In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

Re: MATTEO

27/10/2017, 19:34

chissà sono entrati di nascosto a fare il comizio.

Re: MATTEO

27/10/2017, 23:59

Immagine

Re: MATTEO

28/10/2017, 15:47

Paestum, Renzi e il comizio-predica in chiesa. Cei: “Non si può, neanche la Democrazia Cristiana lo faceva”


Immagine


______________________________________________
Monsignor Antonino Raspanti, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana per il Sud e vescovo di Acireale, a ilfattoquotidiano.it si dice molto “stupito” per il comizio che il segretario Pd ha fatto dalla Basilica della SS. Annunziata
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯



Immagine




Immagine


L'editoriale odierno di Travaglio è un massacro totale contro Renzi. Guardate cosa ha svelato Travaglio..


¯
FRECCIARENZI MARCO TRAVAGLIO Da quando, alla stazione romana Tiburtina, è salito sul “Treno dell’Ascolto” alla volta delle 107 province italiane che voleva abolire, Matteo Renzi ha ascoltato più fischi, pernacchie, maledizioni e insulti (il più gettonato, fino alla monotonia, è “buffone”) dei già molti che meritava.

Forse anche a causa dell’itinerario, non proprio felicissimo: ma benedetto ragazzo, sai bene che i terremotati laziali, umbri, marchigiani e abruzzesi non vedono l’ora di scuoiarti vivo per le promesse tradite sulle casette e la ricostruzione, e tu da dove cominci il tour “Destinazione Italia”? Da Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. Poi sai che vorrebbero farti la pelle anche i pugliesi, fra gasdotti, xylelle e veleni targati Ilva ed Enel, e tu dove prosegui? In Puglia. Per dire: in Lombardia, in Veneto e in Sicilia, dove si vota, manco una capatina. Risultato: urli e strepiti a Spoleto (“buffone, vergogna, Pinocchio!”), dure contestazioni ad Ascoli Piceno (“buffone, vai a lavorare!”), feroci anatemi a Vasto (raggiunta peraltro in auto per non compromettere il materiale ferroviario: “Buffone!”), urla belluine a Termoli (con scorta della forza pubblica: “Buffone!”), strilli assordanti a Polignano a Mare (“vergogna, buffone!”, con variazione vernacola sul tema: Renzi domanda a una signora “Come sta?” e lei, prontissima: “Com’ammamete”), stato d’assedio sui binari di Brindisi (presidiati dalla Digos che si porta via un contestatore: “Vattene, buffone!”).

Unica eccezione, senza rivolte né maleparole, la tappa al sito archeologico di Canne, luogo della storica battaglia fra Romani e Cartaginesi, ma solo perché la città non esiste più. Lì (lo rivela La Verità), in quell’insolito silenzio dovuto esclusivamente alla mancanza di abitanti, si è sentita una sola voce: purtroppo era quella di Renzi, che esortava gli immaginari ascoltatori a “riconoscere le nostre radici e individuare in Annibale e nella sua genialità un punto di riferimento”: auspicio a dir poco azzardato, visto che Annibale era nordafricano, mentre le nostre radici sono sepolte lì sotto impastate al sangue dei Romani massacrati dai Cartaginesi (ora non vorremmo che il Frecciarenzi facesse tappa a Caporetto o dirimpetto a Lissa, magari il 4 dicembre, per riconoscere le radici del suo trionfo al referendum). A quel punto, per Matteo Granturismo, si è resa necessaria, su consiglio dei sanitari, una breve sosta ristoratrice. I medici hanno suggerito almeno un’intera giornata senza sentire una sola volta “buffone”: lui infatti si è barricato in casa per 24 ore. Poi è ripartito, più intrepido che pria, verso lidi più propizi: la Calabria e la Campania.

