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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

15/03/2018, 11:29

ArTisAll ha scritto:
Luigi Di Maio ha scritto:Poco dopo le ore 20 ho ricevuto una telefonata da Matteo Salvini.
Mi fa piacere raccontarvi cosa ci siamo detti perché voglio che tutto avvenga nella massima trasparenza.

Ho ricordato a Salvini che il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati.
Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l'attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati.
Questo ci permetterà di portare avanti, a partire dall'Ufficio di Presidenza, la nostra battaglia per l'abolizione dei vitalizi e tanto altro.

Così come Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, anche io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega.
Domani i nostri capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli si confronteranno anche con le altre forze politiche.
L’interlocuzione sulle presidenze delle Camere, come abbiamo già detto, è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo.

Ps: non è in programma nessun incontro

Fonte


riconoscimento reciproco..
bene così..

anche di maio sta a modo suo convergendo..


http://video.corriere.it/reddito-cittad ... f48ac89c0b

Reddito cittadinanza, Di Maio: «Non daremo soldi a persone per starsene sul divano»


la quadra si può trovare..

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

15/03/2018, 13:09

Se la controparte la smette di parlare per slogan e cominciano a parlare di cose concrete la quadra la si trova sicuro. Il movimento 5 stelle lo ha sempre detto, i problemi sono di Salvini che ha fatto determinate promesse ed ha sulla spalla la scimmia di silvio che lo dirige.

speriamo che nel caso trovino un accordo decidano di mettere tutto per iscritto e con penali perchè di Salvini non mi fido s è rimangiato a parola troppe volte.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

15/03/2018, 14:33

.. Di Maio invece ...............

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

15/03/2018, 19:56

[:246]

Qualcuno li fermi
Beppe Grillo rilancia: "Ci vuole il reddito di nascita". Il M5s? Peggio dei comunisti


Articolo 1 della Costituzione: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Beppe Grillo, leader del primo partito italiano, ieri: «Siamo davanti ad una nuova era. Il lavoro retribuito, e cioè legato alla produzione di qualcosa, non è più necessario una volta che si è raggiunta la capacità produttiva attuale». Dunque il salario è un’anticaglia ottocentesca: al cibo, ai vestiti e a tutto il resto si provvederà con «un reddito per diritto di nascita».

Leggi anche: Grillo, la rottura con Di Maio sul governo: retroscena bomba

Se ne ricavano un po’ di considerazioni. La prima è che la sinistra tutta lavoro e Costituzione (il fondatore e il direttore di Repubblica, la capa della Cgil Susanna Camusso, le madonne laiche tipo Barbara Spinelli, i giuristi e i magistrati progressisti che scrivono sul Fatto, Pietro Grasso e tutti gli altri) dovrebbe scappare a gambe levate da uno così, anziché sgomitare per portare il suo omettino a palazzo Chigi. Ma è chiaro che lo fanno non per amore del comico genovese e di quello irpino, bensì per fermare la marcia su Roma di Matteo Salvini, e quindi la coerenza ideologica è un accessorio al quale si può rinunciare.

Seconda considerazione, più importante: siamo davanti a una mutazione del pensiero di Grillo, che ancora una volta corre più veloce della sua creatura politica. L’assegno di cittadinanza è già roba vecchia, il nuovo imperativo è questo reddito di nascita, regalo della società post-lavoro in cui, anche se non lo sappiamo, viviamo già oggi. La differenza è che per avere il primo occorre fare qualcosa, per quanto poco. Iscriversi ai centri per l’impiego, frequentare corsi di formazione, accettare prima o poi uno dei lavori che ti vengono proposti: cose così. È una generosa misura contro la povertà, limitata, almeno in teoria, a chi ne ha bisogno.

W LA DISOCCUPAZIONE
Il reddito di nascita invece è un diritto, come quello di voto e la libertà di parola: basta esistere per averlo. E siccome il Movimento Cinque Stelle è un contenitore pressoché vuoto nel quale Grillo infila le proprie idee, la domanda non è se, ma quando questa novità apparirà nel programma della forza politica che si prepara a governare l’Italia.

