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MessaggioInviato: 02/06/2011, 20:29 
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Blissenobiarella ha scritto:

Ma vi rendete conto che quello di cui si lamenta B è di essersi dovuto confrontare con un'opposizione? Da che esiste il Parlamento il governo di maggioranza ha sempre avuto di fronte l'opposizione.
Per chiarire il concetto cito wikipedia:

"In politica, l'opposizione è la condizione di chi, in un sistema decisionale, non è d'accordo con le tesi della maggioranza dei decisori.
Il termine viene usato in ambito politico per indicare le forze politiche che non esercitano il potere esecutivo, ma alle decisioni di questo generalmente si oppongono. Nell'ambito delle organizzazioni non prettamente politiche, l'opposizione indica l'insieme di chi esprime una opinione condivisa solo da una parte minoritaria."
http://it.wikipedia.org/wiki/Opposizione


già...nella sua concezione malata di paese e di governo di un paese, non è prevista una controparte che non sia più che accondiscendente, adulatoria e parassita.
Chi non la pensa come lui è un senza cervello o un ********...

...nulla che non si possa curare con i giusti farmaci eh...la psichiatria ha fatto passi da gigante nel secolo scorso...[:o)]



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MessaggioInviato: 02/06/2011, 20:29 
Vediamo se riesco ad azzeccare una previsione. [:D]

Il prossimo candidato premier del PDL (sempre che quest' ultimo sia interessato a mantenere l' alleanza con la Lega), sarà Maroni.
Spero comunque che il nano vada fuori dalle balle. [:D]



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MessaggioInviato: 02/06/2011, 20:30 
Art. 5


Sospensione dell'efficacia di disposizioni del decreto legislativo n.
31 del 2010

1. Allo scopo di acquisire ulteriori evidenze scientifiche sui
parametri di sicurezza, anche in ambito comunitario, in relazione
alla localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio
nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare,
per un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto
resta sospesa l'efficacia delle disposizioni degli articoli da 3 a
24, 30, comma 2, 31 e 32 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n.
31.
2. In deroga a quanto disposto dal comma 1, la sospensione
dell'efficacia non si applica alle disposizioni individuate nel
medesimo comma nelle parti in cui si riferiscono alla localizzazione,
costruzione ed esercizio del Parco tecnologico e del deposito
nazionale.

Per un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto
resta sospesa l'efficacia delle disposizioni degli articoli da 3 a
24, 30, comma 2, 31 e 32 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n.
31.
Quindi nel 2012 o nel 2013 questo risalta fuori.....sicuramente

La sospensione
dell'efficacia non si applica alle disposizioni individuate nel
medesimo comma nelle parti in cui si riferiscono alla localizzazione,
costruzione ed esercizio del Parco tecnologico e del deposito
nazionale.

Quindi rimane tutto come'e' se, ad esempio, in ambito comunitario, dicono che e' tutto ok......e hanno anche il placet dell'Aiea o Iaeia che dir si voglia....

Ma forse la questione si o no non c'entra nulla....

la domanda che si deve fare e' un 'altra.....

La vostra regione vuole le centrali nucleari? si o no
ai nostri figli diamo le centrali nucleari? si o no
fatevele queste domande e trovate una risposta sincera come probabilmente sta ragionando un giapponese padre di famiglia con due figli a Tokio perche' puo' succedere ovunque ricordiamocelo......



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MessaggioInviato: 02/06/2011, 20:36 
VAVAVUVAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ...

