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MessaggioInviato: 17/11/2012, 10:35 
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rmnd ha scritto:

comunque è sempre la solita minestra, solito copione, si rasenta la noia.. [8D]
Siamo sempre fermi alle manifestazioni di piazza, 'studenti' e forze dell'ordine , come 40 e più anni fa...

Un bel film degli anni '70






Hai ragione, sarebbe ora di cambiare la strategia del dissenso. [;)]



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MessaggioInviato: 17/11/2012, 11:09 
A regà! nessun lacrimogeno è stato lanciato dalle finestre! E daje ...[^]



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MessaggioInviato: 17/11/2012, 11:46 
fango sulla polizia
Lacrimogeni lanciati dal ministero
Una balla: arrivavano dalla strada
Il video che smentisce Repubblica
Ecco il video di Tgcom24: il gas è sparato dalla strada

http://www.liberoquotidiano.it/index.jsp


Già liberi i violenti degli scontri
Ma i poliziotti sono sotto inchiesta
"Sbirri" presi a calci in faccia a Palermo: e a loro agenti chi ci pensa?
Il gip scarcera gli otto ragazzi arrestati mercoledì scorso, intanto gli agenti che erano in piazza finiscono sotto accusa.



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MessaggioInviato: 17/11/2012, 12:22 
Non si possono mettere sul medesimo piano chi la violenza la genera , e chi la reprime.

I primi sfilandosi dal corteo autorizzato verso le zone non autorizzate, con mazze, scudi, caschi pietre.Scagliandosi contro oggetti e le forze di polizia.
Queste , le seconde costrette a sedare le manifestazioni violente con l'uso della forza.

Come sempre si dice in questi casi, se ci sono stati degli eccessi dei singoli nel mantenere l'ordine risponderanno del loro operato. Ma trovo assurdo e criminale da parte delle istituzioni, dai giornalisti, blogger, e quant'altro mettere sotto accusa l'intero corpo di polizia e non spendere una parola di condanna contro i manifestanti violenti e generatori di violenza.

In questo spazio di discussione idem..chi attacca la polizia non spende una parola di condanna verso i manifestanti violenti e delinquenti.

La polizia fa il suo dovere, reprimere la violenza.
Chi difende i violenti è a sua volta un delinquente.


Ultima modifica di rmnd il 17/11/2012, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 17/11/2012, 17:44 
Cita:
rmnd ha scritto:

Non si possono mettere sul medesimo piano chi la violenza la genera , e chi la reprime.

I primi sfilandosi dal corteo autorizzato verso le zone non autorizzate, con mazze, scudi, caschi pietre.Scagliandosi contro oggetti e le forze di polizia.
Queste , le seconde costrette a sedare le manifestazioni violente con l'uso della forza.

Come sempre si dice in questi casi, se ci sono stati degli eccessi dei singoli nel mantenere l'ordine risponderanno del loro operato. Ma trovo assurdo e criminale da parte delle istituzioni, dai giornalisti, blogger, e quant'altro mettere sotto accusa l'intero corpo di polizia e non spendere una parola di condanna contro i manifestanti violenti e generatori di violenza.

In questo spazio di discussione idem..chi attacca la polizia non spende una parola di condanna verso i manifestanti violenti e delinquenti.

La polizia fa il suo dovere, reprimere la violenza.
Chi difende i violenti è a sua volta un delinquente.


Concetto semplice e lineare, ma a quanto pare non condiviso da tutti e si che basterebbe prestare più attenzione alle immagini per sbugiardare le tesi della polizia violenta a prescindere.
Se fossi un poliziotto romperei la testa a quei disgraziati che coperti da caschi praticano la violenza fine a se stessa, ma purtroppo i nostri agenti non possono farlo e se capita sono casi estemporanei che vengono sempre giudicati a sfavore del poliziotto dalla giustizia.