Ma già a Reggio sono ripartiti i tumulti e gl’insulti, che hanno costretto lui e i suoi cari a riguadagnare frettolosamente la stazione dall’ingresso secondario. E imposto un piccolo ritocco prudenziale al programma, onde evitare che ogni tappa del tour diventi una stazione della Via Crucis: entrare in clandestinità, segretando la tabella di marcia non solo sul sito del partito e dunque agli eventuali militanti, ma anche all’organizzazione del Pd (come ha scoperto Thomas Mackinson sul sito del Fatto). Nessuno deve sapere dove fermerà il convoglio maledetto. Si naviga a vista e si ferma a sorpresa, come i cellulari che traducono i boss al 41-bis dal carcere all’aula bunker. Una versione ferroviaria del vascello fantasma. E pazienza se, non sapendo del suo arrivo, quando Renzi scende non c’è nessuno ad attenderlo: anzi molto meglio, almeno risparmia sugli sputi, tanto ha già fatto il pieno nelle prime due settimane (per il prossimo giro sta pensando, anziché al treno, a una metropolitana: almeno viaggia sottoterra).

L’altroieri, idea geniale: qual è l’unico luogo dove nessuno oserà sputargli e imprecargli in faccia? Una chiesa! Come non averci pensato prima? Detto, fatto. Il segretario ferroviario occupa militarmente la basilica paleocristiana di Paestum all’insaputa dell’arciprete e del vescovo, monta sull’altare e improvvisa dal pulpito un’omelia-comizio per le truppe cammellate di don Vicienzo De Luca e del fido Franco Alfieri, quello che doveva offrire fritture di pesce in cambio di Sì al referendum. Aveva anche pensato di indossare i paramenti sacri, ma poi è rimasto in borghese. Prossimamente don Matteo celebrerà anche messa, darà la comunione, confesserà i penitenti e forse impartirà qualche estrema unzione.

Nell’attesa, inaugura a Portici la “conferenza programmatica” del Pd, talmente programmatica che non c’è nemmeno il programma (in compenso nel “comitato scientifico” c’è Maria Elena Boschi, libera docente di Diritto bancario). Intanto a Roma succede di tutto. La Boschi cerca di farsi pagare dal governo un servizio fotografico da mille euro scattato in un viaggio privato in Canada. Verdini annuncia l’ingresso nella maggioranza, da cui peraltro non era mai uscito. I ministri renziani, Boschi inclusa, sono colti da un’epidemia collettiva di dissenteria diplomatica (no vax pure loro?) e disertano il Consiglio dei ministri che conferma Visco alla facciazza loro. La Boschi dà buca anche alla commemorazione di Tina Anselmi, temendo che questa resusciti apposta per gonfiarla di botte. Il presidente del Senato Piero Grasso molla il Pd dipingendolo come un’orda di lanzichenecchi violenti ed eversivi: ma che sarà mai, tanto poi l’ultimo spegne le luci. Infatti i sondaggi danno il Pd in ulteriore picchiata.

Ora il Frecciarenzi è parcheggiato alla stazione di Napoli, in attesa di nuove mirabolanti avventure. Sempre più simile a quello cantato in Generale da Francesco De Gregori: “Segretario dietro la stazione, lo vedi il treno che portava al sole, non fa più fermate neanche per pisciare, si va dritti a casa e tocca lavorare…”.

Marco Travaglio - FQ - 28 ottobre


Immagine
_



Fonte





Immagine

Re: MATTEO

28/10/2017, 17:15

Da quando, alla stazione romana Tiburtina, è salito sul “Treno dell’Ascolto” alla volta delle 107 province italiane che voleva abolire, Matteo Renzi ha ascoltato più fischi, pernacchie, maledizioni e insulti (il più gettonato, fino alla monotonia, è “buffone”) dei già molti che meritava.

Allora forse quel popolo non è poi così bue come lo si dipinge.

