garantiamo agevolazioni mediche, dentali, oculistiche, piano pensionistico, vacanze pagate, giorni di malattia pagati, vacanze e permessi di assenza. Possibilità di avanzamento e di viaggio. La paga media è 15-22 dollari all'ora".

Lo staff di Trump: "Obama e Clinton parlino" - Sulla questione è intervenuta anche Kellyanne Conway, campaign manager di Donald Trump. "E' davvero ora che il presidente Obama e l'ex segretario di Stato Clinton dicano a questi manifestanti 'quest'uomo è il nostro presidente'", ha detto alla Nbc.



Ufologo 555 ha scritto:Immagine

Chi c’è dietro la marcia delle donne?

Più di 50 associazioni che hanno organizzato e aderito alla Women’s March svoltasi a Washington D.C e in molte città del mondo contro il presidente eletto Donald Trump, sono finanziate dalla Open Society Foundations di George Soros. A sostenerlo non è una testata conservatrice statunitense o qualche tesi “complottista”, bensì la giornalista Asra Q. Nomani sul New York Times, musulmana, femminista e nota attivista dei movimenti liberali nell’Islam. La saggista di origine indiana non crede affatto alla “spontaneità” della manifestazione: “Non è una marcia delle donne – osserva – è una marcia delle donne contro Trump. Essendo un’elettrice del presidente, ho passato notti insonni al fine di analizzare i finanziatori e i sostenitori di alcuni dei 403 partner della marcia. Davvero si tratta di una manifestazione apolitica

Focus sugli organizzatori

La politica invece c’entra, eccome: “Roy Speckhardt, direttore esecutivo dell’American Humanist Association, uno dei partner della marcia, mi ha confermato che la sua organizzazione è ‘apolitica’ ma nutre molte preoccupazioni riguardo l’amministrazione Trump, incluso quella di un approccio misogino verso le donne. Nick Fish, presidente degli American Atheists, anch’essi coinvolti nella manifestazione, mi ha ribadito che si tratta di un evento ‘apolitico’. Dennis Wiley, pastore della Covenant Baptist United Church of Christ, ha insistito nel dirmi che la politica non c’entra nulla. Davvero è così? UnitedWomen.org ha caricato molti video con gli hashtag #ImWithHer, #DemsInPhily e #ThanksObama. Seguendo il flusso del denaro – scrive Asra Q. Nomani – mi sono documentata sul miliardario George Soros e l’attività filantropica della sua Open Society Foundations, dunque mi sono chiesta: quali sono i collegamenti tra uno dei maggiori finanziatori di Hillary Clinton e la marcia delle donne? Ho scoperto che sono moltissimi”.

La regia di George Soros dietro la marcia

Le ricerche della giornalista, già corrispondente del Wall Street Journal, del Washington Post e del Time, dimostrano la regia occulta dello speculatore dietro la Women’s March: “Attraverso le mie indagini, che ho pubblicato in un file su GoogleDocs, ho scoperto che Soros ha finanziato, o ha sostenuto in passato, almeno 56 associazioni partner della marcia, incluse quelle principali come Planned Parenthood, che si oppone alle politiche anti-abortiste di Trump, e il National Resource Defense Council, che si occupa invece di ambiente. Altri collegamenti tra Soros e le organizzazioni che hanno aderito all’iniziativa, includono associazioni politiche come MoveOn.org e il National Action Network . Altri beneficiari di Soros presenti alla manifestazione sono: American Civil Liberties Union, Center for Constitutional Rights, Amnesty International e Human Rights Watch. Le organizzazioni finora citate non sono intervenute per smentire il fatto”.


E non è finita: “Un altro beneficiario del magnate e partner della manifestazione è l’Arab-American Association di New York, il cui direttore esecutivo, Linda Sarsour, è una delle promotrici della marcia. Inoltre, almeno 33 delle 100 Women of color che inizialmente hanno protestato contro l’elezione di Trump, hanno lavorato per organizzazioni sponsorizzate da Soros”.
L’Open Society smentisce, ma la realtà è un’altra

Un portavoce della Open Society Foundations, in un comunicato citato da Asra Q. Nomani, smentisce i rapporti con le associazioni organizzatrici della marcia delle donne e nega il coinvolgimento diretto dell’organizzazione filantropica, supportando altresì “il diritto di protestare pacificamente contro il governo”. Tuttavia, la conclusione a cui giunge Nomani, è ben diversa: “Così come molte proteste post-elezioni non erano spontanee, anche la Women’s March fa parte di quella strategia che ha distrutto e diviso l’America, dai campus alle università. Che sia di destra o di sinistra ciò è sbagliato”.