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MessaggioInviato: 17/11/2012, 20:51 
Tivoli, allarme per l’azienda di pneumatici: “Per 12 anni senza permessi”

La Provincia di Roma pochi mesi fa ha scritto alla Trelleborg perché disponesse la messa in sicurezza delle emissioni dello stabilimento. In più secondo il Wwf la fabbrica non ha neanche l'Aia. L'impresa rassicura: "Pronti gli investimenti per conformarsi alle regole". Ma intanto la Procura indaga

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... si/414074/


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MessaggioInviato: 17/11/2012, 22:44 
ANDIAMO A ROMPERE GLI SCHEMI AL PDL E
COSTRINGIAMOLI A PARLARE DI MONETA DEBITO


[BBvideo]Xupo8qrMUeg#![/BBvideo]

Pubblicato in data 17/nov/2012 da ALBAMED

SCARICATE IL MOULO
http://marra.it/1-sottoscrizione-primarie-pdl.pdf
RIEMPITELO E MANDATELO AD accademiadella liberta@gmail.com

ACCADEMIA DELLA LIBERTA'
PER LA TUA SOVRANITA'
http://www.youtube.com/ALBAMED
http://accademiadellaliberta.blogspot.it/
http://www.scribd.com/doc/98160383/PERC ... A-di-Sil...
http://accademiadellaliberta.blogspot.i ... la-moneta-


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Ultima modifica di Wolframio il 17/11/2012, 22:50, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/11/2012, 12:40 
http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/11/17/news/bergamo_il_sindaco_rifiuta_di_sposare_un_clandestino-46852092/?ref=HREC2-3

[color=blue]Bergamo, sindaco dice no al giudice e si rifiuta di sposare un clandestino
Il primo cittadino leghista di Terno d'Isola, ha chiamato i carabinieri per fermare l'uomo senza permesso, ma il giudice ha concesso il matrimonio. L'ha celebrato un'impiegata dell'anagrafe[/color]

La sfacciataggine di un clandestino spacciatore di droga ha la meglio sulla legge grazie a certi giudici di mmmm...

E ora a quando la cittadinanza?



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MessaggioInviato: 18/11/2012, 12:57 
Cita:
rmnd ha scritto:




http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/11/17/news/bergamo_il_sindaco_rifiuta_di_sposare_un_clandestino-46852092/?ref=HREC2-3

[color=blue]Bergamo, sindaco dice no al giudice e si rifiuta di sposare un clandestino
Il primo cittadino leghista di Terno d'Isola, ha chiamato i carabinieri per fermare l'uomo senza permesso, ma il giudice ha concesso il matrimonio. L'ha celebrato un'impiegata dell'anagrafe[/color]

La sfacciataggine di un clandestino spacciatore di droga ha la meglio sulla legge grazie a certi giudici di mmmm...

E ora a quando la cittadinanza?




http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC2-3
Nel municipio di Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, sono state celebrate le nozze di un 28enne marocchino con una cittadina italiana di origine russa.

ha tutta l'aria di una combine
per restare in italia,
dietro pagamento di danaro..

immagino che la russa
abbia fatto lo stesso
a suo tempo..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 18/11/2012, 13:28 
Barnard: "Fornero ammette il golpe, sia aperto un fascicolo"
domenica 18 novembre 2012


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Di Paolo Barnard

Voi milioni di italiani pestati a mazzate dalla riforma delle pensioni di Elsa Fornero, voi esodati, voi che avete subito, che sempre subite, voi senza voce, e voi giovani che non avete lavoro perché gli anziani sono oggi incatenati a lavorare dalle decisioni di questa lugubre sicaria dell’Economicidio italiano, voi…

Perché vi hanno fatto tutto questo? Cosa vi hanno detto? Vi hanno detto che era nell’interesse del Paese, che risparmiare attraverso i vostri sacrifici era la via dura, ma virtuosa, per ridare speranza all’Italia, che per voi ultra sessantenni significa i vostri figli, vero? Vi hanno detto questo, e voi, che a 17 anni vi riboccaste le maniche per tirarla su quest’Italia che viaggiava in 600 e aveva una sola tv in bianco e nero per condomino, anche questa volta lo farete, stringerete i denti, perché “è per i nostri figli”. Anziani, vi dicono che meno pensione è necessario per lo Stato, per tutti i cittadini, che è necessario…

