In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

17/03/2014, 11:51

Il Barac-cone è meglio se li tiene parcheggiati alla larga dallo spazio aereo russo i suoi bidonazzi stealth se non vuole aggiungere qualche altra figuraccia di m... (i piloti tedeschi dei Typhoon e i francesi dei Rafale ne sanno qualcosa [:D] [8D]

17/03/2014, 12:17

Ufologo 555 ha scritto:

.. infatti! Per questo sono costretti a la sciar stare Putin! [;)] Si sono fregati.
A 'sto punto anche la Sicilia, la Sardegna potrebbero fare un referendum .... Per non parlare dell'Alto Adige!

Dopo l'esplosione (crollo dei due "Blocchi") c'è sempre la ... frammentazione! [^]

E, ad Obama, non gli resta che ... star a guardare ...


Immagine

... dalla Base Hickam AFB, Honolulu, Hawaii ... al Sole! [^]


chi ha accettato il referendum kossovaro,riconoscendolo,doveva metter in preventivo queste situazioni,in alternativa dovevano comportarsi come la spagna,che non ha riconosciuto il kossovo ne il referendum.....chissa' xke'???????
Ultima modifica di ubatuba il 17/03/2014, 12:19, modificato 1 volta in totale.

17/03/2014, 12:21

[:264] Infatti, quella del Kossovo, è stata una gran fregnaccia!

17/03/2014, 12:34

Così... per ricordare chi sono i rappresentanti UE che sbraitano contro il libero referendum della Crimea.

Immagine

17/03/2014, 13:59

UE adotta sanzioni, per il momento limitate solo a 13 Russi e 8 Crimeani.
Putin e Lavrov per il momento sono esclusi, per tenere aperti canali diplomatici.

17/03/2014, 15:40

GIANLUCA1989 ha scritto:

UE adotta sanzioni, per il momento limitate solo a 13 Russi e 8 Crimeani.
Putin e Lavrov per il momento sono esclusi, per tenere aperti canali diplomatici.


..ma siamo certi che sanzioni economiche contro la russia,non abbiano ripercussioni alquanto negative pure x l'europa????????sapendo che il 30%del prodotto energetico proviene dalla russia,e consideriamo che la russia tale quantita' potrebbe girarlo ai paesi orientali,alquanto bisognosi di tale prodotto...........senza grandi danni.....[;)]

17/03/2014, 16:25

.. anche la Russia ha bisogno dell'Europa ... (Si sono "presi" la Crimea e ... punto) [;)]

17/03/2014, 16:31

Un'informazione che fa parte del quadro generale "Russia-UE" :

http://www.rischiocalcolato.it/2014/03/ ... russi.html

Putin Made in Italy: Dietro le Quinte, il 13% di Pirelli passa ai Russi

Strano dirlo ma l’Italia giocandosela bene ha molto da guadagnare dalla presunta guerra di Crimea.

Da una parte gli AmeriKani Soros e Blackrock investono in Italia (IGD, Unicredit, Banca Intesa)

dall’Altra:
•Saipem sigla un contratto da 3 miliardi di con Gazprom per southstream (link)
•E oggi la russa Rosneft toglie le castagne dal fuoco alle banche italiane e si compra il 13% di Pirelli (rafforzando il tronchetto dell’infelicità però)


Alla faccia delle tremende sanzioni internazionali.



da Repubblica

MILANO - Il fondo Clessidra di Claudio Sposito esce di scena da Pirelli e fa posto ai russi di Rosneft, che preparano un assegno da 500 milioni circa per controllare “in trasparenza”, cioè al netto dei veicoli societari che custodiscono le azioni della Bicocca, il 13% circa della società italiana. Cambia quindi la catena di controllo degli pneumatici, secondo un accordo di massima del quale ha dato notizia con una nota mattutina Intesa Sanpaolo.

Proprio Ca’ de Sass, insieme a Unicredit, Clessidra, Nuove Partecipazioni (Marco Tronchetti Provera e soci) e Rosneft è tra i firmatari di questo accordo, secondo il quale verranno “valorizzate” le quote indirette di Pirelli possedute attraverso Camfin “a un prezzo in trasparenza pari a 12 euro per azione” (grossomodo l’attuale prezzo di Borsa). Di fatto, il pacchetto del 26% circa di azioni Pirelli, detenuto oggi da Lauro 61/Camfin, entrerà in una nuova scatola. Questa “newco”, cioè una nuova società creata ad hoc per l’operazione, sarà a sua volta detenuta da due diverse realtà. Metà del capitale andrà appunto ai russi di Rosneft, che secondo le indiscrezioni dovrebbero pagare mezzo miliardo. L’altra metà del capitale andrà a un nuovo veicolo nel quale continueranno a sedere Nuove Partecipazioni (Tronchetti Provera) con l’80% delle quote, e le due banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit) con il 10% a testa.

