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04/01/2013, 20:04

Il primo

Politica
Monti non andrà mai oltre il 20%. Ecco come finiranno le elezioni
Venerdì, 4 gennaio 2013 - 19:00:00


@AlbertoMaggi74



Mario Monti si candida alla guida del Paese. Ma non ha alcuna possibilità di ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Nè è convinto Renato Mannheimer, numero uno dell'Ispo e decano dei sondaggisti. Che ad Affaritaliani.it afferma: "La coalizione che fa capo al presidente del Consiglio è attualmente attorno al 15%. Da qui alle elezioni del 24-25 febbraio può scendere o salire, ma come livello massimo può arrivare al 20%". E le altre coalizioni? "Il Centrosinistra - Partito Democratico, Sel e altri - è poco sotto il 40%. Mentre il Popolo della Libertà - prosegue Mannheimer - si avvicinato al 20% e la Lega Nord vale circa il 6. Insieme il Centrodestra sfiora il 30%". Infine Beppe Grillo. "Il Movimento 5 Stelle viaggia attorno al 13-14% ed è sceso rispetto ai picchi del 18-19 toccati qualche mese fa".

Demopolis per Affaritaliani: Bersani in testa, ma la partita al Senato è aperta

Se ci si recasse oggi alle urne per le Politiche, come voterebbero i nostri lettori? Quale coalizione vorrebbero al Governo del Paese?
Secondo i dati dell'indagine, condotta in esclusiva dall'Istituto Demopolis fra i navigatori di affaritaliani e libero.it, la coalizione di Centro Sinistra guidata da Pier Luigi Bersani otterrebbe il 31%. Molto staccato, scelto da un intervistato su cinque, lo schieramento di Berlusconi. Nel raggio di due punti, il Movimento 5 Stelle di Grillo, al 19%, e la nuova coalizione per Monti Premier al 18%.
È ancora difficile - secondo i ricercatori di Demopolis - misurare esattamente - il peso elettorale della coalizione centrista che punta al ritorno di Mario Monti a Palazzo Chigi. Il quadro appare piuttosto incerto ed in netta evoluzione. Mentre il dato alla Camera appare oggi più certo con il premio di maggioranza al Centro Sinistra, il risultato del Senato sarà condizionato dai premi regionali, soprattutto in Lombardia ed in Veneto.
Quasi un terzo degli intervistati non ha ancora deciso se e per chi votare.

http://affaritaliani.libero.it/politica ... 40113.html

evidente che esistono ancora persone che fanno del masochismo il loro punto di forza,certo e' che occorre un bel fegato votare monti dopo lo sfacelo che la sua politica ha portato l'italia..............[;)]

04/01/2013, 20:11

... E ce ne saranno ...[^]

05/01/2013, 18:56

La politica italiana? No, grazie. Occupiamoci della Sicilia
Pubblicato il Wednesday, 02 January @ 08:14:44 CST di admin


Tutti contro tutti. L’uno contro l’altro armati. Bersani contro Monti, Casini contro Bersani, Berlusconi nell’ordine contro: Bersani, Monti, Maroni, la magistratura, la sinistra e Napolitano. E, ancora, Maroni contro Monti e Berlusconi, Monti contro Berlusconi e Bersani, Grillo contro tutti, Antonio Ingoia rancoroso contro Piero Grasso e chi più ne ha più ne metta.

Questo è lo sconfortante quadro politico di inizio anno che viene offerto, da questa classe politica di irresponsabili, agli italiani in vista delle imminenti scadenze elettorali. Il tutto in un Paese sempre più sul baratro e, stando così le cose, condannato a rassegnarsi ad un futuro senza speranza.

Tutto questo senza il minimo rispetto nei confronti degli Italiani e mentre aumentano povertà, disoccupazione. Mentre si riducono i consumi e la produzione. Mentre viviamo, giorno dopo giorno, i rincari dei generi di prima necessità, agli alimentari ai carburanti, dall’aumento delle tariffe della varie utenze alla riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori (quei pochi che hanno salvato il loro posto di lavoro) e dei pensionati. Davanti a tutto questo, i signori della politica italiana che continuano a litigare tra loro – causa ed effetto di questo disastro – si ripropongono spudoratamente come se niente fosse successo alla guida di un Paese ridotto da loro stessi ad una colossale bisca in cui le uniche cose che funzionano e che sono in crescita sono, appunto, autorizzate e avallate da questo Stato bispistoliniere e cioè i gratta e vinci, il dieci al lotto, il superenalotto, il lotto, il calcio scommesse, il bingo, le macchinette mangiasoldi e tante altre diavolerie.

