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The Guardian ha scritto:

Siria, Usa: americani lascino il Paese

31 Marzo 2011 22:55 ESTERI

(ANSA) - NEW YORK - Il Dipartimento di Stato americano ha invitato oggi i cittadini americani a lasciare la Siria. Il ministero degli Esteri Usa riferendosi ai ''problemi politici e civili'' che attraversano il Paese, ''chiede ai cittadini americani di evitare di mettersi in viaggio'' verso la Siria e invita ''coloro che gia' si trovano in Siria ad adoperarsi per lasciare il Paese''.

Forse questo è il primo passo verso i bombardamenti?


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MessaggioInviato: 01/04/2011, 10:56 
Ma di chi .... Ma per piacere ...[:)] Ci fosse stata Hilary Clinton poteva anche essere ...[;)]



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The Guardian ha scritto:

Siria, Usa: americani lascino il Paese

31 Marzo 2011 22:55 ESTERI

(ANSA) - NEW YORK - Il Dipartimento di Stato americano ha invitato oggi i cittadini americani a lasciare la Siria. Il ministero degli Esteri Usa riferendosi ai ''problemi politici e civili'' che attraversano il Paese, ''chiede ai cittadini americani di evitare di mettersi in viaggio'' verso la Siria e invita ''coloro che gia' si trovano in Siria ad adoperarsi per lasciare il Paese''.


Tutto secondo copione....... Immagine





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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 01/04/2011, 11:33 
Ma perché, dovevano restare in mezzo a quel casino?



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MessaggioInviato: 01/04/2011, 12:13 
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Ufologo 555 ha scritto:

Ma perché, dovevano restare in mezzo a quel casino?



No, no.... devono andar via... ed anche in fretta.
Ora attaccheranno pure la Siria.... per poi poter innescare
il coinvolgimento della Cina.

Questo è ciò che dice Icke... anzi, che dice
il "Project for the New American Century"

Teorie? Forse............ se non fosse per questo [}:)]
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=8889



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MessaggioInviato: 01/04/2011, 12:43 
L'America contro ... il mondo! [:D]
TTE, ma perché fai così ... [^]



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MessaggioInviato: 01/04/2011, 12:50 
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Ufologo 555 ha scritto:

L'America contro ... il mondo! [:D]
TTE, ma perché fai così ... [^]


Io? Ma perchè fanno così LORO!!!! [:D]
Leggiti il "Project for the New American Century", e poi ne riparliamo!!

I governatori usa (e non gli americani come popolo, sia chiaro),
sono una massa di esaltati....... ma quando ti svegli ufò?

E' la storia che lo dice..... e non IO..... [:D]



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MessaggioInviato: 01/04/2011, 13:15 
ISLANDA: Una rivoluzione messa a tacere...



Gli islandesi si sono ribellati contro il proprio governo, chiedendo di non pagare il debito delle banche
Ciò che non appare nei media, non accade. Questa è la massima che si deve applicare allo strano caso dell'Islanda. Sì, l'Islanda. L’Islanda dovrebbe essere notizia, titolo principale dei giornali. Perché? Bene, perché in Islanda, la gente è scesa per le strade, pentola in mano, per mostrare la sua radicale opposizione al suo governo. E la mobilitazione dei cittadini non solo ha provocato due crisi di governo, ma ha imposto un processo costituzionale, la stesura di una nuova Costituzione per evitare il ripetersi di situazioni simili come quelle che si sono verificate nel corso di questa crisi globale. Quali sono queste situazioni?

Le tre principali banche islandesi si lanciarono, protette dal neoliberismo rampante, in una politica di acquisto di attivi e prodotti al di fuori dei loro confini. Come è successo con molte banche, quei prodotti sono risultati spazzatura, di quella che a Rodrigo Rato sembrava una stupenda scommessa finanziaria quando era direttore del FMI, che ha portato queste istituzioni alla bancarotta per i loro debiti in Olanda e Gran Bretagna. Il governo islandese ha provveduto a nazionalizzare le banche e ad assumersi i loro debiti. Questo ha significato che ogni cittadino dell’Islanda si ritrovasse con un debito di 12.000 euro. Come accade in tutto il mondo, la cattiva gestione degli enti privati, deve essere supportata dalle istituzioni pubbliche e, quindi, dalla cittadinanza nel suo insieme.

