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Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 16:14

TheApologist ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
– La media delle patologie preesistenti tra i morti Covid è di 3,5 e più precisamente solo il 3,5% dei morti Covid19 aveva 0 (zero) patologie, il 13,3% aveva 1 (una) patologia, il 19,6% aveva 2 (due) patologie, il 63,6% avevano 3 (tre) o più di tre patologie (vedi immagine 2). Quali sono queste patologie? Un’unghia incarnita? Un brufolo purulento? Ce lo dice lo stesso Istituto Superiore di Sanità: cardiopatie, diabete, ictus, broncopneumopatia, cancro, epatopatia cronica, ecc. (vedi immagine 3). Ovvero tutta roba che pure il sopraggiungere un influenza (a maggior ragione se in età avanzata) può portare al decesso.



Quando l'ho detto io, qualcuno mi ha dato sostanzialmente del cretino irresponsabile e negazionista.
In realtà è così, gli anziani morivano come mosche anche gli anni scorsi, solo che siccome non c'era il terrorismo mediatico che c'è adesso, queste morti passavano inosservate.





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l’emergenza
Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi molte operazioni rinviate

Difficoltà ad accogliere nuovi pazienti, prenotazioni sospese per i posti letto delle rianimazioni destinati ad accogliere i malati dopo le operazioni, turni straordinari (gratis) per medici e infermieri richiamati dalle ferie. Appello dei medici alla Regione


di Simona Ravizza

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Numeri record. Le complicazioni dell’influenza, soprattutto le polmoniti, mandano in crisi le rianimazioni: 48 i casi di malati gravi ricoverati da Natale a oggi nelle terapie intensive di Policlinico, San Raffaele, San Gerardo di Monza e San Matteo di Pavia, gli ospedali di riferimento in Lombardia per l’uso dell’Ecmo, il macchinario che si sostituisce ai polmoni. I problemi si accavallano: difficoltà ad accogliere nuovi pazienti, rinvio degli interventi chirurgici programmati e prenotazioni sospese per i posti letto delle rianimazioni destinati ad accogliere i malati dopo le operazioni, turni straordinari (gratis) per medici e infermieri richiamati dalle ferie. Una situazione grave che spinge i medici a chiedere l’aiuto dell’assessorato alla Sanità guidato da Giulio Gallera e a rammaricarsi per la scelta fatta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di non stanziare più fondi per la rete italiana dell’Ecmo (finiti i 20 milioni di euro finanziati nel 2009 dall’allora ministro Ferruccio Fazio).


Giuseppe Foti, alla guida dell’Emergenza Urgenza del San Gerardo di Monza, fa i conti: «Tre pazienti ricoverati fino al 22 dicembre, 6 dal 22 al 31 dicembre, 8 dal primo gennaio a oggi. Il problema è grave. Da questa settimana siamo costretti a sospendere le prenotazioni dei letti in terapia intensiva per i pazienti chirurgici con interventi programmati». Federico Pappalardo, responsabile della terapia intensiva del San Raffaele, ammette: «Oggi salteranno altre operazioni non urgenti». Giacomo Grasselli, responsabile medico della rianimazione del Policlinico, è nella stessa situazione: «Il rischio di rinvio degli interventi chirurgici elettivi per pazienti che necessitano di assistenza postoperatoria in terapia intensiva è un problema all’ordine del giorno». Giorgio Antonio Iotti, a capo della Medicina intensiva del San Matteo di Pavia, allarga le braccia: «I pazienti con polmonite grave e complicazioni importanti determinate dal virus dell’influenza stanno occupando ben un quarto dei nostri 21 posti letto».


Per superare il problema, secondo i medici, è urgente l’intervento di Regione Lombardia: il Pirellone è chiamato in causa perché oggi è venuto a mancare un coordinamento riconosciuto, anche economicamente, del lavoro dei quattro ospedali. Alberto Zangrillo, direttore del dipartimento di Emergenza Urgenza del San Raffaele, attacca: «La verità è che il ministro Lorenzin non si è preoccupata a livello nazionale di rifinanziare il progetto, mettendo in difficoltà soprattutto la Lombardia, regione sulla quale per l’alto livello dei centri si scarica il lavoro anche delle altre regioni». Grasselli insiste: «La centralizzazione dei malati che necessitano dell’Ecmo consente letteralmente di salvare la vita a pazienti che altrimenti morirebbero». E il pensiero dei dottori, riuniti lunedì al Policlinico per esaminare il da farsi, va alla neomamma che ha rischiato la vita due giorni dopo il parto, ai primi di gennaio, per una gravissima insufficienza respiratoria seguita all’influenza e ora in buone condizioni grazie all’Ecmo. Lo stesso è successo a una bimba, che si è pesantemente aggravata in seguito a febbre e tosse. Anche per lei si è temuto il peggio: «Ma il nostro intervento con la macchina che si sostituisce ai polmoni l’ha salvata». Un grande impegno, una fatica immane, che adesso fanno chiedere un riconoscimento alle istituzioni. Per salvare altre vite.


Intanto si allarga l’emergenza sangue, a causa del virus influenzale che impedisce a molti donatori di recarsi nei centri di raccolta. Dopo l’appello del Policlinico, il virologo Roberto Burioni segnala difficoltà anche al San Raffaele, con operazioni chirurgiche sospese per la carenza di sangue. E invita i cittadini a dare il proprio contributo.