‘Bische’ statali che, saccheggiando dalle loro tasche miliardi e miliardi di euro, hanno ridotto milioni di italiani allo stato di ludopatici. Questo è un Paese corrotto ed in sfacelo, nel nome di uno Stato tutt’altro che etico e morale, che ci consegnano tra le macerie coloro che ci hanno governato sino ad oggi e che si ripresentano e si ripropongono alla guida del Governo, come intendono fare soprattutto Berlusconi e Monti con tanto di agenda dettatagli dalla Chiesa e dei “poteri forti”, per completare l’opera di impoverimento e di distruzione portata avanti scientificamente e senza soluzione di continuità..

E i siciliani dinanzi a questo quadro deprimente della politica nazionale che non promette nulla di buono per il loro futuro, saranno ancora una volta inerti spettatori? E’ giunto il momento, al cospetto di questi scenari deprimenti fatti di liti, di meschinità e di rivalità personali che nulla hanno a che fare con la dignità della politica, davanti a questi scontri finalizzati alla tutela dei poteri forti e a discapito delle classi più deboli e delle zone più emarginate del Paese, davanti a tutto ciò è arrivato il momento di rialzare la testa e rivendicare con forza, rispetto al potere centrale, la propria autodeterminazione con la piena applicazione dello Statuto siciliano da sempre disatteso ed in gran parte mai applicato da una classe politica ascara e servile ai desiderata romani

E’ una strada obbligata se si vuole restituire alla Sicilia e ai siciliani, a dispetto di chi vuole cancellarne la storia, l’identità e l’autonomia, il loro diritto di essere a pieno titolo e con pari dignità cittadini e non colonia di questo Paese.

E’ una strada che, a quanto ci è stato dato da intendere, ha intrapreso il nostro presidente della Regione, Rosario Crocetta, quando ha affermato all’atto del suo insediamento “L’Autonomia regionale va difesa. Nessuno si aspetti mediazioni infinite, nessuno ci crei imbarazzi di sorta, perché i siciliani non sono più disponibili alle mediazioni con il passato”.

Un messaggio che va accolto positivamente dai siciliani di buona volontà, all’alba di questo 2013 ricco di incognite, come un augurale e buon viatico di speranza per il loro riscatto e per il loro futuro.

E’ arrivato il momento di lavorare per la Sicilia e non per uno Stato italiano al quale i siciliani non credono più. Uno Stato che, per 150 anni, ha negato la nostra identità. Occupiamoci della Sicilia.

Ignazio Coppola
Fonte: http://www.linksicilia.it/

05/01/2013, 19:55

...Intanto i palermitani si potevano risparmiare quella speci di ... sindaco (una volta sola non è bastato si vede).[8)]

05/01/2013, 23:18

Ufologo 555 ha scritto:

...Intanto i palermitani si potevano risparmiare quella speci di ... sindaco (una volta sola non è bastato si vede).[8)]

Sarà come sarà....,potevano scegliere!!!,però chi ha fatto meglio di lui a Palermo?.[8]

06/01/2013, 09:53

La Mafia! [:246]

06/01/2013, 13:00

Ufologo 555 ha scritto:

La Mafia! [:246]

Meglio che mi tappo la bocca!. [8)]

06/01/2013, 21:29

domenica 6 gennaio 2013

Nessuno come l’Italia ci guadagnerebbe, lasciando l’euro


Un aglosassone fuori dal coro: mentre “Financial Times” e “Wall Street Journal” hanno fatto un endorsement per un Monti-Bis, Ambrose Evans-Pritchard la pensa all’opposto. E spiega perché dovremmo applicare una terapia opposta a quella, suicida, di Monti. In termini pro capite, l’Italia è una nazione più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9.000 miliardi) di ricchezza privata. Abbiamo il più grande avanzo primario di bilancio del blocco G7, mentre il nostro debito “combinato”, quello che si ottiene facendo la media tra debito pubblico ed esposizione privata, ammonta al 265% del Pil ed è quindi inferiore a quello di Francia, Olanda, Gran Bretagna, Usa e Giappone. Per l’indice del Fmi, il punteggio dell’Italia è il migliore per “sostenibilità a lungo termine del debito” tra i principali paesi industrializzati. «Hanno un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario», dice Andrew Roberts di “Rbs”. «Se c’è un paese dell’Eurozona che potrebbe trarre beneficio dall’abbandonare l’euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l’Italia».