L’Open Society Foundations di George Soros è stata accusata anche di aver fomentato e sponsorizzato le associazioni – come MoveOn.org – scese nelle strade a protestare contro il presidente eletto. Lo stesso speculatore, recentemente, era tornato ad attaccare a viso aperto Donald Trump durante il World Economic Forum: “Un impostore, un imbroglione e un potenziale dittatore. Il Congresso Usa deve fare fronte comune e l’Europa reagire” – aveva dichiarato. Ed è solo l’ultima delle prese di posizione critiche espresse dal magnate nei confronti del presidente repubblicano. Tra George Soros e Donald Trump è guerra aperta.

http://www.occhidellaguerra.it/ce-soros ... tro-trump/

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 12:40

Grazie Mik, davvero allucinante e le notizie oramai spopolano nella rete....e c'è di mezzo sempre la sinistra:
l'annuncio prevede il reclutamento di attivisti pagati a Seattle per contrastare il programma del nuovo presidente. La retribuzione varia dai 15 ai 22 dollari l'ora: "Stiamo cercando persone motivate alla ricerca di un impiego full-time, part time o per posizioni permanenti". L'inserzione è stata pubblicata da Washington Can!, un gruppo attivista dell'area di sinistra.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/sp ... 602a.shtml

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 17:00

Trump e sauditi uniti in Medio Oriente


Donald Trump pare aver scelto l’Arabia Saudita come principale partner per il Medio Oriente. È avvenuta una chiamata che potrebbe tracciare il futuro ordine mediorientale. Il re dell’Arabia Saudita Salman bin Abd Al-Aziz Al Saud ha chiamato domenica scorsa il presidente Donald Trump. Argomento principale della conversazione, come riporta la Reuters, è stato il supporto e la difesa delle zone sicure in Siria e Yemen. La conversazione ha poi toccato argomenti più generali circa la “stabilizzazione” dell’area. I due capi di Stato hanno espresso la loro ferma volontà di collaborare per fermare l’avanzata dello Stato islamico. Oltre a Daesh il pericolo per l’asse Washington Ryiad arriverebbe anche dall’Iran.


In particolare i due leader si sono trovati concordi nella volontà di contrastare l’opera di “destabilizzazione regionale attuata dall’Iran”. Un altro punto che il re d’Arabia Saudita ha voluto porre è il pericolo rappresentato dai Fratelli Musulmani. Il movimento islamico nato in Egitto rappresenta per il regno di Ryiad una concreta minacce per la sua sopravvivenza. I Fratelli Musulmani, pur essendo sunniti come i rappresentanti della casa reale di Ryiad, si contrappongono alla corrente del wahabismo di cui l’Arabia Saudita è la massima esponente. I Fratelli Musulmani potrebbero poi tentare, secondo re Salman, di infiltrare proteste nel Paese. L’intento sarebbe quello di rovesciare la dinastia saudita. Come le rivolte che hanno portato alla Primavera Araba in Egitto. Ryiad ha dunque chiesto che gli Stati Uniti riconoscano l’organizzazione islamica come gruppo terroristico, sottoponendolo così a sanzioni economiche.


Nella nota ufficiale della Casa Bianca redatta dopo la chiamata si può così leggere: “I due leaders riaffermano l’amicizia di lunga data e una partnership strategica tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita. I due leaders si dicono in accordo sull’importanza di un rafforzamento dell’impegno per combattere l’espandersi del terrorismo radicale islamico e anche l’importanza di lavorare insieme per rivolgersi alle sfide alla pace e alla sicurezza regionale, inclusi i conflitti in Siria e Yemen”. La telefonata sembra dunque delineare quelli che saranno i futuri rapporti di forza nella regione mediorientale. Gli Stati Uniti, pur con un nuovo presidente, hanno scelto di mantenere saldo il legame d’amicizia con Ryiad.