Re: MATTEO

31/10/2017, 01:06

Legge di Bilancio, dopo sette anni arriva rinnovo dei contratti statali. Ma soldi non bastano per i dipendenti degli enti locali


Immagine


______________________________________________
La manovra porta a 2,85 miliardi gli stanziamenti per scongelare le buste paga. Per l'aumento promesso, che è di 85 euro medi al mese, ne servirebbero 5. Per evitare che lo sblocco intacchi il bonus renziano di 80 euro, è stato alzato da 26mila a 26.600 euro il reddito oltre il quale si perde il beneficio
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯



¯
Oltre 4 miliardi complessivi sul piatto e la garanzia che nessuno perderà il “bonus Renzi” di 80 euro. La legge di Bilancio per il 2018, come da attese, apre la strada al rinnovo dei contratti degli statali, congelati da sette anni. Per il 2018 vengono stanziati 2,85 miliardi, dopo i 300 messi in cascina con la manovra per il 2016 e i 900 aggiunti lo scorso anno. Ma nel complesso gli aumenti in busta paga di 85 euro medi al mese promessi ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici valgono oltre 5 miliardi. Ergo, c’è chi rimarrà fuori dalle coperture messe in campo: enti locali e “enti pubblici diversi dall’amministrazione statale” dovranno trovare le risorse nei propri bilanci. L’obiettivo è quello di mantenere le promesse contenute nell’accordo quadro sul contratto dei lavoratori del pubblico impiego siglato lo scorso 30 novembre dopo una lunga trattativa fra il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia e i leader di Cgil, Cisl e Uil.

LA SENTENZA E L’ACCORDO – Un percorso iniziato alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che nel luglio del 2015 ha dichiarato incostituzionale il congelamento delle buste paga iniziato nel 2010, che ha fatto risparmiare 5 miliardi alle casse dello Stato. Il verdetto però non ha avuto effetto retroattivo, evitando all’allora governo Renzi un buco da 35 miliardi nei conti pubblici. Da allora tutte le manovre successive hanno dovuto riservare delle risorse per coprire gli incrementi salariali per i dipendenti pubblici. All’accordo, però, si è giunti solo durante l’ultima settimana di campagna referendaria per la riforma costituzionale poi bocciata il 4 dicembre scorso.

GLI AUMENTI IN BUSTA PAGA – Confermato, dunque, quanto stabilito nell’accordo tra esecutivo e sindacati. Gli aumenti di stipendio per gli statali non saranno inferiori a 85 euro medi mensili (1.105 euro lordi all’anno considerando le tredici mensilità) per il triennio 2016-2018. Le sigle sindacali, in realtà, chiedevano che 85 euro fosse il valore minimo di aumento in busta paga, mentre l’esecutivo sosteneva che dovesse essere la media. Ha prevalso la posizione del governo. La manovra, inoltre, porta con sé anche l’equiparazione degli stipendi dei dirigenti scolastici a quelli degli altri dirigenti pubblici con l’istituzione di un fondo e la dotazione di 31,70 milioni di euro nel 2018 e 95,12 milioni di euro a decorrere dal 2019.

IL NODO DEL BONUS DI 80 EURO – L’attenzione degli statali, però, era concentrata anche sulla ‘sterilizzazione’ del bonus di 80 euro destinato ai lavoratori che guadagnano da un minimo di 8mila euro a un massimo 26mila euro all’anno e di cui godono 800mila statali (250mila solo nella scuola). Il rischio era che il premio iniziasse a scalare per chi (con l’aumento previsto nel nuovo contratto) avesse superato le soglie di reddito previste dalle norme: secondo l’Aran, l’agenzia che rappresenta la Pubblica amministrazione come datore di lavoro, oltre 300mila dipendenti statali guadagnano tra 23mila e 26mila euro. Nel privato, come è noto, chi supera la soglia grazie ai rinnovi perde gli 80 euro e se li ha ricevuti deve restituirli. Garantire un trattamento diverso agli statali sarebbe stato incostituzionale. La soluzione? Alzare la soglia per tutti. La manovra alza infatti da 26mila a 26.600 euro il reddito massimo oltre il quale non si ha più diritto allo sgravio Irpef. In questo modo gli aumenti non metteranno a rischio il bonus.