«I numeri parlano da soli», aggiunge Roberts. «Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l’euro, ma chi Immaginesceglierà di andarsene». Uno studio basato sulla “teoria dei giochi” e condotto da Bank of America ha concluso che l’Italia, sganciandosi e ripristinando il controllo sovrano sulle sue leve politiche, guadagnerebbe più di altri membri dell’unione monetaria. La nostra posizione patrimoniale sull’estero è vicina all’equilibrio, in netto contrasto con Spagna e Portogallo, entrambi in deficit per oltre 90% del Pil. L’avanzo primario, aggiunge Evans-Pritchard in un intervento sul “Telegraph” ripreso dal blog “Informare per Resistere”, implica che l’Italia «può lasciare l’Eurozona in qualsiasi momento lo desideri, senza dover affrontare una crisi di finanziamento». Un tasso di risparmio elevato, aggiunge il grande esperto economico inglese, significa che qualsiasi shock del tasso di interesse dopo il ritorno alla lira rifluirebbe nell’economiaattraverso maggiori pagamenti a obbligazionisti italiani: spesso ci si dimentica che in Italia i tassi reali erano molto più bassi sotto la Banca d’Italia.

«Roma possiede una serie di carte vincenti», sostiene Evans-Pritchard. «Il grande ostacolo è il premier Mario Monti, installato a capo di una squadra di tecnocrati grazie al golpe del novembre del 2011 voluto dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dalla Banca Centrale Europea, tra gli applausi dei media e della classe politicaeuropea». Monti «potrebbe essere uno dei grandi gentlemen d’Europa», ma sfortuna vuole che sia anche «un sommo sacerdote del progetto Ue» e, in Italia, «un promotore decisivo dell’adesione all’euro». Per cui: «Prima se ne va, prima l’Italia può fermare la diapositiva in depressione cronica». I “mercati” sono ovviamente inorriditi all’idea che si dimetta una volta approvata la legge di bilancio 2013, visto che i rendimenti sul debito italiano sono cresciuti. «L’armistizio è durato 13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità», scrive il “Corriere Immaginedella Sera”.

Il rischio immediato per gli investitori obbligazionari sta nel Parlamento fratturato, sostiene Evans-Pritchard, con almeno il 25% dei seggi attributi a «forze euroscettiche», cioèBerlusconi, la Lega Nord e lo stesso Grillo, quotato attorno al 18% . «Siamo condannati, se non vi sarà chiara maggioranza in Parlamento», avverte il professor Giuseppe Ragusa dell’università Luiss Guido Carli di Roma. «Qualsiasi risultato del genere – ammette Evans-Pritchard – lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente esposti, come lo erano nel luglio scorso, durante l’ultimo spasimo della crisi del debito in Europa. Roma avrebbe ancora meno probabilità di richiedere un salvataggio e firmare un “Memorandum” rinunciando alla sovranità fiscale», che poi è la pre-condizione già prevista dal Fiscal Compact affinché entri in azione la Bce per tenere a bada i rendimenti dei titoli italiani.

Tutti quegli investitori che si sono esposti sul debito italiano (e quello spagnolo) dopo la promessa di Mario Draghi che la Bce avrebbe fatto tutto il possibile per salvare l’Eurozona ora potrebbero scoprire che Draghi non è in grado di tener fede alla sua promessa, perché ha le mani legate dallapolitica. I detentori dei titoli italiani sono preoccupati, «ma gli interessi della democrazia italiana e quelli dei creditori stranieri non sono più allineati», dice Evans-Pritchard. «Le politiche deflazionistiche stile anni ’30 imposte da Berlino e Bruxelles hanno spinto il paese in un vortice greco». Confindustria ha detto che la nazione è ridotta in macerie, e gli ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in caduta libera, giù del 6,2% rispetto all’ottobre dell’anno prima. «Abbiamo visto, negli ultimi 12 mesi, un crollo completo del settore privato», conferma Dario Perkins, del Lombard Street Research. «La fiducia delle imprese è tornata ai livelli dei momenti più bui della crisi finanziaria. La fiducia dei consumatori è la più bassa di sempre. ImmagineBerlusconi ha ragione a dire che l’austerità è stata un completo disastro».

