20/11/2020, 12:46
I test positivi della reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR) sono stati utilizzati come giustificazione per mantenere in lockdown ampie porzioni del mondo per buona parte del 2020.
Questo, nonostante il fatto che i test PCR si siano dimostrati notevolmente inaffidabili per le enormi percentuali di falsi positivi, del resto non erano stati progettati per essere utilizzati come strumento diagnostico, proprio perchè non sono in grado di distinguere tra i virus inattivi e quelli “vivi,” in grado di riprodursi.
Il dottor Mike Yeadon, ex vicepresidente e direttore scientifico di Pfizer, ha persino dichiarato [1] che i risultati falsi positivi degli inaffidabili test PCR vengono utilizzati per “produrre una seconda ondata basata su nuovi casi“, quando, in realtà, una seconda ondata è altamente improbabile.
Prima della sua morte, l’inventore del test PCR, Kary Mullis, aveva più volte, ma senza successo, sottolineato che questo test non avrebbe dovuto essere utilizzato come strumento diagnostico, per il semplice motivo che non è in grado di diagnosticare la malattia. Un test positivo non significa necessariamente che sia presente un’infezione attiva. Come è del resto specificato in una circolare dei Centri Statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie sui coronavirus e sul test PCR, datata 13 luglio 2020: [2]
* La rilevazione dell’RNA virale potrebbe non indicare la presenza di virus infettivi o che 2019- nCoV sia l’agente eziologico dei sintomi clinici.
* Le prestazioni di questo test non sono previste per il monitoraggio del trattamento dell’infezione 2019-nCoV.
* Questo test non può escludere malattie causate da altri patogeni batterici o virali.
Allora, cosa ci dice effettivamente il test PCR? Il tampone PCR raccoglie l’RNA virale presente nella cavità nasale. Questo RNA viene quindi retrotrascritto in DNA. Tuttavia, i frammenti di materiale genetico così ottenuti sono talmente minuscoli che, per essere laggibili, devono essere amplificati molte volte. Ogni passaggio di amplificazione è chiamato ciclo.
Un’amplificazione oltre i 35 cicli è considerata inaffidabile e scientificamente ingiustificata, tuttavia i test Drosten e quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono impostati su 45 cicli.
Un numero di cicli così elevato amplifica qualsiasi sequenza, anche insignificante, di DNA virale eventualmente presente, al punto che il test risulta “positivo” anche se la carica virale è estremamente bassa o il virus è inattivo. Come risultato di questo numero eccessivo dicicli, si finisce con l’avere un numero di test positivi molto più alto di quanto si sarebbe ottenuto con una normale amplificazione.
Ancora una volta, gli esperti medici concordano sul fatto che qualsiasi soglia di amplificazione superiore a 35 cicli rende il test troppo sensibile, perché, a quel punto, inizia a raccogliere frammenti di DNA inattivi e innocui. Mina crede che un limite più ragionevole sarebbe di 30 cicli o anche meno.
La riduzione della soglia di amplificazione da 40 a 35 cicli ha eliminato circa il 43% dei risultati positivi. Limitarla a 30 cicli eliminerebbe un enorme 63%.
Secondo il New York Times, [9] i dati dello stesso CDC mostrano che è estremamente improbabile rilevare virus attivi in campioni sottoposti a più più di 33 cicli e una ricerca [10] pubblicata nell’aprile 2020 aveva concluso che i pazienti con test PCR positivi con soglia di amplificazione superiore a 33 non erano contagiosi e potevano essere tranquillamente dimessi dall’ospedale o dall’isolamento domiciliare.
mik.300 ha scritto:Infatti..
https://m.ilgiornale.it/news/politica/l ... 04456.html
L'ultimo mistero dei 21 parametri: "Algoritmo segreto I dati non tornano"
Francesco Broccolo, docente alla Bicocca di Milano: «Il valore degli indicatori non si riesce a capire e nessuno sa come il sistema li valuti» Il dubbio: nel caso operate scelte discrezionali
20/11/2020, 12:47
20/11/2020, 12:49
20/11/2020, 13:01
20/11/2020, 13:13
Perché l'Unione Europea ha così paura di Sputnik V contro il COVID-19?
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato che il suo paese avrebbe importato lotti del vaccino russo per completare gli studi clinici, studiarlo e ottenere una licenza per la distribuzione. La risposta dell'Unione europea è stata chiara, con una chiara minaccia all'Ungheria.
Il No all'importazione del vaccino contro il coronavirus russo rappresenterebbe "un grave pericolo per la sicurezza sanitaria dell'organizzazione".
Ci sarebbe da ridere già così a pensare alle decine e decine di paesi che hanno già firmato contratti con la Russia.
Reuters che riporta la notizia attraverso un portavoce della Commissione europea sottolinea come l'Ungheria potrebbe minacciare la sicurezza europea con l'importazione e l'applicazione del vaccino russo Sputnik V contro il nuovo coronaviru. E aggiunge - l'aspetto più inquietante - "potrebbe minare la dipendenza da altri vaccini", sottolineando come prima il vaccino debba avere l'autorizzazione dell'EMA, il supervisor europeo.
Ma la domanda è: perché i burocrati europei sanno per certo che non l'avrà quest'autorizzazione?
E poi: L'obiettivo è sconfiggere il Covid o gonfiare le speculazioni delle multinazionali Usa del farmaco?
Domande retoriche chiaramente per quel mostro noto come Unione Europea che ha una paura enorme del fatto che Russia, Cina e Cuba considerino i loro vaccini - già acquistati e in sperimentazione in decine e decine di paesi in tutto il mondo tra cui Israele (sic!) - "patrimonio globale dell'umanità".
Un bene pubblico dell'umanità, qualcosa di davvero intollerante per i burocrati di Bruxelles.