10 gennaio 2018 | 07:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA


https://milano.corriere.it/notizie/cron ... e5b2.shtml


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https://www.google.com/search?q=terapie ... A2018&tbm=

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 16:47

MaxpoweR ha scritto:https://it.wikipedia.org/wiki/Fogna_del_comportamento

Fossi in voi rinfrescherei questa lettura, risuonano prepotenti strane eco d'attualità.


[:264]
viewtopic.php?f=8&t=19867

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 18:30

cari amici,
Covid:blitz negazionisti in ospedali Torino, polemica su web

https://www.ansa.it/piemonte/notizie/20 ... 5bec2.html

Covid19: i grandi ospedali del Nord hanno il Pronto Soccorso deserto: dov’è l’emergenza? (Video)
https://www.alessandriaoggi.info/sito/2 ... la-storia/

ciao
mauro

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 18:55

mik.300 ha scritto:215.000 tamponi, 31.000 casi

percentuale 14,4%

TI TOTALI in lombardia 370 al 30 ottobre


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DATI AL 30 OTTOBRE


TOTALE POSITIVI 325.786

RICOVERATI 16.994 (5,2%)

ASINTOMATICI 307.046 (94,2%)

TI 1.746 (0,5%)



tamponi 215.886, positivi 31.758
percentuale 14,7%
(+0,3% da ieri)


il corriere titola 15%..
arrotonda.................


corr.png


TI TOTALI in lombardia 392 al 31 ottobre..

gli esperti(??) si sono sbagliati di 208 posti..

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 20:14

Se fanno dei lockdown ora fanno una delle puttanate più grosse degli ultimi 50 anni....

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 20:32

Guarda su youtube.com


https://m.facebook.com/BuffonateDiStato ... -2020&_rdr

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 20:40

Fuffavirus

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 21:01

da azzecccagarbugli gondeh si para il kulo..
siamo già allo scaricabarile..

se le cose vanno male,
se l'economia va a rotoli,
se il provvedimento è ingiustificato, ecc
è colpa del CTS, neh!!


Firefox_Screenshot_2020-10-31T20-00-01.344Z.png

Re: CORONAVIRUS

31/10/2020, 21:53

Wolframio ha scritto:
Guarda su youtube.com


https://m.facebook.com/BuffonateDiStato ... -2020&_rdr


Perché non li ha intervistati questi parenti di asintomatici ricoverati???
Li aveva davanti che si lamentavano no?
Bah....

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 04:19

Wolframio ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:https://it.wikipedia.org/wiki/Fogna_del_comportamento

Fossi in voi rinfrescherei questa lettura, risuonano prepotenti strane eco d'attualità.


[:264]
viewtopic.php?f=8&t=19867


se ne è saputo più nulla?

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 07:05

Si è data la colpa ad un allevamento di piccioni abbandonato dove i ratti hanno trovato abbondanza di cibo e si sono moltiplicati, finito il cibo hanno invaso strade e case.
Questo a gennaio 2019
A maggio 2019 sempre tra Cesena e Rimini, uccelli che si schiantavano contro le case.
Poi non si è saputo piu nulla.

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 07:22

mauro ha scritto:cari amici,
Covid:blitz negazionisti in ospedali Torino, polemica su web

https://www.ansa.it/piemonte/notizie/20 ... 5bec2.html

Covid19: i grandi ospedali del Nord hanno il Pronto Soccorso deserto: dov’è l’emergenza? (Video)
https://www.alessandriaoggi.info/sito/2 ... la-storia/

ciao
mauro


Mah... cito dall' articolo dell' Ansa : " il primo segnale dell' emergenza - scrive un internauta - è proprio il fatto che il Pronto Soccorso fuori è vuoto. " [:296] Se questa frase è intesa come convincente per spiegare come mai fuori dai PS non ci sia nessuno, avrei parecchio da ridire.
Dentro nelle sale d' attesa non fanno più entrare nessuno, ma fuori all' aperto ci sono SEMPRE i parenti che aspettano notizie. O pensano che non si ammali più nessuno d' altro ??
Chi dice queste cose mi sa che non c' è stato al PS.

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 11:07

Le altre malattie sono sparite [:(] , non ci si ammala più [:o)] [:(!] , l'Ospedale della nostra città lo vogliono far diventare per solo Covid 19 per qualche decina di positivi in tutto comprese persone portate da altri Paesi attorno. [:(!] [:303]

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 11:12

Wolframio ha scritto:
shighella ha scritto:Anche i superdotati posso prendere il covid [:D]
Sembra che Rocco Siffredi abbia preso il virus..
https://www.youtube.com/watch?v=MQ3Veou ... inoMassoni


Credeva che bastava accoppiarsi con la mascherina, ma non ha calcolato che 24 cm sono pochi per la distanza sociale. [:297]



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Porello Rocco. [:D]


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24 Ottobre 2020

“Turisti, ristoranti pieni e poche mascherine”. Il racconto della nuova vita di Wuhan nei video dell’ambasciatrice culturale in Cina

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Ilham Mounssif, ambasciatrice culturale in Cina, sta trascorrendo alcuni giorni a Wuhan e sta raccontato sui suoi canali social (seguitissimi) la vita nella città prima focolaio nel mondo di Covid-19. Come mostra nei suoi video, oggi la città cinese è tornata a essere una metà turistica, i contagi sono crollati e le persone riempiono locali e ristoranti, molte senza mascherina
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Fonte



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Cina: l'epidemia è sotto controllo. Ma come ci sono riusciti?