L’obiettivo di isolare l’Iran

Vi è invece un più marcato distacco rispetto alla politica obamiana della distensione con l’Iran. Teheran è infatti percepito come minaccia di destabilizzazione regionale. Sia per il supporto ai ribelli in Yemen sia per l’aiuto militare garantito al Presidente Assad in Siria. Più difficile è invece comprendere come la stretta di mano tra Trump e Salman possa essere interpretata dopo la chiamata tra lo stesso tycoon e Putin. Seppur molto generica la conversazione tra Casa Bianca e Cremlino ha rappresentato segnale di avvicinamento tra i due Paesi. In particolare i due leader si erano detti entusiasti di poter far fronte comune contro il terrorismo di matrice islamica.
Un difficile accordo sul nucleare

Considerando che la Russia “gioca” in Medio Oriente sul fronte opposto a Ryiad diventa difficile prevedere il disegno di fondo che Trump si immagina. Da una parte infatti la stabilizzazione della regione non può avvenire senza la partecipazione di tutti a un tavolo di dialogo. Dall’altra il tycoon dovrà esigere da Ryiad una presa di posizione più netta contro Daesh. Finora infatti la casa saudita ha considerato l’Iran come il pericolo principale per sé e per la regione. Il Califfato è sempre rimasto in secondo piano. Gli Stati Uniti dovrebbero poi porsi nel ruolo di mediatore in vista di un accordo sul nucleare nella regione.

Lo scorso febbraio 2016, infatti, Dahham Al-Anzi, analista politico saudita, affermava come Ryiad fosse ormai in possesso della tecnologia per l’atomica, ottenuta dal Pakistan. Se queste dichiarazioni fossero vere aumenterebbe di molto il rischio di escalation nucleare. In particolare nel conflitto ancora vivo in Yemen. Trump ha dunque il difficile compito di far cambaciare gli interessi economici del suo Paese con una progressiva pacificazione della zona.

http://www.occhidellaguerra.it/trump-ar ... o-oriente/

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 17:54

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e non a caso Rohani ha definito Trump un principiante della politica. Torna sempre il solito discorso, prendersela con l'Iran è come prendersela con la Russia pochè la Russia ha con l'Iran importantissimi accordi a cominciare da gas e petrolio.

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 19:31

.. per cui, questo, si chiama Casino Internazionale (come sempre è stato) ... [:304]

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 19:34

... comunque ...


"I populisti sono una minaccia solo per l’establishment"

Secondo il politologo Marco Tarchi i movimenti populisti non sono una minaccia, ma sanno solo interpretare meglio le istanze degli elettori e il presidente Trump sta solo mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale

"​Oggi i temi su cui l’opinione pubblica si divide sono altre: l’immigrazione, le nuove povertà, l’allargamento della sfera dei cosiddetti diritti civili, la possibilità o meno della coesistenza di stili di vita molto diversi sullo stesso suolo.

E i populisti sono i soli ad averlo capito". Così il politologo Marco Tarchi spiega a ilgiornale.it il successo dei movimenti anti-sistema e di leader come il presidente americano Donald Trump che "è certamente un populista: nella mentalità, nello stile, negli obiettivi che si propone".

Trump, quindi, non è semplicemente un esponente della destra repubblicana più conservatrice?

Se un certo numero di sue affermazioni e di suoi comportamenti può rientrare in una visione del mondo conservatrice, alcuni aspetti della sua critica all’establishment lo differenziano piuttosto nettamente da quel contesto, il che spiega perché, stando ad alcuni dati di sondaggio, un 30% di coloro che avevano votato per il “populista socialista” Bernie Sanders nelle primarie democratiche lo abbiano preferito a Hillary Clinton al momento della scelta decisiva.

Crede che la sua politica di chiusura delle frontiere possa essergli controproducente in termini di politica estera e di consenso elettorale interno?

Occorre distinguere tra i due versanti. Sul piano internazionale, la decisione non potrà che causargli una serie di grattacapi, anche gravi, che d’altronde si sono già manifestati: organizzazioni sovranazionali e Stati non possono che reagire negativamente a una simile politica. Tutt’altro discorso si può fare sul piano interno, perché sicuramente molti di coloro che hanno votato Trump – probabilmente tutti – si aspettavano da lui che mantenesse le promesse fatte, e sapevano che questo irrigidimento era nelle previsioni.

Il suo 'modello protezionista' anche in economia può portare alla rottura dell'economia globalizzata così come l'abbiamo conosciuta finora?