Pomeriggio del 15 novembre 2012, WorldPensionSummit ad Amsterdam, la conferenza che riunisce i colossi mondiali delle pensioni private, gente con interessi finanziari per 1.925 miliardi di dollari, millenovecentoventicinque miliardi. Cioè: solo in quella sala erano presenti una decina di gruppi privati con interessi quasi pari all'intero Prodotto Interno Lordo italiano. Sono quelli che aspettano a bocca spalancata come lo squalo bianco sotto la barca, che la barca affondi, l’Inps. Sulla barca ci siete voi, vogliono i vostri soldi, la vostra pensione, i contributi di chi lavora. E voi, torturati dalla Fornero e da quelli che a lei seguiranno, glieli darete, farete le pensioni integrative costretti a mazzate, e loro ci speculeranno sopra cifre inimmaginabili. Poi, quando uno o cento di questi gruppi esploderanno come accaduto negli USA nel 2007, milioni di voi perderanno la pensione per sempre. Ma chissenefrega, voi siete la gente, quelli che non contano.

Ok, è il pomeriggio del 15 novembre, al WorldPensionSummit prende la parola Elsa Fornero e dice che

I cambiamenti portati dalla riforma delle pensioni del governo Monti erano necessari
per compiacere i mercati finanziari, altrimenti i mercati avrebbero devastato l’Italia.


Fermi, fate un lungo respiro, per favore. La capite la gravità di questa cosa detta e firmato da un Ministro della Repubblica?

Un Ministro di un Paese, che risponde allo Stato, alla Costituzione, e al popolo sovrano, il cui dovere costituzionalmente sancito è l’interesse pubblico nello Stato, ha fatto una riforma delle pensioni per compiacere le banche, le assicurazioni, i fondi monetari, gli hedge funds, cioè i gruppi privati di speculatori dediti al profitto che, altrimenti, ci avrebbero distrutti, distrutto l’intero Paese.

Un Ministro di un Paese, che risponde allo Stato, alla Costituzione, e al popolo sovrano, il cui dovere costituzionalmente sancito è l’interesse pubblico nello Stato, NON HA FATTO un riforma delle pensioni per motivi legati all’interesse del popolo sovrano. Non è vero che la riforma Fornero è la cura economica giusta per l’Italia. Poteva essere l’abolizione nazionale del diritto di allattare i figli, non importa un accidenti, ma se la ordinavano i mercati il Ministro della Salute era costretto a sancirla.

Viviamo in un golpe finanziario. Lo Stato non esiste più, Monti e la Fornero lavorano per i mercati violando la Costituzione. Il presidente Napolitano è in coma. In centinaia di procure italiane sono state depositate denunce di cittadini esattamente su questo. Esiste un giudice degno in questo Paese? Apra un fascicolo d’inchiesta, altrimenti Silvio Berlusconi aveva ragione. Magistrati siete servi di chi?

Fonte: paolobarnard.info

Source: nocensura.com: Barnard: "Forne...olpe, sia aperto un fascicolo"


Ultima modifica di Wolframio il 18/11/2012, 13:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/11/2012, 13:48 
********** fino al collo, insomma! [^]



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MessaggioInviato: 19/11/2012, 11:18 
Finanziamenti alla scuola privata: pro o contro?




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Leggendo questo volantino nella chiave proposta è difficile non essere d'accordo. Ma per affrontare la questione SERIAMENTE, e non in modo populista (termine che va di moda) è necessario fare alcune valutazioni:

Per dovere di cronaca, va detto che dovrebbe essere considerato anche un eventuale risparmio per le casse dello stato, dovendo farsi carico di un numero inferiore di studenti e quindi classi...

Per poter esprimere un giudizio dovremmo valutare la situazione alla luce dei conti:

Il finanziamento pubblico alle scuole private permette agli istituti di praticare una tariffa più bassa agli studenti, e renderle più accessibili.

E' necessario valutare la natura del finanziamento. Se lo stato per organizzare una classe di 25 alunni spende 50.000 euro all'anno, e ne devolve la metà a un istituto privato per fare la stessa cosa, realizzerebbe un risparmio.