Incubo Mediaset: dopo la batosta elettorale B. teme la sentenza sul Lodo Mondadori


Nell'ultimo mese la raccolta pubblicitaria è diminuita e la quotazione in Borsa è calata del 20 per cento. E ora sulle decisioni degli investitori pesa il risultato delle amministrative. In attesa che i giudici stabiliscano il risarcimento che il gruppo dovrà dare a De Benedetti
Come si dice in questi casi, Fedele Confalonieri se l’è chiamata. Il 20 aprile scorso, davanti ai soci riuniti in assemblea, il presidente di Mediaset si era lamentato che “analisti e giornali finanziari, ignorando i brillanti risultati del nostro gruppo, esprimono giudizi troppo prudenti sulla nostra azienda”. Non l’avesse mai detto, da quel giorno i titoli del gruppo televisivo controllato da Silvio Berlusconi hanno infilato un ribasso dietro l’altro in Borsa. Nel giro di un mese o poco più la quotazione si è sgonfiata del 20 per cento circa. E ieri, al termine dell’ennesima giornata negativa, il titolo di nuovo in calo di oltre l’1 per cento ha toccato il minimo dall’autunno 2008, ai tempi della tempesta per il crac della finanza globale.

Che cosa succede? Come si spiega il crollo? Ovviamente gli analisti internazionali non ce l’hanno con Mediaset per partito preso, come sembra adombrare Confalonieri. Semplicemente i grandi investitori internazionali ritengono che la macchina da soldi delle tv berlusconiane, dopo i risultati deludenti del primo trimestre dell’anno, sia destinata a rallentare ancora il passo nei prossimi mesi.

Queste previsioni negative, soprattutto sul fronte pubblicitario, non bastano però da sole a spiegare i ribassi di queste settimane. Dietro il calo del titolo Mediaset c’è di più, e di peggio. C’è quell’insieme di circostanze che gli analisti della società britannica Bernstein research riassumono sotto il titolo “L’autunno del patriarca”, dove il patriarca il questione altri non è che Berlusconi, sempre più in difficoltà a mantenere la presa sul potere dopo la batosta delle elezioni amministrative. Il ragionamento condiviso dalla maggioranza degli analisti anche e pochi dalle nostre parti lo mettono per iscritto nei report, è che il progressivo indebolimento politico del premier finirà per penalizzare anche le sue aziende.

I pessimisti si spingono ad immaginare nuove leggi anti Mediaset sfornate da un centrosinistra che tornerebbe al potere a Roma nel giro di pochi mesi. Per esempio un tetto alla raccolta pubblicitaria. L’ipotesi del cavaliere che lascia palazzo Chigi già nell’autunno prossimo appare in verità al momento piuttosto improbabile. Più realistico sembra invece lo scenario in cui la debolezza politica del capo della Fininvest si traduce in un rallentamento del business. Come dire che molti grandi inserzionisti potrebbero sentirsi meno motivati a comprare spot sulle tv Mediaset se l’azionista di controllo dovesse abbandonare la poltrona di capo del Governo.

Solo ipotesi al momento, ma i grandi investitori normalmente preferiscono alleggerire le posizioni su un titolo quando all’orizzonte si profilano troppi dubbi e incertezze. E per Mediaset, e più in generale per l’impero berlusconiano, le incognite per il futuro prossimo non mancano davvero.

La pubblicità, innanzitutto. Dopo la ripresa di aprile, la raccolta è tornata a calare in maggio, anche se i vertici del gruppo si dichiarano ottimisti per giugno e anche per l’intero secondo trimestre. In Spagna però la controllata Telecinco, sei mesi fa ha preso il controllo della concorrente Cuatro, fatica ancora a riprendersi dopo le batoste del 2008-2009. Un’altra incognita riguarda l’acquisizione di Dmt, la società che possiede oltre 1.500 torri di trasmissione telefonica e televisiva. L’operazione annunciata a fine marzo è ancora in attesa del via libera della Consob. Mediaset vorrebbe evitare di lanciare un ‘Offerta pubblica d’acquisto in Borsa, risparmiando così svariate decine di milioni. Serve però l’ok della Commissione, che al momento appare tutt’altro che certo. Senza contare che di recente anche il gruppo Telecom ha minacciato un ricorso all’Antitrust contro un affare che darebbe a Berlusconi una posizione di predominio in un settore strategico come quello della torri di trasmissione. Niente paura, rispondono da Mediaset, il 2011 si concluderà con utili in aumento rispetto all’anno scorso. Gli analisti però non si fidano. Tant’è vero che la grande maggioranza delle banche d’investimento ha ritoccato al ribasso le proprie previsioni sui risultati del gruppo. Ma non è solo questione di tv. A innervosire i mercati c’è anche la sentenza di secondo grado in arrivo sul lodo Mondadori.