La differenza è che i cittadini islandesi, di fronte allo scandalo della situazione- scandalo che è paragonabile a quello che succede in tutti i paesi occidentali- si sono ribellati contro il loro governo. Così, sono scesi in strada, chiedendo di non pagare il debito degli altri. Altri che quando non hanno profitti non si ricordano dei cittadini e degli stati, ricorrono ansiosi ad essi quando si trovano in situazioni d’emergenza. Il governo, che ha insistito per pagare il debito, sotto la pressione fatta dal FMI e dei governi olandesi e britannici, si è visto costretto a convocare un referendum, nel quale il 93% della popolazione si è rifiutata di pagare il debito di altri. Questo ha causato una crisi politica di profonde dimensioni che ha condotto a due crisi di governo e alla creazione di una commissione di cittadini incaricati di scrivere una nuova Costituzione. Gli islandesi si sono stancati di essere presi in giro ed hanno deciso di prendere il loro destino nelle proprie mani.

Il caso è sorprendente. Ma forse più sorprendente è che questo processo, che si sta verificando in questi due ultimi anni, e che è in pieno fervore, con un’offensiva del Partito Conservatore per dichiarare illegale il processo costituente (che paura che hanno i conservatori della forza dei cittadini!!), che questo processo, insisto, non ha meritato neanche un solo commento sui mass media.

Quando i vulcani d’Islanda sono scoppiati mesi fa, le sue ceneri hanno coperto l’Europa ed hanno causato un enorme caos aereo. Probabilmente, il timore che le ceneri del vulcano politico islandese provocasse effetti sociali in Europa è una spiegazione plausibile per questo silenzio. L’effetto contagio, lo abbiamo visto nel Magreb, è una delle caratteristiche della società mediatica.

Gli islandesi ci mostrano un cammino diverso per uscire dalla crisi. Tanto semplice come dire basta e ricordare che la politica, e chi la esercita, devono essere al servizio della cittadinanza e non degli interessi di entità private la cui voracità, egoismo, mancanza d’etica (vedasi il caso dei recenti bond per 25 milioni di euro a direttivi del Cajamadrid) è all’origine di questa crisi. I

In Islanda è stato adottato l’ordine di fermo contro i dirigenti delle entità in questione. In Islanda, mettendo in un angolo i partiti impegnati a sottomettersi ai diktat dei mercati, la cittadinanza è diventata protagonista.
Gli islandesi l’hanno detto chiaro: che il debito lo paghi chi lo crea, che la crisi la paghi chi l’ha prodotta.

Juan Manuel Aragues è professore di Filosofia all' Università di Saragozza.Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA
http://www.vocidallastrada.com/2011/03/ ... acere.html

Di Juan Manuel Aragüés
Rebelión



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« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
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MessaggioInviato: 01/04/2011, 13:28 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

L'America contro ... il mondo! [:D]
TTE, ma perché fai così ... [^]


Io? Ma perchè fanno così LORO!!!! [:D]
Leggiti il "Project for the New American Century", e poi ne riparliamo!!

I governatori usa (e non gli americani come popolo, sia chiaro),
sono una massa di esaltati....... ma quando ti svegli ufò?

E' la storia che lo dice..... e non IO..... [:D]


Ma, scusa, ora non sono i francesi ad essere ... esaltati? (Da quando poi Obama ha dato l'assenzo a questa pseudo azione "umanitaria", anche il "popolo dell'arcobaleno" è in prima fila ad appoggiarli!)
Guarda che il mondo è pieno di esaltati!
Il fatto è che voi ce l'avete solo e sempre con l'America ... [^]
Questo, contesto.


Ultima modifica di Ufologo 555 il 01/04/2011, 13:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 10/04/2011, 15:37 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Guarda che il mondo è pieno di esaltati!