Consideriamo inoltre che agli istituti privati non si rivolgono solo "i figli dei ricchi" ma anche molti giovani che vogliono recuperare anni scolastici, spesso sacrificandosi per pagare la cospicua retta.


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Pensa alle rughe, non alle pensioni: Elsa parla con Vespa della vecchiaia

Il ministro confida al giornalista i suoi crucci legati all'invecchiamento, ma scappa alle domande dei lavoratori. D'altronde lei scarica sempre sugli altri le colpe degli errori al governo

http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... hiaia.html

...cosi' al prossimo pianto,la cosa sara'piu' appariscente......[;)]


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MessaggioInviato: 19/11/2012, 14:44 
Il più grande imprenditore italiano attacca le banche e ne denuncia la speculazione.

di Sergio Di Cori Modigliani

E’ il nostro fiore all’occhiello.

E’ forse l’unica grande azienda italiana, leader planetario nel suo specifico settore merceologico, ad essere virtuosa, solida, in espansione. Presente in 132 nazioni, ha 75.560 dipendenti, di cui 62.000 addetti che producono nel territorio della repubblica italiana. Non ha neppure un cassintegrato e non ne prevede. Il suo titolo quotato in borsa, soltanto nel 2012, è schizzato in avanti del 32%: unico titolo in positivo. Il suo fatturato si aggira intorno ai 7 miliardi di euro, superiore di un +13,1% rispetto all’anno precedente.

L’azienda è nata nel 1961, ad Agordo, in provincia di Belluno, dentro un garage.

La storia di questa fabbrica e del suo ideatore e fondatore è studiata oggi nel corso di management industriale all’università di Harvard come esempio pratico e vincente “del miracolo economico italiano che coniuga impresa, creatività, rischio, con una ricerca accurata del design, del gusto e del dettaglio che nasce dall’applicazione della tradizione artigiana locale”.



L’azienda non ha mai visto uno sciopero, né uno scorporo, né proteste.

Si chiama LUXOTTICA. Produce lenti per occhiali e li vende in tutto il mondo. Tra i suoi clienti più famosi la polizia stradale della California (i celeberrimi CHIPS) l’esercito cinese, tutta la linea occhiali di Christian Dior e Yves Saint Laurent. Produce in Italia e vende in Cina.

Il suo proprietario e fondatore, Leonardo Del Vecchio, nato nel 1935 a Milano, è poco noto alla massa degli italiani. Ma il suo nome è un mito in Usa, Germania, Gran Bretagna, Cina.

La sua frase più recente? “Non investiamo neppure un euro nella finanza, perché noi sappiamo come produrre, come inventare mercato, avendo come fine la ricchezza collettiva della comunità, altrimenti questo lavoro non avrebbe senso”.

Alieno da conventicole, complotti, schieramenti politici di parte, corteggiato da sempre sia dalla destra che dalla sinistra (“no grazie, non mi piacciono i balli a corte” ha risposto all’ultima preghiera-convocazione alle elezioni politiche del 2008 sia al PD che al PDL che alla Lega Nord) è uscito allo scoperto per la prima volta nella sua esistenza, violando il suo codice personale fatto di discrezione, poche chiacchiere e molto lavoro intinto di creatività.

“Basta con i manager mitomani finanzieri” ha detto al giornalista Daniele Manca in una esplosiva intervista pubblicata sul corriere della sera qualche giorno fa, non a caso, in Italia, volutamente passata sotto silenzio e rimasta priva del dibattito che avrebbe meritato.

Ma non all’estero.

Soprattutto in Usa e in Gran Bretagna dove la situazione italiana è seguita con estrema attenzione, perché Del Vecchio sta spiegando come funziona l’Italia, anzi….come non funziona l’Italia e perché, allertando il business internazionale che conta sulla situazione nel nostro paese. Vox clamantis in deserto, la sua opinione è fondamentale, soprattutto in questo momento, e per una ragione ben specifica: perché Del Vecchio è sceso in campo (non ama e non ha bisogno di visibilità) andando all’attacco del cuore della finanza italiana.