I consumi sono è scesi del 4,8% anche a causa della stretta fiscale. «Questi numeri non hanno precedenti: il rischio per il 2013 è che la caduta sarà ancora peggiore», avverte la Confcommercio. Le origini di questa crisi, per Evans-Pritchard, risalgono a metà degli anni ’90, quando il marco e la lira sono stati inchiodati per sempre ad un tasso di cambio fisso. L’Italia, che aveva la “scala mobile” salariale ed era abituata all’inflazione, ha così perduto progressivamante dal 30% al 40% di competitività del lavoro rispetto alla Germania. E il surplus commerciale storico con la Germania è diventato un grande deficit strutturale. «Il danno ormai è fatto: non è possibile riportare indietro le lancette dell’orologio. Eppure – insiste Evans-Pritchard – questo è esattamente ciò che le élite politiche dell’Ue stanno cercando di fare con l’austerità e la drastica “svalutazione interna”».

Una simile politica può funzionare in una piccola economia aperta come quella irlandese, con alti ingranaggi commerciali, mentre in Italia «significa replicare l’esperienza della Gran Bretagna dopo che Winston Churchill fece tornare la sterlina all’ancoraggio all’oro, tornando così al tasso sopravvalutato del 1925». Come Keynes disse acidamente, i salari sono condannati a scendere. Difatti, gli inglesi pagarono con gli stenti i cinque anni successivi. «L’effetto principale di questa politica è quello di portare alle stelle il tasso di disoccupazione», che per i giovani italiani ha superato il 36% e va aumentando ancora. «Il commissario Monti, con la stretta fiscale, si è mangiato quest’anno il 3,2% del Pil, tre volte la dose terapeutica». Eppure, non c’era alcuna ragione economica per farlo: «L’Italia ha avuto un budget vicino al saldo primario nel corso degli ultimi sei anni. È stata, sotto Immagine

Berlusconi, un raro esempio di rettitudine».

L’avanzo primario raggiungerà quest’anno il 3,6% del Pil, per poi passare addirittura al 4,9% l’anno prossimo. «Non si potrebbe essere più virtuosi, eppure il dolore è stato più dannoso che inutile». L’inasprimento fiscale, aggiunge Evans-Pritchard, ha spinto in zona-pericolo il debito pubblico italiano, che era in equilibrio stabile. Il Fmi conferma: il nostro debito sta crescendo molto più velocemente di prima, saltando dal 120% dello scorso anno al 126% di quest’anno per salire al 128% nel 2013. E l’economia? Ha subito una contrazione per cinque trimestri consecutivi: secondo Citigroup, l’economia italiana non si riprenderà fino al 2017. «Sarebbe straordinario se gli elettori italiani tollerassero questa débacle per lungo tempo», dice Evans-Pritcahrd, anche se Bersani – come pare probabile – vincerà le elezioni con un centrosinistra pro-euro.

Gli ultimi sondaggi rivelano che ormai solo il 30% della popolazione pensa ancora che l’euro sia “una cosa buona”. «Il coro in favore dell’uscita dell’Eurozona è stato silenziato dopo la promessa di salvezza di Draghi». E ora, cinque mesi dopo, «è chiaro che la crisi è più profonda è ancora purulenta». Berlusconi «gioca maliziosamente con il tema»: un giorno accenna alla sua “pazza idea” di autorizzare Bankitalia a stampare euro con aria di sfida, aggiungendo che «non è una bestemmia dire di lasciare l’euro». Poi, gli affondi più recenti: l’Italia «sull’orlo del baratro», la «spirale senza fine» della recessione. In un anno, un vero e proprio crollo: milioni di disoccupati, debito alle stelle, imprese che chiudono, industrie ko come quella dell’auto. «Non possiamo continuare ad andare avanti in questo modo», dice il bellicoso Berlusconielettorale, prima dell’ennesimo folle dietrofront pro-Monti. Impossibile continuare così? «Infatti: non si può», conferma Evans-Pritchard. Che invita l’Italia a svegliarsi, e scrollarsi di dosso il parassita che la sta dissanguando: l’euro e la setta finanziaria che l’ha imposto, azzoppando un paese dall’economia solida e dalla ricchezza ragguardevole.