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27/10/2020 Di Ugo Bardi* - Comune.info
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Dai dati che arrivano dalla Cina, sembra che le cose stiano andando decisamente bene con l'epidemia di COVID. In Cina, così come in tutta l'Asia orientale, la mortalità è stata molto più bassa che in Europa e non si riferiscono decessi ormai da Marzo. Ci sono ancora molte cose da chiarire sulla gestione cinese dell'epidemia, ma la Cina ci può insegnare che è possibile bloccare l'espansione del virus senza bisogno di fare danni all'economia.

Vi ricordate di quando a Gennaio i Cinesi (o quelli che sembravano Cinesi) venivano insultati per la strada da gente che credeva che fossero degli appestati? Le cose sono cambiate un bel po’ e oggi sono i Cinesi a credere che siamo noi italiani gli appestati.

In Cina, non risultano decessi da COVID-19 da circa metà Marzo. In quanto a casi positivi, dopo quella data ci sono stati solo occasionali “focolai” di poche decine di casi, quasi tutti di importazione (2). L'economia cinese è ripartita e adesso funziona a pieno regime.

Da quello che si legge sui media internazionali e da quello che mi dicono i colleghi che vivono e lavorano in Cina, al momento il paese è completamente aperto. Tutte le attività commerciali e industriali sono in funzione. I negozi e i ristoranti sono aperti e non ci sono restrizioni ai viaggi interni. Portare mascherine è opzionale. Dalle foto che arrivano dalla Cina, vedi per esempio quella che vi passo qui, (del “China National Day” del 1 Ottobre), si vede che la gente non fa molto caso agli “assembramenti” di persone senza mascherine.

Va detto anche che non è che in Cina abbiano “abbassato la guardia.” Sicuramente stanno ancora attenti a molte cose e il governo interviene energicamente appena viene fuori qualche piccolo focolaio. Per esempio, le autorità della città di Qingdao hanno trovato recentemente un focolaio. Secondo quello che si è letto sui media internazionali (quindi da prendere, come si suol dire, "con le molle", per non dire di peggio) pare che sia correlato a una partita di merluzzo congelato di importazione sul quale qualcuno avrebbe osservato dei virus ancora interi. Vero oppure no, difficile dire, ma in ogni caso il governo locale si è impegnato a testare per il COVID tutti i 9 milioni di abitanti della città! (3). Ma, nel complesso, è chiaro che in Cina e altrove in Asia l’epidemia è sotto controllo senza bisogno di lockdown.

Non solo l’epidemia sembra sparita in Cina, ma ha anche fatto pochissimi danni. Il totale delle vittime è circa 4600 su quasi un miliardo e mezzo di persone. Ovvero 3 decessi per milione contro i quasi 600 dell’Italia. Anche se consideriamo soltanto le regioni geografiche dove il virus ha colpito più duramente, troviamo che la provincia di Hubei ha avuto circa 20 volte meno decessi della Lombardia. (4)

Come è possibile una cosa del genere? Si legge spesso sui social e sui media che la Cina ci avrebbe imbrogliato e che starebbe continuando ad imbrogliarci. Si legge a volte che, dato che la Cina è una dittatura, se ne dovrebbe dedurre che tutto quello che ci dice il governo cinese non può essere che falso -- incluso il fatto che l'epidemia non c'è più. Può darsi che le cose stiano così?

Va detto che spesso i governi non si fanno troppi scrupoli a imbrogliare la gente. Abbiamo visto in un post precedente come almeno un paese europeo, la Bielorussia, potrebbe aver parzialmente falsificato i dati sull’epidemia (5). Per quanto riguarda la Cina, ci sono casi precedenti di dati falsificati. Per esempio, un’analisi dei dati sulla pesca che arrivavano dalla Cina negli anni 1990 ha indicato evidenti falsificazioni per nascondere l'esaurimento degli stock (6),(7)). Ma un’epidemia è una faccenda ben più grave e più estesa di un imbroglio in uno specifico settore commerciale. Sarebbe molto difficile anche per il governo cinese nasconderla se ce ne fosse una in corso.

Certo, tutto è possibile, ma se vogliamo credere che i cinesi ci raccontino balle sull'epidemia dobbiamo in qualche modo portare qualche evidenza in proposito. Rimanendo sull'esempio dei dati sulla pesca, una delle ragioni che ha portato a sospettare della validità dei dati cinesi erano le anomalie che si notavano confrontando con i dati di altre regioni simili. Possiamo trovare qualche anomalia del genere per la pandemia?