Quantomeno può crearle delle forti incrinature, di cui non è facile prevedere le conseguenze. Va detto che, da questo punto di vista, la logica dell’America first rischia di dispiacere, in futuro, agli attuali estimatori di Trump collocati nelle file populiste, perché, soprattutto sul piano economico, non è affatto detto che quel che può giovare al popolo statunitense gioverà agli interessi dei popoli dei vari paesi europei. Ci si può quindi aspettare, fra qualche mese o anno, una frattura dell’odierno fronte dei sostenitori del trumpismo nel Vecchio Continente.

L'amicizia tra Trump e Putin come cambierà lo scenario internazionale della lotta al terrorismo?

Potrebbe favorire alcune sinergie importanti, soprattutto sul versante dell’impegno diretto sul terreno contro l’Isis. Resta da vedere però come reagiranno ad un eventuale cambiamento di rotta i vertici del Pentagono, che si sono dimostrati sinora molto restii ad impegnare le truppe Usa in uno scontro frontale con le forze del califfato. Ad ogni modo, anche una semplice maggiore cooperazione sul piano dell’intelligence – ferme restando le ovvie diffidenze reciproche, che senza dubbio non si appianeranno – potrebbe avere esiti importanti.

Cambiando continente e, passando all'Europa, cosa pensa delle destre europee che si sono recentemente riunite a Coblenza? Hanno delle reali possibilità di vincere e le capacità per governare Paesi come Italia, Francia e, chissà, Germania?

Nell’immediato, considero improbabile una loro piena affermazione elettorale. E la ritengo ancor più difficoltosa se dovessero insistere nel considerarsi destre, piuttosto che partiti populisti, perché in ognuno dei paesi citati – e soprattutto in Francia e in Germania – le destre vere (Cdu-Csu e Les Républicains) non sono loro potenziali alleati ma principali avversari, con cui intese post-elettorali saranno impossibili per le evidenti incompatibilità di visioni e programmi. Il successo dei populisti dipende dalla loro capacità di superare, agli occhi degli elettori, il discrimine sinistra/destra e di proporre più attuali spartiacque che lo sostituiscano.

Perché l'elettorato mondiale è affascinato da questi movimenti anti-sistema e a cosa è dovuta la crisi dei partiti tradizionali di tutto il mondo, soprattutto quelli di sinistra come il Pd italiano, i democratici americani e socialisti europei?

Ad un esaurimento della capacità di attrazione delle fratture sociali e culturali da cui quei partiti avevano tratto la loro forza. Talune di quelle linee di conflitto – centro/periferia, scontro di classe, laicismo/credenze religiose – non sono state cancellate, ma il loro modo di manifestarsi è molto cambiato e i partiti tradizionali non se ne sono accorti o hanno preferito far finta di niente.

Questi movimenti populisti sono realmente una minaccia? E, se sì, per chi? Per il mondo o per la grande finanza?

Sono una minaccia per coloro che fanno parte dell’establishment da loro preso a bersaglio e/o che sostengono sui temi che ho appena citato posizioni opposte: i seguaci della globalizzazione neoliberista, i partigiani del cosmopolitismo del “senza frontiere” e della commistione etnica e culturale, i detrattori degli schemi di organizzazione sociale e familiare tradizionale e così via.

La loro avanzata può decretare seriamente la fine dell'Ue e dell'euro?

Se dovessero riuscire a conquistare da soli il governo di qualche paese importante d’Europa, l’euro potrebbe subire contraccolpi importanti ed essere rimesso in discussione. Per quanto riguarda l’Unione europea, contrariamente a quanto sostiene la vulgata massmediale, nessuno di questi partiti ne auspica l’estinzione; se potessero, la riformerebbero radicalmente e di sicuro ne ridurrebbero molto i poteri di ingerenza sulle legislazioni nazionali, ma dovrebbero comunque porsi il problema di mantenere stretti rapporti fra gli Stati che oggi ne fanno parte.

Per quanto riguarda l'Italia un governo Cinquestelle può destabilizzare il sistema politico italiano oppure, come pare, verrà "inglobato", "normalizzato" dal sistema stesso e dalle vecchie logiche di partito?