Fonte: http://www.libreidee.org/2012/12/nessun ... ndo-leuro/

Source: nocensura.com: Nessuno come l#65533;...dagnerebbe, lasciando l’euro


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l’Italia è una nazione più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9.000 miliardi) di ricchezza privata


Direi di aspettare ancora un pò, che la Germania diventi più ricca dell'Italia e che la ricchezza privata si estingua. Almeno a nessuno verrà più in mente di uscire dall'euro per la buona pace di tutti.
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Ultima modifica di Wolframio il 06/01/2013, 21:39, modificato 1 volta in totale.

09/01/2013, 11:29

Dopo cannoni e Jet F35 ora compriamo i sommergibili tedeschi

PERCHE' TUTTE QUESTE ARMI? ci stiamo preparando ad una sanguinosa guerra?
DOPO AVER ACQUISTATO I NUOVI CANNONI SEMOVENTI ED I JET F35 L'AMMIRAGLIO MONTI COMPRA DUE SOMMERGIBILI DA 2 MILIARDI DI EURO DI FABBRICAZIONE TEDESCA. LA MERKEL RINGRAZIA...

Pensioni, ospedali e scuole sì. Cacciabombardieri, sommergibili e siluri no. Chissà perché in Italia da un po' di tempo a questa parte si può tagliare di tutto, senza esitare a mettere per strada centinaia di migliaia di esodati, per esempio, o fino al punto da indurre i direttori amministrativi degli ospedali a "suggerire" ai medici di prescrivere ai malati le cure meno care e non le più efficaci. Ma quando si arriva di fronte alle armi i governi come d'incanto smettono la faccia feroce e diventano accondiscendenti e rispettosi come indù al cospetto di vacche sacre e i quattrini gira e rigira riescono sempre a trovarli.

L'ultimo caso lo ha sollevato quasi per caso lunedì sera, durante Piazzapulita su La7, l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il quale ha ricordato che tra le spese militari pesanti dell'Italia in questo momento non ci sono solo i 900 milioni di euro per rifinanziare le missioni all'estero, a cominciare da quella in Afghanistan, o i discussi e sofisticatissimi F-35, i cacciabombardieri più costosi di tutta la storia dell'aeronautica militare. Ci sono anche due sommergibili di "ultima generazione" della classe U 212, detta anche classe Todaro.

Due battelli, come dicono in gergo, che costano quasi 1 miliardo di euro, che sommato all'altro miliardo già speso per altre 2 unità già entrate in esercizio e con base a Taranto, fanno 2 miliardi. Tanto per avere un ordine di grandezza, è una somma pari a circa la metà di quanto gli italiani hanno dovuto pagare di Imu sulla prima e in moltissimi casi unica casa di proprietà. E una tranche da 168 milioni è stata inserita nella legge di stabilità, varata sotto Natale.
Il programma degli U 212 va avanti da quasi vent'anni e quindi tutti i governi della Seconda Repubblica, di centrodestra, centrosinistra e tecnici, ci hanno messo lo zampino, compreso quelli in cui Tremonti era ministro e non escluso l'esecutivo di Mario Monti con l'ammiraglio Giampaolo Di Paola alla Difesa, che non hanno mosso ciglio di fronte alla conferma delle ingenti spese. Il primo sommergibile battezzato Salvatore Todaro fu consegnato alla Marina militare il 29 marzo 2006, il secondo un anno dopo, mentre nel 2009 è stato dato il via alla fase 2 del piano, cioè la costruzione di altri 2 sommergibili, frutto di una collaborazione italo-tedesca.

http://www.nocensura.com/2013/01/dopo-c ... .html#more

09/01/2013, 12:20

E' tutta una questione di politica (NATO) e di .."prestigio" (mi viene da ridere ...) [:246]

09/01/2013, 13:41

La gente dovrebbe capire che Il NWO non è solo nelle menti dei cosiddetti complottisti o nelle stanze segrete dei circoli massonici quali il Bilderberg o il Trilateral o il CFR... il NWO si aggira nelle strade, nei nostri portafogli, nel nostro modo di concepire la società e la vita stessa, togliendoci i diritti e i servizi base che eravamo abituati a considerare come certi...