Non è tutta farina del sacco di Grillo, ovviamente. Così come l’idea della decrescita felice l’aveva presa dall’economista francese Serge Latouche, questa l’ha scopiazzata, con doverosa citazione, dalla sociologa Dominique Méda, pure lei transalpina. «Le repubbliche e le società contemporanee si dichiarano fondate sul lavoro, presentando questo dato come naturale, certo e immutabile, sino a fare del diritto al lavoro il diritto per il cittadino di realizzare se stesso. Su questo mito dei tempi moderni si sono costruite ideologie e teorie, poi crollate di fronte alla crisi dell’occupazione. (…) Ma il problema non è e non è mai stato soltanto economico, tecnico o politico, né il lavoro è necessariamente il fondamento delle società», scrive costei nel libro Società senza lavoro, una sorta di elogio filosofico della disoccupazione.

Da qui Grillo decolla per atterrare nel paese di Bengodi. «Siamo condizionati dall’idea che “tutti devono guadagnarsi da vivere”, tutti devono essere impegnati in una sorta di fatica perché devono giustificare il loro diritto di esistere», scrive sul proprio blog. Ma «una società evoluta è quella che permette agli individui di svilupparsi in modo libero, generando al tempo stesso il proprio sviluppo. Per fare ciò si deve garantire a tutti lo stesso livello di partenza: un reddito, per diritto di nascita».

Soltanto così, conclude, «la società metterà al centro l’uomo e non il mercato». Bellissimo, ma chi paga per questa utopia? Da dove arriva quel denaro che ci spetta per diritto? Grillo non imbratta il suo mondo delle meraviglie con simili tecnicismi, ma la risposta è facile: provvederà lo Stato, che a sua volta incasserà soldi tassando le aziende, le quali se li riprenderanno vendendoci i loro prodotti.

I MAGNACCIONI
Una gigantesca partita di giro, resa più fluida dalla carta moneta che intanto un illuminato governo a Cinque Stelle provvederà a stampare. E questo facendo diventare tutti ricchi e felici. Senza che ci sia inflazione, senza preoccuparsi del debito pubblico, senza che le imprese scappino in Paesi dove la mungitura fiscale è meno cruenta.

Sembra neo-marxismo, ma è peggio. Karl Marx diceva «da ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo i propri bisogni» e una certa etica del lavoro nelle sue idee c’era, accanto alla mistica della fabbrica operaia. Quella di Grillo è la società dei magnaccioni, «a noi ce piace de magna’ e beve e nun ce piace de lavora’», elevata a trattato teorico oggi e a programma di governo forse già domani.

L’avesse tirata fuori prima delle elezioni, avrebbe preso ancora più voti.

http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... nisti.html

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 01:52

Gli incontri del MoVimento 5 Stelle con le altre forze politiche per le presidenze di Camera e Senato


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Guarda su facebook.com



di Giulia Grillo e Danilo Toninelli, capigruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera e al Senato
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Come annunciato ieri, oggi abbiamo incontrato gli esponenti delle forze politiche in Parlamento per un confronto sull'importante questione delle nuove Presidenze delle Camere, necessarie all'avvio della legislatura. Abbiamo fatto cinque incontri da questa mattina fino all’ora di pranzo e nella massima trasparenza vogliamo raccontarvi come sono andati.

A differenza di quanto avvenuto negli ultimi vent'anni, in cui le maggioranze parlamentari eleggevano quali Presidenti delle Camere esponenti delle forze che nelle loro intenzioni successivamente avrebbero fatto parte del governo, il nostro obiettivo è la garanzia dell'istituzione parlamentare, cosa che per noi si attua separando l'elezione dei Presidenti dalla formazione del Governo.

Prendiamo atto dell’apertura arrivata dalla Lega e di quella arrivata anche dal Pd. Abbiamo dialogato anche con le varie componenti del centrodestra che si è presentato in ordine sparso e non con unico interlocutore.

Con tutti abbiamo rivendicato, in qualità di prima forza politica con oltre il 32% dei voti e il 36% dei Deputati alla Camera, il diritto di scegliere il Presidente della Camera. Crediamo che la volontà popolare espressa il 4 marzo vada rispettata anche nella scelta dei presidenti delle Camere.

Riteniamo inoltre importante che anche alle altre forze politiche vengano garantite le cariche istituzionali per una loro adeguata rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza della Camera e nel Consiglio di Presidenza del Senato.

Abbiamo svolto le interlocuzioni rispettando i ruoli e le istituzioni come previsto dalle regole costituzionali.