Da mesi Berlusconi va dicendo che in appello è sicuro di far valere le proprie buone ragioni contro Carlo De Benedetti. I pronostici sono tutti per una revisione al ribasso dei 750 milioni di risarcimento a carico della Fininvest. Forse 500 milioni, forse anche meno, sulla base di una perizia ordinata dalla Corte d’Appello che fissa tra i 440 e i 490 milioni il danno subito dalla Cir di De Benedetti. Si vedrà.

Di certo però il verdetto in arrivo, forse già entro fine giugno, ha messo in fibrillazione anche i mercati finanziari. Nei giorni scorsi ha cominciato a circolare anche l’ipotesi che per saldare il conto Berlusconi potrebbe decidere di mettere in vendita proprio Mondadori. Ipotesi che in verità pare un po’ campata per aria. Sia perchè il gruppo editoriale al momento viaggia in Borsa ai minimi, sia perché Fininvest dispone della liquidità sufficiente per far fronte al pagamento senza subire tracolli. Gli operatori finanziari però vedono nero. Da una parte le difficoltà in politica. Poi il business della tv che rallenta. Infine il macigno del risarcimento Mondadori. E così è bastato che lunedì scorso Berlusconi incontrasse a Roma quattro dei suoi cinque figli (mancava solo Eleonora) perché qualcuno immaginasse una sorta di vertice d’emergenza per convincere il Cavaliere a fare un passo indietro in politica con l’obbiettivo di salvaguardare i business di famiglia. I diretti interessati hanno prontamente smentito. Anche queste indiscrezioni sono finite però nel gran calderone delle voci. E il ribasso continua.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06 ... et/115420/

[}:)]


Ultima modifica di eSQueL il 02/06/2011, 20:37, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/06/2011, 21:45 
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rmnd ha scritto:

Cita:
?

Il quesito referendario non fa distinzione tra nucleare 'pulito' e nucleare 'sporco'...


Tu credi che gli Italiani sono tutti ignoranti e non capiscono la differenza?.[:D]


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bleffort ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

Cita:
?

Il quesito referendario non fa distinzione tra nucleare 'pulito' e nucleare 'sporco'...


Tu credi che gli Italiani sono tutti ignoranti e non capiscono la differenza?. [:D]


Ma esiste un nucleare pulito? [}:)]



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MessaggioInviato: 03/06/2011, 00:01 
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eSQueL ha scritto:

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bleffort ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

[quote]?

Il quesito referendario non fa distinzione tra nucleare 'pulito' e nucleare 'sporco'...


Tu credi che gli Italiani sono tutti ignoranti e non capiscono la differenza?. [:D]


Ma esiste un nucleare pulito? [}:)]

Proprio "candido" no,però la distinsione tra Nucleare pulito e Nucleare sporco,tu lo sai meglio di me credo!.,stà che nel primo "Fissione Nucleare",vi è la produzione di scorie radioattive impossibile da smaltire,il secondo oltre a non produrre scorie dovrebbe essere (a meno che io sappia),disattivabile in qualsiasi momento,che sarebbe la Fusione,la quale è ancora in fase di sperimentazione.