I COSTI DEL RINNOVO – Quanto costerà tutto ciò? Secondo le elaborazioni del Sole 24 ore sulla base dei dati del ministero dell’Economia, all’aumento di 1.105 euro lordi all’anno a lavoratore vanno aggiunti gli oneri riflessi (38,4%, fra contributi previdenziali e buonuscite) che portano a un costo complessivo per le finanze pubbliche di 1.529 euro all’anno. Tenendo conto dei dipendenti pubblici interessati dalla manovra, i costi arrivano intorno ai 5,4 miliardi all’anno. Lo stanziamento a regime di 2,9 miliardi consente solo la copertura dei nuovi contratti della pubblica amministrazione centrale, ossia ministeri ed enti pubblici nazionali. Il problema si pone invece per gli altri contratti, quelli impiegati in sanità, Regioni ed enti locali, che dovrebbero cercare da soli le risorse per aumenti e salvaguardia dei bonus. Cosa non facile, soprattutto per i molti enti che già se la passano male.
_



Fonte



Immagine



Vitalizi, Renzi: “Senatori votino subito ddl. E’ Grillo che rincorre Richetti”. Ma M5s: “Buffoni, Pd ci ha sempre bloccato”


Immagine


______________________________________________
Il segretario dem rilancia il tema, dopo che più volte la proposta di calendarizzare il provvedimento a Palazzo Madama è stata bloccata (l'ultima giovedì scorso). I grillini: "L'ex premier vuole rifarsi la verginità"
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯



¯
“Ho chiesto ai senatori di votare subito la legge Richetti sui vitalizi. E di votarla come è uscita dalla Camera per permetterne l’approvazione immediata”. Quando ormai per il ddl che taglia i privilegi dei parlamentari sembrava che fosse ancora una volta troppo tardi, il segretario Pd Matteo Renzi, in pieno clima da campagna elettorale per le prossime politiche, ha rilanciato chiedendo al Parlamento di dare il via libera al testo senza modifiche. “Sono dei buffoni”, hanno replicato i grillini che già varie volte, dalla prima approvazione a luglio alla Camera, hanno chiesto la calendarizzazione al Senato senza riuscire mai ad ottenere i voti necessari. Solo giovedì scorso, in occasione della capigruppo a Palazzo Madama, la proposta è stata bloccata. Chi fa ostruzionismo sono anche parti consistenti del Pd: “Approvare la legge così com’è? Ma non esiste proprio. C’è tutto un iter parlamentare da fare…”, ha detto i senatore dem Ugo Sposetti all’Andkronos.

Ora Renzi ne ha fatto uno dei nuovi temi da rilanciare in vista del voto. “Sono stato accusato, anche da alcuni amici, di cedere così al populismo grillino”, ha scritto nell’e-news dopo averlo già dichiarato alla conferenza programmatica dem di Napoli. “Per essere chiari: la proposta sui vitalizi noi l’abbiamo fatto nel 2011 alla Leopolda e Richetti è stato il primo politico a proporre il superamento dei vitalizi quando era ancora in consiglio regionale. Qualcosa è cambiato da allora, ma si può fare ancora uno sforzo. Dal 2013 è in parlamento una legge che porta il suo nome e su cui alla Camera persino i grillini hanno votato a favore. Manca la seconda lettura ed è fatta. Non siamo noi a rincorrere Beppe Grillo, ma è Grillo che rincorre Richetti. Sia detto da uno che non solo non ha il vitalizio, ma nemmeno indennità e immunità. Avvicinare le pensioni dei politici a quelli degli altri cittadini non è populismo: per me è buona politica. O no?”. Lo stesso deputato Richetti nei giorni scorsi aveva rilanciato il tema e chiesto che il suo provvedimento sia approvato da Palazzo Madama senza modifiche, al contrario di quello che in tanti vorrebbero, anche tra i dem.