Un piccolo passo rivoluzionario che ci consentirà di approvare già a breve le delibere sulla cancellazione dei vitalizi. Auspichiamo che anche le altre forze politiche siano pronte al cambiamento chiesto dai cittadini con il voto del 4 marzo.

Continueremo ad aggiornarvi sugli sviluppi.
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I parlamentari del MoVimento 5 Stelle non sono in vendita


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di Giulia Grillo M5S e Danilo Toninelli, capigruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera e al Senato
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Silvio Berlusconi è un uomo disperato. Sa, e lo ha ammesso, che se si dovesse tornare a votare questa volta il MoVimento 5 Stelle prenderebbe il 40% e questo lo terrorizza.
Per questo sta già cercando di fare campagna acquisti presso gli altri gruppi parlamentari. Infatti, avrebbe detto ai suoi di convincere quanti più deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle a passare con lui. All’ex premier diciamo subito una cosa: i nostri parlamentari non sono in vendita.

Sono stati eletti dai cittadini per fare, in Parlamento, gli interessi degli italiani e per rispettare gli impegni presi in campagna elettorale. All’ex premier vogliamo dire che istituiremo il vincolo di mandato, come promesso, per evitare proprio i cambi di casacca e i voltagabbana. E’ una delle priorità del nostro programma che noi rispetteremo. Queste dichiarazioni di Berlusconi dimostrano che il centrodestra non parla di programmi, di contenuti, a differenza del MoVimento 5 Stelle, ma litigano fra loro per decidere chi sia il leader. E Berlusconi, che vuole fare campagna acquisti, dimostra che non ha imparato la lezione.

E’ proprio di questi giorni, infatti, la notizia che la Corte dei conti ha aperto un’inchiesta sulla compravendita dei senatori che portò l’ex parlamentare Idv, De Gregorio, alla corte di Berlusconi, facendo così cadere il governo Prodi. L’organo di giustizia contabile, infatti, ha ipotizzato un danno d’immagine del Paese e, tradotto in denaro, un aumento dello spread valutabile attorno ai 6 milioni di euro. Denaro che il leader di Fi potrebbe dover pagare di tasca propria. Le cose sono cambiate. Il 4 marzo 11 milioni di italiani hanno partecipato, recandosi in massa ai seggi, ed hanno scelto il MoVimento 5 Stelle con un chiaro mandato: cambiare il Paese. Tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle rispetteranno questo mandato in Parlamento. Berlusconi se ne faccia una ragione.
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Ecco come la stampa italiana diffonde le fake news (e premia chi le produce)


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Ecco come la stampa italiana diffonde le fake news, premia chi le fabbrica e non le smentisce neppure davanti all'evidenza.

Fonte: Nextquotidiano
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La storia che era cominciata con Palazzo Chigi che denuncia la cyberpropaganda pro M5S è finita con una multa da 1.500 euro per un solo tweet. Un cinguettio pubblicato non da uno degli account del network pentastellato ma da Tommasa “Titti” Giovannoni Ottaviani, la moglie di Renato Brunetta. Il decreto penale di condanna, con pena sospesa, riguarda il tweet in cui la Giovannoni – che utilizzava lo pseudonomo di “Beatrice Di Maio” – pubblicava alcune foto del ministro Delrio assieme a Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti con la frase “Ho le foto di #Delrio coi mafiosi”.

La Stampa e la fake news sul network di cyberpropaganda M5S

La frase è contenuta nelle intercettazioni – eseguite nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata – di una conversazione tra Walter Pastena e Gianluca Gemelli dove il primo prometteva all’ex compagno della ministra Guidi di poter fornire materiale compromettente per fare un dossieraggio su Delrio. All’epoca l’identità di Beatrice Di Maio non era nota e Jacopo Iacoboni su La Stampa scrisse un articolo per spiegare che quell’account, assieme ad altri profili Twitter, faceva parte di una rete occulta di “ghost” e di fake che lavoravano tutti assieme con un unico obiettivo: attaccare Matteo Renzi e infangare l’operato del suo governo.