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MessaggioInviato: 04/06/2011, 21:30 
LOOOOOOOOOOOOOOOOOL [:o)] (m'era scappata)

Il bunga bunga? “Ora si fa a Villa Gernetto”

Le indagini sui finti contratti di affitto di yacht incrociano l'inchiesta più famosa dell'anno: il Ruby-gate. Così gli inquirenti scoprono che i festini di Berlusconi sono proseguiti come se niente fosse in un'altra residenza del premier
I festini bunga bunga nella sede dell’Università delle Libertà. Gli inquirenti milanesi e genovesi saranno saltati sulla sedia leggendo le intercettazioni delle telefonate degli amici di Silvio Berlusconi: il Cavaliere da ottobre scorso è sulla graticola per il Ruby-gate, ma, stando a quanto racconta chi lo conosce molto bene, le sue feste sarebbero continuate come se niente fosse (almeno fino ad aprile). Con una precauzione: meglio evitare Arcore, assediata dai cronisti, meglio trasferirsi a Villa Gernetto, a Monza. Una delle tante residenze di proprietà del premier disseminate per la Brianza e la Lombardia, quello splendido edificio dove Berlusconi intende collocare l’Università delle Libertà e dove ha ospitato il primo ministro croato Jadranka Kosor.

Gli inquirenti genovesi probabilmente non immaginavano di incrociare sul proprio cammino l’inchiesta più clamorosa dell’anno. Avevano già tra le mani una questione delicata e spinosa: l’inchiesta sui presunti reati fiscali commessi attraverso finti contratti di affitto di yacht. Tra questi c’è anche l’ormai famoso Force Blue, un colosso di sessanta metri ufficialmente intestato a una società che lo affitta a 34 mila euro al giorno. Secondo i pm, però, in realtà era utilizzato soltanto da Flavio Briatore.

Così nelle intercettazioni finiscono decine di vip. Ma nelle conversazioni non si parla soltanto dello yacht, anzi, spesso e volentieri Briatore e i suoi amici discutono di lui, del presidente del Consiglio (del resto lo conoscono bene, sono stati anche suoi ospiti ad Arcore). E in termini non sempre affettuosi. Qualcuno, a quanto si apprende, sosterrebbe che si tratti di una persona che ha dei problemi, proprio come aveva detto Veronica Lario nella sua lettera di due anni fa: “Ho cercato di aiutarlo come si farebbe con una persona che non sta bene”.

Gli inquirenti raccolgono centinaia di conversazioni, poi le girano ai loro colleghi milanesi. Una cosa va detta subito: dalle conversazioni non emergerebbero nuovi reati, né a carico di Berlusconi, né dei suoi amici. Ci sono, però, elementi che potrebbero confermare il quadro accusatorio disegnato dai magistrati milanesi.
Elementi importanti perché a parlare al telefono con Flavio Briatore non sono persone qualunque, ma alcune tra quelle più vicine al premier: da Daniela Santanchè a Emilio Fede. Persone note e potenti, normale, quindi, che le loro conversazioni tocchino temi molto delicati per la vita del Paese. Ma dai dialoghi emerge più di una sorpresa. Ecco allora che gli amici del Cavaliere discutono di Lele Mora che sarebbe in difficoltà perché, nonostante lo scandalo e le indagini, gli continuerebbero ad arrivare richieste di organizzare serate divertenti nelle residenze del premier.

Chissà se la compagnia immagina di essere intercettata. Comunque dalle conversazioni emergono le professioni di innocenza di persone come Emilio Fede. Il direttore del Tg4 è accusato di aver portato ragazze ad Arcore, ma al telefono con gli amici nega ogni responsabilità. Lasciando intendere, pare, che a organizzare tutto fosse qualcun altro. Un atteggiamento che potrebbe creare qualche preoccupazione a Lele Mora.
Sono chiacchierate sul filo del pettegolezzo, ma qui a parlare sono persone che hanno conoscenza diretta dei protagonisti della scena politica e mondana italiana. Che li frequentano e sanno molto di loro. Così non poco interesse – anche se finora non sarebbe emerso nulla di penalmente rilevante – hanno suscitato le conversazioni sull’avvicendamento ai vertici Rai. Briatore e i suoi amici parevano molto ben informati del siluramento di Mauro Masi. Così come sembravano soddisfatti dell’arrivo di Lorenza Lei che era ritenuta vicina a Daniela Santanchè.