Gli istituti di credito reinvestiranno parte dei denari ottenuti liquidando le attuali posizioni nella nuova scatola di controllo di Pirelli, mentre il fondo Clessidra sarà del tutto fuori dai giochi. Quanto alla governance, la nota di Intesa specifica che Nuove Partecipazioni “indicherà il presidente e ceo di Pirelli, con pieni poteri sulla gestione ordinaria della società. La governance di Pirelli rimane invariata, resta centrale il ruolo di guida del board, in linea con” le migliori prassi internazionali. Con l’uscita di scena di Sposito e di Clessidra decade l’obbligo di valorizzazione delle quote dopo 4 anni, la preannunciata ‘exit’ da Pirelli nel 2017. I nuovi accordi con Rosneft avranno, scrive l’Ansa, durata di 5 anni, rinnovabili a scadenza.

Quanto infine agli aspetti industriali, “obiettivo dell’accordo – si legge nel comunicato – è sviluppare le attività e il business di Pirelli, anche rafforzando la rete commerciale in Russia grazie alla capillare presenza sul territorio di Rosneft”. E ancora: “Già dalla fine del 2012 Rosneft, la più importante società quotata nel settore oil and gas al mondo, ha definito con Pirelli una serie di intese commerciali e nel settore della ricerca e sviluppo, in particolare nei materiali per la produzione di pneumatici e nella gomma sintetica”.

L’ultimo aggiornamento Consob sull’azionariato dell’azienda della Bicocca vede Lauro 61 al 26,2% di Pirelli, seguito dai Malacalza poco sotto il 7%, poi Edizione al 4,6%, Mediobanca al 3,95%, il fondo Harbor International al 3,94%. L’azione della Bicocca (segui in diretta) scivola in fondo al listino principale dopo la notizia. Secondo gli analisti l’accordo rafforza la posizione di Marco Tronchetti in confronto a quella delle istituzioni finanziarie ma si attenua l’appeal speculativo sul titolo.

17/03/2014, 16:57

http://www.ilnord.it/c-2683_NON_SOLO_LO ... _DA_RIDERE


NON SOLO LO STATO DELLA RUSSIA, ANCHE I MAGNATI RUSSI HANNO RITIRATO TUTTI I FONDI DALL'OCCIDENTE (SANZIONI? DA RIDERE)

lunedì 17 marzo 2014

Mentre l'Occidente sta ancora elaborando le sue sanzioni dopo l'esito del referendum che annetterà la Crimea alla Russia, Zahyn Wordpress segnala e traduce questo bel pezzo di Zero Hedge, che col suo consueto stile ironico ci avverte che i Russi hanno già preparato la contromossa.

Zero Hedge scrive: secondo i dati settimanali della Fed, una cifra record di Buoni del Tesoro – 105 miliardi di dollari – è stata venduta o semplicemente riallocata (politicamente parlando è la stessa cosa) dai conti di deposito della Federal Reserve, portando il totale delle banconote USA presso la FED ad un livello che non si vedeva dal dicembre 2012. Mentre si pensava che il ritiro dei fondi dal mercato occidentale fosse stato causato dalla Cina, si è scoperto che il merito (o meglio, la colpa) è probabile che sia proprio della Russia, che come è noto ha avuto un leggero scontro con l’Occidente in generale e col suo sistema finanziario in particolare.

Viene fuori che quel che le istituzioni ufficiali russe possono aver fatto con i loro buoni del Tesoro (ma non lo sapremo fino a giugno), è solo l’inizio. Infatti, come riporta il FT, preparandosi in maniera più o meno silenziosa a quello che succederà con l’arrivo delle, quasi certe, sanzioni finanziarie (probabilmente un blocco dei conti correnti e confische patrimoniali, come conseguenza del referendum di Crimea di questa domenica) i russi che contano – gli oligarchi – hanno già fatto rientrare i loro miliardi dalle banche occidentali, rendendo molto discutibile l’effetto del grande sgambetto Occidentale — confiscare la ricchezza dello 0. 0001%. della Russia.

Dal Financial Times: “Secondo i banchieri di Mosca le Società russe stanno ritirando miliardi dalle banche occidentali per via del timore che le eventuali sanzioni statunitensi causate dalla crisi di Crimea possano portare ad un congelamento dei loro beni. Sberbank e VTB, le due banche giganti del sistema russo di proprietà parzialmente statale, come le aziende industriali e il gruppo energetico Lukoil, sono tra le aziende che stanno facendo rientrare i loro capitali investiti nelle operazioni effettuate con gli Stati Uniti. Sempre secondo i banchieri, la VTB ha anche cancellato un vertice, previsto il mese prossimo, con degli investitori americani.