Il fatto è che voi ce l'avete solo e sempre con l'America ...[^]
Questo, contesto.



Certo... sono loro i maggiori responsabili delle varie questioni
disastrose che attanagliano il mondo. Se vuoi ti posso fare un elenco.



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MessaggioInviato: 10/04/2011, 15:37 
Lega Araba a onu: No-fly zone su Gaza
La richiesta al termine di una riunione dedicata alla crisi nella Striscia


10 aprile, 15:17

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 63121.html

IL CAIRO - La Lega Araba chiedera' alle Nazioni Unite di imporre un no fly zone su Gaza per gli aerei israeliani. Lo hanno reso noto fonti dell'organismo panarabo al termine di una riunione dedicata alla crisi nella Striscia di Gaza.

MO: PROVE DI TREGUA MA ATTACCHI PROSEGUONO - Israele e Hamas sono impegnati, con l'aiuto delle Nazioni Unite, nel tentativo di mettere fine alle ostilita' che negli ultimi giorni hanno sconvolto la vita a Gaza e nel Neghev israeliano e che nella Striscia hanno provocato la uccisione di almeno 18 palestinesi e il ferimento di decine. Ma sul terreno anche oggi, da Gaza, sono stati lanciati a piu' riprese razzi e colpi di mortaio, che non hanno provocato vittime. Da Gaza un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha affermato che le milizie palestinesi non sono interessate ad una escalation. ''Se Israele cessera' le aggressioni - ha affermato - in maniera naturale la calma tornera' ''. Da parte sua anche il ministro della difesa Ehud Barak ha assicurato che Israele non e' interessato ad estendere il conflitto e che se Hamas cessera' le ostilita', lo Stato ebraico fara' altrettanto. ''Ma se gli attacchi palestinesi contro civili o militari israeliani dovessero proseguire - ha avvertito il premier Benyamin Netanyahu - Israele colpira' Hamas in maniera ancora piu' dura''. Secondo Israele, la maggior parte dei palestinesi rimasti uccisi ''sono miliziani di Hamas o di altre organizzazioni terroristiche''. Nel pomeriggio la situazione a Gaza sara' discussa da Netanyahu con i ministri a lui piu' vicini. A Gaza anche Hamas ha convocato per oggi il proprio esecutivo. Secondo radio Gerusalemme, Hamas ha fatto sapere ad Israele di essere disposto a mettere fine agli attacchi in profondita' contro le citta' israeliane del Neghev, ma rivendica il diritto di continuare i lanci di mortai e di razzi a corta gittata e di proseguire le attivita' di guerriglia contro le pattuglie militari israeliane lungo le linee di demarcazione. In mattinata miliziani palestinesi hanno sparato a due riprese colpi di mortaio contro villaggi israeliani nel Neghev Occidentale (provocando seri danni alla rete elettrica locale) e hanno sparato alcuni razzi in direzione della citta' di Ashkelon. Un missile Grad e' stato intercettato con successo dal sistema di difesa denominato Cupola di ferro.



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Per ora gli USA se ne stanno a guardare, visto TTE? Però se dovessero "stuzzicare" Israele (come già promesso da "Hamas") non so se se ne starebbero fuori ...[8)]



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MessaggioInviato: 10/04/2011, 19:05 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Per ora gli USA se ne stanno a guardare, visto TTE? Però se dovessero "stuzzicare" Israele (come già promesso da "Hamas") non so se se ne starebbero fuori ...[8)]


Tu dici che se ne stanno a guardare?




LETTERA APERTA DEI MEDICI RUSSI IN LIBIA

AL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE RUSSA
24 marzo 2011, Tripoli, Libia


http://dadietroilsipario.blogspot.com/2 ... umani.html

Al Presidente della Federazione Russa D. Medvedev

Al Primo Ministro della Federazione Russa V. Putin

dai cittadini di Ucraina, Bielorussia e Russia che lavorano in Libia

Gentili Sig. ri Medvedev e Vladimir Putin,


Ci avete spiegato che i cittadini della ex Unione Sovietica erano destinati a divenire oggi cittadini di una comunità comprendente differenti stati slavi: Ucraina, Bielorussia, Russia. Nonostante questo, noi crediamo che sia la Russia, in quanto erede dell’URSS, la nostra sola protezione per gli interessi delle nostre nazioni e per la sicurezza dei nostri cittadini. E’ per questo che ci appelliamo a voi, in cerca di aiuto e di giustizia.

