
La giornata di domani sarà ancora più tesa per il premier che va a raccogliere la fiducia alla Camera e poi al Senato da quelli che lo contestavano fino a un mese fa. Le meraviglie del mondo di Casalino, potremmo fantasticare. Fuori dal Palazzo gli occhi torvi si sprecheranno, perché c’è tanta rabbia – civile, civilissima – in una marea di italiani trasecolati per il rifiuto a farli votare.
Per far partire il Conte-bis la piattaforma Rousseau si è vista riconoscere più legittimità dell’intero corpo elettorale. Una vergogna in più rispetto all’oscena manovra di Palazzo. In piazza Montecitorio ci saranno tanti connazionali, stanchi dello spettacolo della politica politicante. Con loro Giorgia Meloni – che ha suggerito bandiere tricolore e non di partito – Matteo Salvini e Giovanni Toti. Non ci sarà Tajani, perché Forza Italia non si mischia con il popolino.
Conte ha varato il governo dei migranti e delle tasseSe Conte si chiede perché i sondaggi vanno male, lo capirà dalla piazza. Dove ci saranno quelli che non tollerano retromarce sull’immigrazione – con le posizioni di Boldrini, Orfini e gli ultrasinistri appena l’11 per cento della popolazione – e aspettano al varco il governo. E si indignano, ad esempio, perché il governo impugna una legge giusta – quella del Friuli Venezia Giulia – che cancelli i regali a chi arriva da noi. Gente che si arrabbia perché è nato un esecutivo che si prepara ad accucciarsi all’Europa delle tasse. E al tempo dei social sono illuminanti i colloqui trafugati di Conte con la Merkel contro i leader con cui governava assieme. Patetico.
L’Italia che voleva il nuovo è tornata indietro. Con un Pd vecchio e Cinquestelle precocemente invecchiati. Un governo che resuscita Gentiloni per la Ue dopo la scoppola rimediata dal Pd alle europee che cosa si aspetta, rose e fiori?
36 per cento a favore, 52 contro, ecco come sono schierati gli italiani. E persino nei due partiti di riferimento c’è almeno un quarto di elettori recalcitranti verso un’alleanza tra nemici. Conte si salverà solo col voto di Palazzo, perché lì la maggioranza la trova: indubbiamente il reddito di cittadinanza di deputati e senatori impauriti dalle elezioni è considerevole…
Ma tanto, questa storia finisce a primavera e ci libereremo di loro. Si comincia domattina.
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