I capitali stanno prendendo il volo, dopo che le trattative diplomatiche tra il Ministro degli Esteri della Russia e il Segretario di Stato americano si sono arenate e concluse senza nessun accordo su come risolvere le tensioni in Ucraina.

Naturalmente, l’Occidente pensa all’occidentale, e supponendo che la cosa più importante per la Russia sia di vedere come chiuderà il MICEX, crede che far fare un bel botto al valore delle azioni russe scoraggerà Putin. Dopo tutto, l’unica cosa di cui tutti si preoccupano in America è che lo S&P 500 chiuda sempre al rialzo, giusto?

Quello che l’Occidente non ha capito, come avevamo previsto un mese fa, è che per Putin il prezzo delle materie prime è centinaia di volte più importante, soprattutto quello del greggio e del gas, dell’illusione di una ricchezza di carta (aka “azioni”), anche quando è al massimo storico. Specialmente per il fatto che in Russia solo una parte minima della popolazione si preoccupa delle fluttuazioni quotidiane del mercato azionario. Per quanto riguarda gli oligarchi, se ci sarà qualcuno che sarà felice di vedere che il loro potere, la loro ricchezza e la loro influenza perderà vigore, anche se solo per un breve periodo di tempo, questi è proprio Vladimir Vladimirovich Putin, colui che tutto l’Occidente ancora una volta continua a giudicare in maniera sbagliata. Senza contare che la popolazione russa sarà ancor più felice se vedrà questi compari mega-miliardari soffrire, almeno un po’, per mano dell’Occidente, e tutto questo farà salire ulteriormente le quotazioni di Putin.

Nel frattempo, alcuni degli oligarchi russi stanno effettivamente accettando la sfida. Come riporta Bloomberg: “Alisher Usmanov, l’uomo più ricco del Paese, controlla la preziosa Metalloinvest Holding Co. (il più grande produttore di minerali di ferro della Russia) attraverso tre società sussidiarie, di cui una si trova a Cipro, un paese dell’UE. Questo 60enne possiede anche una villa vittoriana a Londra, comprata nel 2008 per $70 milioni, come scrisse il Sunday Times del 18 maggio 2008. Ha perso 1.5 miliardi di dollari dall’inizio della crisi, secondo la classifica di Bloomberg.

«Siamo preoccupati per le possibili sanzioni contro la Russia, ma non ci aspettiamo ripercussioni drammatiche sui nostri affari» – dice Ivan Streshinsky, CEO della USM Advisors LLC, che gestisce il patrimonio di Usmanov, incluse la sue partecipazioni in OAO Megafon e Mail.Ru Group Ltd., in un’intervista presso gli uffici di Bloomberg a Mosca. «I profitti di Mail.Ru e Megafon provengono dalla Russia e la gente non smetterà di telefonare o di usare Internet» – e poi ha detto – «Metalloinvest può essere esposto alla chiusura dei mercati europei e americani, ma può ri-orientare le sue vendite verso la Cina e verso altri mercati»”

Ottimo lavoro Mr. Obama: hai appena spinto la Russia e la Cina a ad avvicinarsi ancor più per necessità! Inoltre, non dovremmo sorprenderci troppo che mentre i russi stavano ritirando i loro soldi dalle banche occidentali, occidentali vengono buttati fuori da Dodgeski, mentre i russi stanno ritirando i loro soldi dall’occidente, le imprese occidentali stavano uscendo da Dodgesky.

“Un anziano banchiere di Mosca ha detto che il 90% cento degli investitori si sta già comportando come se le sanzioni fossero state imposte, e che si tratta solo di una gestione prudente dell’esposizione. Queste mosse rappresentano l'altra faccia della medaglia del più evidente ritiro del denaro occidentale dal mercato russo, cosa che è stata palese nelle ultime due settimane.

Traders e banchieri hanno detto che le banche statunitensi sono quelle che hanno venduto più pesantemente le obbligazioni russe. Secondo i dati della Bank for International Settlements, le banche americane e i gestori patrimoniali hanno nei loro assets circa 75 miliardi di dollari di esposizione verso la Russia. Joseph Dayan, Capo dei mercati a BCS, uno dei più grandi brokers della Russia ha detto: «Le obbligazioni russe se la sono vista brutta, in questi ultimi giorni, e uno dei motivi è stata la riduzione dell’esposizione decisa dalle banche internazionali.»