Insomma, alla politica e alla mondanità delle terrazze romane si sostituisce quella dei ponti di comando degli yacht. Si discute di tutto, dalla Rai alle Generali. E alla fine tante previsioni, tante chiacchiere si rivelano assolutamente vere.

di Gianni Barbacetto e Ferruccio Sansa

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06 ... de/115664/


Ultima modifica di eSQueL il 04/06/2011, 21:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 05/06/2011, 12:35 
Berlusconi si sfoga con Lombardo
“Mi stanno preparando il funerale”
“Come stai?”, gli chiede il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. “Come quello a cui stanno preparando il funerale”, risponde Silvio Berlusconi: “La vita tumultuosa, i miei figli, gli 820 milioni del Lodo Mondadori, una rapina, una vergogna, al massimo 250 milioni, non posso pagare tanto”.

E’ quasi uno sfogo quello che il presidente del Consiglio consegna al governatore in un incontro a Palazzo Grazioli, due giorni fa. A riferirne i contenuti è lo stesso Lombardo in un’intervista al quotidiano La Sicilia, sottolineando anche di “non sapere se dice una cosa e ne pensa un’altra”. E ancora: “Ho detto ai miei – avrebbe affermato Berlusconi secondo quanto rivela Lombardo – di fare l’impossibile per recuperare Casini e te. Io ho sempre parlato bene di te. Ho detto ai miei di trattarti bene; anche tu sei un perseguitato dalla magistratura, mi puoi capire. Anche quella storia… ti giuro che non ho toccato nessuno, ero convinto che quella era la nipote di Mubarak“.

Il presidente della Regione aggiunge di avere notato che “i suoi amici da qualche tempo a questa parte sono stranamente disponibili e lo sono di più dopo questa botta che hanno avuto ai ballottaggi”. “Se Angelino Alfano impone una linea di moderazione per il recupero di alcune frange – ipotizza Lombardo – le cose si possono aggiustare, altrimenti il Pdl va a sbattere perché Berlusconi si è lasciato prendere la mano da troppi falchi. A esempio – conclude il leader del Mpa – era il caso di imporre Cosentino come coordinatore regionale in Campania?”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06 ... le/116100/

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Il numero dell’”Espresso” che è in edicola attribuisce al Presidente della Repubblica Napolitano queste frasi:

<<Quell’uomo non mollerà ed è capace di tutto. Temo che nelle prossime settimane possa perfino succedere qualcosa di brutto…>>

Ed, a proposito della sceneggiata di Berlusconi che ferma Obama per dirgli che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra:

<< Non sia superficiale: quell’orrenda figuraccia in favore di telecamera non si spiega, in effetti. A meno che quella scena non serva a dire al Presidente degli Stati Uniti e al mondo intero: guardate, in Italia siamo in una condizione di anomalia democratica, non vi stupite se tra un mese succederà qualcosa di serio. Uno scossone, un botto…>>
Si sta evocando l’ombra di un colpo di Stato: mi pare che non ci sia tanto da girare attorno.
Frasi così esplicite e pesanti dette dal Capo dello Stato non è cosa che si possa prendere così sotto gamba, anche perchè Napolitano non è persona facile alle imprudenze.
Ovviamente, è possibile che il Presidente quelle frasi non le abbia mai dette o le sue parole possano essere state forzate o fraintese. In questo caso la smentita o la rettifica dovrebbe arrivare ad ore, anche perchè si tratta di virgolettati.
Fonte:http://www.aldogiannuli.it/2011/06/ma-davvero-berlusconi-sta-preparando-un-colpo-di-stato/



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ci salveranno i berlusconiani(ex democristiani e dintorni),che prob.quando gli leveranno la seggiolina da sotto al cu..mostreranno l'altro aspetto della compassata superirità che solitamente ostentano quando si parla di problematiche di sopravvivenza e cioè la loro(prima di essersi messi il cu..al caldo)proverbiale ferocia da pirati d'assalto


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MessaggioInviato: 09/06/2011, 07:41 
un colpo di stato....sarebbe l'unica soluzione per il mafioso,daltronde...mafiosi in casa....baciamano a questi qui...
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... -le-prove/
io non mi stupirei se gente in divisa entrasse un bel giorno al quirinale senza essere attesi...