[:(]

09/01/2013, 14:17

Intanto il ministro Cancellieri insiste sull'istallazione a Niscemi in Sicilia del M.U.O.S.!!!
A questa signora la obbligherei ad abitare lei e tutta la sua famiglia vicino a questa istallazione militare Americana,in modo che ci si svegli il cervello come un elettroshoc,con la speranza che dia valore alla vita e alla salute di milioni di persone che vi abitano. [:(!] [:(!]
Nel frattempo l'A.R.S ha rigettato l'ordinanza e ci si avvia ad un confronto a viso aperto tra il Ministro e il Parlamento Siciliano.
Ultima modifica di bleffort il 09/01/2013, 14:42, modificato 1 volta in totale.

09/01/2013, 17:29

Questo è più bello! [:o)]





Un bluff elettorale
E il segretario democratico certifica l'inciucio con Monti: "Dopo le elezioni apriremo ai centristi".

Un'intesa per stratassarci ancora
Il segretario conferma le parole di Letta: "Progressisti e moderati lavorino insieme". E Vendola ne esce con le ossa rotte.



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Mancava solo l'ufficilità. Ora è arrivata. Prima per bocca di Enrico Letta, vicesegretario del Pd. Poi per quella del leader, Pier Luigi Bersani. Letta ha spiegato: "Puntiamo a vincere le elezioni e dopo chiederemo al centro e ai montiani di sostenere il governo Bersani". Quindi il segretario democratico ha confermato l'apertura al Professore: "Assolutamente sì'. Dico da tre anni che intendo lavorare per un governo dei progressisti aperto a un dialogo con forze democratiche progressiste e moderate, che siano ostative a un revival berlusconiano, leghista e populista. E rimango fermo su questo". Bersani ha aggiunto che "bisogna evitare il rischio di mettere nell'angolo un'esigenza di cambiamento. Metto in guardia sul fatto che questo tipo di posizioni possono alla fine contro le volontà aprire un varco alla destra", ha avvertito.

L'inciucio - La sostanza? L'inciucio è servito. Inciucio servito. In salsa progressista. Dopo il voto il Pd farà un patto per governare con il Prof. L'intesa non è mai stato un mistero. I segnali sono sempre stati tanti. Uomini del Pd, come Pietro Ichino che scrivono l'agenda Monti per poi cambiare del tutto casacca, Bersani che non ha mai attaccato a muso duro in campagna elttorale il Prof, e la corsa del segretario alla galassia renziana per equilibrare verso il Prof una barca che pendeva (e pende) troppo verso Nichi Vendola. Ora, però, il governatore pugliese dall'inciucio annunciato da Letta e Bersani ne esce con le ossa rotte. Va all'aria tutto il programma portato avanti durante le primarie e quell'intesa rischia davvero di finire.

Patti chiari: "Senza Vendola" - Il Professore è stato chiaro: lui a patti con Vendola non scende: "Una parte della sinistra pone molta attenzione in teoria all’aspetto disuguaglianze ma spesso soffoca i meccanismi per la crescita, che sono basati su efficienza produttitvità e competitività". Anche Romano Prodi preferisce Monti in squadra col Pd ad un governo con Sel a fare da stampella: "Se nessuno prevale, è chiaro che si apre la strada ai compromessi. Dipenderà - spiega - dalla campagna elettorale, se sarà o no particolarmente sanguinosa". Quella di Bersani non lo è. Il tutto per coccolare Monti fino all'ultimo e succhiare comunque i voti di quella parte del Pd "rossa" che invece crede ancora nell'alleanza con Nichi. Il messaggio per Pierluigi è stato chiaro: liberati di Vendola e governerai a lungo. Pier esegue i compitini del Prof e senza giri di parole scassa l'alleanza con Sel. Monti non ha i numeri e comanda in casa altrui. Tutti gli hanno dato le chiavi. Bersani gli sta spalancando le porte. Ma attenzione: l'emorragia dei voti a sinistra può essere fatale. Antonio Ingroia è pronto a passare con la cesta. E Pier potrebbe restare con il cerino in mano.

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... -noi-.html

09/01/2013, 18:02

i soliti pateracchi all'italiana......ma bersani non aveva detto che senza una maggioranza certa si tornava a votare?........come solito parole al vento.......ma queste sono cose generalizzate un giorno si dice una cosa il giorno dopo il contrario [;)]

09/01/2013, 18:05

Ingroia in Sicilia farà il pieno,si stà rivelando "il nuovo".
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