Sembra proprio di no: i dati cinesi sulla diffusione del COVID-19 sono confrontabili con i dati di altri paesi asiatici vicini che, in generale, hanno avuto mortalità minima o inesistente. Per esempio, Taiwan ha fatto anche meglio della Cina continentale con un totale di 7 decessi su 23 milioni di abitanti (meno di un decesso per milione). Altri paesi hanno fatto un po' peggio, ma sono comunque rimasti su livelli molto bassi di mortalità. Singapore riferisce 5 decessi per milione, Hong-Kong 13. Anche il vicino Giappone ha subito solo 13 decessi per milione. Poi, sia la Mongolia che Macao riferiscono addirittura zero decessi. Certo, uno potrebbe dire che la Mongolia non conta perché è un paese di cammellieri che vivono in tende in mezzo al deserto, ma ovviamente non è così. La capitale, Ulan Bator, è una metropoli con oltre un milione di abitanti. Macao, poi, è una città di 700.000 abitanti ad altissima densità di popolazione, forse la più alta al mondo. E l’epidemia è passata sia da Ulan Bator come da Macao senza lasciare nemmeno una vittima! È quanto meno poco credibile che tutti questi governi si siano messi d’accordo per nascondere al resto del mondo un’epidemia in corso.

Ma perché in Asia le cose vanno tanto meglio che da noi? Forse i cinesi hanno usato misure di contenimento particolarmente efficaci? Per certi versi, il lockdown cinese di quest'anno può essere stato più drastico di quello occidentale, ma non è durato più a lungo che da noi. Non è nemmeno possibile dire che sia stato più tempestivo se, come dicono gli stessi cinesi, il virus già circolava a dicembre. Il lockdown è stato istituito a Wuhan soltanto il 23 Gennaio e alcuni giorni dopo per tutta la provincia di Hubei.

A proposito del "distanziamento sociale," sappiamo tutti che in Asia si tende a evitare il contatto fisico fra le persone. Ma è anche vero che se vi è mai capitato di prendere la metro in una città orientale (per esempio a Tokyo (8)) vi sarete fatti un’idea molto specifica del significato dell’espressione “strizzati come le sardine”. Se non avete avuto questa esperienza, vi passo il link a un video impressionante della metropolitana di Beijin (9). Le metropoli orientali sono estremamente affollate e in certe condizioni è semplicemente impossibile evitare il contatto fisico.

Può darsi allora che il trucco sia stato nel "contact tracing"? In effetti, da quello che si legge si potrebbe pensare che i paesi asiatici siano stati più aggressivi di noi nel tracciamento e l'isolamento delle persone che sono state in contatto con persone colpite dal virus (10). Questa è una spiegazione interessante, ma non è che in Europa il tracciamento non sia stato fatto. Forse non lo abbiamo fatto abbastanza bene? E' possibile, ma non abbiamo confronti quantitativi che ci possano dire se questa è la spiegazione di tutta la faccenda.

C'è anche un altra possibile interpretazione che non ha a che vedere con quello che i governi hanno fatto o non fatto. Può darsi che i Cinesi siano stati esposti al virus per più tempo di noi occidentali e quindi si siano avvicinati prima all’ “immunità di gregge.” Probabilmente avete sentito parlare di Li Wenliang, il medico cinese che aveva notato per primo dei casi di polmonite anomala a dicembre e che poi è morto lui stesso per aver contratto l’infezione. Inizialmente, non fu creduto, ma oggi è considerato un eroe in Cina. Li aveva cominciato a lanciare l'allarme verso la fine di Dicembre del 2019, ma nulla ci vieta di pensare che il virus esistesse già da tempo in Cina, forse anche in forme leggermente diverse da quella che poi ha colpito l'Europa. Soltanto, le persone colpite venivano diagnosticate come normali casi di polmonite.

E' possibile che la popolazione cinese fosse stata stata esposta al virus già molto prima della dichiarazione dell’emergenza? C’è un dato che ci potrebbe dare una forte indicazione in proposito: la mortalità in eccesso. Se l’epidemia esisteva già a Novembre-Dicembre del 2019, o anche prima, dovremmo vedere una mortalità anomala rispetto alla media per quel periodo.

Ottima idea, ma con un problema: i dati sulla mortalità aggiuntiva in Cina non si trovano in nessun posto sul Web. Attenzione: questo non vuol dire che il governo cinese ci nasconda qualcosa. Quasi nessun governo al mondo diffonde questi dati in una forma facilmente accessibile per chi non conosce la lingua locale. L’Europa è un’eccezione con un database sull'eccesso di mortalità chiamato “Euromomo” gestito da un network che fa capo all’OMS, ma non c'è niente del genere per l'Asia Orientale. Quindi, per il momento l'idea di un inizio anticipato dell'epidemia rimane un'ipotesi.

Ci sono altri fattori che potremmo metterci a esaminare ma questo virus ci ha abituato al fatto che le previsioni e le interpretazioni si rivelino sempre sbagliate. Anche in un recente articolo su Nature (11), gli autori hanno detto francamente che "non siamo ancora in grado di fornire una spiegazione generalizzate per le differenze di mortalità quantitative osservate fra i vari paesi". Così, dobbiamo contentarci di dire che l'epidemia ha fatto danni molto meno gravi in Asia che da noi per qualche ragione che, al momento, non possiamo identificare con certezza.

Ma rimaniamo su quello che sappiamo, ovvero che al momento le cose in Cina vanno decisamente bene. Dal caso cinese possiamo perlomeno capire che non siamo di fronte a un nemico invincibile. E' possibile batterlo senza dover necessariamente distruggere l'economia con dei lockdown prolungati e generalizzati. In Cina, infatti, il lockdown "duro" ha interessato soltanto una provincia di 60 milioni di abitanti, grande come l'Italia, ma niente in confronto al miliardo e 400 milioni di abitanti di tutta la Cina. Certamente, da noi siamo in un momento molto difficile, ma non è impossibile superarlo e non c'è ragione di pensare che dovremo continuare a vivere nel terrore nei secoli a venire.