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MessaggioInviato: 09/06/2011, 16:50 
Cita:
Angeldark ha scritto:

Il numero dell’”Espresso” che è in edicola attribuisce al Presidente della Repubblica Napolitano queste frasi:

<<Quell’uomo non mollerà ed è capace di tutto. Temo che nelle prossime settimane possa perfino succedere qualcosa di brutto…>>

Ed, a proposito della sceneggiata di Berlusconi che ferma Obama per dirgli che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra:

<< Non sia superficiale: quell’orrenda figuraccia in favore di telecamera non si spiega, in effetti. A meno che quella scena non serva a dire al Presidente degli Stati Uniti e al mondo intero: guardate, in Italia siamo in una condizione di anomalia democratica, non vi stupite se tra un mese succederà qualcosa di serio. Uno scossone, un botto…>>
Si sta evocando l’ombra di un colpo di Stato: mi pare che non ci sia tanto da girare attorno.
Frasi così esplicite e pesanti dette dal Capo dello Stato non è cosa che si possa prendere così sotto gamba, anche perchè Napolitano non è persona facile alle imprudenze.
Ovviamente, è possibile che il Presidente quelle frasi non le abbia mai dette o le sue parole possano essere state forzate o fraintese. In questo caso la smentita o la rettifica dovrebbe arrivare ad ore, anche perchè si tratta di virgolettati.
Fonte:http://www.aldogiannuli.it/2011/06/ma-davvero-berlusconi-sta-preparando-un-colpo-di-stato/


Beh, sul Forum è stato detto più di una volta. Personalmente, non mi stupirebbe affatto.



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MessaggioInviato: 09/06/2011, 19:20 
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-09/leconomist-dedica-altra-copertina-145712.shtml

L'Economist dedica un'altra copertina a Berlusconi: «L'uomo che ha fregato un intero Paese»

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L'Economist in edicola venerdì torna a dedicare la copertina all'Italia e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, titolando: «L'uomo che ha fregato un intero Paese» (l'originale è "The man who screwed an entire country"). All'interno del settimanale uno speciale di 14 pagine dedicato al nostro paese e curato da John Prideaux, 32 anni, capo del sito online dell'Economist a Londra, dopo un'esperienza da corrispondente in India e Brasile.

Prideaux è stato in Italia per circa un mese parlando con diversi imprenditori, economisti e politici. «L'Italia è un paese dotato di aziende fantastiche - spiega durante la presentazione della sua inchiesta a Milano - ma a livello macro la situazione è molto deludente». La copertina dello speciale titola «Per un nuovo Risorgimento». La premessa, spiega il giornalista, è «un cambio di governo».
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L'Economist, nonostante l'enfasi in copertina, dedica a Berlusconi soltanto le ultime pagine dell'inchiesta, ma la bocciatura è profonda. Scrive: «Nel 2004 il suo progetto era semplice: sfuttare le sue capacità imprenditoriali per fare ripartire l'Italia, che si sarebbe ispirata al suo esempio», ma la «debole performance economica del Paese è una prova sufficiente del suo fallimento. A conti fatti, Berlusconi ha troppo beneficiato della politica e della burocrazia per considerarli un nemico». Le colpe non sono tutte del premier: «Se l'Italia è un paziente con qualche strana malattia, Berlusconi ne è il sintomo più che la causa».

Il settimanale inglese già nel 2001 aveva pubblicato una copertina con la foto del premier e la parola "unfit", cioé "inadatto" a governare il paese. Nel 2006 una nuova copertina e la scritta «Basta». «Quanto successo dopo ha confermato la nostra tesi», continua Prideaux.