Oggi assistiamo ad una plateale aggressione degli USA e della NATO contro un paese sovrano, la Libia. E se qualcuno ancora ne dubita, noi affermiamo trattarsi di un fatto ovvio e ben noto, poiché tutto sta accadendo sotto i nostri occhi e le azioni degli USA e della NATO minacciano la vita non solo dei cittadini della Libia, ma anche di noi che ci troviamo sul suo territorio. Siamo indignati per i barbari bombardamenti della Libia perpetrati in questo momento dalla coalizione USA-NATO.

Il bombardamento di Tripoli e di altre città della Libia non ha per obiettivo soltanto i sistemi di difesa aerea e i velivoli dell’aviazione libica e non è rivolto soltanto contro l’esercito, ma ha preso di mira anche le infrastrutture civili e militari. Oggi, 24 marzo 2011, gli aerei degli USA e della NATO hanno bombardato per tutta la notte e tutta la mattina un quartiere di Tripoli, Tajhura (dove si trova fra l’altro il Centro di Ricerca Nucleare libico). Le difese aeree e i velivoli situati a Tajhura erano già stati distrutti nei primi 2 giorni di attacchi e in città rimanevano altre installazioni militari in attività, ma oggi l’obiettivo dei bombardamenti sono le baracche dell’esercito libico, intorno alle quali vi sono quartieri residenziali densamente popolati; lì vicino si trova anche il più grande centro di cardiologia del paese. I civili e i medici non avrebbero mai potuto immaginare che si sarebbe arrivati a distruggere normali quartieri residenziali, perciò nessuno dei residenti o dei pazienti dell’ospedale era stato evacuato.

Le bombe e i missili hanno colpito le abitazioni civili e sono caduti vicino all’ospedale. I vetri del centro cardiologico sono andati in frantumi e nell’edificio riservato alle partorienti con problemi cardiaci sono crollati un muro e parte del tetto. Ciò ha provocato dieci aborti, la morte dei neonati e il ricovero delle madri nel reparto di cura intensiva; i medici stanno lottando per salvare loro la vita. Noi e i nostri colleghi stiamo lavorando sette giorni alla settimana nella speranza di salvare qualcuno. E tutto questo è la diretta conseguenza del lancio di bombe e di missili contro edifici residenziali, che hanno provocato dozzine di morti e di feriti che il nostro personale cerca di operare e visitare. Un numero così enorme di morti e di feriti, come quello registrato oggi, non si era avuto durante l’intera durata delle insurrezioni in Libia. E questo lo chiamano “proteggere la popolazione civile”?

Con la piena responsabilità di testimoni e di persone partecipi di quanto sta accadendo, noi dichiariamo che gli Stati Uniti e i loro alleati stanno perpetrando un genocidio contro il popolo libico, come già avvenuto in Yugoslavia, Afghanistan e Iraq. I crimini contro l’umanità compiuti dalle forze della coalizione ricordano quelli commessi in Germania, dove pure i civili venivano fatti a pezzi allo scopo di suscitare orrore e di spezzare la resistenza del popolo (la Germania lo ricorda e per questo ha deciso di non partecipare a questo nuovo massacro). Oggi essi mirano, con metodi simili, a far sì che il popolo libico rinunci al proprio capo e al proprio legittimo governo e ceda senza fiatare la propria ricchezza nazionale alle forze della coalizione.

Comprendiamo bene che appellarsi alla “comunità internazionale” per salvare il popolo della Libia e tutti coloro che vivono in Libia sarebbe perfettamente inutile. La nostra sola speranza è la Russia, che possiede diritto di veto all’ONU, e in particolare i suoi capi, il Presidente e il Primo Ministro.