*Docente presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di Firenze. L'autore ringrazia Chandran Nair per i suoi commenti sulla situazione in Cina
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Risultati definitivi dello studio clinico del Remdesivir


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Il Remdesivir è per ora l’unico farmaco antivirale approvato per la terapia e per il trattamento della infezione del virus SARS-CoV-2.

Il composto ha un meccanismo di azione che inibisce un processo essenziale alla replicazione del virus, il suo target biologico è la polimerasi del virus. Questo enzima serve a replicare l’RNA del virus stesso ed è essenziale per la sua replicazione. Moltissimi virus utilizzano questa famiglia di enzimi per replicarsi, infatti è un bersaglio classico dei farmaci antivirali. Tutti questi hanno in comune una struttura tridimensionale dell’enzima e il meccanismo biologico con cui funzionano. Per questo, la strategia di bloccare la polimerasi del virus è stata di grande successo per molte infezioni quali HIV, epatite C (HCV); epatite B (HBV) come esempi più rilevanti.

Il composto venne originariamente inventato per combattere l’HIV e l’epatite C dove però non mostrò attività. Venne successivamente testato sul altri virus risultando infine attivo contro Ebola virus. Esso venne quindi sviluppato proprio per questa emergenza, arrivò fino alla conclusione della fase clinica tre, l’ultima prima dell’approvazione sul mercato, si dimostrò molto ben tollerato e senza effetti collaterali. Purtroppo però non risultò essere efficace in maniera statisticamente significativa rispetto al controllo. All’inizio della pandemia del COVID-19 tutte le case farmaceutiche hanno testato le proprie molecole appartenenti a questa classe chimica, definita nucleotidi o nucleosidi, contro questo nuovo virus. Il Remdesivir risultò attivo ed efficace.

Capitalizzando sui dati clinici di sicurezza del composto è stato possibile entrare immediatamente in clinica, senza ripetere tutti gli esperimenti preliminari atti a verificarne la non tossicità sui volontari sani. Si è cosi iniziato uno studio clinico di fase due-tre in pochissimo tempo rispetto all’inizio della pandemia.

Lo studio è iniziato a febbraio 2020, prevedeva di trattare pazienti ospedalizzati infettati dal SARS-CoV2. I risultati preliminari ad aprile davano l’indicazione che il composto era efficace e riduceva il tempo di ospedalizzazione dei pazienti.

Sulla base di questi dati preliminari e tutti i dati ottenuti negli altri studi clinici per Ebola che dimostravano la sua non tossicità, il composto ha ricevuto l’approvazione rapida per emergenza.

Questa procedura accelerata è concessa solo nei casi di emergenza come la pandemia. Lo studio è proseguito e si è concluso dopo l’approvazione ottenuta in aprile, i risultati definitivi sono stati pubblicati questo mese, ottobre 2020.

Lo studio clinico ha coinvolto 1062 pazienti ospedalizzati che in maniera casuale hanno ricevuto il Remdesivir o il placebo con la terapia standard per via endovenosa per 10 giorni. L’analisi di tutti i dati ha rivelato che:

Il tempo di ospedalizzazione si è accorciato di 5 giorni, senza Remdesivir è stato di 15 giorni, con Remdevisir 10 giorni.
La mortalità al 29 giorno dall’ ospedalizzazione per i pazienti che hanno ricevuto l’ossigeno è stata del 11 % per quelli sul placebo e 4% per quelli che hanno ricevuto il Remdesivir. Considerando tutti i pazienti l’indice di mortalità è stata del 11% con il Remdesivir e del 14% con il placebo. Tale differenza non è statisticamente significativa per poter dichiarare che il composto disunisce la mortalità in queste condizioni.

Altri studi sono in corso su popolazioni differenti di pazienti, come quelli ospedalizzati ma con sintomi meno gravi, probabilmente su questa classe di pazienti il composto darà risultati migliori. Questi studi clinici serviranno ad ampliare le possibilità di utilizzo di questo farmaco.
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Esclusivo TPI: “Che me ne fo##e, io gli facevo il tampone già usato e gli dicevo… è negativo guagliò”.
La truffa dei test falsi che ha fatto circolare migliaia di positivi in Campania



"Tamponi veloci, a basso prezzo, senza fila e anche a domicilio". Tutto bellissimo, peccato che si tratti di una mega-truffa orchestrata nei mesi più duri del Covid da parte di un'organizzazione campana a suon di test falsi. Alcuni dei quali persino già usati su altri pazienti, tamponi sprovvisti di certificato sanitario e processati con macchinari utilizzati per testare la brucellosi nelle vacche. Così circolavano migliaia di persone inconsapevolmente positive, con il rischio concreto di infettare tutti i loro contatti. Noi di TPI siamo in grado di rivelare, attraverso intercettazioni e testimonianze esclusive, questo sistema diabolico concepito per lucrare sulla salute dei campani, approfittando della crisi pandemica da Coronavirus in Campania e dell'apparato sanitario regionale in affanno. Un giro d'affari da centinaia di migliaia di euro