Nell’articolo pubblicato dalla Stampa dal titolo “Palazzo Chigi denuncia l’account della cyber propaganda pro M5S“ Iacoboni raccontava di essere in possesso di una non meglio precisata «analisi matematica sui dati della parte pubblica di twitter» effettuata tramite mai ben definiti strumenti di controllo che gli avrebbero consentito di ricostruire nel dettaglio i legami di un network che comprendeva – tra gli altri – anche il noto vignettista a 5 Stelle Marione (al secolo Mario Improta). Iacoboni inoltre scriveva che a denunciare per diffamazione gli autori dei tweet era stato “Palazzo Chigi” quando in realtà la denuncia era stata fatta da Luca Lotti, che all’epoca era sì sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ma che non ha denunciato per conto di Palazzo Chigi.

La cosa più sconcertante è che Iacoboni non ha mai fornito prove e dati in base ai quali è riuscito a ricostruire la mappa della rete della propaganda pro-M5S. Allo stesso tempo la stampa intervistava sull’argomento un esperto che – senza entrare minimamente nello specifico – confermava che anche in Italia esistevano “architetture organizzate sul Web”. Il lettore della Stampa si poteva quindi fare l’idea che quel network raccontato da Iacoboni esistesse davvero.

A rendere ancora più ridicola la faccenda contribuirono una serie di dichiarazioni e interrogazioni parlamentari presentate da esponenti del Partito Democratico. In particolare in quella del capogruppo in Commissione Affari Costituzionali Emanuele Fiano (PD) dove si chiedeva di sapere se “Esiste una struttura che lavora nel web con il compito di diffamare con notizie false il Pd e le istituzioni della Repubblica? Se vero, da chi è controllata e in che modo è organizzata?” e che mira “ad ottenere chiarimenti dopo una denuncia alla Procura di Firenze del sottosegretario Luca Lotti e da un’inchiesta giornalistica sul ruolo opaco che sarebbe svolto da un account legato al M5s gestito da una cosiddetta ‘star della galassia social’ che risponde al nome di Beatrice Di Maio“. Come si può evincere da quest’ultimo passaggio a presentare denuncia non è stato “Palazzo Chigi” ma il sottosegretario Lotti.

Su Twitter, Iacoboni invece insisteva a dire che la Procura di Firenze stava “indagando sull’account chiave” della Struttura della propaganda pro-M5S. Come raccontò Davide Vecchi sul Fatto Quotidiano non esisteva alcuna un’indagine “sull’account chiave” della propaganda pentastellata ma solo eventualmente un’indagine volta ad accertare la possibilità di dare corso alla querela di Lotti. Anzi ad essere precisi anche la denuncia di Lotti, nel momento in cui è stato pubblicato il pezzo di Iacoboni, non era ancora ancora stata trasmessa alla Procura di Firenze.

Il resto è storia: Franco Bechis su Libero pubblica un’intervista a Titti Brunetta dove la moglie dell’ex ministro rivela di essere lei Beatrice Di Maio. Nel frattempo, nonostante la “scoperta” di Iacoboni fosse stata subito fortemente ridimensionata (del resto ad oggi non è stata fornita alcuna prova o esempio di quei “modelli matematici”) La Stampa aveva insignito Jacopo Iacoboni del premio Igor Man. Riconoscimento che la direzione del quotidiano torinese assegna al giornalista che si più si è messo in evidenza.

A quel punto il quotidiano diretto da Maurizio Molinari (che curiosamente oggi non dà notizia della multa da 1.500 euro) pubblicava un trafiletto anonimo in cui sosteneva che la notizia è quella della querela per diffamazione, che nell’articolo era immersa all’interno di una serie di…curiose discussioni su “analisi matematiche” di cui non sono mai state pubblicate le prove e in cui si dicevano cose come: «L’account si muove dentro una struttura di propaganda. Al vertice ci sono i mediatori top. In basso, invece, semplici attivisti grillini o profili fake che rilanciano post e tweet». Strano, visto che nella motivazione del premio Igor Man rilasciata a Iacoboni si parlava della «cyberpropaganda M5S già finita nel mirino della procura». Oggi la storia si sgonfia definitivamente, nessun network, nessuna indagine sulla “rete”, solo una multa per un tweet. Con buona pace di Gianni Riotta, che sempre dalle colonne della Stampa (e s Twitter) guida la battaglia contro le fake news prodotte dalla Rete. Evidentemente quelle prodotte dal giornale per cui lavora non sono così rilevanti.
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Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 12:25