Gran parte dell'analisi dell'Economist si concentra sul ritardo economico del Paese e sulle sue cause, focalizzandosi su scarsa produttività del lavoro, nanismo delle imprese, invecchiamento della popolazione, evasione fiscale, proprietà familiare, mercato finanziario asfittico, mancanza di competitività. «L'Italia è una vera giungla di piccoli privilegi, rendite e chiusure - scrive la rivista -. Ciascuno ha la sua lobby con cui lavora per rendere le riforme pressoché impossibili. Questo è particolarmente evidente nel settore dei servizi».

«Tra il 2000 e il 2010 la crescita media dell'Italia, misurata in Pil a prezzi costanti, è stata pari ad appena lo 0,25% su base annua. Di tutti i paesi del mondo, solo Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio». «L'Italia è diventato un paese a disagio nel nuovo mondo, timoroso della globalizzazione e dell'immigrazione», ha adottato una serie di poliche «che discriminano notevolmente i giovani a favore dei più anziani», ha una forte «avversione alla meritocrazia» e non ha «rinnovato le istituzioni».

L'Italia è tuttora la «seconda economia produttiva in Europa - spiega il giornalista -. Ed è vero che sta reagendo alla crisi meglio di Grecia, Portogallo e Irlanda. Ma una delle più grandi economie al mondo dovrebbe confrontarsi con la Francia e la Germania. La crescita era già molto bassa prima della crisi, dopo è andata ancora peggio».

Quali sono le riforme più urgenti per il Paese? «Bisogna favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: ci sono troppe corporazioni che favoriscono chi ne fa parte a scapito dei consumatori e di chi ne sta fuori - risponde Prideaux -. Poi vanno ridotti i tempi della giustizia, semplificato il fisco e riformata la formazione, soprattutto la scuola secondaria».

L'Italia, dopo Berlusconi, è diversa: «In generale le istituzioni hanno perso peso». Guardando avanti, al "nuovo Risorgimento" invocato dall'Economist, il Paese deve innanzitutto puntare sulla capacità imprenditoriale: «E' straordinario che in tutto il modo la gente preferisca i prodotti italiani». Inoltre «molti giovani stanno lasciando il paese perchè non ci sono opportunità, ma nel caso di una ripresa sarebbero felici di tornare - continua Prideaux - e la maggior parte delle riforme consistono in lievi modifiche della politica microeconomica, che non dovrebbero costare molto».

«Cambiare non è impossibile», insomma. Tuttavia, conclude lo speciale, «negli ultimi decenni il Paese è vissuto della rendita di un miracolo economico giunto al termine negli anni '70. Potrebbe andare avanti in questo modo più meno indefinitamente, impoverendosi e invecchiando sempre più, ma comunque restando a galla abbastanza agevolmente. Per il momento sembra che questa sia lo scenario più probabile. Ma il Paese ha un bisogno disperato di un nuovo risveglio, come quello che portò all'unificazione 150 anni fa».


Ultima modifica di Lawliet il 09/06/2011, 19:21, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/06/2011, 19:23 
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Lawliet ha scritto:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-09/leconomist-dedica-altra-copertina-145712.shtml

L'Economist dedica un'altra copertina a Berlusconi: «L'uomo che ha fregato un intero Paese»

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L'Economist in edicola venerdì torna a dedicare la copertina all'Italia e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, titolando: «L'uomo che ha fregato un intero Paese» (l'originale è "The man who screwed an entire country"). All'interno del settimanale uno speciale di 14 pagine dedicato al nostro paese e curato da John Prideaux, 32 anni, capo del sito online dell'Economist a Londra, dopo un'esperienza da corrispondente in India e Brasile.