Anche se le banche estere non hanno ancora cominciato a tagliare massicciamente il credito alle imprese russe, i banchieri hanno detto che una mezza dozzina di accordi di finanziamento di alcune delle più grandi aziende russe sono in sospeso, nell’attesa di capire quanto saranno pesanti le sanzioni occidentali.”

Quindi; la conclusione è che la Russia, con una certa lungimiranza, ha già ritirato la maggior parte dei suoi investimenti dall'Occidente. Si pensi che un anno fa è venuto fuori che gli stessi russi che avrebbero dovuto essere penalizzati a Cipro avevano già ritirato la maggior parte dei loro fondi prima dell’esproprio: loro generalmente sanno in anticipo cosa succederà. Sono stati i normali cittadini ciprioti, che non avevano fatto niente di male, ad essere i più colpiti.

Così, mentre la risposta dei russi è già chiara, ci viene da domandarci quanto sia vero l’opposto: cioè quanto è preparato l’Occidente, e soprattutto l’Europa, a vivere in un mondo dove un terzo del gas della Germania viene improvvisamente interrotto? Non vediamo l’ora di scoprirlo.

Articolo scritto da Zero Hedge e tradotto da Zahyn Wordpress - che ringraziamo.

17/03/2014, 18:45

non e'proprio attinente al thread,ma una certa similitudina esiste,il fattore kossovo puo' avere aperto diversi casi
------------------------------------------------------------------------------------------------------


Secondo i sondaggi, il 64% dei settentrionali vuole la secessione. In un giorno quasi 500 mila voti.

VENEZIA (WSI) - Dal 16 marzo è infatti on line il referendum per l'indipendenza del Veneto così come anticipato a Libero dal governatore della regione Luca Zaia. Il 21 marzo, ultimo giorno per aderire all'iniziativa, ci sarà lo spoglio in piazza dei Signori a Treviso.

Nell'intervista il presidente leghista parla di una iniziativa che si chiama appunto "Plebiscito 2013", costola di un altro partito, "Indipendenza veneta". "Bisogna fare delle riflessioni, dice Zaia. E in merito alle motivazioni di questo plebiscito, dice che molte persone vogliono l’indipendenza "perché, strangolate dalla crisi, chiedono tassazioni più basse". Poi si lascia andare e aggiunge: "Mi piacerebbe che pensassero all’indipendenza come movimento culturale, tipo Catalogna o Scozia".

Se Barcellona ottiene indipendenza, anche Venezia potrebbe ottenerla

Zaia prende come fonte di ispirazione quello che sta accadendo in Catalogna, il referendum omologo di Artur Mas. "Dobbiamo capire - dice - se sull’indipendenza riescono ad aprirci un varco. La loro deadline è il 9 novembre 2014. Se l’indipendenza la ottiene Barcellona, seguendo il loro metodo potrebbe ottenerla Venezia".

Renzi non crede nelle Regioni, è un neocentralista

E a Renzi dice: "Il fermento indipendentista è sempre più forte, e non dipende dalla gente del nord sempre più strozzata, dipende da Roma. Matteo l’ha detto chiaramente di non credere alle Regioni, anzi fosse per lui le abolirebbe. É un neocentralista che ha un ideale di sviluppo fordista; noi siamo quelli del distretto industriale diffuso. Fosse per Renzi la Bavaria industriale autonoma non esisterebbe".

La prima giornata di voti per il referendum per l'indipendenza del Veneto si e' conclusa cosi': alle 22 di domenica avevano votato 492 mila persone. In testa la provincia di Vicenza con oltre 121.700 voti. Al secondo posto c'è Treviso con 118.300 voti domenica sera. Seguono Padova (105.300), Venezia (oltre 50 mila), Verona 827.800), Belluno (3.300) e Rovigo (3.100).

Per tutta la giornata di domenica, la prima per votare, le città venete si sono riempite di seggi. Si potrà votare fino a venerdì 21 marzo, giornata in cui in piazza dei Signori a Treviso, a partire dalle 21, in caso di vittoria del Sì, avverrà la proclamazione dei risultati del referendum con la dichiarazione di sovranità, come annunciato da Plebiscito.eu. L'affluenza al voto si sta dimostrando molto alta anche nella giornata di lunedì.

I cittadini veneti hanno tempo fino al 21 marzo per decidere se la regione deve diventare una repubblica indipendente. Secondo i sondaggi, il 64% dei settentrionali vuole l'indipendenza, crede di dar da mangiare al sud del Paese ed è profondamente insoddisfatto della politica inefficace di Roma.
(RaiNews 24-Treviso Today)

http://www.wallstreetitalia.com/article ... cozia.aspx

17/03/2014, 19:08

il sistema occidentale è destinato a dissolversi... È ormai al fallimento.