Qualche notizia biografica su di lui tanto per capire che tipo sia.

All’età di sette anni rimane orfano, insieme a quattro fratelli. Provenendo da famiglia disagiata, i fratelli vengono dati in affidamento. Lui, invece, finisce nei Martinitt, l’orfanotrofio milanese per poveri. All’età di 15 anni, con il diploma di scuola media, esce e va a lavorare come garzone di bottega in una fabbrica che stampa marchi di metallo. I proprietari del negozio lo aiutano e lo spingono a iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e soprattutto incisione. A ventidue anni si trasferisce nel trentino dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche e impara il mestiere. Dopo sei anni, all’età di 27 anni, riesce a ottenere gratis un enorme garage e capannone abbandonato nel comune di Belluno, di proprietà della regione, con la consegna di avviare un’attività per assumere personale proveniente dalle comunità montane più disagiate. E inizia, insieme a due collaboratori, a tirar su l’impresa: fabbricare occhiali all’italiana, con montature originali artigianali d’eccellenza, incise a mano, e lenti molate da lui personalmente. Vent’anni dopo è una florida azienda e va all’attacco del mercato statunitense che gli mette potenti sbarramenti. Li supera tutti. Stende la concorrenza più competitiva che si arrende. Acquista i tre più importanti marchi Usa e diventa la più potente multinazionale al mondo nel settore della produzione di occhiali. Dal 2002 è leader incontrastato.

Oltre ad essere il maggior azionista di Luxottica è un importantissimo grande azionista di Unicredit e soprattutto le assicurazioni Generali. Data la sua posizione è sempre stato nel consiglio direttivo del colosso assicurativo. Tre giorni fa (ed ecco perché ne parliamo e lui ha deciso di parlarne al pubblico) si è dimesso, se n’è andato sbattendo via la porta, con un clamoroso atto d’accusa: “la mia è una protesta contro il management imprenditoriale di questo paese, composto da individui superficiali che non sanno nulla del loro lavoro, sono semplici contabili mitòmani. Mi sento davvero a disagio. Il vero problema è che quando da assicuratori si vuole diventare finanzieri comprando le più disparate partecipazioni senza comunicare nulla ai propri azionisti, non si fa un buon servizio né per l’azienda, né per gli azionisti, né per il paese. Mentre questo è un periodo in cui ciascuno dovrebbe fare il proprio dovere, ovverossia: fare ciò che sa fare. E chi crede che lo spread sia domato, si sbaglia di grosso. Basta un nulla per farlo schizzare a 600 e mandare la nazione a picco. E’ ciò che stanno facendo gli imprenditori italiani e le banche e i colossi assicurativi perché insistono nell’investire nella finanza: il rischio è alto ed estremo”.

La considero una voce fondamentale da ascoltare, quella di Leonardo Del Vecchio.

Sulla quale riflettere. Perché l’Italia ha bisogno di un incontro tra imprenditoria efficace, efficiente e virtuosa da una parte e mondo del lavoro dall’altro, uscendo fuori dalle consuete griglie di protesta che finiscono per coagulare dissenso e indignazione uscendo fuori dalla immediata necessità di emergenza di costruire alleanze solide tra le due parti sociali.

Del Vecchio è sceso in campo.

Nel modo giusto.

Non scende in campo appoggiando un certo partito, né movimento. Non ama Monti e non lo odia. Non vuole entrare in politica come soggetto. Vuole dare uno scossone al mondo dell’imprenditoria. La sua voce è da diffondere.

Perché il suo curriculum professionale ed esistenziale è il suo biglietto da visita.