O "inciuci" o niente ... [:291] Occorrerebbe un ballottaggio.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 14:43

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[:246]

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 15:33

... Però a volte meglio babbioni che giovani inebetiti .......... [^] Dipende (a me non ... pende) [:246]

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 15:35

Nulla è peggio d un vecchio rincoglionito che non ha alcuna visione del futuro ma è incollato alle proprie rendite ed a una concezione del futuro influenzata dal passato. Meglio chi sbaglia in buona fede che chi sbaglia perchè ormai senza prospettive.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 19:09

.. e pensa che proprio quelli ti hanno garantito per 70 anni la libertà! [^]

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 19:21

[^] ... anche da questa parte ...


Fughe di notizie e coltellate La guerra sotterranea nel M5s

Nel Movimento 5 Stelle ci sono due anime inconciliabili. Lo scontro è tra i duri e puri di Fico e i "governisti": il retroscena


Nel Movimento cinque stelle ci sono due anime inconciliabili, «una che segue la pancia della base, l'altra che pensa solo ad arrivare al governo» e vuole «un movimento fatto da yes men».

È l'analisi dell'ex grillino più famoso (e odiato), Federico Pizzarotti, sindaco di Parma. A stravincere il 4 marzo è stata la prima, l'anima governativa, incarnata dal leader in giacca e cravatta Luigi Di Maio, l'uomo su cui la Casaleggio Associati ha puntato per la scalata alle istituzioni. «Ormai non è più il movimento che conoscevamo, ora è il partito di Luigi, gestito dalla piattaforma Rousseau» dice invece Nicola Biondo, ex capo della comunicazione dei 5 Stelle alla Camera. Il voto è stata una prova di forza anche interna per Di Maio, se si fosse fermato attorno al 28% come pronosticavano i sondaggi ancora pochi giorni prima delle urne sarebbe stata una mezza sconfitta, mentre il successo ottenuto consolida la sua leadership e azzera le (già deboli) voci in dissenso. Tanto che ormai si fa fatica anche a contarle sulle dita di una mano. Gli esperti di geografie grilline indicano in Nicola Morra, senatore riconfermato, nella Lombardi però ormai «esiliata» a fare l'opposizione in Regione Lazio, nel solito Roberto Fico che però non ha velleità di capocorrente, tantomeno adesso che Di Maio è vincente, e che il suo nome è in ballo per la presidenza della Camera.

Altri ex critici del protagonismo di «Giggino», come Laura Castelli e Giulia Grillo, sono passati alla fazione vincente e la ricompensa è stata di entrare nell'inner circle. Di Battista? Gioca una partita sua, da risorsa esterna, ma sempre in grado di rientrare in prima linea se il partito di Di Maio dovesse entrare in crisi. Il piacione romano è il contraltare dell'ingessato Luigi, e ripropone il dualismo tra Grillo e Casaleggio. Per ora vince lo schema Casaleggio-Di Maio, e non è un caso che Grillo si sia defilato.

La verità è che il candidato premier si è plasmato un gruppo parlamentare a sua immagine e somiglianza, scegliendo i candidati personalmente insieme a Davide Casaleggio. Due terzi dei parlamentari Cinque Stelle sono nuovi, e fanno tutti riferimento a lui. E al suo cerchio magico. Composto dai deputati Bonafede e Fraccaro, dal fidato Vincenzo Spadafora, poi Stefano Buffagni, ex consigliere regionale neoeletto alla Camera, e dai nuovi consiglieri i giornalisti Emilio Carelli e Gianluigi Paragone. Però l'altra anima, quella della pancia, al momento azzerata dal successo di Di Maio, è pronta a riemergere ai primi schricchiolii. E già le avvisaglie si vedono. Le spifferate sui falsi bonifici delle restituzioni dei parlamentari M5s, a pochi giorni dal voto, sono partite dagli ambienti interni che volevano azzoppare Giggino. E poi la spaccatura che si è aperta sull'apertura alle Olimpiadi invernali a Torino, dove governa la Appendino, dopo il gran rifiuto delle Olimpiadi a Roma. Un altro indizio del cambio di passo governativo del Movimento, che però cozza con la pancia della base. Uno dei leader storici dei grillini in Piemonte, Davide Bono, consigliere regionale M5s, si è fatto portavoce del malessere: «Io mi chiedo, ma con tutti i casini che abbiamo trovato a Torino e che vediamo in Regione e nello Stato, ma proprio in un'altra Olimpiade dobbiamo andare ad infilarci come un Pd qualunque? A me non sembra per nulla saggio» ha scritto su Facebook. Ora, dopo il boom, il M5s è un monolite, Di Maio intoccabile. Ma la partita più difficile, con nomine e governi in ballo, per lui è appena iniziata.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 05746.html