Fonte: Foto AFPNotizia del: 19/11/2020
fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lue_avverte_lungheria_sullutilizzo_del_vaccino_russo_sputnik_v_contro_il_covid19/82_38286/
Coronavirus, Lancet sul vaccino cinese: «Induce risposta immunitaria rapida»
Vaccini contro il covid. C’è vita oltre il mondo occidentale. Dalla Cina arrivano notizie incoraggianti su quello sviluppato da Sinovac Biotech. Il vaccino può indurre risposte anticorpali rapide ed è adatto per l'uso di emergenza, come hanno mostrato i risultati della sperimentazione preliminare pubblicati sulla rivista medica The Lancet Infectious Diseases, secondo quanto riporta l’emittente CGTN.
CoronaVac, il vaccino di Sinavac, "è stato ben tollerato e ha indotto risposte umorali contro SARS-CoV-2, che ha sostenuto l'approvazione dell'uso di emergenza di CoronaVac in Cina e in tre studi di fase 3", si legge nei risultati.
Sebbene le sperimentazioni nella fase iniziale e intermedia non siano state progettate per valutare l'efficacia di CoronaVac, i ricercatori hanno affermato che potrebbe fornire una protezione sufficiente, in base alla loro esperienza con altri vaccini e ai dati di studi preclinici con i macachi.
CoronaVac e altri quattro vaccini sperimentali sviluppati in Cina sono attualmente in fase di sperimentazione in una fase avanzata per determinare la loro efficacia nella prevenzione del COVID-19.
I risultati di Sinovac, pubblicati in un documento sottoposto a revisione paritaria su The Lancet Infectious Diseases, derivano dai risultati degli studi clinici di fase I e II in Cina che hanno coinvolto più di 700 partecipanti.
"I nostri risultati mostrano che CoronaVac è in grado di indurre una rapida risposta anticorpale entro quattro settimane dall'immunizzazione somministrando due dosi di vaccino a un intervallo di 14 giorni", ha detto Zhu Fengcai, uno degli autori dell'articolo.
I ricercatori hanno affermato che i risultati di ampi studi in fase avanzata o studi di fase III sarebbero cruciali per determinare se la risposta immunitaria generata da CoronaVac fosse sufficiente a proteggere le persone dall'infezione da coronavirus.
Sinovac sta attualmente conducendo tre prove di Fase III, in Indonesia, Brasile e Turchia.
Naor Bar-Zeev della Johns Hopkins University, che non è stato coinvolto nello studio, ha affermato che i risultati devono essere interpretati con cautela fino alla pubblicazione dei risultati di Fase III.
"Ma anche allora, dopo il completamento della fase III della sperimentazione e dopo la licenza, dovremmo prudentemente rimanere cauti”, ha spiegato.
CoronaVac è uno dei tre vaccini COVID-19 sperimentali finora sviluppati in Cina. Gli altri due vaccini del programma, entrambi sviluppati da istituti collegati a Sinopharm, e un altro vaccino di CanSino Biologics, hanno dimostrato di essere sicuri e hanno attivato risposte immunitarie nelle sperimentazioni in fase iniziale e intermedia, secondo articoli sottoposti a revisione paritaria.
Gang Zeng, un ricercatore Sinovac coinvolto nello studio CoronaVac, ha detto che il vaccino potrebbe essere un'opzione interessante perché può essere conservato alle normali temperature del frigorifero da 2 a 8 gradi Celsius e può rimanere stabile fino a tre anni.
“Potrebbe dare alcuni vantaggi per la distribuzione nelle regioni in cui l'accesso alla refrigerazione è difficile", ha detto l'autore.
La notizia però non ha suscitato particolari reazioni alle nostre latitudini. Evidentemente quando non si tratta di multinazionali del farmaco in occidente mostrano scarso interesse. Ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: in tutta la vicenda covid, particolarmente sulla questione vaccini, c’è troppa poca scienza. Si tratta più di lotta politica, geopolitica ed economia.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-coronavirus_lancet_sul_vaccino_cinese_induce_risposta_immunitaria_rapida/82_38284/
20/11/2020, 15:01
MaxpoweR ha scritto:Ecco altre cose di cui sui media nostrani non si parla, perchè altrimenti dovrebbero rispondere a domande che non sono in grado di evadere perchè ignoranti del cavolo o ancora peggio perchè AL SOLDO di qualcuno che deve passare i propri prodotti al SSN a costi esorbitanti.
20/11/2020, 17:17
mik.300 ha scritto:mik.300 ha scritto:oggi 18 novembre 14,5%
lazio sempre tertzo assoluto
ricoveri 3.056
TI 318
+2.866 positivi
sempre zona gialla si capisce !!
lazio 19 novembre
+ 2.697
TI 329
ricoveri 3.103
sempre zona gialla!
percentuale italia 14,4%
20/11/2020, 23:23
21/11/2020, 06:22
21/11/2020, 11:58
21/11/2020, 12:15
greenwarrior ha scritto:Ma il laboratorio di Wuhan, che a quanto pare è di proprietà della Glaxo, che a sua volta è propietaria dela Pfister, che commercializzerà a breve il vaccino ? A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Ma se è vero che il coronavirus non è stato perfettamente isolato, il tampone che cosa va a cercare ?
21/11/2020, 13:44
greenwarrior ha scritto:Ma il laboratorio di Wuhan, che a quanto pare è di proprietà della Glaxo, che a sua volta è propietaria dela Pfister, che commercializzerà a breve il vaccino ? A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.
Ma se è vero che il coronavirus non è stato perfettamente isolato, il tampone che cosa va a cercare ?
21/11/2020, 14:07
Offerte di lavoro di GlaxoSmithKline a Wuhan, Hubei (Cina)