Chi non crede all’apertura dei democratici è il Movimento 5 stelle. “Renzi parla dei vitalizi”, ha scritto su Twitter il deputato M5s Michele Dell’Orco, “ma allora perché giovedì scorso il Partito democratico ha votato contro la proposta M5s di esaminare la legge sui vitalizi prima di aprire la sessione di bilancio? Sono dei buffoni”. Il capogruppo in Senato Giovanni Endrizzi ha poi aggiunto: “Per oltre un anno e mezzo, da presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha tenuto ferma la legge sull’abolizione dei vitalizi. Adesso, per rifarsi una verginità politica, dice di volerla approvare. Ma perché non ha parlato prima d’ora? Da mesi chiede la calendarizzazione urgente del provvedimento in Aula e viene sistematicamente respinta dal Pd; sarebbe bastato dire due paroline al suo capogruppo Zanda che giovedì ha votato ancora una volta contro. Renzi è rimasto muto, quel tanto che bastava a far entrare il blocco per la legge di bilancio. E adesso che tutto è bloccato, ci dà ragione per prendersi un merito dove ha colpe gravissime. E ci aggiunge l’ipocrisia. Se davvero la legge sull’abolizione dei vitalizi verrà approvata entro la fine di questa legislatura il merito sarà solo del Movimento 5 Stelle che lo ha obbligato controvoglia a fare una cosa per i cittadini”.
_



Fonte



Immagine


La crociata anti-bufale di Boldrini: "Gli studenti imparino a cacciarle"


______________________________________________
La terza carica dello Stato attacca gli haters: "Stanno battendo in ritirata". E vuole andare nelle scuole per insegnare ai ragazzi a distinguere il vero dal falso
¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯



¯
Pur in scadenza di legislatura, Laura Boldrini non rinuncia a una delle crociate che negli ultimi anni hanno assunto sempre più peso nella sua agenda politica: quella combattuta contro le fake news e gli hater sul web.


Immagine


La presidente della Camera presenterà infatti domani al liceo Visconti di Roma, insieme al ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli il progetto #BastaBufale, rivolto ai ragazzi delle scuole. In un'intervista a Repubblica, la terza carica dello Stato spiega quali sono le proprie intenzioni in materia.

L'obiettivo è istruire generazioni di "cacciatori di bufale" formati a riconoscere le notizie vere e quelle false, andando alle fonti e sapendo consultare gli esperti. "In Rete c'è tutto. Opportunità straordinarie e bande di sciacalli. Ma la cosa grave è che buona parte degli utenti fatica a riconoscere il vero dal falso. Gli studenti, ad esempio. Bravissimi a navigare, ma come ha dimostrato una ricerca dell'universtà di Stanford spesso incapaci di distinguere una notizia da una pubblicità", spiega la Boldrini.

In collaborazione con alcuni debunker fra i più famosi, è stato stilato un ormai famoso decalogo anti-bufale a cui le linee guida del progetto dovrebbero attenersi. La presidente di Montecitorio, che in passato è stata spesso oggetto di attacchi mirati sul web, assicura che non vuole farne una questione personale ma non per questo è meno determinata: "Gli hater sono in ritirata, hanno capito che rischiano grosso. Da leoni da tastiera si sono trasformati in conigli in fuga. Lo scopo è che i ragazzi imparino a difendersi da soli: bisogna verificare le fonti, l'identità di chi pubblica una notizia, chiedere aiuto agli esperti, imparare a riconoscere gli odiatori e i provocatori seriali, spiegare ai ragazzi che i loro clic e like hanno un valore".
_



Fonte



Immagine

Re: MATTEO

31/10/2017, 10:06

la boldrini è d'accordo
ad estirpare le fake news..
ok.

quando si suicida?