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 19:55

[:306]


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Roma, 16 mar – Una delle cose divertenti della politica è che puoi dire una cosa per anni, poi dire l’esatto contrario, e nessuno se ne accorge. Capita così che Marco Travaglio, dopo mesi e mesi in cui ha insultato in ogni modo il Partito Democratico, cambi idea da un giorno all’altro. Appena due giorni fa aveva dichiarato a Tagadà su La7: «Chi sarà il prossimo segretario del Pd? Interpretare i manicomi è difficilissimo». Adesso, invece, arriva la retromarcia: «Se Di Maio vuole i voti del Pd derenzizzato e di Liberi e Uguali, glieli chieda».

Travaglio, insomma, ora si mette a spiegare al M5S come formare una maggioranza di governo stabile: «Bisogna costruirla: non aspettando che si facciano vivi gli altri e poi meravigliandosi perché “finora non s’è visto nessuno” (e ti credo!). Ma facendo ai partner una proposta che non possano rifiutare. Se Di Maio vuole i voti del Pd derenzizzato e di LeU, glieli chieda. Poi vada a parlare con Martina e Grasso su un’offerta chiara, realistica, generosa e rispettosa della democrazia parlamentare (che non si regge su maggioranze relative, ma assolute)».

Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, dunque, Di Maio dovrebbe fare «proprio quello che non fece il Pd nel 2013, quando pareggiò col M5S: si pappò le presidenze delle due Camere, designò Bersani come premier, stese un programma e una lista di ministri, poi pretese che i 5Stelle sostenessero al Senato il suo governo di minoranza. Risultato: il famoso e disastroso incontro in streaming. […] Ora Di Maio crede che avere quasi doppiato il Pd lo autorizzi a fare altrettanto». Fa strano che l’infaticabile fustigatore del Pd ora prema sull’acceleratore per un accordo M5S-Pd. Dovesse cadere quest’ipotesi, chissà se Travaglio non possa arrivare a ipotizzare addirittura un’intesa con Berlusconi. Tanto ormai la china sembra quella, in effetti.

http://www.ilprimatonazionale.it/politi ... -pd-81418/

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

16/03/2018, 21:47

Ma cosa dovrebbe fregarcene di Travaglio? A decidere sarà Di Maio e tra FI PD L&SCEMI e Lega direi che la scelta è abbastanza scontata. Cn un sol colpo ci leviamo di torno il 90% della feccia politica che da 30 anni d infesta.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

17/03/2018, 11:32

Qualsiasi convergenza sugli intenti è positiva e sono d' accordo con Max che sarebbe il modo per eliminare la feccia.
Fatta questa premessa, rimango dell' idea che il reddito di cittadinanza, senza moneta sovrana, non farebbe altro che aumentare il disagio economico e sociale. Non discuto l' intento che ritengo lodevole, almeno concettualmente, ma non basta eliminare i vitalizi o far emergere il sommerso ( cosa tra l' altro difficile se non hai una tassazione bassa ) per avere le coperture.
Saremmo costretti a chiedere la carità alla banca centrale europea, con conseguente aumento del deficit. Si può discutere su tutto e sul contrario di tutto, ma finchè siamo schiavi di quegli usurai che governano la moneta unica, non vedo soluzioni nell' immediato.
La battaglia politica non la si fà sulle buche, ma su euro ed Europa.

Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)

17/03/2018, 12:59

Intanto iniziamo ad inserire l'agente sotto copertura anche per i reati di corruzione e cominciamo a recuperar qualche milioncino che male non fa, oltre a tutta una serie di ricadute positive a cascata su tutto il comparto produttivo e sociale oltre ai vitalizi. In europa tutti ha nno un reddito di cittadinanza e non mi pare ci siano paese (a parte la Germanica :>) ad avere una moneta sovrana.
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