“Il problema dell’Italia nasce quando si vuole fare finanza. Quando, le aziende, usando i soldi degli investitori e soprattutto dei risparmiatori, comprano un pezzettino di Telecom, e un pezzetto di una banca russa; si mettono a repentaglio –come nel caso delle assicurazioni Generali- ben due miliardi di euro alleandosi con il finanziere ceko Kellner e ci si impegna con la Citylife in una percentuale che nessun immobiliarista al mondo avrebbe mai accettato, com’è avvenuto nel 2009 quando hanno investito 800 milioni in fondi di investimento greci. Miliardi di euro sono andati in fumo. Erano soldi di imprenditori italiani che avevano investito con l’idea di poter poi spostare i profitti nel mercato del lavoro per tirar su imprese e creare lavoro. I manager responsabili di questi atti perdenti sono stati tutti promossi e saldati con stipendi multi milionari. Non si va da nessuna parte, così”.

E’ impietoso, Del Vecchio. Picchia duro. E se lo può permettere. E parlando al canale televisivo di Bloomberg, quando un giornalista americano gli ha fatto la domanda da 1 milione di dollari “Lei come si pone rispetto all’articolo 18 che in Italia è il punto dolente nello scontro tra imprenditori e lavoratori?” ne è uscito in maniera impeccabile. Ha risposto: “Un dibattito inutile, fuorviante. Personalmente, ripeto “personalmente” non mi riguarda. Su 65.000 lavoratori italiani che pago ogni mese, non c’è nessuno, neppure uno che rischia il licenziamento. Che ci sia l’art.18 così com’è, che venga abolito, modificato, cambiato, per me è irrilevante. La mia azienda funziona e ogni imprenditore -parlo di quelli veri- ha come sogno autentico quello di assumere e non di licenziare. Il paese si rialza assumendo non licenziando. E la colpa è delle banche”.

E’ la prima volta che un grande imprenditore, un grande finanziere, un grande industriale, attacca frontalmente le banche italiane. E qui non si tratta dei bloggers che odiano Goldman Sachs o dei consueti slogan contro la finanza internazionale. Perché Del Vecchio attacca la gestione inconcludente delle banche, affidata a “personale e personalità poco affidabili”. Racconta la parabola di Alessandro Profumo che lui presenta come una favola con un brutto finale, senza fare pettegolezzi o scandali.

“Finchè Unicredit e le Generali facevano le banche andava bene. Poi si sono buttati nella finanza e hanno perso la testa. Ho visto sotto i miei occhi trasformarsi Profumo. Partecipazioni, fusioni, investimenti a pioggia inutili e perdenti, con l’unico fine di agguantare soldi veloci e facili invece che produrre impresa con l’unico risultato di ottenere perdite colossali e bonus di uscita per diverse decine di milioni di euro. Le banche italiane hanno perso la testa. Ricordo il 1981. La mia azienda, dopo 20 anni, era diventata forte e solida. Avevo capito che la globalizzazione era alle porte e bisognava andare all’attacco del mercato americano. Ma non si cerca di entrare in Usa se non si è solidi finanziariamente. Abbiamo fatto le nostre ricerche e analisi e alla fine abbiamo calcolato che avevamo bisogno di una certa cifra molto alta. Mi rivolsi al Credito Italiano. Andai a parlare con Rondelli che la dirigeva. Gli dissi che volevo iniziare acquistando Avantgarde, un marchio americano che sarebbe stato il cavallo di Troia, ma non avevo i soldi. Presentai il progetto, il business plan, il programma, i rischi. Dieci giorni dopo mi convocò alla banca. Accettò. Mi presentai in Usa che mi ridevano in faccia. Dissero la cifra. Tirai fuori il libretto di assegni e firmai senza neppure chiedere lo sconto di un dollaro. Due ore dopo, l’amministratore delegato di Avantgarde mi confessò al bar penso di aver commesso il più grande errore professionale della mia vita e si ritirò dagli affari. Un anno dopo avevo restituito alla banca tutto il capitale con gli interessi composti, avevo aperto quattro nuovi stabilimenti e assunto 4.500 persone. Questo deve fare una banca. O in Italia lo capiscono e si danno una smossa, oppure si rimane alle chiacchiere e si affonda”.

Del Vecchio spera e auspica che Monti intervenga molto presto nel settore che lui (e Corrado Passera) conoscono molto ma molto bene: banche e finanza italiane. E propone di far applicare un codice ferreo di regolamentazione comportamentale che imponga a tutti gli amministratori delegati di banche, fondazioni e aziende, di riferire come usano i soldi.