Re: MATTEO

31/10/2017, 12:24

avete letto, renzie ha lasciato su due piedi il tour e i comizi per volare a una conferenza di obama, ahah che pagliaccio.

Re: MATTEO

31/10/2017, 15:27

xfabiox ha scritto:avete letto, renzie ha lasciato su due piedi il tour e i comizi per volare a una conferenza di obama, ahah che pagliaccio.



Hai ragione, è un pagliaccio.
Nel corso del suo viaggio in treno, alle fermate lo riempivano di insulti.

Ha tagliato la corda.

Ma tranquillo Bomba, l'Italia è comunque schifata da te.

Re: MATTEO

31/10/2017, 17:16

La sinistra è tornata alla carica: fa un'altra marcia pro migranti a Milano

http://www.ilgiornale.it/news/milano/si ... 58479.html

Re: MATTEO

02/11/2017, 16:30

Renzi: "Il Pd ha portato il Paese fuori dalla crisi, siamo orgogliosi"

http://www.tgcom24.mediaset.it/politica ... 702a.shtml

Re: MATTEO

02/11/2017, 19:48

ragazzi,
stiamo accorti..
questi aspettano l'ultimo minuto
per fare le peggio porcate..


http://www.corriere.it/politica/17_nove ... a42f.shtml

Intercettazioni, sì del governo
Gentiloni: limitiamo solo gli abusi

Il capo dell’esecutivo. «Sono uno strumento fondamentale per le indagini ma in questi anni è stato utilizzato in maniera scorretta». Divieto di pubblicare notizie non essenziali

Re: MATTEO

03/11/2017, 01:08

mik.300 ha scritto:
Intercettazioni, sì del governo
Gentiloni: limitiamo solo gli abusi

Il capo dell’esecutivo. «Sono uno strumento fondamentale per le indagini ma in questi anni è stato utilizzato in maniera scorretta». Divieto di pubblicare notizie non essenziali

Notare la parte "IN QUESTI ANNI". PRIMA andava bene tutto, infatti quando c'era da sapere in quali buchi si infilava il pisello di qualcuno....
L'intellighenzia piddina non tolleraVA restrizioni.
Articolo del 2009 - - - >>> https://www.sabinaguzzanti.it/decreto-a ... cettazioni

Re: MATTEO

04/11/2017, 13:07

“Intercettazioni con la legge Orlando? Riforma inutile che complica le cose pure al pm”

Katia Malavenda, avvocato ed esperta di diritto dell’informazione: “Intervento non necessario. Impianto negativo anche per le difese”


Immagine


¯
La legge Orlando sulle intercettazioni intreccia problemi di indagini, di difesa e di informazione. Ne parliamo con Katia Malavenda, avvocato ed esperta di diritto dell’informazione.

Il presidente Paolo Gentiloni dice che si mette fine “all’abuso” di intercettazioni, il ministro Andrea Orlando sostiene che “si riduce il rischio della fuga di notizie” penalmente irrilevanti. Ci voleva questa legge?

Questo intervento non mi sembra necessario, visto che la tutela delle persone estranee alle indagini e, più in generale della privacy, era già prevista da apposite norme. La mancata introduzione di nuove figure di reato lo conferma. La Cassazione, del resto, ha scritto che le norme sulla segretezza delle indagini sono poste a garanzia del loro corretto andamento e della terzietà del giudice del dibattimento. E ha aggiunto che la riservatezza dei terzi o anche dell’indagato è estranea al divieto di pubblicare gli atti delle indagini ed è soggetta a divieti diversi, già esistenti.

Con la nuova legge la selezione delle intercettazioni comincia con la polizia giudiziaria che potrà trascrivere solo quelle rilevanti e poi il pm deve stabilire quali utilizzare e riportare nei provvedimenti, così come il giudice. Non creerà dei problemi e complicherà le indagini?