Di Amalia De Simone
Pubblicato il 22 Ott. 2020 alle 18:43
Aggiornato il 23 Ott. 2020 alle 15:37
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ESCLUSIVO TPI, di Amalia De Simone – “Io gli facevo il tampone e lo mettevo su una striscetta già usata e non gli dicevo niente. Non attendevo nemmeno i 20 minuti e dicevo: è negativo guagliò, tutto a posto! Capito? Tanto io già so che quella striscetta è negativa quindi non tengo il rischio. (…) Che me ne fotte… Nella sua testa lui è negativo. Se pure fosse stato positivo già avrebbe fatto i guai… Che me ne fotte a me”. Noi di TPI siamo in grado di rivelare una mega-truffa che ha messo a rischio la salute di migliaia di cittadini inconsapevolmente positivi, vittime di un sistema che forniva loro risultati falsi di tamponi Covid, con il rischio concreto che, circolando liberamente, potessero infettare a loro volta tutte le persone con cui entravano in contatto.

Le parole che leggete in questo stralcio di intercettazione ottenuta in esclusiva da TPI sono la sintesi di una delle conversazioni oggetto dell’indagine dei carabinieri del NAS di Napoli che hanno scoperto un’organizzazione (al momento ci sono 17 indagati) che effettuava tamponi per la ricerca del Coronavirus senza avere i macchinari adatti a processare i campioni, né il personale specializzato per poterli eseguire. Il risultato? Questo tipo di attività (ingente per ammissione degli stessi soggetti coinvolti, che nei dialoghi intercettati parlano di migliaia di tamponi eseguiti) ha contribuito al diffondersi dell’epidemia, mettendo in pericolo la salute e la vita di molte persone.

In questo momento, va ricordato, la Campania come la Lombardia ha più del 10 per cento di tamponi positivi. Per esempio il 22 ottobre ci sono stati 1.541 positivi a fronte di 12.001 tamponi analizzati, per un totale di oltre 32mila casi in regione. E il dato è in crescita, esattamente come quello dei posti in terapia intensiva occupati: 94 su una capacità totale di 227 posti complessivi a livello regionale. Quindi, questa organizzazione ha fatto pericolosamente aumentare il numero di contagiati che è andato in giro per la regione senza neanche sapere della propria positività: una bomba epidemiologica di cui probabilmente ancora non abbiamo visto tutti i risultati.


Tamponi senza certificati e personale senza titoli

L’infermiere che nell’intercettazione (nel video qui sopra l’audio esclusivo di alcuni componenti dell’organizzazione) diceva di ricorrere a striscette usate e di “fottersene” dell’esito giusto da comunicare ai pazienti puntava sugli “ignoranti”. E pensare che era uno dei pochissimi dell’organizzazione ad avere un titolo sanitario, insieme ad un medico del 118 che aveva messo in piedi questo giro d’affari approfittando di uno dei periodi più drammatici della storia. Ma non tutti erano vittime totalmente inconsapevoli del raggiro. Qualcuno, dopo aver fatto ricorso alla Asl e aver svolto correttamente il tampone, ha fatto notare la scarsa professionalità del servizio. Di queste lamentele, ne parlavano al telefono proprio alcuni membri del gruppo finito sotto indagine: “Una signora mi ha fatto una chiavica perché il tampone era negativo a fronte di quello dell’Asl che era nuovamente positivo e ha praticamente detto che noi siamo una chiavica… Che li fate a fare i tamponi?”. (Qui tutte le intercettazioni).


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La banda: chi sono i componenti del “sistema”

La banda era coordinata da un dottore del 118, il Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza, che venendo meno al vincolo di esclusività alla sanità pubblica, approfittava della propria posizione di medico, dello stato pandemico e del conseguente assoggettamento psicologico da parte della gente. Accanto a lui un infermiere e una serie di persone non qualificate, tra cui anche la sorella di quest’ultimo e vari altri conoscenti, utilizzati prevalentemente per l’esecuzione dei tamponi. E soprattutto il supporto di una azienda specializzata in protesi acustiche che metteva a disposizione il suo parco clienti, i locali della sua struttura e un macchinario per processare i tamponi. Appena la procura chiuderà il fascicolo, gli indagati potranno produrre documenti e depositare memorie che provino la loro eventuale estraneità ai fatti (Qui una ricostruzione dell’organizzazione: chi è la banda)

E veniamo proprio allo strumento a disposizione dell’organizzazione. Si tratta di una macchinetta per l’esecuzione e l’analisi dei tamponi nata per la ricerca dei virus negli animali e in particolare della brucellosi nelle vacche e che invece era stata modificata per l’occasione e quindi non era nemmeno omologata, né testata. I risultati non potevano avere alcuna evidenza scientifica e probabilmente per le analisi venivano utilizzati kit diversi da quelli prescritti normalmente. Per ogni test venivano rilasciati anche dei certificati firmati proprio dal medico che coordinava le prestazioni.

