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Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 19:36

Ahahahaah! Dillo a quelli che leggono "Il Fatto" (che qui ce ne sono molti) .... [:297]

Re: Mr. President Trump

02/02/2017, 23:49

Forse ti sembrerà strano ma anche se preferisco Sallusti il Fatto lo Leggo volentieri. Quanto a Trump non so se ci avete fatto caso ma nei filmati dove lui parla e c'è la traduzione il doppiatore ha spesso una voce inquietante tipo Conan il Barbaro, ci avete fatto caso? Come se volessero farlo apparire cattivo a tutti i costi.

Re: Mr. President Trump

03/02/2017, 00:02

Si anch'io leggo la versione online, mi piace perché scovano le porcate dei nostri politici.
E a dire il vero leggo di piu' i commenti degli articoli stessi.
Ma in politica estera fanno pena, zerbini e conformisti esattamente come tutti gli altri, escludendo Il Giornale.

A volte, come nel caso dell'"articolo" di Scanzi che ho postato sopra, cadono le braccia... Ormai sono tutti "opinionisti", i veri giornalisti stanno tutti sottoterra.

Re: Mr. President Trump

03/02/2017, 09:09

.. e laureati.

Re: Mr. President Trump

03/02/2017, 13:25

Barack Obama, la piazza e i "social justice warriors"

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Il partito democratico negli Usa è alla frutta e la tentazione non può che essere ricorrere alla piazza contro Trump. Da qui la violentissima manifestazione scoppiata all'università di Berkeley.

Ormai è chiaro che il partito democratico americano è il fantasma di se stesso. La sua campionessa, Hillary Clinton, sconfitta alle elezioni, annuncia un libro di memorie. Il suo presidente, Obama, ha lasciato la Casa Bianca. I repubblicani controllano le due ali del Congresso e la maggioranza degli stati del Paese. Se non litigheranno tra loro, avranno presto una Corte Suprema schierata su valori conservatori.

Davanti a una situazione del genere, la tentazione per un partito che ha governato e brigato per venticinque anni nella vita politica americana, e che rischia di finire in crisi di astinenza del potere, può essere quella di ricorrere alla piazza, per indebolire Donald Trump seminando il caos nelle strade e nei campus americani. Le prove tecniche di questa strategia sono state la “grande” manifestazione delle donne contro il presidente e le proteste negli aeroporti contro l’ordine di bloccare gli immigrati provenienti dagli stati canaglia.

Protestare in piazza è lecito, e fino adesso, nonostante la propaganda sul grande dittatore autoritario, non si sono viste scene da “macelleria messicana” nelle strade delle città Usa, ma il rischio delle agitazioni di piazza è sempre quello che possono finire male, nel sangue. E la violenza vera, quella dilagante, violenta, è arrivata oggi, all’università di Berkeley che si è mobilitata per impedire a Milo Yiannopoulos, il trumpista gay e antijihadista divenuto celebre sul web durante la campagna elettorale, di tenere uno dei suoi discorsi sarcastici e pieni di provocazioni contro il mainstream nel tempio dell’accademia Usa.

Del resto l'università, l'accademia negli Stati Uniti è cambiata. Non siamo più nel Sessantotto, non c'è un classe docente anziana e tradizionalista da contestare, bensì un corpo accademico, nicchie della sinistra e dell'antagonismo, pronte ad accendere le polveri della rabbia studentesca. Per Trump, che ormai ha sdoganato tutto, soprattutto il rispetto per le centrali del politicamente corretto, la risposta è una sola: smettetela di fare casino oppure taglierò i fondi ai dipartimenti universitari. Ma la protesta va avanti, girano voci incontrollate, ci sono feriti? Un morto?

Sentite cosa dice una maestra di scuola con il giubbotto della organizzazione Black Lives Matter - l'organizzazione afroamericana che contesta la polizia e le autorità Usa (guai a parlare di suprematismo nero...) - durante una manifestazione di piazza a Seattle, in un video che si può guardare su YouTube: “dobbiamo iniziare ad ammazzare della gente… prima di tutto dobbiamo uccidere chi sta alla Casa Bianca, la Casa Bianca deve morire, fanculo Casa Bianca”. Non si tratta di ammazzare semplicemente qualcuno, ma bisogna colpire i “bianchi”, “dateci i vostri soldi fottuti, dateci le vostre case, le vostre proprietà, dovete pagare per quello che avete fatto ai neri e ai nativi americani…”, aggiunge la signora.

Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Obama si è autocandidato a leader della opposizione. L’ex presidente ha iniziato a blandire queste piazze sempre più bellicose, dicendo che con Trump alla Casa Bianca “i valori americani sono a rischio” e che quindi fanno bene quelli che si mobilitano per difenderli. Ma le urla isteriche dei “social justice warrior”, ovvero dei guerriglieri del politicamente corretto, sponsorizzati dal partito democratico e dai suoi potenti finanziatori, stanno a lì a testimoniare che il rischio di una deriva antidemocratica c’è e che lisciando la pelle al lupo si rischia di finire azzannati.

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... e-warriors

(Come da noi ai tempi del cav ...........) [^] [:290]

Re: Mr. President Trump

03/02/2017, 19:37

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Re: Mr. President Trump

03/02/2017, 20:12

Ufologo 555 ha scritto:Immagine

[^]


Mi sa che sta sui maroni a tutti i politici di mestiere, magari anche a quelli dei anche ai nostri che lo "invidiano".
Se scrivesse un manualetto, un bigino che spiega come si fanno le cose, onestamente ed onoratamente, i nostri scalzacani dovrebbero impararlo a memoria.
E per bene anche perché poi li interroghiamo.

Re: Mr. President Trump

04/02/2017, 11:21

Trump a Israele: nuovi insediamenti non aiutano pace. New York Times: come Obama in politica estera

Trump sembra cambiare rotta su Israele: la costruzione di nuovi insediamenti non aiuterebbe il raggiungimento della pace, dice la Casa Bianca. Restano le sanzioni alla Russia per l'annessione della Crimea: l'ambasciatrice Usa all'Onu condanna le "azioni aggressive" di Mosca. Oggi atteso l'annuncio di nuove sanzioni invece all'Iran per il nucleare


03 febbraio 2017 - Non ha eliminato le sanzioni contro la Russia, si appresta a vararne di nuove contro l'Iran per i test missilistici ed ha detto ad Israele che i nuovi insediamenti nei territori non favoriscono il processo di pace. Così il presidente Donald Trump, con "una stupefacente virata" "ha abbracciato i pilastri della politica estera" del suo predecessore, Barack Obama, sottolinea il New York Times. E se sulla spinosa questione delle colonie israeliane Trump ha assunto una linea nettamente più prudente, riservandosi una "posizione ufficiale" dopo l'incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca, l'ambasciatrice all'Onu, Nikki Haley, ha avvertito la Russia che le sanzioni resteranno in piedi fino a quando non ritirerà le truppe dall'Ucraina. Contro i test missilistici di Teheran, Trump si appresta a varare sanzioni, probabilmente nella stessa giornata di oggi, simili a quelle decise da Obama poco più di un anno fa. "Le nuove amministrazioni spesso falliscono nel tentativo di cambiare la politica estera dei loro predecessori così radicalmente come promettono", osserva il Nyt, senza esclude una nuova inversione di rotta anche se per il momento Trump sembra più impegnato "a capovolgere le relazioni con il Messico e buona parte del mondo musulmano".


http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... 9a3c0.html

Re: Mr. President Trump

04/02/2017, 16:55

[:246]




Esteri

Se volete capire il fenomeno Trump non leggete Repubblica, dice Repubblica

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Un paradossale commento di Federico Rampini spiega perché, nonostante l’indignazione dei media e degli oppositori “di piazza”, il presidente non perde consensi

L’articolo più interessante su Trump apparso finora su Repubblica è quello in cui Repubblica cerca di spiegare perché i lettori di Repubblica non capiranno mai Trump finché leggeranno Repubblica. Lo firma oggi Federico Rampini, corrispondente da New York del quotidiano romano.

«SENSAZIONE FUORVIANTE». «Donald Trump corre verso un impeachment, o almeno verso una clamorosa “implosione” della sua presidenza, travolta da errori e provocazioni estremiste?», si domanda Rampini all’inizio dell’articolo. Risposta capolavoro: «Questo può pensarlo chi legge La Repubblica e tanti altri giornali europei, o i quotidiani liberal delle due coste Usa come New York Times, Washington Post, Los Angeles Times. Ma la sensazione di un acuto isolamento mondiale, e perfino di una vasta rivolta interna, è parziale e fuorviante».