Se ciò avvenisse, riterrei più probabile una terza ipotesi: né normalizzazione completa – che ne segnerebbe l’immediata crisi e un drastico ridimensionamento elettorale nel giro di pochi anni – né destabilizzazione del sistema politico. Immagino piuttosto un cambiamento piuttosto marcato di alcuni aspetti della prassi che si è andata consolidando nei decenni: meno mediazioni e compromessi, più decisionismo, meno peso dei partiti e più consultazione diretta degli umori popolari. Con quali esiti, non so: fare previsioni non è il mestiere di chi studia scientificamente la politica, ma delle chiromanti.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 58317.html

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 19:49

... mondo comunista! (pardon, DEM) [:301]



I giornalisti italiani e Trump, se continua così butto il tesserino

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Premesso che se uno ci crede è liberissimo di giudicare il presidente Trump un pericoloso razzista omofobo, fa veramente venire voglia di stracciare l’ormai esausta tessera di giornalista sentire i riveriti esperti della categoria, ridotti alla stregua di opinionisti, discettare della presidenza Trump in prima serata tv.

Il motivo è presto detto, i nostri eroi sanno poco del trumpismo, essendo stati presi alla sprovvista dalla vittoria del Don mentre scrivevano dei fatti loro, fidandosi della marea montante che aveva già incoronato Hillary. Le cose sono andate diversamente, la Clinton ha perso, Obama se n’è andato, e adesso lorsignori si svegliano e restano sconvolti dal #muslimban, una proposta che Trump fa da quando è sceso in campo, è passato più di un anno, e che, essendo stato eletto anche per questo motivo dagli americani (contenere o bloccare l'immigrazione clandestina e dai paesi sponsor del terrorismo), adesso mette in pratica con un ordine presidenziale.

Ignoranza del programma elettorale di Trump a parte, quello che però lascia davvero stupiti, pensando a quanto ci si riempie la bocca parlando dell’importanza di una libera stampa nella formazione di una pubblica opinione consapevole, è vedere che poi alla fine, puntualmente, di qualsiasi cosa si parli intorno a Trump si finisce sempre per ricadere nella “legge di Godwin”. La legge di Godwin è una estensione della cosiddetta “reductio ad hitlerum”, ovvero, quando vieni messo all'angolo perché hai toppato con delle argomentazioni smentite dai fatti (per esempio dire che “Trump è un omofobo”, anche se ieri il presidente ha confermato le disposizioni obamiane a tutela LGBT nei pubblici uffici), allora buttala in caciara paragonando il Trump di turno al capo del nazismo (vale anche per Wilders, Le Pen, Hofer, ma anche Berlusconi, Grillo, eccetera).

La legge di Godwin lo ha dimostrato scientificamente: nelle discussioni su Internet prima o poi qualcuno per chiudere la discussione tirerà fuori l’accusa di nazismo contro i suoi interlocutori, cosa che, nella stragrande maggioranza dei casi, dimostra solo la pochezza e la debolezza delle ragioni di costoro. Ieri sera a Di Martedì non solo abbiamo sentito fare questi accostamenti ma si è addirittura appurato che l’attentatore della moschea in Quebec era un “pericoloso trumpista”, notizia dal sapore un po’ bufalesco, messa in giro nei giorni scorsi da un’analista che ha spiegato come il killer avesse cliccato mi piace sulla fan page del Don e di Marine Le Pen. E quindi? Siccome un assassino ha messo mi piace sulla pagina di Trump chiunque altro ci clicca è un potenziale assassino di islamici? O c'è qualche collegamento con la strage in Canada?

Ragionamenti del genere sono del tutto illogici – come dire che anche Ghandi era un nazista perché vegetariano come Hitler – ma siccome agli opinionisti con tessera di giornalista professionista non interessa la logica bensì lo share, allora eccoli lanciarsi nell’equazione più semplice, ma anche più sbagliata di tutte, Trump come Hitler, il top delle fake news in circolazione. Basterebbe ricordare anche in questo caso che il nuovo giudice della Corte suprema indicato da Trump, Gorsuch, ha scritto un libro contro l’eutanasia, pratica che, stavolta lo ricordiamo noi il nazismo, era particolarmente apprezzata da Hitler e i suoi.

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... -tesserino

Re: Mr. President Trump

01/02/2017, 19:52

Immagine

Bravo Trump! [^]

Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 10:20

Inutile farsi illusioni, dietro al successo di Trump alla fine ci sono sempre loro:

Congresso Americano: nuovo disegno di legge per sanzioni contro l'Iran
Un nuovo disegno di legge sulle sanzioni contro l'Iran è stato presentato mercoledì alla Camera dei rappresentanti americana, si legge sul sito di uno degli autori della legge, il membro del Congresso dell'Illinois, Peter Roskema.