L’organizzazione aveva cominciato la sua attività ben prima che la Regione Campania autorizzasse i laboratori privati ad eseguire i test per la ricerca del virus. Lo scorso 13 ottobre la Regione ha pubblicato l’elenco dei laboratori accreditati anche se subito la Federlab ha sottolineato che nella stesura degli elenchi ci sarebbero una serie di errori come la presenza di laboratori falliti o diventati Srl o la mancata indicazione di strutture invece in possesso di tutti i requisiti.
De Magistris: “Fatto gravissimo, ora massimo rigore e severità”

Lo stato dell’arte della sanità campana è abbastanza critico, come sottolinea anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris a TPI: “Queste migliaia di tamponi falsi sono un fatto di una gravità inaudita e mi auguro che la magistratura faccia il suo corso e il suo lavoro, insieme alle forze dell’ordine. Con il massimo rigore e la massima severità perché è inqualificabile e indegno. Bisogna partire però dal contesto in cui questa organizzazione si è potuta inserire. Noi abbiamo innanzitutto una situazione che io da tempo vado dicendo che è fuori controllo. Non si ha più notizia di un tracciamento puntuale e costante dei positivi e dei contatti diretti. Secondo: le persone vengono lasciate per troppo tempo in balia della tempesta, ovvero non riescono ad avere il risultato del tampone. E questo li mette in una condizione di disperazione perché la Asl ritarda. E le persone hanno la tosse che aumenta, la febbre che aumenta e sono spaventate. Ed è proprio in quel momento che cercano il tampone, che si rivolgono a chiunque pur di farlo”.

“In Campania manca quindi – ha continuato de Magistris – una rete e una capacità organizzativa per monitorare tra pubblico e privato lo stato di salute della nostra popolazione. E questo sarebbe competenza della Regione e delle Asl. E non c’è solo il quadro delle abitazioni, cioè di chi sta male a domicilio. Poi c’è anche chi fa 8 o 9 ore di fila davanti al Frullone, la sede che la Asl ha messo a disposizione per i tamponi. C’è gente che per evitare questo strazio, poi magari va da un’altra parte” (qui l’intervista completa).
La storia di Maria

“L’altra parte” di cui parla de Magistris in questo caso è un’organizzazione in cui gli errori sugli esami per l’individuazione del Coronavirus sono stati numerosi. Quelli venuti fuori negli ultimi giorni riguardano prevalentemente casi maturati a fine estate. Era il 31 agosto e la signora Maria (nome di fantasia) ha 38 di febbre, la tosse e si sente debole. Era stata a Cosenza con la nipote dove erano stati a contatto con un parente risultato positivo al Covid. La nipote della signora Maria si rivolge al medico del 118 a capo della banda che ha saputo effettuare i tamponi orofaringei.

Anche se la Regione Campania non aveva ancora dato mandato ai privati di effettuare questo tipo di test, l’organizzazione nel frattempo, evidentemente lasciando credere che fosse una procedura corretta, già si adoperava per soddisfare le numerose richieste in un sistema sanitario congestionato per l’aumento esponenziale dei contagi dopo il periodo estivo. E così alla signora Maria viene fatto il tampone. Esame che viene eseguito a buona parte della sua famiglia. L’esito per Maria è negativo anzi, il medico che aveva effettuato l’esame, rassicura la nipote: “Tua zia era perfetta. Non ha nulla, non tiene niente, ha solo una bronchite asmatica… è un’altra cosa”. Ma la febbre non scende e la signora Maria finisce in ospedale a Pozzuoli dove le diagnosticano la positività al Covid e ne dispongono il trasferimento in un altro ospedale.


[Nel video qui sopra la testimonianza esclusiva della nipote della signora Maria, truffata dall’organizzazione]

Abbiamo rintracciato proprio la nipote della signora Maria: “Anche io ho contratto il Covid ma mia zia è stata ricoverata per più di un mese”. Quando ha fatto il tampone privato già aveva i sintomi. Di che tampone si tratta? “Di quello normale naso-gola. Risultò negativo, ma mia zia stava male e così la portammo all’ospedale di Pozzuoli. Lì le rifecero il tampone e risultò positivo, la tennero un giorno in uno stanzino e poi la trasferirono all’ospedale Loreto Mare perché al Cotugno non c’era posto”. Quanti anni ha sua zia? “Ha 82 anni”. Quando avete fatto il primo tampone privato? “Lo abbiamo fatto a fine agosto, il 29 o il 30”. Vi siete rivolti a quel laboratorio privato perché lo conoscevate? “Perché era regolare e autorizzato”. Dunque il medico che aveva eseguito il tampone aveva fatto credere che fosse tutto regolare e soprattutto ha eseguito un esame da privato quando la Regione Campania ancora non lo aveva consentito (Qui tutta la storia di Maria).

E non è l’unico esempio contenuto nell’informativa che i carabinieri del NAS hanno trasmesso alla procura di Napoli. C’è la signora Angela, risultata positiva a un loro tampone e poi invece negativa a quello dell’Asl. C’è il caso del pizzaiolo di una delle pizzerie più antiche di Napoli, la Di Matteo, risultato negativo al tampone privato e poi invece positivo a quello delle autorità sanitarie competenti.
La storia di A.

E ancora il caso di un falso tampone, venuto fuori perché è stata proprio l’Asl a contattare e i soggetti che avevano effettuato privatamente l’esame risultato falsamente negativo e invece poi positivo (Qui il documento). L’impiegata dell’Asl li aveva chiamati al telefono insieme alle altre persone elencate dal paziente contagiato, per poterli tutelare dal fatto che erano stati a contatto con un soggetto che aveva contratto il Covid. Durante questa conversazione il medico del 118 racconta di aver effettuato migliaia di tamponi e di averlo fatto spesso per conto della Asl Napoli tre (circostanza sulla quale certamente gli inquirenti avvieranno delle verifiche).