Ritengo sarà difficile, per chi deve redigere i brogliacci, selezionare tutte le conversazioni sulla scorta di una norma di non facile applicazione; non sarà facile per il pm dissentire e far trascrivere alcune di quelle scartate, anche per le possibili conseguenze di un errore di valutazione. Esiste, infatti, un divieto esplicito di trascrivere conversazioni irrilevanti per le indagini che riguardino anche dati personali sensibili, ad esempio quelli riguardanti la salute o la vita sessuale. Chi dovesse sbagliare la valutazione, violandolo, dovrà risponderne, direi pure in sede penale, anche se hanno agito in buona fede. C’è persino il rischio che i criminali più avveduti comincino a fare palesi riferimenti a dati sensibili, apparentemente irrilevanti per le indagini, la cui trascrizione potrebbe creare non pochi problemi

C’è anche la questione dell’archivio riservato che ha suscitato la protesta degli avvocati: è lì che devono essere riversate le intercettazioni che il pm ritiene di non dover utilizzare e la difesa può ascoltarle ma non acquisirle e restano segrete.

Il decreto introduce così un’eccezione al principio secondo cui gli atti che l’indagato e, quindi, il suo difensore, possono conoscere, non sono più segreti. Se l’indagato, avuta notizia dal suo legale di un’intercettazione che è in archivio, dovesse parlarne con un giornalista, chi ne risponderà, oltre chi l’ha pubblicata? L’avvocato? O l’indagato?

I giornalisti non potranno conoscere, come avviene già adesso, le intercettazioni di fatti strettamente privati ma neppure quelle non rilevanti penalmente ma di grande interesse pubblico.

Certo, ora l’accesso alle conversazioni dell’archivio riservato sarà assai complesso, visto che il suo contenuto è noto solo a pochi soggetti e non viene messo in deposito, anche se è conosciuto dalle parti. La fuga di notizie, assai rara, visto che di solito il termine viene usato a sproposito, per stigmatizzare la diffusione di atti non più segreti, in realtà sarà più difficile, a scapito di un’informazione la cui rilevanza non sempre coincide con quella processuale.

Che fine fanno le registrazioni effettuate ma non ancora trascritte? E quelle che si stanno eseguendo a cavallo tra la due norme?

Il nuovo regime si applicherà alle intercettazioni che verranno disposte dopo la sua entrata in vigore. Quelle non ancora depositate in quel momento seguiranno la precedente disciplina. Rimane il problema di quelle in corso, proprio in quel momento, per le quali una parte dei brogliacci sarà già stata scritta.
_



Fonte




Immagine

Re: MATTEO

06/11/2017, 11:20

avete sentito e visto?
il bomba è stato tromb.ato in sicilia..
mò fa mobbing su bersani & co..


http://www.corriere.it/politica/elezion ... dc8b.shtml

Elezioni in Sicilia, Renzi: sconfitta netta, alle Politiche i bersaniani decidano che cosa fare
I distinguo del segretario tra il voto nell’Isola e a Roma. «Tutto come previsto, il risultato è quello che ci aspettavamo. Sapevamo che sarebbe finita così»


ma non capisco che vuole..
fare cosa?
prima era contento di essersene liberato..
chiagne e strepita !
ricatta..
la legge elettorale l'ha fatta apposta x quello..
agitando lo spauracchio delle destre e di berlusca,
come se lui fosse diverso..

la poltrona s'allontana
e lui va fuori di testa..
prima si leva di mezzo
meglio sarà..
dovrà trovarsi un lavoro..
finalmente..

Re: MATTEO

06/11/2017, 13:00

La cosa assurda è che più del 30% abbiano comunque votato Berlusconi e la sua cricca il ce è come se avessero votato per Renzi non è che ci sia differenza tra le 2 parti.
Rispondi al messaggio