PROMESSE MANTENUTE. Infatti, spiega il giornalista di Repubblica, «vista dall’America che lo ha votato, la presidenza Trump sta mantenendo quasi tutte le promesse». E dunque non dovrebbe apparire strano a nessuno (tranne, forse, ai lettori di Repubblica) il fatto che «nei sondaggi – per quel che valgono – la sua popolarità oscilla più o meno dov’era l’8 novembre; all’incirca un 45% si fida di lui». Perfino qualcosa di più, se stiamo a questo articolo di repubblica.it. «Storicamente è una partenza modesta per un presidente», prosegue Rampini, «ma non c’è quella frana che si potrebbe desumere dalla condanna dei media o dalle piazze piene di manifestanti».

BIANCHI INTEGRALISTI. Ovviamente lo stesso Rampini, che di Repubblica è una “prima firma”, adopera nei confronti dell’universo trumpiano il vocabolario del disprezzo utilizzato in genere da Repubblica. Il giudice Neil Gorsuch, appena nominato da Trump alla Corte suprema come successore del defunto Scalia, è un «integralista». I suoi valori sono quelli «dell’America bianca» (ma perché?). I posti di lavoro che rischiavano di essere trasferiti in Messico e che invece con l’accordo fra Trump e i giganti dell’automotive sono stati “blindati” negli Usa, sono «pochi», «solo alcune migliaia». I suoi elettori sono «teocon». Tuttavia, al netto dei termini denigratori, l’analisi di Rampini è ineccepibile.

IL GIUDICE. Il corrispondente di Repubblica prova anche a rileggere «ciascuno degli atti e dei messaggi-shock» del presidente, ma questa volta senza il filtro che lo obbliga a parlare di «shock», appunto, piuttosto guardando le cose «con gli occhi di quella (quasi) metà della nazione che lo ha portato alla Casa Bianca». Ed ecco che la nomina di Gorsuch diventa «una mossa vincente che ricompatta la destra», soprattutto una mossa che piace ai cristiani «evangelici e rinati» che «lo votarono con percentuali plebiscitarie l’8 novembre».

IL LAVORO. Ancora. L’incontro con gli amministratori delegati delle principali industrie automobilistiche attive in America – durante il quale Trump ha incassato dalla Ford la garanzia che «uno stabilimento nuovo verrà aperto nel Michigan anziché in Messico» – diventa «per i colletti blu del Michigan», e quindi anche per il Rampini scrivente, una mossa azzeccata: «C’è un presidente che convoca i chief executive, fa la voce grossa, e sta dalla “nostra” parte».

IL MURO. Vogliamo parlare del muro con il Messico per sbarrare la strada ai “delinquenti”? Scrive Rampini: «Ma noi stessi quante volte abbiamo pubblicato articoli di Roberto Saviano sulla potenza dei narcos messicani, la loro impunità, le gravi connivenze nell’esercito e nella polizia locali? Trump ne trae le conseguenze». Non solo. Continua il giornalista: «Per sottolineare la differenza con la sinistra politically correct, ecco uno dei suoi temi favoriti, in un tweet del 24 gennaio: “Se Chicago non blocca l’orrenda carneficina, 228 sparatorie e 42 morti dall’inizio dell’anno, mando i federali”. Roccaforte democratica, la città di Barack Obama è il simbolo delle ricette fallimentari della sinistra tollerante e lassista. Law and Order trionferanno con Trump».

I PROFUGHI. Secondo Rampini perfino la misura che ha creato più indignazione, il blocco temporaneo degli ingressi da sette paesi islamici, il decreto che praticamente tutti i giornali del mondo hanno «giudicato un autogol micidiale», è tutt’altro che un autogol agli occhi degli elettori di Trump. Sempre Rampini: «Per l’America che lo ha votato non c’è dubbio chi abbia ragione: Trump vuole proteggerci, mentre Obama e Hillary non osavano neppure pronunciare la definizione di “terrorismo islamico”».