“Alle Generali l’amministratore delegato poteva disporre investimenti fino a 300 milioni di euro senza comunicare niente a nessuno. Lo stesso a Unicredit, Intesa SanPaolo, Mps. La verità è che nessuno sa dove vanno a finire quei soldi, dove siano andati a finire i soldi. La mia azienda alla fine dell’anno si ritrova circa 700 milioni di euro da investire. Andrea Guerra che è il mio amministratore ogni volta che deve spendere cifre superiori a 1 milione di euro, informa ogni singolo membro del consiglio e manda copia a ogni importante azionista. Pretende di avere delle risposte e pretende che si discuta del suo investimento perché vuole sapere l’opinione di tutti, compreso il collegio sindacale interno e il rappresentante sindacale dei lavoratori dipendenti. Perché l’azienda è anche loro. Il loro posto dipende dalle scelte di chi dirige. Ogni decisione presa viene valutata collettivamente. Se si rischia, lo sanno tutti, l’hanno accettato. Non esistono mai sorprese. Questa è la strada. Non ne esistono altre. O si fa così, o si chiude tutti quanti, baracca e burattini”.

Perché la classe politica italiana non si fa carico delle gravissime preoccupazioni di imprenditori come Del Vecchio e non interviene in proposito?

Non stanno lì in parlamento ad appoggiare un gruppo di professori nel nome delle imprese e della ripresa economica? Se non ascoltano i leader che producono, che senso ha? Dov’è il Senso?

Ho pensato che potesse essere interessante una voce insolita, diversa dai precari, dai disoccupati, dai licenziati, che vivono ogni giorno la propria tragedia esistenziale. Il nemico non sono le imprese. Il vero nemico è la sordità di governanti e politici che non ascoltano chi produce e conosce la verità del mercato.

Quello è il vero nemico.

Quella sordità è l’anti-politica. Che cosa c’entra Beppe Grillo?

Fonte: sergiodicorimodiglianji.blogspot.it 29 Aprile 2012

http://ilupidieinstein.blogspot.it/2012 ... liano.html


Tratto da: Il più grande imprenditore italiano attacca le banche e ne denuncia la speculazione. | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z2Cfxl2wVn


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MessaggioInviato: 19/11/2012, 19:38 
Fini contestato all'università Tor Vergata di Rom
Il presidente della Camera all'Università Tor Vergata di Roma: accolto con fischi, "buu" e striscioni di scherno. Il leader di Fli nel mirino ovunque metta piede ....




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All'università Tor Vergata di Roma si è presentato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. E l'accoglienza è stata tutt'altro che lusinghiera. Gli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia hanno accolto Gianfry con "buuu" e fischi, in una sorta di riedizione della violenta contestatzione avvenuta in occasione dei funerali di Pino Rauti. Alla terza carica dello Stato sono stati rinfacciati i tagli all'università, poi una ragazza lo ha accusato di aver sostenuto la riforma Gelmini. I toni erano accesi, e per riportare la calma è intervenuto il preside della Facoltà. Anche il preside, comunque, ha sottolineato: "Noi soffriamo di grandi tagli, non riusciamo ormai da tempo nemmeno a comprare i libri per la biblioteca. Ciò non di meno - ha aggiunto - questa è la sede della dialettica".
Fini contestato a Tor Vergata
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Lo striscione - Fini, nel corso del suo intervento, ha poi rivendicato la bontà della riforma Gelmini: "Se volete che vi dica che la riforma Gelmini è sbagliata, non ve lo dirò. Rispetto chi dice il contrario e vorrei che fosse rispettat l'opinione di chi, come me, la considera giusta". Le frasi di Gianfranco, però, non sono bastate agli studenti che hanno a più riprese puntato il dito contro il presidente della Camera perché eludeva le loro domande. Tra gli striscioni con cui è stato accolto Fini, uno recitava: "Benventuo compagno Fini, e mo te ne puoi pure andà".


http://www.liberoquotidiano.it/news/per ... i-Rom.html



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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