sottovento ha scritto:
mik.300 ha scritto:
dire che la germania va bene NONOSTANTE l'euro
è una kazzata GALATTICA..
ma
è un dato di fatto che la germania è l'unico paese in europa che corre. lo dimostrano il suo pil, i suoi stipendi, la disoccupazione, la pressione fiscale e in generale tutti quegli elementi che ci consentono di valutare lo stato di salute di un paese e non è un caso se molti analisti parlano di modello tedesco
. tu sei mai stato in germania? bene se ci vai ti accorgi che li funziona tutto ma davvero tutto a cominciare dall'evasione fiscale passando per il lavoro (esistono stage formativi dopo la scuola per chi non prosegue gli studi), a finire per i sussidi a chi non ha un reddito. guardiamo l'esempio dei migranti: da noi finiscono nei centri accoglienza e dopo a spasso, in germania vengono formati e introdotti al mondo del lavoro. da noi c'è uno spreco pubblico immane (abbiamo da poco finito di pagare i lavori di "italian 90" cose che in germania non sanno nemmeno cosa siano! tutte queste cose gravano in modo esponenziale su un sistema paese e fanno si che i tedeschi abbiano vissuto e gestito la crisi in modo completamente diverso dal nostro.
è molto facile mettere sotto accusa la ue e sono il primo a farlo ma dobbiamo comunque ammettere che molti dei nostri problemi sono problemi endemici che in italia non sono affrontati nella maniera giusta a cominciare da sprechi e privilegi che in altri paesi nemmeno esistono.
forse parlo aramaico..
che lì sia tutto perfetto è una favola..
prova a chiederlo ai dirigenti della VW..
NON C ARRIVI PROPRIO CHE L'EURO,
così come è nato,
È STRUTTURATO PER FAVORIRE
la germania a danno degli altri..???
il tuo cervello proprio non
riesce a capacitarsene...
eppure non è un concetto così complicato..
mah..
anzi quando la germania dovette riunirsi nel 90,
est e ovest, non c'era l'euro ma i parametri di maastricht,
le furono concesse ampie deroghe,
per affrontare debiti e investimenti,
se avesse dovuto rispettare pareggio di bilancio e austerià,
col cavolo che la germania sisvilupava..
MEMORIA CORTA ?
oggi i crucchi rompono i kogl.ioni con i conti pubblici..
http://www.blitzquotidiano.it/rassegna- ... t-1727229/Germania. Euro e parametri Maastricht elusi: “Così ha beffato l’Europa”ROMA –
Germania. Euro e parametri Maastricht elusi: “Così ha beffato l’Europa”. Sarà poi vero e pacifico che la corsa della locomotiva tedesca, il suo eccezionale surplus finanziario, sono dipesi dalle riforme del mercato del lavoro, dal suo essere formica e non cicala? O piuttosto non si dovrebbero prendere in considerazione presupposti economici diversi, sfuggiti alla vulgata dominante, per cui la Germania ha solo approfittato della moneta unica, quando non ha eluso deliberatamente quei parametri di Maastricht a cui invece impicca i reprobi, i paesi del sud Europa?
Propende per quest’ultima lettura Marco Fortis su Il Messaggero di domenica 24, con la conseguenza implicita che davvero serve in Italia un governo stabile che ci traghetti fuori dalla crisi ma purché abbastanza coraggioso e motivato per mettere la parola fine agli obblighi anacronistici ed empiricamente non fondati dei vincoli europei, dei parametri di Maastricht che hanno avvantaggiato solo Berlino e il Nord Europa. Una premessa storica è decisiva:
bisogna tornare al 1998 quando la Germania post unificazione era la grande malata d’Europa. Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane. Il debito pubblico tedesco del 1998, se espresso in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie anziché del Pil, era di gran lunga più elevato (66%) di quello italiano (56%). Il rapporto debito pubblico/Pil è stupido almeno quanto i parametri di Maastricht ed in questi ultimi anni è servito a nascondere la reale sostenibilità dei debiti di molti Paesi ed a metterne in croce altri, in particolare l’Italia, eterna pecora nera ben al di là dei propri demeriti. (Marco Fortis, Il Messaggero)
L’arrivo dell’euro cambia tutto. Valuta e parametri spregiudicatamente elusi sono una manna per le esportazioni. Al cospetto di questi fattori, è del tutto ingiustificato il grande rilievo dato alle riforme del mercato del lavoro che pure hanno consolidato la crescita.
Ciò che ha reso davvero ricca e creditrice la Germania verso l’estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, è stato l’euro, non le riforme e tantomeno la crescita del Pil. C’è una cifra chiave che spiega il dominio attuale della Germania: tra il 1999 e il 2012 il surplus bilaterale commerciale cumulato di Berlino con i 5 principali Paesi del Sud Europa (Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) è ammontato a circa 840 miliardi di euro. E’ grazie a questo bottino che la posizione finanziaria netta sull’estero della Germania è cresciuta sino a toccare nel 2012 il 41,5% del Pil.