Confidiamo ancora in voi, come in voi abbiamo confidato in passato, quando prendemmo la decisione di restare in Libia per aiutare il suo popolo, dedicandoci anima e corpo al dovere medico. Dopo il fallito colpo di stato alla fine di febbraio, la situazione in Libia si era calmata e il governo era riuscito a ripristinare l’ordine. Tutti in Libia sapevano che senza l’intervento americano, il paese sarebbe ben presto ritornato alla sua vita normale. Convinti che la Russia, col suo potere di veto, non avrebbe permesso l’aggressione degli Stati Uniti e dei suoi alleati, abbiamo deciso di restare in Libia, ma ci siamo sbagliati: la Russia, sfortunatamente, ha creduto alle false rassicurazioni degli americani e non si è opposta alla decisione criminale di Francia e Stati Uniti.

Noi siamo ucraini, russi e bielorussi, persone di diverse professioni (soprattutto medici) che lavorano in Libia da oltre un anno (da 2 a 20 anni). In tutto questo tempo abbiamo imparato a conoscere il modello di vita del popolo libico e dichiariamo che pochi cittadini, in altre nazioni del mondo, possiedono le comodità di cui possono godere i libici. Tutti hanno diritto a cure gratuite e i loro ospedali sono dotati del miglior equipaggiamento medico del mondo. In Libia l’istruzione è gratuita e le persone capaci hanno la possibilità di studiare all’estero a spese del governo. Ogni coppia che si sposa, riceve 60.000 dinari libici (circa 50.000 dollari USA) come assistenza economica. Lo stato concede prestiti senza interesse e spesso senza scadenza fissa. Grazie ai sussidi governativi, il prezzo delle automobili è molto più basso che in Europa e ogni famiglia può permettersi di acquistarle. Benzina e pane costano pochi centesimi, gli agricoltori non pagano tasse. Il popolo libico è tranquillo e pacifico, poco incline all’alcool e molto religioso.

Oggi questo popolo sta soffrendo. In febbraio, la vita pacifica di questa gente è stata violata da bande di criminali e da giovani pazzi e drogati, che i media occidentali hanno chiamato per qualche motivo “manifestanti pacifici”. Costoro hanno iniziato a usare armi e ad attaccare stazioni di polizia, sedi governative, reparti militari, provocando una carneficina. Coloro che li guidano, perseguono un obiettivo assai chiaro: creare il caos e impadronirsi del petrolio libico. Hanno raccontato menzogne alla comunità internazionale, dicendo che i libici stanno lottando contro il regime. Diteci, a chi non piacerebbe un “regime” del genere? Se avessimo avuto un simile “regime” in Ucraina o in Russia, non saremmo venuti qui a lavorare, ci saremmo goduti le comodità che potevano offrirci i nostri paesi e avremmo fatto ogni sforzo possibile per far sì che tale “regime” continuasse ad esistere.

Se gli USA e l’UE non hanno nulla da fare, che rivolgano la loro attenzione all’emergenza in Giappone, ai bombardamenti israeliani sulla Palestina, alla sfrontatezza e all’impunità dei pirati somali o alle condizioni degli immigrati arabi in Francia e lascino che siano gli stessi cittadini libici a risolvere i propri problemi interni. Oggi noi vediamo che vogliono trasformare la Libia in un nuovo Iraq. Perpetrare il genocidio di un intero popolo e di coloro che ad esso sono legati. Noi abbiamo prestato il GIURAMENTO MEDICO e non possiamo abbandonare i libici al loro destino, lasciandoli distruggere dalle forze della coalizione; inoltre, sappiamo che quando tutti gli stranieri se ne saranno andati e non sarà rimasto più nessuno a raccontare la verità (il piccolo staff delle missioni diplomatiche è stato ridotto al silenzio già da tempo), gli americani faranno qui una carneficina.

La nostra unica speranza di sopravvivere è una ferma presa di posizione della Russia presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Speriamo che Lei, Signor Presidente, e Lei, Signor Primo Ministro, in quanto cittadini russi e in quanto persone coscienziose, non permettiate ai fascisti americani ed europei del 21° secolo di distruggere questo popolo che ama la libertà e chi ha scelto di restare con lui.