Prideaux è stato in Italia per circa un mese parlando con diversi imprenditori, economisti e politici. «L'Italia è un paese dotato di aziende fantastiche - spiega durante la presentazione della sua inchiesta a Milano - ma a livello macro la situazione è molto deludente». La copertina dello speciale titola «Per un nuovo Risorgimento». La premessa, spiega il giornalista, è «un cambio di governo».
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L'Economist, nonostante l'enfasi in copertina, dedica a Berlusconi soltanto le ultime pagine dell'inchiesta, ma la bocciatura è profonda. Scrive: «Nel 2004 il suo progetto era semplice: sfuttare le sue capacità imprenditoriali per fare ripartire l'Italia, che si sarebbe ispirata al suo esempio», ma la «debole performance economica del Paese è una prova sufficiente del suo fallimento. A conti fatti, Berlusconi ha troppo beneficiato della politica e della burocrazia per considerarli un nemico». Le colpe non sono tutte del premier: «Se l'Italia è un paziente con qualche strana malattia, Berlusconi ne è il sintomo più che la causa».

Il settimanale inglese già nel 2001 aveva pubblicato una copertina con la foto del premier e la parola "unfit", cioé "inadatto" a governare il paese. Nel 2006 una nuova copertina e la scritta «Basta». «Quanto successo dopo ha confermato la nostra tesi», continua Prideaux.

Gran parte dell'analisi dell'Economist si concentra sul ritardo economico del Paese e sulle sue cause, focalizzandosi su scarsa produttività del lavoro, nanismo delle imprese, invecchiamento della popolazione, evasione fiscale, proprietà familiare, mercato finanziario asfittico, mancanza di competitività. «L'Italia è una vera giungla di piccoli privilegi, rendite e chiusure - scrive la rivista -. Ciascuno ha la sua lobby con cui lavora per rendere le riforme pressoché impossibili. Questo è particolarmente evidente nel settore dei servizi».

«Tra il 2000 e il 2010 la crescita media dell'Italia, misurata in Pil a prezzi costanti, è stata pari ad appena lo 0,25% su base annua. Di tutti i paesi del mondo, solo Haiti e Zimbabwe hanno fatto peggio». «L'Italia è diventato un paese a disagio nel nuovo mondo, timoroso della globalizzazione e dell'immigrazione», ha adottato una serie di poliche «che discriminano notevolmente i giovani a favore dei più anziani», ha una forte «avversione alla meritocrazia» e non ha «rinnovato le istituzioni».

L'Italia è tuttora la «seconda economia produttiva in Europa - spiega il giornalista -. Ed è vero che sta reagendo alla crisi meglio di Grecia, Portogallo e Irlanda. Ma una delle più grandi economie al mondo dovrebbe confrontarsi con la Francia e la Germania. La crescita era già molto bassa prima della crisi, dopo è andata ancora peggio».

Quali sono le riforme più urgenti per il Paese? «Bisogna favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro: ci sono troppe corporazioni che favoriscono chi ne fa parte a scapito dei consumatori e di chi ne sta fuori - risponde Prideaux -. Poi vanno ridotti i tempi della giustizia, semplificato il fisco e riformata la formazione, soprattutto la scuola secondaria».

L'Italia, dopo Berlusconi, è diversa: «In generale le istituzioni hanno perso peso». Guardando avanti, al "nuovo Risorgimento" invocato dall'Economist, il Paese deve innanzitutto puntare sulla capacità imprenditoriale: «E' straordinario che in tutto il modo la gente preferisca i prodotti italiani». Inoltre «molti giovani stanno lasciando il paese perchè non ci sono opportunità, ma nel caso di una ripresa sarebbero felici di tornare - continua Prideaux - e la maggior parte delle riforme consistono in lievi modifiche della politica microeconomica, che non dovrebbero costare molto».

«Cambiare non è impossibile», insomma. Tuttavia, conclude lo speciale, «negli ultimi decenni il Paese è vissuto della rendita di un miracolo economico giunto al termine negli anni '70. Potrebbe andare avanti in questo modo più meno indefinitamente, impoverendosi e invecchiando sempre più, ma comunque restando a galla abbastanza agevolmente. Per il momento sembra che questa sia lo scenario più probabile. Ma il Paese ha un bisogno disperato di un nuovo risveglio, come quello che portò all'unificazione 150 anni fa».

Mi hai anticipato di pochi minuti asd


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