Inoltre, grazie al surplus con questi Paesi la Germania ha potuto sopportare il rincaro della bolletta energetica quasi senza accorgersene. (Marco Fortis, Il Messaggero)
Altro importante luogo comune che Fortis intende sfatare è quello della grande penetrazione commerciale nei paesi delle economie che stanno emergendo con prepotenza (i cosiddetti Bric), che in teoria dovrebbe provare la grande dinamicità dell’industria tedesca e la sua vittoria nella sfida competitiva. Fino al 2007 la bilancia commerciale verso quei paesi era ampiamente in deficit. A dimostrazione, invece,
il surplus tedeschi con i sud Europa è cresciuto prima della crisi mondiale del 2008, cioè dal 1999 al 2007, quando il tasso di cambio fisso dell’euro ha aiutato notevolmente le esportazioni tedesche in una fase di protratto aumento della domanda estera, mentre nel frattempo Berlino sostituiva cinicamente l’import da quei paesi con i prodotti a più basso costo della Cina. In conclusione Fortis usa la forza dei numeri per spiegare il processo che ha portato alla situazione attuale:
Dal 1999 al 2007 le importazioni di auto dei «generosi» Pse dalla Germania sono aumentate di 20 miliardi di euro, quelle di farmaci di 3,4 miliardi e quelle di apparecchi elettrici di 5,3 miliardi. Ma intanto le «ingrate» importazioni tedesche di abbigliamento dai Pse diminuivano di 1,1 miliardi (con un calo di 750 milioni dalla sola Italia); quelle di prodotti tessili di 731 milioni (-362 milioni dall’Italia); quelle di calzature di 624 milioni (-302 milioni dall’Italia); quelle di mobili di 383 milioni (-302 milioni dall’Italia). Nello stesso periodo le importazioni tedesche di abbigliamento dalla Cina sono cresciute di 3,3 miliardi, quelle di prodotti tessili di 662 milioni, quelle di calzature di 664 milioni e quelle di mobili di 817 milioni, solo per fare alcuni esempi. (Marco Fortis, Il Messaggero)
http://www.gamerlandia.net/2012/06/21/l ... o-leuropa/Sebbene l’idea di una moneta unica fosse stata pensata già dal 1970 (ma non solo – lo era anche nel periodo tra il 1934 al 1945), ne prese la prospettiva dalla riunificazione dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, dove si richiese al cancelliere Helmut Kohl ed al presidente François Mitterrand di convocare la conferenza intergovernativa che portò al Trattato di Maastricht nel 1992.
In un certo senso, è stato un qui pro quo per la riunificazione stessa. Ma, in quel che Sarotte chiama la “folle corsa” per concordare le condizioni dell’unione monetaria, i leader europei – che sapevano poco di economia – crearono una moneta unica che non ha mai avuto la capacità di rispondere alle crisi o ad un vero e proprio coordinamento politico.A suo tempo, Kohl parlò di riunificazione tedesca ed integrazione europea come le “due facce della stessa medaglia”. La riunificazione tedesca fu possibile solo nel contesto dell’integrazione europea – come disse
Konrad Adenauer: “I problemi tedeschi possono essere risolti solo sotto un tetto europeo” [e se lo sono risolti per bene].Al contrario, la riunificazione fu anche un “catalizzatore”, come dice Sarotte, per la creazione dell’euro: un ulteriore enorme passo avanti nella costruzione europea (anche se, a causa della resistenza francese, non fu possibile concordare una maggior integrazione politica che la Germania avrebbe voluto accompagnare all’unione monetaria). In breve, Kohl credeva ci fosse una simbiosi tra Germania ed Europa. Inizialmente, sembrava aver ragione sui timori della potenza tedesca che non si concretizzarono.
Tuttavia,
durante il decennio dopo la creazione dell’euro nel 1999, il rapporto della Germania con l’Europa cominciò a cambiare. Come crebbero gli squilibri economici, gli interessi economici divennero divergenti all’interno della stessa zona euro. Nel frattempo, dopo aver raggiunto il suo obiettivo di riunificazione, la Germania divenne più euroscettica.
Come ho già avuto modo di sostenere, la dimensione dell’economia tedesca e l’interdipendenza tra questa – assieme alle persone che gravitano intorno ad essa – sta causando una ben più grave instabilità in Europa. La Germania ha bisogno dell’UE come mercato per le esportazioni e dell’euro per mantenere sopravvalutata la propria moneta, ma non è in grado nè è disposta ad agire come potenza egemone.
Si potrebbe quasi dire che il rapporto della Germania con l’Europa è passato da simbiotico a parassitario. In effetti, sto iniziando seriamente a chiedermi se, la crisi dell’euro non verrà risolta [uscita al più presto], la riunificazione tedesca possa portare alla totale disintegrazione europea.insomma come le banche..
la germania si è riunificata a spese nostre,
noi affondiamo,
quella va alla grande..
per ora.................