Chiediamo perciò con urgenza che la Russia utilizzi il suo diritto di veto, un diritto conquistato con milioni di vite del popolo sovietico durante la II Guerra Mondiale, per fermare questa aggressione contro uno stato sovrano, per chiedere l’immediata cessazione dei bombardamenti degli USA e della NATO e per richiedere l’intervento delle truppe dell’Unione Africana nella zona di conflitto in Libia.

Nota: ai delegati del Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana, accettati tanto dal governo libico quanto dai capi dei ribelli per arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto, non è stato consentito l’ingresso in Libia dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Questo atto dovrebbe essere condannato da Russia e Cina, che dovrebbero studiare le risoluzioni dell’UA e sostenere le sue sagge decisioni.



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(Vabbèh, questa però è la soltita ... propaganda ... Pensassero alla Cecenia con i 500 mila morti ammazzati!) [8]



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E’ ufficiale: La "Primavera Araba" finanziata dagli USA

apr 21st, 2011

di Tony Cartalucci

http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... dagli-usa/

Bangkok, Thailandia 15 aprile 2011 – Mentre le bombe americane piovono sulla Libia, sul presupposto che Gheddafi stava brutalizzando i protestanti indigeni pro-democrazia, le dita che accusano Libia, Iran, Cina, Siria, Bielorussia, e un numero crescente di altre nazioni, puntano verso Washington per aver finanziato e pianificato un cambiamento di regime contro i loro rispettivi governi.
Sia per un atto di assoluta arroganza che per produrre prove emergenti che gli Stati Uniti hanno davvero finanziato e preparato il terreno per la "Primavera araba", per anni, il New York Times ha recentemente pubblicato "Gruppi degli Stati Uniti hanno contribuito ad alimentare le Rivolte arabe"
Gettando praticamente questi attivisti sotto il bus, il New York Times rivela che il Movimento Giovanile Egiziano 6 aprile, il Centro per i diritti umani del Bahrain, e l’attivista Entsar Qadhi dello Yemen tra gli altri, hanno ricevuto addestramento e finanziamento da parte dell’ International Republican Institute , il National Democratic Institute, e Freedom House allineata con i neo-conservatori.
Il New York Times continua a spiegare che queste organizzazioni sono state a loro volta finanziate dal National Endowment for Democracy , che riceve 100 milioni di dollari dal Congresso, mentre Freedom House riceve la maggior parte del suo denaro dal Dipartimento di Stato USA . Mentre il New York Times afferma "nessuno dubita che le rivolte arabe sono cresciute in casa," i leaders dei gruppi che ora hanno ammesso apertamente di aver finanziato e addestrato dagli Stati Uniti sono tutt’altro che "cresciuti in loco." L’esempio più importante è il Movimento egiziano 6 Aprile guidato da Mohamed ElBaradei dell’International Crisis Group . ElBaradei, seduto accanto a George Soros, Kenneth Adelman, Wesley Clark, e Zbigniew Brzezinski, all’interno di un think-tank americano di politica estera, genera una notevole quantità di "dubbi".
Ad ammettere il coinvolgimento è anche il Progetto per la Democrazia in Medio Oriente (POMED), presieduto da vari ex allievi del Council on Foreign Relations e dell’Istituto Brookings. Il POMED sostiene di aver aiutato i manifestanti a sviluppare competenze e una rete di comunicazioni. Tale formazione si è svolta ogni anno, sotto Movements.org, a partire dal 2008, dal quale il Movimento egiziano 6 aprile fra tanti altri, ha imparato le tecniche per sovvertire il loro governo. Movements.org, naturalmente, è sponsorizzato da un conglomerato di aziende e agenzie governative tra cui il Dipartimento di Stato americano, Google, MTV, la ditta di pubbliche relazioni Edelman, Facebook, CBS News, MSNBC, Pepsi e altri. Nonostante l’affermazione che tale ingerenza significa "promuovere la democrazia," guardando gli sponsor e gli interessi dei guerrafondai coinvolti in questa operazione, sembra che si tratti più di una promozione dell’egemonia militare ed economica globale.
Il New York Times include nell’articolo anche il ruolo delle ONG e della cosiddetta "società civile ", utilizzato per sostenere l’agitazione, come pure il dispiacere espresso dai leaders arabi che rimproverano gli Stati Uniti per l’ingerenza nei loro affari interni. Tali accuse stanno crescendo, ora che anche Cina, Iran, Siria, Bielorussia fanno affermazioni simili.
L’articolo del New York Times si conclude con la descrizione di rivelazioni che indicano che molti attivisti che erano venuti a conoscenza del coinvolgimento degli Stati Uniti nel finanziamento e nella direzione dei movimenti, sono stati privati del diritto di voto. Questi attivisti sono stati "cacciati". L’addestramento è stato condotto al di fuori dei paesi di destinazione, anche in Giordania, Marocco, Serbia e Stati Uniti. Quello che il New York Times omette sono le connessioni e il coinvolgimento delle corporazioni che hanno interessi particolari a manovrare le organizzazioni dei diritti umani, a sostegno di queste operazioni. Tali organizzazioni hanno ampiamente gettato le basi retoriche necessarie per giustificare la continua espansione della guerra in Libia.
Naturalmente, basta solo ricordare la finta ignoranza esibita dal Dipartimento di Stato americano, Hillary Clinton e Barack Obama, insieme alla litania di bugie fornite dai media mainstream, per vedere il complotto in malafede che è in corso. Questo perché tutti, dal Dipartimento di Stato americano ai media di proprietà delle corporazioni, sono stati coinvolti, per anni, preparandosi al compimento della "primavera araba". Con le aperte ammissioni fatte ora da un portavoce corporativo-finanziario globale, come il New York Times, dobbiamo prendere in considerazione le gravi conseguenze che potranno derivarne i seguito.