17/03/2014, 19:17

Ne parlavo già dall''89 con i miei colleghi: dopo il crollo dell'"Unione Sovietica" aspettavo quello dell'Occidente ... Infatti ...[:(]
Tutto un sistema che non regge ... (moralità per prima)

17/03/2014, 20:06

Ufologo 555 ha scritto:

Ne parlavo già dall''89 con i miei colleghi: dopo il crollo dell'"Unione Sovietica" aspettavo quello dell'Occidente ... Infatti ...[:(]
Tutto un sistema che non regge ... (moralità per prima)


era un sistema che viveva sul terrore finito quello la dissoluzione e' una cosa possibile...[;)]

17/03/2014, 21:06

Immagine


Putin firma il decreto per la Crimea

La Russia riconosce la penisola come "Stato indipendente e sovrano"

OMA - Vladimir Putin firma decreto su indipendenza della Crimea. Nel testo si prende atto della "volontà espressa dal popolo della Crimea nel referendum del 16 marzo 2014" e si formalizza che da questo momento la Russia riconosce la penisola come "Stato indipendente e sovrano".

Mosca riconosce inoltre "uno statuto speciale" per la città di Sebastopoli, dove si è tenuta una consultazione parallela nell'ambito del processo di secessione dall'Ucraina. Il testo - secondo quanto riporta l'agenzia russa Ria Novosti - non fa per ora menzione a un'annessione della Crimea.

Spettacolari fuochi d'artificio - intanto - hanno illuminato la serata di Sebastopoli per celebrare la vittoria del sì all'adesione alla Russia qualche minuto dopo l'annuncio delle sanzioni europee ai 'responsabili' della crisi. I fuochi hanno illuminato il centro della città per quasi 15 minuti con detonazioni potenti e un diluvio di colori.


17.03.2014 - 20:27

http://www.cdt.ch/mondo/politica/103100 ... rimea.html



[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=O7W9sb9_3O4[/BBvideo]
Ultima modifica di Wolframio il 17/03/2014, 21:08, modificato 1 volta in totale.

17/03/2014, 22:28

Ufologo 555 ha scritto:

Poi verrebbero la Scozia, la Catolgna, le Fiandre, etc ..etc ...

- Ultimamente il continente europeo sembra giunto ad una fase storica cruciale, nel quale la crisi economica che stiamo vivendo comincia a mettere in crisi equilibri istituzionali che si erano mantenuti immutati per decenni, fino a sfidare per molti versi il concetto consolidato di statualità e di sovranità.

Se da un lato sono in molti ad invocare che i vecchi stati nazionali siano superati dall’alto, attraverso un conferimento sempre maggiore di competenze ad un livello di potere europeo, dall’altro stiamo assistendo all’emergere di un vento secessionista in molte aree di Europa.
E’ di questi giorni la notizia che il governo britannico ed il governo scozzese hanno concordato i termini di un referendum da tenersi nel 2014 per l’indipendenza della Scozia che dunque viene a risultare la prima regione dell’Europa occidentale a cui viene riconosciuto un pieno diritto ad autodeterminarsi, fino a recidere i legami con lo Stato di cui oggi è parte.

Solo poche settimane fa invece, l’11 settembre, due milioni di catalani (su sette milioni!) sono scesi in piazza a Barcellona, in una manifestazione oceanica, per chiedere la secessione della Catalogna dalla Spagna. Il presidente catalano Artur Màs ha deciso di sciogliere il parlamento regionale e di convocare elezioni anticipate che si terranno in novembre e nelle quali chiederà (e verosimilmente otterrà) un pieno mandato popolare per guidare la Catalogna all’indipendenza.
Si trova un passo indietro, invece, l’indipendentismo fiammingo, imbrigliato nel farraginoso sistema istituzionale belga. Tuttavia i nazionalisti di Bart De Wever sono diventati ormai il primo partito delle Fiandre e proprio in questi giorni hanno dato un’impressionante prova di forza alle amministrative, conquistando per la prima volta la città di Anversa.

La Catalogna, la Scozia e le Fiandre rappresentano le storie di successo di un “indipendentismo tranquillo”, di un separatismo che sceglie di collocarsi solidamente nel mainstream politico della democrazia occidentale, piuttosto che marginalizzarsi su sponde ideologiche minoritarie e poco presentabili.

http://www.libertiamo.it/2012/10/18/sco ... ipendenza/


Sotto con il Regno Delle Due Sicilie! Magari!
Rispondi al messaggio