[Nel video qui sopra la testimonianza esclusiva di A., truffato dall’organizzazione]

Questa persona risultata negativa al test privato e positiva a quello dell’Asl, rintracciata telefonicamente da TPI ha spiegato di aver fatto ricorso al tampone privato in attesa dell’esito di quello fatto all’Asl.“Dall’Asl ci mettevano tempo e io sono impazzito perché avevo paura. Così ho richiesto privatamente un test rapido. E’ risultato negativo. Poi invece dopo una settimana l’Asl mi ha comunicato che il mio tampone era positivo. D’altronde avevo alcuni sintomi del Coronavirus come la perdita del gusto e dell’olfatto”. Il laboratorio che lei ha contattato aveva autorizzazioni per lavorare? “Si, mi hanno mostrato carte e autorizzazioni e l’addetto proveniva da un centro, un laboratorio”. Sulla veridicità delle autorizzazioni saranno gli inquirenti a verificare nei prossimi giorni (Qui tutta la storia di A.).

Dalle indagini dei NAS coordinati dal comandante Gennaro Tiano risulta che questo tipo di tamponi sono stati eseguiti anche in alcune aziende e comunque a tante persone. Nel corso degli ultimi mesi, anche a domicilio, tanto che essendo una parente titolare di una società di ambulanze, da alcune conversazioni emerge la volontà di utilizzare macchine con intestazione medica per millantare maggiore autorevolezza e poter parcheggiare anche in doppia fila.
Truffa al sistema sanitario nazionale

Quante di queste persone ingannate dai test falsi erano invece ammalate e hanno rischiato conseguenze gravi per la propria salute? Quante ignare di essere contagiose sono andate in giro, hanno avuto contatti non protetti e hanno involontariamente infettato altra gente? Da qui partiranno le inchieste della procura di Napoli affidate ai pm Maria Di Mauro e Giuseppe Lucantonio che valuteranno oltre alle ipotesi di reato di truffa al sistema sanitario nazionale, falso, concussione ai danni dei clienti indotti a sottoporsi al test sierologico in caso di tampone dubbio o positivo, una vera e propria associazione per delinquere eventualmente responsabile di epidemia dolosa o colposa. In questa vicenda i protagonisti non sembrano curarsi della possibilità di diffusione dell’epidemia.
Un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro

L’unica attenzione sembra essere per i soldi. Sopra la salute e la vita della gente. Quantificare il business messo in piedi dagli indagati che lucrava eseguendo tamponi per la ricerca del Coronavirus senza autorizzazioni, senza i giusti macchinari, senza il corretto metodo e senza il personale adeguato è difficile. Quello che emerge è che ogni esame costava circa 36 euro, ma secondo le conversazioni che emergono tra gli indagati ci sono tariffe che toccano anche i 50 e gli 80 euro. Stando sempre a quanto dichiarato in alcune telefonate intercettate dai carabinieri del NAS, dal promotore dell’organizzazione, il medico del 118, i tamponi eseguiti sarebbero migliaia.
“Che me ne fotte a me”

Tra loro però c’era anche un infermiere che avrebbe eseguito gli esami anche per conto proprio, raggirando i suoi stessi sodali. Solo che lo avrebbe fatto, per sua stessa ammissione durante la conversazione con la sorella che avete sentito nelle intercettazioni esclusive, utilizzando striscette già usate e quindi non attendibili ab origine. Per questo inutile e pericoloso servizio lui avrebbe richiesto circa 20 euro. Per calcolare le cifre di questo affare basta moltiplicare 36 euro (la tariffa praticata più bassa) per alcune migliaia (i clienti ipotizzati dagli stessi membri dell’organizzazione. Otterremo una cifra al ribasso ma già molto ingente. Senza contare che il tutto potrebbe essere stato fatto senza adeguata rendicontazione fiscale e soprattutto con costi irrilevanti, visto che macchinari e kit non erano adeguati. Una giostra messa in piedi senza scrupoli, in una regione in cui il numero di contagi, anche se per la maggior parte (e per fortuna) asintomatici, cresce di giorno in giorno.
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Fonte


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Si lamenta perchè in tv non si fa altro che parlare del Covid-19. E di cos'altro vorrebbe che si parlasse in tv, di quanto è bella Melania?
Lui il virus lo ha avuto ed è ancora lì (evviva la fortuna Immagine).

Guarda su youtube.com


Con Trump che fa lo splendido parlando di Covid-19, nemmeno fosse un'esperto di Super Bowl, è utile darsi una strizzata ai @@.
Testa di pannocchia (ma anche di “caciucco”) porta male. Immagine




Da mesi questo virus sta rompendo troppo le “uova”.

E il mondo non trova ancora una soluzione? Immagine
Mah... tanto parlare per la maggiore.
20 anni da inizio XXI° secolo con l'umanità che va sempre più in mer#@. Immagine



Sara Menafra ha scritto:Mo ve lo buco sto #coronavirus




IMHO:
Per il futuro cosa ci si deve attendere?
Chiacchere. Immagine

Re: CORONAVIRUS

01/11/2020, 11:24

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Operatrice Socio Sanitaria infetta da Covid lancia un messaggio forte.