Ecco il circo dei media mainstream. La MSNBC finge ignoranza e confusione sui disordini nella cui costruzione erano coinvolti almeno dal 2008.

Sicuramente questa informazione solleverà una controrivoluzione. In Egitto,si è già visto il globocrate Mohamed ElBaradei sospettato di ingerenza, bersagliato con le pietre e la sua agenda deragliata. Molti attivisti hanno veramente creduto nella loro causa e rischiato la vita per l’idea per la quale stavano combattendo, non solo contro le loro dittature corrotte ma anche contro l’Occidente che le aveva sostenute per anni. Tale percezione è stata esasperata durante le prime fasi delle rivolte quando l’Occidente sosteneva generosamente i regimi in difficoltà , al fine di massimizzare la privazione dei diritti civili del popolo. Oltre ad osservare le operazioni in corso per impadronirsi della Libia con la forza, e vedere rivolte simili appoggiate dagli Stati Uniti in Siria, Yemen, Iran, e perfino in Thailandia e Cina, sarà davvero interessante vedere come gli stati-nazione adatteranno la loro risposta a quella che è ora, chiaramente, una sovversione finanziata dall’estero. In che modo questa realizzazione si manifesterà non è certo. Tuttavia, sarebbe saggio per gli attivisti, esperti, politici e cittadini realmente interessati alla verità, riflettere molto attentamente prima di fare la loro prossima mossa. Come George Bush una volta ha tentato di dire, "se mi inganni una volta, la vergogna ricade su di te, se mi inganni due volte, la vergogna ricade su di me"

In ultima analisi, e subito dopo aver esaminato gli architetti dietro questo stratagemma globale di destabilizzazione ingannevole, dobbiamo guardare oltre i fantocci politici e i bugiardi in malafede che pretendono di darci "le notizie". Dobbiamo vedere l’ impero corporativo-finanziario globale come l’origine del problema e la sua rimozione e sostituzione come la soluzione.


Link
http://ilupidieinstein.blogspot.com/201 ... dagli.html

Vedi anche i video sulle mutilazioni e le atrocità compiute dai c.d. ribelli:
http://uruknet.de/?p=m76906



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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