IL TERRORISMO. Idem per la partecipazione del presidente alla National Prayer Breakfast. Spiega Rampini: «I media progressisti lo sbeffeggiano perché lui indulge sulla mediocre audience di Arnold Schwarzenegger che lo ha sostituito nel reality show The Apprentice. Ma nella stessa occasione Trump si dilunga sul “genocidio dei cristiani perpetrato dal l’Isis, le teste mozzate, cose che non vedevamo dal Medioevo”». Il messaggio secondo il giornalista è che «non siamo certo noi gli intolleranti», e anche in questo caso è un messaggio «chiaro e forte». Almeno per chi ha fatto le giuste letture.

http://www.tempi.it/se-volete-capire-il ... JX4zfJK3FA

Re: Mr. President Trump

04/02/2017, 18:48

avete sentito?
un giudice federale ha bloccato il decreto
di sospensione dei visti x motivi di sicurezza
di 6 paesi in guerra + l'iran..
ma roba da pazzi..
chissà le motivazioni..
quando lo faceva obama nulla da eccepire..
ma si può fare una cosa del genere?
lì quando è in ballo la sicurezza possono crepare tutti
si va avanti come un treno..
mò salta fuori un giudice di seattle e blocca tutto..
mah..

Re: Mr. President Trump

04/02/2017, 19:56

Farà parte della "magistratura .... DEMOCRATICA"!) [:302]

Re: Mr. President Trump

04/02/2017, 21:09

Trump: "Problema se non possiamo decidere" - "Quando un Paese non può più dire chi può e non può entrare e uscire, soprattutto per ragioni di sicurezza, è un gran problema". Così su Twitter il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, replica alla sentenza del giudice di Seattle. "L'opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente priva il nostro Paese della legalità, è ridicola e verrà rovesciata".

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/us ... 702a.shtml

Re: Mr. President Trump

05/02/2017, 10:52

... solo che Trump non è ... Berlusconi! [^]

Re: Mr. President Trump

05/02/2017, 11:04

Trump: "Putin sarebbe un assassino? Perché noi siamo innocenti?"

Trump pronto a collaborare con Putin: "Ma non è detto che andremo d'accordo". E a chi accusa il capo del Cremlino di essere un assassino: "Perché noi siamo innocenti?"

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"Vladimir Putin è un assassino". "Ve ne sono tanti di assassini...Cosa crede, che il nostro paese sia innocente?".


Il botta e risposta tra Bill O'Reilly e Donald Trump, intervistato per Fox News, fa piazza pulita degli attacchi mossi da una certa stampa al presidente russo Vladimir Putin. "Rispetto molte persone ma questo non significa che andrò d'accordo con lui (Putin, ndr) - puntualizza, poi, il tycoon - è un leader del suo Paese. Io dico che è meglio andare d'accordo con la Russia che non andarci d'accordo".

Lotta al terrorismo islamico, pace in Siria e Iraq e guerra al Califfato sono senza alcun dubbio i dossier che Trump intende affrontare con Putin. Sul tavolo c'è sicuramente anche la guerra civile in Ucraina. Ieri sera, nel corso del colloquio telefonico avuto ieri sera con il presidente ucraino Petro Poroshenko, il tycoon ha messo in chiaro che vuole lavorare sia con Kiev sia con Mosca per risolvere il conflitto nell'est dell'Ucraina. Si è trattato del primo contatto diretto fra Trump e Poroshenko da quando il primo si è insediato alla Casa Bianca lo scorso 20 gennaio. L'obiettivo del presidente americano di migliorare le relazioni con il Cremlino ha recentemente allarmato l'Ucraina, dove resta irrisolto il conflitto in corso da tre anni nell'est del Paese.

Dopo le continue provocazioni di Barack Obama, Trump punta a stemperare i rapporti con il Cremlino. Senza, però, far sconti a Putin. "Lo rispetto - ammette ai microfoni di Fox News - ma questo non significa che andrò d'accordo con lui". Nell'intervista, però, gli viene rinfacciato dal giornalista che il capo del Cremlino è un "killer", un assassino. "Ci sono un sacco di assassini, noi stessi abbiamo un sacco di assassini - replica Trump - che cosa pensa? Che il nostro Paese è così innocente?". Una risposta che ha subito scatenato i media progressisti. Su Twitter Bret Stephens, editorialista del conservatore Wall Street Journal, lo ha subito accusato di "calunniare il proprio paese come mai ha fatto alcun presidente".

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tru ... 59888.html

Re: Mr. President Trump

05/02/2017, 11:07

trump frà sicuramente ricorso..

non è un provvedimento discriminatorio, generalizzato,
tant'è che lo hanno accusato di aver
risparmiato arabia, tunisia, ecc.
ergo passerà..
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