Il documento è stato preparato da quattro deputati, che presiedono il gruppo per gli affari di Israele nella fazione repubblicana della Camera dei rappresentanti. In particolare, il progetto mira a intralciare il programma di sviluppo iraniano di missili balistici e Tehran, tacciata di supporto al terrorismo e violazioni dei diritti umani.

Il disegno di legge prevede "l'introduzione di nuove sanzioni contro il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, l'IRGC e contro la compagnia aerea Mahan Air, che aiuta l'IRGC nella diffusione del terrorismo".

Si prevede inoltre la "creazione di un nuovo elenco di sanzioni da parte del Ministero del tesoro degli USA, che comprende le strutture di cui l'IRGC fa parte, detenendo più del 25% delle azioni". Inoltre, si prevede " contro l'Iran l'estensione delle sanzioni esistenti e l'introduzione di nuove sanzioni per palesi violazioni dei diritti umani". Oltre a questo, parallelamente, si prevede "l'introduzione di nuove sanzioni contro chi fornisce aiuto all'Iran nella realizzazione del suo programma di sviluppo di missili balistici". Ulteriori sanzioni, con altre destinazioni, verranno comunque introdotte.

Un gruppo di senatori repubblicani il 24 gennaio ha presentato un simile disegno di legge alla camera del Congresso.

Fonte

Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 16:45

Contro Donald Trump le proteste ipocrite dell’Occidente
A manifestare sono: femministe, omosessuali e gente dello spettacolo. Fino ad ora non ho sentito di manifestazioni organizzate da quelle fasce sociali che vivono il disagio prodotto dalla globalizzazione neoliberista che ha determinato il massacro del lavoro in Europa e negli Usa.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02 ... e/3362365/


Finalmente un articolo sensato: a manifestare (come nello stile radical chic) non sono i più disagiati ma gente appartenente a categorie benestanti. Oltretutto i disagiati sono stati colpiti dalle politiche precedenti e non certo da Trump appena insediatosi un po come quella sinistra che guarda la pagliuzza nell'occhio altrui e non il trave nel proprio.

Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 17:34

DiMartedì
DiMartedì, scontro tra Luttwak e Scanzi su Trump

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Donald Trump infiamma il dibattito a DiMartedì, su La7. Edward Luttwak, incalzato dalle obiezioni di Andrea Scanzi del Fatto quotidiano e di Antonio Caprarica sull'operato del neo presidente americano, risponde a tono. Primo punto: l'islam. A Caprarica che Trump dica che è una religione ostile "fa accapponare la pelle". Luttwak però lo affonda: "Trump ha detto che se gli europei vogliono importare musulmani è un loro diritto ma lui fa notare che dove sono presenti, in 50 Paesi, lì ci sono crimini, fatti di violenza religiosa, non sociale o politica. E se il Papa non è d'accordo sono fatti del Papa". E ricorda: "Trump è stato eletto, quindi qualcuno evidentemente negli Stati Uniti è d'accordo con lui". Non solo. "Trump è stato eletto con le regole americane". A questo punto interviene Scanzi: "Nessuno dice che è stato eletto in modo non democratico. Ma in Canada l'attentato l'ha fatto un bianco trumpista xenofobo. E Luttwak è solo un guerrafondaio che vuole sentire l'odore del napalm".

Luttwak sorvola sulla battuta e va avanti come un treno: "Come tutti sappiamo i terroristi sono pochi. Il punto non è il terrorismo ma che l'islam è anche una ideologia politica che non permette la tolleranza delle idee contrarie. Il terrorismo è un problema marginale, Trump sta eseguendo il suo intero programma". E questo vale anche "per il muro con il Messico che chiude all'immigrazione illegale ma propone di legalizzare chi è già nel Paese senza le carte in regola".

Scanzi ci prova di nuovo: "Mi sfugge l'efficacia del muro. Dico solo che su questi sette Paesi banditi c'è un Paese come l'Iraq che viene bombardato dagli Stati Uniti i quali così tolgono ai rifugiati anche la possibilità di chiedere asilo". "La lista era stata fatta dall'amministrazione Obama", conclude, "e chi ha bombardato è stato Obama. Quello che puoi attribuire a Trump sono i programmi di Trump che rilanceranno l'economia americana".

http://www.liberoquotidiano.it/news/sfo ... trump.html

Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 18:28

Ahaha, Scanzeee il rosicatore! Ufó, leggiti questa perla di giornalismo!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01 ... e/3353579/
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